Marzo 2021


Non ho capito perché si continui a parlare della salvezza della Fiorentina come se fosse un’impresa.

Non siamo a livello del Crotone o del Parma, e neanche a quello di Cagliari e Torino.

Possiamo gestire la classifica, basta non farsi prendere dal panico, cosa che invece mi pre stia un po’ accadendo.

Al di là dell’organico, che vale certamente più dei punti che abbiamo, ci sono squadre in difficoltà, come e più di noi.

Salvarci non è un’impresa, ma la naturale conclusine di questo triste campionato.

Ho conosciuto Cesare Prandelli nel febbraio 2005, mentre arbitrava a Orzinovi una partita di tennis del figlio, non troppo convinto delle decisioni a suo sfavore prese dal padre.

L’incipit della storia racconta tutto il resto: Cesare Prandelli è un uomo onesto, ricco di valori per me importanti, che sa fare molto bene il proprio mestiere di allenatore, ma in un mondo che non è più il suo.

Come tutti quelli che gli sono affezionati mi sono chiesto anch’io se per caso non avessi anch’io qualcosa da farmi perdonare per questo epilogo molto amaro, e pur essendo sempre molto severo con me stesso, stavolta mi sono assolto.

Sono stato onesto nei giudizi, spesso dispiaciuto per le insufficienze che gli ho dato sul Corriere Fiorentino, ma ho adottato con lui lo stesso metro usato, per dire, con Mihajlovic o Delio Rossi.

E in verità non mi pare che ci sia stato chissà quale accanimento mediatico nei suoi confronti, se così fosse stato Cesare lo avrebbe scritto o detto.

E’ un malessere interiore, penso, profondo e irreversibile: la delusione di vedere che non sei riuscito a dare quello che tu e gli altri si aspettavano, un sogno accarezzato dieci anni e poi dissolto per varie ragioni.

Un dolore che va rispettato e che, passato il tempo del dispiacere, ce lo renderà ancora più vicino a noi.

Meritavamo il pareggio? Sì

Siamo crollati inspiegabilmente negli ultimi venti minuti contro chi aveva speso moltissimo giovedì sera? Sì

Ecco, più che per le sostituzioni più o meno azzeccate credo che la gara giro proprio su questo interrogativo: perché avevano più dinamismo e più voglia di noi, che invece avremmo dovuto uscire alla distanza.

Il migliore? Eysseric, e quindi ha avuto ragione Prandelli e torto io, il fatto che non fossi il solo a sbagliarmi non cambia niente.

E adesso calma col caricare la partita di Genova l, che non sarà affatto decisiva, come non lo erano quello con lo Spezia e il Benevento.

Ci salveremo, lo ribadisco, e poi andranno analizzate queste sue prime stagioni di Commisso.

Serenamente e senza sconti.

Le mie due figlie lavorano nella scuola e nelle cooperative sociali e hanno dunque ricevuto la prima dose di vaccino Astrazeneca: ovviamente ho passato un paio di giorni difficili ad interrogarmi su cosa fosse giusto fare con la seconda fiala.

Col passare del tempo sono passato dalla pancia alla testa e mi sono convinto che bisogna fidarsi di quello che ci diranno domani: se danno l’ok alla somministrazione, bisogna tornare a mettersi in fila per vaccinarsi.

Non ci sono altre soluzioni, non ci sono scorciatoie, non sono previsti miracoli.

Chi può vaccinarsi, lo faccia, chissà quando toccherà a me, nel frattempo prudenza, attenzione e, speriamo, molta fortuna.

Via, almeno questa l’ho azzeccata.

Quando difendevo Vlahovic dalla crocifissione mediatica intravvedevo qualcosa che potrebbe davvero esplodere nel futuro prossimo venturo.

Sua maestà Batistuta a 21 anni era più o meno a questo livello, anche se non è affatto detto che possa fare anche solo la metà del più forte attaccante viola di tutti i tempi.

Abbiamo vinto meritatamente perché siamo più forti e lo abbiamo dimostrato, una volta tanto.

La stanchezza finale di Prandelli era per me sincera e non nascondeva nessun secondo fine, l’uomo è meglio ancora dell’allenatore e non ha alcun conto in sospeso con la Fiorentina.

Non ci rilassiamo, passiamo una domenica tranquilla. Insomma stiamo sereni, come avrebbe detto un noto tifoso viola ad uno del Milan più o meno sette anni fa.

Mi piace molto lo stile del nuovo Governo sul piano della comunicazione.

In attesa che faccia effetto la cura Draghi, certifichiamo l’uscita dei protagonisti dal girone narcisistico con annessa partecipazione televisiva e sui giornali quasi fosse un’occupazione militare.

Il Presidente del Consiglio lo conosciamo tutti, ma chi ha in mente il generale Figliuolo, l’uomo che sostituito Arcuri, il più presente e il più intervistato nel primo intervistato anno di pandemia?

Di lui sappiamo pochissimo, per esempio che è tifoso della Juve, ma si sa che nessuno è perfetto, e ci auguriamo impieghi il suo tempo per organizzarci meglio la vita piuttosto che scadenzare gli appuntamenti tra la D’Urso e Fazio.

E questo, credetemi, è già un bel passo avanti.

Questi siamo e questi rimaniamo fino al termine del campionato.

Giusta la protesta dei tifosi di sabato pomeriggio, anche se avrei usato altri termini nello striscione, ma la parte più calda del tifo, e non solo quella, non ne può più di certi spettacoli ed se è stata fin troppo buona in questi mesi di stenti.

Non credo che abbia condizionato nessuno, ma purtroppo non ha neanche solleticato l’orgoglio di giocatori spenti, dentro e fuori.

Torniamo al titolo: come li aiutiamo a non farmi perdere la faccia rimanendo almeno in serie A?

Comincerei con una campagna distensiva nell’ambiente, sotterrando l’ascia di guerra e chiedendo un aiuto mediatico a chi ha i mezzi per sostenere su giornali, radio e televisioni la nostra amata Fiorentina: potrebbe servire anche in futuro.

Andrei poi a scavare nella testa di questi giovanotti per capire cosa gli frulla davvero nel cervello, li guarderei nelle palle degli occhi e butterei in campo solo quelli in grado di dare qualcosa in più rispetto al mosciume delle ultime gare.

Meglio Eysseric di Amrabat, tanto per essere chiari, se il marocchino continua a giocare come se ci stesse facendo un favore.

Sull’eventuale cambio del tecnico ho qualche perplessità, ma nessuna idea precisa: decida Commisso secondo il proprio istinto e intanto prepariamoci ad un’altra settimana di passione.

Quando in acqua sei in difficoltà, il primo consiglio che ti danno è quello di mantenere la lucidità giusta per fare poche cose, ma bene.

In questo modo dobbiamo vivere il momento veramente triste che riguarda la Fiorentina e che pare il corollario della nostra difficile esistenza quotidiana.

Infamatemi pure, ma sono sempre convinto che ci salveremo, a patto di non fare processi ora e di evitare il tutti contro tutti, che servirebbe solo a sfogare le nostre più che legittime frustrazioni, ma ci farebbe entrare in una dimensione ancora più caotica.

Non abbiamo giocato male ieri sera, se rapportiamo il volume di gioco e le occasioni alle precedenti soporifere esibizioni, e questa è certamente una circostanza ancora più preoccupante per il futuro.

Ci vuole fermezza e grinta, senza tremori: chi tra i giocatori non ce l’ha, chiunque sia l’uomo seduto in panchina, è bene che non scenda in campo domenica pomeriggio.