I morti di Ranieri
PRIMA DI TUTTO GRAZIE DEGLI AUGURI: SIETE STATI FANTASTICI, SONO RIMASTO SENZA PAROLE!!
E ora torniamo al nostro dialogo con un fatto sorprendente: le dichiarazioni di Claudio Ranieri di ieri, quelle in cui ha detto che sotto la sua gestione “non ci sarebbero stati feriti, ma solo morti”.
Devo confessare di avere ascoltato il tutto nella pillola di Pentasport (ebbene sì, anche nel giorno della nascita di Cosimo non ho lasciato in pace quei poveri ragazzi…) e non aver dato peso alla cosa.
Mi sembrava sinceramente un’espressione gergale, che ricalcava un po’ quello che disse l’ex Ministro della Difesa Cesare Previti (ebbene sì, abbiamo avuto per quasi un anno Previti ministro…) nel 1995, quando il primo Governo Berlusconi venne spazzato via dal ribaltone di Bossi.
“La prossima volta che andiamo al potere, non faremo prigionieri”, ringhiò Previti, ed era un modo per dire che sarebbero stati molto più grintosi.
Lo stesso voleva dire Ranieri, che comunque è uomo di spessore umano nettamente superiore all’ormai ex avvocato della real casa di Arcore.
Ha scelto però il momento sbagliato per uscirsene con parole di questo tenore ed è stato costretto a fare una precipitosa marcia indietro e a chiedere un po’ goffamente scusa.
Ora, io non so quale sia la giusta via di mezzo e certamente quando ho scritto che avremmo dovuto fare tutti dei passi indietro intendevo dire che sarebbe stato bene, appunto, evitare dichiarazioni come quelle di Ranieri a P0arma.
Non avendoci però trovato sul momento nulla di strano, delle due l’una: o sono personalmente ancora molto indietro io, oppure bisogna anche vedere chi è a dire certe cose (per la cronaca Ranieri, al massimo della sua popolarità a Firenze, fece degli spot per la Centrale del Latte e regalò tutto il suo compenso in beneficenza).