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“Sono avanti di venti anni rispetto a noi”, sentenzia sicuro il collega, in riferimento alla funzionalita’ dello stadio e all’accoglienza ricevuta da noi della stampa.
E’ vero, tutto va alla perfezione, ma aspettiamo stasera per dare giudizi definitivi, perche’ vorrei che anche i 1200 tifosi che arrivano dall’Italia non avessero problemi.
E poi e’ abbastanza facile far funzionare tutto in un contesto dove rispetto a noi il calcio conta un quinto e forse il collega (e magari anch’io, che non troverei gli sponsor per coprire le spese) se fosse nato in Olanda non avrebbe la soddisfazione di guadagnare un ottimo stipendio divertendosi a raccontare le storie di una squadra di calcio.
Voglio dire che senza pressioni e’ tutto enormemente piu’ facile, basta pensare alla storia di Berg, uno dei migliori, che oggi non gioca: tre righe sui giornali e via andare.
Qui abbiamo riempito trasmissioni e giornali per giorni sulla caviglia di Montolivo…
Altri due aspetti che mi hanno sorpreso in negativo: si gira in moto senza casco e si fuma nei locali pubblici.
Non conosco quali siano le leggi olandesi, ma se ci fossero delle norme uguali a quelle italiane a Groningen se ne fregherebbero tutti.
Per il resto, confermo il senso di estraneita’ iniziale, magari domani ad Amsterdam andra’ meglio, ma penso che un italiano medio e provinciale come il sottoscritto faticherebbe moltissimo ad ambientarsi.
Le donne in vetrina sono quanto di piu’ triste si possa immaginare, l’unico aspetto positivo e’ che almeno la prostituzione (credo) sia legale, con tanto di tasse pagate e senza (spero) sfruttamento.
Ma pensare di “comprare” per quaranta minuti una merce esposta e’ veramente quanto di meno erotico ci sia al mondo: ogni volta che le vedo a me viene da pensare a lei, al sentimento di vergogna che deve provare a stare li’ in mostra per ore come se fosse una spalla di prosciutto dal pizzicagnolo.
Stasera occhio alla prima mezz’ora perche’ sara’ molto calda e cercheranno di andare sempre sulle fasce, almeno questo e’ cio’ che hanno provato e riprovato ieri in allenamento.

Succede che al Pentasport telefoni il solito Alessandro di Montecalvoli (ma che fosse il “solito” me lo hanno fatto notare Sardelli e Tibor a fine trasmissione, io non me ne ero accorto) e ancora una volta provochi.
L’altra volta mi chiese del G, stavolta tira fuori la storia di quell’emittente che farebbe le radiocronache dell’Uefa e che dal 2009 comprerà certamente i diritti delle partite della Fiorentina.
E’ chiaramente uno che sa che mi accendo facilmente su certi argomenti, è un provocatore, ma stavolta lo frego stupendo me stesso e per questo devo ringraziare l’allenamento quotidiano del blog, quindi tutti voi.
Trattengo la mia arrabbiatura e gli rispondo da tecnico: le partite interne Uefa, quelle di Coppa Italia e campionato la Fiorentina (come ha confermato venti giorni fa l’amministratore delegato Sandro Mencucci) le ha vendute a Radio Blu per le prossime due stagioni e quindi al massimo uno può andare in giro per l’Europa e farsi dall’estero la sua bella radiocronaca (in Italia no, c’è la reciprocità).
Sui diritti prossimi venturi rispondo (ed è qui il sintomo del leggero miglioramento dalla mia ormai nota permalosità) che è vero, che purtroppo smetteremo sicuramente tra due anni e che un po’ mi dispiace perché ormai ero affezionato alle radiocronache.
Per chi non lo avesse capito (spero in pochi) stavo meleggiando il provocatore perché il gruppo che ha comprato Radio Blu ha acquistato i diritti anche per Milan e Inter e figuriamoci se può preoccuparsi ora di cosa succederà nel 2009, soprattutto considerando chi dovrebbe sferrare l’attacco.
Non aggiungo altro sull’argomento per non dare pubblicità ulteriore a chi ha imbastito questa storia al solo scopo di finire un po’ sui giornali.
No, dico: ma vi sembra possibile che nel luglio 2007 si parli dei diritti del 2009 e della concorrenza da chi non ha neanche la forza di mandare un inviato in ritiro e/o di una radio il cui capo dello sport scappa a gambe levate dopo aver visto con chi ha a che fare?
A questo punto mi tocca rimpiangere i vecchi proclami dei nostri avversari storici, con cui sui diritti tentammo invano un accordo, che almeno avevano i tempi giusti per rivendicare le loro certezze di scalzarci dal ruolo di radio leader sulla Fiorentina.

Ieri ho incontrato almeno cinque tifosi viola che, in momenti e luoghi diversi, mi hanno esternato tutta la loro preoccupazione su Pazzini alla luce della fondamentale amichevole contro il Larissa.
Cerchiamo di capirci, tanto per incorrere in equivoci: quando giocano e vestono la maglia della Fiorentina per me Pazzini, Vieri, Mutu, Lupoli e Santana sono uguali, partono tutti da zero a zero.
Dico questo perché il post precedente era “dedicato” a Vieri e qualcuno potrebbe pensare ad una mia presa di posizione in favore dell’uno o dell’altro.
Solo che non si può essere così prevenuti verso Pazzini.
Nel senso che capisco la preoccupazione di non avere più i gol di Toni (che non ha cominciato benissimo in Germania), ma macerarsi di dubbi dopo un’amichevole giocata a 8 giorni dall’arrivo in ritiro mi pare davvero eccessivo.
Se continuiamo così, ci viene il mal di testa ancora prima dell’inizio del campionato!

Ecco le dichiarazioni di Gerry Palomba al Corriere dello Sport su Bojinov

“Valeri ha espresso da tempo la voglia di restare a Firenze. Dovevamo affrontare l’aspetto tecnico con Prandelli e l’abbiamo superato. Poi si è posta la questione del rinnovo del contratto: per noi è un aspetto marginale e secondario della vicenda, per la Fiorentina no. Ringrazio la società per la proposta che ci ha fatto, ma riteniamo di non poterla accettare. Ribadisco comunque la volontà del giocatore di voler restare, anche perché sogna di far parte di questo progetto e perché con Prandelli c’è piena sintonia. Ho proposto una strada alternativa: ridiscutere il contrato più in là nel tempo, visto che non scade nel 2008… Corvino ha detto: o il rinnovo o la cessione. Spero che la notte porti consiglio, che la Fiorentina capisca la situazione. Mi viene un dubbio, peraltro: che forse la società viola non crede del tutto nel giocatore e che voglia cederlo. Di certo, non vogliamo essere presi per il collo”.

Capito?
Non vogliono essere presi per il collo perché la Fiorentina ha offerto un milione di Euro netti a stagione dal 2009 al 2011.
Certo dopo le esaltanti prove degli ultimi tre anni è un po’ strano che Corvino si sia permesso di pensare ad ingaggi così bassi per un campione così eccezionale e dotato pure di una grande maturità.
Chiediamo solo a Valeri di perdonarci tutti per avere abusato della sua pazienza echiediamo umilmente scusa per i nostri peccati.
Adesso aspettiamo l’accoppiata Pazzini-Tinti: io sono fiducioso perché i procuratori alla fine fanno quello che gli suggeriscono i loro assistiti, ma non si sa mai…

MI COMPLIMENTO PER LA SAGGEZZA DIMOSTRATA CON GLI UTENTI DEL BLOG (SPECIALMENTE CON ALICE…): EVIDENTEMENTE AVENDO VISSUTO SULLA MIA PELLE LO SCUDETTO RUBATO DEL 1982 E L’INFAMIA DELL’UEFA DEL 1990 SONO RIMASTO INDIETRO, COMUNQUE INVERTIAMO L’ORDINE DEI FATTORI (CIOE’ METTIAMO PRIMA LA LETTERA DI BALZARETTI AL TORO) PER VEDERE SE UNA VOLTA TANTO IL PRODOTTO CAMBIA..

ECCO COSA VUOL DIRE INTERAGIRE. HO RICEVUTO DALL’AMICA FONDAMENTALISTA ALICE IL SEGUENTE POST CHE RIMETTE UN PO’ DI ORDINE

Ho la fortuna di avere mio babbo che è un lettore assiduo de “La Stampaâ€? e quando ho chiesto a lui se Balzaretti avesse mai scritto una lettera di saluti ai tifosi del Torino quando decise di andare a parametro zero alla Juventus mi ha detto che nn solo fece pubblicare una lettera sul quotidiano torinese all’indomani della prima amichevole del nuovo torino di Cairo, in modo che ci fosse una ritrovate solidità sportiva per il club granata ma che partecipo’ lo stesso Balzaretti alla presentazione di un libro sul Torino di GianPaolo Ormezzano, con la presenza di alcuni esponenti della curva Maratona dove spiegò i motivi del perchè aveva deciso di accettare la Juventus, dopo il fallimento del vecchio Toro (mio padre, se nn lo si è ancora capito, è tifoso della squadra granata).

E QUESTO E’ QUELLO CHE AVEVO SCRITTO IO D’ISTINTO
Giuro che da domani sarò particolarmente indulgente con Balzaretti, ma mi chiedo se c’era proprio bisogno di questa lettera aperta ai tifosi della Juve.
“Ho vinto due campionati, che nessuna sentenza potra’ mai cancellare”. Lo ha scritto Federico Balzaretti in una lettera aperta inviata al sito della Juventus per salutare la sua ex squadra dopo il passaggio alla Fiorentina. “Sono stati due anni intensi e in cui sono successe molte cose. Ho conosciuto persone splendide e insieme ci siamo tolti tante soddisfazioni – ha detto il 25enne torinese, alla Juventus dal 2005-2006 -. Voglio ringraziare tutti: i miei compagni, i membri dello staff tecnico e medico, i magazzinieri, tutte le persone che lavorano a fianco della squadra e chi quotidianamente opera in sede”. Infine un saluto ai tifosi, che “in questo periodo mi sono sempre stati vicini e non hanno mai fatto mancare il loro sostegno”. (gazzetta.it)

E vorrei anche sapere, e giuro che non lo so, se la stessa lettera aperta sia stata mai indirizzata nel 2005 ai tifosi del Torino, nel loro momento più amaro (e noi ne sappiamo qualcosa di fallimenti…), quando la Juve lo prese a parametro zero.
Certo che è da provinciali criticare questo gesto, che è poi alla fine perfino nobile, ma, ecco, non mi pareva che Balzaretti fosse Bettega, cioè che avesse speso la sua intera vita calcistica con la maglia bianconera.
Però fermiamoci qui e pensiamo a come utlizzare tatticamente Balzaretti.

La sciocchezza di Pazzini (cioè le sue dichiarazioni sullo spareggio olimpico) sono la spia che Giampaolo deve davvero staccare la spina e riposarsi, più mentalmente che fisicamente.
Mi ha sempre sorpreso in Pazzini la sua “testa da calciatore”, il suo essere più maturo rispetto ai vent’anni, ma evidentemente l’uomo non è di ferro e qualcosa di tutto quello detto e scritto ha assimilato anche lui nel corso dei mesi.
In campo a dire il vero non mi era sembrato così nervoso e forse è stata più la delusione che il resto, ma comunque sia non è simpatico dover tornare precipitosamente in sala stampa e fare marcia indietro.
Abbiamo sentito e visto di peggio, di molto peggio, nel corso degli anni e figuriamoci tra un mese cosa sarà simasto di queste parole.
A noi interessa molto di più il futuro: cerchiamo tutti, a cominciare proprio da Giampaolo, di stare un po’ più tranquilli perché a calcio si gioca meglio senza troppe preoccupazioni o pensieri sulle spalle.

Per una volta voglio fare il misetrioso ed invitarvi tutti a seguire il Pentasport di domani sera, e non certo e non solo per l’esclusiva radiofonica con Buffon che parla di Fiorentina oppure per ascoltare il grande Marco Baldini (confesso: sono un fan incallito di Viva Radio2: sono eccezionali, sempre) che racconta la sua passione viola.
Ci sarà molto altro domani sera, diciamo un fatto di cuore ed un debito che non solo io credo di avere.
Non aggiungo altro, provate semmai ad indovinare e fatemi poi sapere dopo le 20 se vi è piaciuta oppure no.

Solo che lui, Ivan Rossi, nonostante il cognome0 che lo avrebbe condannato all’anonimato permanente, non era un uomo qualunque, ma una persona straordinaria.
Ma chi di noi farebbe una cosa del genere, al di là delle proprie capacità natatorie (le mie, ad esempio, sono scarsissime)?
Non ci sono più parole quando accadono fatti del genere, meglio lasciar parlare la cronaca.

Ha pagato a prezzo della vita la sua generosità.
Ivan Rossi, 30 anni, di Viterbo, animatore in un villaggio turistico a Noto marina, è morto dopo avere salvato cinque ragazzi che stavano annegando.
Avendoli visti in difficoltà, l’uomo ha raggiunto a nuoto i giovani, che avevano deciso di di fare il bagno nonostante il mare fosse agitato, e li ha portati a riva uno dopo l’altro.
Durante l’operazione di soccorso Ivan Rossi ha accusato un malore.
Caricato su un autoambulanza, è morto prima dell’arrivo in ospedale.
Secondo un primo accertamento l’animatore si sarebbe gettato in mare dopo aver pranzato e questo potrebbe avere provocato una congestione.
Non si esclude, però, che sia stato letale l’affaticamento dovuto alla concitazione durante le fasi del salvataggio dei bagnanti.
Ivan Rossi era arrivato nell’albergo Helyos di Noto marina un mese fa e aveva previsto di fermarsi nella struttura per lavoro per tutta l’estate.
Avrebbe fatto rientro a casa a settembre.

(repubblica.it)

Tuffo al cuore in televisione: canale 216, danno Italia-Inghilterra, Europei del 1980, ed io mi metto ad aspettare con impazienza i minuti finali perchè mi ricordo ancora benissimo dell’azione decisiva della partita.
Apertura al buio di Antognoni per Graziani, fuga di Ciccio sulla sinistra e zampata vincete di Tardelli in mezzo al portiere e due giocatori.
Quello che non ricordavo affatto è l’esultanza successiva, che è la stessa del gol di Rossi alla Germania due anni dopo, con Gentile col pugno alzato a cavalcioni sul compagno (che però stavolta è Tardelli, Rossi fra l’altro era squalificato per via delle scommesse).
Che estate quell’estate e che campionato europeo giocò Antognoni, il migliore dell’Italia.
Poi pareggiammo contro un Belgio ultra catenacciaro e perdemmo l’accesso alla finale.
Eppure quegli Europei hanno un sapore dolcissimo: avevo vent’anni e neanche una lira in tasca, ero già a Radio Blu, alla Fiorentina stavano per arrivare i Pontello con i soldi e una settimana dopo sarei partito con due amici per la Danimarca per una vacanza indimenticabile.
La Juve ci doveva ancora rubare scudetto e Uefa e quindi, per una sera, non era poi così scandaloso voler bene perfino a Tardelli.

Applaudirò anch’io Luca Toni, pur non essendo per niente d’accordo su questo processo di beatificazione che parte dal presupposto di ringraziarlo “perché é rimasto con noi” (peccato che avesse un contratto in scadenza 2010…).
Ma soprattutto applaudirò Prandelli, Corvino, Della Valle e tutti quelli che ci hanno portato via dall’incubo facendoci pensare ad un sogno e regalandoci una splendida realtà.
Una giornata di festa piena, questo vorrei che fosse domani lo stadio dei miei sogni di bambino e del mio mestiere quasi inventato.
Qualcosa che ci faccia pensare a dove eravamo nell’agosto del 2002 e come ne siamo usciti fuori da soli, assolutamente da soli.
Solo applausi, please.

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