Fiorentina


Esattamente trentacinque anni fa in queste ore mi stavo svegliando a Cagliari convinto di vincere lo scudetto.

E come me lo pensavano un milione di tifosi viola sparsi per il mondo.

Ricordo tutto di quella giornata: la notte con gli ultra del Cagliari che fecero una notevole baldoria, la passeggiata davanto all’hotel Mediterraneo dove alloggiava la squadra, l’interminabile attesa nella fornace del Sant’Elia, il senso di impotenza via via che la partiva scorreva senza gol, la pugnalata al momento della rete annullata a Graziani, la notizia del vantaggio della Juve a Catanzaro, la rabbia nel vedere in TV la gomitata di Brio a Borghi.

Mentre a testa bassa con Maurizio tornavamo verso l’albergo provai un senso di angoscia esistenziale/calcistica forse dovuto ai vent’anni e pensai con dolore che nella vita difficilmente sarei mai andato così vicino a godere in tutto e per tutto con la mia amata Fiorentina….

Si va al Franchi per tifare e soffrire Fiorentina, perché appassionati di calcio e innamorati sportivamente di questa squadra.

Non conosco niente della Curva Fiesole, non ci sono mai stato dagli otto ai vent’anni perché ogni domenica andavo in Ferrovia, sono a digiuno delle dinamiche che esistono, non so chi comanda,  cosa viene deciso, non ho crediti o debiti con capi, capetti o soldati semplici .

Penso di restare discretamente sulle scatole a molti, soprattutto a quelli più giovani, per via dei miei anni nella televisione di Cecchi Gori, per la mia posizione sull’Hysel e perché comunque sono abbastanza facilmente riconoscibile come giornalista e in quanto tale passibile di critiche: fa parte del mestiere e accetto tutto senza problemi, cori e striscioni compresi.

Fatta questa necessaria premessa, a me sembra fuori dalla realtà vedere e ascoltare ciò che ho visto e ascoltato ieri per una vittoria della Fiorentina: nessuna gioia, silenzio assoluto dopo i tre gol, il resto dello stadio che contesta i contestatori.

Il mio pensiero è che i Della Valle restino la migliore delle soluzioni possibili, ma non è detto che abbia ragione e neanche voglio convincere i ragazzi della Curva che li vogliono mandare via per sostituirli non si sa con chi: può darsi che abbia torto, che loro sappiano di un compratore o che si sia tutti pronti per l’azionariato popolare, chi lo sa?

Ma la Fiorentina viene prima di queste beghe tra tifosi, viene prima di Guetta, dei Della Valle, di Sousa, Corvino, di tutti i giocatori presenti, passati e futuri, viene prima anche della Curva Fiesole.

Perché la Fiorentina è di tutti, ed è una passione che ognuno vive a modo suo, senza imposizioni di alcun genere

E’ il nostro sogno di bambini, il fanciullino pascoliano che ci possiamo permettere di coltivare da grandi.

E se la Fiorentina segna e vince si esulta e si gode perché altrimenti questa passione non ha più senso di esistere.

Battere la Lazio, ecco cosa ci vorrebbe per rasserenare gli animi e arrivare meno sfiniti e nervosi alla fatidica data del 28 maggio, quando si volterà finalmente pagina.

Una prova piena di rabbia agonistica e di buon calcio, una prestazione stile secondo tempo a Genova, qualcosa che riconcili con il piacere di andare a vedere la Fiorentina.

Hai voglia a dare i dati ufficiali, che parlano sempre di 26/27 spettatori, la verità è che più di un quarto degli abbonati rinuncia al Franchi perché non ne può più dei contorsionismi verbali di Sousa, dei silenzi della società e della mollezza dei giocatori.

E il bello è che la classifica è meglio dell’aria che si respira in giro: una vittoria contro una delle squadra storicamente più antipatiche del campionato sarebbe come quando si rifanno i letti e nella stanza si aprono le finestre.

Ha ragione Massimo Sandrelli: se togli il sogno, che rimane del calcio ai tifosi?

Eppure non è passato neanche troppo tempo da quando eravamo immersi in pensieri libidinosi di alta classifica.

Possibile che che in un anno e mezzo si sia azzerato tutto e che mediaticamente ovunque ti giri vedi solo macerie?

Possibile.

E la colpa è di tutti.

Mi prendo anch’io le mie belle responsabilità perché mi sto accorgendo che forse solo ora ho completamente recuperato dal trauma del fallimento del 2002.

Non è che abbia esaltato le plusvalenze, ma insomma…quante volte mi sono detto che a quella cifra il determinato giocatore era meglio venderlo?

Che è come dire di essere soddisfatti se Cuadrado, Alonso o Jovetic vanno via purché il bilancio sia sano.

Poi però in campo vanno Tello, Milic e Zarate, che non è proprio la stessa cosa.

Ho percepito che da giugno cambieranno molte cose e sono curioso di vedere che cosa accade, perché, credetemi: la sostanza è molto meglio dell’apparenza, solo che con l’apparenza ci balocchiamo tutti i giorni ed è quella che manda avanti la nostra passione.

Siamo in piena confusione mentale, nonostante lo scudetto delle ragazze e un punto guadagnato sulle milanesi.

Giochiamo una partita dignitosa, baciata dal colpo di fortuna dell’infortunio di Badelj che ha rimesso dentro Bernardeschi, meritiamo il pareggio e potremmo pure respirare un po’, rilassarci.

E invece no, ci facciamo del male da soli con l’esultanza diciamo un po’ sopra le righe di Bernardeschi e con le dichiarazioni “dolorose” di ADV .

Premesso che l’universo viola è talmente frastagliato che ci vorrebbe Piero Angela con una puntata di Quark per illuminarlo, e forse non basterebbe, cosa avrebbero dovuto fare a Sassuolo i tifosi, molti dei quali magari avevano pure assistito allo scempio di Palermo?

Dare la medaglia a tutti, dal presidente ai giocatori, passando per il fantastico tecnico portoghese che avendo in rosa le controfigure di Messi e Ronaldo in Sicilia tiene giustamente Bernardeschi ad ammuffire per 90 minuti?

Per me i Della Valle hanno più meriti che colpe e rimangono la migliore soluzione possibile, ma devono capire, soprattutto Andrea, che non basta la passione ed aver speso (in passato) tanto per guidare una squadra così importante come la Fiorentina ed avere l’applauso di chi ti sta intorno.

Fa parte degli incerti del mestiere: se i risultati non arrivano, se giochi gare indegne della maglia che indossi, ti becchi i fischi e tutto il contorno, da digerire almeno quando non supera certi limiti e sfocia nella violenza fisica e verbale.

Ti becchi i fischi e il resto se non hai un chiaro progetto di comunicazione con la gente e procedi a strattoni.

E’ il calcio, bellezza.

E dopo quindici anni dovrebbe essere ormai chiaro a tutti.

Una decina di anni fa, quando ancora giocavo a calcio e mi divertivo tantissimo, organizzammo una partita tra giornalisti e la squadra femminile di Firenze che navigava nei bassifondi della serie A.

Cominciammo con una certa supponenza ed andammo immediatamente sotto di due gol, poi provammo a metterla sul piano fisico tanto, in certi momenti pure troppo, tanto da farmi rimproverare da Valentina e Camilla che seguivano la partita in panchina.

Niente da fare: non solo prendevano senza problemi le botte, ma le restituivano pure e con molto più mestiere.

Perdemmo inevitabilmente 7 a 3 e da quel giorno ho rivisto certi miei meccanismi mentali discretamente maschilisti che mi portavano a considerare il calcio femminile una sotto specie di sport: è un’altra cosa rispetto ai maschi, ma ha un suo indubitabile valore tecnico.

Oggi festeggiamo finalmente uno scudetto a Firenze, il primo dei Della Valle, che hanno avuto il merito di investire qualcosa come più o meno un milione di euro l’anno per qualcosa che certamente non regala visibilità.

Ma oggi la copertina è tutta loro, delle ragazze e di Fattori, e anche di Vergine e Mencucci e di tutti coloro che hanno spinto per arrivare una volta tanto primi

Non è facile arginare la furia dialettica di Pantaleo Corvino quando parla di Fiorentina, difendendo squadra, proprietà, giocatori e perfino Sousa, molto poco amato, ma pur sempre il suo allenatore.

Nella lunga intervista di ieri mi ha ripetuto non so quante volte che la stagione non è  stata fallimentare e ha ragione: abbiamo visto ben di peggio e in termini numerici, cioè di punti in classifica, siamo quasi in linea con le stagioni di Montella molto più celebrato.

Ma il non fallimentare non vuol dire buono e questo Corvino lo sa benissimo, così come sa che alla fine è stato un errore fidarsi dei titolari che avevano portato la Fiorentina in testa alla classifica nel girone di andata del campionato scorso.

Direi che grigia, con sfumature di rosa (Juve, Roma, Inter) e nero (Palermo, Empoli, Crotone al Franchi) sia la definizione più corretta, ma questo Pantaleo non lo certificherà mai.

E se arriviamo sotto il sesto posto, il voto è 5, senza se e senza ma.

 

Magari potesse giocare ancora!

Il fatto è che in società ora ci sarebbe l’unico essere umano al mondo capace di unire i fiorentini, esercizio peraltro impossibile per tutti, come dimostrato da Dante in poi, però lo tengono in naftalina.

Scusate cari plenipotenziari viola, non è che ci voglia un plurilaureato in marketing e comunicazione per capirlo: i tifosi (attenzione, tifosi e non clienti) dopo un disastro come quello di Palermo e a stagione ormai finita avrebbero bisogno di capire cosa sta succedendo e cosa succederà.

E allora vi riunite, magari in call conference con le Marche, passate ore ed ore a pensare a quale potrebbe essere la strada da seguire e poi mandate Salica, altro gran personaggio tenuto misteriosamente nello sgabuzzino mediatico, e Antognoni a comunicare urbi et orbi i primi prossimi passi.

I primi eh, non tutto il vostro piano d’azione, ammesso che ce ne sia uno, ma credo che Corvino ci stia lavorando.

E se vi sembra che una cosa del genere crei qualche confusione sui ruoli, mandate Salica e soprattutto Antognoni, che a Palermo c’era, però in silenzio, ad affiancare Andrea Della Valle o Cognini in conferenza stampa urbi et orbi.

Ma muovetevi, “dite finalmente qualcosa di viola”

Per una volta, che non sarà forse l’ultima, ma che è certamente qualcosa di strano per me, consentitemi di essere incoerente, perché il calcio è materia strana e a volte ci si fa prendere la mano dalle emozioni

Dopo aver scritto e detto che su Sousa abbiamo esagerato, ho chiesto a caldo il suo esonero dopo lo scempio di ieri a Palermo e oggi, a freddo, confermo tutto: va cacciato, e la squadra portata in ritiro

Il fatto è che ci sono le partite in mezzo ai miei e ai vostri ragionamenti, in questo caso c’è stata “la” partita

90 minuti vergognosi che derubricano la stagione viola da scarsa e opaca a proprio brutta e che mi hanno fatto infuriare, certamente più da tifoso che da giornalista

E comunque, anche da giornalista, ribadisco che non è ammissibile che la Fiorentina si faccia prendere in giro da Sousa: il licenziamento ad un mese dalla fine non è niente economicamente e rappresenta invece un colpo di reni sul piano della dignità societaria

Non si può perdere così, non si può mettere quella formazione, non si possono fare quei cambi

Per questo chiedo appello alla vostra corte e per una volta mi arrogo il diritto di essere incoerente, ringraziandovi per la comprensione

Vi aspetto stasera al Pentasport, ci saremo anche alle 13, nonostante il primo maggio

E senza alcuna giustificazione

Ci sarebbero solo due cose da fare: allontanare Sousa, abolire il giorno di riposo e andare in ritiro anticipato da mercoledì

Non farlo significa essere colpevoli allo stesso modo di allenatore e giocatori

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