Stefano Pioli a fine gara aveva una faccia tranquilla, andandosene via dalla sala stampa ha detto: “su ragazzi, non è mica successo nulla di irreparabile. Ci riprenderemo”.

Gli credo per stima, ottimismo viola e quell’affetto professionale nato nei suoi anni da calciatore.

Il tre a zero è più meno la differenza reale tra le nostre occasioni e le loro, soprattutto tra la nostra difesa (imbarazzante) e la loro, con la felice eccezione di Sportiello.

I vecchi sono stati i peggiori, con una battuta si potrebbe dire che abbiamo venduto quelli sbagliati, però i sopravvissuti alla rivoluzione ce li pagavano davvero poco…

Voto molto basso per Freitas, che a fine partita ci è venuto ad illuminare su come “la proprietà stia facendo sforzi importanti e quindi vada ringraziata”.

Ora, va bene essere aziendalisti, ma esiste anche la realtà oggettiva che racconta come da diverse stagioni la Fiorentina sia in regime di auto-finanziamento.

Se Freitas ci spiega quali siano questi sforzi importanti, lo ringrazio perché mi e ci regala una verità che il sottoscritto non riesce proprio a vedere.

Signori, si replica.

Chi vuole scommettere contro di me per gli eventuali (e augurabili) otto gol di Chiesa può iscriversi per la nuova sfida lanciata a Federico.

Le modalità sono quelle che ormai conoscete: se perdo merenda per tutti gli scommettitori insieme anche al bomber, se invece (e mi spiacerebbe) vinco fate una donazione alla Fondazione Borgonovo, con Chantal madrina di tutta l’iniziativa.

E un grazie particolare a Massimo Cremasco, un amico che mi sprona a non fermarmi mai: l’idea di fare una nuova scommessa con Chiesa è stata sua.

 

E’ una citazione che mi risuona dentro in mezzo ad una delle canzoni di Guccini minori e che pure amo di più in un fantastico 33 giri del 1978 che conteneva autentiche poesie.

E quattordici mesi fa passeggiavo con Cosimo su quelle strade, quattro giorni solo nostri a spiegargli le cose vivendo da turisti.

Chiaro che abbia pensato: e se fosse successo in uno di quei pomeriggi?

La Spagna per molte cose è più vicina all’Italia della Francia, noi come loro (gli spagnoli) ci riteniamo più aperti verso il mondo, quasi che la nostra disponibilità ad accogliere il prossimo sia una sorta di vaccino che ci preserva dalla follia dei terroristi.

Purtroppo non è così e non sono contromisure efficaci perché non riusciamo minimamente a comprendere cosa possa accadere nella testa di chi vive in un universo parallelo ed ostile al nostro: dobbiamo convivere con la paura, senza soccombere.

Dunque, compriamo.

E meno male: era l’ora, confermando ciò che mi era stato assicurato una cinquantina di giorni fa.

Se poi compriamo bene o male, la responsabilità è tutta di Corvino, che una squadra la sta comunque facendo, mi auguro con la fondamentale collaborazione di Pioli.

E ho sinceramente perso il conto di quanto c’è rimasto in cassa, un po’ come succede quando esco per le spese con i miei figli, anche se credo che Pantaleo sia molto, ma molto più oculato di me, che mi lascio andare un po’ troppo…

E’ più forte di me, proprio non ce la faccio più: ogni volta che gioca la Juve, tifo contro.

E non importa chi sia l’avversario, e la Lazio è tra le squadre più antipatiche d’Italia: conta lei, come avrebbe detto il grande Mario Ciuffi,

Ieri sera è stato divertente seguire la partita e a chi mi accusa di essere provinciale posso solo dire che ha perfettamente ragione, ma non ho alcuna intenzione di cambiare.

Ne conosco parecchi di indecisi: vado o non vado allo stadio?

Lo faccio o no l’abbonamento?

Ogni scelta è rispettabile, quello che fatico a capire, ma sarà una mia mancanza, è farne una questione di principio con i Della Valle.

La Fiorentina, e quindi la fiducia o la sfiducia per la squadra, dovrebbe venire prima di qualsiasi protagonista singolo, soprattutto se non allena o va in campo.

Altrimenti si ottiene l’effetto contrario e lo si fa diventare fin troppo importante.

Ci stiamo attrezzando, finalmente ci siamo mossi.

Manca ancora qualcosa di importante, ma almeno stiamo abbandonando l’idea di essere in caduta libera, l’ipotesi di svendita totale.

Non abbiamo purtroppo le coppe e quindi non è che ci serva una rosa troppo ampia, ma la qualità è fondamentale e per le nostre ambizioni gli acquisti di ieri mi sembrano veramente qualcosa di significativo.

Se poi rimane Kalinic (in alternativa molto più Simeone di Zapata), prendiamo un centrale forte e un centrocampista che faccia legna, beh, forse ci possiamo divertire.

 

Ho aspettato un giorno a scrivere perché volevo verificare le reazioni post vittoria in Germania

E’andata bene, nel senso che non ho ascoltato o letto frasi illusorie del tipo: “beh, tutto sommato non siamo così male”

Perché il problema oggi non è come siamo, ma quanti siamo, cioè non abbastanza per affrontare la stagione, almeno per immaginarevdi stare stabilmente a sinistra nella classifica

Continuo a sperare che Kalinic in qualche modo rimanga, il mal di pancia glielo potremmo far passare in diversi modi, ma uno come lui, ribadisco, noi sul mercato non ce lo possiamo permettere

Gli undicimila fedeli del verbo viola, che amano a prescindere, gradirebbero un segno della presenza divina

Ci vogliamo dare una mossa?

Il campionato di calcio per me è sempre stato come il capodanno, cioè l’inizio di qualcosa che bambino e poi da ragazzino aveva la magia del Natale, che in quanto ebreo non conoscevo nelle sue manifestazioni familiari

Tutto in quei giorni di settembre era possibile, anche che la Fiorentina vincesse lo scudetto e Speggiorin la classifica cannonieri

La cosa strana, a pensarci quasi mezzo secolo dopo, è che la mia insana passione per il giornalismo, nata più o meno in quinta elementare, e l’amore per la Fiorentina hanno viaggiato per almeno un decennio su binari paralleli, nel senso che mai ho pensato che raccontare i viola potesse diventare un lavoro

Volevo fare il giornalista e basta: datemi qualcosa su cui scrivere e sono contento

Poi, verso i diciotto anni, sono cominciate le stagioni della frenesia e anche della rabbia, perché per diversi anni ero come in una bolla di vetro, sospeso tra il mio registratorino da quattro soldi e la voglia di sgomitare in mezzo a decine di porte sbattute in faccia e sorrisi di circostanza ed è in quel momento che mi ha aiutato il carattere: non ho mollato e mi sono inventato un qualcosa che ancora adesso non saprei definire bene

Fermarsi ogni tanto, magari aiutati dal caldo feroce che impone un rallentamento di tutto, vuol dire guardarsi alle spalle e chiedersi quanto sarebbe stato contento il ragazzo che ero di sapere che, con fortuna e un po’ di costanza, da 35 anni racconto la Fiorentina, qualsiasi Fiorentina, non importa se fortissima o scarsa

Beh, sarebbe stato felice e incredulo e…avrebbe avuto assolutamente ragione

« Pagina precedentePagina successiva »