Ho letto con grande interesse un’inchiesta sui ragazzi di oggi che mi ha costretto ad alcune domande abbastanza spiazzanti
Come ci rapportiamo noi genitori con i figli?
Ognuno ovviamente ha la propria esperienza personale, mutuata dall’essere stato a sua volta figlio ed è pressochè impossibile che non sia rimasto influenzato da quello che ha vissuto.
Se ne può seguire l’esempio o al contrario farne il punto di riferimento di “ciò che io non farò mai, nel modo più assoluto”.
Quello che mi ha colpito maggiormente dell’inchiesta è stata la nostra idea dei ragazzi, nostra di genitori: crescerli, dare loro tutto il possibile sul piano materiale e poi “sganciarli” nella vita reale come se a quel punto avessimo assolto al nostro impegno.
In una parola, liberarsene.
E’ molto difficile trovare l’equilibrio tra l’invadenza genitoriale e l’occuparsi di come loro “stanno dentro”, ma è proprio quel punto che va cercato per formare da genitore, e mai da amico/a, l’uomo e la donna che saranno.
Per esempio, una domanda semplice: di cosa hai paura veramente?
Per vedere se insieme affrontiamo il problema e magari con calma lo decodifichiamo provando a risolverlo.
Quello che ho imparato nei miei primi due anni da genitore separato è che l’amore, anche se grandissimo, non basta: fare il babbo è un grande impegno di testa, in cui devi pensare prima, durante e dopo il tanto o poco tempo che passi con i tuoi figli
Aprile 21st, 2017 alle 08:21
David, dici che “quel punto che va cercato per formare da genitore, e mai da amico/a”.
Ma è anche vero che un figlio preferisce confidarsi con un amico, piuttosto che con un genitore di cui può temere l’autorità e le reazioni.
E allora?
RISPOSTA
Allora non bisognerebbe essere i confidenti dei figli o perlomeno non cercare di esserlo: se loro si aprono è un grande successo, altrimenti si va per intuito.
Ma essere amico/a dei propri figli vuol dire mettersi sul loro stesso livello ed è un segno di debolezza e di immaturità, perché, anche se avversano l’autorità precostituita del proprio padre e della propria madre, i figli hanno bisogno di barriere con cui confrontarsi.
Aprile 21st, 2017 alle 09:13
Amici mai.
Aprile 21st, 2017 alle 09:21
Sono d’accordo che il genitore non può fare l’amico del figlio.
Purtroppo non sono genitore quindi il mio parere conta poco.
Però secondo me, la nostra generazione in molti casi sta rovinando i figli
per la smania di farseli amici e di dargli tutto.
Esempio:
Quando era ragazzotto io ma anche la maggior parte di chi scrive qui,
se a scuola prendevamo un rapporto
o facevamo qualche cazzata fuori,
quando si tornava a casa i genitori ci punivano in qualche modo.
Oggi i genitori vanno ad incazzarsi coi professori.
Rispondevi male a uno più grande,
prima le prendevi da lui
e poi ti arrivava la seconda razione a casa.
Giocavo a pallone come fanno i bambini di oggi,
il mio babbo mi avrà visto giocare cinque volte,
la mia mamma mai.
Via a vedere una partita di bimbi oggi,
ci vogliono due steward di due metri per tenere a bada le mamme.
E potrei continuare con molti altri esempi.
Secondo me questa troppa protettività rovina i figlioli.
I nostri babbi erano più bravi,
forse avevano studiato meno
ma almeno noi si imparava il rispetto dei ruoli e delle regole.
Aprile 21st, 2017 alle 09:40
Erano gli anni 50, in quinta elementare mi lamentai con mio padre che un compagno bullo mi prendeva sempre in giro. Lui mi disse “se lo rifà, levati gli occhiali, appoggia la cartella a un albero e riempilo di cazzotti”. Questo feci, di cazzotti ne presi più io ma da allora mi lasciò in pace. Grande babbo.
Aprile 21st, 2017 alle 10:08
Perfettamente d’accordo con Linus.
Aggiungo solo una nota a margine: tra i miei amici che sono genitori, quelli che vogliono fare gli amici dei figli sono quelli che non sono mai cresciuti davvero e che sono, a propria volta, rimasti figli senza diventare per davvero genitori.
RISPOSTA
Se è per quello, conosco genitori/adolescenti che sono complici dei figli nei rispettivi intrallazzi
Ciao,
David
Aprile 21st, 2017 alle 10:26
@Linus, il fatto che tu non sia genitore non inficia il valore di quanto hai espresso. Sottoscrivo ogni virgola
Aprile 21st, 2017 alle 10:40
Grande Linus, sottoscrivo da genitore e nonno quanto hai scritto, parola per parola. Un altro esempio? Ragazzi che violentano una ragazzina: le mamme di questi ragazzi che difendono i loro figli, arrivando a dire che è stata quella “puttanella” di 14 anni a provocare i loro figli immacolati! Pur di non far condannare i loro figli infamano una ragazzina violentata da questi bastardi. Nel passato questi “signorini” sarebbero passati prima dalle botte dei genitori… siamo allo sfascio completo.
Aprile 21st, 2017 alle 10:44
Si può fare tanta teoria ma alla fine quello che conta a mio parere sono poche cose oltre che avere anche fortuna.
La mia ricetta in linea di massima dovrebbe essere:
-Amicizia no. I ruoli vanno mantenuti. Io sono il padre tu (anzi voi nel mio caso) i figli. Ci vogliamo bene ma voi non mi direte mai tutto di quello che fate (e io non me lo aspetto) ed io viceversa.
-Disponibilità si e massima. Sono disponibile ad aiutare moralmente e fisicamente (che poi per ora si riduce a fare il taxista o a elargire qualche soldo in più all’occorrenza). Il tutto è vincolato però a varie cose quali evento a cui accompagnare (che deve essere approvato), andamento scolastico (quattrini).
-Stiamo insieme il più possibile, cercando di gioire e gustarci i momenti in cui lo facciamo.
-La cena è importante per condividere insieme i momenti e raccontarci la giornata ed eventualmente i problemi: bandite rigorosamente apparecchiature elettroniche durante questo momento. Unica deroga sono eventi importanti ma veramente importanti alla TV (es: la Fiorentina).
-Coerenza. Puoi avere la migliore teoria e le migliori regole del mondo ma se non sei il primo ad applicarle è inutile.
E sulla coerenza i ragazzi in generale mi paiono molto molto focalizzati: non hanno per loro fortuna molte tonalità di grigio e vedono il mondo in bianco e nero (non calcisticamente parlando eh!).
Quindi o sei coerente e credibile o non lo sei. Punto.
Bella ricetta vero?
Peccato che non sempre funzioni, perchè dall’altra parte ci sono due teste differenti in continua evoluzione ed ebollizione (ed anche mia moglie ed io qualche volta ci mettiamo del nostro).
Ogni tanto è una guerra e pure sfiancante! Penso però faccia parte del gioco.
E a proposito della coerenza, caro David, tu con due matrimoni alle spalle forse avrai qualche difficoltà a farti capire su questo aspetto dai tuoi figli; e questo perchè i ragazzi, alle volte, sono veramente stronzi.
Perchè alla fine, nonostante tutti i buoni propositi, nonostante tutto quello che fai e che ti sembra giusto fare per loro, è questione di come è fatta la loro testa: a volte l’impegno non basta.
Spesso è anche questione di fortuna.
infine:
di cosa ho paura veramente per loro?
Che non abbiano obiettivi, che non si realizzino, che siano passivi, che non lottino!
Non ho fretta che se ne vadano di casa ma se vedrò che si adageranno su situazioni di comodo, spero di avere la forza, l’appoggio di mia moglie e la disponibilità economica per smuoverli ed aiutarli.
Buona giornata
Paolo Pisa
Aprile 21st, 2017 alle 10:47
Caro Linus,
io di te sottoscrivo anche gli accenti.
Vi racconto l’ultima perla.
Ritorno da una gita scolastica di scuola media di tre giorni.
I professori si lamentano pubblicamente di aver accompagnato in gita non degli alunni ma degli animali.
Per farci capire ci fanno degli esempi, tutti rigorosamente anonimi:
1.) cingommi appiccicati al vellutino di un autobus cinque stelle con piscina interna nuovo di pacca;
2.) professori che devono intervenire in alcune camere per sturare i cessi riempiti di patatine prima che arrivi la pulizia ai piani;
3.) mancato rispetto assoluto degli orari di appuntamento;
4.) gente che si buttava per strada;
5.) gente che davanti ad un Giotto spippolava al cellulare;
6.) saccheggio del minibar in tante camere con addebito alla scuola di una cifra pari alla metà dell’intero costo della gita.
La perla: al racconto dell’esempio n. 6 un genitore sbotta ad alta voce ” Colpa vostra, cari professori, dovevate togliere il minibar ai ragazzi prima di farli entrare in camera!”
Non aggiungo altro…….
Aprile 21st, 2017 alle 11:31
Sono d’accorso su quasi tutte le considerazioni fatte finora negli errori che possono contraddistinguere un rapporto padre-figlio, ma mi sembra di poter dire che è quantomeno riduttivo ricondurre anche questa discussione al semplice finale “eh ma i giovani oggi sono più maleducati”.
Riporto un estratto di Crozza: “Oggi i ragazzi amano troppo i propri comodi, mancano di una educazione, disprezzano l’autorità, contraddicono i genitori, e si comportano da maleducati”…sapete di chi è questa citazione???
Aprile 21st, 2017 alle 11:34
Io credo che quello che “freghi” la mia generazione (la prima ad avvertire questa inadeguatezza) sia il senso di colpa che anche incosciamente viviamo. Sempre con il dubbio di non essere un bravo genitore e questo porta alcuni a compensare con beni materiali. La generazione di mio padre non viveva queste paturnie, i ruoli erano chiari, lui il genitore ed io il figlio; e questo non si è tradotto in esercizi di violenza, salvo qualche raro ma salutare scappellotto. Mia cognata, per qualche tempo terapista di famiglia, mi raccontò un episodio molto significativo: un figlio messo di fronte al padre e sapientemente stimolato, rimproverò al genitore: “tu stai zitto che non hai saputo neanche tirarmi uno schiaffo”. Un bel fallimento per quel padre!!!
Aprile 21st, 2017 alle 12:12
Sì certo Linus ci racconta di un mondo che hanno vissuto tutti gli ultraquarantenni dove però spesso se ne usciva becchi e bastonati …Voglio dire anche se non avevi grosse colpe e responsabilità o se per esempio subivi una valutazione oggettivamente sbagliata da parte di un maestro, professore o chi per esso(al quale puta caso magari piaceva abusare del suo potere o delle sue simpatie epidermiche),te eri sempre dalla parte del torto e ti veniva rincarata la dose a prescindere…Avevano sempre ragione i più grandi, le autorità ,le istituzioni anche se esse non erano sempre in grado di garantire una gestione ed una interpretazione equa ed obiettiva della società e del vivere civile….Erano i rigurgiti di una impostazione mentale di stampo fascista ,scorie metaboliche di un dopoguerra dove ancora dominava la matrice del pensiero filonazista dittatoriale e autoritario …del tipo ho sempre ragione io perché detengono il potere ….. Bè molti addirittura rimpiangono questo passato io personalmente ritengo molto più fortunate le generazioni odierne…saranno più fragili , più deboli, più confuse, più sensibili(peraltro tutte situazioni comportamentali spesso volte a migliorare lo stato e la percezione umana) ma sono sicuramente meno soggette a condizionamenti esterni i cui benefici effetti pedagogici sono tutti da dimostrare e verificare ..tradotto sono più libere e la libertà non la puoi barattare con nessuno dei valori spesso erroneamente e genericamente considerati più importanti e formativi … Resterà sempre il diritto più inalienabile,quello che in uno stato di diritto non ti dovrebbe essere sottratto da nessuno indipendentemente dalla carica e dal ruolo rivestito da quest’ultimo….
Aprile 21st, 2017 alle 12:26
Sorry volevo scrivere “detengo”
e volevo concludere con un ben venga l’amicizia tra padre/madre e figlio/figlia sempre a patto che non diventi una “zona franca”… l’amicizia è fondamentale per farli sentire meno soli in una società non sempre giusta e corretta
Aprile 21st, 2017 alle 13:42
Fede san Lorenzo,
io non critico i ragazzi di oggi,
i ragazzi sono ragazzi, hanno atteggiamenti simili fino dal 400 a.c.
data cui risale la citazione che hai fatto,
io critico l’atteggiamento di moltissimi genitori
e quello nei tempi è cambiato (in peggio) secondo me non poco.
Aprile 21st, 2017 alle 14:21
Fede da San Lorenzo centra in pieno con una citazione coltissima… che non è di questo millennio o quello scorso, ma va addirittura avanti Cristo (mi pare Socrate, ma potrei dire una bischerata).
“Eh la gioventù d’oggi” è un problema di millenni, cari miei.
Aprile 21st, 2017 alle 15:11
Completamente d’accordo con Linus .. aggiungo … nel mio piccolo vedo bande di ragazzini “2000” che senza rispetto sui treni fanno i porci comodi in barba ad ogni regola di comportamento ma soprattutto a reprimende da noi F.O. o comuni mortali…. gli rimbalza tutto , qualsiasi cosa …
Meriterebbero scudisciate ,lavori forzati, corsi di recupero accelerati, visite obbligatorie negli ospedali a veder cosa significa soffrire, 1 anno di servizio civile …
Mi fanno pena e tenerezza allo stesso tempo :
Loro (perché dubito potranno un giorno recuperare ed avere una vita) ..
I genitori (sia quelli coscienti di ciò che sono in giro i loro pargoli e chi no)….
Colpa anche nostra … quelli che hanno fatto poco e niente per capire dove ci stavano portando i bagordi degli anni 80 e 90 … Sarà dura … speriamo nelle eccellenze che ancor esistono e resistono …
Umberto Alessandria
Aprile 21st, 2017 alle 17:02
Sottoscrivo pienamente Linus.
Aggiungo che, fortunatamente, nonostante l’andazzo sia quello che lui descrive e talvolta capitino episodi spiacevoli come quelli menzionati da altri, come insegnante trovo ancora molta collaborazione da parte dei genitori e un rispetto reciproco dei ruoli che ancora regge. Forse perché insegno alle superiori e lì i confini, secondo me, sono più chiari. Questo mi rincuora e ci tengo a sottolinearlo.
Iperproteggere credo nasca dalla percezione di un mondo minaccioso e senza speranza.
Da una certa sfiducia nella vita e nell’umanità.
In questo, propagandare a mille il male, riempire di immagini violente le giornate e i pasti, seminare la paura a tutti i livelli, credo siano abitudini folli di questo nostro mondo. Autodistruttive.
La paura è una condizione esistenziale che paralizza. Ci vuole. Ma in giusta dose.
Esporre se stessi e i propri figli alla realtà dura e rischiosa della vita mi pare qualcosa di tanto necessario per viverla appieno.
Piccoli atti di coraggio e saggezza che si imparano o recuperano dall’esperienza degli anziani, custodi di un mondo più spartano ed essenziale, e dal ritrovare la realtà nella natura. Nel mondo animale tante paturnie non esistono e ai cuccioli si insegna a rendersi autonomi e indipendenti.
Aprile 21st, 2017 alle 17:13
ieri ero un adolescente incazzato nero con i propri genitori, oggi sono un padre di 3 figli di cui in età adolescenziale…ed è un mestiere molto difficile!
Si è vero, oggi sono molto più sfrontati gli adolescenti anche se nel mio caso l’educazione è prioritaria. Quando mancano di rispetto, e succede giornalmente, parte lo schiaffo (morale o reale che sia).
Vero è anche che la “distanza” culturale tra gli adolescenti di oggi ed i genitori rispetto a quella di quando ero ragazzo io è molto meno abissale. Lo si vede in tutto, dal come ci poniamo noi, da come condividiamo tutto (sport, usi, consumi, abiti, passioni etc)
io non credo di esser mai stato al cinema con i miei genitori, od a vedere una partita allo stadio. I iei week end di ragazzo erano a traino di quello che facevano i miei geniroti, oggi è il contrario. Organizziamo il weekend sulle loro esigenze. E’ sbagliato? non lo so ma sento di aver fatto bene così.
Comunque sull’educazione non si transige. Vi riporto un semplice esempio di questi giorni. Sono entrato in un negozio del mio quartiere e la commerciante mi ha fatto i complimenti perchè i miei figli quando entrano ed escono salutano sempre. e glielo dico, mi ha spiegato, perchè è una cosa assai rara oggi. Nel mentre sono entrati un padre con il figlio di circa 12/13 anni entrambi senza salutare…
l’educazione dei figli la si fa giorno per giorno dando il buon esempio. Se il padre non saluta o non rispetta le regole o le persone, i figli faranno lo stesso.
in casa mia la televisione è solo in sala e si mangia in cucina tutti insieme confrontadoci sulla giornata. Quando mio figlio è stato ospite di un compagno di classe con la tv accesa durante il pranzo mi ha detto che è stata una esperienza terribile…
Aprile 21st, 2017 alle 17:14
#10 Fede da San Lorenzo
Potrebbe essere Platone come Carlo Magno o Voltaire.
Da che mondo è mondo la generazione dei padri vede in quella dei figli un tradimento dei valori, un rammollimento delle abitudini e un peggioramento dei costumi.
Non è vero, o comunque è spesso un luogo comune.
È un fatto generazionale, una percezione distorta della realtà che ci accomuna tutti. Tutti si ha nostalgia di quel nostro mondo dei 20 anni.
Anche se si trovava in guerra, dittatura, consumismo o benessere o rinascita. Quello stesso mondo di cui i padri di allora dicevano che era senza ideali, valori, rispetto ecc…
Aprile 21st, 2017 alle 17:47
Vedo che la discussione è diventata una specie di scontro generazionale, tra coloro (molti) che rimpiangono i metodi educazionali della propria infanzia e quelli (pochi) che apprezzano di più quelli odierni.
Va detto che per natura ogni essere umano è portato a ricordare con affetto e simpatia i tempi della propria gioventù, dei quali si tende a far risaltare gli aspetti positivi piuttosto che quelli negativi. Questo per far capire che tutti noi siamo portati a dire “ai miei tempi si stava meglio”, spesso in modo anche spropositato.
Ciò premesso, è ovvio che non esiste una ricetta perfetta per l’esser genitore; quello che personalmente cerco di fare con i miei figli, anche se ancora piccoli, è infondere in loro sicurezza nei propri mezzi, senso di responsabilità, fiducia nella famiglia e la capacità di capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Per il resto credo che i figli non vadano tenuti in campane di vetro, ma che sia naturale che facciano le loro esperienze e commettano le loro cappellate, come le abbiamo fatte tutti.
Filippo da Prao
P.s. Per farvi capire quanto un genitore possa essere apprensivo cito quest’esempio: nell’asilo di mia figlia sono soliti organizzare per i bambini di 5 anni un pranzo a base di pizza, di solito verso l’inizio della primavera. Quest’anno il pranzo è saltato, perchè il babbo che è rappresentante di classe si è opposto, sostenendo che il tragitto da scuola al circolo fosse troppo pericoloso per i bambini, anche se ovviamente sono accompagnati dalle maestre (si tratta di circa 200 metri in linea d’aria, con solo una strada non particolarmente trafficata da attraversare). Le sue testuali parole sono state: “preferisco togliere a mio figlio quest’esperienza, piuttosto che vederlo spiaccicato per la strada”.
Aprile 21st, 2017 alle 17:56
I figli vogliono una guida, adulti che facciano loro da esempio, non vogliono essere rintronati di parole. Il più delle volte ricevono insegnamenti inutili perché gli adulti sono i primi a dare per scontato molte cose. Gli adolescenti si ritrovano soli; stanno appena cominciando la loro strada per conoscere se stessi e in questo gli adulti sono completamente assenti, impreparati e insicuri. Pensano che la vita sia scuola, lavoro, futura famiglia. Stop. Le emozioni? le emozioni non c’entrano, per gli adulti bisogna essere più concreti e badare al sodo: università, carriera, matrimonio e via andare. La vita è tutta qui, ragazzi.
Aprile 21st, 2017 alle 18:01
@10 fede da san lorenzo: …potrebbe essere don milani?
Aprile 21st, 2017 alle 18:03
…ops… ho letto solo dopo i commenti al Fede del numero @10….
….e l’ho ciccata di nulla!! 😀
Aprile 21st, 2017 alle 19:58
Leva militare obbligatoria come in passato e vedi come si raddrizzano, aaah come si raddrizzano, ma chi non l’ha fatta non può capire.
Aprile 21st, 2017 alle 20:41
@Monica 23.
Era Platone…hai sbagliato di qualche secolo 😀.
Comunque, poteva essere anche stato detto da una qualsiasi persona di dieci, cento o mille anni fa, il senso rimane quello che ben ha colto Picchio!
Aprile 21st, 2017 alle 22:39
tre articoli su “genitori e giovani” dal mio blog:
https://fabriziobardelli.wordpress.com/2013/07/14/coach/
https://fabriziobardelli.wordpress.com/2015/03/25/elemosina/
https://fabriziobardelli.wordpress.com/2015/01/05/anche-senza/
se ce la fai a leggerti il primo, passa pure al secondo ed eventualmente al terzo
se no, lascia perdere
Aprile 22nd, 2017 alle 08:13
Abbiamo tanto bisogno di ri-trovare piacere di vivere. Bellezza nel quotidiano.
Comincerei con una BELLA vittoria stasera contro la Cinesana…
Bar Marisa di fronte alla cabina telefonica 19.30 per chi vuol salutarsi.
Aprile 22nd, 2017 alle 17:34
La citazione è di Platone, ma lo stesso concetto è più antico, scritto nei geroglifici dagli antichi egizi, a significare che il problema nasce con l’umanità. Forse la pensarono così anche Eva e Adamo, visto che ebbero problemi non indifferenti coi figli.
Fare il genitore è difficile e soprattutto è un’ipotesi di lavoro senza certezze in cui anche il caso gioca un ruolo importante.
Si impara prima in casa, ma poi ci si rivolge all’esterno.
La prima grossa recente modifica l’ha fatta il 68, con l’abbattimento del principio di autorità, virato però principalmente nel senso di modificare il riferimento verso un potere controllato da altri.
L’abbassamento legale dell’età matura ha poi portato a far assumere responsabilità persone meno mature (biologicamente la maturazione non è completata a 18 anni), e quindi più facilmente influenzabili. In alcuni Paesi l’età è ancora più bassa (16 o 17 anni).
Quello che non era prevedibile allora era la velocità dello sviluppo tecnologico, che ha portato dagli anni 90 alla possibilità di ampliare la comunicazione, soprattutto permettendola senza controllo e contraddittorio.
L’effetto principale è che si sono aperti sistemi fin’allora sconosciuti e non si può insegnare o essere modelli di ciò che non si
è vissuto e non si sa, sia che si sia genitori, sia che si sia insegnanti.
In pratica penso che non si sappia cosa fare, mentre chi cerca di gestire il potere ha gli strumenti per condizionarci.
Però il sistema di base resta l’eterno stimolo alla paura spingendo verso il politicamente corretto, facile quando il modello è criticare a priori, mentre informarsi in modo corretto è difficile.
Da questo nascono situazioni come la contestazione delle vaccinazioni, dimenticando che non vaccinarsi è antisociale perché crea un rischio per gli altri.
Dopo il medioevo però l’umanità ha sempre trovato la strada per il rinascimento. Speriamo che, vista la velocità dei cambiamenti, possa arrivare presto.
(Questo vale anche per la Fiorentina).
Comunque andrà resterà sempre difficile fare il genitore.