Agosto 2012


Per quanto possa rimanere antipatica la Roma non si può non ammirare il comportamento di Daniele De Rossi.
E non tanto per l’ennesimo no detto ieri al Manchester City, quanto per quello che è accaduto nella scorsa primavera: bastava che dicesse di no al rinnovo del contratto in scadenza, che passasse tre mesi un po’ agitati nella Capitale e si sarebbe ritrovato a guadagnare quanto Ibrahimovic.
Si dirà che i 6 milioni netti che prende di stipendio basteranno per le prossime venti generazioni dei De Rossi, ma quanti ne avete visti di giocatori che lasciano sul piatto una quindicina di milioni di euro netti?
Tutto questo per non danneggiare la società che l’ha cresciuto, per evitarle un bagno economico se fosse andato via a parametro a zero, direi per riconoscenza e amore: una vera e propria scelta di vita.
Per questo non mi ha sorpreso il suo ennesimo no agli inglesi ad una cessione che invece avrebbe fatto comodo alla Roma per incassare una somma incredibile che resterà solo nel libro dei sogni.

Ma se avessimo fatto giocare Yepes e Costant titolari cosa avremmo detto?
Chissà cosa pensa Montolivo del centrocampo del Milan in cui ieri arrancava più o meno come succedeva a Firenze (e contro la Juve non è stato certo tra i peggiori) e quello tutto qualità della Fiorentina?
Con questo, alla fine i rossoneri quasi certamente arriveranno prima di noi, ma intanto mi sembrano una squadra assolutamente non all’altezza del proprio splendido passato.
Via ragazzi, che quest’anno ci divertiamo davvero.

Ogni tanto mi diverto a leggere quello che circola via internet sul mio conto.
Secondo alcuni sarei un dittatore, uno che pretende di far dire agli altri quello che io voglio, secondo altri un leccapiedi, per qualcuno un fomentatore di folle.
La verità è che sono “solo” un direttore di radio, da venti mesi di due radio, ed il mio compito specifico è fare di queste emittenti il massimo che sia possibile per il loro ascolto.
Quando nel settembre del 1979 ho iniziato con Marco Brunetti alla regia il primo numero del Pentasport ero da solo, così è stato fino al 1984, poi sono stato insieme a Saverio fino al 1990 e infine ho costruito una redazione sempre più numerosa e con un numero crescente di opinionisti.
Ho sempre detto e fatto quello che mi è parso giusto, sbagliando diverse volte, ma nessuno mi ha mai condizionato: ho ascoltato tutti decidendo alla fine di testa mia e i risultati siete voi a giudicarli.
Da quando Radio Blu ha cambiato proprietà, e stiamo parlando del gennaio 2007, tutto è diventato più interessante ed importante, sono stati abbattuti steccati ed è aumentato a dismisura l’impegno.
La mia grande ambizione da quasi sei anni ad oggi è stata quella di fare della mia emittente un quotidiano radiofonico aperto a tutte le voci che ritenevo interessanti, senza che contasse minimamente se quelle voci erano o meno d’accordo col mio pensiero, qualcosa che assomigliasse per la Fiorentina a ciò che apprezzo in quotidiani come il Corriere della Sera o La Stampa: nessun partito preso, ma grande varietà di pensiero.
Perché io sono il direttore e do la linea editoriale a Blu, ma ogni opinionista ragiona con la propria testa ed è liberissimo di esprimere il proprio parere senza il minimo condizionamento.
In tutti questi lunghi anni ho mandato via dalla redazione pochissime persone e non perché non fossi d’accordo su ciò che dicevano, perché per quello sarebbe bastato aggiungere o anticipare che si stava parlando a titolo personale.
Ho invece mandato via in alcuni casi gente per motivi disciplinari o per uso improprio del microfono, mentre se ho cambiato degli opinionisti è stato solo perché ritenevo che ormai ci fosse poco da offrire.
Da domani nella Nazionale di Radio Blu entra Bernardo Brovarone, personaggio scomodo a 360 gradi, che sarà presente con le sue informazioni tecniche e di mercato anche su Sportiva.
In tanti lo adorano, altri lo detestano, certamente fa e farà discutere ed è proprio questo il motivo per cui quattro anni fa lo avrei voluto con noi.
A quella trattativa andata male seguirono impuntature e scazzi come spesso accade nel nostro mondo ed io non sono proprio il tipo che porge l’altra guancia, anche se credo di saper riconoscere quando sbaglio.
Per tutti i suoi fan penso sia un bel momento, per gli altri che resisteranno sarà interessante vederlo confrontarsi con dei pesi massimi del giornalismo fiorentino e nazionale, oltre che con ex campioni del calcio.
Lo sentirete in una versione diversa da come qualcuno di voi si era abituato, perché a Blu non ci sono primedonne e tutti giocano per la stessa squadra: io credo che ne guadagnerà lui per primo ad essere più stretto nei tempi.
Ovviamente non so assolutamente niente sul contenuto dei suoi interventi, per me potrà dire tutto e il contrario di tutto, sapendo di poterlo fare con 200mila persone all’ascolto e senza alcuna censura.

Non so quanto si vincerà, ma certamente non moriremo di noia e di rabbia come l’anno scorso.
Certo, bisogna che quei cinque che fanno girare il pallone (Piazarro, Borja Valero, Aquilani, Matias e Jovetic) non si facciano mai troppo male o che comunque almeno tre di loro si esprimano ai propri livelli, ma se questa condizione viene rispettata ci sarà davvero da divertirsi.
Un ottimo inizio di stagione, una squadra ordinata che ha voglia di farsi voler bene dopo le nefandezze passate e un pubblico che non vedeva l’ora di riabbracciare quello che era suo e che si era perso.
Manca ancora il centravanti, e non è poco, però a tratti la manovra è stata incantevole, nonostante la poca preparazione di alcuni ed il caldo atroce che rendeva difficile anche la visione della partita, figuriamoci giocarla.
Forse abbiamo recuperato Ljajic, anche se sarei molto prudente sull’argomento viste le ultime pesanti delusioni.
Però la Fiorentina c’è, il turno è stato superato e la gente è ripartita dal Franchi sudata fradicia, ma soddisfatta: pensare tutto questo appena un mese fa era pura utopia.

O almeno un ringraziamento, che chiuda due anni abbondanti di atroci delusioni, promesse spesso disattese e responsabilità massime dei proprietari viola che hanno permesso l’annientamento tecnico e ambientale delle ultime stagioni.
E però domani pomeriggio, anche se saremo quattro gatti o poco più, non sarebbe sbagliato sancire mediaticamente un nuovo patto tra chi ama la Fiorentina (cioè i tifosi tutti, senza distinzioni) e chi ha tirato fuori molti soldi per provare a ricostruire una squadra che torni a regalare soddisfazioni.
Per carità, io parto dal presupposto che uno va allo stadio e fa quello che gli pare, però vorrei richiamare l’attenzione su quello che è stato il peccato originale della nostra convivenza con la famiglia Della Valle, l’equivoco di fondo di cui non ci siamo mai liberati.
E cioè questo: noi siamo convinti di aver fatto loro un piacere nel permettere di “usare” la Fiorentina nella loro affermazione planetaria, loro invece pensano che l’aver tirato fuori quasi duecento milioni di euro in dieci anni costituisca un valido motivo per avere fiducia e pretendere un minimo di riconoscenza, se non addirittura di affetto.
Io, dico la verità, da uomo che ogni giorno si muove nel magmatico mondo commerciale in cui bisogna girare con le mutande di ferro e da piccolo manager-direttore che cerca di aggiustare le cose per andare aventi dignitosamente, sono più orientato dalla parte dei Della Valle, salvo poi avere improvvisi sussulti passionali e rivendicare urlando che “noi siamno la Fiorentina e abbiamo la nostra storia da difendere”.
Comunque sia, forse dopo dieci anni questa contrapposizione potremmo anche metterla in soffitta e provare a scrivere con Andrea, ma credo che Diego sia sempre dietro l’angolo, un nuovo capitolo della storia.

Emozione di padre, un po’ in là negli anni: punzione di Ljajic e gol.
Cosimo segue tutto ed esulta, per la prima volta riesce a percepire un gol della Fiorentina, per di più dal vivo.
Poi si entusiasma per la rete di testa di Seferovic (“babbo, mi insegni a colpire di testa?”) e alla fine l’esperimento va meglio del previsto, perché pensavo che dopo dieci minuti si scocciasse.
Si spazientisce solo quando gli descrivo un po’ di azioni e mi ammonisce: “dai babbo smettila, non sei alla radio”.
Ineccepibile.
Pomeriggio per me da ricordare, ma anche pomeriggio in cui ho rivisto le facce “da tifosi” del popolo viola, famiglie che hanno affollato la pineta di Viareggio senza quella rabbia che era diventata una triste compagna degli ultimi tempi.
E poi ho ammirato un grande giocatore: David Pizarro, peccato che non sia più giovane e che ogni tanto si fermi, ma questo signore ci darà grandi soddisfazioni.

Credo (e spero) che si sia arrivati al momento più difficile di una crisi che nessuno ha capito da cosa sia stata provocata e che soprattutto lascia intravedere una fine del tunnel ancora molto lontana.
Ci siamo tutti incattiviti e mi ci metto anch’io nel mezzo, pur sapendo di fare i salti mortali a livello mentale per non farmi contagiare da questa sempre più evidente mancanza di etica, di solidariertà nei rapporti con i nostri simili e con chi sta peggio di noi (e se ci pensate bene è quasi sempre la maggioranza delle persone che conosciamo).
Ti svegli la mattina e non sai quale cavolo di accidente planetario, europeo, nazionale o locale ti si mette nel mezzo per rovinarti la giornata.
Stamani c’è la decisione probabilmente rinviata della corte costituzionale tedesca per il via al fondo salva-Stati, due settimane fa sembrava che la Sicilia fosse fallita con conseguenze facilmente immaginabili per l’Italia, domani ci potrebbe essere un’operazione di derivati andata male che porta il Comune sull’orlo della bancarotta.
Sì, ma noi che ci facciamo il culo ogni giorno, io che lavoro quindici ore staccando in tutto l’anno al massimo per quattro settimane, domeniche comprese, cosa c’entriamo in tutto questo?
I soldi messi da parte, per chi se l’è potuto permettere, per i nostri figli li affidiamo allo Stato?
Prima era un porto sicuro, adesso sembra quasi che quando vai a sottoscrivere un BTP tu stia per entrare al Casinò di Sanremo con le stesse incertezze che hai sulla tattica da usare: punto sulla sestina di mezzo o vado tutta la sera sui miei quattro numeri fissi?
E poi il piangersi addosso: io capisco tutto, ma non è possibile che tutti si lamentino, che non ci sia mai un barlume di orgoglio e di ribellione a questo progressivo detriorarsi della qualità della nostra vita.
L’idea di fondo imperante è che andrà sempre peggio, che non ci sarà più lavoro, che i nostri soldi non varranno più niente, che non esiste futuro per chi verrà dopo di noi.
E basta!
Proviamo invece a prenderci un quarto d’ora di ottimismo quotidiano, perché se ci guardiamo indietro mica siamo stati così male fino ad oggi, proviamo a fare un sorriso in più e un pensiero funereo in meno.
E comunque la pensiate, buon Ferragosto a tutti voi.

Non è mai elegante e neanche giusto approfittarsi dei guai degli altri, in fondo dieci anni fa Inter, Milan e Juve pagarono 15 miliardi della vecchie lire per portarsi a casa Moretti e tal Ceccarelli per aiutare le quasi fallite casse viola.
E però.
Adesso che la compagnia aerea del presidente del Catania Pulvirenti è di fatto fallita, è logico immaginare che non sia così impossibile che in Sicilia stiano pensando di vendere i loro pezzi migliori pur di quadrare il bilancio.
Lo pensando ovviamente a Papu Gomez, che chiuderebbe il cerchio del mercato viola, fermo restando la grande preoccupazione per lo stato della nostra economia, ma di questo parleremo un’altra volta.

Siamo tutti d’accordo sul fatto che abbiano fatto un’ottima campagna acquisti, peraltro molto superiore a quella della scorsa estate a cui peraltro avevo dato sciaguratamente (mea culpa!) sette?
Un mercato che ha ridato slancio all’ambiente, che fa respirare aria nuova, che si è mosso a 360 gradi, invece di privilegiare sempre i soliti amici e gli amici degli amici.
Ebbene, forse non tutti sanno che sono stati spesi per ora appena 8 milioni di euro, cioè poco più della metà dei 15 cacciati fuori per i vari Romulo, Kharja e pessima compagnia cantante (ottimo pezzo di Simone Bargellini su violanews.com).
Con i soldi di Cerci e Vargas (se lo porta via qualche amatore: bella idea due anni fa quella di dire no ai 10 milioni offerti…) prendiamo un attaccante e abbiamo chiuso, come a scala quaranta.
Certo, poi dal dire al fare, cioè a vederli giocare bene e vincere, c’è la stessa differenza che passa tra quando mi alleno andando a correre la mattina e poi penso di riuscire a fare la mezza maratona, ma intanto siamo tornati ad essere la Fiorentina.
Ecco perché ho criticato tanto dall’estate 2009 Corvino.
Perché negli ultimi due anni ha fatto malissimo il proprio lavoro principale, che sarebbe stato quello di costruire la squadra con i non pochi soldi che i Della Valle gli avevano dato, anche quando parlavano di auto-finanziamento.
La mia era fin dall’inizio una semplice analisi tecnica di quanto era successo nei suoi ultimi trenta mesi mesi, direi da Felipe Kharja.
Ho il merito di averlo detto subito mentre molti scondinzolavano nelle spassose (?) riunioni conviviali che si svolgevano a pranzo e a cena in qualche locale vicino allo stadio.
E ho la colpa di essermi fatto trascinare dalla sua arroganza in un terreno di faida dialettica personale, anche se l’ho fatto solo sul blog, che considero qualcosa di personale e non di professionale, visto che lo faccio gratis, e comunque sono scoppiato dopo aver resistito più di un mese dalle sue affermazioni lesive della mia onorabilità.
Non ho saputo non reagire, passano gli anni e resto sempre lo stesso, di questo mi scuso con voi che mi seguite sul blog perché mi rendo conto di poter risultare a lungo andare pesante.
Ma la verità è che gli ultimi due anni di Corvino a Firenze sono stati devastanti, che hanno distrutto l’ambiente perché all’uomo ormai in confusione è stato colpevolmente permesso di tutto, compresi continui sconfinamenti con nei rapporti con i media e zero rapporti con lo spogliatoio.
Andrea Della Valle si è accorto di tutto questo con colpevole e lunghissimo ritardo, ci ha messo una pezza, un altro bel po’ di milioni e adesso la Fiorentina è tornata ad essere una società normale per cui è bello soffrire e gioire.

P.S. Mi scuso con tutti: per una mia distrazione per un giorno è rimasto un post vergognoso da cui mi dissocio completamente. Grazie all’amico Mario che me lo ha fatto notare, qualcuno si approfitta della mia distrazione…

Sto parlando della Fiorentina, ma anche noi di Radio Blu che avremmo dovuto fare uno stacco di sette giorni, Ferragosto e domenica compresi, e che invece domani alle 13 saremo in diretta per la presentazione di David Pizarro.
E’ veramente una gran fortuna poter fare un lavoro che ti piace e non ti pesa per niente, sarebbe bene che nel nostro ambiente tutti se lo ricordassero invece di tirarsela (alcuni) in vario modo.
Sta nascendo una squadra intrigante, con una qualità che può sembrare anche eccessiva e che potrebbe riportare tanta gente allo stadio.
Contro il Galatasaray si è visto poco in chiave tecnica, ma mi è molto piaciuto l’atteggiamento di Montella e anche la stoccatina a Jovetic, che rimane il migliore di tutti (sembrava indolente all’inizio e poi ha fatto due assist deliziosi e preso la traversa…) e su cui continuo ad avere molte perplessità se lo si vuole impiegare da centravanti.
Pizzarro è ottimo, se ha ancora qualcosa da dare, qui siamo all’eccellenza pura ed è costato zero…

« Pagina precedentePagina successiva »