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BARI – Un padre ha letteralmente – secondo gli investigatori – venduto la figlia di appena 13 anni a conoscenti – uno per volta o addirittura in gruppo – spesso in cambio di una bottiglia di birra o di scadente liquore.
Dopo due anni di sofferenze, costellate anche da ricoveri in cliniche per problemi ginecologici, la ragazzina ha trovato il coraggio di denunciare tutto ai carabinieri.
E’ accaduto in un centro del Barese dove i carabinieri hanno arrestato l’uomo.
La vicenda si inserisce in uno scenario di degrado sociale e familiare nel quale, tra l’altro, i genitori sono separati: la ragazzina spesso viveva con il padre che nel 2004, quando lei era poco più che tredicenne, cominciò a farla prostituire in cambio di pochi soldi.
La ragazzina – a quanto si è saputo – era svegliata in piena notte era costretta a sevizie della peggiore specie da parte degli amici del padre, arrivando addirittura a vere e proprie violenze di gruppo.
“Mio padre mi portava in giro per la città durante la notte e mi consegnava ad uno o più uomini che abusavano di me.
Io non volevo stare con loro, erano quasi tutti pregiudicati.
Quando mi violentavano in gruppo mi strappavano i vestiti che indossavo e infierivano su di me”.
E’ una parte del racconto che la ragazzina di 13 anni ha fatto ai carabinieri e al pm inquirente Giuseppe Scelsi quando, nel 2006, assieme al compagno maggiorenne ha deciso di denunciare le violenze subite per due anni in una città a pochi chilometri a sud del capoluogo pugliese.

Ecco, premesso che nessuno è colpevole fino a quando la sentenza eccetera eccetera, cosa gli vuoi fare a uno così?
Io continuo ad essere politicamente scorretto e penso che non sarebbe male spedirlo nelle celle comuni con gli altri detenuti.

Una partita perfetta, trascinante: impossibile non ammirare il Milan di stasera, anche perché Ancelotti è infinitamente più simpatico dei vari Capello, Lippi, Mourinho e compagnia cantante (sì, lo so che c’è Galliani, ma vedendo lo spettacolo di San Siro me ne sono quasi dimenticato…).
Fosse stata la Juve avrei certamente resistito, ma in fondo il Milan è la formazione che ha giocato meglio in Europa negli ultimi venti anni e allora questa sera mi sono lasciato andare e ho tifato per la “squadra italiana”.
Sono stati davvero strepitosi, come del resto all’andata, e poi il calcio non è mica solo odio o antipatia verso il “nemico”.
Esiste pure il fatto tecnico, la giocata da applausi, come il secondo gol di Seedorf.
Mi è sembrato un po’ come se giocasse l’Italia contro l’Inghilterra e alla fine ero contento che fossero andati in finale perché se lo meritano proprio.
E ora, naturalmente, sono pronto a ricevere gli attacchi di chi la pensa in modo diametralmente opposto, ma per piacere non tirate fuori la storia che se si applaude per una sera un’altra squadra si ama meno la Fiorentina.

ROMA – Sei persone sono state arrestate dai carabinieri di Bracciano, in provincia di Roma, con l’accusa di aver narcotizzato e drogato alcuni bambini tra i 5 e i 10 anni e di averli costretti a partecipare a giochi erotici. Gli arrestati sono tre maestre di una scuola materna ed elementare di Rignano Flaminio, vicino Roma, il marito di una di loro (noto autore televisivo), una bidella e un extracomunitario addetto a un distributore di benzina del paese.
L’indagine è partita alcuni mesi fa. Gli indagati si sono sempre dichiarati innocenti. I dottori avrebbero accertato in almeno due casi una violenza sessuale.
Secondo i carabinieri che hanno condotto le immagini una quindicina di bambini sarebbero stati condotti con un pulmino in orario scolastico in un locale privato, secondo indiscrezioni di proprietà di una delle maestre indagate, e filmati mentre venivano sottoposti a abusi.
Le indagini erano cominciate durante l’estate 2006, a seguito della denuncia di alcuni genitori che avevano notato strani comportamenti nei figli.
Alcuni, in diverse occasioni, sarebbero tornati a casa in stato quasi confusionale, altri avrebbero avuto crisi di pianto prima di essere accompagnati a scuola, altri ancora avrebbero disegnato organi genitali maschili e femminili e figure assolutamente anomale per la loro età.
I nomi degli arrestati. Gianfranco Scancarello di 56
anni, autore televisivo, noto per aver creato importanti programmi per ragazzi come ‘Solletico’, e ‘Uno per Uno’, la moglie Patrizia del Meglio 57 anni, maestra della scuola; le colleghe Marisa Pucci e Silvana Magalotti, la bidella Cristina Lunerti e Kelum De Silva, cittadino dello Sri Lanka.

Fino a quando la sentenza non passa in giudicato si è innocenti per la giustizia e quindi la strada è ancora lunga, ma questa vicenda dobbiamo seguirla molto più di Cogne.

Hanno fatto il massimo e davvero con un uomo in meno non si poteva pretendere di più.
Mi è piaciuta la determianzione e la personalità della squadra, con qualche riserva su Montolivo che secondo Prandelli cresce nella sofferenza tattica del nuovo ruolo e che secondo me invece può e deve fare di più.
E però è pure un punto triste, perché con la Champions abbiamo chiuso e non mi sembra il caso di farci del male pensandoci ancora.
Su tutti Frey, certamente, ma anche Pazienza e Blasi hanno dato moltissimo.
La doppia ammonizione di Dainelli, diciamo la verità, ci poteva stare.
A me continua a piacere Mutu anche quando non è ispirato: non è mai un giocatore in meno.

Adesso non cominciate a dire che sono filo-romanista (ci mancherebbe altro, quando c’era Roma-Juve avevo delle strane sensazioni: non sapevo proprio “contro” chi tifare…), ma se davvero l’avessero fatto, sarebbe veramente divertente.
Cosa?
Pare che una trentina di ultrà giallorossi siano andati ad espletare le proprie funzioni fisiologiche direttamente dentro la fontana del Gianicolo pochi minuti prima che Delio Rossi si immergesse per il proprio bagno “purificatore” dopo l’inebriante vittoria nel derby.
Suor Paola (ma non ha altre cose da fare nella vita?) assicura che non è vero niente, che lei era lì a presidiare la zona e che nella zona si sono viste solo due ragazze, ma io preferisco non crederle e coltivare invece il dubbio che l’acqua in cui ha sguazzato per poco il “simpatico” tecnico laziale fosse stata meno fredda del previsto.
Una cosa del genere l’avrebbe potuta pensare uno come Monicelli per il quarto episodio di “Amici miei”.

Siamo proprio gente strana noi fiorentini: ce l’abbiamo (giustamente) con chi non tifa viola in Toscana preferendo le strisce e poi non sopportiamo nessuno o quasi del Granducato.
Ho come l’impressione che il tifoso dell’Inter o del Milan sia molto più disponibile con quello bergamasco di quanto lo possiamo essere noi con l’empolese.
E sono certo che molti di voi preferiscono la salvezza del Messina a quella dell’Empoli, per non parlare del Siena o del Livorno.
In verità ad Empoli, Siena e (meno) a Livorno ci hanno sbertucciato nei giorni del fallimento, dimostrando una lungimiranza pari solo a quella di Cecchi Gori nella scelta delle fidanzate o degli uomini a cui affidare la Fiorentina.
Adesso c’è questo derby con i “cugini di campagna” come vengono definiti dalla frange più oltranzieste della Fiesole.
Dico la verità: in campionato non riesco a tifare “contro” l’Empoli, perché conosco tanti uomini di quella società che è un piccolo Chievo per l’abilità con cui spesso riescono a far quadrato e afar quadrare i conti.
E poi almeno la metà di quelli che vanno allo stadio sono o sono stati viola ed i dirigenti sono sempre tanto furbi da non commettere mai errori di presunzione, facendo sempre un passo indietro rispetto alla “Fiorentina, che è una grande”.
Salvo poi farci il verso, come accadde lo scorso anno con Vannucchi, che, al contrario di Lucarelli, non si è mai scusato della presa per i fondelli a Toni.

Visto il grande successo del post sul tifo (ahimé) in prestito per lo scudetto, forse sarà bene che mi spieghi un po’ meglio, partendo da un piccolo caso personale.
Quando nell’agosto del 1992 mi chiesero se preferissi completare la mia borsa di studio all’Espresso (Roma) o Panorama (Milano), scelsi senza pensarci molto la seconda soluzione, nonostante avessi per l’Espresso (e per Repubblica) un’autentica venerazione giornalistica, poi fortemenete mitigata megli anni.
La spiegazione era tutta nelle città: Roma è stupenda, ma non per viverci e lavorare.
Meglio, molto meglio per me Milano e non mi sono mai pentito della scelta.
Questo per spiegare che non ci penso nemmeno lontanamente a simpatizzare per la Roma, solo che dovendo scegliere (e nel calcio istintivamente io scelgo sempre per chi parteggiare) preferisco dare un’occhiata agli uomini delle tre candidate allo scudetto.
E poiché Rui è in Portogallo e Toldo inferocito con Mancini, ecco che rimane solo Spalletti, uno di noi, anche se a Firenze ha fatto solo il raccattapalle a Superchi e mai l’allenatore.
E’ una chiave di lettura, non è detto che piaccia o che sia quella giusta.
Poi è ovvio che se il Palermo riesce a farcela passerei giornate di grande soddisfazione a leggermi sull’argomento le dichiarazioni di Sensi (Rossella), Moratti e Galliani.

RAGAZZI ANCHE A QUESTO SERVE IL BLOG: A RIVEDERE CERTE POSIZIONI, SOPRATTUTTO SE NON SONO IMPORTANTI COME QUELLE SUL GIOCO DEL TIFO CHE HO PROPOSTO.
MI AVETE CONVINTO, MI ASTENGO DEL TUTTO E PROVERO’ A SPERARE CHE IL PALERMO FACCIA UN MIRACOLO, PAZIENZA PER SPALLETTI CHE COMUNQUE RESTA UNO DEI NOSTRI PER MENTALITA’ E APPARTENENZA CALCISTICA GIOVANILE.
GRAZIE DELLA PARTECIPAZIONE E DELLA CONVINZIONE CON CUI SCRIVETE

Rassegniamoci e consoliamoci: soffriamo noi, ma soffrono tutte.
Vista l’Inter, una squadra ben oltre il limite della crisi di nervi?
E la Roma, assolutamente impalpabile in attacco?
Pensavo, guardando la partita di Valencia e ricordandomi di Taglialatela al Mestalla: ma noi permetteremmo a Totti una latitanza imbarazzante che dura ormai da due mesi?
Unico paragone possibile, quello con Batistuta: bastarono appunto due mesi di anonimato, tra settembre e ottobre del 1999, per porre domande imbarazzanti sul futuro dell’argentino.
Poi Gabriel segnò a Wembley e dimenticammo tutto.
Dobbiamo ammettere che forse a Roma sono più pazienti di noi.
Dunque, una stagione di sofferenza per tutti, specialmente per noi che ci siamo dentro (anzi, siamo sotto) fino al collo.
Forse ci conviene pensare che questo mese di settembre che sta per finire ha funzionato da allenamento, molto meglio di quanto abbiano funzionato le amichevoli estive per la Fiorentina.

Ragazzi (e ragazze, spero) giornata caotica: rispondo ai post in serata.

Per capire come eravamo messi nell’aprile del 2005 non bisogna fare troppi sforzi, basta pensare a quello che stanno pensando adesso gli avvocati che compongono il collegio difensivo della Fiorentina, e con loro tutti noi.
La pensano in modo non proprio univoco e la divisione verte sulla strategia da adottare nel secondo tempo della partita con la giustizia sportiva che comincia domani.
E’ la stessa cosa che accadde quindici mesi fa: i Della Valle erano convinti di essere nel giusto, di combattere le loro sacrosante battaglie, ma poi, complici i loro errori tecnici (leggi soprattutto Zoff), si accorsero che qualcosa non quadrava, che qualcuno li stava spingendo verso la B.
E così, spinti dai consigli di tutti noi, sono andati a chiedere equità al vice presidente federale.
Anzi, quello si è offerto da solo come sponda per le legittime aspirazioni di giustizia di Della Valle e Mencucci.
Ora accade più o meno la stessa cosa.
I dirigenti viola sono assolutamente convinti di non aver commesso alcun illecito e hanno deciso coerentemente di andare al muro contro muro, con punte controproducenti di polemica, come il riferimento a Rossi e ai suoi pranzi con Blatter che io avrei evitato.
Però questo è un atteggiamento che non paga in alcun modo, ormai è chiaro.
La Federcalcio vuole il sangue, cioà l’ammissione di colpevolezza e poi semmai una richiesta di clemenza da parte delle società incriminate.
Insomma vorrebbe che Della Valle dicesse “ho sbagliato, ho cercato appoggi per salvarmi, ma sono stato costretto dal sistema a comportarmi così. E poi non ho ottenuto niente, perché i risultati, sono sotto gli occhi di tutti, sono stati contrari alla Fiorentina”.
Vorrebbe cioè che i Della Valle e Mencucci dichiarassero il falso per infliggere magari ai viola una pena più lieve.
Ma conoscendo i dirigenti della Fiorentina un’eventualità del genere non accadrà mai e quindi, almeno a livello di giustizia sportiva, prepariamoci al peggio anche nella prossima settimana.

Giornata da incubo, che temo si concluderà con la Fiorentina condannata in prima battuta alla serie B.
Uno scandalo, lo scrivo preventivamente, perché non sono nella condizione di aggiornare il blog come vorrei, avendo accesso ad una postazione internet solo una volta la giorno.
Proprio per questo non mi è possibile, o quasi, rispondere ai vostri interventi e mi scuso quindi con tutti voi.
Continuo ad avere il cuore separato dalla ragione e allora penso che:
1) credo ai Della Valle e a Mencucci. Non abbiamo commesso un bel niente, al massimo, quando ci siamo accorti che ci sparavano addosso da tutte le parti, ci siamo tuffati con leggerezza ed ingenuità tra le braccia di Mazzini (e conseguentemente Moggi e c.), ma solo per avere equità e non favori. Mazzini era il vice presidente della Federazione, da chi saremmo dovuti andare? Anzi è stato quasi lui a venire da noi
2) se ci danno la B e basta (e mi fa senso scrivere una cosa del genere), forse possiamo ancora sperare in una A con forte penalizzazione in seconda battuta, perché è vero che, come mi ha detto una gola profonda a Roma, i nuovi soloni della Federazione puntano soprattutto ad evitare il ricorso ai Tar che paralizzerebbe il calcio per settimane o mesi.
Ma sarebbe lo stesso una cosa da voltastomaco, a cui dobbiamo però reagire in modo composto, per evitare di rovinarci.
Intanto facciamo scorrere queste ore, che non passano mai.

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