Il comunicato che ha terremotato l’estate viola, e dunque anche nostra, è nato in famiglia e nessuno ne sapeva niente, forse neanche Cogngni

E’ la continuazione delle parole di Andrea a Benevento, la reazione fortemente stizzita ad un malcontento finanche eccessivo rispetto all’attuale situazione

Perchè, ripeto ancora una volta, qualcuno mi deve spiegare cosa abbiamo in più come tradizione e forza economica di città come Bologna e Genova, nei confronti delle quali ci sentiamo invece calcisticamente infinitamente superiori

Alla fine i Della Valle si sono rotti dei fiorentini, molto, ma molto dopo che buona parte dei fiorentini (ma non credo la maggioranza) si era rotta dei Della Valle, che da una minoranza snob e certamente anti viola sono stati avversati fin dal primo giorno

Il mese post campionato è stato gestito mediaticamente ancora una volta in modo disastroso: tutti zitti a far parlare solo le voci di cessione dei più bravi, compreso lo stillicidio di Borja Valero

E il malcontento, semmai ce ne fosse stato bisogno, è ancora cresciuto, offese comprese

Ora siamo alla rottura, con una sola domanda sullo sfondo: a chi andrebbe mai la Fiorentina? Chi se la compra alla cifra, per ora misteriosa, che vorranno i Della Valle?

Per me proprio nessuno, ma a questo punto spero proprio di sbagliarmi

Si può essere orgogliosi di Bernardeschi e Chiesa con la maglia azzurra oppure si deve militare 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno nel club Tafazzi?

Perchè poi sarebbero con Babacar tre ex pianticelle viola

Non so voi, ma io al gol di Bernardeschi ho esultato parecchio, poi ognuno si regoli come meglio crede

 

Sono tutti in vendita, a parte forse Chiesa, ma magari qualcuno offre 20 milioni e poi in società cominciano a pensarci…

Non è bello in queste settimane essere tifosi viola e non perché ci sia chissà quale  amore verso chi è esposto in vetrina con tanto di prezzo, a parte Borja

E’ una questione di fiducia, perché alla fine potrebbe pure essere giusto rivoluzionare radicalmente un gruppo arrivato a fine corsa: il problema non è tanto chi si vende, ma chi si compra

Non rimane che affidarci a Corvino e già sento lo scetticismo della maggioranza, però non abbiamo altra scelta

E’ il mercato bellezza, e tu non puoi farci niente

 

  • A Corvino Borja Valero è sempre piaciuto il giusto: si può discutere sui suoi gusti, ma così è

Troppo poco decisivo per essere al top degli ingaggi viola

Per una piazza che ha visto vendere Baggio e Batistuta potrebbe anche andar bene che questo  spagnolo  innamorato di Firenze vada a rinforzare una diretta concorrente, basta essere chiari e non cominciare con il rimpallo delle responsabilità

Bisogna dire la verità: davvero a Borja è stato offerto un triennale a tre milioni netti l’anno?

A lui va bene?

La Fiorentina ha provato a controbattere?

Certamente la sua cessione non dispiacerà alla società, che in queste settimane non gli ha mai dato la certificazione di giocatore simbolo, come invece è, o era

E’ un finale molto triste, in qualunque modo venga spiegato al popolo viola, speriamo almeno che ci venga risparmiata l’ipocrisia

 

 

Fatevi questa domanda e rispondeteci sinceramente, tanto non dovete rendere conto a nessuno: quanto siete intimamente d’accordo col pazzo di Londra che ha provato a falciare decine di musulmani?

Per niente?

Poco?

Tanto?

Il giusto?

Dalla risposta che vi date capirete che livello di intolleranza e di odio verso gli altri (i diversi) avete raggiunto

 

MI SPIACE CHE NON ABBIATE CAPITO LA MIA PROVOCAZIONE E ALCUNI SBBIANO PURE OFFESO, MA QUANTE ANIME BELLE CI SONO IN GIRO..

E CHIARO CHE LA MIA RISPOSTA È PER NIENTE,  MA CERTE DOMANDE SARA’ BENE FARSELE PERCHE’ ANCHE SE NON VR NE SIETE ACCORTI SIAMO IN GUERRA

 

 

Certi giocatori sono più uguali degli altri, atleti e uomini che meritano considerazioni che vadano al di là del mero aspetto economico.

Borja Valero è uno di questi: ha un ingaggio ingiustificabile per una società come la Fiorentina e ama a Firenze, essendone contraccambiato in modo totale.

Se la cessione sempre più probabile di Bernardeschi aprirebbe dolorosi questioni sulle ambizioni presenti e future della squadra, quella di Borja sarebbe una ferita profonda assolutamente da evitare.

Come?

Allungando il contratto allo spagnolo fino al 2021, portandolo al tempo stesso su livelli più consoni ai tetti societari e facendone un simbolo per le future fortune viola.

E abbandonando i calcoli di bilancio, che in alcuni casi fanno male come quelli renali.

Perdonatemi, sto traslocando e mentre le altre volte in questi due anni mezzi erano un po’ così, stavolta mi applico molto

Per questo scrivo meno, ma state tranquilli che recupererò…appena riuscirò a non essere sommerso dalle scatole….

Dispiace perdere lo scudetto in questo modo e probabilmente l’importanza deell’intero campionato Primavera lo si comprende ora più amaramente con la sconfitta piuttosto che con la vittoria.

Nel 2006 andò ancora peggio, senza contare che davanti c’era la Juve, ma resta il fatto che non vinciamo più il titolo dal 1983, con Guerini in panchina  e dopo che per decenni siamo stati considerati uno tra i migliori settori giovanili italiani.

Consoliamoci parzialmente con il trio Babacar-Bernardeschi- Chiesa, che dalla Primavera arriva dopo anni di siccità calcistica e aspettiamo Bigica: sono molto curioso di conoscerlo da allenatore.

Pare che i principali motivi di stress nella vita siano essenzialmente tre: la perdita di una persona cara, la separazione, il trasloco.

Sono stato per ora fortunato col primo, mentre col secondo e col terzo mi sono portato avanti col lavoro: due divorzi e negli ultimi due anni quattro case cambiate.

Aggiungerei però anche una quarta causa di logoramento psicologico: il cambio del cellulare.

A mia parziale discolpa dirò che che il mio non scattava più le foto, la telecamera non funzionava e da qualche mese era pure dotato di vetro vintage, nel senso che ricordava certe finestre scheggiate prese d’assalto dagli autonomi negli anni settanta

Se devo essere sincero fino in fondo, penso che si potesse sopravvivere lo stesso anche senza immortalare i momenti o le situazioni che un tempo rimanevano semplicemente incollati nella nostra memoria.

Comunque sia, si cambia.

Ed eccolo qui il signore di mezza età (o diversamente giovane, fate voi…), molto parzialmente evoluto digitalmente, alle prese con il primo momento di smarrimento di una giornata difficile: oddio, ma ora starò due ore senza il cellulare a causa dello spostamento dei dati.

Sensazioni: mi manca qualcosa, però…non è poi così drammatico, ma sì, bisogna farlo tutti i giorni di stare un po’ senza (della serie: basta con lo smog, domani lascio la città e vado a vivere in campagna), palpata frequente delle tasche, ma dove l’ho messo? Ah già è dal rivenditore! Ok, sono passate due ore, vado a riprenderlo.

E qui comincia il mal di mare, anche se all’inizio non sembra perché si accendono tutte le lucine, che poi sarebbero le icone, e ti senti come un bambino al luna park: ma allora c’è tutto!

E’ più bello, più elegante, più figo!

Eh no, che non c’è tutto, manca la rubrica, cioè tutti i contatti, e mancano tutte le applicazioni, compresa la famigerata what’sapp! Beh, travaseranno anche quelle, basta chiedere al tipo in divisa.

“Scusi, qual è la password per accedere a iCloud?”, ed è il momento peggiore.

iCloud?

Ti sei sempre tenuto alla larga da queste cose per te quasi volgari e pure con un vago senso di superiorità: tu sei uno di quelli che per esempio i libri li legge sulla carta mica al telefonino, e che diamine! Un uomo (di mezza età) evoluto, ma con sani pincipi…

Sì, però qui senza la password è come avere una ruota bucata ed essere fermo in autostrada, ti ticordi vagamente di un passaggio di dati effettuato forse un anno fa, con tanto di un nome a te caro fornito al tecnico (anche lui ovviamente in camice bianco, tipo ospedale), ma qual è?

Niente, sei perso. Escluso dal mondo.

Suona il cellulare e riconosci magicamente il numero della tua compagna, senza che ci sia  bisogno di nome e foto.

Bello, forse anche romantico, ma il resto?

Il vuoto più assoluto.

Vai preoccupato da un altro mago del computer, gli spieghi accorato il dramma che stai vivendo e quello, come con l’infermiera di un ambulatorio medico, ti dà appuntamento per il giorno dopo per “vedere quello che si può fare”

Poi, il miracolo: gli dei della tecnologia ti vengono in soccorso e spunta l’illuminazione della password, che era poi la stessa che ti chiedeva Cosimo per scaricare i giochi, provi chiudendo gli occhi e…non viene rifiutata!

Sei di nuovo nel mondo digitale, tiri un sospiro di sollievo.

E come quando eri bambino e avevi superato il guaio, prometti che ti comporterai bene, sicuramente meglio di prima.

E che tratterai il tiranno che hai in tasca nel giusto modo, per evitare di cambiarlo di nuovo nei prossimi due anni.

Estate del 1968, Castiglioncello.

Ho un amico del cuore, si chiama Riccardo e nei miei vaghi ricordi dell’epoca gioca bene a pallone e siamo sempre lì, all’ombra sotto una specie di pontile: io che non la prendo mai (una vera schiappa) e lui invece molto dotato.

A quei tempi ero un bambino molto buono, però feci una bizza clamorosa perchè volevo che Riccardo venisse a casa a giocare nonostante il no di mia mamma, mi arrabbiai tanto che spaccai il vetro e sul braccio ho ancora il ricordo di quella medicazione dolorosa.

Riccardo aveva un babbo famoso, faceva il calciatore ed era da poco passato alla Juve, neanche troppo convinto.

Mi metteva soggezione perché lo “collezionavo” nelle figurine Panini e una sera alla radio avevo sentito che insieme ad altri dieci aveva vinto la Coppa Intercontinentale.

Molti anni dopo avrei conosciuto meglio quel babbo tra studi televisivi e negozi a Grassina, e la sua dolcezza, ammantata da una sevrità molto di facciata, mi avrebbe conquistato.

Giuliano Sarti è stato un portiere fantastico, avanti anni luce per i suoi tempi, ma vi assicuro che l’uomo valeva l’atleta.

E, credetemi, è qualcosa che non si può proprio dire per tutti.

 

« Pagina precedentePagina successiva »