Dicono che Vincenzino abbia qualche mal di pancia nel pensare al suo futuro sulla panchina viola, al di là del contratto in scadenza nel 2017.
Sarà.
Io ci posso anche credere, però mi chiedo in quale panchina più ambiziosa possa pensare di andare a sedersi, se mai si escludono le ragioni del cuore che lo porterebbero a Napoli, dove sarebbe accolto da re (all’inizio), ma dove troverebbe pure De Laurentiis, che non è proprio Andrea Della Valle.
A Roma, sponda giallorossa, per una serie di motivi che comprendono pure lo sgarbo del 2012, provvidenziale per noi.
Inter?
Scambiereste Thoir con i Della Valle?
Milan?
Possono i rossoneri che pagano già Seedorf e Inzaghi pagare 5 milioni di euro di penale per portarsi a casa Montella, a cui dovrebbero dare come minimi altri 5 milioni lordi a stagione? Mi pare altamente improbabile.
La Juve direi proprio di no, la Lazio (Lotito??) idem, cosa resta alla fine?
Mi sa tanto che sono mal di pancia destinati ad esaurirsi in fretta.
Marzo 2015
I mal di pancia di Montella
La scelta
Scusate il ritardo, ma ho staccato un po’ la spina.
La settimana che comincerà lunedì porterà ad una scelta definitiva per il finale di stagione su chi difenderà i pali viola.
Neto o Tatarusanu?
Lo avevo già fatto capire, io sarei per il brasiliano per il semplice fatto che siano meritoriamente ancora in corsa su tre fronti e ci sarà pure stato un motivo se Neto prima di non rinnovare era il titolare.
Decisione non semplice sul piano psicologico e ancora più difficile da spiegare a Tatarusanu, se toccherà a lui andare in panchina.
Ma bisogna fare di necessità virtù e quindi mandare in campo il più forte, vedremo cosa deciderà Montella.
Piano con Pepito
Lo scrivo ora che le cose vanno splendidamente. evitiamo di forzare i tempi di recupero di Rossi.
Leggo e sento che dopo Pasqua si comincerà a pensare seriamente a riportarlo in campo e ne sarei felicissimo, però al tempo stesso non vedo cosa cambi tra averlo a disposizione quindici giorni prima o quindici giorni dopo.
Di più: darei per persa questa stagione per evitare di alimentare aspettative eccessive non bissando così il grande errore del 2014 quando secondo me vennero forzati i tempi.
Il ragazzo è d’oro ed il giocatore straordinario, ma ci sarà purtroppo un motivo se lo abbiamo avuto a disposizione cinque mesi su venti, o no?
So che non è popolare quello che ho appena scritto, ma come sempre preferisco l’amara verità ad una pietosa bugia.
Non si possono vincere tutte
Prima di tutto scusate il ritardo.
E poi una considerazione, leggendo e ascoltando commenti: non è che si debbano vincere tutte.
Ci piacerebbe, ma non siamo il Bayern o il Real e quindi a Udine ci può anche stare di pareggiare una partita che poteva finire in tutti i modi.
Avevo scritto che sarebbe stata una partita in cui dovevano venire fuorii singoli, pensavo a Babacar ed invece è venuto fuori Gomez.
Una doppietta d’autore, una rabbia post partita per il mancato successo che lascia ben sperare per il futuro.
Abbiamo avuto amnesie difensive censurabili e non è la prima volta, ma siamo ancora in corsa per il terzo posto con un calendario più che abbordabile nel finale di campionato.
Insomma, possiamo staccare la spina per qualche giorno molto soddisfatti.
Ci vorrà testa
Non facile domani sera contro l’Udinese, un test importante per misurare ancora una volta la maturità di questa squadra che ci ha fatto sognare.
Saremo scarichi più mentalmente che fisicamente, magari è la partita giusta per l’acuto di un singolo e sto pensando a Babacar che manca da un po’ di tempo all’appello, pur essendo più che dignitoso a Roma.
Il secondo posto non è lontanissimo ed in giro c’è una gran paura di questa Fiorentina, una delle formazioni più in forma d’Europa, come sanno bene pure dalle parti di Kiev.
Ci sarà il solito ampio ricambio di uomini, senza che nessuno gridi allo scandalo.
E ci sarà un ricambio anche in radiocronaca: domani sera tocca all’inedita coppia Sardelli-Sestini, che però a Udine ha già vinto in Coppa Italia (e qui tocchiamo tutti ferro).
Per questa volta marco visita e non credo che sentirete troppo la mia assenza perché la squadra del Pentasport e davvero fortissima e pronta ad affrontare nuove sfide nei prossimi anni che saranno, ve lo assicuro, divertenti per voi e molto stimolanti per noi.
P.S. Ragazzi, grazie dell’affetto, tutto a posto, facciamo però crescere Sardelli..
E credo (e spero) che mi dobbiate ascoltare ancora a lungo in radiocronaca…
Fantastici
Questo è un orgasmo gigliato prolungato, qualcosa a cui sinceramente non eravamo abituati.
Questo gruppo, da ADV ai magazzinieri, sta regalandoci emozioni incredibili, sensazioni che in 37 anni di frequentazioni professionali non avevo mai vissuto.
Ieri li abbiamo ridicolizzati: noi c’eravamo con la testa e con le gambe, loro erano chissà dove, ma chi se ne importa di dove fossero.
Poteva tranquillamente finire cinque a zero e non ci sarebbe stato niente da dire.
E il bello è che non c’è stato un singolo ad emergere, come accadde per esempio in Coppa Italia con Gomez, ma è uscito fuori il collettivo.
Ad aprile siamo in corsa per tre obiettivi, ditemi voi quando mai è accaduto, e abbiamo sbancato due volte l’Olimpico e poi ancora lo Juventus Stadium e per finire San Siro sponda interista.
Io voglio alzare una Coppa, ma comunque vada a finire, una sola parola: grazie.
Grande Fabrizio
Vabbeh, non è molto professionale, ma accidenti al meglio e poi si sta parlando di calcio, mica di medicina.
Accade che Fabrizio Failla esploda su Radio Rai ai gol viola contro il Milan e venga offeso pesantemente dal collega Giuseppe Bisantis, perché effettivamente aveva un po’ disturbato durante la radiocronaca.
Conosco superficialmente Bisantis, che è persona mite e mi è difficile immaginarlo sbraitare in diretta: “hai rotto il ca…”, però c’è la registrazione.
Conosco invece meglio Fabrizio, un tifoso viola a 360 gradi, che spesso azzecca il futuro marcatore della Fiorentina in un pronostico quasi da curvaiolo.
In un mondo romanocentrico come quello della Rai, o al massimo milanesizzato quando le grandi del nord vanno bene, un ruggito viola in chiave nazionale non può che scaldare chi ama la Fiorentina.
E per una volta al diavolo la deontologia e l’etica professionale.
P.S. E comunque è sempre meglio ascoltare la radiocronaca su Radio Blu…
Un grande gruppo
Avrei voluto titolare “Un grande allenatore”, ma mi sembrava un po’ limitativo, perché in questo splendido post Milan non c’è solo la bravura di Montella, che è comunque qualcosa di fondamentale.
Questa è una squadra che ha dentro una forza che difficilmente ho visto in altre edizioni di Fiorentina, anche più attrezzate tecnicamente.
Vedi per esempio i bellissimi anni di Prandelli e Corvino: arrivavano i risultati e pure giocatori fortissimi, però non avevi l’impressione di compattezza che invece ti regala questo gruppo.
Solo così si possono vincere partite come quella di ieri, godendo senza ritegno per come è finita, quasi fossimo di nuovo a Torino o a Milano.
Verrebbe voglia di giocarla stasera la partita contro la Roma, di non perdere il momento magico e invece tra due giorni sarà tutto molto difficile, però stavolta sono loro ad aver paura di noi e non viceversa.
Mica male contro la grande Roma che avrebbe dovuto contendere lo scudetto alla Juve.
Ah, mi ero dimenticato del Milan?
Che partita ha visto Inzaghi per dire che avrebbero meritato la vittoria?
Mistero della fede (calcistica)…
Più Gila che Baba
Sono entrambi in condizioni fisiche non ottimali e quindi converrà agire secondo convenienza.
Poiché Gila giovedì è out, mi pare normale che domani sera tocchi ad Alberto, per la sua prima da titolare dopo il ritorno a Firenze.
Chi si aspettava una riedizione del miracolo Toni, ma io non ero tra questi, è rimasto deluso: sembra che al Gila manchi qualcosa, che davvero finora non abbia più la luce dentro.
Insomma, sembra che accetti senza troppi sussulti l’inevitabile declino atletico imposto dagli anni.
Siamo maledettamente sfortunati con gli attaccanti e alla fine bisognerà pur tirare un bilancio sui due anni di Gomez, stagioni di qualche soddisfazione e di tanti, troppi stenti.
Non vinciamo col Milan da quasi dieci anni, pur essendo stati spesso superiori, in questo campionato sembrano l’armata Brancaleone, ma proprio per questo mi fanno paura: sono troppo brutti per essere veri.
Ce la giochiamo all’Olimpico
Sono il primo a fare un esercizio di forzatura su me stesso per eliminare il pesante fastidio di un pareggio assolutamente evitabile.
E però: la Roma non ha affatto dimostrato di esserci superiore, come invece in teoria avrebbe dovuto essere per le posizioni in campionato.
Noi abbiamo giocato da squadra per almeno un’ora e poi siamo calati, nonostante la scarica di adrenalina post prodezza di Neto.
Loro andavano per folate, quasi con la memoria della grande squadra che la Roma è stata nella scorsa stagione.
Ce la giochiamo tranquillamente a Roma, anche se dispiace andarci sotto, ma non è la prima volta che ribaltiamo un pronostico negativo.
E Neto ed Ilicic i migliori in campo sono la dimostrazione che nel calcio ci può stare veramente di tutto.