Gennaio 2017


Spero che la Fiorentina stia meglio di me: mi sento una specie di Benalouene, con il vantaggio di non dover giocare in serie A, ma senza il suo stipendio.

Sono ancora in una fase intermedia, non andrò a Pescara e stasera condurrò “Viola d’amore” da una posizione… diversa.

Lo sapevo già da molto tempo e ne ho avuta l’ennesima dimostrazione: la salute è davvero quasi tutto.

Non mi era mai capitato un periodo così lungo di difficoltà e alla fine sei un po’ logorato, risenti umoralmente della tregua o della guerra che misteriosamente la tua schiena e la tua gamba hanno deciso di ingaggiare contro il legittimo padrone.

Vediamo quando arriviamo alla pace definitiva….

16 tiri in porta: tre gol e una traversa.

4 tiri in porta: 3 gol, non si può pareggiare una partita del genere, davvero non si può.

Abbiamo una difesa da brividi, divertente per gli avversari e l’esordio di Sportiello è stato mediocre.

La rincorsa all’Europa diventa maledettamente complicata, ci possiamo solo godere Chiesa, impressionante per continuità ed efficacia.

Ci girano enormemente le scatole, ma usciamo dalla logica del risultato non possiamo parlare di passo indietro perché la Fiorentina ha giocato una buona partita, a tratti pure con generosità.

Ma come scrivevo ieri, in questo gioco conta vincere, non solo partecipare.

E’ l’ultima possibilità per riagganciare il treno europeo: sei punti tra Genoa e Pescara e torniamo in corsa.

Poi le cose cominceranno a farsi complicate per via del Borussia, è adesso che va sfruttata l’occasione.

Non mi è piaciuto il dopo Napoli: troppa soddisfazione per la prestazione, poca rabbia per l’eliminazione.

Bisogna essere più “cattivi”, non accontentarsi mai, figuriamoci dopo una sconfitta.

Spiace dirlo,  ma dobbiamo imparare dalla Juve, dai calci nel sedere esageratamente minacciati da Allegri dopo la sconfitta (ai rigori) in Supercoppa, dopo che per due anni in Italia avevano vinto tutto.

In questo gioco, partecipare non basta.

Non bisognerebbe mai affezionarsi troppo ad un giocatore e se uno ha superato, si fa per dire, l’addio di Antognoni, Baggio e Batistuta, figurarsi se può farsi dei problemi con gli altri, nel caso specifico Gonzalo Rodríguez, per me addirittura superiore fino al termine della scorsa stagione al gemello Borja Valero.

Un ottimo difensore, che sa impostare e che ha segnato dei gol importanti, tantissimi se rapportati alla sterilità dei compagni di reparto.

Un ragazzo che si è sempre fatto trovare pronto fuori dal campo, che si è speso senza problemi quando gli è stato chiesto di dare una mano, che ha sposato una fiorentina e che credo voglia davvero bene a questa maglia e a questa città.

Per inciso sarebbe pure il capitano, l’unico, tanto per dire,  che sul 3 a 0 per la Juve in Coppa Italia nell’aprile 2015 continuava a giocare mettendoci la cattiveria giusta.

Possibile che non ci sia un modo per provare a tenerlo almeno un’altra stagione, pur vedendo il sensibile calo di questi ultimi mesi?

E’ proprio scritto che si debba chiudere così?

Spiace prendersela con un giocatore serio, che dà sempre tutto, ma quanti punti abbiamo perso nel corso delle stagioni per Tomovic?

Col senno di poi era meglio De Maio, col senno di poi…

Ce la siamo giocata (quasi) alla pari, senza in pratica Kalinic e con Bernardeschi sempre chiuso.

Non ho capito la scelta di Cristoforo al posto di Borja Valero, forse Sousa sperava in una maggiore freschezza che invece non c’è stata.

Dispiace molto uscire così, senza aver demeritato e con la conferma di Chiesa: questo ragazzo non sbaglia una partita dalla ripresa del campionato

Sono favoriti e giocano in casa, quindi non abbiamo il peso del pronostico.

Come entusiasmo siamo alla pari, in attacco sono più forti loro, ma noi abbiamo Kalinic, che nella scorsa stagione si inventò un gol da favola.

A centrocampo invece ce la giochiamo ed io confido molto in una grande prestazione di Badelj, che da agosto ad oggi avrà giocato al suo livello non più di cinque partite.

E’  una grande sfida, che vale Juve-Milan di domani e già questo dovrebbe essere motivo di orgoglio, ma se andiamo in semifinale abbiamo veramente svoltato in positivo in una stagione che sembrava solo amara.

 

Mi sono emozionato nel vedere l’esultanza di Chiesa, il momento più bello di un pomeriggio che ci ha riportato in piena corsa europea.

Lo ricordo bambino, quando nel 2001 accompagnò il babbo a Canale Dieci insieme alla Coppa Italia.

Come tutti i quattrenni fece un casino notevole e non fu facile “bloccarlo” durante la diretta, esattamente come ora lo tengono malissimo i difensori avversari.

Partita da grande squadra, con la conferma di Sanchez e la prodezza di Tello: Sousa sta guadagnando posizioni, in tutti i sensi.

La grande scelta di Kalinic (io lo capisco, ma davvero non ci credevo…) è stata un ottimo modo di preparare la gara, ha dato compattezza e fiducia a tutti.

E adesso senza paura a Napoli, dove purtroppo ancora non ci sarò, ma se porta bene così…

Continua la mia personale battaglia con questa schiena che da oltre una settimana mi sta facendo diventare matto e quindi domani non sarò a Verona.

Ho quindi un bel po’ di tempo per riflettere e guardare le immagini che arrivano dalle zone terremotate e oltraggiate della nostra meravigliosa Italia.

La riflessione mi induce a relativizzare i miei piccoli guai personali, perché veramente (e questo l’ho sempre pensato) c’è gente che sta molto, ma molto peggio di me, che continuo a ritenermi molto fortunato nonostante i diversi giorni all’ingiù che uno può passare.

C’è l’ammirazione per come queste persone flagellate dalla morte e dalla paura stanno affrontando questa che è un’autentica catastrofe, ancora più devastante sul piano psicologico, perché si può ricostruire una casa, ma dalla paura ci si riprende malissimo.

Ascolti le interviste, guardi i volti di chi sta là e ti chiedi: ma io riuscirei ad essere così?

E ancora: cosa potrei fare per aiutare chi sento molto vicino a me in questo momento?

Poco, se non qualcosa di materiale e certamente non basta, ma alla fine è meglio che niente.

 

Esiste poi un’altra emergenza, grave, e riguarda gli animali delle zone terremotate

Chi li ha in casa può capire lo straziante disagio di cani, gatti e di chi in questo momento è ancora più indifeso degli altri

Monica Senso, una volontaria fiorentina, sta raccogliendo le adesioni di chi vuole dare una mano per dare stallo o adozione ai cani, il suo numero di cellulare è 331 3121217

E chiunque può fare qualcosa, lo faccia, grazie

La Fiorentina sta certamente meglio di me: sto cominciando a perdere la pazienza proprio per via della mia poca abitudine a stare male, però qui mi sembra di essere tornato a tre anni fa con i calcoli.

Vediamo come andrà a finire e cosa dovrò cambiare delle mie abitudini, l’aspetto migliore della situazione è che sono super coccolato come mai mi era capitato di essere nella vita, ma se stessi meglio sarei più contento.

Seguo con preoccupato interesse cosa succede intorno a Kalinic e non capisco il tanto agitarsi, o meglio faccio finta di non capire…

Esiste una clausola di 50 milioni, fissata d’accordo col giocatore e quello è l’inizio e la fine della storia: per meno il giocatore non si vende, mi sembra normale, è una questione di serietà e credibilità verso tutti.

E se farà le bizze, ma non mi sembra il tipo, gli si chiede che storni un po’ dell’ingaggio che eventualmente prenderebbe verso il pagamento del cartellino per arrivare alla fatidica cifra.

Niente 50 milioni, niente Kalinic.

Semplicemente meravigliosi, una delle più belle vittorie della storia contro la Juventus, migliore al di là dell’emozioni per il rovesciamento del risultato, del 4 a 2 del 2013.

Perché lì ci salvò Neto sul 2 a 0 per loro, mentre qui per un’ora non l’hanno proprio vista: un successo in tutti i sensi, compreso e soprattutto il gioco.

E nella serata in cui la stella più lucente, Bernardeschi, non ha brillato, anche se poi è stato fondamentale nel gol dello straordinario Kalinic.

Vogliamo dire bravo a Sousa, per come l’ha preparata e gestita?

Personalmente me la sono goduta e me la sono persa allo stesso tempo, poi alla fine ho pensato che è stata una serata a suo modo storica per tutti e che Giovanni, come tutti i ragazzi del Pentasport, se la sono meritata: il tempo passa e bisogna avere l’intelligenza per capirlo…in tempo.

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