Fiorentina


Ci ho pensato a lungo ieri dopo la partita per cercare di ritrovare qualcosa di simile a quanto ci ha fatto vedere Muriel al Franchi.

L’unico paragone che mi è venuto in mente è stato con l’immenso Robertino Baggio e allora sono tornato a quei due gol di Milano e Napoli in slalom, gol che ho avuto la fortuna di raccontare in diretta quando ancora vedere le partite in televisione era qualcosa di inimmaginabile (anzi, per quello di San Siro c’era pure lo sciopero della Rai).

Solo che Robertino quelle due perle, forse più belle, ma certamente simili nello svolgimento dell’azione, ce le ha regalate in due gare diverse, a due anni di distanza e non quaranta minuti.

Ovviamente Baggio rimane Baggio e Muriel si spera che diventi qualcosa che ricorderemo a lungo, ma la giornata di ieri resta a suo modo storico.

Purtroppo solo per Muriel e non per il risultato, e neanche per la prestazione complessiva della squadra a cominciare dal reparto più affidabile, la difesa.

Meglio di così…

Partita molto difficile perché molto fisica, ma abbiamo retto bene e all fine il più fisico di tutti è stato Chiesa, che ha la freschezza dei vent’anni ed una grande classe.

Malino Muriel, e ci poteva stare, bene Simeone ed era una speranza.
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Vincere a Torino contro Mazzarri e segnando nel finale è davvero un gran bel modo per iniziare calcisticamente il 2019

Per me domani bisognerebbe partire con Muriel per poi magari cambiarlo a gara in corso.

Non so se con Simeone o Mirallas, dipende anche dallo stato di forma dei due, ma bisognerebbe cominciare con la novità.
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Il Torino ci ha sovrastato fisicamente in campionato, però alla fine eravamo noi ad essere rammaricati per il pareggio e da lì sarà bene ripartire mentalmente: la mia seconda squadra del cuore non ci è assolutamente superiore.

Me li ricordo bene quegli anni che vanno dal 1978 al 1985, anni di sofferenza interiore che però il tempo ha scolorito di quel nero dell’epoca, spruzzandoci allegramente sopra l’infido venticello  della nostalgia.

Anni in cui ero l’unico ad avere un registratore in mano in mezzo a chi mi sembrava inarrivabile: i giornalisti della carta stampata.

Quanto avrei voluto essere uno di loro, mi sembrava (e lo era!) un lavoro fantastico per cui io avrei pagato, mentre invece erano incredibilmente loro a percepire ottimi stipendi: vai al campo, parli con un giocatore, scrivi il pezzo, ci metti in tutto un paio d’ore, e il giorno dopo godi come un riccio perché la tua firma è stampata in neretto sul giornale.

Io ero l’intruso, per anni spocchiosamente nessuno mi ha rivolto la parola, a parte qualche rimprovero sgomitando  fuori dallo spogliatoio nel momento dell’uscita di un giocatore, quando perdevo la mia naturale timidezza conquistando la prima fila.

Per guadagnare un minimo di considerazione ci sono voluti almeno tre campionati di radiocronaca e i primi ingaggi di qualcuno di loro da opinionista e comunque l’aria da puzza sotto il naso con cui mi hanno guardato e trattato fin dal mio primo apparire non ancora maggiorenne è durata almeno fino alla partenza di Baggio, raccontata con scoop esclusivo grazie ai primi telefonini della storia.

Quaranta anni fa avrei preso per matto chi mi avesse detto che in un ritiro della Fiorentina non ci sarebbe stato neanche un giornalista della carta stampata (che io peraltro continuo ad adorare, la carta stampata, non il giornalista), ma solo gli inviati di due radio e di due siti internet.

E uno dei quattro inviati l’ho inviato io da editore/direttore, ha proprio ragione Venditti: che fantastica storia è la vita.

E se riuscissimo ad essere “leggermente” più positivi?

Abbiamo giocato piuttosto bene l’ultima partita del 2018, abbiamo una classifica bruttina, ma non distastrosa, è arrivato Muriel, forse ci fanno la grazia di portare un altro centrocampista, insomma non è che è proprio tutto sbagliato e tutto da rifare.

Qualcuno è messo peggio di noi e brontola meno; se solo riuscissimo a spazzare via questo grigiore generale che la stessa Fiorentina ha in gran parte contribuito a creare…

Passeggio per i Lungarni e ad un certo punto un tifoso mi fema e mi chiede se davvero abbiamo preso Muriel, alla mia risposta affermativa scuote la testa e borbotta: “l’era meglio Gabbiadini”.

Inevitabile a Firenze…

A me pare un ottimo colpo, per tempismo e caratura del giocatore, che tecnicamente vale parecchio e che deve essere adeguatamente stimolato per rendere al meglio tendendo fra l’atro ad ingrassare, e questo personalmente me lo rende parecchio simpatico.

Se poi davvero prendiamo Diawara o Rog per il centrocampo, possiamo dirci soddisfatti e pensare che forse il 2019 sarà più ricco di soddisfazioni rispetto agli ultimi tre anni, anche se non è che si debba fare chissà quale sforzo per fare qualcosa in più…

Avremmo meritato di vincere e abbiamo giocato una partita più che dignitosa.

Due pali, altre due occasioni da gol, un rigore possibile direi che potrebbero bastare per marcare la nostra differenza su un campo da sempre difficile.

Invece abbiamo pareggiato, abbiamo fatto sette punti invece degli otto che avevo ipotizzato e siamo sempre lì, nella zona grigia della classifica.

Dispiace perché ci stiamo scivolando verso la malinconia, ci vorrebbe un mercatuccio di speranza, ma non è il caso di farci illusioni.

A me girano più stasera che mercoledì dopo il Parma, e a voi?

Non meritavamo di perderla, così come non meritavamo di vincere a Milano, il calcio è questo ed è la sua bellezza e la sua dannazione.

Non si può cambiare giudizio ad ogni partita, siamo da sesto, settimo posto: se ci arriviamo Pioli e i giocatori avranno fatto il massimo di quanto era nelle loro possibilità e le scelte di Corvino si saranno rivelate azzeccate, altrimenti si traccia una riga e si riparte.

Con o senza Corvino, con o senza Pioli.

Diverso il discorso per i Della Valle: ieri Firenze era il terzo stadio italiano per affluenza di pubblico, a poche migliaia di spettatori dalla Roma, che come città ha almeno sette volte i nostri abitanti e questa è la prima considerazione che ci porta all’amore inestinguibile del popolo viola.

La seconda è che qualsiasi bene di proprietà (e la Fiorentina, sarà bene ricordarselo è di proprietà dei Della Valle, che hanno speso 230 milioni in sedici anni, e non dei tifosi) diminuisce di valore se non fai delle manutenzioni e le manutenzioni costano, come sa bene chi deve rifare un bagno o le facciate di casa.

La traduzione del concetto è: cari fratelli Della Valle, siete proprio convinti che questo (amato, da noi) bene  sia giusto tenerlo così senza alcun intervento esterno, cioè senza un esborso economico di varia entità che consenta per esempio a gennaio l’acquisto di un attaccante decente?

Siccome è chiaro che viviamo da separati in casa, e quando si è separati in casa la colpa è di entrambi, il mio è un concetto prettamente economico, magari pensateci bene da qui al 3 gennaio e cambiate la rotta.

Godiamocela e basta, senza rivincite su nessuno, anche perché non esiste materia più opinabile del calcio.

Non eravamo penosi prima, nonostante il pensiero di alcuni, non siamo da Champions oggi, magari potremmo diventarlo se investono, però per la seconda Europa ci possiamo stare.

Vincere a San Siro ti lascia addosso qualcosa che non si può definire, ad un certo punto se avessi dato retta al mio istinto avrei voluto entrare in diretta al posto di Sardelli da casa per scaricare la tensione.

Lafont e Milenkovic i migliori, ma quasi tutti sono stati sopra la sufficienza e vanno ringraziati perché ci faranno passare un gran bel Natale.

Il sì è per Simeone: ma se ci dessimo una regolata e la smettessimo di farci del male da soli?

Ok, ha fatto una bischerata e può anche darsi che fosse arrabbiato con i tifosi, però quanto vogliamo ancora continuare con questa storia? Soprattutto ora che ha ripreso a segnare. Abbiamo perdonato di più e di peggio in passato o siamo diventati tutti degli integralisti viola? A me il Cholito pare un gran bravo ragazzo, ha chiesto più volte scusa e quindi veramente la finirei qui.

Il no, assoluto, è per Balotelli. Così come lo era per Cssano: ma teneteveli voi gli irregolari che giocano una partita su quattro, che fanno casino nello spogliatoio e che prendono un ingaggio doppio rispetto al più bravo dei nostri. Mai a Firenze, per carità.

Il lieto fine è la storia della querela, anche grazie al lavoro di super Mattia Alfano.

Non ci sarà, Dario si è messo in contatto col sottoscritto, ha ammesso la sciocchezza, si è scusato (pure lui!) e ha fatto una donazione alla LIFC (Lega Fibrosi Cistica) sezione Toscana.

Bene così, adesso ci clamiamo tutti e pensiamo al Milan.

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