Trecento persone ad accogliere nell’inferno della calura fiorentina un portiere di 34 anni, fermo da una stagione e allora ci si pone delle domande

Perché sono sempre stato garantista, nel senso della tutela della proprietà privata, e poiché la Fiorentina è una normale Società per Azioni, chi detiene il pacchetto di maggioranza, e ha sborsato una valanga di soldi per acquistarlo, ha tutto il diritto di amministrare qualcosa di suo come meglio crede, spendendo o non spendendo e, se ci riesce, magari pure guadagnandoci, come accade ad alcuni scaltri presidenti

Una squadra di calcio però non è un’azienda come le altre, è qualcosa di unico, un’industria che vive essenzialmente sulle emozioni che sa rinverdire o suscitare nell’utilizzatore finale, che poi in questo caso sarebbe il milione abbondante di tifosi viola e di conseguenza i diciassettemila abbonati nell’anno della C2 o i trecento meravigliosi e sudatissimi ammiratori di De Gea

La Fiorentina non è dei tifosi, ma di Commisso, però solo i tifosi la tengono in vita, perché qui non si producono scarpe o generi alimentari, ma sensazioni, speranze, gioie e delusioni: senza di quelle finisce tutto

E bisogna essere molto, ma molto bravi per adeguarsi a questa giostra impazzita che si chiama calcio