Videogiochi
Ci vorrebbe un genio che inventasse il manuale del perfetto genitore.
Oddio, mi sono allargato: basterebbe quello del genitore che fa meno danni possibile e già il genio diventerebbe milionario con i diritti d’autore.
Per esempio: qual è il tempo giusto per stare agli “elettronici”, come chiamo con Cosimo l’intera famiglia di aggeggi che comprendono, tablet, youtube e, soprattutto, i famigerati (per me) videogiochi?
Due ore?
Diciotto?
Dieci minuti?
E chi lo sa?
Si legge di tutto, dallo sviluppo di determinate facoltà mentali, all’abbrutimento che potrebbe trasformare il pupo in un futuro e potenziale tifoso della Juve.
E allora si vive tutto questo con un ondivago senso di colpa, cercando di imporre regole da fabbrica inglese dell’ottocento: per ogni ora di videogioco, un’ora di lettura.
Il rischio naturalmente è quello di essere denunciato al Telefono Azzurro, di cui Cosimo ancora per fortuna non conosce il numero.
L’alternativa è arrendersi ed essere fatti prigionieri dalla PS4, PS5, PSspeciale, Xbox, e come cavolo si chiamano tutte le varie piattaforme diventando anche noi Supermario, ma quello vero, non quello che gioca nella Fiorentina.
Giugno 25th, 2015 alle 06:53
La nostra generazione é la prima nata e cresciuta a videogiochi: da pong al Vic20 della Commodore, dallo Spectrum all’Atari fino all’Intellivision della Mattel per poi arrivare al Commodore 64 e via a seguire.
Di gente diventata imbecille ce n’é stata tanta ma non penso per i videogiochi.
Il problema, secondo me, si ha quando i ragazzi pensano di utilizzare il computer per prendere delle scorciatoie. Ad esempio quando copiano-incollano le ricerche da wikipedia senza fare un minimo di ricerca bibliografica. In quel caso il ragazzo involve e non va bene.
Giugno 25th, 2015 alle 07:36
non avendo figli non mi resta che leggere quello che verrà scritto: una mia opinione ce l’ho ma è più serio avere un’idea da parte degli “addetti ai lavori” prima di uscirsene con pareri ed impressioni non adeguate.
Giugno 25th, 2015 alle 07:37
Consiglio a tutti ” demenza digitale”, libro interessantissimo di Manfred Spitzer, un neuroscienziato tedesco che ha raccolto molti studi sui danni provocati dalle nuove tecnologie su apprendimento e coscienza di sé, in special modo per i bimbi. Se ti vuoi fare un idea…
Giugno 25th, 2015 alle 07:39
Eh David, è un bel problema. Molto difficile dare un consiglio. Come in tutte le cose della vita occorre il giusto equilibrio. Come tutte le cose se diventano manie, diventano pericolose. Nei casi estremi nascono dipendenze molto forti che inficiano le capacità relazionali del ragazzo. La tendenza a chiudersi in un mondo “virtuale” è quello il rischio. Un genitore è già importante che sia consapevole di questo rischio e vigili soprattutto sulle capacità di relazionarsi con gli altri dei propri figlioli. Oltre a questo è, secondo me, importante far capire che esiste un tempo per la crescita personale ed un tempo per la ricreazione ed il divertimento ed il primo ha la priorità sul secondo. Lo so è fatica, c’è da lottare, c’è da scontrarsi, c’è da diventare “genitori” invece che “amici”, ma è importante sempre distinguere il “dovere” dal “piacere”. Sono insegnamenti che poi uno si porta dietro per tutta la vita. Mi rendo conto di aver scritto cose forse scontate, ma negli ultimi anni per molti è andata di moda una sorta di “destrutturazione” del bambino, con conseguenze di lungo periodo che pochi immaginano…ed invece la realtà alla quale si va incontro ha bisogno di persone sufficientemente strutturate per poter andare avanti. Sempre con equilibrio ci mancherebbe. Osserva Cosimo, fagli coltivare le relazioni amicali, fallo studiare e fallo giocare. Non negargli niente altrimenti è peggio, ma dagli delle priorità che siano chiare e motivate. Motivare aiuta a capire. Capire significa far proprio ed accettare. Io la penso così ma sono solo zio e mi rendo conto che una cosa è la teoria una la pratica.
Giugno 25th, 2015 alle 07:39
non possiamo farne a meno e tagliarne l’utilizzo ai nativi digitali significa impedirne lo sviluppo. per quanto riguarda i videogiochi ve ne sono di intelligenti, intriganti al posto dei pew-pew. Dosarne la fruizione forse è cosa saggia. E la lettura certo non dovrebbe mai mancare. Ma libri o eBook?
Per quanto riguarda l’accenno al nostro poco-supermario riposto qui quanto scritto nel thread precedente fuori tempo massimo.
“Ma vi rendete conto che avremmo dovuto contestare seriamente questa dirigenza e con la storia di “aspettiamo questo ciclo di partite”, “guardiamo come vanno le semifinali”, “attendiamo gli ultimi scontri che magari si arriva quarti”, “vediamo che succede con Montella”, “aspettiamo che arrivi Sousa”, “vediamo prima la campagna acquisti”, “diamogli 100 giorni”
VI SIETE SEDATI COMPLETAMENTE?
Escano fuori quelli – quelli chi? – del comunicato della Fiesole e scendano in strada che il seguito lo trovano!”
Giugno 25th, 2015 alle 08:00
X Cosimo : il numero di telefono azzurro è 114.
Mio figlio (anni 17) ci sta senza limiti,
però i risultati a scuola sono più che buoni
e quindi lascio fare.
L’ oculista ha detto che non fanno bene agli
occhi, ma a me mi tocca stare 8 ore e passa
al giorno davanti ad un computer per lavoro.
poi finita l’ età dei videogiochi inizia
quella dei social….
Giugno 25th, 2015 alle 08:10
Io a queste grandi domande rispondo sempre allo stesso modo: Il contesto sociale e culturale dove avvengono questi eventi fanno la differenza.
Eco, qualche giorno fa in una lezione diceva che il web da “diritto” di voce a orde di imbecilli, una banalità, ovviamente poi detta da un maestro della letteratura,ma..ma gli strumenti che i giovanissimi hanno in mano non sono semplici accrocchi elettrici sono protesi per collegarsi e interagire con i propriri simili creando pensiero e una guida appropriata non guasta, qui il contesto sociale e culturale familiare è fondamentale come ho detto in apertura…
Vabbè sono stato troppo prolisso..buona giornata..
Giugno 25th, 2015 alle 08:25
mah
quanti insegnanti
io la vedo pratica
fintanto che a mio figlio piace giocare all’aperto, scoprire il mondo, interagire con gli altri bambini e fare “il suo lavoro” i videogiochi non sono un problema.
ma se preferisce stare 10 ore alla play, o su facebook o quant’altro allora sono io genitore che non ho saputo trasmettergli le priorità che contano davvero.
e lo dico da genitore amante dei videogiochi.
Giugno 25th, 2015 alle 08:40
david (scandicci) i tempi cambiano, mio padre (nato nel 1925) mi ha raccontato che suo nonna lo giudicava frivolo e scialacquone perché una volta a settimana andava al cinema, luogo creato apposta per perditempo.
Giugno 25th, 2015 alle 08:51
al mio, quasi 6 anni, lo stimolo a giocare fuori e gioco con lui (anche in casa)…ho fatto delle scelte, un po’ meno lavoro = un po’ di più tempo con lui…speriamo continui così…
Giugno 25th, 2015 alle 09:26
Ahahahah
Non ho consigli David poiché babbo non sono.
Però hai tutta la mia solidarietà !!
FV
Giugno 25th, 2015 alle 09:55
è la società attuale, non ci si può fare niente,
Giugno 25th, 2015 alle 09:58
Interessante il Tema, e leggendo i vari post mi rendo conto del perchè il tempo che viviamo è così “contorto” , in molti post si legge giustamente che cè il tempo per la crescita e il tempo per la ricreazione , fin qui tutto molto giusto , ma se dopo si dice che è più importante una cosa a discapito dell’altra è come aver cancellato quello che abbiamo detto prima, perchè se cè il tempo per una cosa ed un tempo per l’altra sono ambedue Importanti altrimenti l’Equilibrio che è l’aspetto più importante della vita va a farsi benedire. Si legge di priorità e tentiamo di far passare per necessaria una priorità LA NOSTRA , chi l’ha detto che è più giusta la nostra di quella dei nostri figli ??? …. Ultima osservazione per “fuoridalcoro” post n. 5 abbiamo capito che a Lei non piace la società (intesa come Fiorentina) ma le faccio una domanda chi ha fatto meglio di questa società? le ricordo che nell’ultimo anno la Fiorentina come raking Uefa a livello europeo è arrivata Nona dico Nona cioè solo 8 squadre hanno fatto meglio….
Giugno 25th, 2015 alle 10:10
credo, caro David, che ci sia una sola
regola, faticosa..
guadagnarsi la fiducia dei figli e accompagnare con autorevolezza la loro crescita, cercando di osservarli un po’ da lontano ma poi esserci quando
ne avranno bisogno..
c’è l’ età in cui si può e si deve dire di no, e l’ età in cui è preferibile un “mi raccomando..”
..però tieni conto che alle volte una famiglia “santa” ha generato mostri ed imbecilli, e parimenti da due criminali sono cresciute delle belle persone..che non tutto dipende da noi, insomma ..
Giugno 25th, 2015 alle 10:15
Davide, purtroppo il rischio è un altro.
Con gli anni nel mio lavoro mi accorgo di come, aumentando sempre di più la tecnologia visiva delle apparecchiature elettroniche, dallo svago all’uso comune, si generano sempre più problemi visivi e posturali dovuti ai grandi e gravi scompensi che queste tecnologie causano nel cervello. Sempre più giovani hanno problemi (mal di testa, difficoltà di apprendimento e di comunicazione etc.) e crescono “storti” come acciughe in una lattina.
A questo si deve stare attenti.
Giugno 25th, 2015 alle 10:20
Caro David,
alla fine del sermone, litigherai con Cosimo perchè vorrai giocarci anche tu.
Della serie: “Ti conosco mascherina”.
Il manuale del figlio perfetto avrebbe più successo?
Un abbraccio.
Giugno 25th, 2015 alle 10:21
Che un ragazzino sia attratto dai videogiochi mi sembra più che naturale. L’importante è l’equilibrio che sappia distinguere e variare le sue attività. Soprattutto riconosca i propri doveri man mano che aumenteranno. Se la “macchina” prende il sopravvento credo che un genitore attento lo sappia riconoscere, sono certo che non sia il tuo caso, visto l’attenzione che poni verso i tuoi figli. Lascialo fare, saprai tu stesso imporre i limiti, con l’educazione. Cambiando discorso la cosa che mi preoccupa sono tutti quei beoti che a 35 / 40 ancora stanno dietro a consolle e videogiochi, roba da veri imbecilli.
Giugno 25th, 2015 alle 10:44
Ho vissuto una decina di anni fa le tue stesse preoccupazioni e ho avuto i tuoi stessi dubbi.
Adesso che tale fase è comunque felicemente superata mi frulla per la testa un’idea peregrina…….. non è che aveva ragione mio padre che, nei mitici anni sessanta, risolveva i conflitti con il sottoscritto con un paio di labbrate?????
Giugno 25th, 2015 alle 11:05
Battaglia in corso. Tempo ideale da trascorrere su diavolerie elettroniche: zero. Realismo impone compromessi e mediazioni. Strategia: proporre alternative gratificanti, quali sport e strumento musicale: se si riesce a sconfinare rispettivamente in soddisfazioni agonistiche e fondazione di gruppetto rock, sport e rock hanno il potere, se non di annichilire, quanto meno di mettere in un angolo tutto il resto. Controindicazione: sport e rock sono così potenti da mettere in un angolo anche la scuola.
Giugno 25th, 2015 alle 11:09
è un problema grosso.
Io ho sperimentato la via del proibizionismo ma ha sortito l’effetto contrario. Quando li premi perchè sono stati bravi a scuola o per altro, si attaccano a quella c..zo di xbox e non la mollano più. Se gliela togli attaccano col telefonino…
Se vai in giro la domenica ti chiedono quando si torna a casa perchè hanno da giocare a quella minchiata… Quando mangi tutti insieme, la famiglia tutta insieme, si alzano dopo aver mangiato velocemente e con la scusa che devono andare in bagno non li vedi più e li trovi sulla tazza del cesso a giocare a clash of clans… E ritengo che i miei figli siano anche bravi! Altri genitori che li hanno un pò più grandi (i miei hanno 14 e 15) dicono che è un fenomeno di crescita e di passaggio, ma io ne ho piene le palle, è a forte rischio l’equilibrio familiare!
Giugno 25th, 2015 alle 11:11
Ciao David, ho un figli di 13 anni e tutti i giorni (almeno quando è da me) sono una guerra…ho provato addirittura a tagliare i fili con il trincetto, nascondere la ps3 per vedere se scendendo a più miti consigli riduceva i tempi di “rimbecillimento” davanti alla consolle….Poi va a scuola e con i suoi amici è un continuo parlare di questi videogiochi (GTA V…..maledetto chi l’ha inventato). Se la butto nel cassonetto della plastica mi denunceranno????
Giugno 25th, 2015 alle 11:13
E’ un problema di non semplice soluzione perché i nostri figli sono di un’altra generazione, hanno una marcia in più (io ho un figlio di un anno e mezzo che già sa passare da una foto all’altra del cellulare, mia madre ancora deve capirlo…) e credo sia impossibile pensare di relazionarsi a loro con i nostri parametri fanciulleschi…. un esempio banale… quando eravamo piccoli noi i cartoni animati li potevi vedere solo nei contenitori pomeridiani di un paio d’ore, oggi (io ho sky ma credo che il digitale sia uguale..) ci sono almeno 15 canali che li trasmettono 24H…, poi c’è da dire che a noi i genitori ci lasciavano più liberi, incoscienza o meno pericolo che sia vivevamo più allo stato “brado”…
Questo per dire che è troppo complicato applicare un modus operandi generico… io Al mio figlio di 7 anni permetto di giocare alla DS solo in nostra presenza, e alla WII ci giochiamo insieme.. in entrambi i casi solo giochi per la sua età, quindi niente violenza, spari o giochi di guerra…. per intenderci… siamo anche noi molto devoti a Supermario!! 😀
Giugno 25th, 2015 alle 11:25
Caro Davide hai posto un problemino mica da nulla. Il problema esiste come dimostrano i centri di riabilitazione sociale e psichica aperti in molte nazioni di tutto il mondo per curare le conseguenze del problema . Ho un amico russo ,che pur intelligente ed affidabile era arrivato a chiudersi in camera ,non uscire praticamente più ,ghettizzare la madre (è orfano) obligandola a disturbarlo solo per recapitagli i pasti. e’ durata due anni,in cui non si lavava più,aveva perso tutti i contatti reali ,dimenticato le ragazze e qualunque altra attività che compotasse rapportarsi con esseri umani.
Ora è guarito ,ha un attività ,vive una vita felice e normale con interessi vi e disssversificati. Nel suo caso è stato l’amore e l’intelligenza di sua sorella a recuperarlo alla vita . Non esiste un regola precisa ,ma di sicuro una soluzione che dimiuisca il rischio si! Come genitore ,parlare , di tutto con i figli .Avere e guadagnarsi la loro fiducia , senza punizioni esemplari o divieti , ma ricoprendo un ruolo concreto di riferimento che si è perso negli anni ,dargli la certezza che se avvertono un problema sei tu IL punto di riferimento PIù AFFIDABILE essendoti guadagnato sul campo questo ruolo attraverso un interesse costante ,senza prevenzioni verso niente ,ma con dei principi sani e condivisibili per lui.Sembra facile ,ma sono pochi quelliche lo fanno ,rubando il tempo alla loro stanchezza , ai propi quotidiani ,problemi . Semra facile ma molti ,molti genitori non lo fanno oppure provano a farlo quando le situazioni sono già molto compromesse.
Giugno 25th, 2015 alle 11:38
“è la società attuale non ci si può far nulla…”
certo…
david il tempo è mezz’ora altrimenti scatta la rappresaglia.
è stata dura ma oggi posso dire che i miei figlioli ragionano col loro cervello…certo sono connessi, messaggiano, scrivono…ma hanno coscienza della realtà perchè hanno avuto due genitori (purtroppo per loro) intransigenti sulle regole.
coscienza della realtà….meditate…
Giugno 25th, 2015 alle 12:03
ho un figlio di 12 anni , e’ una scommessa persa in partenza . adesso cerco di far usare il pc a mio figlio come un vero e proprio strumento da imparare a conoscere perfettamente , se vuole stare ore al computer che le passi non giocando , o almeno non solo , ma sviluppando le conoscenze del mezzo . tanti usano il computer ma pochi sanno usarlo veramente . adesso mio figlio ha capito che il pc non e’ solo un mezzo per divertirsi ma anche un vero e proprio utensile con cui poter costruire un sacco di cose utili . lo usa per lo studio e per lo svago . che lo vogliamo o no le prossime generazioni saranno sempre piu’ connesse e molto diverse da noi , dobbiamo solo accettarlo , non e’ ne’ un bene ne’ un male ma un cambiamento ineluttabile . quello che dice dello strumento musicale ha ragione , la chitarra elettrica lo tiene impegnato e lontano dal pc , ma presto iniziera’ ad usare dei programmi per registrare la musica e manipolarla e quindi saremo daccapo , ma io non lo ostacolo .
Giugno 25th, 2015 alle 12:08
Chi può, faccia fare sport ai propri figli. Oltre ad aiutare la salute e a diventare scuola di vita perché si socializza e si impara a vincere e soprattutto a perdere, ogni ora dedicata allo sport è un’ora in meno dedicata ai videogiochi, che esisteranno sempre ma in misura ridotta. Un figlio/figlia che torna stanco dal campo o palestra o piscina, ecc… avrà meno tempo per stancarsi elettronicamente.
Giugno 25th, 2015 alle 12:10
Beh io sono un assiduo giocatore di videogiochi però riesco bene a controllare il tempo in cui ci gioco.
Tuttavia ci sono persone che non hanno il senso della misura e che si inibiscono davanti allo schermo.
Io pur giocando riesco a trovare il tempo per leggere e per altri hobby più sani.
Sinceramente penso che la questione riguardi quanto una persona mantiene la cognizione del tempo quando gioca. Poi i videogiochi non sono tutti uguali…ce ne sono di violenti e non.
Giugno 25th, 2015 alle 12:28
Secondo me, non è tanto questione di impedire o limitare, ma il fatto che noi genitori non siamo in grado di offrire alternative, troppo presi dal lavoro, dagli hobbies, dai social, dai nostri cellulari, dal nostro ego, dalla frenesia della vita quotidiana…
Molti di noi dovrebbero fare un esame di coscienza e dedicarsi un po’ di più ai figli e un po’ meno a tante altre cose.
Anche i tablet perderebbero (forse) un po’ di importanza.
Giugno 25th, 2015 alle 12:56
Come tutte le cose ci sono i videogiochi brutti e quelli belli, quelli adatti a ragazzi di varie età e quelli adatti a tutti. Per esempio i giochi strategici o di gestione possono essere divertenti ed utili ad sviluppare capacità di pensiero più articolate ed interdipendenti. I cosidetti “sparatutto” su questo fronte sono decisamente più alienanti, soprattutto se ci si passa delle ore…
Poi ci sono un’infinità di generi ibridi, per non parlare degli “sportivi” (simulazione corse, ad esempio). Argomento vasto e complesso. Secondo me l’approccio migliore è quello del buon senso: meglio non abusare, e meglio i videogiochi meno alienanti, che coinvolgano il ragionamento e l’intuito e non soltanto i riflessi e la velocità d’azione.
Giugno 25th, 2015 alle 13:30
Sono babbo di tre pargoli… 25anni (M) 23 anni (M) e 11 anni (F). Ormai i primi due sono … fuori mi chiamo, anche se non devo certamente lamentarmene, studenti universitari, chi più chi poi prossimi alla laurea, anche se come ho sempre trasmesso questa non vale più di tanto, sarà la vita a dettare i tempi e le azioni.
Per la piccola invece visto che è figlia unica di due genitori e due fratelli maggiori.
-1° sincerarsi e intraprendere una azione di convincimento che noi siamo di Firenze e pertanto NON GOBBI, perché la nostra città è la più bella al mondo, anche gli aborigeni sanno dov’è Firenze …… e via discorrendo.
-2° Fin dalla culla magliettine e ricami personalizzati con giglio e colori viola.
-3° Passeggiate in centro per mostrargli quello che milioni di turisti vengono a vedere e che noi abbiamo di diritto (grazie Maria luisa ) e qualche comparizione al Franchi.
-4° Non ci sono regole per il perfetto genitore, sono sicuramente un superficiale o forse “…son troppo vecchio per capire”, ma ogni generazione vive il proprio tempo immerso nel proprio contesto mediatico, noi da Topolino a “Le ore” e non mi dire di no altrimenti “se tu’ se’ buho dillo”
Ciao Maurizio
Giugno 25th, 2015 alle 13:55
Difficile domanda. Con i miei figli abbiamo la regola che il tempo-schermo (tv, videogiochi o altro) comincia solo dopo le sei di sera e la cosa mi pare funzionare piuttosto bene.
Giugno 25th, 2015 alle 14:09
Davide sei un babbo poco informato.
Per giocare con Supermario (quello forte)
ci vuole l’unica consolle che non hai nominato cioè la WII.
Comunque io ho adottato il sistema social.
Si gioca con amici e se presenti fratelli.
Altrimenti nisba.
Giugno 25th, 2015 alle 14:19
Lascia perdere David, con mia figlia e’ guerra tra giochini favigei (idolo dei teenager che ha anche un album Panini dedicato) ecc. E’ un piccolo dramma quotidiano. Battaglia persa sperare di convincerli a stare meno tempo di fronte ad uno schermo (display) che sia pc smartphone o wii cambia poco.
Giugno 25th, 2015 alle 15:03
Per giocare a Super Mario serve Nintendo.
Noi di SuperMario al Franchi abbiam visto solo quello lì, alla presentazione nell’estate 1997.
Ovviamente in quegl’anni i gobbi avevano sony che ora come i gobbi, è mattatrice del mercato
Comunque il fatto più divertente dei videogiochi è il vedere come i bimbi “sbavino” letteralmente per quei giochi che dovrebbero essere dedicati agli adulti e spesso quest’ultimi si rifugino nei titoli più spensierati che li fanno tornare bambini.
Comunque per rimanere in tema, Gomez a Pes è una bomba, mannaggialigiochi
Giugno 25th, 2015 alle 15:13
I miei pargoli sono ancora piccoli per questo tipo di problemi, anche se la mia bambina di 3 anni e mezzo già conosce l’Ipad meglio di me…
Il “proibizionismo” rigido in generale non paga, però sono dell’idea che le regole ci devono essere, ma soprattutto babbo e mamma devono essere coerenti con esse.
Come posso dire a mio figlio/a di non stare fisso al cellulare se io magari sono il primo a spippolare ogni 2 secondi? Come posso proibire di dire parolacce se le dico io stesso?
Inoltre babbo e mamma devono mostrarsi uniti e solidali al 100%, perchè spesso ad uno dei genitori (nel mio caso sono quasi sempre io…) piace fare il “poliziotto buono” della situazione, e i bambini/ragazzi, che sono tutt’altro che ingenui, sanno bene quando approfittarsene.
Giugno 25th, 2015 alle 15:39
David,
mia figlia (Viola), di quasi 15 anni, ha una passione incredibile per la lettura. Non esagero se dico che legge almeno 50 libri l’anno.
Non glie ne frega niente del calcio, ma conosce tutte le serie televisive.
Ama tutto ciò che è in Inglese, le piace imparare lingue diverse (infatti fa il linguistico) e ama la fotografia.
La porto spesso in giro con me nelle varie cose che faccio (per esempio due settimane fa siamo stati a Parigi), ma quando è a casa non la smuovi.
Si chiude in camera e legge, oppure guarda le sue puntate in streaming, ma di uscire con le amiche non se ne parla…è cosa rara.
Ma cosa fai? La obblighi? La punisci perchè sta a casa?
Tutto sommato a scuola va più che bene, è educata, è una brava ragazzina e non c’è stato bisogno di imporle niente.
Io dico che arriverà anche il suo tempo di uscire…
Quindi David, secondo me, fai quello che ritieni giusto, ma con la consapevolezza che non esiste una regola…
Giugno 25th, 2015 alle 16:42
GB Show diceva che “l’uomo non smette di giocare perchè invecchia, ma invecchia perchè smette di giocare”
i giochi sono sempre ben accetti, basta che non prevarichino sulla vita quotidiana.
ho tre figli 13, 11 e 5 anni e sopratutto col grande è una guerra psicologica non indifferente. il video gioco è consentito basta non sia l’unico, e grzie a dio, oggi passa ancora molto tempo a giocare con gli amici ai giardini.
del resto io, quasi cinquantenne, a 14 anni di nascosto accendevo il mio vecchio videogioca fatto in casa del ping pong al televisore…
mike
Giugno 25th, 2015 alle 17:33
Ciao David,sono un affezionato lettore “silente” di questo blog ormai da anni. Secondo me un ragazzo passa davanti ai videogiochi il tempo che non può impiegare con divertimenti più desiderabili. Mi spiego meglio. Da ragazzino giocavo alla Playstation se fuori era freddo o pioveva o non c’erano amici liberi. Con l’estate che arrivava preferivo uscire a giocare a pallone coi miei amici. Poi la tarda adolescenza ha portato in dote una attrattiva molto convincente quando con le ragazze si iniziarono a compiere una serie di miracoli fino ad allora insperati. Poi l’università e i lavoretti sporadici hanno fatto sì che la mia Playstation finisse dentro uno scatolone. Col senno di poi, oggi ho 24 anni,giudico il tempo speso ai videogiochi come perso, però è anche vero che spazi e tempi cittadini lasciano poco spazio ai divertimenti “analogici”… per quanto riguarda Cosimo vedrai che la vita gli presenterà gradualmente attrattive e sfide per cui darsi da fare.
Un saluto a tutti.
Leonardo.
Giugno 25th, 2015 alle 19:14
LEGO.
Ci vuole il LEGO.
Date il LEGO ai vostri bambini.
Date un cestello con tre chili di LEGO ai vostri bambini.
Con i tetti, le finestre, i cancellini, le ruotine e tutto quanto.
Vi ringrazieranno.
Ora, e quando saranno grandi.
Un’ora di LEGO per un cervello umano è come il cambio dell’olio e del filtro aria a un’automobile.
Dopo è tutto un altro andare.
Vecci
Immondo
Giugno 25th, 2015 alle 23:50
RICETTINA FACILE? MAH…
Non c’è, David. Lo sai e lo sappiamo benissimo tutti.
Anche per fare il nocino (per la cui preparazione ho colto i malli ieri notte, San Giovanni, come vuole la tradizione) ho trovato 18 mila ricette, tutte diverse.
Sono babbo. Fatto in casa, come tutti. E anche insegnante alle superiori (fatto a scuola, quello). Di ragazzi ne vedo a manciate, tutti i giorni. Storditi dall’elettronica oppure brillantemente valorizzati da tutti gli strumenti disponibili. Con tutte le infinite vie di mezzo tra i due estremi.
Concordo con tutti quelli che qui, con le loro specificità, hanno mostrato equilibrio. Buon senso.
Ritengo particolarmente sano coltivare l’intero essere umano. Corpo, mente, anima. Un genitore equilibrato è quello che cerca di vivere in equilibrio. Quel poco che si cerca di raggiungere giorno giorno.
Se il tuo bambino ha l’esempio di adulti e amici sani, probabilmente svilupperà abitudini sane, a suo modo. Amerà i giochini elettronici ma non vi si seppellirà.
La natura farà il suo corso nel reclamare contatto fisico, domande sulla vita, apertura ed interesse verso il mondo e l’altro, ricerca di senso e amore. E tutto il resto. Comprese le piccole grandi gioie.
In bocca al lupo a tutti noi 🙂
Giugno 25th, 2015 alle 23:57
Mah … terra terra , di getto mi sembra che il videogioco sia tempo perso, eccetto per il fatto che li fa divertire, i figlioli. La paura è quella dell’alienazione, del pensare poco, della ripetitività. Il perfetto genitore non esiste, purtroppo oggi anche un asrtofisico nucleare deve apprendere da … come si chiamava quella trasmissione Tv ? SOS tata, era un reality mi sembra , e sapeva tutto lei, quella tata lì.Io ho colleghi dirigenti che ‘si fanno d’oro’ che si vantano dei figli che sono bravissimi alla playstation e sostengono che saranno professionisti più abili di loro perchè questi aggeggi stimolerebbero capacità manuali e di percezione;e tante altre amenità. A me sembra solo che superato un certo limite bruci letteralmente il cervellino. In compenso ora anche i bambini dell’asilo conoscono il significato della parola noia. Babbo, io mi annoio. Mi viene spesso da pensare che io non mi lamentavo per la noia all’età dell’asilo, per un motivo semplice. La normalità era la noia, il resto, molto poco era, divertimento. E mi sento un vecchio brontolone. Ho letto altri due post, nel thread scorso, sulla ‘voglia’ di scrivere due righe di politica. Dell’amico generale e di Luca Pisa. Il momento è così entusiasmante e tutto fa pensare che saremo la regina del mercato che si parla di viola per esorcizzare la paura, forse. ma il vero tifoso viola fa così, da sempre, nel bene o nel male, nulla cambia. Poi se quando hai finito di leggere i post ti viene da pensare come quel grande statista che siamo un paese di benestanti che pensano al pallone, per gli aerei si dura fatica a prenotare un posto e i ristoranti sono pieni quando si spenge il computer ci si sente anche più su di umore.
Giugno 26th, 2015 alle 07:46
Il rapporto degli adolescenti con il gioco elettronico è lo stesso che hanno con la vita in generale: il consumismo.
Massimo divertimento con il minimo sacrificio.
Il gioco elettronico fa divertire senza chiederti impegno; il Lego dll’Immonda fa(ceva) divertire ma con un certo impegno ed è(ra) il suo bello.
Magari ci sono ragazzi che amano un libro ma non lo leggono, se lo fanno leggere.
Il videogioco arricchisce pochissimo ed inaridisce la mente.
Un’ora al giorno mi par più che abbastanza.
Giugno 26th, 2015 alle 08:23
“I videogiochi non influenzano i bambini. Se Pac-Man avesse influenzato la nostra generazione, staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole e ascoltando musica elettronica ripetitiva. (Kristian Wilson, impiegato Nintendo, 1989)”
E chi come me ha 45 anni, sa di cosa stiamo parlando.
Giugno 26th, 2015 alle 09:13
Mi permetto di andare un attimo fuori tema, ma non più di tanto
Riforma scuola ieri in aula al senato.
Non mi piace, una riforma che affronta solo una piccola parte del degrado in cui versa, il 50 e passa % di disoccupazione giovanile sono una sentenza di morte per il sistema scuola! Su questo credo che non ci sono obiezioni credo..
La riforma non affronta la parcellizzazione delle facolta universitarie (..basta con le lauree brevi che servono solo a gratificare i fuori corso con il pezzo di carta…) e la scomparsa degli istituti professionali che è la causa principale della carenza di personale nelle cosi dette arti e mestieri che sono diventati veri e propri pozzi di spesa e inefficenza demandate ai cosri di formazione privati
Rivedere l’obbligo scuola e portarlo a 16 anni, perchè questa è l’eta in cui l’adolescente forma le sue vocazioni al lavoro. Perchè dico 16 anni? Perchè se è vero che la vita biologica si è allungata è altrettanto vero che la vita lavorativa si accorcia sempre di più, non starò, qui a spiegare che per la prima volta nella storia industriale dell’ umanità le nuove tecnologie tolgono il lavoro, imponendo rapide riconversioni e flessibilità…Tutto questo la riforma scuola voluta da renzi non lo affronta…
Naturalmente la riforma non ha fatto quello che sarebbe stata, per dirla “una cosa di sinistra” l’abolizione di tutti gli ordini professionali…L’abilitazione la deve dare la scuola non un tuo collega..questo a casa mia si chiama ridistribuire smantellare rendite di posizione da leggere “cose di sinistra”
Per concludere, con il preside manager vedremo le solite occupazioni politiche come fu all’epoca craxiana dei manager della sanità…qui mi fermo che la conclusione già la sapete…per chi non ha capito da leggere corruzione,clientelismo,inefficenza..
Questa è la mia opinione, mi auguro che sia errata e che la riforma inverta la tendenza del degrado che sembra irrefrenabile
Giugno 26th, 2015 alle 09:16
Io ad inizio anni 90 mi facevo di nintendo ,a “goal” ne ho fatti vincere di scudetti a quella che immaginavo la mia Fiorentina,8 a 0 al Delle Alpi,10 a zero a Sansiro ,pareggino col Toro,coretti contro Baggio e Berti…certo se studiavo di più era meglio.
Giugno 26th, 2015 alle 09:46
Proprio in questi giorni per i sessantanni del famoso gelato “Coppa del nonno” sta andando in radio una reclame che calza benissimo col tema del nostro David.
Si sente l ‘ambientazione di una spiaggia di sessantanni fa, con urla, risate, schiamazzi, battute, gente che ride e si diverte in compagnia , e poi si sente l’ambientazione di una spiaggia di oggi, con un unico sottofondo rumoroso composto da suonerie di cellulari, tablet che si accendono e si spengono e le mille musichette di notifica di posta, whatsup, messaggini e quanto altro diabolico telematico.
Ovviamente poi, la reclame dice…Posa il telefono, e usa le mani per mangiare una bella coppa del nonno in compagnia degli amici.
Non dice mica male.
Le migliori cose a tutti
Immondo
Giugno 26th, 2015 alle 17:29
Non ho ancora figli, quindi è un parere un po’ così, tanto per partecipare.
Ho vissuto l’era dell’avvento dei videogiochi, dalle fumose sale giochi di un tempo alle prime consolle per casa, per arrivare al moderno personal computer. Quanto ore buttate, si direbbe. Invece no! Era un rito quotidiano che ci vedeva riunirci per sfidarci ad elettroniche tenzoni uno contro uno, all’ultima vita (sempre elettronica, naturalmente) di famosi giochi come Double Dragon. Oppure in imprese sportive olimpiche (quante joystick si saranno bruciati nei 1500!). Era un modo per stare comunque insieme, fare combriccola e cazzeggiare in amicizia. Bei tempi!.
Poi arrivarono le prime consolle ed i pc con tutti i giochi moderni. All’inizio per me (e molti della mia generazione) è stato il paradiso. Ma spesso solitario. In camerina, da soli, contro il computer. E piano piano il grande arrapamento è svanito, lasciando il posto alla nostalgia della fumosa sala gestita dalla procace proprietaria. E mi sono disamorato.
Il brutto dei giochi di oggi è proprio quello: favoriscono la solitudine, anche quando un ragazzo è in mezzo a mille persone. Su quello un genitore deve stare attento.
Lo studio? Mah… Ho perso tempo ai videogiochi e forse avrei potuto fare una carriera scolastica più veloce, però… Alla fine ho studiato, mi sono laureato con frequentazione di stage e corsi di specializzazione. Così ho tutti i titoli per svolgere un lavoro che potrebbe fare un bischero qualsiasi ad uno stipendio da bischero qualsiasi.
Quindi, alla fine, forse è meglio divertirsi.
Giugno 26th, 2015 alle 17:31
Certo, l’abolizione degli ordini professionali, come non averci pensato prima, si risolvevano tutti i problemi dell’Italia.
“Rendite di posizione” vaia vaia …. sono 60 giorni che praticamente dormo in Studio e trascuro la famiglia; neanche vi rendete conto delle .azzate che scrivete
RIPIGLIATI “cose di sinistra”, da’ retta a un bischero
Giugno 26th, 2015 alle 18:50
Ciao David, scusa se vado completamente fuori dal tema del post, ma avevo bisogno di dirti due cose prima del 30. Che giorno è il 30? Quello dell’ultimo pentasport targato radioblu. Soprattutto per te e i tuoi collaboratori (ma in piccola parte anche per me, te lo assicuro) si tratta di un evento epocale. Non so quantificare esattamente le ore che ho trascorso in vostra compagnia alla radio tra radiocronache e trasmissioni pomeridiane, quello che è certo è che mi avete fatto compagnia per molto tempo. Ricordo ancora la prima volta che ho ascolato la tua voce alla radio, era il 9 febbraio 1992 (Foggia – Fiorentina 3-3, tripletta del Bati); prima di allora ascoltavo tutto il calcio minuto per minuto, anelando quei pochi secondi di telecronaca strappati alle radiocronache delle grandi del calcio italiano, sperando che improvvisamente qualcuno intervenisse bruscamente gridando “goal della Fiorentina!”. Poi quel giorno, sfruttando la potenza del sistema HIFI del babbo, muovendo con attenzione e delicatezza la manopola della sintonia, sentii la voce di un tizio stranamente concitato, evidentemente coinvolto da quello che stava raccontando. Non ti dico la prima volta che ti sentii esultare al gol della Fiorentina: Spettacolo!!! Bene, da allora di partite ne ho sentite tante, tramite la tua voce ho gioito e sofferto, dalla storica vittoria di Wembley con l’Arsenal all’umiliante sconfitta di Roma con la Lazio (ce ne fecero 8). Ho vissuto con te la drammatica partita della retrocessione del ’93 (ancora con il Foggia) e le vittorie in coppa Italia di fine millennio. Ancora con voi ho vissuto con ansia e disperazione i giorni del fallimento e della faticosa rinascita, quando, paradossalmente, avevamo una radio che parlava di Fiorentina, ma non più una squadra per cui tifare; in quel momento Radioblu era una delle poche cose che ci facevano sentire ancora una comunità di tifosi. Da allora di tempo ne è passato ancora tanto, di trofei non se ne sono visti, ma ci sono stati molti momenti belli, come la riconquista della serie A e alcune vittorie memorabili come quella di Torino all’ultimo secondo con il gol di Osvaldo. Insomma tutto questo pippone per dirti che cosa? Che Radioblu è stata parte della mia vita e, benché sappia che mi basterà risintonizzare la radio su un’altra frequenza, avverto quel senso di nostalgia che si avverte ogni volta che una storia, qualsiasi storia, finisce. Concluso con una richiesta se possibile, magari ci avevi già pensato da solo, chissà. Mi piacerebbe sentire una mezzoretta di riassunto, una specie di sintesi di questi anni di storia viola raccontati da Radioblu: dalle tue urla di gioia per le poche ma memorabili vittorie, ai commenti salaci e ironici del grande Mario Ciuffi, ai racconti dei drammatici (sportivamente parlando) momenti della retrocessione e del fallimento. Boh, è un’idea… mi piacerebbe ascoltare questo racconto e mi parrebbe un buon modo per concludere questa pagina di vita. Scusa la lunghezza del post e grazie. Ciao
RISPOSTA
Grazie a te ler l’affetto!
No, niente revival perchè il Pentasport va avanti come e meglio di prima in un’altra emittente e poi sarebbe difficile tirare fuori mezz’ora da 35 anni di vita.
Ognuno di voi si porti dentro quello che sente, critiche comprese, vi aspetto tutti da un’altra parte dell’etere, un abbraccio
David
Giugno 27th, 2015 alle 05:37
Se conosci i giochi con cui gioca il “danno è zero.
Io ho più paura della TV dove arrivano messaggi che non approvo.
Con un gioco video sei attore mentre davanti alla TV sei solo spettatore passivo.
Da che esistono le console ho assistito a tante crociate contro le varie ps1 , ps3, nintendo,xbox ecc…
Ho una certa età ma non ho mai sentito nessuna vera crociata contro i milioni di spot pubblicitari durante i programmi per bambini in TV.
Giugno 27th, 2015 alle 14:27
Non ho figli e quindi dovrei star zitto? Non credo… anch’io sono stato figlio e bambino.
Se permetti David, più che darti consigli, posso dirti un paio di cose che, spero, ti possano essere utili.
Premetto che sono appassionato di video giochi fin dagli albori dei computer (il mio primo olivetti i86).
– considero ps4, nintendo, xbox, apparati più che altro votati ai cosiddetti giochi “sparatutto” d’azione e li considero molto utili come mere valvole di sfogo (decidi tu quale considerazioni fare dopo questa mia affermazione). I casi in cui vengono usati con giochi “intelligenti” sono sicuramente meno. Inutile dire che, se la “valvola di sfogo” dura 2 ore… qualche problema il ragazzo ce l’ha…;
– i giochi su computer, che i ragazzi usano meno dei precedenti, sono quelli che, al contrario, possono essere + utili per la futura attività di studio e/o lavorativa. Infatti la velocità di esecuzione (sia con la tastiera che con il puntatore del mouse) che si acquisisce giocando è, a mio avviso, di gran lunga superiore a quella di chi si avvicina al pc per mera attività lavorativa. Secondo me: giocatore su pc batte giocatore su consolle o chi si avvicina al pc solo per lavoro 3 a 0.
Con i giochi su pc, inoltre, impari ad usare tutto il pc perché guardi i blog sui giochi in internet, installi/disinstalli giochi, cerchi patch per i tuoi giochi/programmi e/o computer ed impari subito i concetti relativi a RAM, capacità dell’HD e velocità della scheda video e tanto altre cose che possono far funzionare più o meno bene un videogioco. Tutte cose importanti per la vita lavorativa futura o per lo studio all’università.
Spero che tu non abbia adottato l’equazione: un’ora di videogiochi = un’ora di lettura.
Il videogioco è, per i ragazzi di oggi, quello che erano per noi una volta i giochi che si riuscivano a fare in casa al rientro dalla scuola. Tutto qui. Anche allora la mamma ci rimproverava perché prima dovevamo finire di studiare e poi potevamo giocare. Peccato che di quel momento di svago noi ne avessimo bisogno subito, subito dopo le, a volte, noiose ore di lezione; così è oggi per i videogiochi.
Spero di aver scritto almeno una cosa di cui non sei già a conoscenza e di non averti quindi fatto leggere tutta sta roba per nulla.
Ciao.
P.S.: nei momenti peggiori della mia vita rimanevo a giocare fino alle 2 di notte per non pensare a nulla. Incrocio le falangi, ma penso di essere sano di mente e di godere di una buona vista.
Giugno 29th, 2015 alle 11:30
I ragazzini dovrebbero andar fuori a divertirsi sopratutto ma basta con questa storia dei videogiochi, ho 45 anni ed ancora ci gioco eppure non ho mai fatto nulla di quello che dicono le tv…oggi i ragazzi rincintrulliscono con alcol, droghe e credono troppo elle idiozie che girano su facebook, state attenti a quello più che altro.
Giugno 29th, 2015 alle 11:32
ovviamente volevo scrivere “credono troppo ALLE idiozie che girano su facebook”…non elle.
Giugno 29th, 2015 alle 15:56
Caro David,
ho un figlio di 13 mesi e grazie a Dio ancora il problema non si pone.
Quando sarà il momento penso che cercherò di mantenere l’equilibrio come su tutte le altre cose, ci sarà il giorno che magari verranno accordate anche 3 ore e il giorno che non si potrà giocare nemmeno 10 minuti.
Penso che prenderò spunto da quello che viene fatto con mio nipote di 8 anni (vero maniaco dei videogames) con il quale intervalliamo una partita al computer con una bella partita a calcio in giardino… che molte volte non finisce mai, facendo in modo che il problema si risolva da solo.
un abbraccio viola
Luglio 1st, 2015 alle 18:17
Pigliali la Wii.
Scherzi a parte, equilibro. Sano equilibrio. I videogiochi sono indubbiamente un’industria di intrattenimento superiore al cinema, in qualità e quantità. Come tutte le cose, un po’ di videogiochi, un po’ calcio, un po’ di letture (fumetti o libri che siano) e un po’ di uscite.