Attualità


A voi che ci sopportate e a volte ci aiutate nella nostra banale battaglia per vincere chissà cosa.
A voi che non raccontate dei soprusi, delle botte, delle umiliazioni che delle bestie dalle sembianze umane vi infliggono quotidianamente.
A voi che ci lasciate correre nelle nostre fantasie, facendoci credere di essere forti e poi invece crolliamo e non ci riprendiamo più se ve ne andate.
A voi che sapete gestire le emozioni trasformandole in un bacio, in una carezza, in una speranza per il domani.
A voi che sapete crescere i nostri figli con una pazienza che noi fatichiamo a conquistare.
A voi che siete un intrigante mistero che si ripete ogni giorno.
A voi che ho imparato ad amare davvero abbastanza tardi, ma comunque ancora in tempo per capire tutta la vostra bellezza: grazie di esistere.

La battuta non è mia, come forsi molti di voi sapranno, ma di Woody Allen, che potrebbe a sua volta averla ripresa da altri comici.
Qui però la faccenda è particolarmente seria e proverò a spiegarla cercando di essere lucido.
Io ho paura di quello che sta accadendo in Italia, ma al tempo stesso non voglio essere prigioniero di questo sottile terrore che mi accompagna la mattina quando vado a leggere le ultime uscite di uno dei comici che a me piacevano di più.
Ce la siamo voluta?
Ok, è andata così.
Potevamo fare qualcosa in più tutti, magari anch’io mi sarei dovuto impegnare maggiormente e non solo essere informato.
Però ora trovo assurdo che il mio futuro e quello della mia famiglia debba essere legato alle alzate di ingegno di Grillo, alla sua anti-politica, al suo essere sempre e comunque contro.
Da quasi trentaquattro anni lavoro tredici ore al giorno per sei giorni alla settimana, ed è un calcolo fatto per difetto, ho mille preoccupazioni, da me dipende il destino lavorativo di tanta gente e onestamente credo proprio di essermi meritato quello che ho: non riesco a trovare il motivo del perché la mia vita debba essere condizionata dall’apertura di Casaleggio al PD o di Grillo ai tecnici.
Purtroppo però è un po’ così.
Perché, lo ripeto, io ho paura di ballare sull’orlo del burrone: per ora in Europa non ci danno troppo peso, ma se continuiamo ancora per un po’ così qui si va tutti di sotto.
L’idea che non condivido è quella della formazione di un governo composto dai pezzi migliori di PD e PDL (ahi!), qualcosa che permetta di sfuggire al ricatto grillesco, perché non sono loro la maggioranza del Paese e per ora nei primi passi post elettorali questa ondata di novità mi ha terrorizzato per la vaghezza dei comportamenti, per aver detto tutto e il contrario di tutto, per avere spesso usato un linguaggio offensivo.
Speriamo in Napolitano, speriamo nell’intelligenza delle persone di buona volontà.

Qui c’è un equivoco di fondo che va chiarito immediatamente: io non giudico assolutamente chi ha votato Grillo e nemmeno do colpe al Movimento 5 Stelle per l’attuale situazione.
La responsabilità è tutta dei partiti che hanno governato fino ad oggi, compreso quello a cui da anni affido il voto.
Il mio discorso è un altro: mi fa paura la confusione che regna sovrana nel cielo della politica, vorrei qualcosa di costruttivo e temo che questa incertezza ce la faranno pagare, prima o poi.
Mi piacerebbe una convergenza PD-5 Stelle, ma vedo che è quasi impossibile, che il Movimento vuole governare da solo (e non è possibile per i numeri) oppure dice no a tutto.
Per questo, come ho scritto nel titolo, ho delle idee che non condivido, perché la storia del Governissimo è veramente brutta, ma mi spiegate che alternative abbiamo se Grillo continua su questa strada?
Evitate quindi di offendere, anche perché, e lo dimostra la mia storia personale, io do il massimo rispetto a tutti, tranne a chi nega la democrazia, e quindi quello che penso nei confronti di chi ha votato 5 Stelle l’ho già detto a ridosso del voto e sono giudizi che non hanno niente di negativo.
Alla fine un consiglio per tutti: perché invece di considerare l’interlocutore un nemico non si torna a dialogare?

A distanza di due settimane dalla scomparsa di Mario è giusto fare il punto della situazione e precisare anche come andranno le cose in futuro.
Ricordo lo scopo per cui è nato il comitato: trovare una casa a Mario e Renza, quello è l’oggetto dell’atto costitutivo, a questo abbiamo anche aggiunto il pagamento delle utenze perché ci sembrava che la fruizione di luce, gas e acqua fosse strettamente legata all’abitazione.
Qui ci fermiamo, perché tutto il resto non ci compete, anche se qualcuno di noi (Lucia, Saverio e Andrea) sta cercando di capire qualcosa in più su altre vicende, ma senza nessun intervento da parte del comitato.
Il saldo del conto è 22.732,25,i bonifici ricevuti sono stati 302, più 3 versamenti in contanti.
In assenza di interventi da parte dei familiari, il comitato ha ritenuto opportuno prendersi carico delle spese legate al funerale che si è svolto ad opera della Misericordia di Rifredi, la prima che mi ha interpellato giusto due settimane fa.
Le spese sono state di euro 397,00 per diritti cimiteriali e di euro 1569,81 dati alla Misericordia per il trasporto.
Restano quindi euro 20.765,44 che secondo i calcoli del comitato dovrebbero assicurare a Renza, che vive adesso in una struttura della Madonnina del Grappa in via Facibeni, il pagamento delle spese di affitto e delle relative utenze per i prossimi quattro anni.
Non ho conosciuto personalmente nessun parente di Mario e Renza e nessuno del comitato è stato interpellato, ma, e lo dico a chi mi chiedeva notizie a riguardo, ci sono un fratello e una nipote della signora Ciuffi che mi auguro possano intervenire per aiutarla nella sua quotidianità.
Tengo, anzi teniamo a precisare un altro aspetto importante: il comitato non organizza nessuna iniziativa in memoria di Mario, almeno per adesso.
Se succederà, ve ne daremo conto, così come vi faremo sapere se le varie iniziative di cui avete letto o sentito produrranno versamenti al comitato che continua ad esistere, ma solo e unicamente per garantire il più a lungo possibile il pagamento dell’affitto e delle utenze alla vedova di Maario.
Vi dovevamo queste informazioni perché sono soldi vostri (e nostri, visto che tutto il comitato ha partecipato alle donazioni) e quindi è giusto che tutti sappiano che uso è stato fatto di quel denaro.
Infine un’avvertenza per gli sciacalli che ancora volteggiano: non è aria, davvero.

Visto che sugli sciacalli mi arrivano richieste di maggiori spiegazioni, devo specificare che con me questi pezzi di merda non si sono mai fatti vedere, ma esistono.
Sono persone che per anni hanno volteggiato accanto a Mario fingendosi degli amici e approfittando della sua ingenuità, qualcuno si è pure fatto vedere (non quando c’ero io) all’ospedale e adesso mi dicono che ci hanno provato con la vedova.
Altro non so dire, ma mi sembrava giusto dire come la penso, anzi come la pensiamo perché io per quanto riguarda questo post parlo a nome di Marco Galletti, Paolo Piazzini, Mario Tintori, Antonello Vannucci Maurizio Nencini, Matteo Lucherini, Mario Tenerani, Andrea Bruno Savelli, Saverio Pestuggia e Lucia Benvenuti.

Ora basta: abbiamo avuto le elezioni, ognuno ha votato secondo la propria coscienza e i voti a Berlusconi e Grillo valgono esattamente come quelli di Monti e Bersani.
Siamo una Nazione libera e non possiamo accettare di prendere lezioni da chi ci guarda dall’alto in basso sempre, vedi alla voce Germania.
Nessuno si deve permettere di usare i toni sentiti per giudicare chi guida schieramenti che complessivamente rappresentano la metà della volontà popolare e neanche va agitato lo spauracchio della Grecia per farci paura.
Io ho votato PD, ma sono e mi sento soprattutto italiano e non accetto l’equazione secondo cui se Bersani non ha la maggioranza (con Monti) finiamo tutti all’inferno.
Tiriamo fuori un po’ d’orgoglio nazionale, cazzo.
Proviamo ad uscire da questa palude con uno spirito di collaborazione che ultimamente è sempre mancato.
Le elezioni si sono svolte appena due giorni fa e ci sono i tempi tecnici da rispettare: vogliamo (e volete cari professori in Europa) aspettare prima di sputare sentenze?

Stamattina ho capito cosa vuol dire avere cinquanta anni.
Perché se questi risultati politici ci fossero stati nel 1979, quando ho votato per la prima volta, io sarei stato contento perché già non sopportavo il carrozzone politico composto da impresentabili ed incompetenti (DC-PSDI-PLI-PSI, qualche vaga simpatia per il PRI, sentimenti contrastanti per il PCI).
Infatti votai radicale, per protesta.
Da quel momento in poi ho fatto come con la Fiorentina: ho perso quasi tutte le elezioni e quando le ho vinte è stato peggio.
Perché ho perso dopo, quando le coalizioni che avevo contribuito a mandare al potere si sono liquefatte per manifesta incapacità.
Stamani, qui “solo alle cinque del mattino”, ho dentro l’angoscia (niente vino, sono astemio…) e non ho “voglia di bestemmiare”, ma paura.
Paura di finire sotto ricatto di un super inciucio con chi credevo archiviato, paura di essere ostaggio di derive populiste.
Magari mi sbaglio, magari i centosessanta signori nessuno che l’incazzatura generale ha scaraventato in Parlamento sono il meglio della società civile e quasi certamente non faranno peggio dei signor qualcuno che finalmente sta sgombrando (e questa è una soddisfazione).
A vent’anni sarei stato euforico, e forse mi sarei pure impegnato, io che non ho mai preso la tessera di nessun partito, a cinquanta attendo con trepidazione di sapere come andrà a finire.

Ho questa sensazione: stiamo vivendo le elezioni, davvero tra le più importnati della nostra storia, con lo stesso atteggiamento usato per il calcio.
Cioè tifiamo, più contro che a favore.
Sono contagiato anch’io da questa sindrome da campionato e me ne vergogno, perché è da terzo mondo pensare che un determinato personaggio sia nel mio inconscio come la Juve, cioè se perde sono contento, se scompare ancora di più.
Non è questo l’approccio che dovremmo avere con la politica, che sarà pure “brutta e schifosa e fa male alla pelle”, ma che è anche l’unica sovrastruttura possibile del vivere civile: non è che sia ributtante a prescindere, siamo noi che l’abbiamo resa tale.
Guardate po’ i post sugli argomenti extra calcio di questo blog e provate a fare un’analisi serena del linguaggio usato, del crescendo di insofferenza e di insulti (spesso tagliati) che tracima ad ogni riga.
Ci siamo imbarbariti, spero non irrimediabilmente.
Niente dialogo, ma solo scontro, incapacità non dico a capire, ma almeno ad ascoltare la parte che non la pensa come noi (stavo per scrivere avversa e non l’ho fatto di proposito per dare il buon esempio).
Guardiamo cosa viene fuori stasera dalle urna, ma almeno noi quattromila frequentatori di questa libera palestra proviamo a fare un piccolo sforzo e ricominciamo a comportarci da persone civili.

Ragazzi, hanno fatto una partita eccezionale, bisogna riconoscerlo.
Mai visto un Barcellona così pallido e mai nella vita mi sarei immaginato Montolivo e Pazzini che surclassavano Iniesta e Messi.
Una gara giocata con una determinazione e con un’intelligenza tattica che non credevo appartenessero a questo Milan, ma è meglio anche per noi, forse lasciano qualcosa in campionato.
Adesso hanno almeno il 50% di possibilità di passare il turno e confesso di essere combattuto.
Se non fosse il Barcellona, mi piacerebbe che fosse il Milan a passare il turno perché tranne una io sono sempre per le italiane, ma è appunto il Barca e allora mi metterò davanti al televisore godendomela e basta.

Hai visto Mario che emozioni hai suscitato, quanta gente ha pianto, che vuoto hai lasciato?
Quanto ti piacerebbe tra poche ore essere lì con noi in quella chiesa troppo stretta per accoglierci tutti, il mondo riunito per renderti omaggio.
Un po’ come il tuo sogno ricorrente: lancio di Antognoni, cross di Pascutti (chissà cosa cavolo c’entra Pascutti…), tu che di testa in tuffo fai gol al Maracanà e tutti gli “omini” che saltano in curva e gridano “Ciuffi, Ciuffi”.
Tu, così sentimentale, stamani per una volta non saresti capace di una battuta, perché io ti ho visto davvero emozionato e non era un caso che adorassi Domenico Modugno e tutti i film con il lieto fine.
“Sono Ciuffi!”, mi urlavi quando mi telefonavi.
“E io sono Guetta!”, ti rispondevo con lo stesso tono di voce.
Poi ci davamo di sonati tutti e due e cominciavamo ad organizzare, divertirci, volerci bene a modo nostro.
Non voglio intristirmi, ma “pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi”.

Ti ho voluto bene e lo sai.
Ti sia lieve la terra, noi qui non smetteremo di ricordarti.

Sollecitato dall’amico Pico, provo a rispondermi e rispondergli sul perché darò ancora fiducia ad un partito che ha fatto molto per deludermi.
Ognuno ha la propria storia personale, la mia è quella di un ragazzo che viveva di ideali che ha ancora dentro: pochi, ma radicati.
Uno di questi è che si se sto un po’ peggio io, ma stanno un po’ meglio gli altri, alla fine è un bene per tutti.
Lo dico per spiegare che se dessi retta alle promesse elettorali, con quelo poco o tanto che ho costruito in 34 anni di lavoro, dovrei mettere la mia croce su chi mi avvantaggerà economicamente, non certamente il Partito Democratico.
Ci sarebbe anche un altro principio al quale mi ispiro da sempre, quello meritocratico: se fatico, se lavoro tanto, se ho nel cervello qualcosa in più degli altri, vado avanti, altrimenti mi fermo.
Come nella canzone di Bertoli, ho sempre odiato i porci ed i ruffiani e chi va avanti con certe prestazioni fuori orario, o magari iscrivendosi al partito giusto, se si entra nello specifico del mio lavoro-passione di giornalista.
E qui certamente, prima il “grande partito comunista” e poi il più ridotto partito democratico non rappresentano proprio il massimo, anzi certe logiche da apparato mi restano profondamente indigeste.
Ma come diceva Gaber dei socialisti, da vent’anni in Italia abbiamo avuto la peggiore destra d’Europa, “perché peggio che da noi (forse) solo in Ungheria”.
Dunque mi guardo in giro ed il migliore, cioè il meno peggio, ha la rogna.
Votare Ingroia no, perché a me i magistrati che fanno politica (e magari neanche si dimettono) danno parecchio fastidio.
Grillo non è troppo lontano dall’Uomo Qualunque di Giannini del dopo guerra: molto corrosivo, sempre efficace nelle battute, ma un conto è distruggere (esercizio facile) e altra cosa è il costruire.
La destra moderata di Monti è funestata da Casini e Fini e su questo sono perfettamente d’accordo con Renzi, anzi non solo su questo.
Rimane il meno peggio, appunto, che ha la rogna, ma che potrebbe aiutarci a stare un po’ meno peggio tutti, anche se ci dovrò rimettere qualcosa a livello personale.
Ci sarebbe anche il non voto, ma questo non lo farò mai perché sono un ex bambino degli anni sessanta e mi porto dentro un’educazione civica che mi ricorda sempre quante persone sono morte per permettermi di esercitare il mio diritto a scegliere.

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