Ottobre 2008
Monthly Archive
Inserito da admin il 30 Ott 2008 9:49 pm. Categoria:
La mia voce in viola.
1987/88
Unâindimenticabile mattina del luglio 1987, seduto su una panchina alla Fortezza, scoprii con terrore che eravamo diventati nuovamente abusivi. Era successo che Matarrese aveva monetizzato al massimo il calcio in televisione e agitando ad arte lo spauracchio della Fininvest aveva strappato alla Rai un mostruoso contratto di 180 miliardi di lire per tre anni in cambio dellâesclusiva totale. Televisiva e radiofonica. E il nostro accordo fino al 1989 con la Fiorentina? Carta straccia, anche se a ripensarci ora non sono poi tanto sicuro che giuridicamente avremmo avuto la peggio in unâeventuale causa.
La situazione era comunque grave e fu in quellâestate che capii una volta per tutte quanto tenessi alla radiocronaca. Subito cercai informazioni su strani âtelefoni cellulariâ? che si diceva non avessero bisogno di prese in tribuna stampa. Sarebbe stato lâideale, perché in questo modo si poteva viaggiare indisturbati in ogni settore dello stadio, ma la divisione commerciale della SIP mi disse che le sperimentazioni sarebbero iniziate solo nel 1989. Cominciai allora ad organizzare un vero e proprio movimento di lotta con le altre radio del nostro consorzio per non mollare senza almeno provare lo stesso a trasmettere. Studiai regolamenti e leggi europee sulla libertà di informazione, diventai un esegeta dellâarticolo 21 della nostra Costituzione (quello sulla libertà di espressione), mi convinsi che la radiocronaca non è immagine ma frutto della fantasia di chi trasmette e quindi non può essere venduto alcun diritto. Passai così delle settimane in uno stato di febbrile eccitazione in attesa che il campionato ripartisse e mi rovinai per le vacanze. Avevo inoltre avuto lâottima pensata di mandare in crisi proprio durante quei mesi il mio storico e da sempre burrascoso rapporto sentimentale. Risultato: un caos totale in tutti i sensi. Tre giorni prima che la Fiorentina esordisse in casa contro il Verona acquistai tre mega-prolunghe telefoniche di cinquanta metri ciascuna che il buon Saverio Pestuggia, addetto per una decina dâanni allo srotolamento delle stesse, ricorda ancora con terrore. Mi affidai allâangelo custode dei radiocronisti e cominciai in tribuna laterale la prima radiocronaca del nuovo corso.
CALCIO PARLATO
Lo inventammo con Raffaello Paloscia un pomeriggio di agosto del 1987 sulla passeggiata di Lido di Camaiore. Nel recente passato ho avuto con lui dei rapporti un poâ burrascosi e mi è dispiaciuto perché, Rinaldo a parte, Paloscia è stato lâunico ad offrirmi di lavorare quando nessuno o quasi mi conosceva. Fu sua lâidea di âimpormiâ? alla proprietà di Rete 37 per co-condurre questa nuova trasmissione, che allâinizio andava in onda il martedì e che avrebbe dovuto parlare (pacatamente) di calcio. Qualche anno dopo mi confidò di avermi scelto un poâ per le mie qualità e un poâ perché eravamo nati lo stesso giorno, il 27 settembre. Da Paloscia ho imparato a sdrammatizzare e ho sempre apprezzato unâumiltà che lui continua miracolosamente a conservare dopo oltre cinquanta anni di professione.
ERIKSSON
A Firenze intanto era arrivato un signore, un vero signore, già un poâ italianizzato dai tre anni di Roma, che si erano conclusi con lâamaro esonero nella primavera del 1987. A livello di competenza lâaccoppiata con il presidente Baretti ha rappresentato il picco più alto mai raggiunto dalla storia viola negli ultimi trentâanni. La principale preoccupazione di Eriksson era che la squadra giocasse bene e rispettasse gli schemi studiati in allenamento con feroce applicazione. Non gli piaceva che qualcuno prendesse iniziative personali perché a quei tempi Eriksson pensava che al gol si dovesse arrivare attraverso la manovra. Eâ solo così che si spiega lo scetticismo di fondo verso Baggio, che lui avrebbe volentieri dirottato in prestito, anche se poi alla fine Robertino lo convertì nellâanima. Non si capisce altrimenti il perché, cinque anni dopo Firenze, ci sia stato lâinnamoramento calcistico del tecnico svedese per Mancini, cioè un altro Baggio, geniale ed insofferente ad ogni tipo di disciplina tattica.
MILANO, 20 SETTEMBRE 1987
Sciopero della Rai e arrivo a San Siro con la giustificata paura di essere cacciati dalla tribuna stampa. Era prevedibile che tutta la Toscana viola sarebbe stata allâascolto di una partita sulla carta impossibile. E in effetti, allâinizio, non è proprio una normale partita di calcio perché i rossoneri ci chiudono nella nostra metà campo e si gioca ad una sola porta. Landucci fa i miracoli, Van Basten e Virdis si mangiano almeno un paio di reti. In qualche modo resistiamo e riusciamo addirittura a partire una volta in contropiede. Diaz entra in area di rigore, salta lâuomo e viene steso. Rigore netto, che lâarbitro però non fischia. Rinaldo accanto a me comincia a dare i primi segni di nervosismo.
Secondo tempo e solita musica, loro a giocare e noi a soffrire. Poi rifacciamo un altro contropiede e stavolta Diaz non riescono a fermarlo: uno a zero per la Fiorentina. Ma non è finita perché a dieci minuti dalla fine nel firmamento del calcio italiano si accende una stella. Ancora con la maglia viola e ancora con la maglia numero dieci. Robertino prende palla a centrocampo, con una mezza veronica fa scontrare tra loro due difensori del Milan e si presenta davanti a Galli. Finta a sinistra e via dallâaltra parte, pallone appena intercettato dallâex portierone viola e depositato con delicatezza in rete. Un delirio. Baggio entra dentro la porta, si inginocchia e ringrazia (forse gli dei che lo hanno ispirato), Rinaldo prende la cornetta del telefono e urla: «e vai! Glielo abbiamo messo nel c⦠a questi bucâ¦..». Non era il massimo dellâeleganza, ma rendeva bene lâidea.
Inserito da admin il 30 Ott 2008 8:03 am. Categoria:
Fiorentina.
Chi ha giocato meglio?
A me pare la Fiorentina, per continuità e per idea di squadra, di collettivo.
E allora, come avrebbero detto una decina di anni fa in tv, la domanda sorge spontanea: se nemmeno l’Inter ci mette sotto sul piano del gioco, chi sta meglio di noi nel campionato italiano?
Certo, i rimpianti per Gilardino ci sono, così come le preoccupazioni per Mutu, che evidentemente non può in questo momento stare in campo ogni tre giorni.
Grandissimo Pasqual, uno stimolo per Vargas, ottimo Krodrup e una (ri)scoperta ormai conclamata Santana in quel ruolo strano che è di cacciatore di palloni e pure di trequartista.
Vincere sarebbe stato meraviglioso, ma già così è stata una serata molto bella, con un retrogusto di amaro per il rigore su Pazzini che avrebbe cambiato tutto.
Pure la partita di Giampaolo.
Inserito da admin il 28 Ott 2008 6:41 pm. Categoria:
Fiorentina.
Sono arrabbiato, come poche altre volte mi era successo alla vigilia di una partita, e non credo di essere il solo.
Hanno fatto male i calcoli quelli che credevano di mettere zizzania o creare problemi ambientali con tutte le porcherie vomitate nelle ultime 48 ore da poco esimi colleghi pagati anche con i miei soldi, cioè quelli del canone Rai.
Hanno ottenuto il contrario: siamo tutti incazzati neri.
L’ho detto alla radio e lo ribadisco sul mio blog, scusandomi per la caduta stilistica sul linguaggio.
Credo che sarà una bolgia, una ripetizione con ancora più forza di Fiorentina-Juventus, spingeremo Pazzini verso il gol e daremo tutto.
Inserito da admin il 28 Ott 2008 6:14 am. Categoria:
Fiorentina.
Mi chiama un amico e mi chiede se ho visto il servizio del Tg2 sulla Fiorentina: no, non l’ho visto e neanche, dico la verità, mi interessa più di tanto sentire quanto veleno sta tracimando dalla cosiddetta stampa nazionale.
Il paragone tra la mano di Gilardino e il fair play viola è assolutamente pretestuoso ed improponibile.
Per dircela tutta, sinceramente: sarebbe stato bellissimo se Alberto non avesse esultato (ma forse a Morganti sarebbe venuto un dubbio), ancora più bello se avesse detto che l’aveva messa dentro volontariamente di mano.
Sarebbe stato mediaticamente preferibile l’ammissione del fallo subito a caldo, con scuse annesse, e che ci fosse in arrivo la squalifica lo sapevamo e lo temevamo un po’ tutti.
Ma qui si chiude la partita: ci becchiamo il danno, speriamo in Pazzini e si volta pagina, continuando per la nostra strada: Fondazione Fiorentina, Viola fair, progetti umanitari, un modo diverso di vivere il calcio.
Delle lezioni di certi soloni della stampa nazionale ce ne freghiamo, così come delle isterie di certe macchiette televisive che attaccano a comando.
Non mi risulta che domani sera giochino contro la Fiorentina.
Inserito da admin il 27 Ott 2008 8:09 am. Categoria:
Fiorentina.
Su Vargas avevo torto, sulla Fiorentina e su Mutu avevo ragione e comunque non è questo ciò che conta.
Vargas ha giocato molto bene dietro e un po’ meno davanti, ci fidiamo e ci fideremo sempre di Prandelli, ma ci prendiamo anche la libertà (che è poi il sale della critica) di sottolineare una prestazione negativa di qualsiasi giocatore.
E Mutu? Visto che non pensa alla Roma? Lì il problema era essenzialmente fisico, se sta bene è assolutamente un valore aggiunto per la squadra.
Sul gol di Gilardino ci rimettiamo alla clemenza della corte, certo che perderlo ora, pur con tutta la fiducia in Pazzini, sarebbe un colpo basso e un vantaggio non da poco per Inter e Siena.
Molto bene Santana, sempre più nelle grazie di Prandelli e ora, si spera, sempre meno nel mirino dei critici a tutti i costi.
E Frey è il miglior portiere del campionato.
Inserito da admin il 25 Ott 2008 2:19 pm. Categoria:
Fiorentina.
Fuga con la moglie e tempo splendido, mai fatto il bagno il 25 ottobre, Mondello è incantevole, l’acqua fantastica.
E ci credo che tutti, più o meno, vorrebbero fare il giornalista…
Solo che nel mio caso c’è l’auto-produzione del lavoro, con annessi e connessi vari.
Qui ce l’hanno con Amelia ed io penso a come siamo fortunati con Frey, che sbaglierà due/tre partite l’anno.
Ci temono e ci considerano una delle grandi del campionato e se penso a quattro anni fa, quando pareggiammo vergognosamente con rigore parato da Lupatelli, c’è da essere soddisfatti.
Mi sa che domani Mutu sta fuori, mentre su Vargas siamo all’1 x 2, nel senso che ha cinquanta possibilità su cento di giocare.
Vorrei vedere la stessa Fiorentina di Monaco: con un po’ più di precisione in attacco e meno errori individuali dietro potrebbe bastare.
Inserito da admin il 23 Ott 2008 7:35 pm. Categoria:
Fiorentina.
…ma mi rimetto senza problemi alle scelte di Prandelli.
Sto parlando di Vargas, perchè non so quanto sia producente per lui e per la Fiorentina insistere in questa fase della stagione dove tutti lo aspettano al varco.
E’ un rischio pure Pasqual e allora si potrebbe provare Comotto a destra e Zauri a sinistra, dove ha già giocato.
Vargas va recuperato, non può essere quello visto fino ad oggi, ma fallo a tappe forzate credo che sia pericoloso.
E adesso aspetto che qualcuno scriva che non è il caso che io affermi queste cose, che c’è Prandelli e via a seguire.
Risposta preventiva: certo che c’è Prandelli (e meno male, perché è il migliore in Italia), ma stiamo parlando di calcio e quindi ci si può pure sbilanciare senza paura di essere scomunicati o prendere una sospensione a divinis.
Altrimenti si fa come quelli, ne conosco tanti e qualcuno l’ho sentito anche al ritorno da Monaco, che il parere lo danno solo dopo, a cose fatte, così non sbagliano mai e sono sempre d’accordo con tutti.
I vincitori del festival dell’ovvio.
Inserito da admin il 22 Ott 2008 4:32 pm. Categoria:
Fiorentina.
Scrivo queste righe appena tornato da Monaco, in contemporanea quasi a quando parla Prandelli che ha indetto una conferenza stampa inusuale.
Mi auguro che non ci siano critiche troppo aspre a chi ha criticato ieri sera, che insomma la sconfitta sia digerita un po’ da tutti senza troppi problemi.
Il risultato è bugiardo, non ci sono dubbi, però sinceramente non me la sento di affermare che il Bayern non abbia meritato la vittoria perché mi ricordo pure le grandi parate di Frey.
Purtroppo gli episodi incidono e gli errori di Vargas sono stati letali per la Fiorentima.
Ma ha deluso pure Montolivo, e parecchio, mentre Mutu avrà sbagliato sotto porta, ma mi è sembrato in netta ripresa atletica.
Se davvero Gobbi non era in grado di reggere i 90 minuti, Prandelli non può essere accusato di aver sbagliato la scelta del difensore sinistro e se anche non fosse andata così io mi tengo Cesare a vita.
Chi oggi lo contesta ha la memoria molto corta.
Dobbiamo recuperare in tutti i modi Vargas, che non mi pare neanche troppo tonico atleticamente, ma sul come credo non ci siano idee precise.
Adesso però niente isetrismi e via a preparare la partita di Palermo, difficilissima.
Inserito da admin il 20 Ott 2008 7:37 pm. Categoria:
Fiorentina.
Si sta molto meglio climaticamente stasera che il 22 agosto, quando pioveva sempre e faceva pure freddo.
Durante il lunghissimo viaggio in treno pensavo a come quello che ci sembra impossibile pochi mesi fa e che invece poi arriva e diventa normalita´.
Pensavo al fatto che ormai, a parte Praga, e´quasi un anno che salto la vigilia al campo della Fiorentina in trasferta e questo davvero mi sarebbe apparso intollerabile: e´ la migliore dimostrazione che nessuno e´ indispensabile e magari la prossima volta quando ho l´ abbassamento di voce come e´ successo venerdi´ scorso, forse e´ il caso che non mi “bombi” di medicinali e che lasci il microfono a Bardazzi.
Dico e scrivo tutto questo senza amarezza, anzi con la consapevolezza di aver creato una squadra che lavora in maniera straordinaria, dalle 8 di mattina alle 9 di sera (si´, perche´ mica tutto finisce con la sigla del Pentasport).
Comunque sono qua, e mi veniva in mente Wembley, anche se domani sera non e´ decisiva come allora, pero´ come nell´ ottobre di 9 anni fa ci guarda tutto il mondo calcistico.
Un altro stadio storico da dove trasmettere, una tacca in piu´ per me inguaribile provinciale che sognava di trovare il Real Madrid per provare l´ ebrezza di trasmettere dal Bernabeu.
E quando vedo in questi stadi che hanno scritto la storia del calcio il mio telefono con la scritta Radio Blu provo la stessa soddisfazione di 24 anni fa, al Park Astrid di Bruexelles.
Siamo pronti e siamo carichi, domani sera ci divertiremo spero come a Lione (risultato a parte).
Inserito da admin il 20 Ott 2008 5:22 am. Categoria:
La mia voce in viola.
PROFESSOR MONELLI
Fu un campionato proprio grigio, impreziosito però dalla vittoria in casa contro il Napoli che sarebbe diventato Campione dâItalia. Eâ il grande giorno di Monelli, che vede Garella fuori dai pali e lo infila con unâincredibile rete da centrocampo. Il martedì successivo a Torino arriva lâavvocato Agnelli per la classica visita alla sua Juventus. Convoca in separata sede il divino Platini e osa chiedergli ciò che nessuno, se non appunto Agnelli, avrebbe mai osato: «Mi scusi Michel, potrebbe provare anche lei a ripetere ora, qui davanti a me, il tiro di Monelli di domenica scorsa: è stato sublime». Noblesse oblige e Platini si porta col pallone a centrocampo, mentre Tacconi rimane a fare il Garella (cioè il pollo) fuori dalla porta, al limite dellâarea di rigore. Una, due, tre volte ed il pallonetto di cinquanta metri di Platini non entra. Lâavvocato scuote maestosamente la bianca testa e se ne va. Monelli uno – Platini zero, sono queste le soddisfazioni della vita.
DARE BUCA A BAGGIO
Aveva esordito in serie A con la Sampdoria e, tanto per non smentirsi, si era fatto male la settimana dopo. Diciamo la verità : erano in pochi a credere che quelle ginocchia così esili e martoriate avrebbero sorretto per anni il suo straordinario talento. Con Baggio nellâanno di Bersellini avevo rapporti normali, più o meno come tutti i giornalisti che gravitavano intorno alla Fiorentina. Il tempo delle scelte arrivò la stagione successiva, quando Eriksson decise che forse era meglio darlo in prestito al Cesena âper farlo maturareâ?. Io scelsi di stare con Baggio e non me ne sono mai pentito, perché ancora oggi, se lui gioca, mi metto davanti al televisore a vedere una partita e lâabbraccio che ci scambiamo ogni volta che ci vediamo profuma di reciproco rispetto e di un briciolo di amicizia.
Dunque, in quellâanno di incubazione del futuro campione, era normale invitarlo in radio come giovane speranza. Baggio accettò senza problemi, ma sfortunatamente incappò in uno dei rarissimi momenti in cui le ragioni del cuore avevano avuto la meglio sulla mia coscienza professionale. Ero troppo impegnato in altre faccende e davvero non potevo passare a prenderlo. Non esistevano i cellulari, sapevo che questo bravo ragazzo vicentino era ad aspettarmi allâuscita di Prato Est, ma non sapevo proprio come avvertirlo. Lo chiamai mortificato la sera a casa e gli raccontai la balla di una gomma bucata (che fantasia!). «Non importa, non ti preoccupare, faremo la trasmissione la prossima settimana, sempre che a te vada bene», mi disse e la cosa finì lì. Più o meno la stessa classe del signor Ramon Angel Diaz, che per tre volte ci prese in giro promettendo di venire a Radio Blu e non facendosi mai vedere. Ma si vede che fra me e gli argentini è una questione di feeling. Alla rovescia.
LORO DUE INSIEME
Mi sono divertito a contare i minuti in cui Antognoni e Baggio hanno giocato uno accanto allâaltro: sono 245, neanche tre partite intere. Solo allâultima giornata contro lâAtalanta sono rimasti in campo fianco a fianco per tutta la gara, quasi a voler suggellare lâimminente passaggio di consegne. Baggio aveva un grande rispetto per Antognoni e ne ascoltava in silenzio i consigli tecnici. Esiste unâimmagine bellissima di loro due a Napoli mentre preparano la punizione del pareggio viola, quella del primo gol di Robertino in serie A, nel giorno dello scudetto partenopeo. Antognoni così più alto ed elegante, quasi patriarcale, sembra quasi voler suggerire il tiro al discepolo. Quello fu anche il gol della matematica salvezza al termine di un campionato anonimo, senza spunti tecnici e con pochissime emozioni. La squadra giocava male, con unâinfinità di cross da centrocampo che fecero arrabbiare i tifosi consegnando al tempo stesso a Bersellini lâingiusta patente di allenatore fra i più scarsi mai avuti. Ne avremmo invece visti di peggio.
Quando la stagione si concluse, nessuno di noi poteva sapere che non avremmo più ritrovato Antognoni con la maglia viola. Sapevamo dellâaddio dellâottimo Oriali e del consunto Gentile, ma il capitano era come il David di Michelangelo, un monumento, ed eravamo tutti sicuri di ritrovarlo in ritiro per il sedicesimo anno consecutivo. Ed invece arrivò dal Losanna unâofferta economicamente eccezionale, una di quelle âche non si possono rifiutareâ? e Antognoni se ne andò, tenendo comunque fede alla promessa che mai e poi mai avrebbe indossato unâaltra maglia di squadra italiana e giocato contro la sua Fiorentina. Alla prima partita in Svizzera partirono in duemila da Firenze, perché il dolore dellâaddio rimaneva fortissimo. Poi, piano piano ci abituammo a vivere anche senza Antognoni, ma nellâaprile del 1989 andammo in quarantamila allo stadio per âfesteggiareâ? il suo addio al calcio. Lui smetteva e noi non eravamo più dei ragazzi.
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