Agosto 2024


Se da otto decenni possiamo dire e scrivere quello che vogliamo è perché ottant’anni fa a Firenze, l’11 agosto 1944, ci siamo liberati di quel cancro chiamato fascismo, diventato con l’occupazione nazista metastasi dopo l’8 settembre del 43

Non dobbiamo relegare la democrazia a concetto astratto e pur senza farlo diventare un’ossessione, o un’arma dialettica da tirare fuori ogni volta che mancano argomenti non possiamo accettare in alcun modo il concetto di fascismo

Essere antifascista è un dovere di tutti, a cominciare proprio da che ha valori di destra come Patria, Famiglia, Merito, valori che meritano rispetto, ma che nulla hanno a che fare con ciò che il fascismo ha rappresentato per 23 anni in Italia e nella nostra città

E’ giusto celebrare la liberazione di Firenze, è giusto ricordare da dove veniamo, ringraziando almeno una volta l’anno chi è morto o è stato torturato per essere oggi uomini e donne liberi e libere

Trecento persone ad accogliere nell’inferno della calura fiorentina un portiere di 34 anni, fermo da una stagione e allora ci si pone delle domande

Perché sono sempre stato garantista, nel senso della tutela della proprietà privata, e poiché la Fiorentina è una normale Società per Azioni, chi detiene il pacchetto di maggioranza, e ha sborsato una valanga di soldi per acquistarlo, ha tutto il diritto di amministrare qualcosa di suo come meglio crede, spendendo o non spendendo e, se ci riesce, magari pure guadagnandoci, come accade ad alcuni scaltri presidenti

Una squadra di calcio però non è un’azienda come le altre, è qualcosa di unico, un’industria che vive essenzialmente sulle emozioni che sa rinverdire o suscitare nell’utilizzatore finale, che poi in questo caso sarebbe il milione abbondante di tifosi viola e di conseguenza i diciassettemila abbonati nell’anno della C2 o i trecento meravigliosi e sudatissimi ammiratori di De Gea

La Fiorentina non è dei tifosi, ma di Commisso, però solo i tifosi la tengono in vita, perché qui non si producono scarpe o generi alimentari, ma sensazioni, speranze, gioie e delusioni: senza di quelle finisce tutto

E bisogna essere molto, ma molto bravi per adeguarsi a questa giostra impazzita che si chiama calcio

Fino a qualche anno fa mi arrabbiavo, qualcuno l’ho pure denunciato e un po’ di soldi sono arrivati alle varie associazioni di volontariato, poi ad un certo punto me ne sono fregato e adesso ci rido sopra

Sto parlando dei coglioni da tastiera, non leoni, perché gli animali meritano rispetto, ma proprio coglioni, nel senso di mancanza della neuroni circolanti, qualcosa di esplosivo se abbinato alla frustrazione quotidiana

Cinque anni fa ero stato inserito in una ristretta lista di proscrizione da questi idioti perché avevo sempre mantenuto un atteggiamento equilibrato nei confronti dei Della Valle, secondo loro la prima cosa che Commisso avrebbe dovuto fare era escludermi da qualsiasi cosa riguardante la Fiorentina

In quei giorni tantissimi si erano messi a tappetino verso il nuovo arrivato, compresa gran parte della mia categoria che faceva a gara pur di avere da Rocco una benevola pacca sulla spalla, in redazione fremevano perché non facevo niente, aspettando incontri più istituzionali visto che dietro c’erano 40 anni di Pentasport

Oggi, molti degli adoratori di un tempo hanno cambiato idea su Commisso e tutti i coglioni da tastiera scrivono sui social (che continuo a non avere, ma mi riferiscono) cose infamanti sul mio conto perché secondo loro sarei schiavo della società, in molti poi tirano fuori la solita storia che con la Fiorentina ci campo

Bene, è venuto il momento di fare chiarezza: la mia società editrice fornisce un prodotto che comprende tra le altre cose la Fiorentina, che rimane il piatto forte, e che dà lavoro ad una quindicina di persone. Questo grazie certamente all’esistenza della squadra di calcio, ma il merito maggiore è racchiuso in ciò che produce, in termini di risultati di ascolto ed economici, visto che in Italia siamo l’unica realtà del genere a livello locale

Quanto a me, quarant’anni fa ho vinto un concorso per entrare in banca e da quindici sono il responsabile della rassegna stampa del più grande gruppo bancario italiano, quindi potrei vivere tranquillamente, certo con qualche agio in meno, anche senza la Fiorentina

Per quanto riguarda le critiche, credo che nella vita e nella nostra professione ci voglia equilibrio, è un principio che seguo dal 1978, quando ho cominciato a dire qualcosa alla radio: non mi piacciono i processi sommari e se leggete violanews.com troverete le molte cose che non mi tornano di questa strana estate viola, ma non sparo tanto per far sentire che urlo più forte degli altri, perché non l’ho mai fatto e sinceramente non ne ho bisogno

Lascio i coglioni da tastiera al loro povero destino, e a culo tutto il resto

Poi, magari, tra dieci giorni andiamo a Parma, vinciamo tre a zero con doppietta di Kean e per una settimana ci dimentichiamo di questa strana estate in cui a pochissimo dal via siamo largamente incompleti e con diversi nodi da sciogliere

Perché il calcio ha questo fascino insuperabile: tonnellate di chiacchiere (che a molti di noi hanno consentito di vivere parecchio bene), poi vai in campo e finalmente si gioca

Aggiungendo chiacchiera a chiacchiera, diciamo pure che la situazione è paradossale, perché siamo come immobilizzati da varie congiunture, per niente astrali e parecchio terrene

Commisso che anche giustamente non vuole subire i ricatti del sistema calcio, Nico che pare se ne voglia andare, ma Atalanta e Juve non cacciano i soldi ritenuti necessari per la dolorosa partenza, il giro dei portieri che non parte, quelli che stanno al Viola Park da separati in casa

Ognuno ha le sue ragioni, ma ad oggi a centrocampo giochiamo con Bianco e Mandragora centrali, dietro a loro nessuno, ecco, mi pare “leggermente” rischioso….

Cinque anni fa Federico Chiesa cominciò a fare le bizze negli Stati Uniti, la vecchia dirigenza gli aveva assicurato che sarebbe andato alla Juve, con cui era già d’accordo, ma Commisso non voleva partire a Firenze cedendo il “suo Baggio” e ci fu una mezza crisi nervosa

Dodici mesi più tardi la Fiorentina, che ancora si poteva permettere certi lussi, gli fece un’offerta mostruosa per un club che non lottava per lo scudetto: otto milioni lordi per cinque stagioni, per diventare il simbolo viola degli anni venti: Chiesa non rispose nemmeno e a ottobre passò alla Juve per tantissimi soldi, a lui e alla società

In quattro stagioni ha vinto addirittura due volte la Coppa Italia, e ora, dopo aver passato anni agitati con Allegri tra un infortunio e l’altro , è stato brutalmente scaricato da Motta

Forse, con lui in campo, la Fiorentina avrebbe fatto meglio a livello di successi della sua squadra dei desideri e Chiesa sarebbe diventato davvero un uomo simbolo per la città e per i suoi tifosi

Chissà se in queste settimane, nella sua “cameretta”, si starà ponendo la fatidica domanda: ne vale davvero la pena?

Accendo distrattamente la televisione sui canali olimpici e vedo una strana partita di basket, tre contro tre: avevo vagamente sentito parlare di questa strampalata disciplina (con tutto il rispetto per chi la pratica), ma mai avrei pensato che desse una medaglia d’ora, che alla fine, nella classifica per Nazioni vale quanto dei 100 metri o del salto in alto

Ormai c’è di tutto, mancano solo le freccette, le bocce, il flipper e il calciobalilla e sinceramente non se ne capisce il motivo, vista l’enorme massa di praticanti di queste nobili discipline

La cosa divertente è l’orgoglio che a fine corsa si rivendica per il numero di allori di ogni metallo portati a casa, confrontandoli con quelli delle precedenti edizioni, per forza le discipline, o sedicenti tali sono raddoppiate rispetto agli anni settanta e ottanta

Adoro mangiare i primi, ma se ogni giorno avessi sulla tavola carbonara, trenette al pesto, lasagne, boscaiola, tortellini panna prosciutto e funghi, risotto di mare, spaghetti alle vongole, alla fine anche i miei adorati piatti verrebbero a noia: non è che si sta esagerando?

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