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E questi rimarremo fino al termine della stagione, inutile pensare a miracoli tecnici o a chissà quali spinte propulsive esterne

In un’eventuale finale contro la Juve o l’Aston Villa partiremmo nettamente svantaggiati perché siamo più deboli, ma siccome è una partita di calcio e non un’equazione matematica a volte si sono visti risultati ancora più clamorosi

Intanto però alle finali bisognerà arrivarci, impresa niente affatto facile vista la stanchezza generale, fisica e psicologica

Il termine impresa non è scritto a caso e si riferisce anche alla passata stagione, quando in parecchi hanno poco considerato il fatto di giocarle quelle partite con in palio un trofeo: lo fanno in pochi

Guardare oggi la Fiorentina è un atto di fede: è noiosa, ripetitiva, senza sussulti, si stenta a credere che sia allenata da un tecnico che dovrebbe essere innovativo e che pare sia nella lista dei più importanti club italiani

A volte però la fede, per chi ha la fortuna di possederla, porta lontano e quella calcistica può perfino condurre alle finali

So bene che gioca la Fiorentina stasera, ma voglio comunicarvi il senso di grande smarrimento per quello che sta succedendo in Medio Oriente

Non parlo di droni, missili, intercettamenti, della dimostrazione a chi ce l’ha più duro tra Iran e Israele, non quelle sono storie di politica e diplomazia internazionale, sempre ben assistita da chi vende armi e ha interessi economici eccezionali

Ieri sera con Cristina ci siamo detti: vuoi vedere che il TG1 non spende mezza parola sui morti di Gaza, completamente superati dai videogiochi stellari, e così è stato. Nulla

E c’è un’altra cosa che mi fa profondamente arrabbiare: è mai possibile che io sia tra i pochissimi ebrei occidentali, o almeno di Firenze, a urlare basta?

Che continui da mesi a gridare che quello che sta facendo Israele, nel silenzio generale, non ha alcuna giustificazione?

34.000 morti, un terzo bambini, ma come si può accettare una cosa del genere?

Ieri in farmacia a Settignano un signore anziano ha detto di non volere un certo farmaco per non aiutare Israele: è antisemitismo?

Sinceramente non lo so, certamente l’obbrobrio della persecuzione degli ebrei ha avuto, ed è una cosa assurda, un fertilizzante eccezionale e la pianta che cresce fa sempre più paura

Tranne qualche pregevole eccezione la Fiorentina è diventata una squadra noiosa, in partite in cui non succede quasi niente

Palla da destra a sinistra, da sinistra a destra, qualche volta indietro, quasi mai in avanti, pressoché bandito il dribbling negli ultimi venti metri, lo spettacolo questo sconosciuto

Le prospettive sono le stesse di ieri alle 18.44, nel senso che il passaggio del turno è più che possibile, ma perché non riuscire a vedere qualcosa in più in attacco

Non arrivano palloni giocabili alle punte, o sedicenti tale, perché credo che mai ci sia stata una media così bassa nella storia viola tra minuti giocati e gol fatti, roba che la poco premiata ditta Sella-Pagliari meriterebbe una lettera di scuse

Non ci resta che aspettare i risultati, per il gioco meglio rimandare alla prossima stagione

Quanta manca Joe Barone alla Fiorentina oggi, dopo che è passata l’ondata emotiva che ha coinvolto un po’ tutti, anche a chi aveva litigato con lui?

Dall’esterno verrebbe da dire moltissimo, abituati come eravamo alle sue consuete esternazioni pre-partite, e personalmente a confronti duri, ma sempre nei limiti della reciproca correttezza, nella sua difesa ad ogni costo del fortino viola.

Ecco, il fortino

Non piace la comunicazione diversa della Fiorentina, non piace a noi che operiamo nei media perché ci piace il confronto, per spiegare, magari provocare, insomma avere il ruolo che abbiamo sempre avuto

Joe Barone e Rocco Commisso hanno deciso diversamente: comunichiamo noi direttamente, perché siamo convinti che molte cose che scrivete e dite non sono vere, ve lo abbiamo detto, ci siamo scontrati, ma non è servito a niente, ecco perché facciamo (quasi sempre) da soli

L’impressione è che il fortino ci sia anche senza Barone, anzi forse si è rinforzato nel ricordo di chi si è immolato alla causa viola in tutto e per tutto e forse questo potrebbe essere il segreto per vincere finalmente qualcosa

Una volta si perdeva con le reti di Anastasi, Bettega, Del Piero, Vialli, non che la cosa facesse meno male, ma almeno erano grandi giocatori che facevano valere i diritti della classe.

Adesso no, la Juve si porta a casa sei punti su sei, giocando sempre in difesa e con due reti di Miretti a Firenze e Gatti a Torino e questo induce ad una grande tristezza perché rimane nell’aria l’idea che  Fiorentina-Juventus sia diventata una partita quasi normale, che viene sopravvalutata da noi diversamente giovani, che magari eravamo a Cagliari e Avellino

Non credo che sarà mai così, ma forse sono un illuso

Siamo stati tutta la settimana a pontificare sull’astinenza di reti e assist del duo 130 milioni Chiesa-Vlahovic, manteniamo il record e poi perdiamo lo stesso, sai che soddisfazione…

Scusate, giornate strapiene: radio, firenzedintorni.it, la gestione completa di Cosimo e la normale routine

Va tutto bene, ancora meglio alla Fiorentina, molto bella con l’Atalanta, con la consapevolezza che questa squadra di fare così ne potrà fare al massimo dieci a stagione

Poi la Coppa Italia dei giovani, a cui siamo felicemente abituati

Sì, è un bel momento

La squadra più bella vista a Firenze, almeno sul piano del gioco, con la sola vicinanza del Bologna, che però ha interpreti di caratura inferiore

Meglio dell’Inter, sicuramente, della Roma di De Rossi, senza parlare della Juve, che rinunciò a giocare e vinse immeritatamente la partita

Bellissima la coreografia, toccanti i video e la poltroncina vuota di Barone, ma alla fine si gioca a calcio e il Milan è tutta un’altra cosa rispetto al Benevento di oltre sei anni fa

Hanno vinto meritatamente, più che all’andata, perché sono più forti, perché hanno Leao e noi Ikone, Pulisic in panchina e noi Kouame titolare, hanno vinto semplicemente perché sono più forti e spesso il calcio regala sentenze che tengono conto dei valori in campo

Chi c’era negli anni settanta può (forse) capirmi: ci siamo assuefatti alla morte, abbiamo perso il conto delle vittime di Gaza, non fanno più notizia i bambini trucidati o amputati senza anestesia, i prigionieri ucraini o russi torturati

Li ricordo bene quei tempi che sembravano non finire mai, non c’erano (che benedizione) i social, si aspettava il telegiornale con la consapevolezza che ci sarebbe almeno un uomo o una donna ammazzati dal terrorismo, i gambizzati erano di serie B

Mi chiedevo nella mia brama informativa se e quando tutto sarebbe finito, immaginando che invece sarebbe durato a lungo, un po’ come noi ragazzi che stavamo crescendo pensavamo che la DC sarebbe stata eterna

E invece è scomparsa la Democrazia Cristiana e il terrorismo per fortuna è stato sconfitto, o meglio ancora si è esaurito per mancanza di adesioni, ma su quello che accade a Gaza e in Ucraina sarà durissima tornare ad una normalità, che, nel caso dei palestinesi, non potrà mai essere quella di prima

E’ vero che spesso la storia si ripete, ma i corsi e ricorsi così cari a Vico con il calcio hanno poco a che fare, perché lo sport ha regole che sfuggono a qualsiasi valutazione casistica o statistica

Capisco che sia facile, e in fondo anche giusto, ripensare al marzo del 2018 e quindi più o meno inconsciamente immaginare una botta adrenalinica che portò la Fiorentina a vincere consecutivamente sei partite, ma era tutta un’altra storia e anche altri uomini, a parte Milenkovic e Biraghi

La tragedia di Davide, uno di loro, il capitano,  è stato un pugno nello stomaco diretto, da cui ci si poteva anche non riprendere e non verrà mai ricordata abbastanza l’opera meravigliosa di Stefano Pioli, che divenne il padre di quei ragazzi smarriti

La straziante agonia di Joe Barone è diversa, non era uno di loro, ma un riferimento che non c’è più e comunque i questi casi la reazione è individuale e quindi imprevedibile

Ci vuole forza, tenacia e coesione: buon viaggio Fiorentina

Nessuno sapeva, ipotizzo, quanti anni avesse Giuseppe Barone, diventato Joe per tutti, perché quando si arrabbiava, e succedeva spesso, aveva la tempra del trentenne che si vuole affermare, mentre nelle dichiarazioni pre e post gara pareva che fosse nel calcio da decenni

In qualche modo posso dire di averlo conosciuto abbastanza bene

Non amava i giornalisti, alcuni proprio li detestava, ma evidentemente lui e Commisso avevano un’idea diversa del sottoscritto per via delle diramazioni imprenditoriali che hanno portato alla costruzione del Pentasport

Un giorno mi chiese di raccontargli com’era nato il nome e di divertì molto a sentire le varie vicissitudini capitate in oltre 45 anni di radio

Ha costruito il Viola Park e basetrà rivedere lo speciale di DAZN per comprendere l’orgoglio con cui mostrava le meraviglie di qualcosa che è veramente unico

E’ stato lui a togliere i diritti a Radio Bruno, ma è stata una scelta aziendale, che ho sempre amaramente rispettato, spostando poi tra noi l’attenzione su altri temi, rintuzzando attacchi e avendo sempre un rapporto basato sul reciproco rispetto

Facile ora parlarne bene, troppo facile: aveva i suoi difetti e i suoi pregi, come tutti noi, ma soprattutto aveva solo 58 anni.

Aveva una moglie e quattro figli, che quando l’onda mediatica si sarà fermata rimarranno disperatamente soli

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