La mia voce in viola 1986/87 – Seconda parte
PROFESSOR MONELLI
Fu un campionato proprio grigio, impreziosito però dalla vittoria in casa contro il Napoli che sarebbe diventato Campione dâItalia. Eâ il grande giorno di Monelli, che vede Garella fuori dai pali e lo infila con unâincredibile rete da centrocampo. Il martedì successivo a Torino arriva lâavvocato Agnelli per la classica visita alla sua Juventus. Convoca in separata sede il divino Platini e osa chiedergli ciò che nessuno, se non appunto Agnelli, avrebbe mai osato: «Mi scusi Michel, potrebbe provare anche lei a ripetere ora, qui davanti a me, il tiro di Monelli di domenica scorsa: è stato sublime». Noblesse oblige e Platini si porta col pallone a centrocampo, mentre Tacconi rimane a fare il Garella (cioè il pollo) fuori dalla porta, al limite dellâarea di rigore. Una, due, tre volte ed il pallonetto di cinquanta metri di Platini non entra. Lâavvocato scuote maestosamente la bianca testa e se ne va. Monelli uno – Platini zero, sono queste le soddisfazioni della vita.
DARE BUCA A BAGGIO
Aveva esordito in serie A con la Sampdoria e, tanto per non smentirsi, si era fatto male la settimana dopo. Diciamo la verità : erano in pochi a credere che quelle ginocchia così esili e martoriate avrebbero sorretto per anni il suo straordinario talento. Con Baggio nellâanno di Bersellini avevo rapporti normali, più o meno come tutti i giornalisti che gravitavano intorno alla Fiorentina. Il tempo delle scelte arrivò la stagione successiva, quando Eriksson decise che forse era meglio darlo in prestito al Cesena âper farlo maturareâ?. Io scelsi di stare con Baggio e non me ne sono mai pentito, perché ancora oggi, se lui gioca, mi metto davanti al televisore a vedere una partita e lâabbraccio che ci scambiamo ogni volta che ci vediamo profuma di reciproco rispetto e di un briciolo di amicizia.
Dunque, in quellâanno di incubazione del futuro campione, era normale invitarlo in radio come giovane speranza. Baggio accettò senza problemi, ma sfortunatamente incappò in uno dei rarissimi momenti in cui le ragioni del cuore avevano avuto la meglio sulla mia coscienza professionale. Ero troppo impegnato in altre faccende e davvero non potevo passare a prenderlo. Non esistevano i cellulari, sapevo che questo bravo ragazzo vicentino era ad aspettarmi allâuscita di Prato Est, ma non sapevo proprio come avvertirlo. Lo chiamai mortificato la sera a casa e gli raccontai la balla di una gomma bucata (che fantasia!). «Non importa, non ti preoccupare, faremo la trasmissione la prossima settimana, sempre che a te vada bene», mi disse e la cosa finì lì. Più o meno la stessa classe del signor Ramon Angel Diaz, che per tre volte ci prese in giro promettendo di venire a Radio Blu e non facendosi mai vedere. Ma si vede che fra me e gli argentini è una questione di feeling. Alla rovescia.
LORO DUE INSIEME
Mi sono divertito a contare i minuti in cui Antognoni e Baggio hanno giocato uno accanto allâaltro: sono 245, neanche tre partite intere. Solo allâultima giornata contro lâAtalanta sono rimasti in campo fianco a fianco per tutta la gara, quasi a voler suggellare lâimminente passaggio di consegne. Baggio aveva un grande rispetto per Antognoni e ne ascoltava in silenzio i consigli tecnici. Esiste unâimmagine bellissima di loro due a Napoli mentre preparano la punizione del pareggio viola, quella del primo gol di Robertino in serie A, nel giorno dello scudetto partenopeo. Antognoni così più alto ed elegante, quasi patriarcale, sembra quasi voler suggerire il tiro al discepolo. Quello fu anche il gol della matematica salvezza al termine di un campionato anonimo, senza spunti tecnici e con pochissime emozioni. La squadra giocava male, con unâinfinità di cross da centrocampo che fecero arrabbiare i tifosi consegnando al tempo stesso a Bersellini lâingiusta patente di allenatore fra i più scarsi mai avuti. Ne avremmo invece visti di peggio.
Quando la stagione si concluse, nessuno di noi poteva sapere che non avremmo più ritrovato Antognoni con la maglia viola. Sapevamo dellâaddio dellâottimo Oriali e del consunto Gentile, ma il capitano era come il David di Michelangelo, un monumento, ed eravamo tutti sicuri di ritrovarlo in ritiro per il sedicesimo anno consecutivo. Ed invece arrivò dal Losanna unâofferta economicamente eccezionale, una di quelle âche non si possono rifiutareâ? e Antognoni se ne andò, tenendo comunque fede alla promessa che mai e poi mai avrebbe indossato unâaltra maglia di squadra italiana e giocato contro la sua Fiorentina. Alla prima partita in Svizzera partirono in duemila da Firenze, perché il dolore dellâaddio rimaneva fortissimo. Poi, piano piano ci abituammo a vivere anche senza Antognoni, ma nellâaprile del 1989 andammo in quarantamila allo stadio per âfesteggiareâ? il suo addio al calcio. Lui smetteva e noi non eravamo più dei ragazzi.
Ottobre 20th, 2008 alle 09:54
Faccio un estemporanea.
Volevo fare i complimenti al D.S. del Catania, di cui non ricordo il nome.
Se questo Catania stà volando credo che la maggior parte del merito sia suo e della sua campagna acquisti/cessioni.
Guardate la rosa e ditemi se non è buonissima per una squadra che vuol centrare la salvezza.
Uno come Terlizzi che gravitava nel giro della nazionale io sono stato tutta l’estate a segnalarvelo (insieme a Portanova per la verità).
A presto,
Marco CECINA
Ottobre 20th, 2008 alle 10:18
Invece io nell’ormai lontano 25 aprile 1989 misi piede per la prima volta nello stadio comunale,mio padre mi spiegò che andavamo a salutare il più grande giocatore che la Fiorentina avesse mai avuto,io che avevo appena 7 anni ero innamorato solo di Baggio e Borgonovo visto che quell’anno stavano facendo sfracelli in campionato,ma col tempo capii che solo l’Antonio ha amato Firenze veramente,solo lui sarà l’unico capitano,l’unico che ha dimostrato il suo amore per la maglia la città e tutto il resto… Ciao David forza Viola
Ottobre 20th, 2008 alle 11:04
Questa secondo me è la parte più bella del libro, ormai diventato un cimelio che custodisco con affetto insieme al cd dei tuoi gol e alla maglia Opel numero 10 di Antonio in salotto qui a Oslo.
Ottobre 20th, 2008 alle 11:34
a leggere questo tuo commento su baggio antognoni mi vengono i brividi. Ho 45 anni e tutta la mia adolescenza l’ho vissuta nel mito di Antonio – unico grande numero 10.
ero allo stadio quando si scontrò con martina e il suo giorno d’addio… è vero è una parte di noi before mobile pc e tante altre cose… che emozione… grazie
Ottobre 20th, 2008 alle 12:52
La notizia che segue è troppo importante per tutti i malati, anch’io l’8 ottobre ero allo stadio per cui faccio semplicemente un copia incolla di quello che scrive Kikkodaparigi su di un altro sito: ….
kikkodaparigi, , asnieres (vicino parigi)
scusate se inserisco questa mia lunga missiva in una notizia a caso (lâultimo pubblicata), ma volevo contattarvi e non sapevo come altro fare. Dopo aver assistito allo stadio alla partita Fiorentina-Milan a favore della ricerca contro la SLA, e dopo aver visto Stefano, il mio idolo, in quelle condizioni, sono rimasto molto colpito e ho iniziato a fare ricerche sulla SLA. Dopo alcuni giorni mi sono imbattuto in ua lettera di un malato di SLA, pubblicata sul sito http://www.disabiliforum.com, che ritengo SCONVOLGENTE, e vorrei non solo che la leggessi tu, ma anche che fosse pubblicata sul tuo sito come notizia con il tuo personale commento, questo perchè tutti sappiano, e sopratutto vorrei farla avere prima possibile a Stefano, ma non saprei come, e anche per questo chiedo il tuo aiuto. Questo il testo della lettera: â? Mi chiamo Carlo Bruno, sono nato a Nicastro, cittadina in provincia di Catanzaro, il 16.12.1946. Mi laureo in Matematica ed insegno al liceo Ginnasio Statale C. Tacito di Roma sino al 1998 quando, a causa della invalidità al 100% causatami dalla sclerosi laterale amiotrofica agli arti inferiori, insorta due anni prima, che mi costringe ad una lenta e faticosa deambulazione con le stampelle, sono costretto a pensionarmi. Nonostante il terribile verdetto di SLA emesso da tutti i neurologi presso i quali mi sottopongo a visita, non mi rassegno ad una fine prematura e ad inutili cure a base di riluzolo, farmaco che ha il solo effetto di intossicare il fegato e prolungare la durata della vita di circa tre mesi. Inizio a studiare la mia malattia approfondendo le conoscenze attraverso la lettura delle più autorevoli riviste scientifiche mondiali e preparo, così, un personale auto-protocollo basato su 4-aminopiridina (una sostanza che consente di amplificare la scossa dal sistema nervoso centrale a quello periferico), integratori proteici (utili a colmare la perdita della massa muscolare determinata dalla apoptosi dei motoneuroni), complessi vitaminici in prevalenza del gruppo B (utili al miglior funzionamento del sistema nervoso) ed ormoni (per ottimizzare lâassemblamento degli aminoacidi necessari ad ottenere le proteine di cui siamo composti). Ma è nel 2000 il momento cruciale della mia storia, quando scopro lâesistenza di una proteina, lârhIGF-1, un fattore di crescita neuronale a base di insulina, che sperimentato negli Stati Uniti dâAmerica nel 1997 dimostra di possedere una grande efficacia nel rallentare o persino annullare lâeffetto ingravescente della mia malattia. Il successo della sperimentazione americana viene, inspiegabilmente, ignorato dalla Neurologia Europea al punto da indurre lâallora Ministro della Sanità , nel 2000, prof. Umberto Veronesi, in risposta ad unâinterrogazione parlamentare, a ribadire lâefficacia dellâIGF-1 nella cura della SLA (per quanto dimostrato dalla sperimentazione americana). Decido, pertanto, di richiedere il medicinale, che non è in commercio in nessun Paese del Mondo, al Ministero della Salute Italiano, che mi risponde che la cura è indisponibile. Intraprendo, allora, con il mio legale Fabio Trapuzzano, una iniziativa giudiziaria contro il Ministero che termina con il riconoscimento del mio diritto a curarmi con lâIGF-1 e con la condanna del Ministero a fornirmi il medicinale. Inizia finalmente nellâOttobre del 2002 sino al Giugno del 2003, per circa 9 mesi, la cura con rhIGF-1. Gli effetti benefici del farmaco sulla mia salute si vedono; in particolare, câè una diminuzione del senso di stanchezza cronica ed un sensibile miglioramento della deambulazione. Ma, soprattutto, è da un punto di vista obiettivo che la cura risponde. La malattia, per quanto evidenziato dalla comparazione di due elettromiografie (lâunico esame che consente una valutazione obiettiva dello stato della patologia) una eseguita il 27.9.2002 (poco prima dellâinizio della cura) e lâaltra eseguita il 9.6.2003 (dopo nove mesi di cura) si arresta, anzi, câè un miglioramento segnalato dalla diminuzione delle fascicolazioni (le fascicolazioni sono un indice di sofferenza dei nervi e la diminuzione delle fascicolazioni riscontrata nella elettromiografia del 9.6.2003 indica un miglioramento della patologia). Le risultanze di questi esami inducono il Tribunale, investito nuovamente della questione dal Ministero della Salute (che tentava di sottrarsi alla erogazione del farmaco) a ritenere indispensabile la cura. Nel Luglio del 2003 devo sospendere la cura in quanto la causa farmaceutica Chiron, che forniva il farmaco al Ministero, interrompe la produzione in Italia (benché negli Stati Uniti la casa Cephalon, appartenente alla Chiron continui a produrlo). Iniziano momenti di angoscia ma mai di rassegnazione, in quanto non accetto lâidea di non potermi più curare a causa dellâirreperibilità del farmaco sul mercato e, insieme al mio legale, mi metto alla ricerca di altre case farmaceutiche che producano il farmaco. La ricerca di tanti mesi è finalmente premiata: negli Stati Uniti dâAmerica unâazienda farmaceutica, la INSMED, produce una molecola ancora più avanzata, lâIGF-1 âBP3, ed è disposta a venderla allo Stato Italiano. Grazie a questa informazione costringo il Ministero a riprendere lâerogazione del farmaco e, dal Settembre del 2004, ricomincio a curarmi. Oggi trascorro la mia vita tra Lamezia Terme e Roma e le mie condizioni di salute sono buone. Grazie alla cura riesco anche a deambulare con lâausilio di una sola stampella, la mia massa muscolare è aumentata di circa 5 kg. ed i monitoraggi che eseguo negli istituti neurologici inducono allâottimismo. Penso che la prosecuzione di questa terapia potrà apportarmi ulteriori benefici. LâIGF-1 BP3 è oggi per me lâunica speranza di sopravvivenza. Non curarsi equivarrebbe a morire! Il mio caso, dal 2002 ad oggi, ha interessato le redazioni delle principali testate giornalistiche e rubriche televisive nazionali che mi hanno inizialmente contattato ed invitato (il Messaggero, che ha fatto un articolo mai uscito con tanto di fotografia, il âMaurizio Costanzo Showâ?, âMimanda Raitreâ?, âLa Vita in Direttaâ? – che ha persino realizzato un servizio, montato e mai andato in onda) ma in tutte le occasioni, inspiegabilmente e puntualmente, si tiravano indietro. La mia vicenda giudiziaria (troppo interessante per essere trascurata dai mass-media ma anche troppo scottante per essere mandata in onda), la mia tesi scientifica e, soprattutto, la mia cura con lâIGF-1 â BP3, evidentemente, rappresentano una seria minaccia per lâassurda ostatività della neurologia Europea nei riguardi di questa malattia e, perciò, non deve venire a galla. Nella mia lotta, in questi anni, soltanto le testate ed emittenti televisive locali (fatta eccezione per una breve apparizione al tg3 della Calabria), quelle che non hanno eco e che non hanno padroni influenti, mi hanno dimostrato solidarietà . La mia vicenda giudiziaria è stata discussa, nel Maggio del 2004, al Tribunale del Disabile in Roma. Quello che ho sino ad oggi ottenuto, lo devo unicamente alla mia tenacia e ad un grande amore per la vita che impone a tutti, quotidianamente, tante piccole o grandi battaglie. Ho creato questo sito (artigianale) con il solo intento di fornire gratuitamente informazioni sulla Sclerosi laterale amiotrofica e sullâandamento della mia personale sperimentazione con rhIGF-1 – BP3. Mi avvalgo, per il momento, soltanto della gentile collaborazione e dei ritagli di tempo dellâavv. Fabio Trapuzzano, la persona che ha condiviso con me ogni momento della mia vicenda con umanità e professionalità . Ho ritenuto doveroso, dopo quanto ottenuto in questi anni, offrire a tutti coloro che fossero investiti, in un qualunque momento della loro vita, dalla stessa disperazione che ha colpito me quando mi è stata diagnosticata la Sclerosi laterale amiotrofica, una parola di speranza per affrontare una malattia oggi (forse a torto) ritenuta dalla medicina ufficiale inguaribile e trascurata. â? Credo che tutti i malati, i loro familiari e chi è impegnato nella ricerca DEBBANO AVERE SUBITO questa lettera, così magari possono mettersi in contatto con Carlo Bruno. Ti ringrazio. Cordiali saluti, Mark (diffondete il piu` possibile ed avvertite Borgonovo)
… spero nella pubblicazione poi ognuno farà le dovute verifiche. Grazie
Ottobre 20th, 2008 alle 14:29
Ciao David,
oltre che a farti i complimenti, volevo solo sapere a quando le TV Toscane saranno visibili via SKY anche al nord, perchè qui di tutte le strisciate e addirittura le romane non se ne può più davvero, e se noi tifosi nati sfortunatamente in esilio, aspettiamo il servizio pubblico, non menziono neppure mediaet perchè….., siam davvero del gatto e non se ne può più.
E secondo me da Firenze dovreste fare qualcosa per far sì che ci si compatti ancora di più in queste terre lontane.
Saluti saluti.
RISPOSTA
Temo che non sia possibile visti i costi per affittare il satellite, ciao
David
Ottobre 20th, 2008 alle 14:52
Ciao David,
grazie per le emozioni che ci fai rivivere.
Sei davvero un grande e rappresenti la colonna sonora della mia passione sportiva giovanile e ora piu’ matura (son del 73).
Volevo chiederti una cosa: mi ricordo bene di quel gol di Baggio, su punizione, con Antonio vicino. Non sapevo pero’ della bella foto che li ritrae insieme. Pensi si possa trovare da qualche parte (che so, in rete) e, nel caso, sapresti dove? Scrivimi anche in separata sede, se ritieni opportuno.
Grazie mille.
RISPOSTA
Io ce l´ ho ben presente, ma sinceramente non saprei dirti, forse presso l´ archivio della Nazione, un abbraccio,
David
ranieri (PisaViola)
Ottobre 21st, 2008 alle 17:31
Adesso ci vogliono i fatti.Di parole ed inchiostro ne sono scorsi a fiumi.Adesso cominciamo a vincere una partita ,non in casa contro le ultime del campionato di A,ma con squadre di rango europee.Forza viola!!!Fuori, tecnica,cuore ed attributi.
Ottobre 26th, 2008 alle 17:20
Sarà anche stata una stagione grigia, ma per me fu un’annata indimenticabile.