Giugno 2015


Un po’ per forza e un po’ per passione forse la storia tra Montella e la Fiorentina si può riaprire.
Se avverrà, spero che accada come in quegli amori quando una crisi profonda dà alla coppia la forza per ripartire su basi nuove ancora più solide, dando così un senso alla loro reciproca sofferenza.
Alla fine è un regalo: si capisce meglio l’altra persona, ci si stacca finalmente dal proprio egoismo e tutti stanno meglio, soprattutto i figli, che in questo caso sarebbero i tifosi.
Se invece dovesse essere una cosa stiracchiata, una decisione presa per mancanza di alternative (non ci sono soluzioni migliori per la panchina viola, il Napoli ed il Milan hanno preso altre strade), allora cominceremmo la nuova stagione con il piede sbagliato.
In questo caso comunque mi fido di Montella e Andrea Della Valle, non mi sembrano proprio uomini da compromesso, però decidetevi in tempi rapidi perché ci sarebbe pure da impostare la squadra per il 2015/2016.

Quarto posto, due semifinali di coppa, un mese entusiasmante: davvero si poteva chiedere di più a questa stagione, cominciata con tutte le negatività possibili, a partire dall’ennesimo infortunio di Rossi?
Finiamo in gloria, con un grande piazzamento che dà un senso più compiuto al ciclo Montella: non è lo scudetto di corviniana memoria, ma una grande soddisfazione quella sì.
Ci siamo divertiti ed arrabbiati, come poi in fondo è nella logica del calcio, cioè suscitare emozioni, adesso aspettiamo con pessimismo (il mio) l’evolversi della dialettica tecnico-società.
A volte penso che tra loro sia mancata più la forma che la sostanza, cioè che non siano piaciuti gli atteggiamenti della controparte e questo ha generato un malcontento che è poi diventato il problema che abbiamo oggi davanti.
E quelle sono questioni che si possono tranquillamente risolvere se esiste la buona volontà.

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