Settembre 2014


Qui bisogna che si mettano d’accordo: siamo da terzo o da sesto posto?
ADV dice una cosa, Montella ribatte con una battuta che proprio battuta non sembra.
Anzi, pare convinto che raggiungere l’ultima posizione utile per l’Europa sia un traguardo eccellente, il massimo per la Fiorentina.
Capisco l’uno e capisco l’altro: la società ha speso molto, ma forse non ha speso come e quanto credeva e sperava l’allenatore.
Tutto alla fine gira sempre su Pepito: con lui in campo anche Montella si avvicinerebbe molto al suo presidente, così invece la Champions è obiettivamente un traguardo al limite dell’impossibile.
Personalmente mi astengo da ogni previsione, avevo immaginato (e ci sono le prove) una stagione non facile per una serie di motivi che sullo sfondo avevamo purtroppo anche la condizione fisica di quelli più bravi.
Ora però è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche, perché tra terzo e sesto posto domenica pomeriggio, se non vinciamo, ci troviamo nelle zone bassissime della classifica.

Non siamo la solita Fiorentina brillante, ma meritavamo di vincere.
Dateci due attaccanti importanti, anche uno, perché Babacar alla fine la sua parte l’ha fatta e non saremmo qui a leccarci le ferite pensando alla misera classifica che ci accompagnerà fino a domenica prossima.
Il problema adesso è Mario Gomez, non può essere quello vero e fatico a comprendere il perché di una condizione che è al limite dell’imbarazzante.
Ho contato almeno cinque occasioni da gol contro una del Genoa, ai punti non ci sarebbe stata storia, ma in questo giochino conta metterla dentro e se non lo fai dopo piangi.
Stiamo uniti e tranquilli, anche se ci girano vorticosamente e comunque Perin è veramente un ottimo portiere.

Scusate, mi sbaglio o avevamo preso un difensore argentino che per poco non gioca la finale degli ultimi Mondiali?
Che fine ha fatto?
Non mi pare che sia infortunato, eppure nessuno lo mette tra i possibili titolari di domenica pomeriggio.
Può essere che mi sia distratto, ma è come se fosse scomparso senza una plausibile spiegazione dal radar dell’universo viola, come se fosse un giocatorino qualsiasi e non un difensore che, tanto per dire, è stato preferito a Gonzalo per la spedizione brasiliana.
E’ uno di quei misteri anche mediatici su cui ogni tanto vale la pena di riflettere, in attesa, speriamo, di vederlo in campo per capire quanto sia bravo.

Tira una brutta aria tra Aquilani e la Fiorentina, un silenzio pieno di cattivi pensieri che non promettono nulla di buono.
E’ chiaro a questo punto che non esiste la volontà di proseguire il rapporto e non può essere solo una questione di soldi e se lo fosse sarebbe davvero molto triste.
Se la Fiorentina crede in Aquilani (ed io ci crederei), dovrebbe proporre un biennale, perché il giocatore ha “solo” 30 anni.
Così come se Aquilani davvero vuole restare, dovrebbe rinunciare a qualcosa anche di significativo sullo stipendio, che è attualmente tra i più alti della rosa.
Magari non avrà mantenuto le speranze di inizio carriera, ma esistono in Italia e nel calcio italiano molti centrocampisti più forti di lui?
Tra l’altro non ha più avuto grossi problemi di salute, il suo impiego è stato continuo e forse mancano all’attivo un po’ di gol, forse a causa dell’arretramento della posizione e di una interpretazione molto più “virile” della gara.
Se Aquilani non rinnova, secondo me, ci perdono in due: lui e la Fiorentina.

E puntiamoci su Babacar titolare!
Proviamo a dargli cinque, sei partite tranquille, senza l’ossessione dell’esame e vediamo come va a finire.
Lo scrivo senza conoscere bene Bernardeschi, che però evidentemente nelle gerarchie di Montella arriva dopo.
E comunque questi due giovani vanno lanciati: li abbiamo in casa, sono bravi e non mi pare che in vista ci siano spareggi per la salvezza per cui non si possa rischiare qualcosa.
Mettiamoci alla finestra con una certa serenità d’animo e non con in mano la matita rossa per segnalare il minimo errore, perché i giovani possono sbagliare, a patto che capiscano i loro errori e forse Babacar, grazie a Novellino, è cresciuto di testa allontanando il fantasma di Balotelli.
L’avvertimento è anche un promemoria per il sottoscritto, sempre così stretto nei giudizi e così poco indulgente con chi indossa la maglia viola.

Propongo una moratoria mediatica su Pepito, sperando di potermi attenere il più possibile al mio desiderio.
Leggo e sento di tutto, ma non ho ancora ascoltato la sua voce e neanche avuto notizia di un suo tweet, cosa che preoccupa parecchio vista la predisposizione ai social network del ragazzo, il migliore del gruppo anche in questo.
Hanno, abbiamo parlato in tanti, ognuno di noi con la propria previsione e l’analisi personale del recente passato di Rossi.
Adesso, stop.
Basta speculazioni sui tempi di recupero, sulla carriera, sulla Nazionale, su tutto.
Aspettiamo le sue parole e poi notizie più o meno certe.

Era nell’aria, ma fa male lo stesso: fuori per cinque mesi, che è molto peggio dello scorso campionato.
Temo si debba realisticamente parlare di carriera a rischio, qui ci vuole veramente un miracolo per vedere tornare a giocare Pepito con una certa continuità.
Per una volta il pensiero non va alla Fiorentina, che certamente esce molto indebolita dall’esito del responso americano, ma al ragazzo, ormai uomo.
Una sfortuna colossale, che lui non merita in alcun modo: nel penoso panorama del calcio italiano Pepito è una persona quasi inimmaginabile nella sua modestia, cortesia e disponibilità.
Non so chi gli darà la forza per tornare a soffrire, ma so che lo farà ancora una volta mettendo dentro tutto se stesso.
Noi non possiamo che osservarlo e ammirarlo da lontano, con un magone grosso così.

Leggo sul resoconto di gazzetta.it della “disastrosa prova di Mario Gomez”, che contro l’Argentina si sarebbe mangiato tre gol.
Non ho visto la partita e sarà andata senz’altro così, ma non sono per niente allarmato.
Partiamo dal presupposto che la Germania Campione del Mondo non deve alcun favore a Gomez e quindi, se lo ha rimesso titolare, evidentemente si deve fidare molto delle sue qualità.
Ecco, fidiamoci anche noi, perché intanto Supermario è arrivato tre volte vicino a far gol e questo vuol dire che la condizione atletica sta migliorando.
E poi c’è il passato che parla: Gomez i gol li ha sempre fatti, per quale misteriosa congiunzione astrale dovrebbe aver smesso proprio ora nel pieno della carriera, perché a 29 anni si è pieno della carriera?
Stiamo tranquilli e piuttosto preoccupiamoci di fargli avere un po’ di palloni giocabili.

Per noi intendo la parte maschile dell’universo e mi riferisco solo agli umani, che comunque già faccio fatica a conoscere e spesso a comprendere.
Stavolta per fortuna la notizia non è cruenta, potrebbe perfino far sorridere e invece dovrebbe far indignare se solo pensassimo di essere al posto della ragazza che si è vista piombare addosso 20.000 sms in 8 mesi dall’ex fidanzato lasciato per gelosia o per quello che le sembrava più giusto fare.
Più la clonazione della chiave del condominio per infilare nella cassetta della lettere missive d’amore, più appostamenti, più tutte le altre cose che una mente malata può fare in queste situazioni.
E’ andata bene perché lo hanno arrestato prima che ci fosse un’altra Lucia Annibali.
Lui adesso dirà che era solo innamorato e a qualcuno parrà pure una giustificazione plausibile mentre invece non c’è proprio niente di giustificabile.
Il problema di fondo sono le emozioni e i sentimenti che nella maggior parte dei casi noi uomini maneggiamo più o meno allo stesso modo di come io potrei operare sul motore di una macchina, cioè malissimo.
Non so bene cosa sia successo nei milioni di anni che hanno preceduto il mio ed il vostro arrivo sulla terra, ma conosco bene l’imprinting che ha accompagnato da sempre il genere maschile: “devi essere forte, nascondere la tua debolezza, devi essere un vincente, sempre”.
Le conseguenze sono quelle del sotterramento delle emozioni e a seguire dell’affermazione di una doppia morale a cui mi sono sempre ribellato, ben prima (questo lo voglio dire con orgoglio) di avere delle figlie femmine.
Una doppia morale che ci porta a desiderare ed essere affascinati da donne intelligenti e libere, anche nella loro sessualità, ma che ci vanno bene fino a quando non diventano le “nostre” donne.
E’ divertente sentire una nostra amica fare apprezzamenti su un uomo, ma se lo fa nostra moglie ci piace già molto meno, mentre invece noi ci sentiamo autorizzati a dire più o meno tutto, battute grevi comprese, perché “tanto si sa, il maschio è cacciatore”.
Il concetto di “nostro” in tantissime situazione non è mai purtroppo il prologo del “noi”, cioè del tentativo di armonizzare insieme due vite attraverso i sentimenti che uomini e donne provano ognuno nella propria specificità.
No, il “nostro” diventa una forma di possesso, a volte veramente patologico, una deriva della vita a cui per troppo tempo le donne hanno detto sì per paura, vergogna e disperazione.
L’amore è un’altra cosa, ognuno ha la propria declinazione e ognuna è giusta a patto che comprenda il rispetto reciproco, ma certamente non si esprime con 20.000 sms in otto mesi.

Bisogna essere onesti e sinceri: non conosco bene neanche un giocatore tra quelli presi dalla Fiorentina e per conoscere intendo averli in mente in campo, non averne sentito parlare.
E’ una mia mancanza, perché ho troppo poco tempo per seguire l’altro calcio, quello che va oltre i confini nazionali, ma non credo di essere il solo a sapere poco dei nuovi acquisti viola.
Poco male, l’importante è che li conosca Montella, che sapesse del loro arrivo e che quindi si sia preparato ad integrarli nel gruppo.
Vista da fuori, a me pare che sul piano della qualità sia cambiato poco, nel senso che i titolari in teoria dovrebbero rimanere gli stessi e che comunque ci vorrà il tempo necessario per fare ambientare i nuovi arrivati.
Siamo però migliorati nelle alternative (ne abbiamo perfino una a Pizarro!) e soprattutto è stato dimostrato che la società ha voluto investire, andando parecchio sotto nel bilancio tra uscite ed entrate perché non dobbiamo scordare che l’acquisto più importante e oneroso noi l’abbiamo fatto a maggio, spendendo 15 milioni per la metà di Cuadrado.

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