Stasera ho avuto un’ulteriore dimostrazione di come sia difficile giudicare un fatto o una situazione senza essersi completamente calati nel contesto.
Ero collegato con la radio corrispondente di Ascoli e ad un certo punto da studio si sono scatenati sul fatto che i Della Valle, nonostante i ripetuti inviti delle massime autorità locali, non abbiano comprato la società marchigiana, preferendo invece investire a Firenze.
Gliene saremo sempre grati, però bisogna sforzarsi di capire le loro ragioni.
Che avremmo detto noi se Fratini, dopo mille ammiccamenti e corteggiamenti, avesse deciso di acquistare che so l’Inter anziché la Fiorentina?
Lì ad Ascoli se la sono tutti legata al dito, un motivo in più per temere l’ambiente, che peraltro è sempre stato agitato (proprio in quello stadio mi sono beccato gli unici, per ora e per sempre spero, schiaffi, di venticinque anni di trasferte).
A noi comunque è andata meglio così, alla faccia di chi pontifica sul fatto che un marchigiano sia venuto ad occupare il sacro suolo fiorentino.
Novembre 2006
Ascoli e Della Valle
La Coppa di Terim
Dunque la Coppa Italia del 2001 l’avrebbe vinta Terim e non Mancini, secondo il parere dello stesso tecnico turco.
Una dichiarazione poco elegante, che ha pochi precedenti nel calcio.
Io non sono mai stato uno di quelli che impazziva per Terim, perché quando è andato via la Fiorentina si stava avvitando in classifica dopo tre sconfitte consecutive ed un brutto pareggio in casa.
la sua squadra giocò un calcio stellare per quaranta giorni, ma prima e dopo, con Rui Costa e Toldo, ebbe grandissime difficoltà.
Fu una vicenda grottesca, quella delle dimissioni dell’intero staff, in cui mi trovai coinvolto mia malgrado.
Una vicenda in cui venne fuori la mia inesperienza a gestire certe situazioni ed una forte ingenuità a credere nelle promesse di Cecchi Gori.
Ma tornando a Terim, fu lui a volersene andare perché aveva già un accordo con il Milan.
Manca la controprova della vittoria in finale con lui in panchina e nessuno sa come sarebbe andata a finire in campionato, dove a febbraio eravamo a metà classifica.
Terim era molto bravo con i giornalisti (come Trapattoni, del resto): ma in campo, come dimostra Prandelli, la faccenda è un po’ diversa…
Tormentoni
Quando nel 1973 si capì che uno come Antognoni non poteva certo giocare a singhiozzo, Gigi Radice si trovò a dover scegliere tra lui, Merlo e De Sisti.
Ribadisco: Antognoni, Merlo e De Sisti, il massimo o quasi del calcio italiano dell’epoca.
Risolse l’equazione spostando Picchio venti metri più indietro e, a volte, cinquanta metri più a lato, cioè in panchina.
Racconto questo frammento del passato per spiegare come certi tormentoni siano alla fin fine il sale del calcio.
Montolivo che deve o non deve giocare con Liverani, Pazzini che nonostante i due gol non è affatto sicuro del posto, causa rientro di Toni.
E’ divertente e non fa male parlarne, speculare tatticamente e tecnicamente sulle varie possibilità: ma cosa credette che facesse l’Italia intera nel 1970 ai Mondiali messicani, se non dividersi tra Mazzola e Rivera (io ad esempio ero nettamente a favore del secondo)?
A meno che non si consideri il calcio una religione (oddio, i fanatici li avremmo già, basta pensare ai teppisti dello stadio…) per sottometterci infine tutti in silenzio al verbo di questo o quel tecnico.
Ma sai te che noia mortale diventrebbe questo meraviglioso sport.
Li fermiamo?
Poi ci sono quelli che pensano che i duecento teppisti sedicenti ultras (saranno più o meno di duecento? Conta poco) difendano l’amor proprio della Fiorentina, intesa come squadra e come tifoseria.
Sono quelli più pericolosi: in buonafede, ma pericolosi.
Perché così ragalano un alibi a chi non cerca altro che un motivo per menare le mani, fomentare il caos, far passare la logica del tanto peggio tanto meglio.
Sinceramente non so come muovermi in concreto, perché non conosce certe logiche, non frequento la curva da oltre venticinque anni e oltretutto, quando ci andavo da ragazzo, preferivo la Ferrovia per il semplice fatto che potevo arrivare un po’ dopo allo stadio (per la legge del contrappasso, adesso costringo tutti ad arrivare almeno due ore prima…).
Tavole rotonde? Mah
Chiedere lumi ai capitifosi? Penso che la situazione sia loro sfuggita di mano e poiché mi risulta abbiano tutti più o meno un lavoro, non vedo perché debbano fare da poliziotti a gente che nemmeno la polizia vera riesce, come si è visto, a bloccare.
Denunciare il teppista, se lo conosci? Ottima idea, ma chi se la sente di fare l’eroe in un mondo dove l’egoismo regna sovrano.
Non mi rimane quindi che alzare mediaticamente la voce, com ho fatto ieri sera a Rtv38 , per evitare che della faccenda si torni a parlare solo alla prossima guerriglia urbana.
Una volta tanto…
Una volta tanto avevo visto giusto, anche se non pensavo che Pazzini potesse giocare un secondo tempo così.
Due gol e tre grandi occasioni, è proprio vero che il calcio non ha logica: chi avrebbe mai detto che sarebbe andato meglio via via che la stanchezza aumentava?
Giusto che Prandelli abbia lasciato il palcoscenico del dopo partita ai protagonisti, lo aveva già fatto dopo il Parma ed era sembrato un vezzo polemico post dichiarazioni velenose sull’ambiente.
Non era evidentemente così e adesso ci siamo scrollati definitivamente di dosso i fantasmi dell’Olimpico (vista comunque la Roma? E’ tornata a giocare il più bel calcio del campionato).
La nota veramente stonata è quella dei deficienti che continuano a far esplodere i petardi allo stadio (tanto la multa mica la pagano loro) e dei delinquenti di professione che fingono di tifare Fiorentina ed attendono le partite ad alto rischio come quella con l’Atalanta per sfogare la loro immensa frustrazione.
Due agenti feriti, “attacco premeditato” hanno scritto nella nota ufficiale le forze dell’ordine, ma si può?
No che non si può e bisognerebbe smetterla di essere silenti complici di questi maledetti teppisti che non guardano neanche la partita, che non vogliono facri amare il calcio e che adesso, per quello che scrivo, continueranno subdolamente e anonimamente a minacciare.
Forza Pazzini
Un po’ ci frega quella sua aria scanzonata che tanto piace alle ragazze e ci fa pensare che sia immune dalle emozioni.
Ed invece questo pomeriggio Giampaolo Pazzini avrà le farfalle nello stomaco per tanti motivi: ritrovare l’Atalanta, il bisogno di rassicurare i suoi tanti estimatori, la rabbia nel volersi ritagliare un posto in prima fila.
Pazzini è uno di noi, toscano purosangue, graffiante ed ironico, con una maturità che stride con i suoi 22 anni.
Cerchiamo di incoraggiarlo ad infilarsi il prima possibile nella partita, applausiamolo a prescindere, dovesse pure sbagliare i primi palloni.
Ecco, una vittoria contro l’Atalanta con un suo gol sarebbe davvero il massimo.
Quella foto
Ci sono foto che valgono più di mille articoli: quella di oggi sul Corriere della Sera appartiene alla suddetta categoria.
Si vedono i volti imbrattati di sangue e senza vita dei bambini palestinesi morti durante l’ultimo attacco israeliano a Gaza
“Un errore”, lo ha definito Olmert, il premier israeliano, con freddezza burocratica.
Una cosa nauseante lo definisco io, un qualcosa che ti fa venire voglia di urlare, di dire che non è possibile tollerare cose del genere.
Lo so che non dovrei, ma provo un senso di vergogna, da ebreo non osservante, per quella foto.
Un senso di colpa spiegabile solo col fatto che dai 6 ai 13 anni ci avevano insegnato che eravamo noi ebrei quelli buoni e gli altri i cattivi.
Non è così, i buoni e i cattivi ci sono da tutte e due le parti in un crescendo d’odio che pare ormai senza via di uscita.
Lo avevo già scritto e mi ripeto: ma com’è stato possibile arrivare a questo?
Due Stati liberi e rciprocamente riconosciuti, è solo questa la soluzione, ma ho paura che non ci arriveranno mai.
E noi continueremo a soffrire per altre foto come quella di oggi.
Muro di gomma
Potevo anche intitolarlo “Allucinante 2”, perché io su questa storia della multa a Roma più alta di quella comminata ai giallorossi mi sono incaponito e ho cercato quindi di lavorarci sopra.
Niente da fare, un muro di gomma.
Mi sarebbe piaciuto sapere: 1) come si è arrivati a questa decisione 2) chi c’era a Roma della Lega 3) cosa ha visto e sentito per farci pagare più della Roma.
Ho messo al lavoro anche una buona parte della redazione, ma sembra che che il mistero sia fedelmente custodito dai sacerdoti del tempio, cioè dai segretari e funzionari vari della Lega stessa che bloccano ogni accesso alle fonti e respingono ogni domanda.
E’ così che si vuole cambiare il calcio? Mah, sono fortemente perplesso, perché noi chiediamo solo una spiegazione a qualcosa di assurdo che hanno potuto vedere ed ascoltare tutti quelli presenti all’Olimpico.
Mentre scrivo siamo in piena fase preparatoria del Penta con Prandelli e continuiamo a provarci, ma non credo che stasera potremo raccontarvi molto sull’argomento, e non per colpa nostra.
Allucinante
Ammenda di € 7.000,00 : alla Soc. FIORENTINA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, nel proprio settore, fatto esplodere complessivamente tre petardi e acceso quattro fumogeni e, nel settore avversario, lanciato quattro fumogeni e tre bottigliette; entità della sanzione attenuata trattandosi di gara disputata in trasferta; recidiva.
Ammenda di € 5.000,00 : alla Soc. ROMA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, fatto esplodere complessivamente sei petardi ed acceso nel proprio settore un fumogeno; recidiva.
Questi sono pazzi o in malafede e a questo punto comincio seriamente a pensare alla seconda ipotesi.
Ero a Roma e ad un certo punto sembrava di essere a Napoli l’ultimo dell’anno: petardi, bengala, di tutto, altro che sei petardi ed un fumogeno.
Dalla parte viola un quinto, ma forse meno, di quello visto e sentito dalle parti della curva sud.
Allucinante.
Perché?
Nemmeno Prandelli a fine gara sapeva spiegarsi le ragioni del black-out totale della ripresa.
Ho molto apprezzato la sua disarmante onestà in sala stampa: si vedeva che aveva preparato la gara nei minimi particolari ed invece, improvvisamente, si è spenta la luce.
Sul perché del crollo adesso fioriranno le interpretazioni, che non possono comunque allontanarsi troppo dalla psicologia.
Impensabile infatti pensare ad un calo di condizione fisica a novembre, quando storicamente in questo periodo le formazioni di Prandelli vanno molto bene.
Forse qualche giocatore deve aver pensato la stessa cosa della stragrande maggioranza dei tifosi, cioè che la salvezza era ormai cosa fatta e che doppiata quota zero si potevano aprire scenari europei.
In questo senso la mazzata di ieri sera ci farà bene, ma è una ben magra consolazione.