Fiorentina


Come finisce oggi col Tas?

Non ho alcuna idea precisa, ma mi piacerebbe sentire le vostre sensazioni a poche ore dal verdetto che comunque non pare scaldarci più di tanto.

Certo che pensare di organizzare una trasferta in quattro giorni non è il massimo della vita e se dovesse andare bene certamente pagheremo qualcosa in campionato perchè il tour de force estivo toglie benzina alla preparazione, ma tornare in Europa, anche in questo modo, sarebbe davvero una grande soddisfazione.

I Della Valle sono la migliore, e da anni l’unica, soluzione per la proprietà viola.

Al di là delle fantasiose uscite di questo o quell’avventuriero, uscendo dal tam tam del nipote della portinaia che ha ascoltato un lontano parente che si era detto sicuro dell’arrivo dei cinesi (boni quelli!), del fondo americano o dello sceicco, è bene che la Fiorentina resti nelle mani dei fratelli.

Basta andare dalle parti di Cesena e soprattutto Bari per capire che fine fanno certe cordate, meglio non mettersi nessuna pietra al collo…

Siamo in autofinanziamento?

Sì, ed è triste per tutti, ma a coloro che mugugnano (e io da tifoso sono tra quelli) ricordo che per gestire noi la Fiorentina senza tirare fuori un euro, situazione che parrebbe sulla carta molto semplice, bisognerebbe prima comprare la società, ripagando più o meno i Della Valle dei soldi fino ad oggi spesi e poi offrire adeguate garanzie al mondo bancario ed economico: io al momento non ce la faccio, e voi?

Detto tutto questo, vorrei sommessamente suggerire ad Andrea Della Valle che ricordare con orgoglio di aver tenuto i propri campioni è proprio il minimo sindacale per il passionale e giustamente esigente popolo viola che per entusiasmarsi avrebbe bisogno di ben altro.

Tutto questo mi riporta a quando ero un ragazzo e il compianto Melloni alla fine di ogni mercato ci raccontava come il miglior acquisto, al di là di Zagano, Ricciarelli, Zuccheri e Amenta, fosse non aver venduto Antognoni.

Ma era un altro calcio e, soprattutto, i Della Valle sono finanziariamente, molto, ma molto di più e infatti nel passato ci hanno regalato momenti di grande soddisfazione: è proprio così difficile fare uno sforzo in più?

 

P.S. In un suo post Pietro Vuturo ha fatto delle supposizioni assolutamente fuori luogo.

La democrazia però è questa: consentire a tutti di esprimersi, se non si offende.

Quindi per questo ho passato il post, certo anche che fosse dettato da un momento di rabbia che nonostante i quasi 58 anni anni ancora fa da velo a Pietro quando si parla di Fiorentina.

 

Nonostante la scarsa mia presenza televisiva, ci sono ancora molti tifosi che (bontà loro) ancora mi riconoscono e mi chiedono lumi sul futuro viola.

Al sempre presente scetticismo fiorentino inzuppato nel bartaliano “l’è tutto sbagliato, tutto da rifare” ho  controbattuto col fanciullino pascoliano che alberga dentro la mia anima da tifoso fin dai tempi in cui comprammo il povero Saltutti, che per il dodicenne David di allora doveva andare in Nazionale.

E credo molto nella frase che è ormai diventato il mio tormentone: “se prendiamo Pasalic e Piaca, un buon secondo portiere e una punta d’esperienza non siamo affatto male, certamente meglio dell’anno scorso” e sfido chiunque a darmi torto.

Il problema è che però il tormentone ce lo hanno riproposto per l’ennesima volta Corvino e la Fiorentina, perché pare che alla ducentesima puntata dello sceneggiato “Dalla Croazia con furore” Piaca e Pasalic non arrivino.

Il perché conta il giusto e poi anche questo è un film già visto e nemmeno tra i più appassionanti.

Mi date per favore qualche buon motivo per convivere con l’ottimismo?

A questo punto, se non dovessero arrivare Pasalic e Piaca, saremmo più o meno al livello dell’anno scorso, cioè molto orientati sul versante negativo.

Parlo di sentimento diffuso tra il popolo viola, qualcosa di indefinito e che va tenuto nella massima importanza perchè senza l’amore dei tifosi non si va da nessuna parte.

Va bene Ceccherini, ok al portiere di riserva, ma siamo ormai tutti sintonizzati da quasi un mese su quei due,   ovvero giocatori obiettivamente impensabili nel luglio 2017.

E’ anche per questo che un loro arrivo a Firenze sarebbe un segnale importante per capire che è finito un certo modo di intendere il mercato.

Aspettiamo fiduciosi, ma anche un po’ preoccupati, visti i precedenti tormentoni.

Nell’estate del 1982 la Juve aveva appena rubato lo scudetto alla Fiorentina, era infarcita di Campioni del Mondo, aveva in pratica riacquistato lo squalificato Rossi e, come se non bastasse, aveva preso i due giocatori europei più forti del momento: Platini e Boniek.

Allora come oggi sullo scudetto nessuno aveva dei dubbi: l’avrebbero rivinto loro per il terzo anno consecutivo, per una volta perfino regolarmente, dopo averlo scippato prima alla Roma (il famoso gol in fuorigioco di Turone) e poi a noi.

Il campionato era dunque una pratica già chiusa, tutti erano concentrati sulla Coppa dei Campioni, mai vinta nella storia e infatti persa ancora in finale ad Atene contro l’Amburgo.

Qualcuno vada a rivedersi come finì quella stagione in Italia, perchè nel calcio, ed è il suo bello, non esistono certezze assolute.

Neanche con Cristiano Ronaldo.

Si dice che un bravo direttore sportivo si veda soprattutto quando deve vendere, esercizio molto più difficile dell’acquisto.

E se negli anni le famose corvinate sono state obiettivamente inferiori al previsto, sul piano delle cessioni credo che Pantaleo abbia fatto veramente il massimo perchè alcuni giocatori erano veramente solo per amatori.

In questa estate dovrà però superarsi perché da Saponara in giù a me pare che pensare di ricavare, come scrivono alcuni giornali, una ventina di milioni con i cosiddetti esuberi, cioè con i vari Maxi Olivera, Cristoforo, Thereau, Eysseric sia un’impresa al limite dell’impossibile.

Se poi ci riesce, e se Rebic domani ci regala una gioia con una decina di milioni di plusvalenza, ecco pronto qualcosa di più del tesoretto e tutto sempre stando dentro il triste auto-finanziamento.

…non si prendeva noi.

Variazioni umorali sulla vicenda portiere.

Forse arriva Meret, poche partirte in serie A, ma un futuro da possibile Donnarumma: ma che sarà bravo? Perchè si spendono tanti soldi per uno che non ha fatto neanche un campionato intero? Giocava nella Spal? Vaia, vaia.

Non si prende Meret: e ti pareva? Figuriamoci se riescono a fare qualcosa di buono. Corvino è bollito, i Della Valle hanno le vipere in tasca, siamo sempre alle solite. Speriamo di salvarci.

Forse arriva Lafont, classe 1999, un centinaio di partite nella serie A francese, cioè in un campionato che almeno economicamente vale quello italiano: non ce lo daranno mai, ma ti immagini? Si farà come sempre, stiamo lì sull’albero a cantare e poi arriva qualcuno con i soldi e ce lo porta via. Quanto ci chiedono? 15 milioni? Nemmeno se lo vedo a Firenze, ci credo.

Compriamo Lafont. O che si piglia uno di neanche vent’anni? Ma sarà bono? Ho visto che nelle uscite non è un granché. Mah…

E poi i portieri francesi, che te ne ricordi uno bravo? Io no. Speriamo bene.

Ma siamo sicuri che Sportiello abbia firmato col Frosinone? No, perché semmai…

Lunedì si parte, senza Davide Astori e già questo dovrebbe indurre ad una riflessione profonda che vada oltre le reazioni di pancia che abbiamo ogni giorno sulla Fiorentina: comprano? Non comprano? Quando parlano i Della Valle? Chiesa si vende o si tiene?

Siamo, almeno per ora, in Europa e anche questo dovrebbe invitarci ad un pensiero un po’ più articolato: qualcuno seriamente lo aveva previsto dodici mesi fa?

Sono stati commessi diversi errori, però Corvino imperversa meno nelle dichiarazioni auto-celebrative e qualcosa di buono (mi perdonino Bucchioni e un po’ pure Brovarone) l’avrà pure combinato se è riuscito ad abbattere il monte ingaggi tenendo sostanzialmente la squadra sul livello di quella di Borja Valero, Bernardeschi, Vecino e Kalinic?

Oppure, come all’epoca di Prandelli, se le cose vanno bene è merito dell’allenatore e se non funzionano è colpa della società, soprattutto Cognigni e Corvino?

In più abbiamo due mediani che giocano a tutto campo per il bene della Fiorentina: Antognoni e Salica e trovatemi voi una sola mossa sbagliata dai due negli ultimi diciotto mesi.

Non mi piace affatto stare dal sesto all’ottavo posto e gradisco ancora meno l’auto-finanziamento tout court, ma sono realista e guardandomi intorno non trovo niente di meglio a livello di proprietà e vedo che tante città con il famoso bacino d’utenza più ampio si sognano la nostra condizione.

Noi siamo la Fiorentina! urlano con apprezzabile e condivisibile orgoglio i ragazzi della Fiesole e dentro quelle quattro parole c’è dentro tutto, compresa però la consapevolezza di ciò che siamo come forza del calcio e quello a cui possiamo aspirare di diventare.

Il passato e la storia sono compagnie dolci e accattivanti, ma non ipotecano il futuro che è costruito sul nostro presente e su quello che possiamo permetterci.

Due impegni a cui tengo molto e che mi piacerebbe vedessero la vostra partecipazione.

Questa sera mi tuffo nelle mie figurine Panini della mia gioventù perché alle 19 presento al Torrino di Santa Rosa (la casa della Rondinella) il bellissimo libro scritto da Alberto Polverosi con Furio Valcareggi e dedicato al grande e troppo spesso dimenticato Ferruccio.

Domani invece al Florence Gate di Villa Costanza, cioè alla nuova uscita dell’autostrada tra Scandicci e Impruneta, alle 18.30 cercherò di capirci qualcosa di più sulla Fiorentina insieme a Bucchioni e De Magistris, con l’aiuto dell’indispensabile Sara Lupo e con la partecpiazione dell’ex dirigente viola Gianluca Baiesi.

In questo caso va semplicemente prenotato un tavolo chiamando il numero 055 0750605: sarò e saremo a disposizione per le domande di chi vorrà venire.

Come dice un nostro combattivo opinionista: vi aspetto numerosi!

Me la ricordo la conferenza stampa portoghese, con Sousa che si spendeva nel tentativo di spiegare come Rebic fosse un giocatore che poteva fare comodo alla Fiorentina.

Aveva giocato una partita discreta dopo prove da dimenticare, si vedeva che aveva un gran fisico, ma piedi così e così e soprattutto una testa che sembrava poco adatta per il calcio a certi livelli.

Eravamo in una situazione tanto bella quanto irreale, volavamo in campionato e avevamo poco voglia di aspettare Rebic, che poi ci mise del suo per portare allo sfinimento il tecnico.

Ora è un altro giocatore e oggi è sulle prime pagine dei giornali, capisco il rammarico, ma sinceramente mi pare che non si potesse fare più di così: prendiamoci una decina di milioni assolutamente inattesi e cerchiamo di utilizzarli al meglio.

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