La mia voce in viola 1989/90 – Prima parte
Stavamo andando un poâ tutti in corto circuito, lâapprossimarsi del Mondiale aveva generato in Italia una frenesia mai vista. Tutti costruivano e ristrutturavano, qualcuno intascava robuste tangenti. Per ospitare la massima rassegna planetaria furono compiuti autentici scempi architettonici ed anche il glorioso Comunale pagò pegno. Via la pista di atletica, quella del record del mondo sui 1500 metri dellâinglese Coe, e capienza ridotta: tutto questo per che cosa? Per ospitare quattro partite di cui nessuno oggi ricorda niente. Miliardi buttati via, sprecati, regalati. E la Fiorentina? Eravamo in Uefa e soprattutto câera Roberto Baggio, ormai però accerchiato da Milan e Juventus. La Stampa, il giornale di casa Agnelli, aveva addirittura un inviato fisso a Firenze, Franco Badolato, e nessuno pensò che fosse venuto da noi per seguire le prestazioni di Dertycia e Volpecina.
UN CAMPIONE DI NOME SCIREA
Si può essere anti-juventini nelle viscere, ma rimanere lo stesso pietrificati quando accadono disgrazie stupide ed immani come quella di Scirea. Lâavevo intervistato qualche volta ed era sempre stato di una gentilezza unica, lâopposto di gente come Bettega o Furino. La settimana prima di partire per la Polonia, dove sarebbe morto in un incidente stradale, Scirea era stato spedito dallâallenatore bianconero Zoff a Pistoia per Fiorentina-Como di Coppa Italia, una partita in cui i viola si qualificarono solo dopo il diciassettesimo rigore. Mancavano un paio di minuti al collegamento iniziale quando Scirea venne verso la nostra postazione per chiedere cortesemente se potevamo fargli leggere la formazione. Rimase lì per tutta la gara, scambiammo due parole nellâintervallo, ci confessò che Baggio era un obiettivo della Juve, salutò educatamente e se ne andò. Quattro giorni dopo dettero in diretta la notizia della sua morte alla Domenica Sportiva e Tardelli, che era ospite, scoppiò a piangere disperato. La settimana successiva Juventus-Fiorentina si giocò eccezionalmente di mercoledì sera in un clima irreale e non fu una normale partita di calcio, ma un tentativo di rimozione di un dolore che apparteneva a tutti gli sportivi italiani.
LA CHIAVE DI VOLTA
Dopo un mese câera già chi si prendeva la briga di contare quante volte Bruno Giorgi infilava âla chiave di voltaâ? nei suoi discorsi. Nei momenti di maggiore tensione le chiavi si moltiplicavano e diventavano, otto, dieci, quindici, solo che al contrario di quelle di San Pietro le chiavi di Giorgi non aprivano la porta di nessun Paradiso. Al contrario, ci portavano verso lâInferno calcistico. Presentato come uno dei più grandi allenatori italiani, Giorgi godeva di un piccolo credito in più: aveva avuto la fortuna di allenare Roberto Baggio ragazzino a Vicenza. Bisognava essere davvero ciechi per non accorgersi del suo talento, però un poâ tutti câeravamo fatti lâidea che per Robertino fosse il tecnico ideale. Tesi che mi venne smentita dal diretto interessato dopo poche settimane di campionato. La Fiorentina di Giorgi era bruttissima sul piano spettacolare. Eâ vero che Borgonovo era stato sostituito dal modesto Dertycia (che segnò solo quattro reti, si infortunò e perse poi tutti i capelli per un esaurimento nervoso), ma con Baggio, Dunga, Battistini ed il lento Kubik, qualcosa di più si poteva pure pretendere. E almeno fossero arrivati i risultatiâ¦
Lâunica eccezione era la Coppa Uefa, con passaggi di turno rocamboleschi, sofferti e per questo ancora più belli. Tutte le partite âeuropeeâ? vennero giocate a Perugia, come se non bastassero le normali difficoltà di una squadra che viveva solo sulle giocate di Baggio. Il primo avversario sembrava impossibile: lâAtletico Madrid di Futre. Al Vicente Calderon di Madrid Landucci fece i miracoli, la Fiorentina rimase in dieci per lâespulsione di Di Chiara e riuscì a limitare i danni perdendo solo per uno a zero. Nel ritorno segnò Buso, che la Juve ci aveva dato in prestito come âcaparraâ? per Baggio, e ai rigori passammo noi, ancora una volta grazie ad uno strepitoso Landucci.
BAGGIO CONTRO TUTTI
La âchiave di voltaâ? della stagione fu la partita di Napoli. Là dove otto anni prima Antognoni aveva segnato la rete del possibile scudetto, Baggio inventò il gol più incredibile che abbia mai visto: scartò tutti partendo da centrocampo e depositò il pallone nella stessa porta dove era finito il tiro del suo vecchio capitano. Una galoppata entusiasmante, con il San Paolo in piedi ad applaudire. Poi Robertino segnò ancora su rigore e lì la Fiorentina smise di giocare. Nel secondo tempo il Napoli ributtò nella mischia un imbolsito Maradona, che non fece niente. Perdemmo lo stesso tre a due e nel dopo gara realizzai la mia unica intervista a Re Diego. «Rendo omaggio ad un nuovo grande talento del calcio Mondiale, si chiama Baggio», mi soffiò al microfono prima di essere inghiottito dalla sua gente. E Baggio lâavevamo noi: più andava su e più morivamo dalla voglia di non farlo scappare.
I BALLETTI DI KIEV
In Coppa Uefa succedeva invece qualcosa di strano, si giocava male, ma si andava avanti lo stesso tra mille peripezie. A Socheaux Faccenda tentò di togliere dal mondo un avversario con unâentrata assassina, venne espulso e resistemmo in dieci. Poi venne sorteggiata la Dinamo di Kiev e fu tutto un amarcord con la qualificazione in Coppa dei Campioni di venti anni prima. Allâandata segnò Baggio su rigore e partimmo per lâUcraina con tutti i pronostici contro.
La radiocronaca a Kiev fu un vero azzardo, Rinaldo non era dâaccordo nel tentare di farla, ma mi imposi e tentammo lâallacciamento del telefono. Era dicembre, il termometro segnava meno venti, ma una volta arrivati allâalbergo che ci ospitava non fu certo il clima lâoggetto delle nostre conversazioni. E nemmeno la tattica o la probabile formazione. Ad accoglierci câerano infatti una decina di bellissime ragazze, tutte sotto i venticinque anni, che avevano certamente saputo dellâenorme valore letterario dei âcompagni giornalistiâ? arrivati dallâItalia. Non si spiegherebbe altrimenti la disponibilità mostrata nei nostri confronti, una disponibilità che si manifestò in mille modi, tutti estremamente graditi. E fu in quei freddi giorni in Ucraina che per una volta lâemittenza locale batté nettamente il servizio pubblicoâ¦
Riuscii miracolosamente a fare tutta la radiocronaca, mentre alla Rai la linea saltava di continuo. Il mio segreto furono otto banconote da dieci dollari che ad intervalli regolari allungavo alla funzionaria del partito addetta ai telefoni. Sul campo ghiacciato Baggio dette spettacolo e colpì anche un palo. Tutta la squadra giocò benissimo e passammo il turno pareggiando per zero a zero. Tornammo a Firenze alle sei del mattino, distrutti dalla stanchezza e con dei ricordi incancellabili.
Novembre 24th, 2008 alle 23:55
chissà che hai combinato a Kiev con le giovani compagne sotto i 25 anni…beato te, tutta invidia la mia…
Novembre 25th, 2008 alle 04:02
David è davvero appassionante il tuo libro. Ma davvero vi “accompagnarono” 10 ragazze ucraine bionde? 😀
Che trasferta memorabile…
RISPOSTA
Come diceva una vecchia pubblicità: “cala Trinchetto!”.
Macchè dieci, erano solo due, ma bastarono, te lo assicuro, ciao
David
Novembre 25th, 2008 alle 07:51
..ecco, vorrei rendere giustizia ad un giocatore che è stato spesso dileggiato a Firenze, che non sarà stato certo un fenomeno ma di sicuro una persona seria, Marco Landucci. Tutti si ricordano un goal non irresistibile preso in finale di Uefa quell’anno, ma nessuno ricorda mai che se a quella finale arrivammo lui ebbe molti, molti meriti.
P.s.: ma a Perugia con l’Atletico non fu un autogoal di Bustingorri su tiro di Volpecina?
RISPOSTA
Nel mio piccolo l’ho ricordato in un recente articolo sul Corriere Fiorentino, sul gol a me pare che la deviazione decisiva fosse stata di Buso, ma potresti anche avere ragione, ciao,
David
Novembre 25th, 2008 alle 08:32
Bellissimo ricordo, fiorentina – dinamo kiev è stata la mia prima partita allo stadio…. che ricordi!!!! Grazie David
Novembre 25th, 2008 alle 07:38
e maremma …..
L’editoriale (sic!) del buon Prizio ha veramente raggiunto livelli di arroganza, di supponenza, di intenzione di offendere veramente eccelsi.
Per questo motivo mi sembra solamente un inizio di risposta a tanta presunzione la frase che gli rivolgo:
“All’irriverente Montolivo un cappello per la testa….”
RISPOSTA
Guarda, tu sai che ultimamente non è che abbiamo avuto grandi rapporti, ma è capitato pure a me di leggere quello che ha scritto e sinceramente condividevo il 90% delle sue parole.
Quindi, sono pronto anch’io per le tue infamate, ciao
David
Ramòn
PS. Chi tocca la Casta muore!
Novembre 25th, 2008 alle 09:20
il fallo di faccenda era su tale Lucas…il telecronista della Rai disse:”c’è ADDIRITTURA espulsione”…….
mamma mia!con il mio migliore amico abbiamo visto troppe volte la registrazione di quel fallo!
questo Lucas parte in contropiede sulla nostra fascia sinistra, Faccenda arriva perpendicolarmente (come traiettoria) e gli da una stecca incredibile e letteralmente lo alza di peso! ahaha
Novembre 25th, 2008 alle 09:27
David, te la ricordi la formazione di quella Fiorentina che arrivò in finale di uefa? è stata per me la prima squadra che ho seguito ed ho dei vuoti clamorosi…sono classe 1981…
Ciao grazie
Novembre 25th, 2008 alle 09:43
Mah, leggendo che ti (e vi) avevano accolto una squadra di bionde signorine del luogo, ho la sensazione di aver sbagliato mestiere. Mi assumi come collaboratore? Son disponibile a far le trasferte nei paesi dell’Est…..
Novembre 25th, 2008 alle 07:55
A proposito di bellezza femminile, David, com’è da vicino Elisa?
Da lontano, dal televisore, lascia senza fiato.
P.S. T’ho visto sai, quando ti si è avvicinata all’orecchio, che hai avuto un sussulto…hehe
RISPOSTA
Fuori portata, potrebbe davvero essere mia figlia, ciao
David
Novembre 25th, 2008 alle 11:50
Ciao David, ho comprato il tuo libro pochi giorni dopo che era uscito.
Mi è piaciuto molto, e l’ho letto un paio di volte, perchè per natura sono goloso di aneddoti e sotrie mai raccontate della Fiorentina e dei suoi giocatori.
Quando leggo questi post, la sera riprendo il libro in mano e lo sfoglio un pò…
Una domanda oltre il libro: sarei curioso di sapere, vedere come è fatto lo Stadio Franchi all’interno, come sono gli spogliatoi, la sala stampa etc etc, un pò sulla falsa riga di tour che si possono fare in alcuni stadi europei famosi.
Riesci a soddifare questa mia curiosità?
Un saluto e buon lavoro.
Novembre 25th, 2008 alle 12:24
Un appunto extracalcistico: il record di Seb Coe non fu sui 1500 ma sugli 800 di 1’41″72 – è durato tanti anni, oltre una decina. Seb Coe, che adesso presiede il comitato organizzatore delle prossime Olimpiadi, anni dopo tornò al Franchi per far vedere ai figli la pista del suo record più famoso e si accorse con dolore che non c’era più.
Mi ricordo quella stagione, si stava stipati in maratona, si facevano le trasferte a Pistoia o Perugia invece che stare in casa, si giocava male davvero , ma c’era il più grande talento italiano probabilmente di sempre.
Novembre 25th, 2008 alle 12:55
Che stagione pazzesca. Facevo la V^ all’ITI Da Vinci, in una classe di tifosi. Prima di ogni partita di coppa, in laboratorio di elettronica (per dire quanto si studiasse…), si faceva i’VVudù: un foglio di quaderno con disegnato un pentagramma. Al centro il nome dell’avversario di turno. E tutti con una biro si bucava il foglio nel pentagramma. Un dico nulla: saltammo la cerimonia solo per la finale…
Novembre 25th, 2008 alle 14:25
ero a perugia sotto il diluvio contro la dinamo kiev
Novembre 25th, 2008 alle 14:43
già, sembra passato un secolo….siamo cresciuti con il viola nel sangue e invecchieremo con questa passione che non muore mai
e per stasera forza ragazzi…io ci credo! nonostante sia tutto contro ci credo e ci voglio credere fino all’ultimo secondo dell’ultima partita.
Novembre 25th, 2008 alle 15:20
Mi ricordo quella partita col Sochaux: Faccenda espulso dopo quattro minuti, facemmo una partita di grande sacrificio ed il giorno dopo la Gazzetta dello Sport titolò: Dieci leoni. Ho conservato per anni quella Gazzetta.
Novembre 25th, 2008 alle 15:40
Salve David. Voglio dare il mio consenso a sballo2000!!! Finalmente.. cominciamo a chiedere questo ai giornalisti e non solo sterili commenti personali e polemiche su polemiche.. finalmente qualcuno che getta un sasso nello stagno!
Di questo vorremmo sapere un po’ di più: come è organizzata una squadra al suo interno nel lavoro quotidiano, come funziona lo stadio, come lavorano i suoi addetti, cosa succede il giorno della partita e il giorno prima o quello dopo; quali figure sono presenti e cosa fanno quando ci sono gli allenamenti, come ci si prepara ai ritiri, alle trasferte, alla lunga preparazione estiva. Entrare negli spogliatoi poco prima dell’evento quando la squadra non c’è ma la macchina è già in moto, dai magazzini arrivano le divise e vengono disposte sulle panche che attendono i giocatori (facevano questa cosa prima di alcune partite dell’europeo al canale tedesco e ti assicuro un appassionato non poteva non esserne entusiasta).
Ma ci sono tante altre possibilità: che cosa fanno gli staff delle squadre giovanili, come organizzano il lavoro giornaliero con i ragazzi, dove e come vivono i giovani viola che vengono da fuori, quali sono le loro storie più particolari.
E si potrebbe indagare un po’ di più il mondo dei tifosi, andarli a scrutare non solo con le tremolanti telecamere dei questurini, ma dar visibilità alla loro passione, soprattutto di quelli organizzati, dei club storici o di quelli nuovi.
Insomma di spunti ce ne sarebbero tanti per fare trasmissioni televisive un po’ diverse, soprattutto a margine degli eventi (dati gli argomenti servirebbero in molti casi piccoli videoreportage per questo parlo solo di televisione) e ridurre finalmente e drasticamente i teatrini, le moviole, le onanistiche riflessioni tecnico/tattiche, le sfuriate da bar. Basterebbe guardare un po’ la programmazione sportiva dei media del nord europa, molto meno beceri e ben più aperti a mostrare tutta la realtà che si muove intorno all’evento partita. Ma in fondo probabilmente è una questione culturale più ampia dello sport, poichè in quella televisione ci sono meno gossippati e molti più artigiani che mostrano il loro lavoro quotidiano.
Scusa per questo post che non ha molto a che fare con il capitolo della tua storia viola come sempre molto interessante specialmente per chi come me l’ha vissuta in prima persona. Ma due righe prima del match di stasera non le scrivi? Io sono fiducioso.. che aria tira in città? Forza Viola
Novembre 25th, 2008 alle 15:47
Fu un anno soffertissimo e anche la mia prima volta in Fiesole al Franchi allora ancora chiamato comunale…fu con la juve risultato 2-2 con rimonta dallo 0-2 con gol di Baggio su rigore e Battistini…che ricordi! Ricordo anche il clima tesissimo in curva e i cori di scherno per “Bruno Giorgi salta la panchina”…
in Uefa ho ancora in mente immagini bellissime…tranne la finale…quella vorrei dimenticarmela.
Novembre 25th, 2008 alle 16:02
X veglio della Montagna:
LANDUCCI
PIOLI
VOLPECINA
IACHINI
PIN
BATTISTINI
DELL’OGLIO ( da Ottobre Nappi)
DUNGA
DERTYCIA
BAGGIO
DICHIARA
Novembre 25th, 2008 alle 17:33
x Marcello: io dovrei averla ncora, quella Gazzetta….. e fummo (i ed i miei quattro amici) probabilemnte i primi a tornare a Firenze da Sochaux, quattro ore o giù di lì, a 220 fissi con la 164 Turbodiesel del babbo di Riccardo…(da galera)
Novembre 25th, 2008 alle 18:06
Domanda: chi ricorda in quale partita Nappi fece “la foca”…con il Socheaux?
Novembre 25th, 2008 alle 18:57
Ma sbaglio o in Uefa Nappo Nappi fece la foca per la prima volta? Che annata incredibile! Mi ricordo gli esodi verso Perugia, i panini con la salsiccia fuori dal Curi, quel rintronato che entrò in campo a menare il portiere del Werder “reo” di aver staccato una sciarpa viola dalla rete (grazie a lui giocammo il ritorno della finale ad Avellino: non so più quante ore di pullmann, mamma mia!). E in campionato ci salvammo all’ultima contro l’Atalanta, con i tifosi bergamaschi che eran scesi a Firenze (si era ricominciato a giocare al Comunale) con le magliette con sopra una grande B, ‘sti st… Si soffrì tanto, ma ci si divertì anche tanto.
Novembre 25th, 2008 alle 18:57
Grazie REPKA!!!
Novembre 26th, 2008 alle 12:43
x massimiliano
credo che la “foca” Nappi la fece con il Werder Brema. Magari David può confemare.
Ciao
Novembre 26th, 2008 alle 18:31
confermo…fu la partita contro il werder brema..ero al curi.
all’andata 1 a 1 in germaia e zero a zero al ritorno in casa
Novembre 27th, 2008 alle 21:17
Si va a m@@@@@ all’Est…. 😀 😀 😀 🙂
Novembre 28th, 2008 alle 19:42
quella era una grande squadra (infatti le scipparono la uefa grazie all’arbitro Soriano Aladren detto Soriano Ladron)con un presidente piccolo come un pigmeo che aveva la fortuna di averci uno squadrone ma non vedeva l’ora di disfarsene ed un allenatore deficiente (che passò la guida a Ciccio Graziani il + grande allenatore della galassia [eh eh eh]
Molto meglio della squadra attuale non c’è paragone, solo il portiere ed il centravanti sono meglio quelli attuali perchè gli altri presi ad uno ad uno perdono il confronto (Baggio a Mutu non lo vede nemmeno, per fare un esempio, oppure Pioli molto meglio di Gamberini, Vopecina meglio 100 volte di Vargasse)
Marzo 25th, 2009 alle 15:54
Scusa il ritardo ma ho letto solo ora questa parte e ti ringrazio per il tuffo nel passato.
Avevo 25 anni e fino ad allora ero per i viola ma senza troppo trasporto. Sono stato folgorato per la via di Socheaux, infatti la trasferta
capitava in un ponte per cui, insieme a due amici decidemmo di andarla a vedere. Senza essere iscritti andammo al viola club Pian di Chena dei Parolai e chiedemmo la possibilità di partecipare. Viaggio di 10 ore in un pulman della SITA scomodissimo, Derticya che litigò con un avversario, entrambi in abiti borghesi mentre assaggiavano il terreno, Cerqueti che stendeva gli striscini ai bordi del campo, Faccenda che dopo pochi minuti si fece espellere, due francesi davanti a me che esultarono al loro gol, a cui io detti una spinta molto vigorosa, prima ed ultima volta che ho messo le mani addosso a qualcuno Karate escluso, ritorno (altre 10 ore) con l’argomento Baggio come unica discussione.
Da allora in poi è iniziata la passione, ricordo i tifosi atalantini con le magliette bianche e una “B” viola disegnata, la finale di Avellino con lo striscione dedicato al giormalista rai della telecronaca “…..omm e merda” e nell’altra curva “forza magico arno” come a dire straripa ancora, ed a fine partita il commiato di Baggio sotto la curva.
Saluti e Forza viola