Prandelli è un grande allenatore, probabilmente il migliore con Spalletti, Lippi e Capello in Italia.
Credo che lo sfogo di questo pomeriggio, indirizzato soprattutto verso i giornalisti, faccia parte di una strategia precisa, qualcosa del tipo “Quella sporca ultima meta”.
Insomma, noi siamo la Fiorentina, un manipolo di uomini che sfida il mondo e proprio da questo uno contro tutti traiamo un’energia inesauribile che ci porterà a raggiungere l’obiettivo.
Sinceramente non ho visto accanimento verso la squadra da parte dei media, però bisogna intendersi: se volete che (relativamente a Livorno-Fiorentina) io parli bene delle prove di Ufo, Jorgensen, Dainelli, Gamberini, Pasqual, Donadel e Blasi avete sbagliato indirizzo.
Io rivendico il diritto/dovere di criticare, senza cattiveria, ma anche senza il ricatto di non poter dire niente perché altrimenti “sono contro la Fiorentina”.
Ci vuole una giusta via di mezzo, che non sempre è facile trovare.
Esempio lampante Golden Gol di domenica e parlo ovviamente a titolo personale.
Credo di aver detto cose normali, ho difeso la campagna acquisti, il lavoro di Prandelli, ma ho anche messo in risalto la prestazione per me scarsa di alcuni elementi.
Però ero talmente arrabbiato per la sconfitta e preoccupato per la classifica da avere un’aria truce, un atteggiamento che può aver ingenerato l’idea che ce l’avessi con tutti: squadra, Prandelli e società.
Io, che ho salutato normalmente Prandelli dopo ognuna delle ultime tre sconfitte, starò più attento nel modo di porgere i concetti, però non vorrei che si arrivasse ad una contrapposizione stampa-Fiorentina che causerebbe solo disastri (ognuno è però responsabile di quello che dice e quello che fa, figuriamoci se proprio io mi metto a difendere corporativamente la categoria…)
Settembre 2006
La rabbia di Prandelli
Chiarimenti viola
Io non ho mai scritto o pensato che faremo la fine del 2002.
Ho solo detto che non possiamo e vogliamo permetterci giustificazioni extra campo per prestazioni incolori, come facemmo allora per mesi, precipitando nel baratro.
Mi sembra chiaro il concetto: qui nessuno sta col fiato addosso al tecnico o ai giocatori, ma non siamo stati noi giornalisti a tirare fuori la storia della penalizzazione nel dopo gara di Livorno.
Lo ha fatto Prandelli e poi in parte Toni.
Detto questo, pensiamo a fare quadrato, perchè la rosa di quest’anno è davvero più forte di quella dell’anno scorso.
L’avevo già ricordato in radio ed in televisione, ma forse a qualcuno è sfuggito.
E se poi penso ai rigori decisivi falliti in campionato e all’infortunio di Frey a metà campionato, mi viene da pensare che quella dell’anno passato sia stata una stagione certamente buona per la dea bendata, ma non poi così sfacciatamente fortunata.
Non facciamone insomma un feticcio alla rovescia e ribadisco il concetto: le potenzialità della rosa viola sono da almeno 65 punti.
Ma Ufo deve svegliarsi, Jorgensen ricominciare a saltare l’uomo, Blasi liberarsi della paura del cartellino, i due centrali stare più accorti, Pasqual non voler dimostrare niente a nessuno, Liverani rischiare qualcosa in verticale e Toni entarre in forma.
Non sono variabili da poco,ma la stoffa è quella buona, ed il sarto ottimo.
Allarme rosso
Attenzione, qui si rischia di ripetere psicologicamente il 2001/02.
Cinque anni fa era sempre colpa degli stipendi che non arrivavano, delle precarie condizioni mentali di VCG, della cessione di Toldo e Rui Costa.
Mai di quella banda di maledetti mercenari che con un organico da tranquilla metà classifica ci hanno fatto prima retrocedere e poi, senza i 60 miliardi della televisione, fallire.
Adesso è colpa della penalizzazione, che costringe i giocatori a chissà quali tortuosi percorsi mentali per arrivare a presentarsi belli concentrati in campo.
L’ho sentito negli spogliatoi di Livorno questo fantasma aggirarsi nell’aria e non va bene, non va assolutamente bene.
Facciamo così: voi (e per voi intendo squadra e Prandelli) fate i 65 punti che sono tranquillamente alla vostra portata, e che sarebbero poi 9 in meno della fantastica passata stagione, e non vi preoccupate di altro.
Ma cominciamo a farli i punti, perché anche senza questo maledetto handicap saremmo ultimi lo stesso e, tanto per ricordarlo, raramente era successo che la Fiorentina perdesse tre partite di seguito (già, siamo stati pure eliminati dalla Coppa Italia, dove pure si partiva tutti alla pari…)
Mica li farà tutti e due?
Mi piacerebbe conoscere gli emolumenti percepiti da Guido Rossi come commissario della FIGC e poi lo stipendio che prenderà come presidente di Telecom.
Basterebbe questo mero aspetto materiale per far capire a tutti che è impossibile sovrapporre le due cariche.
Faccio un esempio personale: sarebbe come se dicessi di sì a quella radio che da anni mi propone di dirigere la propria redazione sportiva e poi, alle 18.05, cominciassi tranquillamente a condurre il Pentasport.
Dice: ma qui non si tratta di due concorrenti, sono realtà economicamente diverse.
Peggio ancora, perché qui le due identità in qualche modo interagiscono: Telecom ha rapporti di affari con il mondo del calcio (basta pensare al recente contratto con la Fiorentina) e non si venga a dire che un conto è la Lega e un altro la Federazione, perché a uno come Galliani una distinzione del genere non l’avremmo mai (giustamente) concessa.
Quindi Guido Rossi exit, mi sembra inevitabile, ed il prima possibile.
Solo vincere
Ottimo risultato, il due a zero del Livorno in Coppa Uefa.
Adesso tocca a noi e davvero non esisteva davvero miglior condizione psicologica e fisica per affrontare questo derby.
A questo punto il pareggio non va bene, sono due punti persi perché all’Ardenza bisogna osare, anche sul piano dell’atteggiamento psicologico.
Voglio dire che possiamo anche rischiare un cartellino in più piuttosto che soccombere come sempre di fronte alla maggiore grinta del Livorno.
Sotto molti punti di vista, soprattutto quello della maturità, dopodomani conta più di sabato scorso, quando avevamo di fronte qualcuno più forte.
Cerchiamo di non sprecarla, questa grande occasione.
Nel nome di Maria
Un quesito ben più lacerante di quello della scelta tra Liverani e Montolivo: fanno bene gli affidatari di Maria a non voler restituire (termine orrendo) la bambina di dieci anni alle autorità della Bielorussia che vogliono riportarla nel proprio Paese?
Ho sempre resistito al pressing di mia moglie, a cui sarebbe piaciuto avere un figlio in affidamento: l’ho fatto per puro egoismo, perché immaginavo quanto sarebbe stato straziante il momento dell’addio e non credo che esista allenamento mentale adeguato per vivere bene certe emozioni negative.
Ho conosciuto per interposta persona storie strazianti di orfanotrofi di Paesi dell’Est, del Sudamerica, in cui non stentavo a credere che una volta entrato lì dentro ti venisse voglia di portartene via due, tre, quattro, tutti, se fosse stato possibile.
Non a caso diversi genitori adottivi sono partiti dall’Italia con l’idea di avere un figlio e se ne sono tornati a casa con due o tre.
E però questa di Maria è una storia a suo modo diversa, atroce: si parla di violenze sessuali su una bambina di dieci anni, sul rischio che possa tornare a vivere quell’infermo.
Con il cuore siamo tutti con gli affidatari (volutamente non ho mai scritto “genitori affidatari”), ma poi bisogna pure ragionare ed ipotizzare che se passa il caso di Maria, se cioè rimane in Italia con chi adesso la nasconde, mille altri padri e madri che come me non sopportano il distacco dopo l’affidamento potrebbero fare lo stesso.
Senza contare che il caso rischia di bloccare 550 adozioni di bambini bielorussi e gettare nella disperazione altrettante famiglie da mesi, forse anni in trepidazione.
Insomma, nel nome di Maria io non so davvero quale sia la cosa giusta da fare, ma vorrei solo che non si speculasse sulla pelle di questa bambina, che ha un anno meno di mia figlia Valentina che proprio oggi va felicemente in prima media.
Eppure Lucarelli…
Guardate che Cristiano Lucarelli ha davvero una grande simpatia per la Fiorentina e se qualcuno glielo avesse chiesto forse sarebbe davvero venuto a Firenze.
Lo dico e lo scrivo prima di tutto perché è vero e poi anche per stemperare i toni del prossimo derby, dopo quei gesti sbagliati dello scorso anno (il verso a Toni) di cui lui si è scusato.
A me Lucarelli è sempre piaciuto moltissimo, in campo e fuori.
Lasciando perdere la storia del miliardo a cui ha rinunciato per giocare nel suo Livorno, ne trovate molti di giocatori che la mattina della partenza per la Russia si svegliano con un magone grosso così, fanno tristemente colazione e poi dicono alla moglie che no, che a Mosca lui non ci vuole andare e pazienza per i dieci milioni di Euro in tre anni?
Cristiano Lucarelli è uno di quelli a cui dispiace davvero che i rapporti tra tifosi di Livorno e Fiorentina si siano (forse) irrimediabilmente sciupati: dipendesse da lui, andrebbe personalmente al Collettivo e al Gruppo Storico a spiegare perché invece sia bene andare d’accordo.
Lucarelli è anche quello che ci ha ammollato cinque gol in tre anni all’Ardenza, ma è il suo mestiere e mica gli si può impedire di farlo.
Però, nel deprecabile caso di un Toni in partenza, uno così a Firenze ci sarebbe stato benissimo anche perché (purtroppo per noi) resta uno dei migliori attaccanti italiani.
Niente vittimismi
Un fantasma si aggira per Firenze, quello del vittimismo.
Sostenere di aver perso la gara con l’Inter per colpa di Rosetti è pericolosissimo: loro sono stati superiori e noi abbiamo molte cose da rivedere.
Le ingiustizie più grosse sono state quelle del Palazzo del calcio questa estate, non le punizioni dubbie di Rosetti a centrocampo.
Per piacere fermiamo qui la girandola delle recriminazioni, pensiamo piuttosto di non aver costruito nessuna occasione veramente pericolosa dopo lo splendido secondo gol di Toni, sbagliando tra l’altro una buona chance su calcio di punizione.
So di esser molto duro, ma questo è il tempo della frusta: bisogna impegnarci il triplo per recuperare lo svantaggio a tavolino e pensare all’arbitraggio di sabato sera non ci aiuta proprio per niente.
P.S. Non c’entra niente con l’argomento, ma ve la voglio raccontare lo stesso.
Sapevate che c’è stato uno/a della mia categoria che mi ha querelato penalmente perché secondo lui/lei (eh sì, voglio confondervi le idee…) avrei usato espressioni offensive nei suoi confronti?
In pratica avrei rischiato la galera per il blog! Bella gente, vero?
Ebbene ho appena saputo che il giudice ha archiviato il tutto dando il non luogo a procedere: ma non era meglio se quello/a i soldi invece che all’avvocato li dava a qualche associazione di volontariato?
Grande Nick
Un segno del destino: la prima volta che ho sentito parlare di Nick Ceccarini è stato nel 1994, quando litigò con Francesco Selvi per una questione di precedenze su un’intervista.
Aveva ragione Francesco, che all’epoca lavorava a Radio Blu, ma mi colpì come quell’altro cercava di infilarsi nel mezzo senza troppo rispetto.
L’estate successiva lo chiamai per sentire se aveva voglia di venire con me: lui mollò in trenta secondi la radio molto locale dove lo trattavano da ragazzo di bottega e cominciò la nostra avventura.
Ceccarini e Selvi, ovvero i miei fratelli minori, “quelli che mi sono venuti meglio”, come dicono a casa mia prendendomi in giro (per loro ho pure un debole giornalistico per Bardazzi e può darsi che abbiano ragione).
Ieri Ceccarini ha fatto il suo esordio come telecronista nel digitale terrestre di Mediaset, oggi aveva il campo principale nella diretta (Milan-Lazio), martedì e mercoledì sarà impegnato in Champions Leagues.
Tutto questo partendo veramente da zero, senza avere mai avuto uno straccio di raccomandazione.
Sono orgoglioso di lui, così come sono stato felice quando assunsero Selvi a Tmc, perché vuol dire che forse uno su mille ce la fa davvero, ma il caso di Nick è ancora più eclatante.
Alcuni papaveri del giornalismo fiorentino lo hanno preso in giro per anni, assicurandogli spinte che non sono mai arrivate, ma lui ha insistito, puntando su Radio Blu e soprattutto su se stesso.
Si è poi messo in gioco andando a Milano a Sport Italia e poi ai Mondiali di Germania, dove finalmente qualcuno ha capito che valeva molto di più delle decine di raccomandati che infestano le redazioni di mezza Italia.
Io per lui non ho fatto veramente niente, voglio dire a livello di raccomandazioni, anzi l’ho perfino penalizzato.
Quando? In televisione, dove, per un clamoroso errore di valutazione preferii appoggiare chi valeva la metà di Nick, salvo pentirmene amaramente.
Poteva essere assunto lui ed invece per far posto a quest’altra persona da me super sponsorizzata gli proposero un vergognoso contratto a 300 Euro al mese.
Ora posso dire che è andata meglio così, però mi ha pesato a lungo.
Abbiamo avuto scontri pesanti, molto pesanti, estremamente interessanti da studiare a livello psicologico: lui con la voglia di “ammazzare” giornalisticamente il padre, ed io con la “sindrome da tradimento”, perché non sempre mi seguiva (quando voglio, cioè quasi sempre, sono un martello pneumatico).
Grande Nick, che è riuscito a realizzare il suo sogno.
Alla faccia di tutti quelli che lo hanno preso in giro negli ultimi quindici anni e che ora pur sorridendogli davanti in cuor loro rosicano da morire.
Troppo forti
Finisce la partita ed arriva vicino alla postazione un pingue cinquantenne ad urlare che bisogna dirlo alla radio. Cosa? “Che è tutta colpa di Rosetti, accidenti a lui ci ha fatto perdere!”.
A me pare invece che la Fiorentina abbia perso perché, come temevo alla vigilia, l’Inter è con il Milan e forse la Roma una delle squadre del campionato a noi superiore per caratura tecnica e poiché il calcio è uno sport in cui bisogna saper usare bene un attrezzo chiamato pallone, loro lo sanno fare meglio di noi.
Vogliamo dire la verità? Ce l’hanno nascosta per ampi tratti della partita e abbiamo spesso corso a vuoto.
Ci siamo aggrappati a Mutu nel primo tempo (poi calato vistosamente nella ripresa, con la sola eccezione dell’azione del cross del primo gol) e ad un confortante e strepitoso Toni nella ripresa (quando è uscito Materazzi).
Per il resto siamo stati poca cosa, con la sola eccezione di un Donadel commovente, che ci ha evitato il tracollo nel secondo tempo.
Male la difesa, malissimo Ufo, quasi in crisi di identità.
Pasqual non è ancora brillante, Liverani per ora un mistero irrisolto.
Ma non è contro l’Inter che va giudicata questa squadra: loro sono troppo forti per noi.
Stiamo calmi, facciamo finta che il campionato cominci domenica prossima e proviamo a vincere a Livorno.