Una vita senza Rialti
Me ne sto accorgendo solo ora che la vita sta faticosamente riprendendo il suo corso, nell’incedere quotidiano delle nostre ultime paure.
Mi sto accorgendo che dovrò fare a meno di Rialtopulos, come lo chiamavo al telefono ed è una mancanza vera, come quella di Manuela, solo che ho dieci anni di più e molte cicatrici che nel frattempo si sono depositate dentro di me.
E sto capendo solo adesso anche di essere stato “scelto” da Alessandro come interfaccia di quel mondo radiotelevisivo che lui contemplava, annusava più o meno da lontano, ma che certo non amava certo come Stadio e la carta stampata.
Vivo tutto questo con un senso di gratitudine postuma nei suoi confronti, come qualcosa che mi era sfuggito nei 29 anni di collaborazione alla radio. E’ difficile tra maschi adulti scambiarsi manifestazioni di affetto, figuriamoci tra due come noi che tendevamo ad essere leader delle nostre tribù, però quell’affetto c’era tutto.
Adesso mi dovrò abituare ad una vita lavorativa senza di lui e alla fine mi adatterò, ma quanta tristezza solo a pensarci.
Aprile 8th, 2020 alle 07:49
Tienilo nel cuore e nella mente, e lui vivra’ ancora .
La perdita di un amico e’ meno dolorosa, anzi, arriva ad addolcire la vita ogni qualvolta ricordiamo chi ci ha lasciati e li alloggiamo con un sentimento di nostalgia nei nostri pensieri.
Forza David, il bene che spandi ti tornera’ indietro.
Antonello
Aprile 8th, 2020 alle 09:09
Ci farai l’abitudine e andrai avanti con la tua vita, con le tue gioie e con i tuoi problemi, avendo però sempre un posto speciale nel tuo cuore per il tuo amico.
L’uomo è la specie che meglio si adatta ai cambiamenti, climatici, naturali, psicologici ecc. Quindi sono sicuro che sarà così anche per te.
Ho perso un amico due anni fa che aveva solo 56 anni, ha lottato per un anno, sempre con il sorriso e con quella buffa cadenza slava, che non era riuscita a perdere dopo oltre 25 anni in Italia con moglie e figli italiani e per la quale lho preso in giro facendone l’imitazione per anni.
Una persona buona, allegra, non il mio migliore amico (ma le classifiche servono?), ma quando è venuto meno il vuoto creato da quel maledetto croato, così riservato ma sempre disponibile ed entusiasta, è stato davvero inaspettato.
Adesso lo ricordo sempre con un sorriso, anche nelle mie preghiere, continuaiamo a frequentare la sua famiglia e so che lui lo apprezzerebbe, come credo mi apprezzasse prima, e come facevo io, senza dircelo ovviamente. Noi siamo uomini.
E così sarà per te Davjd, ne sono sicuro.
Un abbraccio
Lucky
Aprile 8th, 2020 alle 09:38
Un giorno, finirà tutto e verrà il tempo di fare il conto con le nostre solitudini.
Come diceva prima di iniziare un concerto Fabrizio De André, la solitudine non se la possono permettere tutti.
non se la possono permettere spesso i vecchi, sicuramente i malati, non se la può permettere il politico, perchè il politico solitario è un politico fottuto.
Però quando si può fondamentalmente, stare soli con se stessi, si riesce più facilmente contatto con ciò che ci circonda, che non è fatto soltanto di nostri simili, ma è tutto l’universo, dalla foglia che spunta, durante la notte, a tutte le stelle, ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio ai nostri problemi, ed è forse il miglior modo per trovare le soluzioni. Siccome, siamo simili ai nostri simili, penso che si possa trovare soluzioni anche per gli altri, con questo non voglio fare nessun panegirico, ne dell’anacoretismo o eremitaggio, ma ho constatato con la mia esperienza, ed è l’esperienza di una vita, perchè l’ho vissuta, e mi sono reso conto, che un uomo solo non mi ha mai fatto paura, invece l’uomo organizzato, mi ha sempre fatto molta paura.
Queste parole del poeta De André, fatte certamente in circostanze diverse, donano la facoltà di pensare molto alla nostra solitudine, a farne buon uso, dando valore reale a tutto ciò che ci circonda.
Un giorno questa situazione finirà, e.. riflettevo su cosa cambierà dentro di me, nelle cose semplici.
pensavo a quale valore può avere domani un abbraccio, un bacio e una carezza, quale soddisfazione il sentore del profumo, dell’erba appena tagliata in un campo sportivo, il semplice camminare e incrociare le spalle, con assorto nei suoi pensieri, come te non ti aveva notato.
Quale gusto avrà il semplice camminare, correre oppure pedalare, dentro la mia terra, il tuffo in un mare, che forse oggi, mi è sconosciuto, con quali occhi guarderò un medico, un infermiere, o chi per lavoro, pulisce un sedere di una vita che non sa più vivere.
La mia solitudine, anche se circondato dalla mia famiglia, mi fa pensare, che non sarà tutto uguale e nel fondo del mio cuore, spero che questo vento primaverile, porti con se tanti cambiamenti, specialmente un’indignazione, reale su chi gioca sulla nostra vita ogni giorno e quindi denunciare in modo ferreo, tutti coloro, che, in un luogo, di privilegio, approfittano della loro situazione.
Nella mia orgogliosa solitudine, mancheranno gli interventi, con quella voce inconfondibile e rauca di Rialti, che nel suo far giornalismo, aveva anteposto l’amore dell’argomento di cui voleva parlare
Aprile 8th, 2020 alle 10:21
Gentilissimo David, esprimi nelle tue parole angoscia e riconoscenza verso Rialto. Questo è bellissimo per te e per la memoria di Rialto. E’ vero che il tempo lenisce le ferite, sarebbe assurdo vivere nel ricordo continuo angosciato di tutti i cari perduti. Ma, una volta passata l’angoscia immediata della perdita, rimane il sorriso del ricordo. Io ho perso mio fratello ai suoi 64 anni io ne avevo 55, ho subito la perdita e l’angoscia della su avita nell’ultimo mese, le sofferenze della metastasi assopita dalla morfina: una vita attaccata alla flebo. Quando arriva natale, pasqua e agosto (i periodi in cui tornavo a Molfetta), mi viene il magone perchè non sto giocando a burraco contro mio fratello. Mi mancano le litigate sul burraco, sulla politica e sul calcio (lui era juventino doc). Lo stesso vale per un amico o un collega, quello che importa è l’eredità di amicizia e di pensiero che la persona scomparsa ci ha lasciato. Io ancora cito Gianni Brera, Totò, De Filippo e Troisi, stelle polari per me per i loro rispettivi campi, grato di questa eredità che ci hanno lasciato.
Conosco Rialti per ciò che negli ultimi anni ha scritto sui siti della Fiorentina, quindi non conosco il suo vocione particolare, ma mancherà anche a me il confronto del lunedì tra quello che penso io e quello che avrebbe scritto lui.
Un abbraccio a tutti.
Aprile 8th, 2020 alle 10:44
Bé è proprio vero è quando l’uomo si associa,si organizza,si cooperativizza che cominciano i guai e i dolori per il resto della collettività….l’uomo nella sua solitudine non puó far del male a nessuno almeno in un senso strettamente politico….mi complimento con Sergente l’abuso di potere costituisce la maggiore minaccia alla nostra serenità
Non pensavo ci potessero essere dei contrasti dettati da un desiderio di leadership tra voi due ….a giudicare dall’esterno sembravate due persone miti e democratiche ….una curiosità ma perchè Rialtopulos?
Aprile 8th, 2020 alle 10:47
si chiama “vita” ahime!
purtroppo o per fortuna pensiamo che sia tutto dovuto: l’affetto dei nostri cari, la salute, il benessere, gli amici il lavoro…il tutto con un ordine di priorità che ciascuno di noi assegna. Ma in realtà siamo tutti molto fragili e appesi a un invisibile filo.
Bisognerebbe godere tutti del “presente” un quanto il passato ormai è andato e non torna più e il futuro non è prevedibile.
Dobbiamo goderci ogni singolo momento.
facile a dirsi, ma difficilissimo a mettere in pratica…
un abbraccio a tutti
mike
Aprile 8th, 2020 alle 15:04
Da lassù “Ciccio Rialti” ti guarderà con immutata stima e affetto…ad ogni gol della Fiorentina ti verrà automatico pensare a quanto farà piacere a lui e ciò ti farà aprire ancora più il cuore…Non può svanire tutto con la sola morte..non può e non deve…
Umberto Alessandria
Aprile 8th, 2020 alle 17:37
Caro David,io sono e sarò sempre un tifoso milanista, però da quando mi sono trasferito nel ’91 in provincia di Pistoia per amore, proveniente da un minuscolo paese, San Bellino in provincia di Rovigo, dato che sono un gran appassionato di calcio, ho cominciato a seguire per curiosità il pentasport, prima su radio blu ed ora su radio bruno.Mi è sempre piaciuta la dialettica espressa dai tuoi giornalisti e dai tuoi ospiti, tanto che molti di essi pur non avendoli mai incontrati, anzi, parecchi mai nemmeno visti in tv, mi sono diventati familiari, Sandro Rialti era uno di questi, una persona che al solo sentirla trasmetteva passione oltre alla naturale competenza, acutezza e intelligenza. Si sentiva che trasudava amore perla viola e per Firenze e che era soprattutto una gran brava persona,sentendolo per anni, sembrava quasi uno di famiglia…. mi mancherà, come mi è mancato Ciuffi per il divertimento che portava, e mi mancheranno i vostri confronti, leali, amichevoli ma molto ironici in puro stile fiorentino.Ripeto io rimango rossonero nell’animo ma conoscendo anche se pur esteriormente il mondo viola, grazie all’intrattenimento che mettete in onda ogni giorno, mi sento un simpatizzante fiorentino, anche perché adoro questa città fin dal primo momento che l’ho visitata nei lontano 1980 con la gita della terza media, ora fortunatamente ci sono spesso, o per spettacoli o per lavoro, consegno alimentari o per semplice visite turistico- gastronomiche, un amore che provo a trasmettere anche a una splendida bimba colombiana di 12 anni che abbiamo adottato 3 anni fa.Scusa la lunga disquisizione ma mi piace molto scrivere, un saluto affettuoso, ciao David
Aprile 8th, 2020 alle 17:40
Forza David un abbraccio
Forza Viola ora più di sempre
Aprile 8th, 2020 alle 22:42
Se ne va uno dei migliori giornalisti che si occupassero di Fiorentina. L’anno scorso toccò a Giampiero Masieri, altra penna che apprezzavo molto. Riposino in pace.
Aprile 8th, 2020 alle 22:58
Si. Mancherà a noi che avevamo solo il privilegio di leggerlo e ascoltarlo, figurati a chi ha condiviso con lui tutte le grandi avventure di chi segue la Fiorentina per mestiere.
Rialti…grazie.
Abitando fuori Firenze l’unico giornale che parla della Fiorentina è il suo, non so quanti mila caffè avrò preso idealmente con Ciccio leggendo il giornale al bar. I suoi articoli per me erano “l’inizio della mia giornata”…Se c’era il suo articolo mi sedevo e leggendolo sorseggiavo con calma il mio caffè, sennò restavo in piedi, leggevo i pochi titoli dedicati alla Viola e viaaaa andavo al lavoro spedito…
Bravo a scrivere, sagace osservatore e narratore, sincero davvero e molto, molto simpatico.
Ogni giorno, per ogni articolo, per ogni parola al Penta… Grazie Rialti
Aprile 9th, 2020 alle 09:44
@6 mike rights. sembra di sentire parlare mio padre che all’alba di 87 anni dice che il momento piùb bello della sua vita è ora, perché il passato non torna più e del futuro non si sa,.potrebbe anche non esserci!
Aprile 9th, 2020 alle 09:48
David ed il compianto grande Rialti mi perdoneranno se per un attimo cambio argomento, ma stimo ancora in piena emergenza coronavirus e mi sento di dare qualche informazione e considerazione asettica. Vorrei partire dal post 43 di Powerfons del thread “Stiamo calmi”. In quel post l’amico viola Powerfons, diceva di stare attenti poiché se l’influenza incide per il 3% di ammalati e riguarda 5 milioni di persone, anche se il coronavirus fosse una banale influenza ci sarebbero 150.000 vittime. Quel tipo di considerazione statica la integrai, anche in parziale contestazione, con la necessità di fare considerazioni di natura dinamica. All’epoca molti esperti affermavano che il coronavirus era paragonabile ad una influenza normale.
Premetto che non farò alcun tipo di considerazione politica intesa nel senso di partitica. Purtroppo il coronavirus si è dimostrato non una normale influenza, poiché, da un lato, per queste vi sono i vaccini e, dall’altro, sembrerebbero anche meno mortali del coronavirus. Qualche idea più precisa me la sono fatta quando ho letto la descrizione di ciò che hanno trovato nei polmoni dei morti per questo morbo: liquidi, sangue e pus. Quindi i riflessi del coronavirus sono: morte diretta per soffocamento morte per accelerazione di patologie gravi preesistenti. Dei tre morti da me conosciuti, mi dicono, che due erano cardiopatici e sono morti per cedimento cardiaco e l’altra era quasi novantenne.
In merito uno studio dell’ISS (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia) evidenzia: “L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comunemente osservata in questo campione (96,5% dei casi), seguita da danno renale acuto (24,3%), sovrainfezione (10,2%) e danno miocardico acuto (9,8%).”
“L’età media dei pazienti deceduti e positivi a COVID-19 è 78 anni (mediana 80, range 5-100, Range InterQuartile – IQR 73-85). Le donne sono 4798 (32,3%). La figura 1 mostra che l’età mediana dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 è più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 80 anni – pazienti con infezione 62 anni).”
Sul tasso di mortalità, ancora non si possono trarre conclusioni, poiché i degenti sono ancora moltissimi, ad oggi sarebbe del 13,1% (17.669 morti su 134.942 infettati emersi), ma in funzione di come andranno rispetto a questo numero i pazienti ancora infettati, tale dato potrebbe salire, infatti se i 95.262 attualmente positivi guarissero tutti, il dato di mortalità sarebbe quello prima indicato, ma se muore qualcun altro dei attualmente positivi ad oggi, salirebbe tale tasso. Senza calcoli ed algoritmi particolari, a naso si potrebbe affermare che il tasso di mortalità degli infettati, sarà almeno il 20%, con una strage nella fascia più anziana della popolazione.
Tutto questo probabilmente, porterà ad un eccesso di morti per coronavirus di poco superiore alle normali morti collegabili alle influenza che annualmente arrivano da noi.
Il confronto però è scorretto, poiché qui si è fatto un mese di quarantena che ha stoppato il diffondersi dell’epidemia, altrimenti parleremo di numeri incredibilmente alti.
Qui mi fermo in quanto ho cercato di darvi solo informazioni oggettive e considerazioni politicamente asettiche. Questo post è stato fatto solo per una nostra informativa. I dati recenti sembrano confermare l’arrivo del picco, ma la frenata dell’epidemia è ormai evidente.
Aprile 9th, 2020 alle 11:11
Viola 1946 al 13: gentile recente compagno di blog, Rialti è stato un grande amico di David e in questa occasione ha voluto manifestare il senso di vuoto che prova ora che Sandro non c’è più.
Non credi che le tue interessanti riflessioni potevano essere rimandate al prossimo argomento?
Aprile 9th, 2020 alle 14:03
2 Fuori Tema:
Per tutti i “liceandi” del Leonardo da vinci degli anni 70 un ricordo di un episodio che salì alla cronaca:
brescia.corriere.it/notizie/cronaca/20_marzo_20/addio-mons-domenico-gregorelliprof-filosofia-tanti-arnaldini-6b7743d2-6a8d-11ea-b40a-2e7c2eee59c6.shtml
Per RAZDEGANNE visto che ha tirato fuori un argomento personale, gli dico che ho avuto un biscugino ( figlio di un cugino di mio padre) morto in seguito alla dipendenza di droga pesante. Ma sono passati quasi 50 anni, e la morte è avvenuta per suicidio. E ti assicuro non è consolatorio per i parenti che gli spacciatori siano stati nostrali. La dipendenza non modifica con il discrimine.
Rialti mi perdonerà.
Aprile 9th, 2020 alle 16:07
Allora te lo riscrivo qui, cosa sto riguardando, perché uno si muove, sta fermo, si arrabatta in casa, fa da mangiare… ma questo silenzio assoluto copre tutto, questo silenzio mi ha preso alla sprovvista.
Sono cresciuto a pane e cartoni animati. Ho saltato Goldrake e altri due, poi, da Candy Candy (insieme a mia sorella) in poi, in bianco e nero e a colori, questa mania ha accompagnato giovinezza ed età adulta. Alcuni mitici -leggevo di Kobe Bryant “costretto” dalle sorelle a vedere Kiss me Licia, e che però gli piaceva…!- altri meno, comunque credo, credevo di essermi immunizzato. No, macche’…
Le mie figlie hanno voluto Netflix, e… ho scoperto un film. Un Anime giapponese, e io di film animati giapponesi venti, venticinque anni fa ero un cultore: apocalittici, per di più, ma molto poetici. Non scontati, non da ragazzini.
Ecco, non mi aspettavo una immedesimazione così forte, a questa età da parte mia.
Il film parte come uno scambio inusuale tra un ragazzo e una ragazza dei giorni nostri, i millennials, che si svegliano a giorni alterni l’uno nel corpo dell’altro. Storia strana, a tratti divertente, ma che… ma che a un certo punto prende una piega così inaspettata da irretirmi, come non mi era mai capitato.
Ci trovi dentro la frenesia di questo mondo moderno, la Tokyo del 2016, modello universale di dinamicità, così come le antiche tradizioni dei culti contadini nelle campagne, e tutto in un’atmosfera così viva, reale, sottolineata da una colonna sonora che veramente riempie i sensi.
E io non riesco a staccarmi. Appena posso lo mando e lo rimando, non riesco a convincere nessuno in casa mia, ma vale davvero la pena vederlo.
Su Wikipedia pare sia il terzo film di sempre più visto in Giappone, il primo tra quelli animati, e già questo è eccezionale. Finale un pò da strappacuore, ma direi che giustamente rimane aperto.
Titolo, “Your Name”, regista Makoto Shinkai.
Indietro nel tempo, no, non si può andare. Ma a volte, davvero, incontri qualcuno, qualcuno che ti fa spostare il limite dei tuoi sensi. E ricordi tutto, di quei momenti: le canzoni alla radio, i rumori a scuola e per le strade. Tutto diventa così intenso, così “oltre” la realtà da pensare che tutto è possibile. Anche l’impossibile. Nei film a volte l’impossibile avviene. In questo, la poesia del racconto, credo abbia fatto un miracolo.
Certo mi ha reso più vivido il ricordo di un’età che non ho mai scordato: i miei diciassette anni.
I miei primi con voi di Radio Blu…
Firenze e Tokyo. Ale’!!
Aprile 9th, 2020 alle 18:32
Rispondo a Viola 1946. Non potremo mai fare una percentuale anche approssimativamente realistica dei decessi rispetto ai contagiati. Il numero dei contagi che viene fornito è relativo ai tamponi fatti. Quanti saranno coloro che realmente hanno contratto il virus, anche in modo asintomatico, soprattutto nel mese di febbraio? 10, 20, 50 volte tanti? C’è chi ipotizza molti di più, e probabilmente non è lontano dal vero. Potremmo saperlo solo se a tutta la popolazione venisse fatto l’esame sierologico per accertare la presenza di anticorpi. Ovviamente non avverrà mai.
Aprile 9th, 2020 alle 21:47
@14robertodisanjacopino
Carissimo Roberto, ero molto indeciso se fare quel post o rimandarlo, per le regioni da te riportate. Non ti nascondo che in questi giorni, purtroppo sono stato circondato da ricoveri e persone a me vicine morte per coronavirus, su 25 infettati ne conoscevo 10, gli altri non so chi sono. E dei sette morti, uno era molto amico e altre due mie dirimpettaie, che conoscevo bene e loro me. Non volevo fare torto o mancare di delicatezza a David Guetta. Perciò mi sono limitato a riportare dati oggettivi ed una fonte di informazione non frequentata ma di grande rilievo.
Mi sono forzato ed ho scritto il post, come vedi in modo molto asettico.
Protagora al 17. La mia era una stima “nasometrica”, dichiaratamente basata su valutazioni statiche: totale infettati ieri, traguardati a problema chiuso, non considerando i nuovi casi a partire da oggi. Era solo per dare parzialmete ragione a Powerfons e, contrastare certi articoli disinformativi, non in mala fede, ma faciloni che paragonavano i morti annuali per influenza con il coronavirus. Proprio per il motivo da te addotto ho chiarito che la stima era solo sugli infettati di ieri.
Qui la chiudo e seguo il consiglio di Roberto. Se ho mancato di rispetto o di delicatezza a David Guetta ne chiedo scusa.
Aprile 10th, 2020 alle 09:27
@mfranz:
mi spiace per il tuo biscugino, ma io non ho scritto niente sotto a questo post quasi privato di David, ne tantomeno ho parlato qui di argomenti che non c’entrano niente. non capisco perchè mi hai tirato in ballo oltretutto a sproposito con la solita stucchevole, noiosa e dannosa demagogia.
Aprile 10th, 2020 alle 12:43
Buongiorno David,
come forse ricorderai sono un collega pubblicista che per 15 anni ha fatto – pur da collaboratore – il giornalista sportivo (basket). Nei gg. scorsi ascoltandoti circa la morte di Rialti mi hai fatto tornare alla mente vari episodi. Non ho conosciuto Alessandro se non per pochi frangenti una volta alla redazione di Stadio. Ma sono riemersi alla memoria episodi di solidarietà fra giornalisti (non comuni in un ambiente sovente anche spigoloso, come sai…). Uno su tutti: quando nella primavera dell’87 con Franco Vannini accompagnammo Piero Focardi (il decano dei giornalisti cestistici fiorentini che sarebbe purtroppo mancato di lì a due anni) che scriveva su La Nazione, a Varese per la gara di quarti di finale di playoff tra la Divarese e la Liberti (ognuno di noi avrebbe scritto il proprio pezzo sia chiaro, non era una gita solo di piacere). Era contento come un bambino, …lui che coronava dopo 50 anni un sogno: vedere una squadra fiorentina al mitico palasport di Masnago per una partita di playoff… Scusa se non è un ricordo legato al calcio ma per me è stato importante trasmetterti questa emozione. Le mie condoglianze alla famiglia Rialti. Buona vita a tutti noi.
Aprile 10th, 2020 alle 13:34
Gentile diretore,
in questi giorni pesanti, drammatici in cui stiamo scoprendo di poter vivere senza calcio (e personalemte senza eventi sportivi che pensavo mi fossero imprescindibili), stanno risucotendo un discreto successo alcune trasmissioni tv decicate allo sport degli anni 70-80-90.
Dallo storytelling di Buffa per chi ha la fortuna di goderselo, ai filmati storici della Rai, ai racconti dei protagonisti è tutto un continuo revival.
Se, come penso, la ripresa dei campionati dovesse andare per le lunghe, è pensabile che il Vs gruppo del Pentasposrt possa pensare ad una cosa simile?
Ovvero, dedicare un’ora di trasmissione al giorn ad eventi della storia viola dagli anni 80 in poi…con gli spezzoni di telecronca e le interviste radiofoniche di allora.
Sarebbe bello riascoltare testimonianze da Sochaux o da Kiev nell’anno della Coppa Uefa o le interviste del dopo gara di Milan Fiorentin 1-3 piuttosto che di Juventus-Fiorentina 2-3.
O ancora, i suoi interventi da Pisa dopo l’1-2 che ci portò in Uefa al termine del campionato 86…
Insomma, non i soliti Wembley (1999), Cagliari (82) Avellino (1990) di cui si finisce spesso per parlare.
E’ un’idea che mi è venuta in mente mentre mi occupavo per una lavoro e sono dovuto andare a rivedermi situazioni di Sachaux Fiorentina dell’89-90.
Pensa sia una cosa fattibile?
O vi sarebbe un problema con i diritti tv relativi al periodo nel quale trasmettevate sulle frequaneze della precedente emeittente?
Grazie infinite.
Aprile 10th, 2020 alle 15:39
per mifranz al 15
mitico don!
quante litigate nel 73 e 74
leonardo da vinci quinquennio 1969-1974 sezione D
Aprile 10th, 2020 alle 16:44
@luca67: mia mamma e mia nonna, che ahime’ non ci sono piu’, erano entrambe nate a Trecenta. Non vedo l’ora di tornare nella provincia di Rovigo.
Aprile 11th, 2020 alle 09:38
OT
Per 15 e 22
Di solito quando una persona muore , se ne scrive come se fosse stato angelo o comunque ai massimi livelli . Per Don Gregorelli non posso .
Mi spiace della morte ma era un gran ……… . Come si comportò con me e con la mia ragazzina dell’epoca, ricordo dolcissimo, come mortificò entrambi per un tenero bacio è ancora stampato nel mio cuore .
Addio bigotto e retrogrado insegnante , insegnante de che ?