La vergogna della carità
Torno dalla passeggiata mattutina con Tristano e Isotta, i due “bambini a quattro zampe e pelosi” che regalano gioia a me e Cristina, e ordino il caffè nel solito bar di Tonfano.
Mi avvicina il sessantanovenne venditore di tutto per chiedermi come va, aspettando che divida con lui una parte infinitesimale di quanto per merito o per fortuna ho accumulato negli ultimi quaranta anni di vita.
Mi frugo in tasca e tiro fuori una moneta: è da due euro.
Scatta il ragionamento: è troppo, la mia testa da perfetto uomo occidentale integrato nella società dei consumi ha stabilito la razionalizzazione della carità, non si possono dare due euro a tutti quelli che chiedono l’elemosina.
È una specie di economia di scala in salsa umanitaria.
E mentre tiro fuori l’euro da donare a questa persona che ha avuto una vita molto diversa dalla mia, provo un senso di vergogna che mi accompagna per un paio di ore.
Luglio 26th, 2019 alle 09:59
forse non te ne accorgi ma sei intriso fino al midollo di senso di colpa tipicamente cristiano…
Risposta
Ti raccomando quello ebraico!
Non esiste nemmeno la confessione per
liberarsi dai peccati
Luglio 26th, 2019 alle 10:08
Caro David, visto l’argomento imperante in casa Fiorentina di questa estate, direi che sono altre le persone che si devono vergognare in fatto di “elemosina”.
Luglio 26th, 2019 alle 10:10
Fermo restando la sacralita’ dell’offerta in chiesa durante la S.Messa personalmente ho abolito ogni forma di elemosina a questuanti, parcheggiatori abusivi, rom , sedicenti aiutanti carrellisti ai supermercati eccetera eccetera.
Una sola eccezione.
Lascio sempre un’offerta ai suonatori di strada.
Quei musici che lascian aperta la custodia della chitarra o del flauto o di quant’altro strumentoe si metton a suonare mentre la gente passa e nessun li considera.
Quando passo davanti a loro mi commuovo, sto a sentirli qualche minuto per rispetto e sopratutto per amore di tutto cio’ e’ espressione musicale,e poi faccio un cenno di saluto e lascio l’offerta .
Mi mortifica l’idea che potrei dare tanto di piu’ ma poi mi dico …gli avrei lasciato anche venti euro invece che l’equivalente di un paio di caffe, cosi faceva un pranzo decente, poi pero’ bestialmente mi sovviene che con venti euro ci compro due pacchetti di sigari Antico Toscano.
Ecco dove si decade nel bieco dare per avere.
Ecco, il Dr Guetta ha centrato esattamente le nostre miserie mentali e i nostri successivi stati d’animo.
Le migliori cose a tutti
Immondo
Luglio 26th, 2019 alle 10:14
Bel post. Ci accumuna tutti. Riflettere e far riflettere però è un grande merito.
Luglio 26th, 2019 alle 10:45
Vergogna di cosa? Di esserti fatto un culo come un capanno per decine d’anni?
Di aver sacrificato le tue domeniche quando i tuoi coetanei bivaccavano in discoteca o ciondolavano per lo struscio in via Calzaioli?
Di aver sacrificato tempo, interessi e affetti per crearti dal nulla una professione stimata e rispettata?
Te non devi assolutamente provare alcuna colpa o vergogna. E non devi neppure ritenerti “fortunato”.
Il fortunato é quello che vince all’enalotto stando seduto in poltrona, ma chi per una vita si è fatto un culo pauroso non solo non deve provare alcuna vergogna ma deve sentirsi libero di donare quando, quanto e a chi gli pare.
Luglio 26th, 2019 alle 10:56
Ti capisco, capita lo stesso anche a me, mi frugo in tasca ed al tatto cerco di fare in modo di non tirare fuori la moneta da 2 Euro, perché come dici, non si possono dare 2 Euro a tutti quelli che chiedono elemosina.
Poi fatto il gesto e l’elemosina mi maledico per questi pensieri e per la meschinità del mio comportamento, pensando a tutto quello che ho io, a tutto quello che spreco inutilmente e butto via rispetto al niente che ha lui…e me ne vergogno!
Luglio 26th, 2019 alle 11:00
A lui 2 euro servono a te fanno un baffo. L’importante e’ non sentirsi piu’ “buono” quando si dona il superfluo. Si resta gli stessi di prima. Magari piu’ che il gesto conta il modo. Quei due euro se li accompagni ad un sorriso. Il difficile non e’ regalare qualche briciola. Il difficile e’ riconoscere la dignita’ umana a chi hai davanti. Pensaci!
Luglio 26th, 2019 alle 12:09
secondo giorno di fila nel quale concordo con Alessandro B.
e con questo meccanismo va a finire che il mendicante
a fine giornata guadagna esentasse più di me.
scusate, ma io non do proprio nulla a nessuno.
lo so, sono una merda ma è cosi.
e non me ne vergogno.
Luglio 26th, 2019 alle 12:23
Linus mio carissimo, guarda che Alessandro B. quando non ragiona di Fiorentina è forte assai. okkey?
oraitte ?! 😉
Luglio 26th, 2019 alle 12:38
Sono “pienamente d’accordo a metà” con Alessandro B. e Linus.
Non provo vergogna perché so quello che ho fatto per ottenere quello che ho.
Ma alcune volte non posso fare a meno di provare un senso di tristezza e ingiustizia a pensare che l’essere nato nel lato “giusto” del mondo è di fatto come vincere all’enalotto stando seduti in poltrona.
Un abbraccio a tutti
Lorenzo
Luglio 26th, 2019 alle 12:56
Vorrei fosse chiara una cosa.
Io non dico di non aiutare chi ha più bisogno, tutt’altro!
Preferisco farlo in altro modo, ad esempio con offerte all’Ospedale Meyer o ad associazioni come Sightsavers.
Le donazioni brevi manu per me hanno poco significato a meno che non sia un aiuto ad una persona che conosco approfonditamente.
P.s. @ Immonda, in centro a Firenze suonano artisti di strada che non hanno niente da invidiare a tanti colleghi famosi ed affermati. Quella per me non è carità ma giusto compenso per le proprie capacità.
Luglio 26th, 2019 alle 13:16
Boh, io sinceramente a fare il mendicante non ci andrei neanche esentasse.
Luglio 26th, 2019 alle 13:24
Firenze,Inverno di quasi 5 anni fa, nei pressi di un centro commerciale.
Avete presente quei giorni di inizio inverno in cui l’impulso consumistico ed egoista ti spinge a fare sopralluoghi, che anticipano pure di un mese il Natale, per compiacere necessita inutili sotto forma di ammennicoli tecnologici? Tipo le cover per il telefono (che sono diventati oggetti di moda come i cappottini firmati per animali), cuffiette stile bladerunner, scarpe da ginnastica col Bluetooth o quelle auto allaccianti di Marty MacFly di ritorno al futuro.
Era uno di quelli…e mi stavo recando in uno dei nuovi templi Pagani (nel senso dove vai a venerare il superfluo e poi paghi).
Tirava un certo vento non piacevole, arrivo ad uno degli ingressi , e noto una ragazza in tuta inginocchiata all’ angolo.
Più o meno nello stesso punto dove stanno i “venditori di un po’ di tutto” sub sahariani.
Penso: starà aspettando qualcuno, certo potrebbe farlo anche dentro, perché starsene fuori?
Mi avvicino, avrà massimo 30 anni, mora acconciata alla bell’ e meglio , occhi celesti stanchi, espressione del viso però non rassegnata .
Il mio cervello rielabora: razionalmente trattasi di tossica in cerca di spiccioli, erano anni che non ne vedevo. Brutti tempi.
Accanto ha un cartello però: sono rimasta disoccupata, non ho una casa, cerco chi mi possa ospitare o darmi un lavoro per sopravvivere.
Ricalcolo mentalmente ancora una volta la situazione : potrebbe non essere una tossica, ma una ragazza davvero in difficoltà.
Nel mentre passano altre persone che la ignorano come non esistesse.
Sono indeciso: entro dentro e lascio perdere oppure le parlo?
Opto per la seconda.
E scopro che è italiana, che ha pochi anni meno di me, che è in difficoltà estrema , perché pure la sua famiglia non è in grado di aiutarla. Non vuole esattamente la carità, vuole solo una mano.
Mente mi parla tiene un tono gentile, non si lamenta della sua condizione, solo che mi pare stanca. Una persona che sta diventando trasparente, che si è umiliata ma non vuole perdere la propria dignità. Ma in quel momento è sola.
La invito dentro, ha un guizzo negli occhi e mi dice che dentro al centro non la vogliono.
Ma se è con me non possono impedirle di andare al bar.
Dove capisco che si sente in imbarazzo, si vergogna, con qualche battuta provo ad allentare il clima. Provo letteralmente compassione per lei, mi sale anche rabbia frammista ad ansia perché ho davanti una prova tangibile che anche noi fiorentini, che ci crediamo superiori, snob, arrivati…possiamo trovarci a fare la elemosina fuori dalla Coop.
Perché la crisi economica ha fatto si che le regole cambiassero a favore di pochissimi , danneggiando classi sociali intere. Davastandole.
Usciamo dopo che si sente riscaldata da un cappuccino con pasta, vuole tornare al suo angolino, si sente un po’ mortificata perché pensa che non sia neanche giusto che perda tempo con lei.
Non le posso offrire un lavoro nè un tetto, avevo fatto il minimo per dare una mano ad una ragazza veramente in difficoltà.
Le lascio anche 20 euro, affinché possa comprarsi qualcosa per un paio di giorni, le indico anche delle associazioni a cui rivolgersi.
Lei mi ringrazia, sempre a testa bassa…ma la vedo sorridere e come segno di gratitudine mi basta.
Tornando a casa ci rimugino sopra, penso che ho fatto bene a dargli dei soldi, che se li meritava più lei di qualunque tipa con cui avevo fatto baldorie, che speravo di averla fatta sentire meno isolata ed averle restituito un po’ di fiducia nel prossimo.
Ma quando si è abituati ad essere razionali, si va oltre alle convinzioni morali: se al posto di una ragazza italiana in difficoltà ci fosse stata davvero una tossica? Oppure un’eritrea con un bambino a fare l’elemosina? Oppure una ragazzina Rom? Uno dei tanti “senegalesi”?
Avrei dato 20 euro?
Gli avrei offerto quello che volevano al bar?
No. Non lo avrei fatto.
Moralmente? Mi sono sentito un ipocrita. Razionalmente? Almeno per una mezz’ora a qualcuno che aveva bisogno per lo meno ho cercato di dare effettivamente una mano.
Che è sempre meglio che non darla a nessuno.
Luglio 26th, 2019 alle 13:51
È la quarta volta di fila che sono d’accordo con Alessandro b…. La cosa comincia a farmi pensare….
Stazione CM, si avvicina un tizio apparentemente normale che ci racconta una storia raccapricciante… Ci chiede soldi per una colazione decente. Io e il mio collega ci guardiamo negli occhi…. All’unisono diciamo “andiamo a fare colazione insieme”… Ci guarda come se avesse visto Batistuta con la maglia della Juve e, allontanandosi, ci manda sonoramente a piglarcelo nel…
Luglio 26th, 2019 alle 14:00
Noi giudichiamo troppo spesso la persona che richiede l’elemosina… che schifo alla sua età che si trovi un lavoro.. e magari si va prendere anzi che una tassa di caffè un bel bicchiere di gin… Anche io purtroppo e l’ammetto ma che ne sappiamo veramente del perché che sono li davanti noi a mano tesa. Qualche tempo fa ritornando dalla messa col mio nipotino di 10 anni vidi davanti un McDonald una vecchia signora bisognosa che frugava nel suo misero piccolo portamonete per qualche spicciolo senz’altro per pagarsi una piccola colazione ma non sembrava che il conto arrivasse per permettersi qualcosa. Facendo seguito proprio una predica sulla carità quella mattina diedi un biglietto di 5 dollari (circa 4 euro) a mio nipotino e lui scese di macchina e glielo porto. I sguardi, sorrisi che ne vale molto di più che quei miseri 5 dollari.
Un abbraccio da Montréal
Luglio 26th, 2019 alle 14:56
Uno fa quel che può, anni fa stavo per dare due spiccioli ad un mendicante in centro, fui preceduto da una signora neanche troppo distinta, si avvicinò e mise nel cappello 100 Euro, a quel punto capii che quel tizio aveva già fatto giornata e da allora mi sono sempre vergognato di quello che potevo dare io.
Luglio 26th, 2019 alle 15:22
Il vero errore sta nel pensare che merito e fortuna siano separabili….
Luglio 26th, 2019 alle 16:29
In situazioni come queste, cercando di spiegare la cosa guardando in fondo al mio io, fare la carità a queste persone è come pagare per liberarsi da un disagio che non vogliamo assolutamente a noi vicino, ossia una condizione che non accettiamo e che ci fa paura e ci disturba, paghiamo in modo da allontanarla il prima possibile.
Non conta molto il se è giusto o sbagliato farlo, conta quello che senti dentro e quanto ti angoscia.
Se invece di arrivare lui da te, lo avessi visto prima avresti preso ugualmente il caffè in quel bar ?
Risposta
Sì
Luglio 26th, 2019 alle 16:32
Mi è partito il messaggio senza fine
Probabilmente lo avresti preso ugualmente, ma avresti avuto il tempo di gestire il tuo stato emotivo.
Luglio 26th, 2019 alle 16:35
“gli altri siamo noi”
un saluto
LB
Luglio 26th, 2019 alle 16:39
JORGE VALDARNO
o vieni a prendere un caffe da me ai leccio
su fai un piccolo sforzo.
un saluto a Marco che era venuto a trovarmi 2 martedi fà. purtroppo non ero in grande forma e stavo andando al pronto soccorso
risultato ricovero x una settimana a causa di una situazione non piacevole ma che dovrebbe risolversi.. scusa Marco ripassa appena puoi ora ci sono
Luglio 26th, 2019 alle 18:49
@ 1. Perché i Cristiani hanno qualcosa che non va????
È una semplice domanda
Luglio 26th, 2019 alle 18:58
Post n 5
La fortuna più evidente da quando esiste la società é scegliersi i genitori giusti nel posto giusto.
Nascere a Firenze é FORTUNA. Se quel venditore si é scelto genitori nel terzo mondo ed è emigrato é sfortunato. Facciamo solo questa precisazione per far quadrare il tuo discorso. Precisazione che immagino sia scontata, nel tuo post
Luglio 26th, 2019 alle 19:22
Fai come me. ho scelto un budget, uno scopo che è collegato alle mie scelte di vita e quello faccio. punto e basta. se dovessi condividere tutto con tutti mi sentirei male.
non so chi vai a trovare dietro i salesiani. bene da lì al mercato di Sant’Ambrogio ne trovo tra andata, mercato e ritorno una 15ina al giorno. Fai te.
Luglio 26th, 2019 alle 19:25
Fioraio
Ciao Lorenzo, son contento di leggerti in condizioni migliori…
Quel giorno ero a The Mall con due americane e avevo del tempo per farti un saluto.
Quando capito da codeste parti mi fermo di sicuro…
Un grande abbraccio e spero che tutto si risolva al meglio.
Ciao
Marco
Luglio 26th, 2019 alle 19:44
Provo le stesse sensazioni anche io.
Donare è bello (un euro, un sorriso, un abbraccio, un grazie…) e lo facciamo troppo poco, almeno io lo faccio troppo poco.
Luglio 26th, 2019 alle 20:15
@13 Yulo Violettini
Complimenti, la tua è una bella storia che ti fa onore e che dimostra che è il momento che fa l’uomo. Uno deve fare quello che si sente in quel momento, secondo le sue possibilità, senza fare troppi ragionamenti. Oggi faccio, magari domani mi sento diversamente.
Alla fine, come mi dico da solo talvolta, spesso faccio le cose per sentirmi meglio io più che per fare qualcosa di realmente utile per il prossimo. Boh sarà egoistico il fine inconscio, ma intanto l’ho fatto.
Un saluto
Lucky
Luglio 26th, 2019 alle 21:33
Se ognuno ricevesse solo tanto quanto dà, non ci sarebbero ricchi. Se ognuno desse all’altro tanto quanto riceve, non ci sarebbero poveri
(Patricie Holecková)
Luglio 27th, 2019 alle 00:38
Se dalla tasca ti sono usciti 2euro si vede che erano quelli che dovevi donare in quel preciso momento.
Un saluto
Luglio 27th, 2019 alle 01:07
Per molti che leggo c’è chi sta dalla parte giusta e chi no, quindi i disperati stanno dalla parte sbagliata e non meritano attenzioni.
Poi c’è chi non ha certezze e si guarda indietro a vedere se chi è rimasto indietro ha bisogno di aiuto.
Luglio 27th, 2019 alle 07:12
Donare per sentirsi la coscienza a posto, credo che sia il più grande atto di ipocrisia da parte di un essere umano nei confronti di un altro suo simile.
Per ciò che mi riguarda, preferisco sempre lasciare una mancia sostanziosa a un cameriere gentile a un ristorante, piuttosto che donare una moneta a chi mi viene a chiedere “qualche spicciolo per il biglietto” alla Stazione, oppure, come faceva notare qualcuno, “per fare colazione” e poi se gli offri materialmente la colazione al bar, ti manda pure a fare nel “baugigi”.
L’Antigufo
Luglio 27th, 2019 alle 08:21
A un euro per uno, in fondo alla giornata, probabilmente avrei speso almeno quindici euro, quattrocentocinquanta al mese insomma, che invece fanno comodo a me per il gasolio ad esempio, per tre ragazzi ancora bisognosi di sostegno, per un paio di mogli anche buone e belle con degli avvocati bravissimi, anzi se qualcuno necessitasse li consiglio caldamente; pertanto faccio fatica a fare un budget per gestire coscienza o sensi di colpa, ciò nonostante, di volta in volta, lascio qualcosa, non so mai perché ma succede, può essere uno sguardo, un pensiero, una parola. E pensare che gran parte del mio tempo lo impiegò
Luglio 27th, 2019 alle 08:25
…. del mio tempo professionale, lo impiego proprio a incanalare e raccogliere dindi sonanti, per un banner di questi qui a destra generosamente ospitati da David, e che tanto tanto tanto tanto importanti sono per rendere un po’ di vita migliore di quel che è.
Un abbraccio a tutti e forza Viola.
giovane Holden
Luglio 27th, 2019 alle 08:47
Utopica una società senza ultimi, l’egoismo sociale spesso paga la tassa dell’elemosina come le dame di carità o simili per soddisfare i meandri sella coscienza.
La solitudine degli ultimi è inversamente proporzionale al senso civico generale anche se resiste il senso delle piccole collettività che cercano di dare quello che possono.
E’ quasi un miracolo: se prima viene avvertito come straniero o pericoloso, dopo averci parlato o interagito è come se entrasse a far parte del branco. Come se avesse un marchio comune.
Un grazie al volontariato e a chi cerca di porsi al servizio degli altri, il tempo è molto più impegnativo che liberarsi di qualche spicciolo.
Luglio 27th, 2019 alle 10:42
A me pareva che la discussione vertesse sul presunto senso di colpa di David che, per quanto mi riguarda, non aveva alcuna ragione di sussistere.
Luglio 27th, 2019 alle 10:44
Però hanno tutti lo smartphone.
Non mi sento cattivo, mi sento stanco e a qualcuno fa comodo che io lo sia.
Il mondo parla lingue sconosciute, e io sono qui ad aspettare, stanco, che la disgrazia colpisca più vicino, che la povertà non si accontenti di un rifiuto, che la mia insofferenza prenda il sopravvento, consapevole del velo sottile, della benzina che aspetta solo un innesco dietro gli occhi, occhi stanchi, di chi ho qui intorno.
Due euro. Sì: non cattivo…. Brutto. Sì
Luglio 27th, 2019 alle 11:35
2 euro.
sarebbero più di 3800 lire.
quando ho fatto il mio primo lavoro,7 giorni su 7 (in un bar) prendevo 15.000 lire la settimana,ovvero 2150 lire al giorno,sabato e domenica compresi. Poi il martedi venne il giorno di chiusura e lo stipendio (pagavano a settimane) rimase invariato.
cosa c’entra? e che nel dna economico di noi “datati” si pensa sempre in lire e 2 euri sono apparentemente sempre una bella cifra.
la carità deve essere segreta e spontanea,tutto il resto potrebbe essere solo un espediente di chi da e ci chi chiede.
David,non sei fortunato,sei una persona che si merita quello che ha perchè se lo è guadagnato. Punto.
Luglio 27th, 2019 alle 11:36
Qui a NY è pieno di Homeless da non averne un’idea per chi non ci fosse mai stato. Nella Subway la cosa è ancora piu eclatante
Però, non sono mai aggressivi come i nostri che abbiamo in Italia…..
Stefano. Brooklyn
Luglio 27th, 2019 alle 14:36
38 Stefano. c’è anche una “leggera” presenza di polizia che oltretutto è anche molto più rigida. quello che qui manca x discernere tra homeless e scansafatiche….
Luglio 27th, 2019 alle 19:05
@39. Polizia dappertutto, quello si.
Il mio era un altro discorso. Vedo tanta rassegnazione negli homeless Newyorkesi. A Firenze, se vai al supermercato ti trovi il solito personaggio, che oltre a chiedere qualcosa, è anche insistente, aggressivo e recentemente anche vendicativo come ci dice la cronaca.
Giro tranquillamente nel Sud Bronx e Nord Harlem, uniche zone ancora con qualche criticità, ma mai, ho avuto un problema.
Non so se farei lo stesso di notte a Firenze
Luglio 27th, 2019 alle 22:37
A salerno uno con i calzini in mano inizia a rompere, per levarlo di li gli offro un euro.
Lui inizia a dire che un euro è poco , gli dico 5 non ce l’ho (e comunque non gliele avrei mai date) e lui tranquillamente mi dice di dargli 20 che mi faceva il resto.
Praticamente l’ho mandato a quel paese e non gli ho nemmeno lasciato l’euro iniziale.
Luglio 28th, 2019 alle 11:41
Fioraio,
In canzone a cui fai riferimento venne presentata nel 1991 ad un festival di Sanremo. In altre annate avrebbe potuto primeggiare, in quell’anno, se non ricordo male, si scontrò con la presenza di R.Zero e Cocciante (circostanza inusuale al festival) ma , sin dal primo ascolto, oltre a piacermi, mi diede la sensazione di essere attuale per quei tempi. La riascolto spesso, di recente sono stato al concerto di Tozzi, e a distanza di 28 anni è ancora terribilmente attuale..,il messaggio è di quelli
che ci fan riflettere e su cui è impossibile non concordare ma la difficoltà nel mettere in pratica determinati concetti è elevatissima. Tutti noi riflettiamo e scambiamo opinioni dettate dal senso solidaristico ma quando ci troviamo innanzi an “altro”, spesso, non abbiamo la volontà, l’intento e la forza di aiutarlo.
Luglio 28th, 2019 alle 14:32
Alcuni anni fa, anch’io a Tonfano, sono stato avvicinato da un venditore ambulante. Ero interessato ad un articolo (non ricordo quale) e lui mi dice il prezzo. Io gli propongo un euro in meno e lui mi dice: per te un euro non vale niente, per me è importante. Mi porto ancora oggi quella lezione di vita che mi ha dato uno sconosciuto venditore ambulante. Ovviamente ho pagato la cifra richiesta ma se ancora oggi ricordo quell’episodio è perchè il senso di colpa per la mia meschinità è ancora vivo. Saluti.
Luglio 28th, 2019 alle 18:11
Torno dalla passeggiata mattutina con Paolo e francesca, i miei due bambini a due zampe e non ancora pelosi che regalano gioia a me, e ordino il caffè nel solito bar di Fiumetto.
Mi si avvicina il ventenne venditore di fumo per chiedermi come va, aspettando che divida con lui una parte infinitesimale di quanto per merito o per fortuna ho sudato negli ultimi trenta anni di vita.
Allora ripenso a tutti i lavori umili svolti, a tutte le festività saltate perché mancavano i soldi in famiglia e si doveva darci da fare…
Penso a quanti sacrifici fatti e a quanta fatica fisica e mentale ho speso per poter uscire da una condizione non invidiabile.
Non mi frugo in tasca e guardo questo ragazzo giovane e pieno di muscoli che con la sua polo Ralf Lauren e il suo zaino Napapijri crede che la colazione gli sia dovuta…
Scatta il ragionamento: è troppo, la mia testa da uomo occidentale integrato nella società dei consumi ha stabilito la razionalizzazione della carità, non si possono dare due euro a tutti quelli che più giovani e in forma di me non hanno voglia di darsi da fare perché è molto più facile chiederli i soldi che guadagnarseli…
È una specie di economia di scala in salsa umanitaria cioè io guardo lo smartphone di quel ragazzo e mi rendo conto che il mio, a confronto è una schifezza…
E mentre non tiro fuori l’euro da donare a questa persona che ha avuto una vita molto diversa dalla mia, provo un senso di vergogna che mi accompagna per un paio di ore pensando che non conosce il valore della parola “dignità”.
Luglio 29th, 2019 alle 10:32
@44. Questo post mi sembra una presa di culo per David ..
Che gente
Luglio 29th, 2019 alle 14:38
@44. questa risposta di Franco al post di David proprio mi lascia irritato… Non credo sia una presa in giro su David ma il contenuto è per me pericolosamente sbagliato: non puoi solo paragonare i tuoi sacrifici con i suoi: non li conosci… e sopratutto appartengono a persone di differente generazione e di differente nazionalità.Non puoi dare giudizi solo sulla sua polo e sul suo zaino chiaramente contraffatti e che a lui non sono costati nulla. Non puoi guardare solo il suo smartphone… anche il mio sicuramente è peggiore ma non ho mai visto nessuno di loro con un Iphone o un altro di fascia superiore ai 600 euro.Attenzione Franco non ti giudicando!!Ognuno deve avere la propria opinione e fare quello che crede però alcuni “elementi” devono essere oggettivi non soggettivi.
La pensiamo in modo opposto ma io come te non lascio mai niente.Con dispiacere ma senza vergogna.
Luglio 29th, 2019 alle 15:06
Mi spiace per lei, caro post 45 ma ho solo voluto esporre le cose capitate REALMENTE a me, due settimane fa, con il racconto molto simile di david.
Io sono ospite del blog di David e come ospite non mi sogno nemmeno lontanamente di prendere per i fondelli chi mi ospita.
Ho voluto esporre il mio pensiero su chi, quotidianamente mi chiede la carità quando non ne ha bisogno.
Rispetto le scelte di.David anche se non sono le mie.
Purtroppo lavorando spesso in quartieri non proprio facili, mi trovo quotidianamente a contatto di persone con il finto catetere (con tè nel sacchetto), finte ragazze in stato interessante, finti zoppi, finti ciechi e chi più ne ha…
Luglio 29th, 2019 alle 20:44
@47. ma a chi vuol darla bere…
a casa mia si dice “salvato in corner”
Luglio 29th, 2019 alle 22:09
Franco, ma lei dove vive e lavora? A Kabul? In qualche cittadina del Centro America dominata dai narcos? Nella periferia di Detroit? No, perché io a Firenze di quartieri che pullulano a ogni angolo di strada di finti invalidi, così come lascia intendere lei, in cinquant’anni che ci ho abitato non ne ho mai visti…
Mah!
Luglio 30th, 2019 alle 07:42
Di invalidi, non finti ma drammaticamente invalidati dalle organizzazioni che poi ne gestiscono i proventi, bisogna ammettere che ce ne sono in quantità: nel viale Guidoni ne trovi uno prima del Palazzo di Giustizia ed uno all’incrocio con San Donato, ad esempio.
Sinceramente preferisco dare un soldo agli artisti di strada che, con dei birilli e delle palline, almeno mi generano allegria.
E per quanto riguarda le questuanti ricordo una anziana signora che girava nel triangolo Porta Rossa/Tornabuoni/Strozzi chiedendo le elemosina. Gli davo sempre qualcosa, mi faceva tenerezza. Quando morì si scoprì che era ricca, in lire, e che la sua era una fissazione. Da allora ho smesso di intenerirmi e i miei contributi vanno al Parroco, che provvede a gestirli dandoli ai bisognosi che si rivolgono alla Caritas.
Luglio 30th, 2019 alle 09:03
ELP
Ma lei dove vive?
In un villaggio di casette di funghi e ha un colore blu col cappello bianco?
Il suo capo si chiama per caso “grande puffo”?
No perché io non ho scritto che i quartieri “pullulano” bensì che ho trovato spesso…
L episodio della ragazza con il catetere era proprio in provincia di Firenze (credo Certaldo).
A firenze la ragazza col pancione finto che era scortata da 2 carabinieri con un portafoglio in mano ed una signora anziana.
Che lei in 50 anni non abbia mai visto questi personaggi mi lascia molti dubbi sulla sua buona fede…
A meno che, frequentando solo Fiesole o Portofino non si sia reso conto di vivere in un paese virtuale, staccato dalla realtà quotidiana, può essere?
Luglio 30th, 2019 alle 10:56
Franco, che a Certaldo ci siano del quartieri “non proprio facili” lo apprendo adesso da lei. Fino a oggi ignoravo che fosse la Quarto Oggiaro o la Scampia di noialtri: buono a sapersi.
I mendicanti ci sono sempre stati fin dall’inizio dell’umanità, quindi il suo stupore nel trovarseli davanti qua e là fa sinceramente ridere. Nel medioevo Firenze ne era piena, in proporzione ben superiore a quella attuale (visto che gli abitanti erano parecchi di meno). E pensi che per strada s’incontravano pure un bel po’ di lebbrosi, tutti rigorosamente senza smartphone!
Luglio 30th, 2019 alle 12:02
Maraschino 50
Capisco benissimo e condivido.
Io faccio donazioni mirate e quello che mi da fastidio nei mendicanti è proprio il fatto che alcuni si lavano la coscienza dando a questi ciarlatani e non fanno poi offerte a chi ne ha veramente bisogno.
Io ho smesso di farmi prendere per i fondelli per lo.stesso motivo che hai menzionato, o quasi…
Luglio 30th, 2019 alle 12:08
ELP
Scusi umilmente la mia sfacciataggine nell usare questo post per fine personale ma che tempo fa oggi a Portofino?
Ma sopratutto, lo champagne era servito alla temperatura giusta?
Luglio 30th, 2019 alle 12:27
Ah, tra l’altro, com’è perfettamente noto a chiunque si sia occupato di servizi sociali, i mendicanti sono soliti concentrarsi nei quartieri benestanti e non certo in quelli “difficili”, visto che vanno a cercare elemosine là dove si presume che i soldi ci siano, mica dove già vive la gente con le pezze al culo…
Luglio 30th, 2019 alle 15:30
Ma certo, adesso ha visto sciami di immigrati in via montenapoleone oppure erano in via dei condotti?
Non sarà stato disturbato mentre sceglieva il cashmerino per il prossimo autunno, spero?
Tirare in ballo i servizi sociali per avvalorare una bugia, che brutta cosa…
Luglio 31st, 2019 alle 09:29
Franco, io la penso come te, ma la cosa che mi chiedo è questa: certe persone come quello con cui stai discutendo, abitano questa terra, escono di casa, girano di notte.. oppure hanno un’idea in testa, la sostengono e non vedono quello che guardano? vabbene accettare tutto senza ribellarsi, ma mi sembra che si stia rasentando il ridicolo. i lebbrosi senza smartphone.. mah!
Magallo: io la vedo come Franco. questi ragazzi che scappano dalla fame, non hanno l’aspetto di quelli che soffrono la fame davvero e che sono tutti in Africa. Questi sono tutti belli muscolosi, vestiti bene e se pensano che io gli allunghi un euro, col cazzo! scusa il francesismo. Quell’euro non mi è cresciuto in tasca ma me lo sono guadagnato, non mi sento in dovere di condividerlo con nessuno. Anzi, sinceramente mi sarei anche un po scocciato di non poter fare due passi, fermarmi a parlare con qualcuno senza che regolarmente si presenti qualcuno a chiedermi dei soldi. Questa sarebbe l’accoglienza? via via lasciamo perdere..
Agosto 1st, 2019 alle 20:58
Razdaganne
Sembra veramente, come hai scritto, che questi individui non escono mai.di casa…
Vivono in un mondo virtuale fatto di campi di margherite che raccolgono per fare “m ama non m ama”.
Agosto 2nd, 2019 alle 06:40
Oggi un ragazzo mi ha fermato in Piazza dell’Indipendenza dicendomi che era ungherese e che aveva aveva perso il portafogli.
Gli ho detto di rivolgersi a Orban.
Agosto 2nd, 2019 alle 13:55
Jimmy, probabilmente hai sognato il tutto.
Non ho mai sentito questa squallida scusa, da parte di questi ciarlatani.
A Poggibonsi, nei giorni di mercato, gira un tizio che zoppica e ha la tremarella, con una stampella cortissima. Trascina la gamba e chiede un po di carità Cristiana.
Questo stesso individuo abita a Castelfiorentino e lì, cammina normalmente.
Sarà l aria di Poggibonsi a fargli male?
Ma forse mi sto sognando tutto…