Attualità


Detesto Berlusconi con tutto il cuore e non riesco a capire come lo si possa ancora votare.
Soprattutto non comprendo come lo votino le donne, che dovrebbero sentirsi costantemente offese ogni volta che vedono apparire in tv il simulacro di quello che è stato un grande imprenditore.
Mi pare ormai senza controllo, forse divertente se imbrocca (raramente) la serata giusta, assolutamente inattendibile in ogni cosa che propina agli italiani.
Un vecchio satiro che rappresenta l’esempio negativo di come non vorrei diventare da anziano.
Detto questo, ho trovato molto triste l’approccio di Crozza ieri sera: il suo simil-Berlusconi non faceva ridere, era una cosa già vista e rivista, lunghissimo ed era ovvio che ci potesse essere contestazione perché era sbagliato il contesto.
L’atteggiamento offeso al limite della stizza di Fazio ha fatto il resto, ne è venuta fuori la solita sinistra con il proprio inestinguibile complesso di superiorità: noi siamo quelli bravi, abbiamo la Cultura (quella con la C maiuscola) dalla nostra parte, voi non capite e per questo ci contestate.
Ma da capire ieri sera non c’era proprio niente, era solo un vecchio copione che mette di nuovo tragicamente Berlusconi al centro della scena e pure la Litizzetto contribuisce a questa operazione vintage, sarebbe meglio se staccasse un po’ la spina come fanno i grandi, da Fiorello a Benigni. L’ennesima scivolata lascia sempre più perplessi chi come me ancora cerca dei validi motivi per dare ancora una volta il proprio voto al PD.

Scusate, forse non mi sono fatto capire bene io: non ci penso nemmeno a farmi condizionare nel voto da un comico, che fra l’altro a me piace molto, come Crozza.
La mia era un’analisi sulla performance di ieri, per me deludente e sul come a sinistra ci si stizzisca velocemente, fermo restando che sono convinto di uno dei vizi capitali della sinistra, cioè la presunta supremazia culturale.
Questa è la mia parte politica da sempre, ma ciò non toglie che non veda i difetti.

Eh sì, mi manca parecchio Mario Ciuffi.
Lo vorrei prendere in giro per Zeman, mi piacerebbe sentire il suo pensiero e la sua battuta dissacrante su Sissoko, mi farei una risata nel vederlo piccolo davanti a lui quando gli mette la sciarpa.
Mario non sta bene, purtroppo.
E’ tornato in ospedale, dopo un brevissimo periodo di riabilitazione che lui ha vissuto…alla Ciuffi.
Cioè anarchicamente, cioè “pensando di essere Ciuffi”, cioè più o meno fregandosene di quello che gli veniva detto e prescritto.
Ma temo che non sia solo quello, ho paura che Mario sia molto stanco di quaranta giorni di ospedale, che stia mollando.
Non lo deve fare: ha 78 anni e tutta la forza dentro per aiutarsi.
In più ha veramente migliaia di persone che gli vogliono bene, che glielo hanno dimostrato in diversi modi, che lo aspettano per abbracciarlo.
E se domani si ricominciasse a vincere per fargli tornare un sorriso?

L’iban per le donazioni a Mario e Renza Ciuffi è IT 93 Y 08673 02805 042000420174 Chianti Banca, “Comitato Amici di Mario Ciuffi”, viale Matteotti 27, Firenze

Io non avevo detto niente alla redazione, poi stamani mi arriva il primo sms di Vinciguerra, che dopo deve avere avvertito in studio.
Ecco quindi che nel Pentasport a sorpresa parte l’augurio del trio Bardazzi-Loreto-Baragatti e a quel punto fioccano i messaggi di auguri.
Mamma mia, trent’anni di radiocronaca…
Sono quasi un fanatico del passato, non so se succede anche a voi, ma io spesso mi sorprendo a ricordare cosa facevo dieci, quindici, venti anni fa in quel mese.
E ancora fantastico con le proiezioni: dunque, oggi Valentina ha diciassette anni e quattro mesi, io alla sua età uscivo da quella determinata crisi, e così via…
E la Camilla all’età di Cosimo com’era, e io cosa stavo combinando nel settembre 2005?
Insomma mi trastullo mentalmente così, che è poi un modo per allenare la memoria che vi assicuro era veramente notevole e che ora perde dei colpi, con l’aggravante di essere stato uno che si ricordava quasi tutto (nel periodo di Natale, complice il rilassamento mentale ne ho combinate un paio niente male).
Figuriamoci dunque se non ricordo com’ero a 22 anni quattro mesi e 3 giorni e come andò quella giornata.
Le trasferte le facevo con Franco Picchiotti, delizioso giornalista di Canale 48 che sarebbe poi andato a La Nazione e che ad ogni viaggio comprava all’autogrill un regalo per il suo bambino, oggi ultratrentenne.
La domenica mattina stranamente Radio Blu trasmetteva ed io feci un paio di collegamenti per annunciare la grande novità: avremmo fatto la radiocronaca!
Ero molto concitato e ripetitivo, uno strazio, questo lo ricordo bene.
Della partita Udinese-Fiorentina invece non è rimasto in testa niente, nemmeno un’occasione da gol che forse non c’è neanche stata, nelle tracce del passato c’è posto solo per la mia vertiginosa caduta di ritmo dopo venti minuti sparatissimi.
Ero terribilmente voglioso di fare qualcosa nel giornalismo, ma non mi considerava nessuno nei quotidiani.
E neanche nelle televisioni fiorentine in cui imperversavano Isler e Macilletti, che mi guardavano dall’alto in basso.
Con la radio guadagnavo più o meno centomila lire al mese, ma dall’età di diciannove anni mi mantenevo vendendo vernici (bombolette spray della Sadim) e pubblicità per Janovitz, in più davo molti esami a Scienze Politiche perché avevo sfidato il mio futuro primo suocero sul fatto che mi sarei laureato (poi, per colpa del tedesco, ce l’ho fatta solo a 28 anni).
Facevo spesso tardissimo a giocare d’azzardo, perdevo com’è logico abbastanza (perché nel gioco non si vince mai), avevo un sacco di capelli, ero un po’ presuntuoso e prendevo moltissime usciate nel viso, ma è stato tutto davvero molto bello.
Perché “a vent’anni è tutto ancora intero, a vent’anni si ha tutto chi lo sa, a vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’età”.
Ma soprattutto sono stato fortunato ad esserci ancora, trent’anni e quasi milletrecento radiocronache dopo.

A due settimane dalla creazione del Comitato Amici di Mario Ciuffi, ecco i dati della raccolta:
donazioni effettuate 223,
importo totale € 12.077,25
I soldi possono utilizzzati dal Comitato solo per le esigenze abitative di Mario e Renza Ciuffi e l’unica persona preposta all’amministrazione di quanto raccolto è il dottor Marco Galletti.
Mario Tenerani sta chiudendo la ricerca per l’individuazione della casa che verrà presa in affitto, Matteo Lucherini sta per dare alla luce la sciarpa per Mario Ciuffi, con Enrico Tagliaferri, Andrea Bruno Savelli e Mario Tenerani stiamo organizzando la serata che avrà luogo a marzo quasi certamente al Tenax.
Paolo, Mario, Antonello, Maurizio, Lucia, Sara, Lucia continuano ad essere formidabili compagni di viaggio e angeli custodi.
L’iban per le donazioni a Mario e Renza Ciuffi è IT 93 Y 08673 02805 042000420174 Chianti Banca, “Comitato Amici di Mario Ciuffi”, viale Matteotti 27, Firenze

Visto che c’è sempre qualcuno che ha da ridire, preciso che Chianti Banca, che si è prestata del tutto gratuitamente ad assistere il comitato, non ricarica di niente quello che viene versato. L’importo di € 117,25 è arrivato da un bonifico estero, per questo la cifra è strana. Ma se volete vi mandiamo anche la situazione patrimoniale e le analisi del sangue di tutti i componenti del Comitato, di Paolo Piazzini, del Notaio, del sottoscritto e del Tenerani.
Scusate, ma sono stanco e a volte mi scivolano i freni inibitori.

Ci siamo, ce l’abbiamo fatta.
Quello che avete letto nel titolo è l’iban per fare donazioni a Ciuffi e signora intestato al “Comitato Amici di Mario Ciuffi”, viale Matteotti 127, Firenze, la banca è Chianti Banca, Filiale di Viale Belfiore 45, molto meglio se viene effettuato un bonifico e non soldi in contanti, così si evitano lungaggini burocratiche.
Questo è un blog di persone straordinarie, grazie a Mario Tintori, Maurizio Nencini e Antonello Vannucci, che insieme con il grande Matteo Lucherini (testedialkol.it) compongono il comitato che sarà guidato dall’ex portiere della Rondinella e dottore commercialista Marco Galletti, l’uomo decisivo, in tutti i sensi.
Grazie al notaio Federico Silvani, che ha fatto l’atto gratis rimettendoci in bolli e altro, grazie all’immenso Paolo Piazzini che insieme a Chianti Banca ha tolto uno dopo l’altro tutti gli ostacoli che si sono presentati e non sono stati pochi.
E’ stata una settimana febbrile, di grande lavoro, con telefonate continue con Mario Tenerani (grazie Mario!), che ha cercato e sta cercando la migliore soluzione abitativa da prendere in affitto per Mario e Renza, perché a questo serviranno i soldi che verranno raccolti grazie alle vostre donazioni, a trovare un tetto stabile per i loro prossimi anni.
E come dimenticare il lavoro sotto traccia di Andrea Bruno Savelli, Saverio Pestuggia (domani compie gli anni, auguri!), Alessandro Rialti e Moreno Roggi?
O l’interessamento continuo, il lavoro quotidiano sul pezzo di Lucia, che anche stasera era là, all’ospedale?
Grazie davvero a tutti, ho un mal di testa che mi porta via (saranno stati i fegatelli con patate consumati con il gruppo?), ma che bello sapere che nel mondo non esiste solo il proprio tornaconto personale.

Giornata frenetica, in tutti i sensi.
Non sono neanche riuscito ad andare da Mario, ma ho ottime notizie: sta meglio e fa battute.
Prendiamola larga e pensiamo che per fine mese potrà essere fuori: l’operazione è stata perfetta ed è in buone mani.
Il resto va avanti, non avete idea di quanto sia tutto complicato, delle difficoltà di ogni genere, di come si debba stare attenti a far sì che l’impegno e la generosità di chi mette la propria persona al servizio degli altri non diventi poi un boomerang.
Ma rispetto ad una settimana fa a quest’ora è cambiato lo scenario e questo, penso siate tutti d’accordo, vale molto di più dei tre punti persi ieri contro il Pescara.

Ho letto con emozione il post di Andrea di Lucca, il suo è stato un Natale davvero speciale, un bacio a sua sorella e un fortissimo abbraccio a lui.
E voi come lo avete passato?
Vi siete contenuti nell’abbuffata o vi siete lasciati andare?
Io sono stato benissimo, solite cose, ma per fortuna anche solito calore con retropensieri un po’ più maturi, da bilanci e speranze, ragionamenti che forse sarebbe addirittura pericoloso non fare a 52 anni.
E stamani mi sono clamorosamente alzato alle sette e un quarto pur essendo andato a letto alla solita ora: è proprio vero che l’ozio è il padre dei vizi…

Sta arrivando un Natale diverso, la crisi è entrata in quasi tutte le famiglie e chi non ha rinunciato a niente è veramente fortunato.
Forse mi illudo, forse è una visione diversa della vita dovuta al passare del tempo, ma mi pare che in questo dicembre 2012 ci sia un pizzico di solidarietà in più in giro.
Come se nei momenti in cui sembrava che stessimo per essere travolti avessimo riscoperto un minimo di orgoglio, un minimo comune denominatore nazionale, la voglia di essere meno egoisti per pensare finalmente a chi sta peggio di noi.
Rilassiamoci a Natale, proviamo a sentirci meglio aiutando chi è in difficoltà, chi non ce la fa: a me fa benissimo e non credo di essere un caso isolato.
Chi soffre per motivi di salute (e non perché non ha potuto comprare l’ipad) dovrebbe starci nel cuore e soprattutto è insopportabile il dolore dei piccoli: più vado avanti e meno mi avvicino alle notizie che li riguardano, in queste cose sono veramente un codardo.
Un abbraccio a tutti voi che (un po’) mi volete bene, siete orami entrati nella mia vita.
Auguri, e per chi vuole ci sentiamo oggi nel mega Pentasport dalle 14 alle 18.45, poi ci sono i gol del 2012.

Ovvia, ci siamo arrivati a questa grandissima bischerata del 21 dicembre 2012 e mi pare che per ora non stia succedendo niente.
Io poi prendo pure l’aereo per andare a Palermo, invece di starmene rinchiuso nel rifugio atomico che avevo pensato di farmi costruire dalle parte di Ponte a Ema…
Se penso che ci sono persone che su questa cosa ci hanno fatto soldi, oppure gente che ha condizionato la propria vita recente sulla scadenza epocale del 21/12/2012, non se se ridere o piangere dalla rabbia.
Quando sarà che l’uomo potrà imparare ad usare un po’ meglio quell’organo meraviglioso che lo dovrebbe differenziare per le sue straordinarie funzioni dagli animali e che si chiama cervello?

Non ce la faccio a finire un articolo sulla strage di bambini in America.
Non posso seguire lo strazio dei genitori, la voglia di vita dei piccoli, la loro innocenza spezzata.
Chissà come sarebbe stato se non avessi avuto figli, manca la controprova.
Non riesco neanche a soffermarmi per più di tre secondi sulle foto dei coetanei di Cosimo, le uniche cose che ho letto sono quelle legate alla storia di quello stronzo che ha compiuto la strage.
Sto invecchiando.

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