Maggio 2011


Non riuscirò mai a capire fino in fondo questa mania di tanti per Cassano, che ormai mi pare pure un po’ vintage, nel senso che dovremmo ormai aver capito che non è un fuoriclasse e neanche un campione.
Ha giocato decentemente un Europeo e ne ha cannato un altro, giocando alla Di Livio.
Prandelli lo voleva come simbolo della propria Nazionale e nel giro di sei mesi lo ha relegato a riserva.
Nelle grandi squadre come Real Madrid e Milan (altro che Gilardino!) ha fallito, risultando discontinuo e perdendo a velocità rapidissima il posto da titolare..
Nelle formazioni a dimensione-Fiorentina (Sampdoria e Roma pre-Spalletti) non riesce a controllarsi e deraglia mentalmente, nonostante che al termine del prossimo campionato compia i fatidici trent’anni.
Insomma, tutti quelli che hanno scommesso su di lui hanno perso, facendosi a volte anche un po’ male, come nel caso della Samp.
Tralascio poi i detestabili atteggiamenti tenuti dentro il campo e pure fuori, con la differenza che, al contrario di altri elementi incontrollabili, per lui sono stati utilizzati imponenti mezzi di copertura.
E noi dovremmo spendere la nostra carta più alta, impiegare una montagna di soldi tra ingaggio e cartellino per portarci a casa uno così?
Scusate, ma irregolare per irregolare mi tengo Mutu, di cui conosciamo tutto, bischerate comprese, che ci costa solo lo stipendio e che secondo me è molto più forte di Cassano, se solo ritrovasse il passo di due anni fa (e non è affatto impossibile).

E l’abito che portava rende ancora più schifoso tutto…

Don Riccardo Seppia, così si chiama il prete arrestato venerdì scorso per abuso su minori e cessione di stupefacenti a Genova, si sentiva “al di sopra di ogni sospetto”. Era ossessionato dal desiderio di avere rapporti con bambini. E’ questo l’identikit tracciato nell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano Maria Vicidomini. E dalle intercettazioni emerge un quadro gravissimo dell’ossessione del parroco.
L’indagine prende le mosse nella seconda metà di ottobre quando i carabinieri del Nas, impegnati a Milano in un’inchiesta sul traffico di anabolizzanti in palestre e saune, si imbattono in una conversazione tra un pusher africano, soprannominato Franky, e il parroco genovese. Ecco la telefonata: “Ah… niente…senti…. non trovi nessun bambino…?” chiede don Riccardo Seppia a Franky. E’ il 22 ottobre. Don Seppia, nella stessa conversazione aggiunge: “… eh, che mi piace… non hai tuoi amici che mi vogliono fare di tutto…?”.
Gli inquirenti si precipitano in Procura e aprono un fascicolo sul prete genovese. Scrive don Seppia a Franky in un sms: “Mi trovi bambini?”. Sono le 21 del 22 ottobre. Alle 21 e 26 un altro messaggio: “Hai trovato uomini negri?”. Il 23 ottobre altro traffico telefonico tra il parroco e Franky: “Senti, ti chiamo perché ieri avevi parlato che avevi trovato un ragazzo…” dice il prete. “Sì… io ho trovato però lui è andato in galera… hai capito?” risponde. “Ma ha meno di 15 anni?” chiede don Seppia. “Eh, magari 18…” replica Francy. “E no a me mi serve… mi piace… con meno di 14 anni io li cerco” dice il prete. Alle 22 dello stesso giorno diventa evidente che Franky ha dei contatti con altre persone in grado di fornirgli bambini per pedofili: “Adesso quando ti interessa dimmi… io chiamo a loro subito uomo: ho capito… se vuoi uno o due… io prendo… capito?” dice Francy al parroco. “Però ragazzo problema…” aggiunge. Il 29 ottobre don Seppia scrive in un sms: “Trova un bambino 10 anni”. L’ossessione cresce, fino a dicembre, quando Franky sembra abbia trovato la ‘preda’ giusta.
La sera del 22 dicembre 2010 Seppia vuole un bambino, e chiama un amico invitandolo ad abusarne insieme: “Stai a sentire, ti volevo dire questo… Ho avuto modo di trovare qualcosa di tenero, eh… per noi… quando vengo in su… eh… e cazzo, così ci divertiamo”. La cosa non va in porto, il parroco è furioso e parla con Franky: “Ma puoi trovare qualche madre che ha un bambino… che ha bisogno di coca no?!”.
(da Repubblica.it)

Questo è un vero e proprio invito ufficiale: stasera dalle 18 in poi alla sede Mazda di viale Giannotti ci sarà la grande festa per la consegna del premio a Behrami.
Arriverà anche Mencucci e con Rialti e Calamai faremo un po’ il punto sullo stato dell’arte viola.
Sono previste due grosse sorprese che spero di annunciarvi nel corso della giornata e l’accoglienza sarà di prima classe con annessi e connessi.
Poiché l’ingresso è gratuito e non ci vogliono nenache biglietti ad invito, mi è venuto in mente che mi piacerebbe conoscere di persona i tanti mittenti con cui in pratica interagisco ogni giorno.
Quindi, per chi può, l’invito è a ritrovarsi tutti insieme (e ci sarà pure Elisa…) e come direbbe Bucchioni: vi aspetto numerosi.

Surriscaldamento del caso Montolivo, come da copione, nell’ormai risaputa recita calcistica.
Ora Riccardo vuole un altro colloquio per capire meglio, per approfondire, per capire che squadra sarà la Fiorentina prossima ventura.
E qui sbaglia non una, ma due volte.
Il primo errore è sostanziale: non si è mai permesso Antognoni, e neanche Baggio, e neppure Batistuta, di andare a chiedere alla propria dirigenza quali fossero i piani per il futuro, legando poi le risposte all’eventualità di rimanere o meno in maglia viola.
Figuriamoci se se lo può permettere Montolivo, che non ha fatto (per ora) neanche un quarto di ciò che hanno combinato i tre grandi del passato.
La Fiorentina farà quello che può e semmai starà ai tifosi decidere se dare o meno fiducia alla squadra e alla società, abbonandosi o disertando lo stadio.
Non può certo essere Montolivo ad ergersi ad organo giudicante dei progetti di Della Valle/Corvino/Mihajlovic, lui pensi al suo futuro lasciando perdere questi discorsi.
Il secondo sbaglio riguarda l’immagine: sinceramente non se ne può più di questa querelle e trascinarla ancora avanti chiedendo l’ennesimo incontro è un modo per irretire il pubblico.
L’offerta è 10 milioni netti per i prossimi 5 anni, se ti va bene firmi, altrimenti decidiamo insieme (la mia idea, intrisa di orgoglio, la sapete) come uscirne, ma è chiaro che non vuoi legarti alla Fiorentina e devi avere il coraggio di dirlo.
E’ davvero un brutto modo per chiudere una bella storia cominciata quasi sei anni fa.

Sprofondato nella poltrona mi sono goduto come poche altre volte mi era successo negli ultimi quindici anni la festa per il compleanno della Fiorentina.
Il massimo è stato quando hanno riesumato un collegamento con Canzonissima del 1969 in cui i Campioni d’Italia (Campioni d’Italia!) scherzavano con un giovane Paolo Villaggio: De Sisti, Superchi, Chiarugi e Pesaola, con Dorelli che conduceva in studio.
Ero completamente immerso nelle mie fiabe fanciullesche e neanche un paio di sorridenti battute al vetriolo con Corvino (“se non mi inviti mai, come faccio a venire in radio”, a proposito delle sue reiterate partecipazioni in altre emittenti: in effetti…) hanno potuto annullare l’effetto “Figurine Panini” di una serata veramente unica.
Quando è toccato a me salire sul palco per raccontare un po’ di giornalismo degli ultimi trent’anni e rivolgere un pensiero a Manuela, ero veramente emozionato perché, diciamocela tutta, non mi sentivo all’altezza della storia viola (la mia storia di passioni sportive e vita professionale) che scorreva davanti.
Grande Sandrelli nella conduzione fatta con amore, splendida Elisa Sergi e molto bravo (ed emozionato pure lui, me ne sono accorto…) Enzo Baldini: speriamo che Corvino, Mencucci, D’Agostino, Pasqual, Behrami e Neto abbiano assorbito qualcosa e capiscano quanto sia importante il passato per vivere meglio il presente.

La cosa più significativa della grigia giornata viola (secondo tempo osceno, altro che la voglia di vincere raccontata da Mihajlovic a fine gara), peraltro in linea col resto della stagione, sono state le parole finali di Andrea Della Valle, con il fuori programma della richiesta di precisare su Radio Blu il concetto-Udinese.
Questa della precisazione e non dell’intevista è un concetto importante che nella vita, perché nella vita bisogna essere educati.
E se un protagonista chiede di intervenire per puntualizzare un concetto io posso provare, come è successo, a trasformare il tutto in una chiaccherata, ma devo rispettare la volontà dell’interlocutore, che comunque ha detto qualcosa di interessante anche nel nostro dialogo.
Per esempio che nelle segrete stanze non è così buono come sembra quando parla alla stampa di stagione dignitosa.
Ecco, io mi auguro che Andrea Della Valle sia molto arrabbiato con i suoi referenti tecnici (Corvino, Mihajlovic, i giocatori) perché qui non siamo riportati dalla piena e due campionati che si chiudono all’undicesimo e nono posto pagando il quinto monte ingaggi d’Italia sono negativi, da 5, punto e basta.
Ha fatto bene a precisare che non voleva paragonare l’Udinese alla Fiorentina perchè il concetto sulla tranquillità friulana espresso un po’ troppo in fretta e in diretta al momento del gol di Isla a Verona a Sky rischiava di diventare un autogol clamoroso.
Io per esempio avevo mi ero subito arrabbiato e ho detto che ad Udine in C2 si sarebbero abbonati in 170 e non 17.000 e che ai Della Valle non sarebbe mai passato per la testa di comprare l’Udinese.
Ergo: Firenze va presa così com’è con i suoi pregi e i suoi difetti, che nel calcio sono minori dei primi.
Della Valle, che ascolta sempre Radio Blu quando rparte dal Franchi, si deve essere accorto del rischio e ha chiesto di intervenire.
E’ la seconda buona notizia di un magro fine settimana, dopo le ammissioni di colpa di Mihajlovic.
Non tanto il fatto che Andrea abbia parlato in esclusiva da noi (quella è una soddisfazione giornalistica, che giustamente non interessa ai tifosi), ma piuttosto la voglia che ancora ha di non staccare la spina, di spendere il nome della famiglia per la Fiorentina.
Come gli ho detto in diretta, hanno fatto un sacco di sbagli a livello di comunicazione: speriamo che, come nel caso dell’apprendistato di Mihajlovic, siano serviti a qualcosa.

Clamoroso in Fiorentina: dopo Mencucci qualche mese fa, c’è stato qualcuno capace di dire “ho commesso degli errori” e non si tratta proprio di uno qualsiasi.
Lo ha fatto oggi in conferenza stampa Sinisa Mihajlovic, e a me basta questo per capire che si può tentare di ripartire, a patto naturalmente che il tecnico faccia tesoro dei propri errori dentro e fuori dal campo e che si veda finalmente la Fiorentina giocare decentemente a calcio per un numero di partite superiore a tre.
Prandelli, peraltro non minimamente confrontabile per ora come statura di allenatore, non aveva mai ammesso i propri errori, neanche quando mandò in campo insieme Almiron e Jorgensen ad Amsterdam e si beccò il gol dell’Ajax che ci fece fuori dall’Uefa.
Poi c’è la storia delle balle sparate un po’ da tutte le parti, specialmente, mi dicono, anche via etere.
Succede infatti, ma l’ho scoperto solo oggi per via di un post, che da qualche parte si sia diffusa ieri la voce che Montolivo non sarebbe stato convocato e/o non avrebbe avuto la fascia di capitano in quella che potrebbe essere la sua ultima partita a Firenze.
Il motivo? Punirlo per il mancato rinnovo.
E qui, per le balle, entra in…ballo la mia serietà che a volte, lo ammetto, può confinare in schemi un po’ rigidi, quella stessa rigorosità che mi ha fatto stoppare non so quante volte notizie roboanti buttate lì senza troppe verifiche, tanto per vedere l’effetto che faceva.
Chiaro: i nostri errori li abbiamo fatti anche noi, ma per fortuna posso ricordarmeli (per esempio una volta con Di Marzio demmo per certo di non mi ricordo più quale portiere brasiliano, ma Da Costa e D’Agostino li ha dati per primo il grande Gianluca nel Pentasport).
Questa bischerata su Montolivo veramente non era nemmeno approdata negli studi di Radio Blu, si vede che aveva le gambe veramente corte, ma vi racconto tutto questo per farvi capire cosa ci aspetta nei prossimi tre mesi.
Ne ascolterete di tutti i colori, ma non (spero) da Radio Blu e sarebbe bello poi presentare il conto di tutte le panzane spacciate come “assolute verità” in mesi di aria fritta.

Non credo che da due anni a questa parte esista al mondo una tifoseria con più testa al passato che la nostra.
Fateci caso, qui festeggiamo tutto: i 40 anni dal primo scudetto, le gesta indimenticabili di Antognoni, il “meglio secondi che ladri con i reduci del 1982, domani i 50 anni dalla Coppa delle Coppe, lunedì gli 85 anni della Fiorentina.
A me piace molto, avendo una testa fin troppo orientata a quello che è stato, però il nostro record è oggettivo e impone una domanda che vada un po’ più in profondità: non è che questa voglia di ricordare ciò che è stato sia un modo per combattere l’apatia del presente?
Quel distacco che giorno dopo giorno, goccia dopo goccia, sta avvenendo nei nostri cuori tra il calcio che amiamo e quello che è diventato il pallone delle plusvalenze?
Il calcio a Firenze dei presidenti che mancano, dei direttori e degli allenatori molto autoreferenziali, dei giocatori molto poco legati alla maglia, dei giornalisti (troppi, diciamo la verità, e troppo presuntuosi: ormai basta scrivere su un sito o fare un’intervistina alla radio per sentirsi Picchi/Ferrara/Calamai/Rialti/Giorgetti!) che credono di contare con le loro opinioni quanto quelli che vanno in campo?

Faccio radio dal 1977, ma una cosa del genere in 34 anni non mi era mai successa.
I fatti: Vodafone organizza un evento con Radio Blu unica invitata tra le emittenti radiofoniche e al secondo negozio del giro viene autorizzato Vargas a parlare in una diretta esclusiva.
Organizzo l’intervista, faccio i miei dieci minuti con Vargas e alla fine Zoccolini mi dice che all’interno del negozio (quindi in una struttura privata e senza chiedere il permesso a nessuno) è arrivato un signore da me mai visto prima che, facendo finta di niente, ha mandato tutta la mia intervista in diretta a Radio Fiesole via auricolare.
Fantastico: in pratica io ho lavorato per Radio Fiesole senza saperlo e ho messo il mio (poco) ingegno a disposizione di persone che neanche hanno avuto la buona educazione di chiedermi se ero d’accordo.
Il signore a cui ho fatto le mie civili rimostranze era visibilmente imbarazzato, anche perché gli era stato detto di svolgere un compito e lui l’ha svolto.
Quando ha chiamato i responsabili, gli è stato suggerito “di non farsi mettere i piedi in testa”, ovviamente da un bruto prepotente come il sottoscritto.
Questi sono i fatti, il commento preferisco non farlo.

P.S. Giusto per la cronaca: a 24 ore dal fatto, nessuno si è sentito in dovere di fare delle scuse, per questi campioni della corretteza è come se non fosse successo niente.
Certa gente ha veramente una bella faccia…

Non saprei trovare per quale strano motivo nelle ultime due inutili giornate di campionato non possa essere impiegato Babacar.
Ormai è chiaro che lui, come in parte De Silvestri, ha perso un anno, non ha fatto progressi e al 99% andrà in prestito, ma lo vogliamo provare almeno per due partite di seguito da titolare?
Ricordo quello che venne detto dopo la Juve da Mihajlovic: ora tocca ai giovani.
Io dissi e scrissi di non esagerare e il tecnico deve avermi preso alla lettera, visto che l’età media della Fiorentina da Cagliari in poi rimane piuttosto alta.
Ora rimangono queste ultime due gare e tralasciando i ragazzi di Buso in altre faccende affaccendate si potrebbe vedere se il ragazzo che prometteva tanto bene nella passata stagione è ancora un giovane di belle speranze?

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