La pressione
Racconta lo scopritore svizzero di Cabral che il ragazzo non si sta esprimendo al meglio perché sente troppo la pressione e qui occorre andare in profondità, non solo per quello che riguarda il volonteroso ragazzo brasiliano, ma più in generale
Cos’è esattamente la pressione che si avverte nell’esercizio del proprio lavoro?
E ancora: esiste qualcosa per cui siamo disposti ad impegnarci che non comporti pressione?
Voi credete che un minuto prima di entrare davanti ad un palco davanti a 500/1000 persone io non abbia avuto strizzoni di pancia? O che non abbia pensato: ma se mi impappino, se non ricordo la scaletta, che figuraccia faccio?
E quando arrivano i dati di ascolto, o quando quotidianamente devi cercare di rendere le trasmissioni all’altezza delle aspettative di chi ci ascolta?
Pressione quotidiana, stress continuo, che fa parte di chiunque nella vita faccia qualcosa che lo sottopone al giudizio degli altri
Quindi per favore cerchiamo di limitare l’uso improprio di certe parole e non surfeggiamo su frasi che hanno poco a che vedere con la realtà, e questo vale per Cabral, il suo scopritore e tutti i presunti stressati del mondo
Dicembre 14th, 2022 alle 08:05
È il passaggio più importante è lo scalino definitivo è solo chi sa versare le lacrime e ripartire con più rabbia è cattiveria sale l’ultimo scalino.
Questo è il calcio
Questa è la sostanziale differenza tra il campione e il “normale”
Per questo motivo aumentano in modo smisurato in mental coach, su cui ho qualche dubbio, specialmente sul nome, secondo il mio punto di vista serve più lo psicologo, perché oltrepassare la paura nel calcio è la stessa identica cosa che oltrepassare le paure della vita, ma probabilmente fa figo essere mental coach, anche se spesso molti hanno atto un corso di 24 ore on Line.
Però arriviamo al succo
Cabral non ha ancora un mental coach?
Cabral riuscirà mai ad oltrepassare il guado delle proprie paure?
E quanto deve aspettare la Fiorentina per capire se ci riuscirà oppure no?
Tito Bini (mio vecchio allenatore) un giorno in preparazione disse una frase che per me è storia
Preparazione allievi nazionali un ragazzo si presenta agli spogliatoi accompagnato dalla madre, che cerca il mister
Tito si stava cambiando si presenta con le scarpe slacciate (io sulla panca di fronte agli spogliatoi insieme ad altri compagni) e la maglietta un po’ su e un po’ giù, ma alla sua età era tutto permesso,
La signora esordisce: “mister scusi il giorno di ritardo e….. mi raccomando mio figlio è veramente un bravo ragazzo “
Tito risponde lapidario: “ signora se è così tanto un bravo ragazzo se lo riporti a casa, per giocare a calcio non serve”
Dicembre 14th, 2022 alle 08:50
È vero.
Per onestà, è anche vero che alcune persone soffrono la pressione più di altre. E questo dipende dal carattere e non dallo stipendio.
Secondo me comunque i limiti di Cabral sono prevalentemente tecnici più che mentali.
Dicembre 14th, 2022 alle 09:02
Scusate gli errori
Dal telefono è impossibile
Dicembre 14th, 2022 alle 09:06
Viviano per dirne uno, in un ruolo molto delicato a Firenze ha sofferto per l’eccesso di pressione. Anche il ruolo del centravanti è un ruolo delicato. I centravanti col rendimento migliore in genere sono più maturi (al netto dei fuoriclasse); adesso poi vanno di moda i vecchi come Giraud, sostituto di Benzema o Lewandoski. Se si punta a scoprire i nuovi fenomeni, è frequente ritrovarsi con gente emotivamente abbastanza immatura. Se mi rifaccio al suo rendimento a Firenze finora, sarebbe da sostituire ma con un centravanti “conclamato” tipo Gilardino. A trovarlo un Gilardino però…ci sono tanti Mario Gomez in circolazione…
L’altra sera ho ascoltato l’ennesimo paragone tra Amrabat e Torreira. Amrabat non sarebbe in grado di fare regia come Torreira che faceva tanti assist. A me piaceva Torreira sia chiaro, ma non l’ho mai rimpianto dopo aver visto l’Amrabat di quest’anno, ma per scrupolo mi sono andato a vedere le statistiche del piccolo uruguaiano e con mia (che non sono nessuno) profonda sorpresa trovo: 301 partite, 13 assist in carriera…alle volte la gente (e gli addetti ai lavori) si autoconvincono di cose che non sono mai esistite. Spero solo che questi “visionari” non si ritrovino a testimoniare in tribunale contro qualcuno.
Dicembre 14th, 2022 alle 09:10
La “pressione” a questi livelli dovrebbe essere un non problema. In linea teorica nell’iter di crescita di un giocatore dalle giovanili avvengono svariate scremature e dovrebbero arrivare i più pronti alle serie minori, infatti sono innumerevoli i talenti che si perdono per strada.
Per cui se un giocatore dovesse avere dei limiti caratteriali dovrebbero, come minimo, essere compensati da un’enorme cifra tecnica, altrimenti non si spiegherebbe. Ma non mi sembra sia questo il caso… Quindi poche chiacchiere e pedalare.
Dicembre 14th, 2022 alle 09:14
ma che paragoni fai? una cosa è dover parlare in pubblico un’altra giocare a pallone. se senti la pressione, come sbagli un passaggio il disagio aumenta, il gol non arriva, non arrivi sui palloni, l’avversario ti sovrasta.. ti senti gli occhi di tutti addosso, il brusio dei tuoi tifosi.. che cavolo c’entra col lavoro che svolgiamo tutti i giorni e che si, porta pressioni a tutti ma di tipo ben diverso. e non è che questo problema ce l’ha solo Cabral, ce l’hanno più o meno tutti a seconda delle situazioni. quello che diversifica è il tempo che occorre per sbloccarsi e questa cosa arriva con le prestazioni.
Dicembre 14th, 2022 alle 09:34
Posto che per ogni stop gli ci vogliono 25 minuti, mi pare che la pressione sia l’ultimo dei problemi…
Dicembre 14th, 2022 alle 09:41
Caro Viola 1946,
rispondo solo ora, e quindi fuori tema rispetto all’argomento del giorno, in merito al riferimento per cui il calcio all’italiana possa rivelarsi “fruttuoso”.
Come noto, non condivido questa visione. Provo a spiegare il mio punto di vista anche in riferimento al Marocco alla cui ondata di complimenti non riesco ad unirmi.
In una competizione come il mondiale, in cui le “piccole” preparano le prime partite avendo obiettivi intermedi e non di vittoria finale, se ti vanno bene le cose, puoi avere la fortuna di ottenere risultati insperati. A maggior ragione in un’edizione in cui le squadre, anzichè i consueti 15-20 gg, hanno avuto 5 gg di preparazione.
Il Marocco ha lasciato 3 occasioni alla Spagna (poche in 120 minuti) e 5 nette occasioni da goal al Portogallo. Sarei dalla tua parte, amico Viola 1946, se i Leoni d’Artlante avessero, per mezzo del calcio che definisci fruttuoso, creato occasioni da goal o comunque avuto momenti della gara in cui si sono battuti alla pari. Ma così non mi è parso. Ho apprezzato maggiormente l’Arabia Saudita che ha mandato in fuorigioco 10 volte gli argentini con un atteggiamento coraggioso se non ai limiti dello spregiudiato.
Vero è che quando ti difendi, soprattutto nascondendo o coprendo le linee di passaggio per vie centrali, più passa il tempo senza che gli aversari segnino e più ti senti invincbile. I compagni diventano compagni di un’impresa, la carica emotiva diventa protagonista e ti “convinci” di essere nel giusto. Se poi il risultato ti gratifica, sei osannato.
Ma sul lungo periodo non sarà fruttuoso perchè il calcio è metafora della vita e chi avanza speculando trova sempre qualcuno che specula più di lui.
Ne abbiamo avuto prova con il Benevento di Inzaghi, uno che non più tardi di domenica si è vantato in tv di inserire tanti difensori per difendere un risultato.Aveva 11 punti di vantaggio sulla terz’ultima. Giocando quel tipo di calcio ha pue vinto allo Juventus Stadium ma poi? E’ retorcesso mentre lo Spezia di Italiano, giocando un altro calcio si è salvato.
Le regole di oggi rendono ancronostico un certo tipo di intndere il piano gara. Non mi stuperei, se contro la Francia, il Marocco uscisse immeritatamente, cosa che è acdaduta due volte in Champions League all’Atletico Madrid, approdato alla finale a suon di passaggi di turno stile Marocco.
Non credo esistano calcitori da catenaccio e calcitori da gioco spettacolare. Eistono calciatori che portano sul campo i principi dei loro allenatori. La Juve di Trapattoni giocava all’Italiana ma pensi di davvero che Platini, Boniek, Bettega e Rossi non avrebbero potuto giocare in una squadra più bella a vedersi?
O che l’Atletico di Simeone, con Griezman, Joao Felix e tutto quel talento che avrebbe a disposizione, non possa giocare un calcio migliore?
Personalmente, tifando Fiorentina, sono pure condizionato dalla mia fede calcistica. Nato nel 1972, ho memoria calcistica dal 1977 in poi. Ebbene, tranne la stagione 81-82, tuttte le volte in cui la mia squadra del cuore ha ottenuto risultati superiori al previsto, è stato quando ha giocato un calcio propositivo (Montella I, Prandelli I, Malesani, Terim, Eriksson anche un anno di Ranieri se vogliano ecc…). quando si è data ai Mihajlovic, agli Iachini e ai Bersellini è sempre andata male. Il mondo viola continua ad esaltare la vittoria a Wembley con Toldo paratutto e un atteggiamento iperdifensivo. Io, a distanza di anni, rimpiango che con Bati, Rui, Chiesa e Mijiatovic, in due gare con Valencia e nella trasferta di Bordeaux si sia fatto due tiri in porta (un rigore e un goal annnullato a Valencia che era un cross). Al nostro cospetto persino Cuper sembrò un offensivista. E quell’anno potevamo davvero approdare ia quarti.
La circostanza che maggiormante mi amareggia è che in un momento storico in cui nel nostro paese si disucte, forse anche troppo, di “merito”, nel calcio si continui ad esaltare chi specula.
Tra l’altro, opinione personale, il Marocco avrebbe giocatori e qualità per giocare un calcio ben più propositivo.
Da ultimo, scusandomi per la lunghezza ma non scrivevo da setimane, ti consiglio di leggere l’intervista di Juanma Lillo (colaboratore di Guardiola). Qualsiasi sia il tio di calcio che ci piaccia (propositivo o all’italiana non fa differenza), è molto istruttiva. Contattami pure in privato (alessio.rui72@gmail.com) che te la invio. Non ti invio il link perchè è stata pubblicata in un sito per cui collaboro e non voglio abusare del blog altrui.
Dicembre 14th, 2022 alle 09:48
Anche per me quello che ha scritto il Sergente sulla difficioltà di scrivere. Scusatemi tutti gli errori di battitura.
Dicembre 14th, 2022 alle 10:12
sennò uno fa l’impiegato comunale, il netturbino, il casellante….
Dicembre 14th, 2022 alle 10:19
“…che ce la farò a pagare le bollette? …e se poi mi staccano il gas?”
…anche arrivare a fine mese con lo stipendio comporta una bella dose di pressione e stress!! 😜
Dicembre 14th, 2022 alle 10:41
… Cabral ha 24 anni, non è un fenomeno e forse mai lo diventerà, tanti suoi colleghi alla sua età avevano fatto meno di lui (Toni giocava nel Brescia)… A Firenze comunque come da nostra abitudine (Pedro es.), lo abbiamo bocciato dopo un mese, facendo assurdi paragoni con una punta che aveva trovato per merito per fortuna o altro, oltre una dozzina di goal… In ogni caso gli stessi discorsi che facciamo noi per Cabral li fanno a Torino per il nostro ex…
Dicembre 14th, 2022 alle 12:00
Queste starlette accettano solo gli aspetti gratificanti del loro lavoro – se chiamasi lavoro…. – come la fama ed i soldi ma non accettano le conseguenze negative come le critiche o la constatazione che non sono all’altezza di certi traguardi che hanno raggiunto ben al di là dei loro meriti (procuratori bravi ? DS in cerca della scommessa disperata ? Entrambi ambedue ?).
Quando Cabral fece quel bel gol al Napoli non andò in tribuna stampa a dire: scusate, sono stato un poì bravo ma soprattutto fortunato, lasciò capire che lui sapeva fare quelle cose.
Poi non ha più strusciato il pallone nelle innumerevoli partite successive tanto da essere sorpassato dal solito giocatore slavo forte tecnicamente ma dimorto svogliato e supponente.
Bisognerebbe spiegare a Cabral – e se vuole gli mandiamo uno della GKN in disoccupazione – che qui non siamo all’oratorio: giocare in serie A italiana non è un diritto acquisito, se uno è scarso o non è fatto per giocare in Italia può tornare a giocare al Servette e fare 100 gol.
No problem.
Poi si faranno i conti con il DS e con la proprietà ma intanto medaglina e vecci vecci senza tanti discorsi patetici.
Dicembre 14th, 2022 alle 12:07
Diamo tempo al tempo, cosa che a Firenze pare impossibile fare. Di certo Cabral non ha le qualità tecniche e caratteriale del sudicio serbo con la gobba e di certo non è la tipologia di giocatore che può reggere da solo un reparto offensivo in squadre del livello della Viola.
Però, che diamine, facciamolo giocare tranquillo per tutta la stagione, senza che debba essere radiografato ogni suo singolo respiro.
Tra l’altro il ragazzo è pure sfortunato, se gli girasse un di più a suo favore, magari si ragionerebbe di un’altra situazione. E poi, a me i giocatori sfortunati piacciono, perché hanno un avversario in più da sconfiggere.
Cirano
PS: dove ha visto le 5 nette occasioni da gol del Portogallo contro il Marocco, tu solo lo sai. Forse ti sei confuso con il replay, chissà…
Dicembre 14th, 2022 alle 12:23
Ma che sciocchezze scrivi? Roba da chiodi…. La pressione e lo stress esistono e possono influire sulla performance. A tutti i livelli e per tutti i lavori….
Dicembre 14th, 2022 alle 12:48
In tutte le attività che impongono una prestazione di valore e non meramente di routine l’aspetto psicologico è importante.
Nello sport (ma anche nel lavoro e nello studio) gli emergenti sono coloro che oltre alla capacità (spesso dote innata, non nasciamo tutti uguali per predisposizione verso l’una o l’altra attività umana) ed all’impegno (senza non si ottiene alcunché) sviluppano anche la sopportabilità del contesto in cui debbono agire.
Sotto questo profilo Firenze è l’esatto contrario della piazza ideale.
Quindi continueremo a vedere giocatori qui molto in ombra e poi capaci di prestazioni ad alto livello altrove, magari anche in squadre di rango, ma ove il contesto ambientale sia meno pressante.
L’esempio che mi viene in mente (recente e riguardante un attaccante) è Rebic, esploso a Francoforte e poi rimasto a buoni livelli al Milan.
Chi siamo noi per poter affermare con assoluta certezza che non abbia ragione lo scopritore svizzero di Cabral?
Di sicuro non è stata la scelta migliore prendere Jovic (inevitabilmente relegando in secondo piano Cabral).
Andava preso un Caputo, facendo giocare titolare fisso Cabral.
Poi, se arrivati a questo punto si fosse rivelato un flop totale, mercato di riparazione a gennaio.
Ma per come sono andate le cose è difficile giudicare…
Dicembre 14th, 2022 alle 13:52
@8 alessio: stai prendendo un granchio. Nello sport è fondamentale l’intelligenza tattica, non ci si affronta mai a “viso aperto”. L’antica critica che hanno fatto tante volte all’Italia di fare calcio “speculativo” (in senso dispregiativo, come se difendersi sia ignominioso), non ha alcun senso. Ognuno sceglie di sfruttare i punti di forza e nascondere i punti di debolezza e soprattutto con le nazionali, devi far giocare al meglio i giocatori che hai. Poi sulla Fiorentina, da quando la seguo ha sfiorato due volte lo scudetto: la prima nell’82 con De Sisti vincendo le partite 1-0 giocando all’italiana e la seconda col Trap nel 1998 giocando alla Trapattoni. Se non sei convinto prova a salire sul ring con un pugile ed affrontalo a “viso aperto”. A viso aperto mai.
Dicembre 14th, 2022 alle 14:13
Un saluto al caro Dott.Mennonna…uno che a proposito di pressione …
Grazie e la terra ti sia lieve.
Umberto Alessandria
Dicembre 14th, 2022 alle 14:17
Personalmente ho vissuto una esperienza incredibile.
Stavo facendo lezione in aula all’università, quando mi arrivano due signori con la telecamera di Rai 3.
Fin quando i due sono rimasti in aula (meno di 5 minuti), il mio cervello è andato il tilt.
Parlavo, ma senza alcuna lucidità, anche se riuscivo a non dicevo cretinate.
Poi, quel filmato è andato in onda almeno due anni per invogliare gli studenti a iscriversi a quella università.
Ho subito ancora pressione in un convegno (con u8n parterre importante) in cui ero tra gli oratori (la mia ricerca era sulla crisi delle banche meridionali) e avevo difficoltà a volte a ricordarmi alcuni termini.
Ecco la pressione è un qualcosa di gestibile a fatica, se sei preparato prima, impossibile da gestire se non si preparato. Ovviamente, parlo per me.
Ad esempio una finale di Juniores (CSI) giocata prima della partita di quarta serie della mia città, non mi ha generato alcuna emozione o condizionamento, nonostante quattromila persone sugli spalti (vincemmo 2 A 0).
Ma che ci sia pressione sui nostri della viola è fuori discussione, qui viene fuori anche il carattere che ognuno di noi si ritrova.
Non lo vedo così male Cabral, spero sempre che si riprenda con noi.
Certo Monica la pressione di gestire le proprie economie, quando sono scarse, è forse ancora peggio.
Un saluto.
Dicembre 14th, 2022 alle 14:25
@Alessio, sono d’accordo con te sul calcio “in generale” e su un torneo sulla lunga distanza. Ma in un torneo di 7 partite al massimo? Il “problema” è che nel 2004 la Grecia ha vinto un europeo giocando un calcio che in confronto il Marocco è l’Olanda di Cruijff, l’Arabia ha giocato tre partite e d è tornata a casa.
Saluti.
Dicembre 14th, 2022 alle 14:58
Nedo,
nel 1999 non lo ha sfiorato è arrivata terza a 14 punti dalla prima. E’ rimasta in testa sino al giorno di San Valentino, lo ricordo bene ero in tribuna a Udine.
L’infortunio di Batistuta troncò ogni speranza ma lo accusammo alla terza di ritono con un girone intero da giocare.
Lazio e poi Milan stavano già migliorando la media punti. Il raush finale del Milan non lo avremmo mai tenuto.
Io dico che ci è capitato quello che a volte è capitato a Simeone. Ci sian trovati primi a febbraio con alcune vittoie come quella in casa con il Bologna o con il Cagliari in 10, totalmente immeritate.
E abbiamo pagato sul lungo come giustamente scrive Franz Paperott ma l’atteggiamento mostrato a Bari, Piacenza, Parma ci ha penalizzato più dell’infortunio di Bati. Non saremmo mai andati avanti in testa per nove mesi giocando in quel modo.
Ad ogni modo, si tratta di calcio di 23 anni fa.
Con Viola 1946, discutevamo in merito al calcio odierno che, con le regole sopravvenute e le modifiche di concetti portati sul terreno verde favrisce molto di più gli attacchi rispetto a vent’anni fa.
Franz,
hai ragione sulla Grecia.
E possiamo metterci sopra anche il Leicester di Ranieri. Ma sono eccezioni e, a mio parere, dall’eccezione non si può trarre la regola.
Dicembre 14th, 2022 alle 15:07
nella mia infima carriera da calciatore dilettante, ero uno di quelli che giocava molto meglio nelle partitelle di allenamento che in partita. l’allenatore di turno mi vedeva appunto nelle partitelle, mi schierava e io non riuscivo quasi mai a giocare come quando ero super tranquillo tra settimana. sentivo la pressione io che giocavo in terza categoria, mi immagino cosa si provi ad essere costantemente sotto l’occhio di tutti. e non c’entrano i soldi che si guadagnano, c’entra la fiducia in se stessi, la smania di dimostrare qualcosa che si trasforma in ansia se vedi che stai giocando di merda. no, perchè uno se ne accorge se sta giocando male, specialmente se gioca di punta. mi pare che alcuni che commentano non abbiano mai fatto una partita di campionato qualunque esso sia, anche se non siamo tutti uguali: c’è chi nelle situazioni di pressione negativa si esalta e da il meglio e c’è invece chi tende a sparire. concordo comunque con chi dice che per giocatori che hanno questo tipo di problema piuttosto accentuato, Firenze sia una delle peggiori piazze di italia ma forse d’Europa, ma forse del mondo, ma forse dell’universo per giocarci.
Dicembre 14th, 2022 alle 17:04
David tu sei un uomo che ha personalità, sei un leader e sai governare la pressione.
Nello sport come in tutte le attività chi ha talento ma non ha testa non può assumere ruoli di responsabilità.
Sono pieni i ns album di ricordi di giocatori che si sono persi che avevano doti tecniche sopraffine o forza fisica fisica fuori dal comune.
Fra chi è dotato di personalità poi c’è chi si esalta e chi si perde nelle partite importanti, chi è sempre sul pezzo e chi non ha continuità per restare concentrati in una stagione.
Cabral gioca centravanti il ruolo più difficile dove se non hai tanta personalità finisci per avere paura anche ad entrare in area.
Dicembre 14th, 2022 alle 17:07
David, questa proprio non la condivido !
Lo stress e la pressione sono una componente importante per qualunque prestazione. Sportiva, lavorativa, scolastica e … sì, anche per quella prestazione lì, ci siamo capiti 🙂
Però ci vuole rispetto e un aiuto verso chi non riesce a gestirla. Puntare il dito, magari con l’aggravante del lauto guadagno, peggiora solo le cose.
Ognuno la pressione la gestisce in maniera diversa e quasi sempre dipende dal carattere e a volte non ci puoi fare proprio niente.
Vedi nel calcio gente come Sacchi, Agroppi o recentemente anche Prandelli, che non riuscivano a gestirla e hanno dovuto loro malgrado smettere o dimettersi. E credo abbiano provato più di un rimedio.
Nel ciclismo negli ultimi anni più di un corridore professionista si è ritirato molto presto confessando di non riuscire più a gestire i ritmi. Nel tennis il giovanissimo talento italiano Musetti ha sofferto di attacchi di panico recentemente in partita. Così come la Halep, la Pellegrini e la Egonu.
Personalmente non l’ho mai sofferta né a scuola, nè nello sport. Praticavo ciclismo e calcio agonistici e ho sempre dormito prima di corse e partite. E in bici c’era invece chi prima di ogni gara andava tra gli ulivi con lo strizzone …
Però ad esempio ho avuto un’esperienza lavorativa di un paio di anni come buyer che mi mandava in paranoia. Non riuscivo a gestirne lo stress della velocità e l’efficienza con cui dovevo operare. Sono stato malissimo per un bel po’ … Le ho provate tutte, ma niente da fare. Per fortuna poi, spostarono quell’ufficio e mi cambiarono mansione.
In poche parole, non siamo tutti uguali.
Dicembre 14th, 2022 alle 17:12
Ecco, credo che Umberto abbia messo ogni cosa al suo posto.
La pressione vera, l’unica cui riconosco un valore giustificativo, era quella che fronteggiava quotidianamente il prof. Mennonna quando operava la gente alla testa: se non togli pressione nella calotta cranica, la gente muore e questo genera una pressione riflessa in chi ha il bisturi in mano.
I giocatori, la pressione, se la sono andata a cercare tutta la vita: anch’io, quando ero un ragazzetto e pensavo di essere Falcao ed invece non ero neanche un Centofanti qualsiasi, sognavo di arrivare a subire la pressione di San Siro….
E invece mi sono fermato alla pressione della terza categoria: anche chi ti prendeva ad ombrellate quando passavi accanto alla rete di recinzione per battere il fallo laterale ti metteva pressione e qualche volta ho avuto anche l'(im)pressione che mi abbiano pure sputato sul collo…..
Quando Cabral non soffre la pressione, prende l’aereo e se ne va una settimana ai Caraibi, quando io non soffro la pressione sul lavoro mi prendo un calmante e tiro innanzi perché tengo famiglia.
Gnamo su, ragioniamo di cose serie.
Dicembre 14th, 2022 alle 17:15
Caro Alessio, anche io sono del ’72 come te. Forse sarà quello, ma mi trovo d’accordo con tutto quello che scrivi.
Sappi però che in Italia siamo 3 gatti a pensarla così. Io, te e … Adani. 🙂 Quattro con Sacchi.
L'”Acciuga-pensiero” è dominante. E di gran lunga.
Dicembre 14th, 2022 alle 22:16
Omino,
Se è così siamo in buona compagnia.
Dicembre 14th, 2022 alle 23:08
Il catenaccio e il contropiede sono concetti calcistici che hanno almeno sessanta anni. E sono nati nella convinzione che l’atleta standard italico non potesse competere fisicamente con lo straniero nordico o tecnicamente col giocoliere sudamericano.
Lo sosteneva a gran voce un gigante del giornalismo sportivo come Brera anche se con dispute velenose con l’altrui pensiero, stile Ghirelli o Palumbo, che invece preferivano il calcio offensivo. Il Vianema contro il Sistema. Il tutto condito da moderatori tipo Beppe Viola altro gigante nel mondo della comunicazione sportiva.
Probabilmente a livello personale vi è una sensibilità di una preferenza invece che l’altra.
Il difensivista, che spesso lo collega contropiede o il gioco orizzontale, è una forma di non gioco, di distruzione del gioco avversario. Potrebbe essere il bisogno di mascherarsi, di essere quasi un falso, un bluffatore.
L’offensivista è colui che bada alla forma più che al totem del risultato. Che ha il piacere del gesto tecnico e non della sola finalizzazione. Che ama la coralità e non l’epica individualista del corpo a corpo.
Sicuramente mi piace più la seconda categoria, ma credo che non si possa parlare in termini assoluti . Il calcio non è lo sci in cui gareggi da solo contro il cronometro. E in base agli avversari che trovi che un sistema può essere più redditizio o anche emozionante di un altro, in quel momento.
Certo la differenza di rendimento dei giocatori da una filosofia di gioco ad un altra come è successo in questi ultimi anni nella Fiorentina non è mistificabile nemmeno da chi si nasconde dietro la dialettica polemica o infettante. Che Italiano abbia migliorato quasi tutti i calciatori delle precedenti gestioni mi pare un fatto e non una presa di posizione “ideologica”.
Dicembre 14th, 2022 alle 23:17
Maladetto, ho l’impressione che tu stia banalizzando un po’ troppo la faccenda. Quello dell’ansia da prestazione (lo “stage fright” che ha sempre afflitto, per esempio, moltissimi tra attori e musicisti) è un problema serio, studiato da decenni dalla medicina e dalla psicologia. E per uno sportivo agonistico rischia di essere ancora più impattante perché non può certo essere alleviato a botte di Tavor, mentre – appunto – tu puoi prenderti un calmante. E hai voglia di andare ai Caraibi a rilassarti se la testa non collabora. Non si può ridurre tutto allo “eh, ma lui è ricco, che pensieri vuoi che abbia?”
Ricordo che a metà anni Settanta, avrò avuto quattordici anni, andai al Teatro Comunale a sentire un concerto di Sviatoslav Richter, che è stato uno dei più grandi pianisti nella storia della musica. Stava suonando (a memoria, ovviamente, come da prassi) un concerto di Beethoven e a un certo punto, inaspettatamente, ebbe un blackout totale. Smise completamente di suonare, alzò le mani dalla tastiera e rimase cinque minuti buoni immobile, con l’orchestra e il direttore (mi pare che fosse Muti, oppure Mehta) che lo guardavano esterrefatti, senza saper che fare. Alla fine, poi, Richter uscì da quella sorta di trance e ricominciarono il pezzo da capo.
Questo per dire che la testa è una brutta bestia e che non sempre riesci a domarla, anche se sei uno dei massimi nella tua professione e guadagni pacchi di soldi.
Dicembre 14th, 2022 alle 23:19
Big al 23. Consordo con il tuo scitto.
Solo che per me la ressione maggiore l’ha il portiere, se sbaglia è 0-1, se sbaglia l’attaccante è 0-0.
Nella mia vita fortunata, ovviamente, ho fatto il portiere.
Un saluto.
Dicembre 15th, 2022 alle 00:39
Io prendo le pasticche per la pressione.
Dicembre 15th, 2022 alle 04:56
Io non sono un difensivista o un amante del gioco all’italiana. Contesto chi è convinto che ci sia un modo migliore di un altro per raggiungere la vittoria, o un modo “moralmente” migliore. Non è vero. E cmq alla fine vince chi ha messi o mbappe, non chi ha Chedira.
Sulla concezione delle qualità fisiche “italiche”, faccio notare che la Francia ha mezza nazionale africana ed in campo di francesi “originali” ne vanno 3 al massimo…selezionano i giocatori nell’impero coloniale:-)))…quelli che scartano giocano con le africane.
Dicembre 15th, 2022 alle 08:54
Tutto va contestualizzato ovviamente, le opinioni un tanto al chilo fanno rumore e niente altro, non lasciano niente di costruttivo se non per chi nella confusione ci sguazza.
Cabral forse non sentiva pressione al Basilea, almeno non la stessa pressione che sente in serie A a Firenze. Lo stesso credo valga per te perché se tu parli a 500 persone o a 1000, non so di cosa ma sarebbe interessante saperlo per contestualizzare ancora di più, non è la stessa cosa che farlo davanti a milioni di persone in tv o in uno stadio davanti a qualche decina di migliaia.
Poi non entriamo in questioni tipicamente inerenti alla natura del calcio, alla natura dello scontro che è molto più istintivo ed animalesco rispetto a quello che fai tu e che quindi tocca sfere ben diverse.
In conclusione per parlare di calcio bisogna sapere bene di cosa si parla e bisogna anche capire gli atleti che sono una razza particolare rispetto ad un ragioniere.
Dicembre 15th, 2022 alle 09:32
@Alessio: Sì, sì, sono assolutamente eccezioni, ma sono anche gli unici casi in cui un underdog (molto under) ha vinto qualcosa di prestigioso. Quindi, come dire, uno ci prova… Comunque ieri sera il gol subito a freddo ci ha fatto vedere un altro Marocco e una partita più bella.
Dicembre 15th, 2022 alle 09:46
Soffre la pressione? Ottimo, non è un giocatore da Serie A. Se prima ci poteva essere qualche dubbio sul venderlo per la sua “simpatia”, ora direi che si è risolto. Ciao e avanti un altro!
Dicembre 15th, 2022 alle 10:07
Mfranz al 28 hai fatto un intervento che mi è piaciuto moltissimo.
Un saluto.
Dicembre 15th, 2022 alle 10:08
La capacità di gestire le pressioni esterne è una dote fondamentale di uno sportivo professionista, alla pari di ottime doti fisiche o tecniche. Se non ce l’hai sei spacciato, esattamente come un mediano che non sa fare tre stop di fila gioca in Lega Pro anziché in Serie A. Non essere in grado di gestire le pressioni non è certamente una colpa, figuriamoci, ma è un ostacolo invalicabile per chi punta al successo ad altissimi livelli e il trattamento economico ricevuto ricompensa ampiamente lo stress vissuto. Se una persona non è in grado o non ha voglia di sostenere tutte quelle pressioni può tranquillamente scegliere di esibirsi in palcoscenici meno impegnativi, o fare altro nella vita, rinunciando di conseguenza a oneri e onori.
Dicembre 15th, 2022 alle 10:09
Per chiarire aggiungo che cio da me precedentemente scritto riguarda il “concetto” di pressione di cui si parla. Non volevo approfondire il caso del ragazzo in questione.
Dicembre 15th, 2022 alle 10:20
Caro Harlan,
certo che ho banalizzato il concetto dello “stress psicologico”.
L’ho banalizzato volutamente.
Se mi parli di eccellenze artistiche certificate come il tuo pianista il cui livello tecnico è oggettivo, allora mi metto a capire con te perché un giorno quel talento abbia toppato un’esecuzione e mi pongo il problema dello stress da prestazione.
Ti sarò più chiaro: se vogliamo parlare di Messi e Cristiano Ronaldo o Ronaldo il Fenomeno (che ricorderai sulla scaletta dell’aereo manifestò davvero i sintomi di una crisi da stress) su un discorso da stress psicologico ti seguirei, eppure trattasi di stramiliardari.
Guarda invece come gestisce lo stress psicologico uno come Ibrahimovic o, all’opposto, uno come Maradona: ne parlerei volentieri, soprattutto con te.
Se però mi parla di stress da prestazione un artista mediocre che ha tutto da dimostrare, che ha raggiunto certi livelli non si sa come e sul cui spessore c’è almeno una buona metà della critica che avanza dei dubbi, io non ci sto più perché mi puzza di giustificazione.
Anche Oscarone Dertycia perse i capelli per lo stress: mi dispiace per lui ma Derticya resta un bidone, con o senza i capelli stressato o no.
Per tornare a noi, penso che Cabral sia un giocatore mediocre, probabilmente non adatto al calcio italiano quando invece magari nel calcio inglese segnerebbe caterve di gol (che ne so ?), è un giocatore approdato a Firenze non so come (forse per via del miglior rapporto qualità /prezzo/scommessa/urgenza dell’acquisto/procuratore bravo/ DS scarso, che ne so ?) e quindi mi sa che lo stress psicologico c’entri molto poco.
Ha il sapore di una giustificazione posticcia, per mantenersi a certi livelli anche se non tocca palla perché questa è la situazione di Cabral oggi: non tocca palla, non segna neanche nelle amichevoli che si fanno ora dove la stella sembra sia Benassi e non lui.
Quindi sull’argomento farei dei sottili distinguo non necessariamente legati soltanto a quanto uno guadagna.
Dicembre 15th, 2022 alle 13:26
Ombanching.
E’ stato pubblicato il bilancio a fine giugno 2022 e nelle immobilizzazioni materiali figurano circa7 milioni di terreni e 53 milioni di lavori in corso, che, quindi per 60 milioni rappresentano al 30 giugno scorso quanto speso per il Centro sportivo.
Un saluto.
Dicembre 15th, 2022 alle 15:40
Tutti noi viviamo situazioni di stress e ognuno le affronta in modo diverso; non solo, stress diversi provocano diverse reazioni anche nello stesso individuo. Io, ad esempio, prima di ogni esame avevo sistematicamente la “scacajola” (passatemi il termine), ma durante l’esame mantenevo la lucidità; invece quando giocavo a livelli infimi di tennis in tornei fra circoli mi facevo prendere dall’agitazione e dal nervoso al primo errore commesso. Ecco perchè ho smesso di giocare (nonostante il talento sopraffino :))
Per quanto riguarda Cabral, entrare in campo e fare del suo meglio è il suo lavoro, il suo pane quotidiano. Se sente pressione per questo probabilmente ha sbagliato mestiere.
Purtroppo è prassi normale evitare sempre di assumersi le proprie responsabilità e ammettere di sbagliare: se uno gioca male è colpa della pressione, dell’ambiente, della congiuntura astrale…basta trovare una giustificazione.
Filippo da Prao
Dicembre 15th, 2022 alle 15:50
@Alessio Rui
Mi fiondo a capofitto sulla discussione tecnico/filosofica con una premessa; il mondo è fatto di vie di mezzo, e anche nel calcio non esiste una suddivisione netta e dicotomica tra catenaccio e gioco “champagne”.
Ad esempio le semifinali mondiali narrano di due favoritissime (Argentina e Francia), che hanno a più riprese lasciato il pallino del gioco agli avversari per colpirli in contropiede. Quindi in finale abbiamo due formazioni catenacciare? Certo che no, ma un calcio fatto di difesa attenta e ripartenze veloci non è forse figlio del buon vecchio catenaccio e contropiede??
Le uniche formazioni che ho visto basarsi sul possesso palla sono Spagna e Portogallo, uscite anzi tempo entrambe. Con mio dispiacere, per la cronaca. Lo stesso Brasile ha giocato ottime partite mantenendo comunque un equilibrio e una prudenza che di sicuro non appartengono alla storia dei verdeoro. Prudenza che hanno pagato anche loro.
Tra il bianco e il nero c’è tanto grigio, poi non discuto che da spettatore e fruitore dello show sia preferibile guardare una partita con squadre propositive, ma a volte devi anche portare il risultato a casa e se qualcosa non gira bisogna saper ricorrere anche al piano B (difesa a oltranza). Che non sarà bello da vedere, ma spesso serve.
Filippo da Prao
Dicembre 15th, 2022 alle 17:13
Non sono d’accordo con il suo post Direttore. O forse non riesco a comprendere il suo messaggio.
Tutti (compreso Cabral)abbiamo pressione: molti la sentono per sfumature caratteriali in modo sbagliato, eccessivo.
Lei la sente sicuramente di fronte ad una platea di 1000 persone ma ha una posizione affermata e consolidata ed un’età matura. Se dovesse impappinarsi non credo che i giornali darebbe risalto al fatto, proprio perché lei è David Guetta e non un giovane ed inesperto giornalista straniero alle prime armi.
Su Cabral, a cui tutti vogliamo bene, speriamo sia davvero un problema “caratteriale di pressione”: è giovane, avrà (avuto) problemi di lingua, viene da un altro continente, viene da un campionato di basso livello.
Il timore che molti di noi hanno su di lui e che il suo scopritore cerca di nascondere è che non sia adatto al campionato italiano o al credo tattico di Italiano. Probabilmente come Pedro al quale però non è stata data opportunità di dimostrarlo.
Io sono per continuare con Cabral e Jovic fino a giugno. Ecco, forse Jovic è un tipo che le pressioni non le sente. E forse si protegge da pressioni/critiche con atteggiamenti discutibili ma poi è caratterialmente timido e non arrogante come appare.
Se a giugno dopo 1 anno e mezzo Cabral non si sarà sbloccato, qualche decisione, che lo vedrebbe allontanarsi dalla Fiorentina, la prenderei
Dicembre 15th, 2022 alle 18:21
David, il raffronto tra Cabral e il tuo lavoro avrebbe avuto un senso se avessi preso, come esempio, il passaggio da Radio Bruno alla conduzione di Tutto il calcio minuto per minuto.
Perché il salto di qualità per Cabral è stato più o meno quello.
Dicembre 15th, 2022 alle 22:44
La gente non si rende conto che sono dei ragazzini che non hanno visto altro che il calcio per tutta la vita. Alcuni hanno un cervello microscopico, altri non hanno fatto a tempo a coltivare altro, altri arrivano da contesti disperati dove letteralmente si muore di fame. Si trovano a contatto con una montagna di soldi, circondati da donne bellissime a cui non frega nulla di loro e che puntano praticamente sempre ai soldi. Si contano a pacchi i matrimoni finiti dopo la fine della carriera, con relativo indennizzo per le signore. In tutto questo, questi ragazzini, ad un certo punto realizzano che se non rendono, finiscono per diventare un montiel qualsiasi che avrà giocato al Franchi ma in carriera guadagnerà se va bene quanto un operaio tutta la vita. Il problema vero è che l’operaio poi ha idea di quanto costa la vita, non ha toccato il pelo profumato, ne ha avuto il maserati sotto le mele. Te pensa al terrore di questi ragazzi al solo pensare di essere risparati nei contesti disperati da dove vengono equipaggiati con un cervello buono solo per calciare pallone. C’è gente finita a rubare autoradio, altri a fare i ragazzi di strada. Fidati, la pressione la sentono eccome, più che altro perché non sanno nulla del mondo e probabilmente mai ne sapranno.
Dicembre 16th, 2022 alle 08:54
In questi ultimi anni, seguendo i miei nipotini per scuole calcio, ho visto tanti ma tanti bambini “bellini”. Spesso sembrano dei giocatori professionisti in miniatura. Ne ho visti tanti andare nelle società professioniste e quasi tutti rifare il percorso inverso. Spesso non ho capito su quali basi sono state fatte le scelte da parte degli osservatori dei bambini. Credo sia davvero molto difficile individuare un talento sufficiente a diventare professionista. Ugualmente trovo molto difficile giudicare Cabral. Mi affido ai dati, alle statistiche, perché guardandolo in campo ha avuto una sfortuna incredibile in fase realizzativa, tra pali, gol annullati per millimetri di fuorigioco altrui, parate straordinarie e salvataggi sulla linea. Nei dati complessivi a tutti i livelli, Cabral ha giocato 189 partite segnando 82 gol e fornendo 22 assist. Considerando che a 24 anni per un centravanti il meglio deve ancora venire, i dati non sono malvagi. Poi però mi domando a che livello ha giocato. I dati migliori sono in Svizzera nella Superlega un campionato che secondo trasfermarkt “vale” 250 milioni di euro. La serie A per dire “vale” 4,5 miliardi di euro e la serie B “vale” 523 milioni di euro. Questo può essere un dato importante che dimostra che non è assolutamente vero che chi sa fare gol li sa fare a tutti i livelli. Poi ci sono i gol in Europa ma anche lì Cabral ha segnato tanto nelle fasi iniziali, quelle estive delle competizioni, dove affronti squadre di livello bassino. La Fiorentina, per sostituire Vlahovic, ha preso una scommessa ancora più difficile che se avesse preso il capocannoniere della serie B. D’altronde i giocatori giovani che stanno emergendo bisogna avere il coraggio di metterli alla prova. Cabral sta dimostrando dei limiti non facilmente individuabili perché il ragazzo pare abbia un po’ di tutto (tecnica individuale, stacco di testa, movimenti senza palla, determinazione) ma non abbastanza da permettergli di emergere in serie A. Ad un certo punto però tocca prendere una decisione. A me piace Jovic ed ho fiducia in lui. Forse mi sbaglio, ma terrei entrambi fino a giugno a meno che non ci sia sul mercato un centravanti affidabile ed affermato, ma chi?
Dicembre 16th, 2022 alle 09:41
La ricerca della consapevolezza e dell’autostima, sia nel mondo del lavoro che nel calcio, fanno la differenza.
Nel calcio giovanile e specialmente nella scuola, avere esempi positivi e che cercano sempre il meglio dai propri allievi determina un risultato totalmente diverso.
Cabral credo abbia veramente poca stima delle proprie capacità, sembra sempre alla ricerca dell’approvazione di chi gli gira intorno, ma questo è un discorso umano, che la società può prendere in carico oppure no, perché nel calcio dei risultati, contano i risultati e il resto sono chiacchiere
A te che dici: “Devi ringraziare la tua insegnante per averti detto che saresti finito a inscatolare le merendine in fabbrica. Le sue parole ti hanno spronato a dare il meglio di te. Se sei dove sei oggi, è anche grazie a lei.” NO. Se sono dove sono oggi, è nonostante lei. Nonostante il suo odio. Nonostante il suo disprezzo. Nonostante la sua scellerata noncuranza. Nonostante la sua cattiveria. Se sono dove sono oggi è solo grazie all’amore che ho ricevuto, alle parole di incoraggiamento, alla fiducia dei pochi che, anche quando tutto andava a rotoli, non hanno smesso di credere in me. Ero un bambino, maledizione! Le sue parole mi hanno fatto a pezzi. Mi hanno causato 15 anni di ansia cronica. Mi hanno fatto perdere l’autostima. Mi hanno dato innumerevoli notti piene di incubi. Mi hanno traumatizzato. Sono il motivo per cui, ancora oggi, quando vinco un premio prestigioso, quando pubblico un bestseller, quando apro una nuova Scuola, una vocina nella mia testa ripete: “Non te lo meriti. Non sei abbastanza. E un giorno perderai tutto quanto.” La violenza, che sia fisica, verbale o psicologica, non crea mai, distrugge e basta. Ero un bambino, maledizione… e oggi, ogni volta che guardo i miei, di studenti, in tutta la loro giovinezza, la loro ingenuità, la loro fragilità, la loro speranza e, certamente, anche la loro fallibilità, mi sento morire, al solo pensare di spegnere loro la luce degli occhi, anche magari per sbaglio, usando simili parole. Ci credi che, piuttosto di fare a loro quello che hanno fatto a me, mi butterei da un palazzo? E lo sai perché? Perché so cosa significa arrivare sull’orlo del baratro. Perché so cosa significa guardarsi allo specchio e vedere… niente. Nessuno. Il vuoto. Ma soprattutto perché è stata proprio un’altra insegnante, Nicoletta, con le sue parole di cura, di conforto, di saggezza un anno dopo, ad afferrarmi mentre cadevo e, così, a salvarmi la vita. Lei è stata l’antidoto. E se sono dove sono oggi – se migliaia di bambini nel mondo vivono meglio grazie al nostro lavoro – è soprattutto grazie a Nicoletta. È grazie all’amore, non certo all’odio. Quindi non dirmi che quelle parole mi hanno spronato. Non dirmi che sono qui anche grazie a lei. Non darle anche questo potere. Solo l’amore merita il potere. L’odio merita l’oblio.
Dicembre 16th, 2022 alle 10:04
Nedo,
senza polemica ma solo per il piacere di disuctere.
Srivi “chi ha Messi vince”… qualche volta aggiungo io.
Ricordo perfettamente un Barcellona di qualche anno fa che, con Messi in campo in età ancora spendibile, che ne prese un anno 3 a Roma, l’anno dopo 4 a Liverpool e l’anno dopo 8 (diconsi otto) dal Bayern.
Certo ha vinto molto con Messi ma non è che sia così automatico.
Filippo,
non discuto ci siano le vie di mezzo, mi riferivo al gioco del Marocco contro Spagna e Portogallo.
Per esempio, l’Olanda, pur non avendo i fenomeni di un tempo e giocando un calcio meno brillante, non ha mai rinunciato alla costruzione da dietro ae non si è mai asserragliata.
Il Marocco contro la Francia ci ha dimostrato che era in grado anche di giocare.
A mio parere la miglior espressione di calcio al amondiale
(non ho visto tute le partite) è stata la gara giocata dall’Inghilterra contro la Francia.
Dicembre 16th, 2022 alle 10:06
Vlahovic ha preso le sportellate in patria, in Primavera e in panca, si è dato da fare e ha limato il limabile, ora è lassù e chissà se dura, non vedo grossi scossoni all’orizzonte.
Cabral sembra il toro Ferdinando dei cartoni Disney, in Svizzera parecchie margheritine ha raccolto, il d.s. si prenda la sua parte di nocchìni.
Tre (3) partite a forza, tutti e tre insieme, come va va, e poi che vada, e prosegua sempre dritto.
Qualcuno paghi il conto, altro non chiedo.
Dicembre 16th, 2022 alle 10:11
Grazie VIOLA1946
contraccambio.
FILIPPO PRATESE
Nel calcio le due fasi sono quella di possesso o di non possesso. I grigi che citi riguardano non tanto la quantità dell’una o dell’altra quanto l’equilibrio che si riesce a raggiungere. Sul piano emotivo è straordinaria la difesa quando siamo in vantaggio minimo, quanto l’attacco quando siamo in svantaggio minimo.
Un calcio sbilanciato nel difensivismo o nella costruzione offensiva generalmente non porta a risultati positivi. Ma a parità di di organico preferisco un Zeman o un Zemaniano ad un Iachini o un Italianista.
Dicembre 16th, 2022 alle 10:25
@Mfranz #28
Hai ragione, il difensivista è un distruttore di gioco; anche nel tennis esistono a tutti i livelli quelli che ti ributtano la palla senza rischiare mai nulla, aspettando solo l’errore dell’avversario. Ai miei tempi i professionisti che attuavano questo sistema di gioco, specialmente su terra rossa, venivano chiamati “arrotini”. Non è mai stato il mio stile, ma devo riconoscere che in molti casi si rivela efficace.
Come ho già detto, però, non esiste una distinzione netta e assoluta tra chi pratica solo catenaccio e chi gioca sempre a viso aperto. Lo abbiamo visto anche con Italiano: nel momento in cui ha cercato di stravolgere il suo gioco per subire meno gol ne è risultato penalizzato l’attacco, mentre quando giochiamo all’arrembaggio rischiamo di prendere imbarcate clamorose. L’ideale sarebbe l’equilibrio tra queste versioni, ma quando si ha a che fare con del capitale umano non esistono formule perfette. Quando la Fiorentina di Montella rischiava di retrocedere c’è stato bisogno della concretezza di Iachini, tanto per rimanere in casa nostra.
Anche allenatori superacclamati, come Ancelotti e Guardiola, mi piacerebbe vederli all’opera con la squadra del Verona o della Cremonese, invece che con Benzema, Vinicius, De Bruyne & co. Non sono affatto sicuro che otterrebbero risultati positivi…
Filippo da Prao
Dicembre 16th, 2022 alle 10:42
Tornando a Cabral, leggo e ascolto molti giudizi poco obiettivi.
Il ragazzo si è guadagnato le simpatie della tifoseria perchè, a differenza del suo collega d’attacco Jovic, in campo corre e si dà da fare, mentre fuori dal campo evita giustamente di rilasciare dichiarazioni a bischero.
Questo non cancella il fatto che non la butta dentro neanche a piangere; non solo, non ha neanche le abilità e le caratteristiche per fare reparto, come ad esempio aveva Kalinic che pur segnando poco faceva egregiamente il cosiddetto lavoro sporco.
Poi c’è chi dice, sempre per simpatia: “uno che fa un gol come quello di Napoli deve avere delle qualità”; certo, quindi Bressan era un fenomeno, visto il gol che fece al Barcellona in Champions League.
Per me Cabral, simpatico o no, semplicemente non ha le qualità per fare l’attaccante titolare di questa Fiorentina. Jovic sarà antipatico e svogliato, ma le qualità le ha e puoi nutrire la speranza che prima o poi le tiri fuori con continuità; dalle rape invece non si cava il sangue, dice il proverbio.
Filippo da Prao
Dicembre 16th, 2022 alle 12:06
Ohibò pressioni nel mondo del calcio?
Questa suona come nuova ….un mondo dove viene perdonato e condonato quasi tutto,da un cross sbagliato ad un rigore cannato in una semifinale di coppa Europa (Vieri ha abbracciato il giainismo dopo l’accaduto)tutto viene derogato a futur migliore,alla prossima partita,tanto son ragazzi e si sa l’impatto con la palla non sempre segue le ferree leggi della fisica dinamica .. .sai c’è il mugugno,il moccolo,la bubata che proviene dalle gradinate e che ridisegna completamente le regole della balistica e ciecamente le affida ad un destino governato da ciniche ed oscure cabale e da calcoli probabilistici ….un mondo dove c’è sempre una giustificazione da cercare e da accettare ….sai il ruolo,l’allenatore,il giornalista con il retino per bracconare nuove effervescenti polemiche,mentre in altri ambiti lavorativi di contro non c’è mai indulgenza,non esiste mai un direttore dalla pacca rassicurante…eppure mi sembra che ci si diverta anche,..nel giocare ….di solito gioco è sinonimo di divertimento,spensieratezza ….mi si dice ma a certi livelli ….ecco a certi livelli bisogna essere appunto di livello ,bisogna meritarsi la categoria in cui si milita senza scomodare troppo i Freud della sfera e tutte le derivative implicazioni psicologiche del caso….per tutti gli altri ci sono le altre categorie non è mica un’onta giocare in B,C, lega Pro ..peraltro si guadagna bene anche lì…sulla gnocca non ci arrivano dettagli..
Questo in generale,nella fattispecie Cabral non è vittima delle pressioni, si vede dalla fame che ha quando scende in campo,dalla determinazione,dall’impegno che ci mette,insomma non sembra affatto un soggetto mentalmente fragile,tutt’altro …non penso sia il tipo che si faccia intimidire da qualche critica (che anzi dovrebbe fare da stimolo a quelli come lui) ma è vittima della gestione che si sta facendo di questo giocatore e dei compiti che gli si chiedono di portare a termine …..
In caso contrario si può sempre fargli seguire uno di quei corsi di mindfulness o meglio ancora un tirocinio di formazione tutorialato dall’algido Delio Rossi e vedrà come di incanto dissolversi ogni ombra di presunta “pressione”…..
Dicembre 16th, 2022 alle 18:46
OT
…ho un ricordo di mihailovic.
un’estate sono andata a vedere la fiorentina in ritiro,a san piero. dopo l’allenamento il mister è rimasto col portiere a battere le punizioni.
..oh…botta botta…non ne sbagliava una!!!
cari amici,lo sapete che negli ultimi 15-20 anni la viola più volte ha lottato per la salvezza,o almeno ha avuto annate mediocri,anche con mihailovic.
…beh,tra tutti gli allenatori che ci sono stati l’unico che ha avuto le palle di dire “è colpa mia” è stato sinisa.
mi dispiace davvero tanto.
ti sia lieve la terra.
ciao mister
Dicembre 16th, 2022 alle 19:29
Filippo,
Ti ringrazio perchè, come spesso Ti capita, poni sul tavoloun temi a me cari come fai in questao caso quando affermi “vorrei vedere Ancelotti e Guardiola con altri gioccatori ”
Secondo me la differenza sta proprio qua.
Ancelotti, bravo lui, allena campioni.
Guardiola i campioni li crea.
Se escludiamo Halland, TUTTI i calcitori allenati al City, una volta presi in mano da Pep sono migliorati. De Bruyne quello che è lo è diventato con Pep.
Ho ascoltato Costacurta definire Ruben Dias uno dei migliori centrali al mondo. Ma quando il City lo ha acquistato nessuno sapeva che faccia avesse. Lo stesso con Rodri, in parte con Bernardo Silva.
Di sicuro con Cancelo che qualcuno in Italia critica pure.
Ma soprattutto con il portiere…preso da scarso e oggi mezzo fenomeno.
E’ un processo cominciato tanti anni fa.
Ogni volta che sentivo parlare del gioco del Barca partiva la litania “Eh si ma quel gioco lo fai se hai Xavi e Iniesta”.
BALLE BALLE BALLLE
Xavi ed Iniesta, quando hanno incontrato Guardiola, avevano rispettivamente 200 e 150 partite da professionista ma non avevano mai toccato quei livelli.
Come non li aveva toccati il grande Baresi prima di incotrare Sacchi. Nè Donadoni, magnifico interprete del Milan, che veniva da una stagione pessima. E potrei andare avanti in eterno…
Sacchi vinse il primo scudetto con 8/11 della squadra del precente anno. Van Basten non giocò mai e Rijkaard arrivò l’anno dopo (lo dico per chi continua a scrivere che dipendeva dai giocatori).
Virdis non lo voleva nemmmeno la serie B.
Colombo venne scambiato con Manzo e il conguaglio fu a favre del Milan…
Ho apprezzato tantissimo Ake nell’Olanda. Un vero difensore “alla Van Gaal” che costruisce da dietro, corre in avanti e sempre pultio. E quando l’ha preso il City di Guardiola era uno sconosicuto.
Con uno così parti già con la difesa avanti di venti metri.
Dicembre 16th, 2022 alle 22:02
Hai battuto con maestria le punizioni più difficili, non sei riuscito a “battere” quella più impensabile, anche se il coraggio e la dignità di provarci senza mollare, non sono mai venuti meno STOP
Buon “viaggio” Sinisa, il mio rispetto per l’uomo e il calciatore STOP
Forza Viola STOP
Dicembre 16th, 2022 alle 22:18
@Viola 1946 condivido anche io da ex portiere che è ruolo dove la pressione è la più alta.
Il ns allenatore con l’alternanza nel ruolo ha demolito prima Dragowski, poi Gollini, preferendo Terracciano inferiore tecnicamente ma con esperienza e con la serenità di uno che ha fatto anni di serie C e B.
Capitolo Cabral:
abbiamo pagato 15 milioni a Gennaio a campionato in corso per un centravanti di 24 anni, di fatto una scommessa, a cui abbiamo replicato con un’altra scommessa su Jovic arrivato gratis per 2 anni.
Abbiamo acquistato Cabral, Ikone’, Dodo’, Mandragora e Barak convinti di rafforzare la squadra quando forse si dovevano fare 2 acquisti fra cui 1 centravanti che dovevano fare la differenza.
Dicembre 16th, 2022 alle 22:37
Grazie Sergente per aver condiviso un pensiero del Re del Woke. Io trovo (lui) francamente insopportabile. Poi è vero fa opere di bene, ma è veramente illeggibile, ogni suo scritto è un’auto celebrazione mascherata da opera di bene. Questi nuovi profeti a me fanno spavento, mi ricordano quei predicatori americani nei tendoni. Un tempo ci si rideva su, perché ne erano vittime solo i poveri con poca cultura, oggi vedo che dilagano, e non di certo perché hanno capito come parlare anche agli intelligenti .
Dicembre 17th, 2022 alle 00:00
Rocco riffredi
Sono abituato a leggere il contenuto è metterlo a disposizione del momento o dell’argomento, mi sembra che il contenuto fosse allineato al post ed al momento
Poco mi interessa chi lo scrive.
Amo più Edgardi Morin di socrate o Eraclito, ma non per questo non trovo spunti interessanti anche nei secondi.
Non amo i romanzi e non li leggo ma non posso obbligare i figli a leggere Boccaccio.
Era solo un appiglio alla qualità del maestro, che anche ogni giocatore (specialmente di qualità) avrebbe diritto di incontrare, cosa che non capita quasi mai.
Mi dispiace aver preso spunto da un personaggio che odi in modo così viscerale, ma non è detto che io lo amo o lo prenda ad esempio. Era solo un pensiero allineato al post.
Dicembre 17th, 2022 alle 09:05
Ho sentito le dichiarazioni di Infantino (fotocopia di quelle degli europarlamentari al sacco):
Complimenti, una bellissima suoertanica con lo scammellamento a destra, come fosse Al Tani.
Lapi Dario
Ps: Sergente e Rocco, potreste rendere edotti gli altri partecipanti circa i vostri ermetici interventi?
Dicembre 17th, 2022 alle 12:11
Alessio Rui, avere Nico Gonzalez o avere Messi non è assolutamente la stessa cosa. Magari bastasse un’idea di calcio per trasformare un giocatore. Con quello che costano i giocatori, tutti i club del mondo, che sono aziende con fine di lucro, adotterebbero la stessa idea di gioco.
Poi su Sacchi citi il primo scudetto, ti dimentichi però di dire che è stato anche l’ultimo e quasi quasi viene da pensare che quello scudetto sia più merito del predecessore di Sacchi…forse con quei giocatori lì un l’Allegri ne vinceva 5 di scudetti di fila. Come vedi è possibile sostenere tutto ed il contrario di tutto per cui conviene mettere sempre in dubbio le proprie certezze.
Dicembre 17th, 2022 alle 12:28
Mi dispiace tanto per Sinisa. Uomo vero e grande calciatore.
Ti sia lieve la terra.
Dicembre 17th, 2022 alle 12:30
Mihailovic, ti ho apprezzato come uomo e come calciatore. E’ vera e nota la tua storia dell’amicizia con la “tigre di arkan” (volutamente minuscolo), ma era una amicizia, certamente sconveniente, ma che tu hai rispettato. Non ricordo di aver letto che tu ti sia speso politicamente per il tuo amico.
Come calciatore mi piacevi tantissimo. Come allenatore ti ho apprezzato per il coraggio tu hai fatto esordire i giovani (parliamo di gente di 18 anni) ed hai insistito su di loro.
Come uomo hai saputo affrontare le crisi prendendoti le colpe quando lo ritenevi opportuno e lottando da “grande” contro la tua malattia, che alla fine, purtroppo, ti ha sconfitto.
Non so se ti ho amato come persona, ma non mi eri indifferente, ed ho accusato la tua perdita, per me (non ho seguito molto in via corrente le tu vicessitudini) anche inaspettata.
Ciao Sinisa.
Dicembre 17th, 2022 alle 18:38
veramente addolorato dalla notizia di Sinisa.
Facevo il tifo per lui.
Speravo e gli ho sempre augurato con tutto il cuore di riuscire ad uscirne e speravo veramente ce l’avesse fatta.
Vederlo appena 10 giorni fa, sorridere, alla presentazione del libro di Zeman (che io non comprerò con grande dispiacere, in quanto scritto da De Caro della rosea) e sapere che ieri la malattia l’ha portato via, mi ha colpito profondamente.
RIP fratello!
Possa il tuo ricordo essere di conforto per i tuoi cari e per chi ti ha amato.
Dicembre 17th, 2022 alle 19:00
Profondo dispiacere per la dipartita di Mario Sconcerti.
Un paio di settimane fa l’ho sentito molto mogio alla radio e non sono riuscito a collocare la sua evidente tristezza e l’ho stupidamente associata alla vicenda della Juventus. Direttore Sconcerti, mi perdoni…si pensano, si dicono e si scrivono così tante stronzate sul calcio…rip
Dicembre 17th, 2022 alle 19:08
Caro Sergente, non odio in maniera viscerale, non mi appartiene. Mi infastidiscono, questo si, certe ipocrisie, che mi sembrano palesi.
Dicembre 17th, 2022 alle 19:16
Scusa Sergente, non so se è passato il commento precedente, non ho alcun pensiero negativo verso l’autore, ci mancherebbe, è uno come tanti, che ci prova. Il mio disappunto riguarda quello che scrive e come lo scrive, la sua opera, non certamente lui.
Dicembre 17th, 2022 alle 19:22
Due lutti in pochissimi tempo, quelli che toccano il cuore, quelli che fanno male.
Tra i pochi nel calcio a dire ciò che pensavano sempre e con il coraggio che accompagna il puro, guardando sempre chiunque negli occhi
Mi dispiace tantissimo
Buon viaggio Mario
Buon viaggio Sinisa
Dicembre 17th, 2022 alle 19:42
Sinisa…Mario…che tristezza…
Umberto Alessandria
Dicembre 17th, 2022 alle 20:56
A prescindere dalle simpatia o antipatia personali.. Ora dopo Sinisacanche Sconcerti.. Qui ragazzi si va via a furia!!
Dicembre 17th, 2022 alle 22:42
Ciao Sinisa uomo vero, riposa in pace.
Ciao Mario tifoso viola che amavo ascoltare tutte le settimane, riposa in pace.
Dicembre 18th, 2022 alle 10:42
Nego,
Dai…
Al Netto delle simpatie, Sacchi e uno dei 2-4 allenatori della storia che ha influenzato il football.
Dire che ha vinto per merito del precedessore mi sembra una cattiveria considerato il tasso di novità che ha portato.
E poi ha vinto anche qualche coppetta…
Sul resto forse non mi son spiegato.
Ho detto che i grandi giocatori si possono anche costruir e ho fatto alcuni nomi.
Non ho scritto che tutti i calciatori sono uguali.
Ci sono allenatori che allenano i campioni e allenatori, che con il gioco, li fanno diventare campioni
Dicembre 18th, 2022 alle 12:46
Sono un lettore di Repubblica dal numero 0 del 14 gennaio 1976.
Lì ho imparato ad apprezzare Sconcerti. Apprezzare una persona non significa essere necessariamente d’accordo.
Spesso condividevo i suoi scritti, altre volte no. Ma, come detto già da altri, apprezzavo la sua schiettezza, senza il bisogno di compiacere il potente di turno.
Ciao Sconcerti, riposa in pace.
Dicembre 19th, 2022 alle 09:12
@72 alessio: sei tu che non capisci. Non ho detto che i meriti dello scudetto di Sacchi siano del predecessore (che manco mi ricordo chi è). Dico che nel calcio si può interpretare tutto e sostenere tutto ed il contrario di tutto, per cui si potrebbe pure sostenere che Sacchi abbia preso una squadra ben pronta a vincere lo scudetto. D’altronde dopo non l’ha più vinto. Non sto dicendo che è così. Sto dicendo che tutto quanto tu, Alessio, sostieni come Verità Assoluta, non è verità assoluta e probabilmente il pensiero opposto ha la stessa dignità ed attendibilità. Che gli allenatori, tutti, vogliano campioni per vincere è logico. Che ci siano allenatori che fanno crescere i giocatori, vale per tutti quelli a cui non comprano campioni conclamati. Ogni allenatore da Trapattoni a Zeman ha fatto crescere gente che prima era sconosciuta.
Dicembre 19th, 2022 alle 10:34
È vero che il calcio è bello perché è vario…
Anche Pep ci ha massacrato sostendendo che “il centravanti è lo spazio”… Sì, finché ha avuto Messi. Dopo lo “spazio” son stati Lewandowski e Haaland… Bella fia, sai… 🙂
Dicembre 19th, 2022 alle 16:58
Franz Paperott
A dire il vero tra Lewa e Halland ci sono stati cinque anni senza…
E in 4 di questi ha pure vinto la Premier che è il campionato più competitivo.
Senza Halland ha vinto 4 premier. Con Halland, per ora, è indietro di 5 pt dalla prima (mi pare).
Così come la Francia senza Benzema ha vinto un mondiale (2018) e fatto una finale (2022), con benzema è uscita dall’europeo agli ottavi con la Svizzera…
Dicembre 19th, 2022 alle 17:04
Nedo,
io non ho la pretesa di avere verità assolute.
E ognuno è libero di reintepretare a proprio piacimento.
Ma se mi vieni a dire che non ha vinto altri scudetti (probabilmente anche perchè c’erano avversari degni, e uno glielo hanno portato via con mezzi non proprio leciti), permetimi che sarebbe opportuno segnalare anche le coppette dei campioni vinte. Il tutto rivoluzionando le abitudini del calcio italiano.
Dopo di che a mio avviso l’interpretazione secondo cui la squadra potesse essere pronta per vincere lo scudetto nella fatispecie non sta in piedi poichè non aveva minimamente nulla per poter considerarsi competivia sino a che la ha presa in mano lui.
Questa, però, è una mia opinione.
E infatti interveniamo nel blog per esprimere le nostre opinioni.
non credo di essermi mia proposto scrivendo “non capisci” nei confronti di un altro.
A presto.
Un saluto.
Dicembre 19th, 2022 alle 20:02
Sì, Alessio, ma Haaland per vincere la Champions l’ha voluto lo stesso. E la Francia nel 2018 il centravanti ce l’aveva. Aveva Giroud e Griezmann. Se vuoi si può andare avanti fino a anno nuovo. Nessuno dice che Guardiola è Clagluna, ma possiamo dire che i giocatori boni servono o no? Sennò andiamo a proporci io e te al PSG e vediamo se si arrotonda un pochino.
Dicembre 20th, 2022 alle 00:14
Alessio Rui) non ci sarà mai il riscontro sul merito delle vittorie fra allenatore e giocatori.
Però dato che pare tu sii un grande estimatore di Sacchi e Guardiola (magari con ragione) vorrei dirti che forse senza il trio di olandesi Sacchi non avrebbe vinto quel che ha vinto.
Non a caso con il solito trio l’Olanda ha vinto l’unico trofeo della sua storia, e non a caso il successore di Sacchi (Capello) ha vinto 4 scudetti in 5 anni (contro uno di Sacchi) oltre un’altra Champions e supercoppe varie.
E forse non è un caso che Guardiola la Champions l’abbia vinta con xavi, Iniesta, messi, Eto’o.
Dopo ha vinto titoli si, ma ha allenato squadre che li vincevano anche senza di lui.
Invece al momento la Champions nonostante abbia allenato squadroni di prima fascia non è riuscito a rivincerla, mentre al Bayern il pragmatico Flick dopo di lui ha centrato la sesta.
Magari a suon di centinaia di milioni di euro spesi dal city in questi anni alla fine ci riuscirà un’altra volta, come forse riuscirebbe a un altro allenatore con quei budget…
Dicembre 20th, 2022 alle 11:55
Vorrei riepilogare la mia posizione in merito alla questione sollevata da Alessio Rui.
Trovo la sua posizione eccessivamente rigorosa, non dubito dl fatto che un gioco che “parta dal basso” e “cadenzato dal ritmo del possesso palla”, accompagnato da “aggressività sul portatore palla avversario in fase di non possesso”, possa portare i suoi benefici, anche rilevanti.
Benefici, però, legati a molte variabili. Ad esempio, il non approfondimento avversario sul modulo utilizzato dal gioco sul possesso palla.
La qualità di chi interpreta tale ruolo, sarà che Iniesta e Xavi siano migliorati nell’attuazione di tale tecnica, ed, anzi, tale modo di giocare ha esaltato le loro caratteristiche tecniche.
Ma potrebbe succedere il contrario con altri calciatori.
Personalmente, ho trovato discretamente non vincente il “balletto” delle squadre di Enrique, sia la Roma e sia la Spagna. Saranno anche coreografie simpatiche, ma non tutti amano i balletti classici.
Io ricordo un Sorrento – Bari, quarti di finale nazionali allievi, dove entrambe le squadre (credo nel 1987) giocavano in 29 metri e con il fuori gioco; risultato: una noia incredibile, quasi tutte le azioni si chiudevano con il fuorigioco.
Io dico che ogni gruppo di calciatori, in funzione delle proprie caratteristiche, non necessariamente migliora con il gioco del possesso palla e anche dell’aggredire alti, in fase di non possesso.
Quindi, il bravo allenatore, secondo me, non è quello che meglio sa applicare i principi citati da Alessio Rui, ma quello che sa trovare il modulo giusto per il gruppo che ha a disposizione.
Polemica su Sacchi. Riconosco sicuramente che Sacchi è stato un innovatore positivo per il calcio italiano ed anche internazionale, ma resta che con un “dream team” in quattro anni ha vinto un solo scudetto. Vero che uno vinto dal Napoli fu discutibile. Ma discutibile fu anche quello vinto dal Milan, dove il Napoli dilapidò un patrimonio (di vantaggio) , si mormorava qui a Napoli per opera della camorra. Cosa assolutamente non dimostrabile, ma neanche assolutamente negabile, visti gli interessi del calcio scommesse clandestino.
Personalmente non credo che l’Inter, la Juventus, il Napoli e la Sampdoria fossero più forti del Milan. Trovo, invece, che la tipologia di calcio di Sacchi fosse molto dispendiosa di energie fisiche e mentali, per cui nel lungo termine di un campionato, pagava un prezzo alto.
Diciamo che se il Milan avesse retto per tutto il campionato non ci sarebbe stata storia e ci sarebbero stati quattro scudetti su quattro, ma il limite del modo di giocare di Sacchi era proprio il dispendio di energie.
Per concludere, quanto ai principi di gioco richiamati da SergenteGarzia, questi non sono univoci, ma devono essere chiari e ben assimilati a chi li applica e nel modo più corretto possibile. Per fare questo, poi, c’è un percorso da fare.
Anche il “gioco all’italiana” ha i suoi principi.
Un saluto.
Dicembre 21st, 2022 alle 09:58
Partendo dalla fine.
Paragonare i 4 scudetti di Capello a quello di Sacchi secondo me non è corretto.
I competitor di Sacchi erano l’Inter dei tre tedeschi, Zenga Bergomi, Berti ecc. Il Napoli di Maradona, Ferrara, Careca ecc.
La Samp di Vialli, Mancini, Cerezo, Pagliuca Vierchwood ecc.
Quando Capello prese il Milan, Maradona non era più a Napoli come De Napoli. Di li a poco sarebbero andati via Careca, Zola, Ferrara, Fusi ed Alemao.
L’Inter, ai tempi di Capello, era quella di Orrico e poi Bagnoli.
La Samp aveva smobilitato.
Chapeau innanzi a Capello che ha realizzato qualcosa di straordinario ma gli avversari erano diversi (Parma ma non quello di Thuram, Cannavaro e Crespo bensì quello di Osio, Melli e Cuoghi, che peraltro mi piaceva molto, un anno e Fiorentina di Ranieri un altro anno) e il Milan aveva acquistato nelf rattempo tutti i migliori giocatori, non schierava più Angelino Colombo o Vitdis tra i tanti fenomeni.
Ai tempi di Sacchi (90) tutte e tre le coppe venivano vinte da italiane, questo la dice lunga sui suoi avversari.
E, comunque, l’ho scritto due volte ma nessuno pare dargli importanza, Sacchi ha vinto qualche “coppetta” demolendo le merengues con il gioco, portando concetti rivoluzionari per il calcio italiano, cosa che per me vale più dei titoli in bacheca.
Ai tempi di Sacchi, il Milan ha provato a fare un qualcosa di nuovo per il nostro calcio ossia provare a vincere campionato e coppa insieme e nel 90 lo avrebbe anche meritato.
Ma sino a qui come dice Nedo (anche se io non condivido) è tutto interpretabile.
Dove non vi seguo è quando affermate che esistono giocatori per un tipo di calcio e altri per un altro tipo di calcio
Ma pensare veramente che con Maradona, Careca, Alemao ed altri il Napoli non potesse giocare in calcio più gradevole? Pensate davvero che fosse “costretto” a giocare quel calcio?
Fate le pulci a Sacchi per un solo scudetto ma il Napoli con il più grande di tutti in 7 anni ne ha vinti 2….non 4 o 5 ..
Per voi è normale che il Napoli di Maradona in Coppa Campioni non sia mai arrivato ai quarti di finale con quello squadrone? Due partite contro Spartak Mosca senza fare un goal….
Per voi è normale che uno squadrone come l’Inter in Coppa Campioni sia uscito al primo turno con il Malmoe?
Non credo esistano giocatori da calcio all’italiana.
Pensate davvero che con Boniek, Platini, Bettega e Rossi la Juve non potesse giocare un calcio diverso?
Ma, soprattutto, la Juve di Capello, una squadra in cui il più scarso era Zambrotta e ho detto tutto. Una squadra in cui Del Piero e Mutu erano riserve… Che figure ha fato in champions giocando quel calcio che tanto apprezzate?
Un anno è stata presa a calci nel sedere da una banda di ragazzini (attenzione che non è stata eliminat, è stata presa a calci nel sedere) e quello dopo, contro il Liverpool che schierava Baros (lo ricordate, il sosia di Nuno Gomez) e Luis Garcia all’attacco, non ha fatto un tiro in due partite….
Secondo voi Platini e Maradona erano giocatori da catenaccio? Se pensate questo mi chiamo fuori dalla discussione…E mi arrendo…
Ricordo una frase del grande Diego a Sacchi:”mister, venga a Napoli, con lei in panchina ed io in campo partiremo ogni partita da 1-0”…
Su Guardiola: premesso che a Manchester, sponda City, di titoli e avevano vinti due ma non duemila, chi prende Guardiola lo fa per dare uno stile alla propria squadra. Vincere 4 volte su 5 la Premier con quel popò di avversari non mi sembra cosa da poco. Poi, si sa, la vittoria in Champions dipende da molti fattori. Nell’ultima edizione, ha dominato il Real per 175 minuti su 180 ed è uscito. Amen…
Ma chi prende Guardiola porta il proprio club su un altro livello di conoscenze.
Rambaldo Melandri,
Sacchi il trio di olandesi lo ha avuto pochissimo a differenza di Capello.
Nel primo anno Van Basten non ha mai giocato e Rijkaard non c’era.
Nel secondo Gullit ha giocato metà stagione..
Nel terzo Gullit non ha mai giocato eccetto la finale.
Iniesta e Xavi, quando hanno incontrato Guardiola, avevano già 150 e 200 presenze nel grande calcio. E’to era poco più che uno sconosiciuto.
Per me dovresti invertire i fattori e scrivere “non è che Iniesta e Xavi la champions l’hanno vinta, giocando in quel modo, perchè avevano Guardiola in panchina?”
Dopo di lui hanno giocato ancora, non è che son scomparsi ma io quei livelli non li ho più visti…
Il City spende è vero… Invecec Liverpool, Chelsea, Tottenham lavorano in economia…
Dicembre 21st, 2022 alle 12:12
Alessio Rui) xavi e Iniesta oltre piqué (e prima puyol)e busquet hanno nel loro palmares anche 2 europei e un mondiale senza Guardiola.
Xavi è stato votato miglior giocatore dell’europeo 2008, e ancora non era arrivato Guardiola nel Barcellona. O meglio, c’era ma allenava la squadra B.
Se le mie “analisi” sono ingiuste le tue statistiche e teorie seppur in gran parte giuste sono un po’ troppo talebane, e danno forse troppi meriti a certi allenatori.
Comunque delle due continuo a pensare che siano i giocatori a fare la fortuna degli allenatori e non viceversa, come ha onestamente ammesso Ancelotti (e anche tanti altri…)
Saluti
P.s. il napoli aveva si uno squadrone, ma dalla metà campo in su.
Dietro giocava gente come bruscolotti, renica, garella, giuliani, Ferrario, romano etc.
Xavi e Iniesta la Champions l’avevano già vinta prima di Guardiola (2006) seppur ancora non pienamente titolari e molto giovani.
Poi come spesso succede i giocatori maturano…
Dicembre 21st, 2022 alle 13:50
Alessio Rui sono pienamente d’accordo con te!
Dicembre 21st, 2022 alle 16:13
Rambaldo,
nel 2006 non credo fossero titolari.
Non metto in dubbio che Xavi abbia giocato un europeo eccellente nel 2008 ma, a mio modo di vedere, quello visto con Guardiola è stato un Xavi diverso per posizione, centralità e bellezza di calcio. Questione di punti di vista.
Bruscolotti in quel Napoli ci ha giocato da titolare sino all’87. Poi non più. Renica non era Baresi ma era un signor giocatore come lo erano Francini e Ferrara e come lo era De Napoli che, detto per inciso, era il centrocampista preferito da Arrigo Sacchi. E non sotovaluterei Romano che anche se per una termine breve è stato un sognor regista. Poi, negli altri anni di Diego sono arrivati Alemao, Crippa, Fusi e un altro che ora non ricordo. Credo che fosse una suadra che potesse giocare un calcio migliore. Non mi voglio arrendere all’idea per cui Maradona e Careca fossero giocatori da calcio all’italiana…
Ricodo la tristezza di Sparta Moska Napoli, abituato sino all’anno prima al Milan di Sacchi…
Ah ecco l’altro arrivato era Massimo Mauro…
Ad ogni modo, lo ribadisco, per me i meriti di Sacchi e di Guardiola non sono legati al numero delle vittorie che comunque sono moltissime.
Iena,
grazie. Siamo in pochi ma siamo coerenti….
Dicembre 21st, 2022 alle 16:17
Ho scritto Nuno Gomez anzichè Gomezs. Il risultato non cambia. La fenomenale Juve di Capelllo venne sbattuta fuori a calci nel sedere un anno dal sosia di Nuno Gomes ed un anno da una banda di ragazzi.
Dicembre 21st, 2022 alle 19:38
Sì ma in questo contesto non c’entra niente lo stress di Cabral e la pressione che provo a Firenze. Se così fosse questo è destinato a giocare tutta la propria carriera in Svizzera, a non farsi mai venire in mente di giocare una finale di campionato del mondo ad esempio…
Dicembre 22nd, 2022 alle 09:00
Sacchi-Capello.
Da mettere in conto, con quel tipo di presidente, penso ci sia anche il clima politico dal ’91 ’92 in poi, spiace tirare in ballo il calcio per queste vicende, forse Sacchi avrebbe vinto altrettanto, se non avesse dovuto mollare per esaurimento, così sostenne all’epoca.
Certo Capello ha spinto sul fattore agonistico, certo la mia squadra è stata rasa al suolo da quel sistema calcio.
Certo non sono equidistante. Naturalmente.