La cosa più sorprendente è che mi sorride quasi sempre in pigiama, in poltrona o dal letto nei giorni della sua lunga malattia, che però a me è sembrata troppo breve.
Niente o quasi dei 35 anni precedenti: le bischerate, le paranoie, le ragazze, i sogni di ieri e le realtà dell’oggi.
Domani sarà un giorno speciale perché Alberto Cirà era una persona speciale.
Lo è stato anche quando ha pensato a quello che sarebbe successo dopo: ha lasciato tutto a Emergency e a Medici senza frontiere, anche perché purtroppo non aveva figli, lui che sarebbe stato un padre fantastico.
Forse un po’ troppo apprensivo (ma chi non lo è?), ma davvero meraviglioso.
Rimangono i genitori e domani per loro sarà una festa, voglio che sia una festa: in via Ghibellina 148/r sarà inaugurata l’ultima mostra di Alberto, “Scorze”, e i ricavati dei suoi quadri andranno tutti a Medici senza frontiere.
Ho mandato il comunicato ai giornali e ho così scoperto il lato professionale della sua vita: era bravissimo e molto quotato.
Buffa questa cosa, due amici veri che non sapevano nulla o quasi del lavoro dell’altro, io di pittura (sono un ignorante totale) e lui di calcio.
Come faccio a dirvi di venire perché i suoi quadri sono belli?
Mentirei.
A me piacciono, ma non sono da prendere in considerazione.
Però, se potete, partecipate, io dalle 18 in poi sarò lì stando attento a non dire troppe bischerate perché Alberto ci controlla da lassù (se c’è un lassù…).