Attualità


Il discorso era molto semplice: mi piacevano, molto più dei gatti, ma avevo una paura incredibile, quasi certamente ereditaria perché non mi avevano mai morso o inseguito.
Sto parlando dei cani, a volte gli amici dovevano metterli in un’altra stanza perché non c’era niente da fare, mi irrigidivo trasmettendo qualcosa che loro avvertivano e che giustamente provocava ostilità.
Gli ultimi rivoluzionari accadimenti della vita hanno avuto anche questo effetto, che solo ad immaginarlo qualche tempo fa mi sarebbe sembrato incredibile: non solo non li temo più, ma ho addirittura imparato a conviverci con sommo piacere.
Con uno in particolare, anzi una, ho un rapporto bellissimo: la porto fuori, mi segue, mi si è affezionata e pare perfino darmi retta pur non essendo il suo padrone.
Ma guarda un po’ quante cose si imparano a 55 anni…

Scorro la lista dei messaggi che mi arrivano da tutte le parti, via sms, whatsapp e mail e vengo scosso da un fremito di indignazione verso me stesso.
Cavolo, non ho risposta a lui/lei, eppure ci tengo, ma che razza di figura ho fatto?
A volte rimedio con colpevole ritardo, in altre circostanze mi scuso e basta perché sono ormai fuori tempo massimo: in questo splendido sabato di maggio rifletto.
Ma prima come diavolo facevamo a vivere?
Voglio dire, per esempio: con la tua ragazza ti sentivi una volta dopo cena, magari per un’ora e poi stop.
Ricordo formidabili conversazioni/litigate dalla mia casa di via Paisiello, eroici match verbali che poi emigravano verso la cabina telefonica di piazza Puccini perché l’unico apparecchio di famiglia era giustamente reclamato da genitori e sorella.
Qualcosa avranno pur cementato quei dialoghi reali e non sullo schermo di un cellulare o di un computer visto che le due belle signore in questione sono diventate una la mia prima moglie e l’altra chissà…
Ora invece è tutto un fiorire di frasi secche, risposte e contro-risposte, a qualsiasi ora del giorno e della notte e non solo per le faccende di cuore, che restano comunque le più gettonate, ma anche per divertimento, lavoro, amicizie e tutto ciò che contempla lo scibile umano.
Essendo piuttosto egocentrico non mi sono certo sottratto alla sfida e ho quindi dato il mio robusto contributo al fiume di parole, compiacendomi spesso con quanto scrivevo, come se il mio messaggio fosse il più “figo” del villaggio.
La domanda di fondo, sempre in questo fantastico sabato di maggio, è però solo una: cosa comunichiamo veramente quando “parliamo” così?

“E allora com’è Raoul Bova visto da vicino?”
E come vuoi che sia? Non mi pare un brutto uomo…
Serata speciale all’Olimpico di Roma, sono in campo per la Partita del Cuore non per giocare, ma solo perché ancora nessuno ha capito fino in fondo le mie doti di cantante.
Eccoli lì a due metri gli uomini che si contendono con i calciatori lo scettro del fascino tra il pubblico femminile.
Bova, Zingaretti (bassissimo, ma tutte dicono che abbia occhi che incantano), Adriano Giannini, il super bello Michele Morrone, Sermonti e molti altri che adesso non ricordo.
E poi lui, l’uomo bionico: Gianni Morandi, 72 anni una cosa mostruosa, in campo e come vivacità di pensiero, ma cosa prende prima di andare a letto?
Mi ha fatto guadagnare dieci punti con mia mamma quando le ho mandato la foto, a quasi 78 anni è sempre innamorata di lui…
Gli sta dietro solo Mogol, quasi ottantenne, che ancora correva sulla fascia: bionico.
Ma Bova, com’è? Dai diccelo!
Purtroppo non ci sono difetti visibili e capisco lo stordimento, molto più per lui che per il sosia di Ranieri…
Per un minimo di compensazione ho visto un pezzo di partita seduto accanto a Luisa Ranieri e devo dire che nella vita c’è di peggio, molto di peggio…

No, non ci posso credere che 26 donne inglesi si siano accoppiate con un signore presumibilmente sulla sessantina solo perché il tipo fosse il sosia di Claudio Ranieri.
No, dico: ventisei.
Ho una considerazione troppo alta dell’universo femminile per ipotizzare una simile mattanza di sentimenti.
Me lo devono dimostrare, il sosia mi deve portare da ognuna delle signore o signorine in ballo che dovrà a sua volta confermare l’accaduto.
E’ vero che l’educazione sentimentale di noi maschi degli anni sessanta era piuttosto discutibile (e infatti ci abbiamo discusso per decenni), ma che si vada a copulare con qualcuno solo perché ha vinto il campionato di calcio mi sembra una di quelle storie che si leggevano sotto il militare, tipo Lando o simili.
Dai, ditemi che non è vero.

Per fare il punto sul mio grado di cinismo penso a ciò che ancora mi colpisce della vita quotidiana raccontata sui giornali e per fortuna non siamo ancora al livello di guardia.
Stamani la locandina de La Nazione mi ha dato amaramente una sferzata di energia, una coppia fiorentina si è uccisa per i debiti.
Non mi interessano i tristi particolari della vicenda: come per le famiglie infelici, ogni storia disperata è diversa a modo suo.
Qui quello che conta è il nostro rapporto con i soldi, con il senso dell’onore, con la dignità.
Sono stato molto fortunato perché ho vissuto un’adolescenza tranquilla e con pochissime lire nel portafoglio, questa precarietà economica mi ha regalato spinte motivazionali che forse non avrei avuto se mi avessero comprato tutto.
Col lavoro le cose sono cambiate decisamente in meglio, però comprendo benissimo il senso del disonore di chi non riesce a mantenere una famiglia, qualcosa di devastante che ti mangia dentro.
Penso al dolore di tanti padri che grazie a leggi inique che li dissanguano si vergognano a far vedere il proprio monolocale ai figli sottratti per sentenza, oppure vivono senza dirlo a nessuno dai genitori anziani.
O alle madri sole e abbandonate economicamente, che si ammazzano di fatica, sorridendo sempre a chi li aspetta a casa.
Quello che non riesco a concepire è perdersi per il gioco d’azzardo, per la voglia della bella vita, per far vedere agli altri ciò che non si è.
Ma sul resto quelle “due colonne sul giornale”, come cantava il Maestro, meritano qualcosa in più dei tre minuti dedicati alla lettura.

Chissà cosa pensano gli idioti di Londra, quelli della metropolitana, della multa comminata alla Juventus per i cori antisemiti di domenica pomeriggio.
Questi giganti del pensiero, credendo di offendere, hanno dato di ebrei ai tifosi viola: 15mila euro di sanzione e diffida per un anno, con rischio di chiusura della curva.
In effetti, a pensarci bene, qualche tifoso viola è ebreo, qualcuno anche islamico o valdese, e addirittura pare che qualche ebreo tifi per la Fiorentina, non solo in città, ma in qualche angolo del mondo.
Così come immagino che qualche juventino sia di religione ebraica: lui/lei che fa?
Si offende per essere stato etichettato/a come viola o lascia correre?
E soprattutto: in questo momento quante mamme inconsapevoli stanno partorendo l’imbecille che tra sedici o diciotto anni andrà allo stadio ad urlare queste cretinate?

Ahi, pensavo si fosse colta la polemica con le improvvide dichiarazioni di Bertolaso sulla Meloni e sul fatto che deve pensare al suo futuro ruolo di mamma, come se tutte le donne che lavorano otto e più ore al giorno non potessero svolgere benissimo lo stesso ruolo.
Certo che non lascio, anche perché devo e dovrò mantenere per chissà quanto un bel po’ di persone ed anche se è uno…sporco lavoro (oh, sto scherzando ancora, so benissimo che seguire la Fiorentina è un mestiere da “invidiato” speciale), qualcuno lo deve pur fare.
Al massimo ne salterò qualcuna durante l’anno, ma qualcosa di sopportabile…
Comunque grazie per la mozione di affetto dimostrata!

Ora invece parliamo seriamente dei dati di ascolto delle radio che si occupano con diverse ore di programmazione di Fiorentina.
Sono usciti i numeri relativi all’ora media e alla provincia di Firenze e sono i seguenti: Radio Blu 37.000, Lady Radio 28.000, Radio Bruno 26.000, questi dati si riferiscono al secondo semestre 2015.
Mi sembra giusto fornire gli stessi dati relativi al primo semestre 2015, quando il gruppo del Pentasport era a Radio Blu
Radio Blu 75.000, Lady Radio 39.000, Radio Bruno 13.000.
A voi che mi seguite sul blog e (spero) ci ascoltate in radio ogni tipo di considerazione

Essendo molto impegnato nel mio ruolo di babbo non di uno, ma di ben tre figli, sarà molto difficile che possa continuare a seguire la Fiorentina in trasferta.
Al Franchi sì, forse ci riesco, ma come faccio a svolgere due ruoli in contemporanea, il genitore ed il radiocronista, senza far mancare niente alla prole?
Promuoverò un concorso in redazione per stabilire chi tra i senza pargoli è il più adatto a sostituirmi ed eccezionalmente, ma proprio perché sono buono, farò partecipare alla tenzone anche Michela Lanza.
Appena uscirà il vincitore, sarà mia premura comunicare il nome all’esimio dottor Guido Bertolaso, specialista in disastri.

“E poi fate l’amore.
Niente sesso, solo amore.
E con questo intendo i baci lenti sulla bocca, sul collo, sulla pancia, sulla schiena, i morsi sulle labbra, le mani intrecciate, e occhi dentro occhi.
Intendo abbracci talmente stretti da diventare una cosa sola, corpi incastrati e anime in collisione, carezze sui graffi, vestiti tolti insieme alle paure, baci sulle debolezze, sui segni di una vita che fino a quel momento era stata un po’ sbagliata.
Intendo dita sui corpi, creare costellazioni, inalare profumi, cuori che battono insieme, respiri che viaggiano allo stesso ritmo, e poi sorrisi, sinceri dopo un po’ che non lo erano più.
Ecco, fate l’amore e non vergognateve, perché l’amore è arte, e voi i capolavori.”

Alda Merini

Il giorno in cui non ci sarà più la festa della donna sarà un bel giorno.
Dubito che riuscirò a viverlo, mi auguro che lo possano fare le mie figlie, ma anche su questo ho parecchie perplessità.
Festeggiare le donne l’8 marzo vuol dire in qualche modo marcare la differenza che esiste (e purtroppo esiste) nei restanti 364 giorni.
Fino a poco tempo fa portavo anch’io le mimose, lo consideravo un atto a metà tra il galante (a me piace esserlo) e l’attestazione di come quelle fossero 24 ore a loro completamente dedicate, poi finalmente ho maturato un’idea precisa: non esiste nessuna festa, ma piuttosto un dialogo comune, un cercare di capirsi con le nostre differenze strutturali di maschi e femmine.
E così, con un giorno di anticipo e dopo averlo fatto per anni anche su questo blog, non auguro niente e considererò l’otto marzo come un giorno qualsiasi, con una sola eccezione, che scoprirete domani sera in televisione a “Viola d’amore”.

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