Fiorentina


Dispiace perdere lo scudetto in questo modo e probabilmente l’importanza deell’intero campionato Primavera lo si comprende ora più amaramente con la sconfitta piuttosto che con la vittoria.

Nel 2006 andò ancora peggio, senza contare che davanti c’era la Juve, ma resta il fatto che non vinciamo più il titolo dal 1983, con Guerini in panchina  e dopo che per decenni siamo stati considerati uno tra i migliori settori giovanili italiani.

Consoliamoci parzialmente con il trio Babacar-Bernardeschi- Chiesa, che dalla Primavera arriva dopo anni di siccità calcistica e aspettiamo Bigica: sono molto curioso di conoscerlo da allenatore.

Bernardeschi nicchia e quindi è quasi ufficialmente in vendita, di Kalinic già sappiamo da un pezzo, Badelj e Ilicic sono più o meno ufficialmente sul mercato: quanto entrerà da queste cessioni, le prima per me dolorosissima?

E soprattutto: che squadra farà Corvino insieme a Pioli con i (tanti) soldi che arriveranno?

Colmata la Fossa delle Marianne del deficit di bilancio, diventato ormai un tormentone per tutti, adesso si riparte da zero e siccome sono un inguaribile romantico mi aspetto pure un pacchetto di milioni messo a disposizione dai Della Valle, in aggiunta al tesoretto di mercato.

Il vero esame del Corvino parte seconda comincia ora: auguri a lui, ma soprattutto alla Fiorentina, perché il suo successo è strettamente collegato alle nostre future soddisfazioni.

Pioli non può e non vuole parlare pubblicamente, ma i suoi contatti con Firenze non sono mai scomparsi, nonostante sia andato via ormai 22 anni fa

Stefano non è mai stato uno di quelli che “allena” i giornalisti, uno alla Trapattoni tanto per intendersi, questo non vuol dire che non sappia tenere i contatti, pur nel rispetto reciproco del ruolo

I nostri rapporti sono sempre stati ottimi, non era uno di quelli che ti metteva il muso se lo criticavi perché sapeva che faceva parte del gioco

Sono curioso di conoscerlo meglio come allenatore, per ora mi accontento di ascoltare la sua voglia ed il suo entusiasmo, che vi assicuro è inversamente proporzionale ai mal di pancia di Sousa nell’ultima stagione

Certo, per fare un gran campionato oltre all’entusiasmo ci vogliono soprattutto i giocatori, però intanto cominciamo col resettare tutto, il resto si vedrà

La cosa grave è che me ne sono accorto e ci ho riflettuto solo ieri mentre preparavo il Pentasport.

E’ vero che ero rimasto un po’ sorpreso in diretta, ma insomma non mi era sembrato poi così grave, tanto ormai la Fiorentina è diventata una specie di punching ball a cui tutti tirano cazzotti…

E ora il dubbio: si è mai visto una squadra fare tutte quelle feste ad un giocatore che esce all’ultima partita in casa mentre sta perdendo giocando male contro l’ultima in classifica?

Riflettiamoci un attimo, perché tutto ha dell’assurdo.

Prima domanda: per quale motivo tecnico esce Gonzalo, e non per esempio Salcedo, se non per quel teatrino studiato nei minimi particolari?

Seconda domanda: stiamo perdendo e se non altro per il rispetto verso il pubblico bisognerebbe cercare di raddrizzare la partita, quanto aiuta nella concentrazione dei giocatori il lancio del capitano per aria, come se avessimo vinto lo scudetto?

Terza domanda: ho molto rispetto per Gonzalo e la Fiorentina ha certamente avuto modi sbagliati nella gestione della vicenda, ma se per l’argentino è stato messa su tutta questa rappresentazione, con l’ovvia regia di Sousa, cosa avremmo dovuto fare per l’ultima gara di De Sisti, Antognoni e Batistuta?

Organizzare una messa cantata a partita in corso? Dichiarare il lutto cittadino?

La quarta domanda è la più spinosa: ma l’ACF Fiorentina cosa dice di fronte a questo fuori programma?

Ne era a conoscenza oppure, dopo aver dato in locazione la sala stampa del Franchi a Gonzalo ed essere stata insultata dal giocatore con l’assenso dei suoi compagni, era (si spera) all’oscuro di tutto?

Provate a chiedervi se alla Juve sarebbe mai accaduta una cosa del genere.

E poi rifatevi la domanda scalando le categorie di tutto il calcio professionistico.

Premessa: non avrete mai un commento da me sullo striscione che ieri sera mi ha regalato cinque minuti di celebrità  semplicemente perché si commenta da solo.

C’è gente che pagherebbe per avere a costo zero una tale promozione…

E ora parliamo di cose serie, per esempio la Fiorentina

Mi è stato detto e ridetto quanto fosse importante arrivare alla fine di questa tormentata stagione con i minori danni possibile per poi cambiare marcia nel comunicare, voltando finalmente pagina.

Ecco, ora è arrivato il momento.

Via Sousa, Corvino che da un anno sta pensando a cosa non è andato e quindi può porre rimedio, in ultima battuta anche la lettera di chi si firma a nome della Fiesole e in qualche modo propone un dialogo ad Andrea Della Valle, l’unico interlocutore possibile perché Diego mi sembra assiso su pianoi diversi rispetto al calcio.

Ci sono due uomini fondamentali in Fiorentina su cui sarebbe importante giocare la partita della riconquista empatica dei tifosi: Gino Salica e Giancarlo Antognoni.

Il primo passo dovrebbe essere quello di farli contare maggiormente rispetto ad oggi, mandandoli sempre più frequentamente a comunicare.

Nel frattempo Corvino rifonda la squadra insieme a Pioli, che dovrebbe essere l’allenatore, ma anche qui urge muoversi velocemente: ecco i primi passi per ripartire.

Secondo me Bernardeschi non ha ancora preso nessuna decisione per diversi motivi, è quello che ho percepito passandoci un’ora insieme ieri pomeriggio.

Non credo che gli siano arrivate tutte le offerte e per questo aspetta, cercando di separare le ragioni della testa da quelle del cuore che direbbe sempre e comunque Fiorentina.

La proposta viola è 2,5 milioni di euro netti per quattro (o cinque) stagioni senza alcuna clausola e con qualche bonus interessante.

E’ il massimo che la società può offrire e Federico lo sa bene.

Credo che molto si giochi proprio sulla clausola: Corvino vuole avere mano libera, Bernardeschi chiede invece che venga fissato un prezzo per tentazioni più europee che italiane.

E comunque manca ancora la proposta a cui non si può dire di no, in tutti i sensi: se arriva, lo salutiamo e sarà un gran brutto colpo.

 

Domani sera alle 19 racconterò un po’ della mia vita attraverso le canzoni che in qualche modo mi hanno accompagnato in questi fortunati 56 anni.

Sono molto contento e anche un po’ imbarazzato dell’invito ricevuto dalle Nozze di Figaro, anche perché (bontà loro) mi hanno posizionato tra Sergio Staino e Marco Vichi: cercherò di essere all’altezza.

L’appuntamento è alla ZAP (Zona Aromatica Protetta, un nome che promette moltissimo…) presso il Vicolo di Santa Maria Maggiore 1, nel cuore della mia Firenze, con presentazione dell’amico Alessandro Nutini, gran batterista della Bandabardò.

Ad ascoltarmi ci saranno Cristina e i miei figli e per me saranno momenti molto particolari, da vivere con intensità.

Chi avesse voglia di fare un salto….

Ci siamo, pagherò la scommessa. degli otto gol

Appuntamento con Federico alle 17 (puntuali!) giovedì prossimo alla pasticceria Villani in Piazza Antonelli a Firenze.

Oltre a Bernardeschi ci sarà Chantal Borgonovo, o la figlia Alessandra, e sarà quindi l’occasione per fare di persona una donazione alla Fondazione.

Come si dice in questi e in altri casi: vi aspetto numerosi!

D’accordo, il Napoli gioca il più bel calcio d’Italia e forse d’Europa.

E va bene, la loro rosa è nettamente più forte della nostra, il loro bacino d’utenza non paragonabile, il loro allenatore è più bravo.

Ma la Fiorentina dov’era?

Cosa ci ha messo del suo questa squadra allenata da un signore quasi di mezza età bizzoso come i bambini, ma forse mio figlio Cosimo di dieci anni dovrebbe essere oltre certe ripicche?

Stavolta i dirigenti c’erano, ha parlato Corvino e almeno si è evitata la figuraccia di Palermo, ma i giocatori sapevano di giocarsi l’ultima possibilità per scongiurare un’ultima di campionato molto simile a Fiorentina-Cagliari del 2012?

Non un calcio, mai un intervento un po’ grintoso, non parliamo di gioco: niente.

Ed è andata pure bene, perché potevamo prendere un’imbarcata storica.

Adesso per favore caliamo il sipario e azzeriamo parecchie cose.

E siamo quindi nella condizione psicologica migliore per fare bene, tanto non abbiamo niente da perdere.

Napoli è uno stadio strano, dove nelle stagioni grigie di Mihajlovic abbiamo giocato grandi gare contro Mazzarri, dove Babacar si rivelato al mondo e soprattutto dove Antognoni, Baggio e Batistuta hanno segnato reti indimenticabili.

Siamo oggettivamente indeboliti dalle assenze di Borja Valero e Astori, ci vorrebbe la partita non dico della vita, ma almeno della stagione di quasi tutti quelli che andranno in campo e forse non basterà lo stesso.

Però è una grande partita e la giochiamo essendo ancora in corsa per qualcosa: è veramente molto poco per essere soddisfatti, ma abbastanza per non dichiarare la stagione fallimentare, anche perché nella mia ormai cinquantennale vita viola di fallimenti ne ho visti ben altri.

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