Fiorentina


I miei rapporti con la Curva Fiesole non esistono.

Dai dieci ai diciotto anni sono sempre andato in Ferrovia e quando poi ho avuto la fortuna e la perseveranza di fare questo mestiere mi sono sempre avvicinato con molta circospezione al mondo del tifo.

Per ragioni generazionali ho conosciuto qualcuno dei capi storici degli anni ottanta e novanta (mai il Pompa, però, che più o meno tutti, dopo la sua morte, affermano di aver frequentato…), alcuni li ho apprezzati, altri meno: questione di gusti ed empatia.

So per certo di non piacere alla nuova leva del cuore caldo della Fiesole, a cui riconosco la coerenza di non esporsi mai mediaticamente in prima persona, evitando così individualismi.

A me loro piacciono per alcune cose e li contesto per altre, ormai lo sapete benissimo, e non me la prendo se mi fanno cori o striscioni contro: tutta pubblicità.

Detto tutto questo, ci vorrei vedere più chiaro sulla storia dei Daspo e soprattutto vorrei capire il perché a Firenze le cose funzionano in un certo modo e a Napoli e a Roma in un altro.

Non esiste giustizia esemplare, tutti devono essere giudicati con lo stesso metro e questo credo che sia il fondamento di una società civile.

Non capisco neanche il perché i ragazzi della Curva non debbano protestare contro ciò che ritengono ingiusto stando in silenzio per venti minuti: hanno forse altre forme di dissenso che diano risalto al loro malcontento?

Cresce la consapevolezza di avere una squadra di uomini veri, con possibilità di miglioramento per molti di loro.

Vittoria bellissima e sofferta, che arriva dalla panchina, proprio da quelli che non ti aspetti, da Dabo, il migliore, a Eysseric e anche Falcinelli, che sembrava un altro.

E questo è un altro merito di Pioli, che questa stagione consacra tra i più bravi tecnici del campionato.

Il mio pessimismo sull’Europa è calato, anche se continuo a pensare che sia molto difficile, ma a due giornate dalla fine abbiamo ancora qualcosa da dire nel campionato e questo in pochi avrebbero potuto prevederlo e sperarlo.

Non tanto la partita di Genova, ma l’Europa.

A me pare che si sia creata un’attesa esagerata, che non corrisponde alla situazione reale perché siamo in fondo alle quattro che si giocano i due posti.

Bisogna fare nove punti e non è detto che bastino, quindi non dipende solo da noi.

Forse sono troppo realista o troppo scottato da delusioni più o meno recenti, intanto però vinciamo a Marassi e poi magari divento molto più ottimista anch’io.

Passano gli anni, ma io continuo a farmi la stessa domanda: cosa passa nel cervello di una persona che canta i cori dell’Heysel o fa del razzismo becero e da quattro soldi con chi è minoranza oppure semplicemente diverso?

Forse il giorno in cui smetterò di interrogarmi , il momento in cui darò tutto per scontato, sarà il segnale che debba far festa perchè vorrebbe dire che ho abdicato a tutto quello che avevo dentro fin da quando ero ragazzo.

Sinceramente, mi auguro che quel giorno non arrivi mai e che abbia la forza e l’intelligenza di smettere un minuto prima che me lo facciano capire gli altri.

Al di là delle valutazioni sul futuro professionale, io mi vergogno della multa che la Fiorentina dovrà pagare per i cori razzisti durante Fiorentina- Napoli.

Mi vergogno da fiorentino e da giornalista, perché vuol dire che non è stato fatto abbastanza per debellare questa putrida piaga e che ancora per un bel po’ di persone lo stadio rappresenta la discarica sociale in cui riversare frustrazioni e ignoranza.

Una tristezza e una desolazione davvero infinite.

 

Ce la ricorderemo a lungo la partita col Napoli, per la vigilia e per come l’abbiamo giocata.

Oltre che per Simeone, semplicemente fantastico.

La partita perfetta, mi verrebbe da scrivere, perchè più di così è veramente difficile chiedere alla squadra che si ama calcisticamente.

Abbiamo due punti meno dell’anno scorso, eppure ci sembra di stare in un altro mondo e il merito è tutto di Pioli che con una squadra oggettivamente più debole è riuscito con la tragedia del 4 marzo a far rinascere il senso dell’appartenenza viola, tanto che oggi non è neanche poi così importante se andiamo o non andiamo in Europa.

Siamo tornati ad essere la Fiorentina, senza farci del male da soli con le nostre divisioni interne.

La visita di Diego, la percentuale bulgara con cui i tifosi si sono schierati sulla folle possibilità di scansarsi, l’indispensabile e auspicabile rientro di Badelj: siamo carichi al punto giusto.

Serve la partita quasi perfetta, ma ce la giochiamo avendo molto meno da perdere di loro.

 

Sarebbe interessante fare un sondaggio per verificare quanta parte del popolo viola sia effettivamente contenta di veder vincere domenica il Napoli per andare contro la Juve.

A me sinceramente pare una grande stupidaggine, qualcosa di molto simile al tipo della barzelletta per fare un dispetto alla moglie eccetera eccetera.

Avrei delle perplessità anche se fosse il Torino e potrei fare un’eccezione granata solo se fosse per noi una gara inutile, ma il Napoli…

Chiariamoci: nella corsa scudetto tifo per Sarri e non per Allegri, ma nella vita tifo solo e soprattutto per la Fiorentina e non esiste ragione al mondo per cui mi debba augurare una sconfitta.

Voi che ne pensate?

Non si può giocare così, senza testa, ne’  cuore.

Una partita orribile sul piano spettacolare in cui nel primo tempo non abbiamo fatto un tiro, cosa che mi pare non sia mai successa in questa stagione.

Siamo stanchi?

Probabilmente sì, ma non basta a spiegare come non si sia riusciti a vincere un duello individuale.

Mai uno spunto, mai un’idea, a parte l’assist di Gil Dias che Simeone ha sprecato, ma almeno lui ha provato a tirare, Falcinelli invece era come se non ci fosse.

E non era purtroppo il solo, se il migliore alla fine è stato Dragowski…

Il disastro che non ti aspetti.

Prima la folle uscita di Sportiello, poi la seratacca di Dragowski, che sembrava un estraneo, uno qualsiasi buttato lì a difendere la porta viola.

Accetto tutte le critiche di chi pensa che abbia esagerato nelle valutazioni  sul portiere polacco, che farà certamente meglio in futuro (peggio è obiettivamente dura), ma devo sempre dire quello che sento e vi assicuro che dal vivo la sensazione era che giocassimo davvero come se in porta ci fosse il primo che passava di lì.

Oltre a tre gol assolutamente evitabili, c’è stata la paura con cui si muovevano quelli davanti a lui.

Peccato, perché grazie ad uno straordinario Veretout e a un Chiesa scintillante l’avevamo giocata alla pari contro chi punta alla Champions, pur senza Gil Dias, un fantasma, e il Simeone di un mese fa: generoso, ma sterile.

A portieri invertiti avremmo vinto noi, ma non si poteva fare.

La Lazio è più forte, noi dovremo essere più motivati.

Ci aiuterà il pubblico, ma molto conterà l’applicazione che ci metteranno, soprattutto in copertura, per l’intera partita.

Mi pare che sia la squadra più “brasiliana” del campionato, con talenti eccellenti che a volte giocano per se stessi, al contrario di quello che succede nella Juve e soprattutto nel Napoli: quando accade, come nel secondo tempo dell’andata, smarriscono il filo e prendono gol.

Speriamo di aver pagato la scarsa vena di Simeone e la scellerata vocazione a sprecare sotto porta, perché stavolta non tireremo ventiquattro volte e quindi converrà metterla dentro il prima possibile.

Una gran bella partita, da vivere con una serenità impensabile un mese fa.

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