Dicembre 2006


Se mi date di vecchio avete ragione, ma come faccio a non pensarci?
Sono appena arrivato in questo albergo che non è un albergo qualsiasi, ma quello dove la Fiorentina dormì nella notte tra il 15 ed il 16 maggio 1982.
Il ricordo fa pensare a due cose:
1) adesso posso permettermi un albergo del genere (oh, nulla di che, solo che all’epoca trovammo alloggio presso un amico conosciuto durante il militare che ci accolse gratis a casa sua);
2) non mi è passata per niente.
Dalla finestra di una di queste stanze si affacciò Massaro per assicurare il popolo viola migrato in Sardegna che non ci sarebbero stati problemi, che avremmo certamente vinto il tricolore.
Ad un certo punto sbucò pure Galli, che si stava facendo la barba, ma rientrò prudentemente in camera.
Erano le dieci del mattino, otto ore dopo ci avrebbero rubato lo scudetto.
La hall me la ricordavo, perché fu qui che vidi per la prima volta l’impunita gomitata di Brio a Borghi in Catanzaro-Juve e fu atroce, perché ci sentimmo presi in giro anche dalle parole di Boniperti e Trapattoni.
Domani farò a piedi il tragitto verso lo stadio, così come a piedi tornammo con Maurizio rintronati da quel caldo crudele e splendido che solo la Sardegna sa regalare a metà maggio.
Lo farò anche per ricordarmi com’ero, a neanche 22 anni, cosa pensavo, cosa speravo e come avevo il cuore in subbuglio per uno scudetto che mi sembrava già mio: quando mai ci andremo così vicini?

Sì, il mio amico Cristiano Lucarelli ha completamente sbagliato ieri a Livorno, inutile girarci intorno.
Ma siccome, oltre ad essere una persona sensibile, è pure un ragazzo intelligente, sono certo che l’avrà già capito da solo.
E’ andato sopra le righe, facendosi prendere dal clima “politico” della gara contro la Lazio e scordandosi che contro la Fiorentina nello scorso campionato lui e Balleri avevano fatto il verso a Toni, che non ha certo messo loro le mani sul viso.
Cerchiamo però adesso di non specularci troppo sopra, perché altrimenti non ne usciamo più.
E, tanto per essere chiari, ribadisco che in uno stadio il pugno chiuso alla curva livornese di Lucarelli vale esattamente come il saluto fascista di Di Canio.
Solo che con il primo ci passerei volentieri una serata, mentre col secondo potrei al massimo trascorrere il tempo necessario per un’intervista, ma, intendiamoci, sono gusti assolutamente personali.

Leggo che sono stati raccolti 15.000 euro per il calendario dedicato alle “persone diversamente abili” e interpretato magistralmente dai giocatori viola.
Poichè la somma giusta per l’acquisto era di 10 euro, se ne deduce che ieri allo stadio (eravamo in 43.000 circa, ma diciamo pure che 3.000 venivano dalla Lombardia) solo uno su ventisette ha deciso di contribuire all’associazione Matrix.
Un po’ poco, no?
E tutto questo nonstante che i club della Fiesole, con una decisione che fa loro onore, avessero deciso di evitare di mettere in vendita il bellissimo dvd dedicato alla festa degli 80 anni viola proprio per non togliere spazio al calendario.
Devo anche confessare di essere arrivato in sala stampa col rotolo bene in evidenza, proprio per vedere se scattava il processo di imitazione tipico dei primati.
A fine serata, invece, di rotoli come il mio ne ho contati davvero pochi: va bene che la categoria è in crisi, ma forse dieci euro sotto Natale potevano anche essere dirottati dal regalo inutile all’acquisto di un calendario, che tra l’altro è fatto molto bene.
Per non parlare dei frequentatori della tribuna, che mi pare abbiano in gran parte snobbato la raccolta.
Insomma, mi sembra che stavolta noi fiorentini non abbiamo proprio fatto una gran bella figura.

Possesso di palla: Fiorentina 38 minuti, Milan 28.
Basterebbe questo dato a spiegare il rammarico per una vittoria che già in radiocronaca cominciavo a gustarmi, con il supplemento del sorpasso.
In questo momento siamo superiori al Milan e questo è un risultato fantastico, specie se paragonato alle attese della vigilia, ma molti di noi questa sera andranno a letto col magone.
Passerà, anche perché mercoledì è già campionato.
Passerà, anche perché abbiamo là davanti due campioni che hanno già fatto 15 reti, una a partita, e vorrei sapere dove sono quelli che hanno sproloquiato per settimane sulla mancanza di affiatamento tra loro.
Ci manca un pizzico di cattiveria e molto Ufo, che sta rendendo molto al di sotto delle sue possibilità e del suo valore.
Se un campionato così l’avessero giocato Dainelli, Kroldrup o Gamberini vremmo già invocato la panchina.

Mi vergogno un po’ a scrivere queste righe, ma, come si dice, prevenire è meglio che curare.
E allora sono certo che non succederà niente oggi pomeriggio al Franchi durante il minuto di raccoglimento per ricordare i due ragazzi della Juve morti ieri annegati, però, se solo dovesse levarsi un coro, un grido di scherno contro i bianconeri, sarebbe peggio che perdere la partita.
Una tragedia inspiegabile, che lascia ammutoliti e quindi cerchiamo di essere esseri umani e non bestie.
E già che ci siamo compriamo il bellissimo calendario dell’associazione Matrix con i giocatori viola a fare da modelli.

A me piacerebbe parlarci una volta con colui che consiglia a Bojinov le strategie di comunicazione.
Magari è pure lautamente pagato per portare il bulgaro a questo disastro.
I fatti: oggi nella Juve rientra Del Piero e Deschamps fa capire a Valeri che il suo tempo è scaduto e che quel tempo l’ha pure impiegato male.
“Guarda che qui non siamo al Lecce” gli ha detto il tecnico francese, e nemmeno a Firenze eravamo, con tutto il rispetto, a Lecce.
Per questo Bojinov si è fatto l’anno scorso quasi un mese con i ragazzini viola alla Trave, invece che aiutare Toni e compagni nella conquista della Champions.
Pare inoltre che a Torino non abbiano nessuna voglia di spendere 6 milioni di Euro per la metà del suo cartellino e che, insomma, ce lo rispediscano a casa.
Una casa dove lui si è complicato maledettamente la vita con tutte quelle dichiarazioni gratuite d’amore alla Juve e di insofferenza verso la Fiorentina.
E adesso che facciamo?
Ci scordiamo il passato, operazione peraltro già riuscita con qualche mal di pancia con Toni questa estate?
Solo che, pronti via, Toni ha ricominciato subito a segnare, mentre Bojinov dopo quattro anni da calciatore professionista non ha ancora capito che la testa conta quanto l’abilià tecnica. Anzi, forse di più.

Adesso non cominciate a dire che sono filo-romanista (ci mancherebbe altro, quando c’era Roma-Juve avevo delle strane sensazioni: non sapevo proprio “contro” chi tifare…), ma se davvero l’avessero fatto, sarebbe veramente divertente.
Cosa?
Pare che una trentina di ultrà giallorossi siano andati ad espletare le proprie funzioni fisiologiche direttamente dentro la fontana del Gianicolo pochi minuti prima che Delio Rossi si immergesse per il proprio bagno “purificatore” dopo l’inebriante vittoria nel derby.
Suor Paola (ma non ha altre cose da fare nella vita?) assicura che non è vero niente, che lei era lì a presidiare la zona e che nella zona si sono viste solo due ragazze, ma io preferisco non crederle e coltivare invece il dubbio che l’acqua in cui ha sguazzato per poco il “simpatico” tecnico laziale fosse stata meno fredda del previsto.
Una cosa del genere l’avrebbe potuta pensare uno come Monicelli per il quarto episodio di “Amici miei”.

Ormai è diventata una fissazione: non passa partita senza che Dainelli non venga attaccato da qualcuno.
Giusto ad Empoli, dove fu il migliore in campo, se la cavò senza passare sotto le forche caudine della critica.
Certamente non è un fenomeno, ma un paio di errori a gara non li commettono in media tutti i giocatori, fenomeni esclusi?
E invece, anche quando la difesa non prende gol, eccoli lì i fucili puntati sulla prestazione negativa di Dainelli, che se solo avesse accanto un centrale veloce, cattivo e carismatico, sarebbe uno dei più bravi difensori in circolazione.
Guardate che scrivo tutto questo senza avere il minimo contatto con il giocatore, che conosco superficialmente e che comunque mi sembra piuttosto sveglio.
D’altra parte da almeno dieci anni mi sono defilato nella gestione quotidiana del rapporto con i calciatori.
Tornando a Dainelli, inviterei tutti ad essere più obiettivi nella valutazione delle sue prestazioni e dirò di più (rischiando le vostre invettive): io penserei addirittura a rinnovargli il contratto.

Ma vi rendete conto quanti sono cento punti conquistati in cinquantatre partite?
Una media di 1,88 punti a gara: chi ha saputo fare di meglio negli ultimi diciotto mesi?
Straordinario Prandelli, che sta facendo rendere al massimo un organico eccellente, ma non straordinario e più di così sinceramente era impossibile pretendere.
Abbiamo vinto in tutti i modi possibile, a volte dando spettacolo e a volte soffrendo,’ come ieri a Verona e forse non ci rendiamo bene conto di quello che stiamo vivendo.
Abbiamo cambiato il modulo, hanno tentato di ammazzarci in estate e adesso saremmo ancora quarti per il secondo campionato consecutivo.
Non ci sono altre parole per raccontare la nostra gratitudine verso questo tecnico (e anche verso i Della Valle e Corvino, che lo hanno sempre lasciato tranquillo, seguendo le sue indicazioni e, nel caso del direttore generale, anche le proprie intuizioni).

Pareggiare a Cagliari e vincere le altre tre: impossibile?
Non dal punto di vista tecnico, semmai è più dura sul piano psicologico, specialmente considerando che si gioca a distanza ravvicinatissima.
La spinta giusta dovrà arrivare proprio da Verona, dove abbiamo tutte le possibilità di portare via i tre punti: perché siamo più forti, perché sarà come giocare in casa (non come l’anno scoorso, ma la tifoseria del Chievo, sia detto senza offesa, non crea davvero grandi problemi) e perché loro arrivano da due vittorie consecutive ed avranno un po’ meno fame.
Sarà un bel test per verificare la maturità di una squadra che per ora ha tradito pochissimo, talmente poco che ogni volta che è successo siamo rimasti giorni a chiederci i motivi.

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