La mia voce in viola 1988/89 – Seconda parte
LA PREMONIZIONE
Ammetto che sia stato un colpo di fortuna, però bisognava provarci! Ed io non lo avevo mai fatto prima di quel fatidico 15 gennaio 1989. Eravamo sullâuno a uno del âsolitoâ? storico incontro casalingo contro la Juve, con i gol di Rui Barros e rigore di Baggio. Allo scadere Robertino va a battere un calcio dâangolo e a me viene fuori di getto una frase buttata lì: «angolo per la Fiorentina, ultima occasione, va alla battuta Baggio. Il sogno dei fiorentini è segnare al novantesimo contro la Juventus, siamo in effetti al novantesimo, parte lâangolo di Baggio, intervento e⦠gol della Fiorentina! Ha segnato Borgonovo!». Cross, deviazione di Battistini, gol di Borgonovo. Fantastico, uno stadio che esplode, una torcida viola. Salto come un grillo dal mio pertugio in tribuna laterale e sento là sotto un vecchio tifoso urlare: «che goduria, è molto meglio che trâ¦â¦Â». «Parla per te», gli risponde il giovane manager lampadato, con a fianco la classica biondona mozzafiato. Si abbracciano ridendo.
Lì per lì non mi ricordavo nemmeno di quello che avevo detto prima della rete, solo a fine partita, nel risentire lâazione, mi resi conto di averci azzeccato. Ho sempre avuto un grande rispetto per quel momento magico e così ho cercato di evitare certe frasi preparatorie. Sono passati interi campionati senza che fossi preso dalla tentazione, solo nellâanno della prima retrocessione un paio di volte ci provai con poca convinzione, sperando però che gli dei del calcio mi ascoltassero e facessero la grazia. Purtroppo non servì a niente e non segnammo.
IN GINOCCHIO DAL CONTE
Il 22 gennaio 1989 si gioca a Lecce, si parte in aereo il giorno prima e la Fiorentina, bontà sua, imbarca anche i cinque giornalisti al seguito. Ci sono anchâio, unico rappresentante dellâemittenza radiotelevisiva locale, una condizione particolare che è durata una decina di anni. Incredibile ma vero, stavolta câè con noi pure il Conte Flavio, forse ringalluzzito dalla vittoria contro la Juve della precedente domenica. Mi faccio coraggio e ritento lâintervista negata sei anni prima, ai tempi della contestazione in tribuna durante Fiorentina-Verona. Stavolta sa chi sono, mi dice che le radiocronache io non le potrei fare, ma che in fondo è meglio così, perché lui si diverte molto ad ascoltarmi, anche quando sparo a velocità supersonica le pubblicità .
«Ma come fai a dirle così in fretta?»
«Non so Conte, ormai sono abituato⦠Vorrei chiederle qualcosa sulla Fiorentina, posso?»
«Se vuoi, ma non mi piacciono troppo le domande».
Intimorito dal tono burbero del Conte e quasi commosso dal fatto che Flavio Pontello sprecasse una fetta del suo prezioso tempo a sentire le mie radiocronache, infilo una di quelle interviste stile inginocchiatoio che neanche Gigi Marzullo nei suoi momenti peggiori (cioè sempre) sarebbe riuscito a costruire. Non gli chiedo niente del contratto di Baggio e neanche accenno a quelle voci sullâinteressamento allâacquisto della società da parte del famoso produttore cinematografico Mario Cecchi Gori. La domanda più insidiosa è: âquanti soldi ci ha rimesso la famiglia Pontello con la Fiorentina?â?. Che coraggio! Che uso spregiudicato del microfono! Roba che se oggi uno dei giornalisti a Radio Blu mi portasse unâintervista del genere, verrebbe additato al pubblico ludibrio e messo in purga per almeno un mese. Venni salvato dalla mia stessa ignoranza: non sapevo che dentro lâaereo ci vogliono microfoni particolari e poiché la mia âintervista in esclusiva al Conteâ? era stata registrata con un semplice Sony da quarantamila lire, tutto ciò che io e Pontello ci eravamo detti era stato coperto dal rumore di fondo. Persi uno scoop, ma non ci rimisi la faccia.
QUESTA Eâ LA STORIA DI UN MERCENARIOâ¦
Cominciava così la canzone che la curva Fiesole intonò il giorno del ritorno di Berti da avversario a Firenze. Il passa parola della vigilia aveva funzionato alla grande, il mio amico Riccardo Bellini girava per Firenze addirittura con i fogli ciclostilati del testo e tutti in curva erano pronti per la contestazione in grande stile. E anche il resto dello stadio si produsse in bordate di fischi ogni volta che Berti toccava il pallone. Per la cronaca il motivetto continuava così: â⦠che gioca solo pensando allâonorario, lui non ha cuore, lui non ha orgoglio, lui gioca solo pensando al portafoglio. Ogni domenica gioca a Milano, Nicola Berti lâhai fatto per il granoâ?, e via a seguire.
Nellâestate precedente Berti si era rifiutato di allungare il contratto in scadenza nel 1989 con la Fiorentina perché si era già messo dâaccordo con lâInter. Per lo stesso motivo aveva detto no al Napoli di Maradona, che avrebbe garantito ai viola unâottima contropartita tecnica ed economica. Alla fine del mercato del 1988, Fiorentina ed Inter riuscirono a trovare un accordo, ma il popolo viola se la legò al dito. Berti fu sorpreso e annichilito dai fischi e dopo trenta minuti pessimi Trapattoni, che quellâanno avrebbe vinto il suo ultimo scudetto italiano, decise che poteva bastare, e lo tolse dal campo. Fu una grande vittoria del pubblico e poi anche della Fiorentina, che si impose per 4 a 3 al termine di una gara rocambolesca, condita da un madornale errore difensivo di Bergomi, che regalò al solito implacabile Borgonovo la palla del quarto gol viola.
Il Berti semplice che avevo conosciuto a Firenze cambiò completamente in poco tempo, diventando unâaltra persona. Mi capitò di incontrarlo un anno dopo a San Siro fuori dalla sala stampa e neanche rispose al mio saluto. Si era montato la testa o forse, chissà , si era legato al dito quellâaccoglienza fiorentina, che si è puntualmente ripetuta ogni volta che ha messo piede al Comunale.
SPAREGGIO
Nel finale di stagione la Fiorentina dilapidò il vantaggio che aveva sulle concorrenti Uefa e fu costretta a ricorrere allo spareggio con la Roma di Liedholm. Câera stata una pessima gestione dellâaffare Eriksson, perché i Pontello non lo volevano più, salvo poi ripensarci quando ormai il tecnico svedese aveva dato la sua parola al Benfica. Seguirono giorni grotteschi, con la Firenze calcistica a pregare Eriksson perché rimanesse per il terzo anno in viola. A metà aprile venne convocata una conferenza stampa in cui Sven Goran ribadiva il suo no. In pratica unâanteprima del corto circuito mediatico andato in scena tredici anni dopo con Terim, Sconcerti e Cecchi Gori, solo che stavolta tutto fu gestito molto meglio.
Lo spareggio di Perugia venne deciso da un gol di Roberto Pruzzo, preso a novembre e mai a segno in campionato, ma il vero protagonista della gara fu Landucci, che parò tutto. Alla fine della partita, con la Fiorentina in Uefa e ventimila romanisti beffati, come a Pisa tre anni prima qualcuno pianse. Si vede che è un destino dei passaggi in Europa. Stavolta le lacrime erano di Stefano Carobbi, ceduto proprio ai rossoneri di Arrigo Sacchi, suo vecchio maestro delle giovanili viola.
E il nuovo tecnico? «Non câè problema – ci disse trionfante il direttore sportivo Nardino Previdi – abbiamo preso il migliore sulla piazza, Bruno Giorgi. Lo abbiamo rubato alla Roma, con cui stava per accordarsi». Accidenti, un grande colpo. Soprattutto per la Roma, che evitò di poco di averlo in panchina.
Novembre 18th, 2008 alle 06:50
Prandelli dice:”Gli allenatori di solito rispettano i contratti e le richieste televisive ma abbiamo pure noi i nostri tempi e le nostre esigenze e non è ammissibile perdere un’ora e mezzo di tempo tra Sky e mixed-zone”
Davide ma che ci si mette anche il nostro allenatore con sti discorsi del menga? Ma in che mondo vivono questi ? Ma li leggono i giornali e della crisi economica ? io li farei alzare la mattina alle 6 e prendere il bus d’inverno con 5 sotto zero, poi voglio vedere se protestano ancora …vergogna!
Novembre 18th, 2008 alle 08:33
Giorgi… ve lo ricordate lo striscione?
Giorgi si, ma Eleonora !
Novembre 18th, 2008 alle 09:15
A proposito di BERTI: mi sembra di ricordare che quello che mandò in bestia i tifosi fu, al di là della rescissione anticipata del contratto (sempre biasimevole) il fatto che in una domenica in cui era stato squalificato avesse assistito alla partita in curva insieme ai tifosi, quasi a sancire “eterno amore”. E invece avea già probabilmente deciso di andarsene!
Novembre 18th, 2008 alle 09:31
LA contestazione a berti….bellissima…che tempi!
Novembre 18th, 2008 alle 10:37
Ricordo anche io Nicola Berti nel centro della curva. Ma la contestazione fu fantastica… io ricordo anche “mercoledì che delusione veder la coppa in televisione e poi ci pensi dalla mattina stasera in coppa c’è la Fiorentina” se non mi ricordo male…..
Novembre 18th, 2008 alle 11:03
CIAO DAVID;
LA FIORENTINA DI QUESTI PERIODI RISCHIA UNA VERA CADUTA DI STILE!!!! NON MI PIACE QUESTO PIANGERE SUI FATTI STRANI CHE ACCADONO IN CAMPO!!!! COSA VUOL DIRE CHE QUANDO LE COSE VANNO BENE BISOGNA ESSERE TUTTI D’UN PEZZO E ALLE PRIME DIFFICOLTA’ INIZIAMO A PIAGNUCOLARE????? NON LO HA MAI FATTO LA PRIMA STAGIONE DELLA QUASI RETROCESSIONE SE NON CON I “CATTIVI PENSIERI” DI ZOFF LO FANNO OGGI???? VISTO CHE NON ABBIAMO FATTO UNA BELLA PARTITA A CAGLIARI VEDIAMO PRIMA DI GIOCARE BENE E POI DI CONTESTARE LE DECISIONI DELL’ARBITRO!!!! E POI ONESTAMENTE NON VEDO TUTTO QUESTO CLAMORE NELLA PARTITA DI DOMENICA PERCHE’ HO VISTO UN GENEROSO RIGORE FISCHIATO AL CAGLIARI ED UNO BEN PIU’ VISTOSO NON DATO A NOI VIOLA, MA NELLA STESSA PARTITA HO VISTO IL FUORIGIOCO “SCANDALOSO” FISCHIATO AL CAGLIARI CON L’UOMO A TU PER TU CON FREY, INOLTRE HO VISTO ALMIRON PRENDERE DI MANO IN AREA IL PALLONE (CERTI RIGORI SI DANNO E NON SI DANNO) VEDIAMO DI CORRERE DAVID E NON PIANGIAMO SU COSE CHE NON ESISTONO, SECONDO ME LA DIRIGENZA PRANDELLI PER PRIMO NON SANNO CHE PESCI PRENDERE RIGUARDO IL MAL ANDAMENTO DELLA SQUADRA!!!! SALUTI
Novembre 18th, 2008 alle 11:09
Sono d’accordissimo con Daniele. L’ora e mezza che gli allenatori ” concedono” a Tv e giornali sono più che lautamente compensati, considerato quanto le società di calcio introitano e quanto di questi introiti vanno a tecnici e giocatori. E quando parlo di introiti del calcio, non posso non ricordare che che il conto finale lo pagano i tifosi da stadio e da Tv atravreso abbonamenti vari.Se qualche allenatore non sopporta questo ” carico di lavoro”, vada ad allenare una squadra di Arci Uisp, non avrà questa seccatura.
Novembre 18th, 2008 alle 11:23
Johntorpy sei sempre il meglio.
Novembre 18th, 2008 alle 11:50
che bei ricordi la contestazione a berti ed il gol del borgo!!!!
david, ma è vero che non potevi trasmettere??
perchè??
zachini
Novembre 18th, 2008 alle 15:04
PER FAVORE: NIENTE AFFARI CON LA roma!!!!
Novembre 18th, 2008 alle 15:04
I miei ricordi e simpatie viola in pratica nacquero da quel famoso 4-3 all’Inter con il gol beffardo del borgo… 12 febbraio 89…diventai di li a seguire sempre più innamorato di questa squadra e delle squadre che vennero..una fede che ancor oggi mi rendono stupendamente orgoglioso di quella scelta di quasi venti anni fa or sono…
Novembre 18th, 2008 alle 16:17
Quello che dette noia di Berti non fu tanto il fatto che se ne andò, fra l’altro dopo che la Fiorentina lo aveva valorizzato, ma la sua ostinazione a negare di essersi accordato con l’Inter e le sue dichiarazioni secondo cui era la Fiorentina a non volergli rinnovare il contratto e a non voler costruire una squadra adeguata alle sue aspettative. Quando poi i Pontello andarono a “vedere” accordandosi col Napoli per la eventuale cessione, la verità venne fuori. Del resto mi ricordo anche la poco edificante (e simile) conclusione del rapporto con Passarella: i Pontello denunciarono alla FIGC e alla stampa l’irregolare e tacito accordo del giocatore con l’Inter a campionato in corso. L’argentino fece l’offeso, dichiarando che per mancanza di rispetto da parte della società sarebbe andato via da Firenze. E dove andò? Naturalmente all’Inter, con la quale era vero che era già d’accordo.
Novembre 19th, 2008 alle 10:35
c’è stato un lungo periodo in cui l’inter era diventata il mio peggiore incubo, in pratica ci soffiava tutti i migliori: Oltre a PASSARELLA ricordo anche RAMON DIAZ