Giugno 2011


Sulla Fiorentina, come del resto su altre squadre, c’è solo una voce, ma tanto è bastato per farle guadagnare i titoli sulle principali testate web e domani, temo, sui giornali.
Se, come credo e spero, si tratta di una sonora bischerata, chi ripagherà a livello di immagine la società viola, i suoi tifosi, i suoi dirigenti e i suoi calciatori di questo sputtanamento su scala nazionale?
Chi chiederà scusa per avere usato a sproposito il nome della Fiorentina?
Prima o poi mi si intaserà la vena e pubblicherò tutti i post che un certo sito condotto da certe persone ha lasciato passare sul mio conto: c’era scritto di tutto, balle e offese comprese, cose pazzesche che solo a rileggerle mi fanno montare una rabbia indicibile.
Era giusto dieci anni fa e all’epoca non sapevo come difendermi: non conoscevo i siti ed ero sorpreso da tanta violenza, così, invece di arrabbiarmi di brutto, cercai un dialogo che non poteva e non doveva esistere.
Oggi querelerei senza problemi (e chissà che non lo faccia davvero), come è poi accaduto con un certo signore che offendeva via etere e che passerà i suoi guai, pur con i tempi biblici della giustizia italiana.
Racconto questi casi personali per spiegare come non ci sia nessuna adeguata difesa possibile di fronte alla calunnia, che è un venticello indistruttibile che diventa un tornado per chi si trova a subire le maldicenze.
Non credo e non penso che rientri nel conto di essere un minimo popolare l’affrontare la maleducazione e le offese (discorso che vale anche per Cerci, se davvero qualche idiota lo ha offeso per strada) e vorrei che in questo senso l’Italia diventasse davvero un Paese civile, ma ho poche speranze.

Sulla vicenda Montolivo stanno per partire i razzi della contraerea viola.
Intanto pare che davvero non sia arrivata neanche una richiesta concreta in società, a nessuna cifra.
Da qui i messaggi distensivi del calciatore, che però ha fatto imbufalire i Della Valle brothers e Corvino, che stanno pensando ad una linea dura che potrebbe portare ad una stagione molto difficile per Montolivo, con conseguente rischio di perdita della Nazionale.
Quando si è molto ricchi come i Della Valle ci si possono anche togliere sfizi autolesionsitici per il solo gusto di fare un dispetto a chi si ritiene a torto o a ragione che abbia tradito la nostra fiducia.
La soluzione?
Un nuovo contratto con Montolivo, magari un triennale, con una cifra ragionevole fissata per la sua cessione, diciamo dai 12 ai 15 milioni.
Quello sì che sarebbe un modo concreto da parte di Riccardo di dimostrare il suo attaccamento a Firenze.

…la sua musica è finita, quanto tempo è ormai passato e passerà.
Citazione gucciniana con questo interrogativo inquietante: quanto tempo passerà ancora prima di avere notizie del futuro?
Voci, boatos, cattiverie assortite (il coinvolgimento viola nella melma delle scommesse) da parte di molti ed il solito silenzio assordante dalle parti del viale Fanti.
Inutile farci sangue cattivo, conviene di più aspettare, ma così il morale va giù ed è difficile farlo tornare su.

Ho avuto anch’io una fase di grande pericolosità legata al gioco e a ripensarci oggi non ho neanche ben capito come abbia fatto ad uscirne senza danni.
La definirei, tanto per restare in tema, una botta di fortuna, perché tutto è avvenuto in modo naturale: piano piano me ne sono liberato ed oggi mi piacerebbe ancora fare un pokerino ogni tanto (ma chi ha il tempo?) e qualche volta vado a buttare 300/400 euro in un casinò, però è tutto sotto controllo.
Giocare è da idioti, esattamente come bere e fumare, su questo non ci sono discussioni e non sono disposto a fare sconti a nessuno sull’argomento.
Dai 22 ai 24 anni io sono stato un perfetto idiota che passava le nottate nelle bische clandestine che pullulavano a Firenze (chissà se ci sono ancora) ed un altro colpo di fortuna è aver lavorato sempre abbastanza, ma all’epoca molto meno di oggi per via appunto del vizio notturno, per potermi pagare le perdite.
Se avessi cominciato a chiedere soldi agli “amici” che stazionavano vicino a certi bar, mi sarei rovinato completamente, magari trascinando nel vortice dell’usura persone che mi volevano bene.
Per questo provo sgomento e schifo quando leggo della gente che si rovina col gioco, calciatori compresi.
Alcuni presi dal demone della perdita, che è infinitamente superiore, credetemi, al fascino della vincita, altri in preda all’avidità, vizio che regna sovrano nel calcio.
E per qualcuno, soprattutto Signori, mi fa impressione l’assoluta mancanza per se stessi, per chi si è stati e per cosa si è rappresentato per quindici anni.
Ma quel vizio è veramente una molla pazzesca, che ti fa pensare solo a come rifarti, a come riprovare il brivido di una pallina che gira o di una carta che deve uscire: si può essere più imbecilli?

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