Attualità


Non esiste un solo motivo plausibile, uno solo, per pensare a Lamberto Dini (80 anni) invece che a Mario Monti come Premier, un ruolo in cui sarà chiamato a prendere decisioni dure, ma ineludibili (come va di moda dire adesso).
Scherzando si potrebbe pensare che l’unica ragione sia perché Dini è tifoso della Fiorentina, ma siccome qui nessuno ha voglia di scherzare, a me questa storia di proporre un altro nome mi sembra da parte di Berlusconi e Bossi solo un modo inquinare le acque, per rimandare, per riportare lo spread a 570 punti, per ricacciarci dentro l’incubo di un possibile default.
Ma c’è anche la compagna Camusso che vuole andare alle elezioni perché, si sa, fa comodo alle strategie del sindacato-partito essere sempre contro, così dopo è più facile raccogliere consensi avversando misure impopolari.
Ma certo, facciamo una bella campagna elettorale in queste settimane e mesi di grande tranquillità, tutti hanno una gran fiducia nell’Italia…
La verità è che ci stanno presentando il conto di oltre trent’anni di gestione pubblica folle, in cui a pagare c’era, c’è e ci sarebbe ancora secondo qualcuno lo Stato, cioè noi.
Trent’anni di soldi buttati e rubati, ma davvero tanti soldi, altro che quelli della Finanziaria o dei 39 punti della BCE, e infatti siamo a 1900 miliardi di debito.
Ora dobbiamo rientrare, in tutti i modi, basta con gli assegni post-datati, non ce li accettano più.
Mi piacerebbe conoscere l’opinione degli elettori del centro-destra, che non penso considerino il professor Monti un bolscevico travestito da economista, e anche degli iscritti alla CGIL.
Spiegatemi per favore se oltre ai soliti sporchi e odiosi giochi politici e di bottega ci sono altri motivi per far casino e rimandare chissà a quando la decisione su chi dovrà essere il prossimo Presidente del Consiglio.

Avreste dovuto essere con me ieri sera a Milano, in uno scompartimento di un treno qualsiasi, mentre tornavo a Firenze.
Verso le 20 si è sparsa la notizia delle dimissioni del nostro Presidente del Consiglio e sono cominciate scene impensabili, stile addio di Mihajlovic: gente che chiamava casa per sapere se era vero, chi cercava una connessione internet, chi urlava “e vai!”, chi non ci credeva, chi pensava all’ennesima buffonata (purtroppo aveva ragione).
Tutti a sperare e pregare che fosse vero: erano tutti comunisti?
No, la verità è che siamo in guerra e che in questa situazione drammatica ci ha condotto lui, Silvio Berlusconi, l’uomo che ci ha sputtanato nel mondo, che ci ha fatto perdere di credibilità.
Conosco già le obiezioni: sì, ma gli altri?
Ok, qui dove ti giri è un pianto, ma è mai possibile che l’Italia rischi di fallire perché nessuno ci accredita più di essere seri.
E purtroppo hanno ragione: cosa cavolo abbiamo fatto negli ultimi 3 mesi (era l’8 luglio quando è cominciata la sofferenza) per migliorare una situazione insostenibile?
Niente, assolutamente niente, solo una serie tentativi abortiti di leggi ad personam o di giochi delle tre carte con finanziarie durate lo spazio di poche ore.
Io sono incazzato nero e ho una gran paura, ma forse leggo troppi giornali, il popolo è meglio che non sappia…
Stasera alle Iene mi veniva il vomito a vedere una quindicina di parlamentari di destra, centro e sinistra ignorare cosa fosse lo spread, il rating, il deficit, a quanto ammontasse il debito pubblico (uno del PD ha detto 15 miliardi, poi 15mila…).
Questa è la classe politica che mantengo con le mie tasse, questi sono i politici che si meritano Berlusconi e il suo codazzo.
Ma questo non è quello che merito io e neanche la maggior parte di voi, almeno spero.

Lavoro da 32 anni, di cui 26 a ritmi che a me sembrano normali, ma che stando al comune sentire forse molto normali non sono: 13/14 ore al giorno per 6 giorni alla settimana.
Sono stato molto fortunato, almeno per ora: la salute mi ha fermato pochissime volte e non ho mai avuto troppe bischerate per la testa.
Per questo motivo credo di essere nella parte più alta della forbice sociale, cioè tra quelli che non si fanno mancare niente e riescono a mantenere in modo più che soddisfacente una famiglia di cinque persone, non rinunciando quando è possibile ad aiutare chi sta peggio di me.
Ebbene, pur non avendo alcuna colpa specifica per il disastro in cui ci stanno conducendo i nostri politici, ed avendo anzi sulle spalle il destino lavorativo di diverse persone, sono pronto al salasso economico pur di uscire da questo stillicidio.
Quanto potrà essere la patrimoniale per me?
Quattro, cinque mila euro?
Va bene, pago io e paghiamo tutti quelli che se lo possono permettere, in proporzione ai propri averi
Poi però azzeriamo tutto e si riparte.
Dimezzando il costo della politica (via le province e metà tra senatori e deputati, via molta gente che è parassita rispetto a noi che lavoriamo), mandando in una delle sue ville faraoniche un Presidente del Consiglio di cui mi vergogno ogni giorno di più, facendo curare un potente settantenne malato che fa le pernacchie (a quando le puzzette?) e minaccia la guerra, bonificando la sinistra da ogni deriva insurrezionalista e terrorista, creando finalmente in Italia un clima respirabile.
Io pago, ma voglio che ci tornino a rispettare in Europa e nel mondo.
E soprattutto vorrei lasciare ai miei tre figli un minimo di speranza, invece che farli vivere in questo continuo pensare che domani sarà peggio di oggi.

Non ci sono più le mezze stagioni e neanche direi gli juventini di una volta, quelli veramente insopportabili.
Sto parlando di Furino, Brio (molto simpatico nel privato, ve lo assicuro), Causio e soprattutto Bettega, quello che voleva far chiudere Canale Dieci nel 1995 perché arrabbiato ad una mia domanda su un tuffo di Ravanelli davanti a Toldo.
Pur avendo vissuto sulla mia pelle Cagliari nel 1982 e Avellino nel 1990, come si fa a paragonare il simpatico Bettega con uno come Del Piero?
Ecco perché credo sia giusto sottolineare la cafonaggine di Andrea Agnelli, che ha scaricato il suo capitano, juventino vero che è rimasto in B e non ha mai fatto polemiche per le esclusioni e soprattutto (ahimé) un campione, che ha scaricato come un ferrovecchio il proprio capitano.
Ha sottolineato il giovin signore che questo sarà senz’altro l’ultimo anno di Del Piero alla Juve, tanto per mettere le mani avanti a chiunque volesse rompere le scatole ed iniziare il tormentone di un’altra stagione.
Ma una cosa del genere non l’avrebbe dovuta dire lo stesso Del Piero, magari tra qualche mese?
Questione di stile….

Io sono di una generazione che per mia fortuna non ha mai conosciuto lo schifoso e intollerabile predominio maschile.
Uno dei miei primi ricordi civici è legato alla legge sull’aborto del 1975, quindi ad una vittoria femminile, e non è mai esistito che mi sentissi superiore ad una ragazza/donna per diritto divino o perché ho più muscoli.
Anzi, semmai mi interrogavo e mi interrogo sul loro affascinante mondo, forse un po’ meno misterioso da quando vedo crescere le mie ragazze.
Il rispetto per me viene prima di qualsiasi altra cosa ed è per questo che mi chiedo cosa pensino e dicano le donne che hanno votato Berlusconi davanti alle penose esibizioni di un machismo che non credo di aver avuto neanche a quindici anni.
Ad una certa età (diciamo verso i 40?) si dovrebbero lasciare da parte la goliardia tipica e stupida da chiacchierata sotto la doccia dopo il tennis o il calcetto.
Non si sentono offese le donne di destra di fronte alle rappresentazioni di un universo femminile che è solo uno schiavismo sessuale o ad affermazioni tipo il “partito della gnocca”, che fra l’altro non strappano neanche un mezzo sorriso, se non di pietà?
Questo mi chiedo senza alcuna retorica, perché davvero mi piacerebbe sapere se le femmine di questo Paese si sentono rappresentate da uno così.

Ieri sera ci hanno assestato un triplo cazzotto che fa male, anche se il declassamento dell’Italia era fortemente annunciato, ma non in questi termini.
La risposta da Palazzo Chigi è stata quasi di ostentata indifferenza, mentre Tremonti, su cui avevo riposto pare inutilmente speranze per il futuro di questa maggioranza, sembrava mio figlio Cosimo quando dice qualcosa che non deve dire e trenta secondi dopo un po’ contrito afferma: ma scherzavo!
“Non siamo preoccupati e stiamo lavorando per uscire da questa situazione”, ha fatto sapere il nostro Presidente del Consiglio, dopo un’estate di smentite di crisi e almeno cinque manovre fatte, stracciate e rifatte.
Ecco, io sono angosciato proprio da questo: stanno lavorando per noi…

Grazie a tutti per gli auguri, ormai è diventato un piacevolissimo rito quello del 27 settembre sul nostro blog.
Avere un bambino di 4 anni aiuta a non riflettere troppo sul tempo che passa portandosi via molte cose, ma lasciandoti una consapevolezza che vent’anni fa neanche mi sognavo di avere.
Approfitto del momento per segnalare che in attesa del mio personale default a maggio per il quarto posto viola (speriamo!), venerdì 14 ottobre andiamo a cena ai Centocanti in via Gioberti a Firenze, direi verso le 20.30.
Fatemi sapere chi viene, parteciperà il professor Pestuggia e forse perfino il Pontefice Massimo Mario Ciuffi.
Un abbraccio sincero a tutti.

P.S. Ho fatto un blitz e forse riesco ad accontentare tutti: in attesa delle 40 cene da offrire a maggio, a tutti regalerò una delle mitiche magliette viola del Pentasport con l’inno della Fiorentina sul retro, misura unica medium, tranne una large per Immonda, grazie ancora per l’affetto.

E’ ormai chiaro a tutto il mondo che (purtroppo per noi italiani) Berlusconi è un uomo malato, che non ha rispetto soprattutto per se stesso e per quelli che davvero gli vogliono bene.
Detto questo, io mi chiedo di che cosa ci stupiamo quando leggiamo che Belen ha passato una notte a Palazzo Grazioli e (pare) si sia salvata solo perché fidanzata all’epoca di Borriello.
Oppure che l’Arcuri voleva vedere i soldi prima di vendere il cammello, o altro ancora che coinvolge il sistema delle starlette nostrane.
Ho letto un’illuminante intervista con Pippo Baudo, una delle menti più lucide della notra televisione, che può piacere o non piacere, che ha esattamente la stessa età del nostro Presidente del Consiglio, ma che ragiona con l’organo che gli ha dato madre natura per il pensiero e non con altre parti del corpo.
Raccontava delle differenze tra le vallette di un tempo e quelle di oggi ed io sono perfettamente d’accordo, soprattutto quando saliamo di grado e andiamo sullle soubrette.
Vi propongo solo questi paragoni: Delia Scala-Valeria Marini; Raffaella Carrà-Belen; Loretta Goggi-Elisabetta Canalis: non vi sembra che facciano mestieri diversi? Eppure le seconde nominate spopolano in tv e sui rotocalchi…
Ve lo dico con una certa cognizione di causa, perché per sette anni ho gestito il casting di chi voleva fare la valletta al Ring dei Tifosi e/o a Stadium a Canale Dieci e vi assicuro che sarebbe bastato un niente per mettersi nei guai e approfittare della situazione.
Diceva sempre nell’intervista Pippo Baudo che negli anni ottanta, quando lo incontravano, in molti ammiccavano sulla Cuccarini: “dai Pippo, chissà quante volte…”, mentre lui non ci ha mai pensato neanche lontanamente, per non rovinarsi e per non incasinare lei.
Sarebbe un bell’esempio, ma credo che lo abbiano seguito in pochi.

Sono un grande fan del Barcellona, da anni talmente bravo da farmi dimenticare il furto del 1997 al Camp Nou, con Robbiati lanciato a rete e fermato per la fine della partita.
Perfino Valentina, di solito interessata al pallone quanto lo sono io al balletto, sa di Messi e delle vittorie catalane in Champions, questo per spiegare la dimensione del fenomeno.
Sono talmente forti che a volte ti verrebbe voglia di palleggiare con loro, magari ogni tanto esagerano e ti chiedi cosa mai aspettino a tirare in porta, a buttarla dentro quando sono in area di rigore.
E così, a furia di aspettare, succede che a volte non vincano partite come quelle di ieri sera, una gara dominata e a tratti mortificante per il Milan, che non riusciva a superare la metà campo.
70% di possesso palla, una cosa impressionante (contro il Milan!), imbarazzante per chi subisce.
Però hanno pareggiato ed è questo il sale del calcio, il suo mistero più affascinante, quello che ai miei occhi lo rende infinitamente più attarente di qualsiasi altro lo sport: non è sempre detto che i più deboli perdano.

Stacco dalla Fiorentina per raccontarvi dell’umiliazione provata da italiano di fronte ad uno Stato che non esiste più e che è ormai diventato piazzista del nostro futuro.
Per evitare un default non più purtroppo impossibile, il Governo sta ora cercando di vendere i nostri BTP alla Cina, dopo aver preso per i fondelli la BCE, che ci ha dato morfina per almeno un mese.
La cosa che più mi indigna e mi preoccupa è che siamo i primi a non credere in noi stessi, abbiamo sempre bisogno del cavaliere bianco (quello mascarato ce l’abbiamo sul groppone da quasi diciotto anni…) che ci salvi il fondo schiena.
Ok, mettiamo che la Cina ci compri i titoli, e poi?
Continuiamo a prenderci in giro con l’abolizione dei costi della politica, con il risanamento che deve partire dalla lotta all’evasione e con tutte le belle cose promesse e disattese in questa estate da incubi?
E con la Cina come la mettiamo?
Chi avrà il coraggio tra i nostri leader di discutere ancora di diritti civili in un Paese che uccide oscura tutto quello che non è allineato con il potere?
Ma non riusciamo proprio ad avere uno scatto d’orgoglio, una fase come quello post guerra, una reazione da italiani orgogliosi di essere nati qui, in questo Paese che una minoranza di scellerati si sta mangiando giorno dopo giorno?

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