Siamo rimasti in pochi a credere alla buonafede di Prandelli: per me non aveva alcun contatto con i turchi prima del Mondiale, non avrebbe avuto senso, per lui e per loro.
Ribadisco il concetto dell’accanimento eccesivo nei suoi confronti, siamo passati dalla santificazione alla lapidazione a mezzo stampa con in mezzo un Mondiale fallito ad ogni livello: tecnico, fisico e mediatico.
Quello che per me resta inspiegabile è il silenzio dopo la sconfitta contro l’Uruguay, specialmente alla luce delle dichiarazioni al vetriolo di Buffon, De Rossi, Cassano, le improvvide uscite di Balotelli e tutto il casino che sembrava regnare sovrano nello spogliatoio azzurro.
Qui Cesare sbaglia perché avalla con il suo silenzio ormai troppo lungo la sensazione che l’allenatore non esistesse, che mancasse l’autorità, quella forza che solo lui avrebbe dovuto dare.
Sono curioso di ascoltare cosa dirà domani dalla Turchia.
Luglio 2014
L’errore di Prandelli
Sì, però noi meritiamo di più…
Ieri pomeriggio nel vedere Basanta che giocava un quarto di finale mondiale da protagonista e vincitore ho pensato al nostro inestinguibile provincialismo.
La maggioranza del popolo viola ha storto il naso quando ha cominciato a circolare il suo nome: ma chi è?
E’ troppo vecchio, che ce ne facciamo?
Come se noi avessimo avuto nelle ultime stagioni Krol e Vierchwood in mezzo, Bergomi e Maldini sulle fasce…
Poi lo vedi in televisione fare la sua ottima figura e pensi ai bravi ragazzi che hanno ricoperto i ruoli difensivi con Montella e allora pensi: forse potrebbe essere meglio di Compper e Tomovic, o no?
Forse è meglio così
Va bene la Colombia, ma fino ad un certo punto, a noi interessa la Fiorentina e la conclusione happy end delle Cuadradiadi, cioè che rimanga qui.
Ieri, diciamo la verità, ha fatto una partituccia, mancando in quello che è stato fino ad oggi il più importante palcoscenico della sua carriera, un quarto di finale mondiale contro il Brasile.
Non credo molto agli sbalzi di valutazione in base ad una o due partite, però magari può succedere che qualcuno oggi sia meno “incapricciato” di Cuadrado e che la famosa offerta che non si può rifiutare tardi ad arrivre.
Poi rimane la discussione sulla cifra a cui eventualmente si possa vendere, ma questo è un altro discorso e ormai sapete benissimo come la penso.
Ascolterete Stefano Prizio
Voglio chiarire subito un punto, così sgombriamo il campo da possibili equivoci: è Stefano che fa un piacere a Radio Blu e non viceversa.
Dalla prossima settimana ogni martedì ascolterete un commento di Stefano Prizio, con la sua voce, e di questo lo ringrazio veramente tanto perché per lui non sarà proprio una passeggiata.
Il commento sarà come nello stile di Radio Blu e del Pentasport in piena libertà e ovviamente molte volte non sarò d’accordo con quello che dirà, ma sarà proprio questo il bello di quei momenti.
Abbiamo litigato ferocemente, con cattiveria direi, poi dire che non è stato bene mi pare un eufemismo, quindi mi è capitato di leggere quasi per caso un suo bellissimo articolo su Schumacher pubblicato qualche settimana fa dall’Unità: il ragazzo ha sempre avuto talento e di questo sono sempre stato convinto, altrimenti nel passato mica mi sarei arrabbiato così…
Mi è scattata l’idea e lui ci ha fatto il regalo di accettare la proposta.
Non saprò mai ciò di cui parlerà, un po’ come succedeva con Ciuffi, e non è un caso che lo ascoltiate il martedì…
Vecchi ultras
Serata classica per ricordare Cesare Ugazzi, che non smetteremo mai di ricordare, e scomparso ormai già da quasi sette anni.
Non so se c’erano anche negli anni scorsi, forse non ci avevo fatto caso io perché ero troppo impegnato a limitare i danni calcistici della squadra di Radio Blu, invariabilmente quarta su quattro nel Memorial, ma ieri sera sono rimasto colpito nel vedere dei miei coetanei affratellati come raramente capita nella vita.
Come ho già detto diverse volte io non ho mai avuto frequentazioni in Fiesole, non ho “fatto” la curva, sono andato per dieci campionati in Ferrovia e mi piaceva, si fa per dire, soffrire in silenzio.
Nei confronti dell’organizzazione del tifo da quando faccio il giornalista ho sempre avuto un atteggiamento agnostico: so che esiste, mi ci confronto, dico la mia, posso essere in accordo oppure no, e di quello che succede nei santuari dei gradoni del Franchi non mi è mai importato sostanzialmente niente.
Vedere però trent’anni dopo questi “ragazzi invecchiati” ritrovarsi solo per Cesare, e volersi così bene, mi ha fatto riflettere su quelli che erano e sono i loro valori di base.
Forse, tornassi indietro, un paio di tentativi in Fiesole li avrei pure fatti, anche se timido come ero penso che difficilmente sarei riuscito ad inserirmi.
Non mi sembra così brutto
Sarà perché è la prima volta che interagisco calcisticamente con Cosimo, nel senso che siamo autorizzati a mangiare davanti al televisore in caso di supplementari della partita delle 18, ma a me pare un buon Mondiale.
Partite tiratissime, qualche giocata sopraffina, coinvolgimento dello spettatore neutrale, come nel caso del sottoscritto.
Prendiamo la gara di questo pomeriggio: tifavo Argentina, ma alla fine mi è molto dispiaciuto per la Svizzera che avrebbe meritato i calci di rigore.
Senti invece dire spesso da vari e autorevoli commentatori (per esempio Luca Calamai nel Pentasport) che la competizione ha un tasso tecnico scarso, che vale poco in assoluto.
Sarà, ma mi diverto abbastanza, certamente molto di più di tante noiose partite del nostro fin troppo pubblicizzato campionato e alla fine forse non sono il solo a pensarla così.