Attualità


Faccio radio dal 1977, ma una cosa del genere in 34 anni non mi era mai successa.
I fatti: Vodafone organizza un evento con Radio Blu unica invitata tra le emittenti radiofoniche e al secondo negozio del giro viene autorizzato Vargas a parlare in una diretta esclusiva.
Organizzo l’intervista, faccio i miei dieci minuti con Vargas e alla fine Zoccolini mi dice che all’interno del negozio (quindi in una struttura privata e senza chiedere il permesso a nessuno) è arrivato un signore da me mai visto prima che, facendo finta di niente, ha mandato tutta la mia intervista in diretta a Radio Fiesole via auricolare.
Fantastico: in pratica io ho lavorato per Radio Fiesole senza saperlo e ho messo il mio (poco) ingegno a disposizione di persone che neanche hanno avuto la buona educazione di chiedermi se ero d’accordo.
Il signore a cui ho fatto le mie civili rimostranze era visibilmente imbarazzato, anche perché gli era stato detto di svolgere un compito e lui l’ha svolto.
Quando ha chiamato i responsabili, gli è stato suggerito “di non farsi mettere i piedi in testa”, ovviamente da un bruto prepotente come il sottoscritto.
Questi sono i fatti, il commento preferisco non farlo.

P.S. Giusto per la cronaca: a 24 ore dal fatto, nessuno si è sentito in dovere di fare delle scuse, per questi campioni della corretteza è come se non fosse successo niente.
Certa gente ha veramente una bella faccia…

Non si augura mai il male a (quasi) nessuno, ma un briciolo di giustizia quella sì, e che cavolo!
Personalmente ho quindi avvertito un fremito di soddisfazione alla notizia che l’esimio cavalier Callisto Tanzi, di un’arroganza e protervia eccezionale ai tempi d’oro del Parma calcio, era stato condotto in carcere.
E’ il luogo dove dovrebbe passare, in teoria, i prossimi 8 anni, per via della condanna inflittagli dalla Cassazione, ma tranquilli che tra non molto lo rivedremo in giro ad accampare malanni vari e a dire che non è stata colpa sua.
Non c’entra niente nella mia soddisfazione l’infelice e ripetuta esperienza passata nel tentativo di intervistarlo nel dopo partita: di gente montata che vale meno di zero sono pieni gli stadi italiani e quindi uno in più o uno in meno non fa differenza.
No, qui conta la deliberata volontà di truffare decine di migliaia di ignari risparmiatori che nella Parmalat credevano ciecamente, perché tutti noi associamo il latte ed il cibo a qualcosa di concreto, di reale, e “figuriamoci se un’azienda come quella non è solida”.
Non lo era affatto, tutto era inventato.
La Parmalat era un impero costruito sulla cartapesta, anzi sulla carta camuffata, con degli arrosti grafici clamorosi sui documenti, porcheria che non userebbero nemmeno i ragazzi di quindici anni per falsificare il libretto delle giustificazioni.
Invece si sono fidati in tanti e in molti ci hanno messo i risparmi di una vita perdendo cifre vergognose che dovrebbero non far dormire la notte Tanzi e i suoi sodali (tonna, figli ecc).
Io stesso, che passo per essere un notevole rompiballe (ciò nonostante dieci anni fa ho rimesso un sacco, per me, di quattrini con le azioni Seat…) ho comprato le sicurissime obbligazioni Parmalat, salvo poi rivenderle per un miracoloso colpo di chiappa, che sarebbe poi stata un’improvvisa esigenza.
Ed ero pure arrabbiato pensando al 6% di interesse (nemmeno quindi una cosa clamorosa, se si pensa che eravamo nel 2002) che perdevo…
Guardiamo se adesso qualcun’altro seguirà la strada maestra del grifagno Cavaliere di Parma verso le patrie galere.

Una cosa del genere me la ricordo solo nel giugno 1986: qualcosa che ti fa saltare dalla sedia e dire “ma non è possibile, come ha fatto?”.
Quella di Maradona all’Inghilterra è stata ancora più bella e decisiva, ma certamente la seconda rete di Messi resterà nella storia del calcio.
Perché poi biosgna vedere il contesto: Weah che scarta sette giocatori del Verona partendo dalla sua metà campo e segna è una grande prodezza, però vale meno di una perla come quella vista ieri al Bernabeu in semifinale di Champions.
Messi sembra un meraviglioso videogioco, qualcuno per cui ti viene spontaneo tifare e confesso durante la partita di aver seriamente pensato di diventare socio del Barcellona perché quello, a quei livelli e a quella velocità, è il calcio.
La spiegazione minimalista di cosa sia diventata qusta squadra e questo giocatore arriva da casa Guetta.
Valentina, che ha sempre dimostrato un sommo disinteresse per le vicende pallonare, alle 23 si è messa a rivedere ammirata quella pennellata di genio che sarà impossibile dimenticare.

Il nostro Presidente del Consiglio si è prontamente riscattato: dopo l’ammosciamento generale causato dalle ultime barzellette che sinceramente non sapevano di nulla (quella sulla mela era veramente triste), ieri è tornato in gran forma e ne ha raccontata una al limite tra il surreale e il classico.
La storiella di Ruby Rubacuori pagata per farla desistere dalla tentazione di prostituirsi entra di diritto nella storia della comicità, roba che neanche Gino Bramieri sarebbe riuscito a far meglio.
Complimenti.

La sensazione è questa: ti svegli la mattina e pensi a quale cavolo di strategia avrà inventato oggi il nostro Governo a proposito del dramma libico.
Gli baciamo la mano, gli diamo l’ultimatum, non lo attacchiamo, lo attacchiamo, facciamo partire i nostri aerei da guerra ma non spariamo (e allora che vanno a fare?), lo bombardiamo però ci dispiace umanamente per lui perché è una così brava persona, combattiamo non con quelli ma con quegli altri.
Ad un certo punto mi è sembrato di leggere un romanzo che mi appassiona, nel senso che hai voglia di andare avanti per vedere come va a finire,
Solo che è molto comodo assistere a tutto questo stravaccati in poltrona a leggere il giornale o cambiando stancamente i programmi con il telecomando.
Il problema, che mi pare si stiano dimenticando un po’ tutti, è che ad un’ora di aereo da noi c’è gente che la mattina si alza nella propria baracca o per strada non sapendo se arriverà alla fine della giornata o morirà prima.

Sono trentadue anni che la voto e ho quindi acquisito il diritto di parlarne male.
E anche se non lo avessi acquisito, lo farei lo stesso a casa mia, cioè qui sul blog, che è poi anche casa vostra.
Devo confessare che è ormai un po’ di tempo che mi viene l’orticaria quando penso alla presunta superiorità culturale e morale della sinistra, a quell’aria da primi della classe che è da sempre la cifra dialettica di questa area politica.
L’ultimo esempio è fornito da come viene presentata dalla sinistra la scelta della Rai di affidare a Giuliano Ferrara lo spazio di approfondimento dopo il TG 1.
Si può essere d’accordo o meno (ma basterebbe non guardarlo per essere contro), quello che invece mi infastidisce è il gridare allo scandalo.
“Lo spazio che è stato di Enzo Biagi”, tuona Repubblica, come dire che è stato commesso un sacrilegio.
Ma di cosa stiamo parlando?
Lo spazio di Enzo Biagi?
A parte il fatto che dopo di lui ne sono arrivati altri da diverse provenienze politiche, a me pare che Biagi fosse lautamente e regolarmente pagato, com’era giusto che fosse, per i suoi programmi e che fosse quindi un normale prestatore d’opera.
Ha lavorato fino a 86 anni da gran professionista e “con la schiena dritta”, come direbbe qualcuno che invece ce l’ha un po’ piegata, ma questo non induce noi che paghiamo regolarmente il canone a pensare che quello fosse il suo spazio, cioè “lo spazio di Biagi”.
Questo modo di “porgere le notizie” è fazioso e acuisce sempre più lo scontro in un Paese che invece avrebbe assolutamente bisogno di dialogare e non di dividersi sempre pro e contro Berlusconi (e comunque quando tutto questo finirà, sarà sempre troppo tardi).

Ho provato a scappare dai servizi, dalle notizie, dalle immagini, ma poi, proprio un quarto d’ora fa sono stato colpito a tradimento.
Provate ad andare sul sito della Stampa e fermatevi quindici secondi.
Io non lo reggo lo sguardo di Alessia e Livia, mi fa male dentro.
In quella foto sono fantastiche, esattamente come lo erano Valentina e Camilla a sei anni, ma può darsi che di loro ci siano foto ancora più belle e immagini ancora più devastanti, se pensiamo alla follia umana che le ha annientate.
Mi viene solo in mente la frase di Guccini: “quando sarà che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare?”.
Tutto il resto è solo sgomento e rabbia.

Ognuno di noi disegna la sua realtà secondo il metro delle proprie esperienze, della propria morale e anche della propria immaginazione, desideri inconfessabili compresi.
Ebbene, io sarò un po’ limitato (ma chi mi conosce bene è pronto a negarlo), ma il dedalo mignottesco che sta emergendo dalle parti del nostro Presidente del Consiglio non sarei mai riuscito neanche ad impegnarmi parecchio.
Una specia di fabbrica della marchetta, una mercificazione della donna standardizzata a prezzi molto alti che pare coinvolga potenti e compiaciuti signori sopra i settanta anni, che magari fanno pure bene ad occuparsi ancora di certe cose, ma che dovrebbero stare attenti perché oltre un certo limite, abbondantemente oltrepassato, siamo alla malattia.
Comunque sia, lo sputtanamento (e mai termine mi pare più appropriato di questo…) planetario è servito.
E chissà per quante settimane ancora ci divideremo (perché ci sono concittadini e concittadine disposte a difendere l’indifendibile) sul bunga-bunga, mentre magari rischiamo di finire tra i PIGS (nessun riferimento a quel che succede ad Arcore o a Villa Macherio o in Sardegna, ma piuttosto ai 4 Paesi europei in grave difficoltà economica: Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna).
Va bene, continuiamo pure così: facciamoci del male…

Io sì, senza discussioni.
Sto parlando della visita di Renzi alla reggia di Arcore, quei novanta minuti di colloquio che tanti mal di pancia stanno provocando ai duri e puri della coalizione che sempre più a fatica voto da oltre trent’anni.
Renzi non è andato a chiedere piaceri personali e/o per cambiare casacca, il suo incontro, peraltro innescato dalla prima telefonata del presidente del Consiglio che chiedeva aiuto per Napoli, era motivato solo dall’esigenza di chiedere qualcosa di concreto per Firenze.
Ha ragione Renzi: “sono il sindaco e farei qualsiasi cosa per la città”, qualcosa di legale, si capisce, mentre al contrario davvero non riesco a comprendere dove sia lo scandalo.
Doveva andare a Palazzo Chigi?
Sarebbe stata certamente una procedura più in linea con il galateo politico, ma l’invitato non può mica mettersi a disquisire sul luogo dell’invito: o va o non va.
A me pare che Renzi abbia dato una bella dimostrazione di pragmatismo, staccandosi dalla logica del pro o contro Berlusconi, quella stessa logica che sta avvelenando da sedici anni l’Italia.

Che ci volete fare? Su certe cose mi impermalisco come un tempo e mi si intasa ancora la vena.
La storia dei 4 euro mezzo spesi per un Mars e un bicchiere d’acqua non è stata certo raccontata per il rammarico di aver speso quei soldi, ma per spiegare come si sia arrivati sempre più spesso a mettere le mani nelle tasche di chi va allo stadio.
Ma poichè è arrivato qualche post che mi fa i conti in tasca, è bene chiarire alcune cose, così forse capite meglio il padrone di una casa che è anche vostra.
Mi ritengo una persona molto fortunata per la salute e perché mi piace molto quello che faccio, tanto che non mi pesa lavorare tantissimo, guadagnando quindi in proporzione a quello che produco (perché è quello il parametro: se fallisco con le mie scelte e le mie idee, gli sponsor mi abbandonerebbero alla svelta e la storia si chiuderebbe).
Detto questo, veniamo al mio rapporto con i soldi: ho la responsabilità di tre figli (Letizia saprebbe cavarsela da sola senza problemi) e venendo da un passato familiare disastroso cerco sempre di vivere in modo tranquillo, senza troppe alzate di ingegno, pur non facendo mai mancare niente a nessuno.
L’unico sfizio che da una decina di anni mi concedo è la macchina, di cui in verità non mi frega niente, tanto che la impresto a qualsiasi amico che me la chiede, però mi piace averla bella e comoda.
Se fossi ossessionato dai quattrini, come qualcuno ha scritto, mi sarei comportato in altro modo con i diritti d’autore de “La mia voce in viola” e avrei detto di sì alle offerte di chi voleva mettere su questo blog dei banner a pagamento.
Dico invece di no a diverse cose che significano soldi, ma anche uno scadimento del mio lavoro e non sopporto i micragnosi, i tirchi, chi non dà qualcosa agli altri e gli accumulatori, ossessionati dal possesso di beni e quattrini.
Nonostante sia attraversato ogni tanto da pensieri di destra, soprattutto sull’importanza della meritocrazia, continuo a ritenere che sarebbe meglio stare personalmente un po’ peggio, se la maggior parte della gente che vive veramente male riuscisse a migliorare la propria condizione.
Tornando quindi all’inizio, spero di aver chiarito a qualcuno il senso della mia protesta, che era rivolta al sistema calcio e non riguardava invece le mie finanze.

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