Fiorentina


Prestazione decorosa, che non toglie e non aggiunge niente a questa stagione così grigia.

La formazione era coraggiosa, con l’inutile azzardo di Sanchez ancora difensore, ma siamo incappati nella peggiore giornata di Chiesa e di Kalinic, con in più il vecchio Ilicic, nel senso che per larghi tratti della gara era come se non ci fosse.

Certo, mai mi era capitato di andare a Bergamo da “provinciale”, neanche fossimo a San Siro o a Torino e su questo converrà riflettere.

Perché Della Valle avrà sbagliato molto e da qualche tempo non investe come vorremmo, Corvino non ha fatto nessuna “corvinata”, ma sarei curioso di vedere se ad allenatori invertiti, e con le stesse rose a disposizione, ci sarebbero ancora dieci punti di distacco con l’Atalanta.

Mettiamo il caso che si batta l’Atalanta, come è nelle possibilità di questa squadra, anche senza Bernardeschi.

Riusciremo a trovare un briciolo di tranquillità, di equilibrio nei commenti, di ottimismo?

Sulla carta la partita c’è tutta, non siano affatto inferiori e non abbiamo niente da perdere, tanto per tutti o quasi il campionato è andato.

Eppure…quante volte il calcio ci ha regalato storie incomprensibili e bellissime: rincorrere l’Europa può essere un’utopia, ma perché non sognare?

Noi non ce l’abbiamo più e qui conta l’allenatore, perché farsi rimontare così in due partite a distanza ravvicinata è qualcosa che sfugge ad ogni logica tecnica.

La squadra si addormenta, lascia fare all’avversari, oltre a non sapersi difendere, intendo come atteggiamento mentale.

Capisco tutte le motivazioni che portano alla continuazione di un rapporto che assomiglia sempre di più ad uno stillicicdio, ma così si danno alibi ai giocatori, che invece sono colpevoli almeno quanto il tecnico.

Dice: e Corvino?

Certo, ha delle responsabilità anche lui, ma il suo lavoro si vedrà compiutamente nella prossima stagione.

In questa ha giocato d’azzardo e ha perso.

Ha pensato che i titolari fossero ancora in grado di fare i titolari, pur non avendoli presi lui e quindi conoscendoli il giusto, e ha portato delle alternative, alcune scarse, alcune passabili.

E ha scommesso su Sousa, non so quanto convinto e/o costretto, evitando il bis del 2005, quando “licenziò” Guidolin e prese Prandelli: qui gli è mancato il fiuto, e credo che se ne stia pentendo amaramente.

Siamo un Paese cattolico, nella peggiore accezione del termine

Un Paese di moralisti, pronti spesso ad entrare in campo solo a parole, quasi mai con atti concreti

Gente che predica bene e razzola malissimo, crociati di battaglie contro la libertà degli altri (leggi divorzio e aborto), ma sempre pronti a darsi giustificazioni per i porci comodi fatti in casa propria. Non è mai colpa nostra

La coscienza va ad intermittenza: funziona per gli altri, sempre.

Per noi, quando corrisponde alle nostre voglie e ai nostri egoismi, si può anche soprassedere.

Al netto di tutto questo, oggi provo un profondo senso di vergogna nell’essere italiano: a più di otto anni dalla morte di Eluana Englaro, siamo ancora senza alcuna legge che permetta ad un essere umano consenziente di disporre della propria vita nel modo che ritiene più opportuno.

O che consenta a chi ha vicino, se lui/lei non è più in grado di farlo, di decidere quando mettere fine alla sofferenza.

Ha ragione Dj Fabo: questa Italia, e dunque tutti noi popolo di moralisti da quattro soldi, lo abbiamo tradito.

 

La Fiorentina è dei Della Valle, ma senza tifosi che Fiorentina sarebbe?

Il vero valore aggiunto è l’amore per questa squadra e lo scrive chi dalla Fiesole ha avuto pesanti contestazioni quando alcune cose non mi sono tornate, leggi per sesempio alla voce Heysel.

Ho preso, incartato e portato a casa, non cambiando mai idea.

E i tifosi, o almeno una parte di loro, hanno fatto lo stesso.

Ignorare il malumore generale porta solo a peggiorare la situazione, i tentativi fatti dalla proprietà per aprire verso chi ha sempre amato questa squadra prima che la prendessero i Della Valle (che non ne erano tifosi) sono apprezzabili, ma non bastano.

Per esempio: com’è possibile che in giornate come queste Antognoni non parli?

Andrea Della Valle deve toccare di persona cosa sta succedendo qui, perché non c’è niente di irreparabile, non rischiamo la B e magari, se Sousa smette di fare il fenomeno e/o viene licenziato, torniamo pure a rincorrere l’Europa, ma è lo stato d’animo generale che promette tempesta.

Venga  Andrea un po’ di giorni a Firenze e si consegni alla città: trarrà certamente più indicazioni di tanti report letti sul computer.

Visto che Andrea Della Valle non può esonerare se stesso e che Corvino ha provato (riuscendoci poco) a mettere delle toppe, non rimane che una soluzione: il licenziamento di Sousa.

Non mi interessano i suoi show ultimamente molto tristi in sala stampa, ma i risultati, che sono fallimentari, perché questo gruppo, per quanto impoverito dal clamoroso calo di rendimento dei senatori, vale di più di quello che vediamo.

Ci sono due punti assolutamente incomprensibili nella gestione del tecnico portoghese: Perez a San Sirro, quando eravamo in piena rincorsa per pareggiare, e l’esclusione ieri sera di Bernardeschi.

“Non aveva intensità”, ha detto a fine gara e non si sa se ridere della battuta o piangere per lo sconforto, sensazione peraltro già provata diverse volte nel recente passato.

Sousa è chiaramente in confusione e va allontanato, poi però resta la Fiorentina.

Che è nostra e soprattutto vostra per la passione, ma che è dei Della Valle come proprietà reale e qui deve partire una rivoluzione mentale perché la disaffezione verso questa proprietà  si vede, si ascolta e si legge tutti i giorni.

E’ tempo di abbandonare i sofismi sui bilanci per tornare a parlare di calcio. è per il pallone che gira che amiamo vedere le partite, non per le plus o minus valenze.

Chiudiamo il ciclo dignitosamente, magari con il sesto posto e comunque con un altro allenatore e spediamo sul fronte mediatico l’accoppiata Antognoni-Corvino, mettendo anche mano al portafoglio.

Pperchè lo slancio per il rilancio deve obbligatoriamente partire da Andrea.

Stavolta è veramente decisiva, perché se superiamo il turno diamo un senso a questa stagione livorosa e piena di buone intenzioni, leggi alla voce Chiesa e Bernardeschi.

Se invece dovesse andare male, ci aspettano tre mesi piuttosto vuoti, da riempire con le parole, che a noi fiorentini (e tifosi della Fiorentina) non mancano davvero mai.

Ricordiamoci dello scempio della gara di Coppa Italia contro la Juve nel 2015 e facciamo tesoro di quell’esperienza: va bene non pensare troppo al vantaggio conquistato in Germania, ma sarebbe da sciocchi giocare senza testa, tutti all’attacco come successe allora.

Ci sarà uno stadio mezzo vuoto e su questo converrà meditare approfonditamente perché è un campanello d’allarme importante.

Rimane ancora l’affascinante strada dell’Europa Leagues, ma è complicata, molto complicata.

Non abbiamo certo lasciato a San Siro i punti per pensare alla quarta stagione europea consecutiva, ma in altre partite, soprattutto al Franchi.

E’ stata la gara del contrappasso: tanto avevamo subito e poco meritato in Germania, tanto avremmo meritato il pareggio e imposto il nostro gioco a Milano e dentro ci metto pure l’arbitro, che ci ha graziato su Olivera e non ha costretto il Milan in dieci per la giusta espulsione di Gomez.

Non ho capito perché rischiare Salcedo a sinistra, anzi proprio perché metterlo in campo, e neanche perché togliere Chiesa, che non mi sembrava con problemi fisici come affermato da Sousa a fine gara.

Mettiamola così: la Scala del calcio non ispira proprio il tecnico portoghese nei cambi…

San Siro conserva il suo fascino, è qui a poche centinaia di metri dal nostro albergo ed io che sono un inguaribile romantico ripercorro le volte che ci sono stato, dalla prima nel 1981 ad oggi.

C’è una vita in mezzo, anzi tante vite: la mia e quella di altre persone.

Venendo alla partita, bisogna rischiare qualcosa, tentare di vincere la partita, anche a costo di subire qualcosa in contropiede.

Saponata o Ilicic?

Io dico Saponara, ma è solo una sensazione, l’importante è giocarla bene perché è difficile conquistare i tre punti se ripetiamo la prestazione di giovedì.

 

Mai vinto in Germania, mai nessuna squadra italiana si era affermata in quel campo.

Abbiamo avuto un po’ di fortuna?

E chi se ne frega!

Scusate il francesismo, ma vincere così è davvero bellissimo e poi in terra tedesca abbiamo esportato ed esposto un capolavoro: la punizione di Bernardeschi.

Altro che otto reti in stagione, che festa bellissima faremo a fine campionato ricordandoci però sempre di Borgonovo.

E abbiamo anche trovato  un portiere, che da quando è arrivato il concorrente sembra un altro.

Oggi ce la godiamo, da domani pensiamo al Milan.

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