Attualità


Italiani, brava gente: consunto luogo comune che necessiterebbe di una profonda revisione a partire dagli anni della seconda guerra mondiale per finire ai giorni nostri.

Ma non si può che essere colpiti dai resoconti sui giornali dalle zone devastate dal terremoto e fatemi dire che per una volta la carta stampata sta facendo un lavoro molto importante, diverso da quello delle immagini e dell’audio, però attento nella misura e nei contenuti.

La dignità, soprattutto la dignità.

E’ questo ciò che traspare dalle decina di migliaia di senza tetto che si sono visti rivoluzionare la vita in due mesi, una settimana, un giorno.

E la voglia di ricostruire, si spera meglio, ma là dove è la loro vita, non altrove e anche la scelta di stare nelle tende invece che in albergo è significativa.

Che possiamo fare noi che stiamo dall’altra parte?

Dare un aiuto concreto, meglio se economico e provare a stare davvero uniti senza speculazioni politiche o di mero interesse.

Ayoub Kara, vice ministro della cooperazione israeliano, ha detto che «il terremoto in Italia è avvenuto» per punizione divina per l’astensione italiana all’Unesco nel voto sulla Città Vecchia di Gerusalemme

Ecco il classico caso in cui è dimostrato che si può essere ebrei, cattolici o musulmani, italiani, cinesi o israeliani, ma quando non tutto ti gira nella testa nel modo giusto non c’è niente da fare, spari delle idiozie senza senso, anche se sei (non si sa come) vice ministro.

Come per i vignettisti francesi, condannerei il signore in questione a fare almeno un paio di settimane di volontariato per vedere se poi ha altre brillanti idee che gli attraversano il deserto della mente.

P.S. Per la Fiorentina, Sousa e il resto appuntamento a dopo la partita

Dovete scusarmi: da qualche giorno sono assediato dallo spam e come se non bastasse sono stato hackerato, come si dice in questi casi, con la pubblicazione di un post che non avevo scritto io e che ho logicamente rimosso.

Sto perdendo un bel po’ di tempo a cambiare le cose, ma per il blog vale la pena…

 

Uno lo conosco piuttosto bene, avendo condiviso con lui un po’ di scuola e parecchio percorso radiofonico.
Un altro è sempre stato disponibile qualsiasi cosa gli avessi chiesto e non posso che essergliene riconoscente, personalmente lo trovo un fuoriclasse della risata.
Col terzo ho avuto meno occasioni di frequentazioni, ma una volta mi salvò letteralmente, perché facendo il grosso dissi all’allora undicenne figlia che conoscevo bene il conduttore del festival di Sanremo che era nel nostro stesso albergo.
Ci trovammo in piscina, arrivarono in contemporanea lui e la figlia ed io pensai terrorizzato: ecco, adesso mi sputtano chissà per quanto perché lui neanche mi saluta e invece andò tutto benissimo.
Grato a vita.
Insieme sono straordinari.
Sto parlando di Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello: oltre due ore di divertimento purissimo, infarcito dalla maturità dell’artista.
Splendidi cinquantenni, rimasti amici, roba da noi e per noi fiorentini e lo dico con orgoglio perché spesso abbiamo davvero una marcia in più.
Basta solo ricordarsi di inserirla… (la battuta non è mia, ma di Pieraccioni a proposito della velocità e la bravura di Matteo Renzi)

Dopo 12 anni Linus molla il suo blog, certamente molto più popolare di quello che state leggendo e comunque evidentemente non proprio facile da gestire visto che ha affermato di non farcela più.
Qui siamo all’undicesimo anno insieme e se ripenso ai tempi in cui è iniziato (numero di figli, numero di mogli, proprietà di radio, cambio di radio, solo per dirne alcune) devo dire che mi si è rivoluzionato il mondo e che anch’io ho dato una bella mano a cambiarlo.
Gestire un blog è molto faticoso mentalmente, pur avendo il grande privilegio di non sottostare ad alcuna pressione economica, perché l’unico fine è quello di trasmettere il proprio pensiero e le proprie emozioni.
Ed è proprio qui che nascono i problemi e soprattutto i dubbi.
Come avrete certamente capito, per esempio, negli ultimi due anni ho attraversato tempeste fortissime e mi sono chiesto più volte come e quanto sarebbe stato giusto scriverne su una piattaforma accessibile a tutti, coinvolgendo la vita di altre persone peraltro già stravolta abbastanza senza bisogno di aggiungere niente.
Ho cercato di usare una certa misura, ma non sempre ci sono riuscito.
Ma non c’è solo questo.
A volte su certi argomenti che magari susciterebbero grande interesse non si hanno idee precise e, soprattutto, non è che tutti i giorni si possano scrivere cose intelligenti e infatti ho una sconfinata ammirazione per Serra e Gramellini che quotidianamente inanellano perle preziose sui loro giornali.
Col passare del tempo ho deciso che non è necessario scrivere sempre e comunque, che è meglio rallentare se non si ha nulla di significativo da proporre all’attenzione.
Diminuiscono i commenti, ma migliora la qualità della vita.

Meno male hanno cacciato dal guazzabuglio di idiozie assortite che è “Il grande fratello VIP” il maestro di pensiero, e a tempo perso pugile, Clemente Russo, quello che aveva teorizzato l’omicidio in caso di tradimento femminile.
Quello maschile invece no, con quello si è sempre dei ganzi, vedi alla voce Stefano Bettarini a cui penso Simona Ventura toglierà la sete col prosciutto.
E’ molto dura la strada per arrivare alla parità tra uomo e donna, ma c’è anche un’altra corsia all’incontrario, che riguarda i presunti diritti acquisiti da ex mogli nulla facenti che pretendono di essere mantenute dal marito vita natural durante, qualsiasi cosa loro o il coniuge abbia combinato durante il matrimonio, nonostante abbiano nella stragrande maggioranza dei casi testa, braccia e gambe per lavorare.
Ci sono ex mariti ridotti alla fame, uomini di una certa età che elemosinano assistenza da anziani genitori o alla Caritas perché costretti a passare soldi alle loro ex compagne per tutta la vita o almeno fino a quando le signore non si dovessero riaccompagnare (e chi lo farà mai? troppo conveniente vivere a carico di altri…).
In una società veramente civile bisognerebbe garantire tutta la sicurezza possibile ai figli e al tempo stesso imporre una scadenza per il famoso assegno di mantenimento all’ex coniuge che personalmente, se fossi una donna libera, capace di intendere e di volere, e quindi anche di lavorare, troverei non dignitoso percepire.

Quando Francesco Totti nasceva, stavo preparando la festa in casa per i miei 16 anni.
Ricordo tutto di quel giorno molto particolare e, per una serie di motivi, non proprio bello.
Ci pensavo nel leggere le giuste celebrazioni per un campione straordinario andando a scavare nella memoria, perché a me piace molto ricollocarmi nel tempo.
Ricordare cioè cosa stessi facendo e che persona fossi in quel determinato momento della mia esistenza: non so se è un tratto comune a molti altri, a volte aiuta a capire gli sbagli fatti.
Quello che ancora non sapevo in quel compleanno adolescenziale di quaranta anni fa (mamma mia, quanto è difficile essere adolescenti e poi ancora di più essere genitori di adolescenti!) è che una settimana più tardi avrei incontrato una ragazza molto carina che, quasi quattro decenni dopo, attraverso gli imperscrutabili mutamenti del cuore sarebbe poi diventata la compagna della mia vita.
E’ a lei che dedico questi miei “primi” 56 anni.
E anche a tutte le persone che mi vogliono bene, compresi (spero) tanti di voi che ogni mattina si prendono la briga di leggere questo blog.

E’ un po’ come essere di Firenze: ti trovi in qualsiasi parte del mondo, ti annusi, ti riconosci e capisci che fai parte dello stesso mondo.
Ecco, noi delle radio siamo fatti così.
Lo sapevo già da tempo, ma ne ho avuto l’ennesima dimostrazione ieri sera, quando molto cortesemente gli amici di Controradio mi hanno invitato al piazzale Michelangelo per parlare…di me, argomento che peraltro conosco benissimo.
Con Raffale Palumbo gran cerimoniere e Gianfranco Monti (lunedì parte il suo nuovo programma alle 16 su Radio2, auguri!) il tempo è volato via a raccontare inizi, aneddoti e tutto quello che ci passava per la testa.
Avremmo potuto continuare per chissà quanto, ci siamo divertiti.
Niente steccati, rivalità quanto basta per mantenere comunque il rispetto per il lavoro degli altri, la voglia di esserci dietro un microfono, anche se non è quello tuo.
La vita a volte è veramente una questione di fortuna: da ragazzo volevo a tutti i costi scrivere sul giornale, ero complessato per via della erre moscia, non sopportavo la mia voce e avrei pensato ad uno scherzo se mi avessero detto che mi sarei guadagnato da vivere parlando in radio.
Ed invece, saltando al volo nell’ormai remoto 1977 sull’unica occasione che mi ero procacciato per farmi un po’ di spazio, ho avuto l’immensa fortuna di scoprire un mondo che insieme ai vari Palumbo, Monti, Conti, Baldini e decine di altri “amanti” delle FM abbiamo (hanno) completamente rivoluzionato dalla rigidità pre radio-libere costringendo, Mamma Rai ad imitarci in tutto e per tutto.

Quello che segue è tratto da quanto scrive Serena perché ci sono donne che preferiscono non vivere sulle spalle degli altri e hanno una propria e grande dignità.
Quello che scrive Serena mi piace particolarmente perché non ho mai sopportato chi si lamenta, i parassiti/e e chi dà sempre la colpa dei propri fallimenti a chi sta accanto
Si può lavorare andando ogni giorno in ufficio o dove sono impegnate, essere madre e far funzionare alla grande una famiglia senza sentirsi continuamente sacrificate, basta averne voglia
Chapeau

Un piccolo sfogo personale: ma quelle mamme che NON LAVORANO che dicono o postano commenti (o se lo dicono da sole) che fare la mamma e’ un ruolo impegnativo, che quanta fatica si dura, anche l’allattamento stanca tanto, ci vogliono momenti di relax e coccole con il bambino, ecc. ecc. e poi si fanno aiutare giornalmente dalle proprie mamme e suocere e aiutanti varie, di quale ruolo faticoso stanno parlando???? Io sinceramente non mi faccio aiutare da nessuno, io e mio marito siamo completamente soli a tirare su i nostri figli, NESSUNO ci ha mai dato una mano, mai. Io i figli me li porto a scuola, li riprendo, li trasporto ad allenamenti vari, gli cucino tutti i giorni e faccio almeno una lavatrice al giorno che mi stendo e mi stiro rigorosamente da sola. Per non parlare della pulizia della casa, la spesa, l’accudimento dei miei adorati cani e mi ci rientra anche il divertimento e le attivita’ sociali con i bambini. Ma queste mamme che se ne stanno un mese al mare contornate da dame di compagnia, sorelle, mamme tuttofare, suocere dal cuore d’oro e che trovano anche il tempo di leggere un libro sotto l’ombrellone, a quale tipo di ruolo “impegnativo” si stanno riferendo? Il ruolo impegnativo ce lo hanno le mamme che fanno le mamme a 360 gradi e che fanno tutto da sole. Le altre, secondo me, fanno le “comparse”, lasciando ai nonni il duro compito di allevare i marmocchi.
Ecco, sara’ probabilmente invidia la mia, ma io con queste mamme mollicce e svogliate non ci voglio avere nulla a che fare. Sono felicissima ed orgogliosissima di non dover chiedere nulla a nessuno.

Dubito che gli idioti della metropolitana di Londra che nel febbraio scorso mi invitarono ad andare nei campi di concentramento tedeschi (vista l’ignoranza, non sapevano che erano stati sigillati da oltre settanta anni) fossero al seguito della Nazionale italiana ad Haifa.
Siccome però la mamma degli imbecilli non solo è sempre incinta, ma ha pure (purtroppo) già abbondantemente partorito in passato, ecco salire agli onori della cronaca i minus habens che nello stadio israeliano fanno il saluto romano al momento dell’inno italiano.
Questi qui si fanno una trasferta piuttosto lunga e immagino costosa solo per la soddisfazione di sentirsi fascisti “in casa degli ebrei”, non conoscendo naturalmente niente di storia ed ignorando che fino alle famigerate leggi razziali molti ebrei erano purtroppo fascisti, come del resto la maggioranza degli italiani.
Ovviamente la domande nel titolo del post è retorica: questi nel cervello hanno due neuroni che funzionano a corrente alternata, ma il problema è che in giro di gente così ce n’è molta di più di quanto si possa immaginare e qui la colpa non è proprio di nessuno, se non di madre natura, in questo caso particolarmente matrigna con i genitori di tali deficienti.

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