Se davvero l’intento del gruppo dei tifosi viola che hanno consegnato il premio-tapiro a Prandelli era quello di rompere le scatole alla società, direi che hanno centrato in pieno l’obiettivo.
Certamente non era nelle intenzioni dell’ex tecnico viola sollevare questo polverone e a me pare che si faccia molto rumore per (quasi) niente.
E’ stata data una visibilità straordinaria ad un gesto che forse puntava proprio a fare del male alla Fiorentina, ma che andava ignorato proprio per non ingigantirlo o al massimo stigmatizzato con una battuta in una prossima conferenza stampa del presidente Cognigni.
Negli ultimi dieci giorni ci siamo concessi lo scontro Mihajlovic-contestatori, la lettera molto amara di Andrea Della Valle, la distinzione tra tifosi buoni e quelli cattivi (che comunque continueranno ad andare allo stadio) e quest’ultimo episodio: quando è che torneremo a parlare di calcio?
Agosto 2011
Fare il gioco del nemico
Sto con i Della Valle e voglio continuare a criticarli
E’ semplice al limite del banale: i Della Valle sono la migliore soluzione possibile per la mia, per la vostra Fiorentina, per questo sto con loro.
Inutile agitarsi, qui si tratta di essere concreti e capire una volta per tutte che non esiste dietro l’angolo (e neanche in fondo alla via) un possibile compratore, un’alternativa.
Non ci piace quello che propongono? Non ci abboniamo, così capiscono di stare sbagliando qualcosa.
Hanno poca passione? Certo, mica sono nati con il tifo nel sangue, ma anche se ci arrabbiamo tre volte al giorno quella passione non gli verrà mai, perché è istinto, è voglia di soffrire per una cosa che per chi non capisce può pure sembrare stupida.
Stiamo andando verso uno scontro pericolosissimo e sono ormai quattro giorni che lo dico e che lo scrivo: bisogna fare tutti un passo indietro.
Chi offende i Della Valle deve, sottolineo deve, proporre soluzioni alternative, perché altrimenti qui ci avvitiamo solo su noi stessi.
E’ vero, ma allo stesso tempo inutile dire “noi siamo la Fiorentina”.
Lo so, ci mettete il cuore, ragazzi, ma a meno di organizzare un improbabile azionariato popolare (poi vorrei vedere come facciamo a decidere chi comanda…) qui si sta parlando della quinta industria italiana e ci vogliono capitali enormi per reggere il banco, anche in regime di autofinanziamento.
Andrea non avrà mai una risposta univoca alla sua lettera perché noi fiorentini ci dividiamo su tutto, figuriamoci sul calcio e sinceramente non so neanche cosa gli debba o possa dire Renzi.
Che fa?
Si assume l’onere e l’onore di parlare a nome di tutti?
E chi gli dà questo diritto?
Figuriamoci poi se uno avveduto come lui cade in una trappola del genere.
La lettera di Andrea è in fondo una chiamata al referendum più semplice: state con me oppure no? Vi fidate ancora?
Io credo che la maggioranza dirà di sì, magari con mille distingui, però non so in che modo si possa esplicare questa risposta, forse con i sondaggi sui siti, forse alla radio.
Ed è proprio per questo che domani faremo un Pentasport speciale, fuori programma, aprendo le linee e verificando chi sta con Della Valle e chi no.
Ma se Andrea pensa di avere una maggioranza bulgara è bene che cominci a ragionare su una exit strategy dalla società perché qui l’unore è molto basso visto che sono diciotto mesi che ne vengono imbroccate davvero poche in campo, fuori dal campo e sui media.
Per chi non sta con i Della Valle brothers propongo un diritto e un dovere: il diritto è ovviamente quello al dissenso, che per il bene della Fiorentina (ed è questo il dovere) in questo periodo svilupperei solo con critiche e con l’allontanamento dalla squadra, lasciando perdere cori e striscioni offensivi che acuiscono solo il malessere.
Da parte mia non rinuncio certo alla critica su ciò che viene fatto e su come viene fatto, ma con un distacco emotivo che mi sforzo di avere fino al 31 agosto.
In questa lotta fratricida siamo andati molto oltre i giusti confini e la ragione principale è che non sappiamo comunicare e, soprattutto, ognuna delle due parti (tifoseria che contesta e Della Valle) è convinta di essere molto in credito con l’altra, per questo radicalizza le posizioni e si incattivisce.
Vorrei ricordare che in mezzo a questo casino c’è la Fiorentina e che tutto vorrei meno che vederla stritolata tra due forze uguali e contrarie: do you remember il primo agosto 2002?
A freddo
Alcuni punti da sottolineare, e poi chiudere la faccenda, una volta passata l’incazzatura immediata sull’increscioso episodio di ieri.
Mencucci avrebbe fatto meglio a non tornare sulla vicenda degli pseudotifosi, proprio per evitare che si parlasse di quello invece che della buona, a tratti ottima, prova della Fiorentina.
Petri poteva/doveva evitare di partire nel Pentasport contestando quelle dichiarazioni: la linea editoriale di Radio Blu è che da qui al 31 agosto si evitano il più possibile le polemiche.
La Fiorentina finalmente aveva dato quelche buon motivo per essere ottimisti, partiamo da quello, no?
E questa credo sia la migliore dimostrazione di quanto uno sia libero di agire: io non sapevo niente di quali fossero le idee di Petri.
Ma voi credete che un giornale passi tutto quello che passa per la testa di un redattore, oppure esista una linea condivisa?
Petri opinionista può dire ciò che vuole, Petri come conduttore del Pentasport deve nella sua scaletta tenere la linea editoriale della radio e poi esprimere, come hanno sempre fatto lui e tutti gli altri, il proprio parere.
E comunque mai mi sarei sognato di intervenire per una cosa del genere: avrei chiamato nella pausa per fargli sottolineare che quella era una sua opinione e non quella della radio.
Gli altri due punti sono invece inaccettabili e gravissimi.
Nessuno ha detto a Petri di attaccare la Fiorentina per una cosa minima come il mancato giocatore in diretta, oltretutto tirando in ballo concetti completamente fuori luogo come la storia dei diritti.
Lì la questione è semplice: c’è una trattativa, noi paghiamo e ci va bene così, nessuno ci obbliga a farlo ed è su questo e per questo che mi sono scusato con la Fiorentina.
Non mi risulta che sia lui il direttore di Radio Blu e tra l’altro, proprio da direttore, stavo risolvendo la questione, come in effetti poi è avvenuto con Behrami.
La verità? Mi è sembrato che Petri utilizzasse la storia della mancata intervista per andare a testa bassa e per motivi suoi contro la Fiorentina e questo non lo posso permettere. A lui come a qualsiasi altra persona.
Più grave ancora la questione di Repubblica, giornale su cui Petri scriveva fino a 5 mesi fa.
Non penso esista emittente che abbia dedicato a Canale Dieci più spazio di Radio Blu e ieri della vicenda e delle proteste dei dipendenti non hanno parlato diversi quotidiani fiorentini, tra cui il mio, e non solo Repubblica.
Perché prendersela con un solo giornale per il silenzio?
Petri, senza avvertirmi, si è permesso di attaccare pesantemente Repubblica facendo un uso personale della radio che io non mi sono mai neanche lontanamente sognato di fare, neanche 4 anni fa quando uno che non saprei neanche come definire mi insultava tutti i giorni via etere.
Nel 2007 presi un avvocato e avviai una causa che dovrebbe concludersi tra non molto, ma mai ho pensato di approfittare della mia posizione di direttore.
Mi è costato molto intervenire, soprattutto con Petri, che ho sempre difeso soprattutto nell’ultimo anno, concedendogli fiducia (assolutamente tradita), ma come ho scritto a caldo dirigere vuol dire anche comandare e prendere posizioni scomode, molto poco eleganti e di cui si farebbe volentieri a meno.
Se poi il concetto portante di tutta questa triste vicenda deve essere: poiché Petri ha attaccato pesantemente Mencucci, va tutto bene quello che lui fa e quello che lui dice, beh…io mi arrendo e rinuncio a qualsiasi forma di dialogo.
Ma vi invito a leggere almeno due volte quello che ho scritto e poi fare le dovute riflessioni, perché il primo ad essere dispiaciuto per il casino di ieri sono proprio io, che stanotte ho dormito poco proprio per questo.
Ora vi spiego cosa è successo
Questa è Firenze e questi siamo i giornalisti di Firenze.
Tutti, compreso il sottoscritto.
I fatti: dopo l’ottima partita della Fiorentina, inizia il Pentasport e Leonardo Petri si lancia in un attacco contro Mencucci per le sue dichiarazioni sui psudotifosi e già lì mi incazzo, non perché lui abbia o non abbia ragione, ma perché è da giovedì che predico il basso profilo sul discorso contestazione, dicendo che così ci facciamo del male.
Poi comincia a parlare del pessimo servizio comunicazione della Fiorentina che non dà i giocatori a Radio Blu che dà i soldi per i diritti.
Siccome fino a prova contraria sono io che decido se sia o meno il caso di tirare fuori argomenti come questi (mai fatto prima), a cui tra l’altro agli ascoltatori non importa un accidente, e quindi decido io la politica di Radio Blu, mi incazzo ancora di più perché nessuno aveva detto a Petri di parlarne e di andare a testa bassa in quel modo (tra l’altro mentre stava per arrivare Behrami).
Infine, senza chiedermi niente prima, decide di attaccare per motivi suoi, e quindi facendo un uso privato di Radio Blu, Repubblica perché non ha pubblicato niente sulla pesantissima situazione di Canale Dieci, a cui perlatro avevamo dedicato numerosi interventi.
Tutto questo nel giorno migliore della Fiorentina (l’unica cosa di cui avrei voluto parlassero nel Penta) dall’inizio del ritiro ad oggi, quindi faccio una cosa mai avvenuta prima, in 32 anni: entro in diretta e delegittimo Petri, perché quelle sono sue opinioni personali e non quelle della radio.
Ho fatto bene, ho fatto male?
Decidete voi, non ho bisogno di alcun patentino di giornalista libero, so quello che ho fatto in tutti questi anni, le pressioni che ho ricevuto e a cui non mi sono mai piegato, le domande che ho fatto ai protagonisti, i prezzi che ho pagato per essere libero.
La cosa più incredibile è che si parli di questo invece che dell’ottima prova della Fiorentina e anche questo è stato un motivo che mi ha indotto ad intervenire.
Mi spiace per Petri, mi spiace per chi ascoltava (che comunque magari si è pure divertito), ma a volte bisogna fare pure cose sgradevoli.
P.S. In tutto questo casino è passata in secondo piano la prova di Loreto: bravissimo.
Testa di giocatore buona…
Sono completamente dalla parte di Mihajlovic: qui qualcuno non ha capito la serietà della situazione.
E se da una parte i tifosi devono mordersi la lingua e in certi casi tapparsi il naso di fronte al poco o niente di questi tempi (sperando comunque in tempi migliori), dall’altra i protagonisti devono filare via dritti come fusi.
Per due motivi: sono regolarmente strapagati ogni mese e hanno fatto onestamente piangere nell’ultima stagione.
Ecco perché qualcuno dovrebbe spiegare a quel genio di Cerci che se Mihajlovic, che molto l’ha supportato e sopportato nel passato campionato, gli dice di fare una cosa, lui deve eseguire e stop.
Invece di non impegnarsi e poi far finta di non sentire il rimprovero accusando pure un inesistente dolorino per non effettuare le ripetute punitive.
Per la legge del contrappasso i farei a rivedere sui ceci a Cerci and the City (by Benedetto ferrara), le sue prestazioni da settembre ad aprile, con particolare attenzione ai suoi rientri inesistenti in difesa, che era poi l’esercizio tattico che tanto lo ha infastidito.
Bravo Sinisa a non farsi prendere in giro, non portarlo in Inghilterra è una delle decisioni migliori prese da quando è alla Fiorentina.
AUGURI AL GRANDE ZACHINI! IN RITARDO, MA SPERO SEMPRE BEN ACCETTI
Adesso però fermatevi
Ieri mattina avevo preso di istinto la tastiera e stavo per scrivere un post fiammeggiante sulle (non so neanche come definirle) dichiarazioni di Corvino sulla signora squadra e sui non titolari andati via.
Poi mi è scattato dentro qualcosa, un riflesso fanciullesco della Fiorentina che è stata nel mio cuore e che tuttora alberga quando la squadra entra in campo e comincia a giocare.
Mi sono detto: certo, esprimo il mio punto di vista, mi sfogo, ma poi?
Non è che aumento il casino, sottolineando l’ennesima uscita a vuoto del nostro ds?
Così mi sono fermato, non ho scritto niente, chiedendo anche ai ragazzi di Blu di non infierire troppo su quanto incautamente affermato.
E lo stesso mi piacerebbe che accadesse nel tifo, specie tra la parte più caliente che so frequentare questo blog.
Ragazzi fermiamoci, tanto la delusione su come tutto è stato gestito negli ultimi diciotto mesi dentro e fuori dal campo è stata espressa decine di volte.
E non mi pare che questa società sia particolarmente sensibile agli umori della piazza, che non devono certo dettare l’agenda, ma un po’ più considerati questo sì.
Basta con gli striscioni, con i cori di scherno a Cerci e Montolivo, con gli attacchi a Mihajlovic, Corvino, Teotino, i Della Valle.
Proviamo a darci una moratoria di un mese, vediamo chi arriva e chi non parte, tifiamo per un grande inizio di campionato e poi protestiamo.
Se si va al muro contro muro con Andrea Della Valle ci perde solo la Fiorentina, quindi noi, perché ci potremmo pure mettere il cuore e la passione, ma non i mezzi per garantire un decente livello.
Hanno promesso una squadra dal quarto all’ottavo posto?
Ok, vediamo cosa viene fuori, mordendoci (mi) la lingua e analizzando passo per passo ciò che accade.
So che chiedo qualcosa di non facile, ma se pensiamo alla Fiorentina e al suo bene forse ce la facciamo.
L’unico da non vendere
C’è un solo giocatore viola da non vendere assolutamente e si chiama Alberto Gilardino.
Perché non si insegna a nessuno a fare gol, è un dono di natura, o ce l’hai o non ce l’hai.
Io sarò un po’ suonato, ma ancora non ho capito perché si debba vendere una delle poche sicurezze di una squadra da inventare.
Va bene, ci danno 15 milioni, perché quella dell’offerta di 11 dal genoa è una barzelletta, e poi chi compriamo?
Amauri? Una promessa brasiliana? Maxi Lopez?
Già con Quagliarella avrei qualche dubbio, ma sento che per Vargas ci vorrebbero dare Bonucci o Martinez, perché tanto a Firenze siamo tutti presi dalla piena…
Un’eventuale cessione di Gilardino in un momento come questo saprebbe quasi di provocazione e in questo momento non mi pare proprio il caso di inasprire i rapporti tra il popolo viola e la Fiorentina.
Nervosismi
E’ sbagliato contestare a prescindere, ed è ancora più sbagliato non avere la freddezza di stare calmi di fronte alle contestazioni.
Ve lo dice e ve lo scrive uno che è stato mandato in quel posto per oltre un mese e mezzo a mezzo parterre per aver detto come la pensava sui cori dell’Hysel, non cambiando mai idea su quanto scritto.
Non è stato un gran pomeriggio quello di oggi a San Piero a Sieve e, dico la verità, speravo che la lettera di Stefano e l’assurda, dolorisissima scomparsa di Andrea mitigassero un po’ i toni.
Non si affrontano i tifosi che protestano a muso duro, soprattutto sapendo che quegli stessi tifosi sono gli stessi che c’erano in tutti i posti dove era possibile andare senza restrizioni.
Quelli per cui davvero la Fiorentina viene prima o quasi di qualsiasi altra cosa.
E’ stata una prova di forza inutile, quella di Mihajlovic, che non aiuta la Fiorentina e l’unico aspetto confortante mi è sembrato il finale, con gli applausi a cui non penso sia estraneo l’intervento di Guerini.
Mi pare un inizio di stagione molto travagliato, eppure bisogna cercare di restare uniti ed è molto buona in questo senso l’iniziativa del rapporto tra giocatori e viola club, pearltro già annunciata da Mencucci quasi due mesi fa.
Provi intanto Mihajlovic a dare un gioco a questa squadra, a darle un’anima, perché alla fine solo questo chiedono i tifosi, quelli che contestano preventivamente e quelli più ottimisti.