Quotidianità
Poi, ad un certo punto, ti accorgi che sono importanti le piccole cose di tutti i giorni, quelle che non hai mai considerato nel modo giusto, le perle preziose che potresti perdere da un momento all’altro: le ragazze che scherzano e si becchettano, Cosimo che elabora un concetto nuovo, un abbraccio.
La tanto disprezzata quotidianità, termine che a qualcuno evoca tristezza solo perché non la sa vivere nel giusto modo.
Maturità?
Forse.
O magari più semplicemente il riposo dopo viaggi difficili e tormentati, fatti di combattimenti in tutti i campi della vita, contro chi subdolamente ha cercato e cerca di ferirti.
E’ successo a tutti, penso.
E allora forse è bene fermarsi un attimo e riflettere sul perché si corra così tanto e provare a trovare la risposta dentro di noi.
Ottobre 21st, 2014 alle 08:04
Giustissimo David, concordo con te al 1000%
Ottobre 21st, 2014 alle 08:11
…buona fortuna !
Ottobre 21st, 2014 alle 08:15
E’ assolutamente vero! Viviamo come in una centrifuga, non abbiamo il tempo di riflettere e di apprezzare le ” piccole” cose che la vita ci riserva. Ci ritroviamo i figli già grandi senza accorgersene, quante cose abbiamo perso!
Ottobre 21st, 2014 alle 08:28
Quante cose ho fatto d’impulso e senza riflettere,e ora mi pento.Ma e’ tardi.Forse era destino,ma se non avessi corso,se non avessi creduto d’essere chissa’ chi,se se se…oggi sono qui e bisogna andare avanti comunque .Anche se la voglia di mettere un punto ci sarebbe.
Ottobre 21st, 2014 alle 08:35
…. Molti la chiamano maturità, quelli piu cinici la chiamano vecchiaia…
Credo invece (da 50enne) che ogni giorno per molti anni della nostra vita tutti noi dobbiamo scendere in trincea proprio per la quotidianeità; da giovani ognuno di noi deve avere il coltello fra i denti proprio per crearsi la nostra “routine” se pensiamo che nel nostro paese la disoccupazione giovanile è al 50% ci fa capire quanto sia difficile per una giovane coppia crearsi il suo quotidiano. E noi vecchi dobbiamo lottare ancora a lungo per dare ai nostri figli quella normalità tanto agognata .Il sogno della normalità risale alla notte dei tempi, mi viene in mente una canzoncina anni 60 che recitava” se potessi avere mille lire al mese…. una casettina in periferia… io non ho pretese…. e credo che anche quello fosse un desiderio di normalità.
Riflettendo ancora credo che ognuno di noi ha la sua normalità. Me se intendiamo per normalità, una casa, un lavoro stabile, che ci garantisca un minimo di serenità, al momento per molti italiani rimane un miraggio.
Ottobre 21st, 2014 alle 08:43
Siccome la vita stessa ci impone di correre, allora corriamo.
Dovremmo fermarci a riflettere, e una volta riflettuto ci si renderebbe conto che tutto questo correre ha poco senso.
E quindi dobbiamo correre solo per non avere il tempo di riflettere, senno’ sarebbe meglio stare dimolto fermi.
Auguri per la sistemazione di tutte le cose che hai intorno, e che, evidentemente stanno “correndo” cosi’ come tu non vorresti.
🙂
Ottobre 21st, 2014 alle 08:50
anche quando avevo 20 anni ho sempre pensato che la quotidianità e le piccole cose siano la cose più belle della vita. forse è per questo motivo che ho pochi soldi ma vivo benissimo lo stesso.
Ottobre 21st, 2014 alle 09:11
Ottimo post David, guardarsi dentro è una capacità che hanno in pochi, specialmente ai nostri tempi!
Ancora più raro è essere fieri e felici ogni volta che ci si guarda allo specchio la mattina, infatti io sono come marco-san, pochi soldi ma felice!!
Ed i pochi soldi li ho perchè li spendo, per viaggiare, per mangiare bene, per fare regali a mia moglie.
Sono i migliori investimenti, poi al limite c’è il materasso, ma proprio al limite 🙂
Ottobre 21st, 2014 alle 09:35
Se si corre è per garantire a quelle persone a cui vogliamo bene un futuro tranquillo.
E il bello della quotidianità è proprio poterla assaporare nelle brevi pause che la vita ci concede. Altrimenti lo dice la parola stessa, la quotidianità rischia di sfociare nella routine, nel ripetitivo e quindi nella noia.
Preferisco una vita in tensione intervallata da piccole, e frequenti, parentesi gustose ad una vita ripetitiva e monotona.
Ottobre 21st, 2014 alle 09:38
Dimenticavo, e ringraziamo Dio che corriamo tutto il giorno.
Ci sono fin troppi lavoratori che darebbero non so cosa per correre tutto il giorno ed invece sono seduti in poltrona ad attendere un’occupazione che non arriva.
Ottobre 21st, 2014 alle 09:40
Ciao David,
la gioia più bella ed impagabile è tornare a casa la sera dopo aver corso tutto il giorno e trovare il sorriso e l’ affetto del proprio figlio e della propria compagna.
Sono momenti che aspetto tutto il giorno con trepidazione ed emozione.
Tutto il resto viene dopo.
Viola78
Ottobre 21st, 2014 alle 09:46
Il post non lo commento: devo ancora ripigliarmi dal cinquantesimo compleanno, anche se fo fina di nulla, ma l’incipit potrebbe essere l’inizio di una canzone di Guccini.
Ottobre 21st, 2014 alle 10:13
Nella mia vita e nelle mie scelte (di vita e di lavoro) ho cercato sempre di prediligere i rapporti umani e gli affetti, a discapito forse di maggiori soddisfazioni, per esempio, sul piano professionale;
La quotidianità non mi ha mai spaventato anzi, la apprezzo assai, anche perchè è viverla con serenità che ti fa apprezzare di più il momento di vita fuori dagli schemi che ogni tanto capita.
Spesso ti trovi a correre a trecento all’ora e sono gli eventi veramente importanti della vita (belli o dolorosi) che ti riportano con i piedi per terra e a dare il giusto valore alle cose che ti circondano.
Allora è necessario fermarsi a riflettere sulla propria vita e quello che ti sta attorno prima di ricominciare a correre (perchè difficilmente se ne può fare a meno) sependo però che ogni tanto devi fermarti a riprendere fiato e a guardarti intorno e dentro.
Così credo che si possa vivere meglio e con maggior consapevolezza la propria vita e quella dei propri cari.
Poi di errori se ne fanno tanti, ma se riesci a limitarne il numero, è già un passo avanti.
Veramente un un pensiero interessante da commentare, complimenti David.
Lucky
Ottobre 21st, 2014 alle 10:36
Forse non centra nulla, o forse sì. Il tuo post, il passaggio sul fatto che faremmo bene a fermarci un attimo e riflettere sul perché si corra così tanto, mi ha fatto venire in mente una cosa che ho visto la settimana scorsa.
Nel parcheggio di un centro commerciale due donne, due giovani signore “per bene” a guardarle, litigavano furiosamente per un posto. Una in particolare, ritenendo di essere stata fregata dall’altra, si era piazzata dietro di lei con la macchina e suonava il clacson come una pazza, urlandole di tutto. E bloccando l’intero parcheggio.
Sono dovuti intervenire due carabinieri che, attoniti, spiegavano all’invasata che pochi metri più avanti c’erano altri posti liberi. Ci hanno impiegato un po’ a convincerla.
Sono cose che ti fanno pensare.
Ottobre 21st, 2014 alle 11:13
La risposta non la devi cercare fuori, la risposta è dentro di te
E però è sbagliata
“Lorenzo”
Ottobre 21st, 2014 alle 11:19
Alla fine conteranno soltanto le parole non dette, i sorrisi non elargiti, le mani non tese …è pensando a questo che ogni giorno cerco di dare un senso alla mia giornata condividendo con altri quello che posso. Io sono nata fortunata perché mi son sempre accontentata e son riuscita a godere in egual misura di un regalo prezioso o di una giornata di sole!
Ottobre 21st, 2014 alle 11:20
I tuoi post spesso trattano di cose al dilà dello sport e questo è un bene, come in tutte le cose l’importante non è la meta ma il viaggio, quante volte andiamo a lavoro, e siamo talmente immersi nella nostra profondità da non notare la vita che scorre accanto a noi, poi qualcosa ci colpisce e quando tiriamo il fiato passiamo per la stessa strada e tutto ha un colore, un odore e un’aria come non l’avevamo mai notato, siamo noi che spesso inconsciamente ignoriamo la vita e non vice versa… e ti rispondo con una frase che mi stà particolarmente a cuore:
“Non pregare per una vita facile, prega per avere la forza di affrontarne una difficile.” (Bruce Lee)
Ottobre 21st, 2014 alle 11:31
Io corro,mia madre ammalata, mediare con le badanti, corro sul lavoro, corro se un amico mi chiede un favore.Se mi fermo penso alla morte e a quello che potrà essere.Meglio correre.
Ottobre 21st, 2014 alle 11:31
Tutto drammaticamente vero……..ma purtroppo dalla rivoluzione industriale in poi abbiamo progressivamente perso l’esigenza primitiva di questa “quotidianità” relegandola in fondo all’elenco delle priorità ,e tutto questo senza rendercene conto finendo involontariamente per diventare sempre più cinici ed individualisti con i nostri comportamenti e con le nostre abitudini……..però concordo con Alessandro B. forse proprio questa rarefazione della quotidianità ci permette di apprezzarla al meglio quando ci viene gentilmente concessa dal ritmo esasperato imposto dalla società moderna ……..e poi vuoi mettere uno huge hug di Cosimo a fine giornata……non ha prezzo !!
Ottobre 21st, 2014 alle 11:43
E’ la maturità, ti fa capire che non ha senso andare appresso a un sistema che ti fa correre a perdifiato per comprare, apparire, condividere sui finti social network, consumare, produrre e non tener nel giusto conto il valore dei rapporti umani veri.
Un momento tranquillo con i tuoi cari ad ascoltare un brano musicale, a vedere un bel paesaggio e/o un tramonto, a respirare un’aria più pulita di quella della città…
Capire che la vita non è quella frenetica e assurda che negli ultimi 25 anni ci hanno fatto credere ma un’altra con ben altri ritmi, valori e priorità è un’assoluta priorità per non essere schiacciati (come Charlie Chaplin in “tempi moderni”) negli ingranaggi di un sistema ormai disumano capace di portare ricchezza solo a una ristrettissima parte della popolazione.
Per riguadagnare il diritto a un altro modo di vita si deve però lottare perché nessuno ce lo restituirà con le buone e quindi cito anch’io una frase ad hoc: quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare…
Cerchiamo di essere un po’ più duri e soprattutto uniti contro chi ci vuole far vivere una vita disumana…
Ottobre 21st, 2014 alle 11:44
L’ABBRACCIO…
di uuna figlia adolescente,a te
oramai ‘diversmene giovane’ non ha eguali.
Quando riesci a condividere le sue passioni,i suoi crucci e i suoi dubbi,credimi,sei già sulla buona strada.
Per me non c’è di meglio che l’affetto vero incondizionato dei nostri ragazzi,che sanno che per loro tu ci sei,sempre e
comunque..
Udf
Ottobre 21st, 2014 alle 11:56
Il paradiso scoprirai se tu sogni quel che hai…noi con i capelli un po’ brizzolati e la pancetta sappiamo chi la cantava e soprattutto che…è proprio vero.
Ottobre 21st, 2014 alle 12:36
Bel post david … bel post … correre , correre senza mai fermarsi … poi il giorno che ti fermi e ti guardi indietro magari è troppo tardi … o forse no …
Umberto Alessandria
Ottobre 21st, 2014 alle 12:37
Caro David, benvenuto tra gli “over”!
Io che di anni ne ho 60 (anzi mi piace dire che ho l’età di Antonio)mi godo parecchio la quotidianità con la mia famiglia, ed anche se i “ragazzi” sono ormai all’università non importa, la cosa veramente importante è essere tutti uniti con i tuoi figli e la tua compagna/moglie che sia…
E poi noi siamo tutti uniti sul divano a guardare la Viola (nonna e cane compresi)arrabbiandoci oppure urlarndo di gioia. Ricordo il 20/10/2013 (è passato un anno quindi pensiamo a come stiamo andando ora) guardavo la Viola in TV e David Guetta rigorosamente nell’orecchio come in tutte le partite dellla Fiorentina.
Un grande abbraccio viola da tutti noi.
Enzo
Ottobre 21st, 2014 alle 12:44
parlo in generale: è inutile raggomitolarsi nel quotidiano e illudersi che la salute e l’affetto dei nostri cari..etc ci rassicurino e appaghino al 100%…sono beni preziosi senz’altro ma ahinoi labili e precari ..spesso si pretende di gustare la loro presenza come fossero invulnerabili.
Ottobre 21st, 2014 alle 13:20
Ti faccio una doppia citazione a memoria di due film (due della trilogia della fuga) di Salvatores che amo molto-
da Turnè (1990)
i due protagonisti (bentivoglio e abatantuono) discorrono tra loro sulle Grandi Cose della vita…
bentivoglio:”…corri corri e poi ti fermi e scopri che hai lasciato tutto dietro”
abatantuono. “tutto cosa?”
bentivoglio:”…persone che avresti voluto conoscere meglio, momenti che avresti voluto vivere di più…”
abatantuono: “prima ti dicono che sei troppo giovane, poi ti dicono che sei troppo vecchio, ci sarà un momento in cui tocca a te a correre! ci sarà un motivo!”
da Puerto Escondido(1992)
abatantuono: “Io fino a tre mesi fa facevo una vita normale. Stavo inquadrato, in una società che ha delle regole, e rispettavo le regole: ero convinto che rispettando queste regole ci fossero dei tornaconti, ci fosse una regia occulta che mi muovesse, che mi facesse diventar vecchio in un certo modo, con più saggezza, con delle sicurezze… Invece non c’è un cazzo: divento vecchio come un imbecille e non so niente…”
Chi vuol capire capisca…:-)
Ottobre 21st, 2014 alle 13:37
E pensavo dondolato dal vagone “cara amica il tempo prende il tempo dà…
noi corriamo sempre in una direzione, ma qual sia e che senso abbia chi lo sa…
restano i sogni senza tempo, le impressioni di un momento,
le luci nel buio di case intraviste da un treno:
siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nella testa e il cuore di simboli pieno…”
Saluti
Ottobre 21st, 2014 alle 14:36
“Carpe diem” ( Orazio, Odi )
Ottobre 21st, 2014 alle 14:58
Il problema non è correre
il problema è essere costretti a correre
Ottobre 21st, 2014 alle 15:19
Guardare avanti spesso spaventa, guardare indietro può portare rimpianti.
Conviene allora affrontare il presente nel miglior modo possibile, facendo tesoro dei piccoli momenti di serenità che la vita ci riserva, anche se il presente ci fa correre come dannati…
Filippo da Prao
Ottobre 21st, 2014 alle 16:02
Lilli Carati R.I.P.
Ottobre 21st, 2014 alle 16:10
Ad un certo punto dell’esistenza ci si rende conto che alcune frasi, dei momenti particolari, un oggettino che non ricordavi più di avere, hanno un significato che fino ad allora non avevi colto: a quel punto ti si apre davanti una finestrella che dà su un panorama che tocchi con mano dicendo: “E’ vero, è proprio così!”.
Diversi anni fa mi è tornata in mente una frase che mi diceva mio padre, scomparso 30 anni fa, alla quale non avevo mai dato il significato che meritava, anzi che fino ad allora avevo considerato con sufficenza, “uff, che palle..”: la frase era: “ricordati che nella vita ci sono appuntamenti che non si possono rimandare”.
E’ vera, vero?
Ottobre 21st, 2014 alle 16:29
La piccola ma vera felicità era quando mia Madre fino all’ultimo, prima di infermarsi definitivamente , tremolante , dopo cena mi portava la tazzina del caffè in poltrona alla televisione, mentre Papà le diceva … “Amalia e vien da se a pigliarselo!”
Quanto amore in quei pochi stenti passi,e quanta felicità sapere di averli avuti al mio fianco fino a ieri.
Quanta piccola ma vera felicità quando posteggio la macchina in garage e prima di scendere mi fermo un minuto a motore spento, luce spenta, a ripensare a quanto ho corso anche oggi chissà poi per cosa.
Quanta pace in quel minuto, in attesa dell’amore che troverò su in casa .
Amore riparatore, benefico, taumaturgico.
In quel minuto la felicità di esserci, anche oggi, con la speranza di aver in dono la possibilità di esserci anche domani.
La piccola ma vera felicità è arrivare piano alle soglie delle stanze delle mie figlie e in silenzio osservarle mentre studiano quei libroni scientifici , con la speranza che ogni mio sacrificio di oggi sia un sacrificio in meno per loro domani.
La piccola ma vera felicità è quando mi sveglio nel pieno della notte e trovo mia moglie a dormire addosso a me,oggi che siamo alla soglia della terza età esattamente come quando avevamo diciotto anni, e nella carezza piena di gratitudine che le porgo nel suo sonno, vi sono trentasei anni d’amore e di cammino mano nella mano.
Un caro saluto a tutti
Immonda bestia
Ottobre 21st, 2014 alle 16:45
Caro David,
finalmente ho potuto leggere con gran piacere tutti i commenti senza imbufalirmi con qualcuno che la fa fuori dal vaso. Cosa posso aggiungere che non sia stato già detto, sul’ argomento si può dire tutto e il contrario di tutto, voglio solo citare una frase contenuta nella canzone MERI LUIS di Lucio Dalla , canzone che consiglio al più giovani di ascoltarla attentamente: …..e tutti quanti ad aspettare, a cercare di fermare questa vita che passa accanto e con le mani ti saluta e fa bye bye, questa vita un po’ umida di pianto con i giorni messi male vista dall’alto sembra un treno che non finisce mai …..adesso mio Dio, dimmi cosa devo fare, se devo farla a pezzi questa mia vita , oppure sedermi e guardarla passare….”
Basta, le canzoni di Lucio mi fanno ancora commuovere….
FORZA VIOLA sempre !
Ottobre 21st, 2014 alle 16:56
che bel post….
a volte è vero bisogna correre, ma senza dimenticarsi le cose belle….la tu’ figliola che si strugge davanti all’alba dal ponte vecchio, la faccia di tuo figlio davanti all’abbonamento della fiorentina…la tu’ donna che ti fa’ i tortellini in brodo e te non lo sapevi….gustare un vino con gli amici (anche se non sanno nemmeno come è fatta l’uva) fare la pizza in casa, andare ad una mostra di pittura, portare la tu’ donna a parigi, comprare un treno elettrico per i’ tu’ nipote………
si chiama maturità
Ottobre 21st, 2014 alle 16:57
Bolatti cu ha insegnato che correre non serve.
Oddio anche Kubik non scherzava…
Ottobre 21st, 2014 alle 17:39
La vita è un po come il calcio , non basta correre , si deve correre bene ed avere un ruolo adatto alle proprie doti naturali per giocar bene la palla quando tocca a te .
Ottobre 21st, 2014 alle 17:56
Vita che scorre lasciando troppo spesso voglia di ricordi o rimpianti o amaro o dolore mentre gioia e felicità, forse solo anche a briciole, aspetterebbero di essere dolcemente godute e assaporate. Viviamo.
Ottobre 21st, 2014 alle 17:56
Vero.
A chi, come me, ha rischiato di lasciarci la pelle 2 volte… la quotaditianità, una volta tornato alla vita “normale”, pare essere l’anticamera del paradiso e riesce ad apprezzare e gioire per tante piccole (grandi) cose che, prima, si davano per scontate.
Ottobre 21st, 2014 alle 18:14
Avanti guarda avanti il bello deve ancora venire,devi ancora fare e dare tanto .
Ciao David
Ottobre 21st, 2014 alle 18:23
@15 Valeriy Vasylyovych Lobanovskyi
Grande trasmissione Avanzi!
Epperò era Quelo (al Pippo Chennedy Show)e non Lorenzo! 🙂
Ciao
Lucky
Ottobre 21st, 2014 alle 19:19
Viviamo dentro un gigantesco “tritacarne” che è il mondo che ci circonda, stando bene attenti a non finire al centro di esso e di conseguenza perdendo di vista le persone e le cose veramente importanti di queste nostre esistenze.
Ottobre 21st, 2014 alle 19:45
LEOPARDIANO OGGI
…
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s’affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch’arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov’ei precipitando, il tutto obblia.
Perché si corre così tanto ?
Ottobre 21st, 2014 alle 19:49
La bella quotidianita’? Scendere da questo mondo sbagliato e vedere la gente sorridere.
Conte viola
Ottobre 21st, 2014 alle 21:00
Io non sono ne vecchio ne saggio ma sono giunto a una conclusione: non c’è niente di meglio della quotidianità.
Quando posso andare a letto sazio e senza dolori, e con me la mia famiglia, cosa posso chiedere di più?
Se la gente apprezzasse di più le cose semplici della vita ci sarebbero meno odio e guerre al mondo.
Facile? No, impossibile senza uno sforzo di volontà nel ricercare l’equilibrio perchè è nella natura dell’essere umano l’impossibiltà di godere di una completa e assoluta soddisfazione.
Per tutti, e in particolar modo per coloro ai quali la parola “quotidianità” evoca tristezza, mi permetto di consigliare “Se questo è un uomo” di Primo Levi, libro che tutti conoscono ma che non tutti hanno letto, e anche a chi lo ha letto consiglio di rileggerlo. Io lo faccio ogni 4 o 5 anni. Cambia la vita.
Ottobre 21st, 2014 alle 21:21
Grande David, ma anche vedere la “maggica ” presa a schiaffi da quel genio di Guardiola da soddisfazione! un abbraccio a tutti
Ottobre 21st, 2014 alle 21:58
La risposta è dentro di noi. Ma è sbagliata (cit.)
Ottobre 21st, 2014 alle 22:10
Ot. Ma la devo postare. Scusate.
«Non tutti quelli che ti buttano della merda addosso, lo fanno per farti del male; non tutti quelli che ti tirano fuori dalla merda, lo fanno per farti del bene. Ma soprattutto, quando sei nella merda fino al collo, stai zitto!».
Jack Beauregard
Ottobre 21st, 2014 alle 22:48
https://www.youtube.com/watch?v=jicytT0tNkk
Ottobre 22nd, 2014 alle 04:09
Non posso aspettare il prossimo post.
Ho ascoltato Francesco Flachi ospite al Pentasport, di quello che ha detto mi resta in mente la veemenza con cui ha controbattuto ad un ascoltatore , peraltro senza farlo finire di parlare, come punto nell’orgoglio.
Suppongo sia una presenza abituale, nello spazio che fu il Sullivan Show.
Mi domando quanto sia azzeccata come scelta, vista anche la sua storia calcistica a Firenze. Il suo apporto nell’anno della B, anche morale, ok, poi però c’e` poco. Colpa di Ranieri? Ok.
Personalmente ho sentito parecchie ovvietà, senza quello “scatto” bruciante alla Ciuffi.
A parità di bravura, quindi, la differenza la fanno altre cose.
P. S. Nelle giovanili l’ha conosciuto un mio amico, la descrizione che.mi fece combacia con l’attuale, in poche parole : svogliato, spesso irritante.
RISPOSTA
Viene una volta al mese in un qualsiasi giorno della settimana, la tua posizione mi pare del tutto fuori luogo perché non c’entra niente col Ciuffi
Ciuffi si nasce, purtroppo o per fortuna.
Ottobre 22nd, 2014 alle 06:10
Parole sante David
Ottobre 22nd, 2014 alle 07:25
Discepolo, n. 48, hai dimenticato la prima parte della frase senza la quale la seconda perde parzialmente di significato:
“A proposito, ho trovato anche la morale della storiella che raccontava tuo nonno, sì quella dell’uccellino che la vacca aveva coperto di merda per farlo star caldo e che poi fu tirato fuori e mangiato dal cojote. È la morale dei tempi nuovi: non tutti quelli che ti buttano della merda addosso lo fanno per farti del male, non tutti quelli che ti tirano fuori dalla merda lo fanno per farti del bene. Ma soprattutto, quando sei nella merda fino al collo, sta zitto.”
Ciao. 🙂
Ottobre 22nd, 2014 alle 07:29
Complimenti ragazzi. Il mio “Cuore” vi fa una sega.
Ottobre 22nd, 2014 alle 07:57
E non fermarsi mai
e non fermarsi mai
e ritornare a casa
silenzioso e stanco
senza niente dentro
appena il cenno di un sorriso
senza convinzione.
La solita carezza al figlio
che ti viene incontro
mangiare e poi vedere il film
alla televisione.
Non è che mi manchi la voglia
o mi manchi il coraggio
è che ormai son dentro
nell’ingranaggio
G.Gaber
Ottobre 23rd, 2014 alle 14:17
vorrei tanto abitare in cima ad un monte , con il vicino piu’ vicino a cento km ……