Se non ci fossero state le ultime due gloriose (sul campo) stagioni, sarei piuttosto preoccupato della campagna acquisti viola.
Non piace infatti a nessuno veder partire campioni del mondo, giocatori veri anche se rozzi (Blasi), giovani che avevano toccato il cuore per il loro impegno e i loro gol (Reginaldo) e vedere arrivare un mezzo titolare della Juve e un manipolo di sconosciuti di belle speranze.
Ma siccome, appunto, ci sono i due anni precedenti, credo che tutto questo nervosismo sia un po’ fuori luogo, perché per ora Della Valle/Corvino/Prandelli non hanno mai tradito.
Da fonti certe so che Corvino è tranquillissimo e per niente angosciato dalla piega che sta prendendo il mercato viola e se è tranquillo lui non vedo perché si debba essere agitati noi.
Detto questo, però, io sto in campana, nel senso che mi riservo di esprimere eventuali critiche alla campagna acquisti della Fiorentina, come è già avvenuto in passato con Lobont e Kroldrup, non esattamente due affari straordinari.
Ora comunque è troppo presto.
Giugno 2007
Stiamo (con fiducia) in campana
Controcorrente su Reginaldo
Certo che siamo buffi con questa storia di Reginaldo, che a me piace moltisimo, soprattutto fuori dal campo.
Io credo che un’attenta analisi dell’evoluzione del Reginaldo giocatore non possa che portare ad una considerazione tecnica: è un buon elemento, da tenere nei 18, ma non si può pensare di farlo partire titolare.
Il fatto è che se Reginaldo e Mutu giocassero la stessa identica partita noi daremmo 5,5 a Mutu e 6,5 a Reginaldo perché partiamo prevenuti all’incontrario.
Siamo stati cioè convinti per mesi che Reginaldo fosse quasi antitetico al calcio, poi ce lo siamo visti sbocciare da giocatore vero e allora qualsiasi cosa faccia ci sembra un mezzo miracolo.
E lo scrive uno che per Reginaldo ha sostenuto duelli dialettici televisivi.
Ma se per caso arriva un’offerta davvero importante, sui 6/7 milioni di Euro con relativa succosa plusvalenza, penso che l’ottimo Reginaldo si potrebbe pure dare via, anche se con dispiacere, soprattutto umano.
P.S. Devo tornare a sottolineare come questo blog non sia un giornale o una radio, che non esistono finalità di lucro e che di conseguenza gli argomenti scelti seguono l’estro (non sempre felice, ma dovete portare pazienza…) del suo proprietario.
Tutto questo per dire che non mi pare il caso di criticare la scelta di due post dedicati alla vicenda Flachi, o per meglio dire: criticate quanto volete nel merito, ma non la scelta di fondo, perché se dovessi seguire una “scaletta”, anche questo diventerebbe un lavoro e non un piacere.
Nessun buonismo
Non sono riuscito a farmi capire: se Flachi fosse mio figlio gli tirerei tanti nocchini in testa perché ha perfettamente ragione chi ha scritto che ha dilapidato una fortuna, intendendo come fortuna il talento che gli è stato regalato da madre natura.
Il mio ragionamento però era un altro e partiva da ragioni affettive.
Flachi è uno di casa nostra, lo abbiamo visto sbocciare all’Isolotto, fare un po’ lo sbruffone e regalare gioi vere in maglia viola ed infine diventare giocatore vero, importantissimo, nella Samp.
Durante tutti questi anni di lontananza da Firenze lui non ha mai smesso di volerci bene e allora credo che sia giusto volergliene anche noi, dopo avergli tirato (metaforicamente) i nocchini in testaanche per evitare che si perda del tutto.
Per questo non penso sia giusto che rimanga solo, per questo penso che sarebbe opportuno fargli sapere che qui c’è sempre qualcuno che gli vuole bene.
Sarebbe bello che Flachi…
Quando aveva vent’anni Flachi, giocava a fare il grande ed in più di un’occasione entrammo, pure pesantemente, in rotta di collisione.
Avevo 35 anni e certi suoi comportamenti mi sembravano insopportabili.
Spesso, come accade oggi con altri golden boy viola, aveva intorno gente che sapeva dorgli solo di sì per convenienza.
Poi non l’ho più visto per intere stagioni e quando ci siamo incrociati di nuovo mi è sembrato diverso, più maturo e se era vero quello che ogni tanto si bisbigliava in giro, beh, lui sapeva fingere molto bene.
Io non dimentico le sue dichiarazioni d’amore assolutamente disinteressate verso la Fiorentina, le sue mancate esultanze per i gol ci segnava, insomma il profondo rispetto che ci ha sempre portato.
E non dimentico neanche quello che mi disse alla vigilia di una gara col Bologna di fine maggio 2005: che avrebbe giocato certamente per la Champions della Samp, ma un po’ pure per la nostra salvezza.
Oggi che la stessa Sampdoria ha compiuto il passo inevitabile della richiesta di recissione del contratto e che è quasi certo il suo stop fino al 2009, ecco oggi sarebbe bello che Francesco Flachi, che certamente ha molto sbagliato, ma soprattutto sulla propria pelle, sapesse che da queste parti c’è ancora gente che gli vuole bene.
Sullo stesso piano
Ormai sapete tutti della mia simpatia personale e del rapporto costruito negli ultimi tre anni con Giampaolo Pazzini, che intervistai la prima volta quando era ancora un ragazzo all’Atalanta.
Un ragazzo però con la testa da calciatore, molto più maturo dei suoi 20 anni, che intanto sono diventati 23.
E sapete anche delle stilettate che ho dato (con dispiacere) a Valeri Bojinov, che ama spesso circondarsi di persone che gli dicono (o gli dicevano, spero) che va tutto bene, che lui è il migliore e che sono gli altri a sbagliare e a non capirlo.
Detto questo, è bene essere chiari: nella storia del prolungamento del contratto, Pazzini e Bojinov sono esattamente sullo stesso piano e hanno perfettamente ragione Prandelli e Corvino: devono dimostrare di credere nel progetto viola firmando fino al 2011.
Non ci possiamo infatti più permettere un altro caso Toni, bisogna stare belli e tranquilli per costruire o provare a costruire qualcosa di importante.
E dirò di più: Pazzini farebbe bene, ancora più di Bojinov, ad affrettarsi a dire sì ed è strano che uno accorto come Tinti non abbia capito che in questo momento di tutto avrebbe bisogno Giampaolo tranne che di nuove pressioni extra campo.
Abbiamo puntato molto su di lui, gli vogliamo bene perché è uno dei nostri, ma ora ha un assist da sfruttare.
Ecco, guardi di non sciuparlo.
Ce n’era proprio bisogno? Evidentemente sì…
MI COMPLIMENTO PER LA SAGGEZZA DIMOSTRATA CON GLI UTENTI DEL BLOG (SPECIALMENTE CON ALICE…): EVIDENTEMENTE AVENDO VISSUTO SULLA MIA PELLE LO SCUDETTO RUBATO DEL 1982 E L’INFAMIA DELL’UEFA DEL 1990 SONO RIMASTO INDIETRO, COMUNQUE INVERTIAMO L’ORDINE DEI FATTORI (CIOE’ METTIAMO PRIMA LA LETTERA DI BALZARETTI AL TORO) PER VEDERE SE UNA VOLTA TANTO IL PRODOTTO CAMBIA..
ECCO COSA VUOL DIRE INTERAGIRE. HO RICEVUTO DALL’AMICA FONDAMENTALISTA ALICE IL SEGUENTE POST CHE RIMETTE UN PO’ DI ORDINE
Ho la fortuna di avere mio babbo che è un lettore assiduo de âLa Stampaâ? e quando ho chiesto a lui se Balzaretti avesse mai scritto una lettera di saluti ai tifosi del Torino quando decise di andare a parametro zero alla Juventus mi ha detto che nn solo fece pubblicare una lettera sul quotidiano torinese allâindomani della prima amichevole del nuovo torino di Cairo, in modo che ci fosse una ritrovate solidità sportiva per il club granata ma che partecipoâ lo stesso Balzaretti alla presentazione di un libro sul Torino di GianPaolo Ormezzano, con la presenza di alcuni esponenti della curva Maratona dove spiegò i motivi del perchè aveva deciso di accettare la Juventus, dopo il fallimento del vecchio Toro (mio padre, se nn lo si è ancora capito, è tifoso della squadra granata).
E QUESTO E’ QUELLO CHE AVEVO SCRITTO IO D’ISTINTO
Giuro che da domani sarò particolarmente indulgente con Balzaretti, ma mi chiedo se c’era proprio bisogno di questa lettera aperta ai tifosi della Juve.
“Ho vinto due campionati, che nessuna sentenza potra’ mai cancellare”. Lo ha scritto Federico Balzaretti in una lettera aperta inviata al sito della Juventus per salutare la sua ex squadra dopo il passaggio alla Fiorentina. “Sono stati due anni intensi e in cui sono successe molte cose. Ho conosciuto persone splendide e insieme ci siamo tolti tante soddisfazioni – ha detto il 25enne torinese, alla Juventus dal 2005-2006 -. Voglio ringraziare tutti: i miei compagni, i membri dello staff tecnico e medico, i magazzinieri, tutte le persone che lavorano a fianco della squadra e chi quotidianamente opera in sede”. Infine un saluto ai tifosi, che “in questo periodo mi sono sempre stati vicini e non hanno mai fatto mancare il loro sostegno”. (gazzetta.it)
E vorrei anche sapere, e giuro che non lo so, se la stessa lettera aperta sia stata mai indirizzata nel 2005 ai tifosi del Torino, nel loro momento più amaro (e noi ne sappiamo qualcosa di fallimenti…), quando la Juve lo prese a parametro zero.
Certo che è da provinciali criticare questo gesto, che è poi alla fine perfino nobile, ma, ecco, non mi pareva che Balzaretti fosse Bettega, cioè che avesse speso la sua intera vita calcistica con la maglia bianconera.
Però fermiamoci qui e pensiamo a come utlizzare tatticamente Balzaretti.
Meglio per noi
Bisogna essere sinceri: Pazzini e Montolivo hanno giocato un Europeo deludente, nettamente al di sotto delle attesse probabilmente eccessive e comunque supportate dal loro ottimo finale di campionato.
Non sono stati certo aiutati da Casiraghi e da una squadra senza anima e troppi solisti, però hanno fatto poco, veramente poco.
Eppure io dico che questa mezza botta alla fine sarà salutare per i due ragazzi, che essendo intelligenti si chiederanno in cosa hanno fallito e capiranno che dovranno osare di più.
Così li troveremo belli e affamati alla ripartenza di luglio.
Ed è stato per loro, sopratttutto per Pazzini, un bell’allenamento sulle critiche ricevute, che saranno più o meno le stesse che leggeranno o ascolteranno durante la stagione, se appena appena le cose non dovessero andare come i tifosi sperano.
Insomma, alla fine questo Europeo ci restituisce, credo, due giovanotti più maturi e che possiamo attendere con la stessa fiducia che avevamo in loro quando sono partiti per l’Olanda.
Per gli incontentabili (e per i fondamentalisti viola)
Ho fatto una ricerca lunga e comparata: rispetto ad un anno fa, nello stesso periodo di giugno (dal primo ad oggi 20) abbiamo dedicato alla Fiorentina il 20% in più del tempo,che vuol dire venti minuti in più al giorno.
Merito delle pillole, ovvio, mentre all’interno del Pentasport, dove il tempo è rimasto più o meno lo stesso.
Cosa significa questo?
Significa che le vostre (poche, per fortuna) proteste perché parliamo pure di altre squadre mi sembrano immotivate, ma mi sembrava giusto rispondere nell’ambito del dialogo che abbiamo costruito nel tempo.
Lo dico un po’ piccato perché stiamo producendo un grande sforzo economico, organizzativo e professionale per darvi sempre il meglio sulla Fiorentina, basta pensare a Russo oggi a Milano e domani da un’altra parte sempre in chiave viola.
Però, fino a quando guiderò io questa redazione, non avrete mai dal Penta (per fare un esempio) le telefonate degli ascoltatori alposto di dieci minuti di Inter sul caso del momento (l’iscrizione al campionato 2005/2006 con le voci, ribadisco le VOCI, di Uckmar e Zanetti).
E comunque altre squadre sono spesso viste ed analizzate in ottica viola e davvero non mi capacito come qualcuno (una minoranza, comunque) non capisca che sul Penta e sulle Pillole lavorano ogni giorno molte persone per costruire un prodotto GIORNALISTICO.
Le pillole poi hanno avuto bisogno del loro rodaggio, adesso viaggiano molto bene da sole, occupandosi sempre tanton di Fiorentina e di calcio toscano di A e B, perché Radio Blu è un’emittente regionale e non locale.
E nessuna altra radio dedica alla Fiorentina lo spazio che dedichiamo noi, giornalisticamente parlando, ma probabilmente pure in assoluto.
Deve staccare la spina
La sciocchezza di Pazzini (cioè le sue dichiarazioni sullo spareggio olimpico) sono la spia che Giampaolo deve davvero staccare la spina e riposarsi, più mentalmente che fisicamente.
Mi ha sempre sorpreso in Pazzini la sua “testa da calciatore”, il suo essere più maturo rispetto ai vent’anni, ma evidentemente l’uomo non è di ferro e qualcosa di tutto quello detto e scritto ha assimilato anche lui nel corso dei mesi.
In campo a dire il vero non mi era sembrato così nervoso e forse è stata più la delusione che il resto, ma comunque sia non è simpatico dover tornare precipitosamente in sala stampa e fare marcia indietro.
Abbiamo sentito e visto di peggio, di molto peggio, nel corso degli anni e figuriamoci tra un mese cosa sarà simasto di queste parole.
A noi interessa molto di più il futuro: cerchiamo tutti, a cominciare proprio da Giampaolo, di stare un po’ più tranquilli perché a calcio si gioca meglio senza troppe preoccupazioni o pensieri sulle spalle.
Una sorpresa per il Pentasport
Per una volta voglio fare il misetrioso ed invitarvi tutti a seguire il Pentasport di domani sera, e non certo e non solo per l’esclusiva radiofonica con Buffon che parla di Fiorentina oppure per ascoltare il grande Marco Baldini (confesso: sono un fan incallito di Viva Radio2: sono eccezionali, sempre) che racconta la sua passione viola.
Ci sarà molto altro domani sera, diciamo un fatto di cuore ed un debito che non solo io credo di avere.
Non aggiungo altro, provate semmai ad indovinare e fatemi poi sapere dopo le 20 se vi è piaciuta oppure no.