La mia voce in viola 1998/99 – Seconda parte
SFORTUNA E PAZZIA
Mancano pochi minuti alla fine di Fiorentina-Milan, partita deludente sia per lo spettacolo che per il pareggio. Batistuta cade pesantemente in un ripiegamento difensivo, e andrebbe sostituito. Ma Gabriel dice che se la sente di continuare ed il tecnico si fida ciecamente del suo campione. Un minuto più tardi Bati si accascia mentre sta correndo accanto a Sala. In radiocronaca prendo un abbaglio e pretendo la seconda ammonizione per il difensore del Milan, che invece non ha nemmeno sfiorato Batistuta. I primi referti parlano di almeno due mesi di assenza ed escono proprio mentre Edmundo è nella sala d’attesa dell’aeroporto di Roma, pronto a partire per Rio de Janeiro.
E’ una pazzia: ma come, Bati è out e l’unico in grado di sostituirlo se ne va a ballare la samba in Brasile? Cecchi Gori dice che è giusto così, che era un impegno preso personalmente da lui e formalizzato sul contratto del brasiliano. Io non capisco e non mi adeguo. Qualche tirapiedi di Vittorio vorrebbe mandarmi in video a sostenere le esternazioni presidenziali. Mi oppongo e allora chiama direttamente il presidente-senatore-produttore per “invitarmi” a cambiare idea.
«Guarda Vittorio, che io ho attaccato in radio la Fiorentina su questa scelta. Se presento lo speciale con te, posso solo ribadire la mia posizione»
«Può giocare Robbiati con Oliveira…, lo dice anche Trapattoni»
«Ma dai, lo sai benissimo anche te che non è la stessa cosa. E’ stata un’enorme sciocchezza aver fatto partire Edmundo, pensa alla reazione dello spogliatoio per questo trattamento preferenziale. Una società seria si sarebbe opposta».
Batistuta tornò dopo appena trentacinque giorni, ma non fu lui per almeno un altro mese e gli andò già bene a non farsi male di nuovo. La Fiorentina era intanto scivolata al secondo posto, mentre Edmundo veniva a malapena sopportato dai compagni. Che occasione sprecata.
L’AVVERTIMENTO
Il dottor commercialista Andrea Parenti ha rappresentato per anni la mente più lucida del gruppo Cecchi Gori, forse avvantaggiato dal fatto di essere solo un consulente esterno e di potersi quindi permettere di dire a Vittorio le cose come stavano. Andrea era uno di quelli (pochi, davvero pochi) che sapeva mantenere la parola data. Nell’aprile del 1999 ci trovammo quasi per caso a Canale Dieci (che deve a lui gran parte della propria autonomia finanziaria) e mi sparò a bruciapelo una domanda che mi lasciò senza parole: «che farebbero i tifosi se vendessimo Batistuta, Rui Costa, Edmundo e magari anche Toldo?».
«Credo che ci sarebbe la rivoluzione. Cecchi Gori ha promesso lo scudetto e se Vittorio vende i campioni la gente scende in piazza. Ma perché me lo chiedi?»
«Perché, se continua così, la Fiorentina rischia di non iscriversi al campionato».
Ero abituato a trattare con Parenti anche sulle ultime diecimila lire di rimborso spese e per questo considerai le sue parole assolutamente eccessive, una specie di sfogo per i troppi soldi che circolavano nel calcio. Tra l’altro stavano per arrivare i miliardi della televisione a pagamento, che aveva finalmente trovato con Stream l’alternativa a Tele Più. La Fiorentina era nel gruppo delle grandi e si parlava di un mega-contratto televisivo: come poteva Parenti pensare a certe cose?
CHAMPIONS LEAGUES
La stagione del possibile scudetto si concluse con terzo posto finale, a ben quattordici punti di distanza dal Milan, incredibilmente Campione d’Italia. Nel finale ci eravamo avvitati come nei peggiori anni di Ranieri, con appena cinque punti in cinque partite. Nell’ultima inutile gara di Cagliari Trapattoni mandò in campo Torricelli ancora non al meglio della forma dopo un infortunio, e il suo pupillo si ruppe definitivamente dopo neanche venti minuti. Non sapevamo se essere soddisfatti per l’ottimo piazzamento o rammaricati per aver perso ancora una volta la possibilità di vincere lo scudetto. Poteva essere l’anno giusto, con Juve e Inter in crisi nera, la Roma alle prese con il problema Zeman e la Lazio travolgente ma discontinua. In fondo avevamo preso quattro punti su sei al Milan, ma avevamo dovuto sopportare l’infortunio di Batistuta e la partenza di Edmundo. Al momento decisivo, Cecchi Gori non tirò fuori i soldi per rinforzare l’organico e già quello poteva essere un segnale che qualcosa non andava come ci stavano raccontando. A gennaio era infatti arrivato solo il modesto Ficini, che diventò suo malgrado il simbolo di quello che poteva essere e non è stato.
LA RIVINCITA DI MALESANI
Eravamo finiti in finale di Coppa Italia quasi senza accorgercene. Quella stessa coppa che tre anni prima aveva trascinato una città intera in una notte di festosa follia, adesso valeva meno di un piazzamento in Champions Leagues. Personalmente però ci tenevo moltissimo a vincerla perché l’altra squadra finalista era il Parma del mio “amico” Malesani. Quando Batistuta al Tardini pareggiò il gol di Crespo, a otto minuti dalla fine, andai nell’esultanza ben sopra le righe. Credevo che il più fosse fatto e già pregustavo la rivincita nei confronti del tecnico veronese nella gara di ritorno.
Il Parma ci fece a pezzi nella mezz’ora finale, con una tale dimostrazione di potenza che qualsiasi ulteriore commento risulterebbe superfluo. Perdevano due a uno e ci misero ai paletti con un forcing degno del miglior Milan di Sacchi. Qualcuno rimproverò a Malesani la troppa esultanza al momento della premiazione, ma che avrebbe dovuto fare? Fingersi costernato perché la sua vecchia squadra aveva perso la Coppa Italia? Via, non facciamo gli ipocriti. O almeno, non fino a questo punto.
Aprile 7th, 2009 alle 15:49
Nel tormentato finale di stagione mi ricordo una gran partita che tenne ancora accesa la speranza seppur per poco, quella col Parma in casa vinta 2 a 1 con gol di Oliveira su punizione e Rui su rigore che lo dedicò a i Bati in tribuna. Quella fu una partita emozionantissima, vinta col cuore e con la grinta. E poi ricordo di aver fatto perdere lo scudetto alla Lazio alla penultima giornata al Franchi con un 1 a 1 (Bati che poi se non ricordo male svenne al centro del campo per una botta precedentemente presa alla testa, e gol di Vieri). questa partita me la ricordo anche per la follia dei laziali dopo la gara, i quali persero lettealmente la testa invadendo le vie circostanti allo stadio, mi ricordo che io con un gruppo di raggazzi ci rifugiammo dentro un bar, chiudemmo i bandone e dopo aver passato 20 minuti di panico, una volta calmate le acque riuscimmo fuori e vedemmo diverse macchie di sangue sull’asfalto. Una parolina la spendo anche per il caso Edmundo: con i Della Valle una cosa del genere non sarebbe successa…chi vuol capire capisca
Aprile 7th, 2009 alle 16:01
mi ricordo ancora l’intervista di edmundo all’aereoporto…
D: “un pensiero per il tuo compagno batistuta nfortunato”
R: “c@++o”
più o meno una cosa del genere
Aprile 7th, 2009 alle 16:41
Ricordo quel Fiorentina-Lazio.
Tra la maratona e i campini partì una sassaiola della madonna, arrivava di tutto. Loro erano circa 10.000 ed erano imbestialiti.
L’anno successivo uguale, fu 3-3, ma riuscirono comunque a vincere lo scudetto.
Erano gli anni del Giubileo.
Nel 1999-2000 la Lazio, nel 2000-2001 la Roma. Poi anche la Roma Pallavolo e la Roma Pallanuoto.
TUTTE FALLITE O QUASI.
Ah, il Giubileo, che “miracoli” che ha fatto.
Aprile 7th, 2009 alle 18:20
X Caneciorto:
Della Valle non l’avrebbe preso uno come Edmundo e cmq la gestione del caso Mutu questa estate pareva un ritorno ai tempi Cecchigoriani…
X Ghebbe:
sarà stato il giubileo ma era una grandissima Lazio: in quel periodo avrebbe dovuto e potuto vincere di più e soprattutto far molto meglio in Champions.
A mio avviso la lazio di Eriksson ha rappresentato la squadra più forte tecnicamente nel campionato italiano degli ultimi quindici anni (per intendersi dalla fine del ciclo di Capello al Milan)
Ricordo sia l’1-1 che il 3-3 ottenuti con rabbia e determinazione al cospetto di una grande squadra.
Per la pallanuoto il discorso è diverso, non era previsto lo scudetto, arrivò improvvisamente ma si può ricondurre al fenomeno meteore che ogni tanto accade.
Quanto alla pallavolo, riconoscerai come non abbia avuto grandi aiuti, i soldi ce li han messi sul serio e l’acquisto di un tecnico preparato e vincente con dei giocatori di grande esperienza ha fatto il resto.
Ti posso dire che anche in anni antecedenti al Giubileo, ci furono grandi investimenti nelle squadre romane (91-92,92-93 il Messsaggero Basket acquistò Radja e Mahorn come lunghi!!!!) o recentemente con il presidente Foti e Malagò che nel basket investono molto ma vincono zero!
Credetemi, è molto difficile fare sport nella capitale soprattutto per dirigenti e tecnici…
E quanto alle scandalose agevolazioni concesse, anche per motivi di ordine pubblico, credo c’entri di più la politica che il Giubileo.
Almeno questo è il mio pensiero.
Aprile 7th, 2009 alle 18:38
X Ghebbe..
Mamma che palle!!!!
ora t’hai messo nel mezzo anche il giubileo… sei veramente pesante..
Aprile 7th, 2009 alle 18:58
SE COMPRATO SUBOTIC!!!!!!!!!!111
Aprile 8th, 2009 alle 08:06
Caro Alessio R. (e “caro” Andrea),
il Giubileo ha portato a Roma tanti di quei soldi che possiamo solo immaginare.
Il resto lo lascio a voi.
Se poi, “caro” Andrea, non posso neanche più scrivere 4 righe secondo il tuo democraticissimo pensiero, vorrà dire che emigrerò in Gambia, sempre che per te vada bene.
Aprile 8th, 2009 alle 09:11
X Ghebbe,
non volevo mettere in dubbio che a Roma siano arrivati tantissimi soldi per Giubileo (senza dimenticare che ne han benficiato altre città italiane come Milano e Venezia che con i soldi del Giubileo si son rifatti gli aeroporti) volevo solo far presente che alcuni investimenti come quelli di Cragnotti son cominciati ben prima della scadenza del Giubileo.
Aprile 8th, 2009 alle 10:21
Senz’altro Alessio.
Ma è quantomeno strano, che proprio a cavallo di quell’anno a Roma abbiano vinto di tutto, interrompendo nei vari sport (pallanuoto e calcio soprattutto) egemonie che duravano da decenni. Interruzioni effimere per altro…
Ad ogni modo sì. Grandissima Lazio.
Aprile 8th, 2009 alle 10:48
La Lazio e la Roma in quei due anni erano impressionanti però il discorso di Ghebbe è ampiamente da prendere in considerazione
Aprile 8th, 2009 alle 10:54
X Ghebbe,
sì la coincidenza temporale è effettivamente “curiosa” ma se juventus si ciulla 9 punti di vantaggio sulla seconda la colpa non è del Giubileo.
Di sicuro Roma città e le varie squadre romane ne han tratto beneficio ma si era creata una competitività tra Cragnotti e Sensi per cui nessuno voleva più rimanere indietro quanto ad investimenti, con gli effetti che tutti conoscono.
Voglio chiudere questo piccolo dibattito con una provocazione.
Sarei ben felice se le agevolazioni in favore di Roma (intesa come insieme di situazioni) si verificassero solo ogni 25 anni…
Ps: A mio giudizio se prendiamo le Lazio di Eriksson ( 3 stagioni e mezzo) e le Roma di Capello ( 5 anni) e ne traiamo i migliori 11, almeno 7 di questi sono biancocelesti. (ovviamente è un gioco stupido ma, tenendo presente quanto forte fosse la Roma, la dice
lunga sul valore di quella Lazio…)
Aprile 8th, 2009 alle 11:09
La ricordo benissimo quella Lazio. La Roma riuscì a vincere solo perché ebbe in una squadra già fortissima, l’onore di avere tra le proprie fila il centravanti più forte del mondo in quella che fu la sua ultima grandissima stagione.
E si sa, con 3 attaccanti di livello mondiale (Totti, Bati, Montella) i campionati si vincono anche con Antonioli e Mangone.
La Lazio effettivamente era spaventosa, ricordo Mancini, Salas, Crespo, Vieri (nei 3/4 anni di Cragnotti) che erano 4 autentici mostri.
Poi Nedved, Marchegiani, Simeone, Flavio Conceiçao, Veron, Almeyda (ricordi il gol a Parma, in Parma-Lazio 1-2??), Poborsky, Boksic, Nesta….
Tantissima qualità, hai ragione da vendere.
Aprile 8th, 2009 alle 13:43
Ma io non t’ho mica detto che non tu puoi dire nulla!
Ho solo sbottato per la tua ennesima polemica sterile guidata dai tuoi soliti (e risaputi) pregiudizi fritti e rifritti.
Guarda che io la penso come te su molte cose, ma questi pregiudizi che vengono fuori ogni tre per due con una tale superficialità proprio non li capisco… senza considerare il modo con cui argomenti tali farneticazioni: cioè attraverso il tuo paraocchi.
Dispiace perchè come ti ho già detto quando apro un post vado a cercare i tuoi commenti che però, ultimamente, mi sembrano troppo guidati da preconcetti, soprattutto quelli sulla Viola.
Aprile 8th, 2009 alle 14:08
Edmundo è sempre stato il mio idolo indiscusso, proprio perché era un genio, in campo e fuori. Mi sono sempre esaltato per gli “artisti” del pallone, quelli che si innalzano sopra la mediocrità mettendoci la faccia (fuori campo) ed i piedi (in campo). Qualcuno eccede e diventa prigioniero di se stesso (fra i tanti, Gascoigne, Best e Maradona per intendersi) ma almeno lasciano un ricordo forte: Edmundo era l’unico centravanti al mondo che picchiava lo stopper, saltava i difensori come birilli e si permetteva di tenere testa a Batistuta. Un grande, certo diverso dallo stuolo di cortigiani che giravano intorno alla Fiorentina ed a Cecchi Gori in quei giorni. Poi c’ha fatto perdere lo scudetto, è vero, ma almeno ha preso una posizione pubblicamente, senza fingere una “fascite plantare” qualsiasi o cercarsi un’ammonizione per andare in vacanza prima del tempo. Edmundo si fece intervistare a bordo piscina quando la Fiorentina era senza di lui: almeno sapevi con chi prendertela, direttamente. Insomma, un cattivo esempio ma anche un idolo.
Aprile 8th, 2009 alle 14:32
X Ghebbe,
in realtà gli anni di cragnotti son stati otto ma effettivamente i 3/4 di Eriksson furono pieni di grandissimi giocatori.
Sulla Roma devo dire che trovò in Tommasi ed Emerson (inizialmente Zanetti) un coppia centrale spaventosamente forte e completa anche se, quanto a numero di campioni, la Lazio era un’altra cosa…
Capello nello scudetto ci mise molto del suo (come ce lo mise l’anno seguente nel perderlo con una squadra più forte dato che nell’estate arrivarono Panucci e Cassano) ma, tra tutte le squadre vincenti che ha allenato, la roma è stata quella con meno campioni il che la dice lunga sulla qualità delle altre compagini da lui allenate.
Il goal a Parma di Almeyda fu fantastico ma se parliamo di Parma-Lazio io ricorderò sempre un unico goal di tacco…
Aprile 8th, 2009 alle 16:49
Già!
Gol di tacco di Mancini ed eurogol di Almeyda da 45 metri!
Anche il Parma era uno squadrone, Buffon era incredulo.
x Andrea:
ti ringrazio, prenderò le tue critiche in modo costruttivo. Anche se ti invito a riguardarti cosa successe in quel 2000 allo sport romano… Vinsero a tutti i livelli, su quasi ogni fronte, salvo poi sparire… Cose davvero strane. Ciao.
Aprile 8th, 2009 alle 17:12
X Maledetto Toscano:
Edmundo l’ammonizione per andare in vacanza prima del tempo se l’è cercata eccome.
Juventus Fiorentina 1-0 del dicembre 98 con Edmundo, diffidato e migliore in campo che, improvvisamente, con la Fiorentina in vantaggio e con un uomo in più, andò a prendersi di proposito un’ammonizione per saltare la trasferta di Perugia (dove, peraltro, lasciammo due punti) che rappresentava l’ultima partita prima della sosta natalizia.
Quello rappresentò il primo grave episodio che fece incavolare il gruppo nei confronti del brasiliano che, con la scusa della squalifica se ne tornò in Brasile 7 gg prima e fece durare la sua personale vacanza una settimana in più…ed infatti al suo ritorno, prima ancora del Carnevale i rapporti con gli altri erano deteriorati. Vedasi mese di gennaio 99
Aprile 9th, 2009 alle 11:50
Bravo Alessio R., non mi ricordavo quell’episodio: infatti, mi riferivo a Mutu ma, evidentemente, non c’è mai fine al peggio e non puoi dire di conoscere fino in fondo nemmeno i tuoi idoli personali più fidati. Comunque, Edmundo era davvero una cattivo esempio ma un grande, grandissimo giocatore. Quando sento (in radio) e vedo (in campo) Semioli, giocatorino perfetto ed uomo esemplare, la nostalgia per uno come l’Edmundo fiorentino cresce a dismisura !!!
Aprile 9th, 2009 alle 15:44
x Ghebbe,
comunque, se non erro, il goal di Almeyda fu realizzato l’anno successivo a quello del Mancio.
L’anno del goal del Mancio (1998-99) la partita finì 1 3 e Mancini segnò l’1 2. Nel pomeriggio avevamo battuto il Cagliari 4 2 (eramo sotto 1 2 ad un quarto d’ora dalla fine)
L’anno dopo finì 1 2 era la quarta di campionato. Almeyda segnò l’1 2 del posticipo mentre nel pomeriggio avevamo pareggiato 1 1 ad Udine reduci dall’ubriacatura presa al Nou camp…
Aprile 9th, 2009 alle 17:01
Eh sì, forse faccio confusione con quei due Parma-Lazio…
Infatti se non erro dopo il primo vinto 1-2 con gol di tacco di Mancini ci laureammo Campioni d’Inverno. Per me era la prima (ed è rimasta ultima) volta.
All’epoca c’erano dei grandi campioni nel campionato italiano.
Adesso la squadra quarta in classifica ha gente come Sculli e Marco Rossi, con tutto il rispetto per questi.
10 anni fa al quarto posto c’erano il Parma o noi o la Roma o il Milan o l’Inter… Roba del tipo Baggio Roberto, Nedved, Batistuta, Rui Costa, Edmundo, Salas, Vieri, Del Piero, Ronaldo….
Altro che Sculli.
Aprile 10th, 2009 alle 10:50
X Ghebbe,
al quarto posto ci sono Sculli e M Rossi ma al sesto ci sono de Rossi e Totti, amico mio…
Capita quasi sempre che nelle prime quattro cinque si inserisca un’intrusa.
Nel 97 98 Bati, Rui, Morfeo, (quando pensava a giocare a calcio) Toldo, Oliveira, erano in una Fiorentina che festeggiò il quinto posto ma Calori, Pierini, Bachini, Walem (lo ricordi, quanti goal dell’Udinese con le palle inattive, Bierhoff e calori giocavano con le sponde) Turci e Bertotto arrrivarono terzi!!
Idem con Spalletti nel 2005.
Secondo me, il vero problema si è presentato quando è venuto meno il limite degli stranieri tessarabili per squadra.
Fino a quel tempo pur di giocare in Italia un campione del mondo come Passarella accettava di andare a Firenze, un grande come Casagrande andava ad Ascoli, Junior a Torino, Stoikovic a Verona.
Oggi i giocatori di valore pari a questi son tutti concentrati nelle squadre più forti considerato come le rose siano più ampie e sia venuto meno il limite per gli stranieri e questo aumenta il gap. (almeno quelli comunitari).
Se guardi i risultati in campionato, il Parma di Osio, Donati, Melli, Cuoghi, Zoratto era spesso al terzo quarto posto come quello di Ancelotti e Malesani che è giunt secondo nel primo anno di Ancelotti e poi sempre oscillante dal 3′ al 6′.
Quanto a Parma Lazio è proprio così…
Quello del tacco di Mancio che Lazio vinse 1 3 ci diede la possibilità di laurearci campioni d’inverno…
La bomba di Almeyda arrivò l’anno dopo
Maggio 5th, 2009 alle 20:01
Ma nessuno ricorda che le grandi Roma e Lazio di quegli anni furono costruite la prima grazie ad una serie di bilanci aggiustati se non addittura falsi, la seconda idem con le ridicole plusvalenze messe in atto a più riprese tra i due gentiluomini di Cragnotti e Tanzi. Le conseguenze di tali gestioni sono state il buco di oltre 300 ml della Roma e lo spalmadebiti della Lazio. Questi sarabbero gli scudetti da revocare!!
Aprile 28th, 2015 alle 10:56
“ma era una grandissima Lazio: in quel periodo avrebbe dovuto e potuto vincere di più e soprattutto far molto meglio in Champions.
A mio avviso la lazio di Eriksson ha rappresentato la squadra più forte tecnicamente nel campionato italiano degli ultimi quindici anni (per intendersi dalla fine del ciclo di Capello al Milan)”
Peccato che fosse una squadra che Cragnotti non potesse assolutamente permettersi! Mah!
Solo nel 98 arrivarono Stankovich, Mijalovich, Vieri, Couto, De La Pena, Conçeicao… allucinante! Oggi fantascienza! Bah! S’ è visto poi che è successo 3 anni dopo!
Mi fa sorridere il fatto che per giustificare il tutto si parli di meteore, casualità, coincidenze. Le certezze ci sono e quelle sono!
Tra il 99 e il 2001 (anno di chiusura del giubileo il 6 gennaio) a Roma sono arrivati quasi tutti gli scudetti possibili! E mi parlate di casualità! Se fossero finiti in altre città chissà che si sarebbe detto! Bah! Vorrei motivazioni migliori, no che lo scudetto nella pallanuoto non era previsto! Ma che vuol dire? Boh! Senza offesa eh!
“Ma nessuno ricorda che le grandi Roma e Lazio di quegli anni furono costruite la prima grazie ad una serie di bilanci aggiustati se non addittura falsi, la seconda idem con le ridicole plusvalenze messe in atto a più riprese tra i due gentiluomini di Cragnotti e Tanzi. Le conseguenze di tali gestioni sono state il buco di oltre 300 ml della Roma e lo spalmadebiti della Lazio.”
Già, si tende a dimenticarlo! XD
Aprile 28th, 2015 alle 11:05
“L’anno successivo uguale, fu 3-3, ma riuscirono comunque a vincere lo scudetto.”
E meno male! Chissà sennò che combinavano! Ricordiamo che a Roma non si può giocare più un derby la sera per cose assurde! Bah!
Aprile 28th, 2015 alle 11:09
” La Roma riuscì a vincere solo perché ebbe in una squadra già fortissima, l’onore di avere tra le proprie fila il centravanti più forte del mondo in quella che fu la sua ultima grandissima stagione.”
Più “solo” direi “anche”. Regole sugli extracomuntari cambiate in corso, mano (dalle immagini decisamente non involontario) di Totti prima del goal con il Napoli alla penultima, rugby a Perugia per il 2 a 2, sul primo goal al Parma un giocatore della Roma in fuorigioco che si sposta per far passare la palla… si ricordano solo le cose che convengono.
Se fosse stata un’ altra squadra chissà che si sarebbe detto! Bah!
Settembre 24th, 2016 alle 03:21
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