La fortuna che abbiamo
Volevo scrivere “il culo che abbiamo”, ma poi mi era sembrato un titolo troppo ruffiano, fatto apposta per invitare a leggere quasi volessi vendere qualcosa ed invece questo blog non è uno spazio che deve essere venduto.
La fortuna è quella che abbiamo noi persone normali a vivere delle nostre cose quotidiane, dando per scontato che tutto che ci succede ogni giorno sia un atto dovuto.
Ci penso ogni tanto, ma ci ho riflettuto ancora di più nei 30-minuti-30 impiegati ieri per mangiare.
C’erano le solite beghe di bassa levatura del nostro mondo giornalistico, sms che si incrociavano su quello che aveva detto tizio e su cosa stesse archiettando caio per cercare di avere un po’ di visibilità.
Insomma, la solita fuffa, che magari può essere divertente se vista dall’esterno, ma che poi diventa routine se va avanti da anni.
A due metri da me, una coppia sulla quarantina e sul passeggino un bambino che doveva avere almeno un anno in più di Cosimo, ma che purtroppo si capiva che non fosse quello che noi definiamo con la parola “normale” (mi vergogno un po’, però non trovo altri termini…).
Bisognava essere lì per vedere l’amore in ogni gesto disperato e pieno di passione con cui la mamma che imboccava suo figlio, cercando di distrarlo, mentre il babbo mi sembrava più stanco, eppure partecipe.
Lo loro dignità, il loro essere così “normali”, mi ha bloccato: ma se fosse successa a me e alla mia famiglia una cosa del genere, sarei stato in grado di trovare la forza quotidiana per essere accanto a chi avrebbe avuto più bisogno di me di quanto lo abbiano oggi i miei figli?
Oppure mi sarei abbandonato alla disperazione, trascinando con me le persone che mi vogliono bene?
Ecco, questo è il culo (enorme) che abbiamo, altro che diritti per la partita, la firma su un articolo, un contratto di pubblicità in più o in meno.
Bisogna che me ne ricordi più spesso.
Ottobre 17th, 2008 alle 06:28
Si Davide, il problema è che quando va tutto bene ce ne dimentichiamo e ci lamentiamo per le scocchezze. Poi quando arrivano i guai seri, ce ne ricordiamo tutto di un colpo. Poi no, poi si, poi ancora no. Ma come se ne esce? come si fa a crescere davvero?
Ottobre 17th, 2008 alle 06:50
Hai ragione, se potessimo mettere ogni volta l’attenzione su quanto abbiamo di buono e di abbondanza invece che su quello che non c’è vivremmo tutti più in pace. Poi ci sarebbe da trovare argomenti e modi nuovi anche nello scrivere perché ho notato che i giornali fanno leva spesso sulla paura della gente di perdere qualcosa a cui tiene. Ma sarebbe un discorso lungo…stamani è tardi..
Ottobre 17th, 2008 alle 07:18
Hai pienamente ragione…io ho dovuto ricoverare mio figlio più volte al Bambino Gesù di Roma…so cosa vuol dire essere fortunati…il mio fortunatemente ora sta bene…ma tante mamme sono ancora li…mesi su mesi…angeli di cui nessuno parla…
Ottobre 17th, 2008 alle 07:23
L’ho sempre pensato, a volte ci creamo dei problemi che problemi non sono e solo quando tocchi con mano i veri problemi riesci a capire la fortuna che abbiamo ad avere solo i “problemi nostri”!!!! Complimenti per il post David ogni tanto fa bene parlare di una vita che a volte si presenta cosi’ cattiva!!!! Grazie David!!!
Ottobre 17th, 2008 alle 07:28
Carissimo David,
Lavoro come medico in un reparto di malattie oncologiche e spesso presto attenzione a dettagli simili a quelli che hai descritto: anche io come te mi chiedo dove queste persone possano trovare la forza. Colgo l’occasione per dirti, di nuovo, quanto il saluto che porgi ai malati, prima di ogni partita, venga davvero apprezzato e credo che per te sia una grande soddisfazione.
un caro saluto
Gabriele
Ottobre 17th, 2008 alle 07:44
Bravo !!!
Ottobre 17th, 2008 alle 07:51
Caro David condivido tutto quanto hai scritto e provato: solo chi ha figli capisce la gioia di vederli crescere sani e il terrore latente ma continuo che invece possano ammalarsi…..Un caro saluto viola!!!
Ottobre 17th, 2008 alle 08:30
Io mi sono posto codesta domanda lo scorso anno, quando il mio bambino più piccolo è stato 15 giorni al Meyer per una infezione strana, poi nemmeno capita, ma per fortuna sparita con una cura di antibiotici da cavallo. Ero nel reparto delle patologie ‘sconosciute’, una sorta di Dr. House, ma con alcuni bambini che avevano malattie gravissime e qualcuno con il destino segnato.
Sono momenti in cui rimetti in discussione veramente tutto. E d’altra parte, è quasi incredibile come d’incanto tutto quello che per te è importante e ti da pensiero tutti i giorni, scompare. Non ce n’è traccia. Sei lì e pensi solo e soltanto a quello che madre natura ti ha dato, l’istinto e l’amore di un genitore. Questo spiega come quel babbo e quella mamma guardano il loro bambino in difficoltà, è una semplice questione di amore, e possiamo stare certi che sarebbe così per ognuno di noi, ne sono convinto. La sapremo trovare quella forza enorme, sta nascosta magari in un angolo, e speriamo di non averne bisogno per simili esperienze, ma c’è di sicuro.
Ottobre 17th, 2008 alle 08:38
Caro David sono pienamente d’accordo con te,io questa cosa purtroppo l’ho solo capita dopo aver svolto il servizio civile,mi sono ritrovato in una realtà molto diversa e ho capito che spesso ci lamentiamo per vere e proprie banalità. Tuttora continuo a svolgere volontariato per conto mio , e continuo a conoscere genitori straziati dal dolore,esauriti nei nervi,invecchiati precocemente di ventanni forse trenta,ma ancora con la voglia di fare qualcosa per il proprio figlio/a e cercare di pensare che forse c’è anche di peggio..Non mi vergogno a dirlo ma spesso ho pianto tornando a casa pensando al loro dolore alla loro sofferenza e di conseguenza arrabbiarsi per bischerate sta diventando x me oramai una cosa remota…Grazie per questo articolo nel blog..Ben vengano altri sempre su questa tematica.. Ciao un abbraccio
Ottobre 17th, 2008 alle 08:52
Avresti fatto esattamente come quei genitori, noi esseri umani diamo il meglio in condizioni difficili e ci deprimiamo facilmente in quelle comode. E’ la nostra natura costruita in migliaia di anni di evoluzione, non mi rifersico al caso che racconti, quella purtroppo è una situazione difficile e a volte disperata e centra poco con lo stare comodi al mondo.
Ottobre 17th, 2008 alle 08:54
E’ importante ricordarselo ogni tanto.
Ottobre 17th, 2008 alle 08:57
Grande David, hai colto ancora una volta il problema.Forse non il culo l’hanno avuto loro di essere genitori di un bimbo che ti fa tirar fuori tutto l’amore che un genitore può e deve dare al proprio figlio. Spesso noi, rapiti dal nostro quootidiano ci dimentichiamo di questo, pensando che magari se oggi non giochiamo con loro o se non ascoltiamo quello che ci vogliono dire perchè siamo troppo impegnati nelle nostre futili beghe sia tutto normale e vada bene così.Penso che i nostri figli sopratutto oggi abbiano il diritto di essere seguiti e sopratutto amati. Penso anche che se fossimo noi quei genitori faremmo esattamente le stesse cose.
BRAVO,BRAVO DAVID !!!
Ottobre 17th, 2008 alle 08:59
LA DIGNITA’ NON HA PREZZO…
Cos’ è la normalità?
E’ forse un baluardo contro le paure?
E’ giusta convinzione che le persone “normali” siano quelle sicure di sè, soddisfatte della propria vita e ben adattate ai tempi della società che si vivono. Volendo rovesciare il paradigma trovo sia più interessante vedere la sofferenza e la miseria nella “patologia della normalità” dove si ha bisogno di emozioni forti per sentirsi vivi e dove il conformismo e la sottomissione al consumo narcotizzano la nostra umanità fino a cancellarla. Va da se che si possa così mangiare un piatto di pasta mentre si assiste alla quotidiana spettacolarizzazione del dolore in tv… Questa “normalità” è figlia di una alienazione che per fortuna mostra i suoi limiti quando di fronte a noi si manifestano VERE scene di VITA. Queste penso che siano occasioni per rinascere e sentirsi più vicini a quelle caratteristiche di genere che ci definiscono come UMANI.
Un sereno saluto a tutti!
m
Ottobre 17th, 2008 alle 09:25
Sei fumino, sei un po’ permaloso, ma diamine che bellezza quando attraverso il blog leggo quello che pensi. bellissima pagina.
Ottobre 17th, 2008 alle 09:29
come al solito sottoscrivo in pieno.
Ciao
Ottobre 17th, 2008 alle 09:33
Caro Davide,
le gioie e i dolori della vita che ogni uomo attraversa nel corso della propria esistenza non fanno parte della categoria “fortuna o sfortuna” o non possono essere classificate tra quelle di “serie A e B” ma fanno parte di un disegno più importante dei nostri progetti e delle nostre aspettative.
Se così non fosse e il fatto di avere o non avere un bimbo “diverso” (che orrenda parola!) fosse come avere la probabilità di fare o non fare il 6 al superenalotto la vita stessa non avrebbe senso di essere vissuta.
Lo dice chi è in attesa del suo primo figlio e chi ha appena ricevuto la notizia che una cara amica della mia mamma è morta poco fa dopo una lunga sofferenza.
Un abbraccio.
Lorenzo***
Ottobre 17th, 2008 alle 10:13
ciao david, probabilmente oggi devo usare questa giornata per riflettere, non ci crederai, ma 10 minuti fà si è fermata nel mio studio una macchina con la moglie e un mio collega che purtroppo è affetto da SLA . Vederlo in quelle condizioni ( ormai non parla quasi più )e con il suo sorriso che si stà spegnendo ( nonostante la malattia il suo sarcasmo era rimasto inalterato)mi ha chiuso lo stomaco, allora per distrarmi leggo il tuo blog e trovo questo articolo. Buona giornata a tutti
Ottobre 17th, 2008 alle 10:17
Anni fa ho avuto un grave problema di salute. L’ho risolto. Non sono più lo stesso. Sono una persona ” sana ” ed ogni giorno cerco di ricordarmi della fortuna che ho. Cerco…….
Ottobre 17th, 2008 alle 10:23
Buongiorno David
condivido in pieno,sono padre di due bambini-ragazzi e da poco sono diventato Zio di una bellissima bambina.
E quando vede quelle situazioni mi rendo conto come sono fortunato.
Saluti.
p.s.
CORRI LA VITA parla l’Immenso Prandelli di fronte a 9000 persone in attesa di correre…e dice:
Come siete fortunati voi che potete correre…ai ragione grande Cesere.
Ottobre 17th, 2008 alle 10:23
La misura del livello della normalità altrui è direttamente proporzionale al grado di cultura di chi giudica.
Misurare poi gli stati d’animo altrui,senza calarsi totalmente nell’evento è impossibile.
La felicità non si vive,ma si ricorda e basta.
Ottobre 17th, 2008 alle 10:25
ciao david.
bellissimo argomento.
concordo con massimo. la fortuna o sfortuna varia a seconda del punto di vista.
sicuramente in quei genitori ci sara’ il dispiacere di vedere un figlio in difficolta’ ma altrettanto sicuramente l’amore che riescono loro a dare a quel figlio non e’ paragonabile a quello di molti altri.
Ottobre 17th, 2008 alle 10:26
in effetti a volte basta non essere sfotunati per sentirsi fortunatissimi
Ottobre 17th, 2008 alle 10:27
David, leggendo il tuo post ho avuto la netta sensazione di essere stato clonato 🙂 L’avrei potuto scrivere io. Concordo con te al 100%.
BRAVO! Rimanere con i piedi per terra e dare peso solo alle cose importanti nella vita è fondamentale per essere felici.
Ottobre 17th, 2008 alle 10:45
Caro David.
Mi ha colpito quello che hai scritto. Era un po’ di tempo che pensavo di scrivere su questo tuo blog. Io e te abbiamo giocato insieme per una stagione. Quando eravamo molto più giovani. Tu probabilmente non ti ricordi di me, ma se hai voglia e tempo di rispondermi ti ricordo un po’ di cose e persone che allora abbiamo frequentato insieme. Tra l’altro io non ero un granché ma te, forse e senza offesa anche meno…:-)))) Ma il mio ricordo di te è quello di una bella persona…
Comunque, grazie per quello che hai scritto.
Un saluto (viola)
Sergio
Ottobre 17th, 2008 alle 11:19
David, credimi, tu non sei fra quelli che dimenticano la sofferenza ed i problemi degli altri! In tanti anni non ti ho mai sentito fare una radiocronaca senza un pensiero nei confronti dei sofferenti o dei meno fortunati. Per lavoro mi incontro quotidianamente col dolore delle persone e quindi posso anche capire quando uno partecipa perchè lo fa col cuore, come trapela dal tuo tono, o per circostanza. Hai fatto bene a ricordarlo comunque a tutti perchè ci sono pensieri che dovremmo fare almeno una volta al giorno e gioire di quello che abbiamo. Un abbraccio
Lucia
Ottobre 17th, 2008 alle 11:44
Caro David
aldilà di tutto QUESTO E’ IL BLOG PIU’BELLO che tu abbia mai scritto (e credo di essermi letti tutti….)
almeno a tittolo personale…….perchè pure io ho una bimba piccola e tutti i giorni dico a sua madre (mia moglie)che dobbiamo ringraziare Dio perche ci sta dando tutto quello abbiamo. Troppo spesso ce ne dimentichiamo e ne ricordiamo solo quando incontriamo persone o bimbi con gravi difficoltà. Giusto l’altro giorno mia moglie ha incontrato una madre che aveva conosciuto a un corso preparto, e mi aveva spesso detto che la invidiava perche in gravidanza aveva mantenuto un fisico perfetto: adesso purtroppo questa ragazza ha partorito un bambino affetto da sindrome di down, e non passa giorno che non pianga…e mia moglie si e’ sentita piccola cone un moscerino….Mi sono ripromesso che mai e poi mai mettero’ niente tra me e l’amore per la mia famiglia perche non c’e’ niente di piu bello del sorriso della propria figlia
Ottobre 17th, 2008 alle 11:57
Ciao a tutti,
Ieri sera è mancata la piccola Viola, nata sofferente di una malattia rarissima a soli 4 mesi e mezzo ed ho preso spunto da quello che scrive Davide per esternare l’incazzatura che provo. Io sono un amico dei genitori e tra le altre cose scherzavamo sul fatto che la piccola sarebbe potuta nascere il 18 Maggio (giorno della qualificazione in Champions, tra l’altro tutta la famiglia era andata allo stadio a festeggiare la squadra)e del bel nome beneaugurante…ed invece la triste realtà: la piccola è nata una settimana dopo gravemente ammalata e dopo mesi di stenti e di lacrime e dopo l’ennesima crisi ci ha lasciati, soprattutto i genitori ed il fratellino che proverà a dare forza ed a riempire questo vuoto….Sono padre anche io di due piccoli adorabili fanciulli e devo dire che culo che ho avuto visto che ci è andato tutto bene, sani come pesci, buoni e coccoloni. Non so perchè ho scritto tutto questo ma ne sentivo veramente il bisogno…forza Gabriele, Daniela e Tommy, vi siamo vicini e vi vogliamo bene.
Daniele
Ottobre 17th, 2008 alle 12:03
Anche Firenze avrà i grattacieli (torri)
Dai tetti della città insieme agli storici palazzi, simbolo con la loro altezza dei poteri di Firenze, potrebbe spuntare anche un moderno grattacielo. Al massimo due. E non nel centro storico
Dai tetti della città insieme agli storici palazzi, simbolo con la loro altezza dei poteri di Firenze, potrebbe spuntare anche un moderno grattacielo. Al massimo due. E non nel centro storico. Sembrava inderogabile la decisione di mantenere il vincolo di venti metri per l’altezza delle nuove costruzioni, prevista dal piano strutturale in via di approvazione, invece ad aprire alla possibilità è l’assessore all’urbanistica Gianni Biagi: «Firenze non può avere una serie di edifici molto alti, però in due luoghi potrebbero essere un elemento simbolico». Guardando Firenze emergono il Duomo, Palazzo Vecchio e di recente anche il Palagiustizia. Quasi un pugno in occhio è il palazzone di piazza Leopoldo, insieme ai primi palazzi di Novoli. «Rimango contrario a costruire grattacieli — dice l’assessore Biagi— ma l’unica modalità sarebbe trovare due posti in cui potrebbero diventare un segnale per marcare un processo di riorganizzazione urbanistica di un’area».
NON GRATTACIELI, MA TORRI. Un Empire state Building a Firenze? «Si tratterebbe di edifici più alti del normale, o anche molto alti, li chiamerei semplicemente torri». Le Piagge potrebbero essere uno dei luoghi in cui far sorgere uno dei grattacieli. Altra possibilità è Campo di Marte dove sono stati aggiunti 45 mila metri quadri edificabili. A decidere sarà comunque il consiglio comunale. I comunisti italiani, che da tempo chiedono il grattacielo sono soddisfatti dell’apertura dell’assessore. «Siamo contentissimi, la città non ha molti spazi e alzare le costruzioni è l’unico modo per sfruttarli al meglio», afferma Nicola Rotondaro, capogruppo in Comune. «A Campo di Marte — dice Giovanni Varrasi, capogruppo dei Verdi — si potrebbe sfruttare lo spazio che viene ricavato costruendo un grattacielo con un parco».
Federica Sanna
17 ottobre 2008
Ottobre 17th, 2008 alle 12:23
No David, non è così!
Io ho un fratello che ha qualche problema, non gravissimo, ma li ha…
Il culo che pensi di avere tu, lo abbiamo tutti… anche io ed i miei genitori: abbiamo in mio fratello la persona che amiamo e che non cambieremmo mai con altra.
Grazie comunque a tutti coloro – sensibili come te – che spesso riflettono!
… non è cosa comune purtroppo.
Ottobre 17th, 2008 alle 12:41
E’una cosa così difficile parlare di questo. Senza dubbio, quando leggo queste cose o vedo star male qualcuno direttamente, mi impongo di d’essere meno insofferente quando una minima influenza mi colpisce. Purtroppo, troppo spesso, la normalità riporta sempre ad un comportamento standard che ci fa cogliere raramente i veri problemi della vita.
Ottobre 17th, 2008 alle 13:28
Caro David, la forza arriva tutta insieme come arriva il dolore improvviso.
All’inizio non te ne dai pace, ma poi reagisci perchè quella persona che ti è vicino ha bisogno ancora di più dei suoi genitopri o di un fratello/sorella.
Quando nel 1985 mia sorella perse la vista, io la stavo aspettando di ritorno dall’ospedale con un gadget dei Puffi (ne andava matta) senza sapere che quando sarebbe entrata in casa non avrebbe più visto suo fratello la casa i genitori; solo buio.
Io ingenuo e all’oscuro di tutto gli andai vicino e glielo porsi; vedendola stranita guardai mia madre e lei con molta dolcezza e gli occhi velati di lacrime mi spiegò che non poteva vedere il mio regalo e che non avrebbe più visto la luce del sole.
Avevo 9 anni e ancora sento viva quella sensazione di impotenza, incredulità e rabbia.
Poi subito dopo pensai a come poter farli capire, “vedere”, la casa dei Puffi; la forza la reazione cui citavo sopra.
Poi quando iniziammo ad andare allo stadio abbiamo anche scoperto come poteva vedere la Fiorentina.
Non ti fare quella domanda David, la risposta sarebbe scontata.
Saresti forte per i tuoi cari quanto lo sei per tuttte le persone che soffrono, ma che trovano in te un pò di felicità la domenica.
Grazie, ti abbraccio con tutto il bene possibile.
Buona giornata a tutti.
Ottobre 17th, 2008 alle 13:47
David , sono cresciuto con diversi , ti assicuro che non esiste un confine netto fra , come li chiami te, “Normali” e “Anormali”.Chiamali “Particolari” , e credo che già il nome ti possa far capire la cosiderazione che devi dare e daresti a quelle persone se fossi in quella situazione .
Ottobre 17th, 2008 alle 15:10
Ciao,
non scrivo mai ma ti leggo sempre (oltre ad ascoltarti tutte le domeniche alla radio).
Ho appena letto il tuo post e mi viene, di getto, di scriverti che secondo me non hai detto delle belle cose.
Non penso faccia piacere, a persone che hanno figli con dei problemi, leggere che chi non si trova in questa situazione ha avuto culo (e conseguentemente, chi ci si trova ha avuto sculo).
Non hai pensato che forse, per quei genitori, quel figlio con dei problemi è il più bel culo che abbiano mai avuto, solo per il fatto che è LORO FIGLIO?
Poi, ripeto, sto scrivendo di getto..magari fra due ore se ti rileggo lo interpreto in un altro modo…ma ne dubito.
Con affetto
una tua fedele ascoltatrice
RISPOSTA
Mi spiace che tu l’abbia presa così, io volevo solo raccontare l’amore di quella mamma e di quel babbo e spiegare quanto siamo idioti a volte, ma non è detto che non abbia urtato la sensibilità di qualcuno.
Ciao,
David
Ottobre 17th, 2008 alle 15:23
Bravo Guetta! Io ormai ai giardini porto non più i figli, ma i nipoti (di cui uno, guarda caso, si chiamo Cosimo), ma sono stato spesso colto da pensieri analoghi a quelli che hai così bene espresso in questo blog. E meno male che ci sono anche persone come Alessandro.
Ottobre 17th, 2008 alle 16:09
Grazie ad interventi come questi, David, ci aiuti a fermarci un momento a riflettere su cosa conta veramente. Non à poco.
Ottobre 17th, 2008 alle 16:11
..ops, volevo dire: non è poco.
Ottobre 17th, 2008 alle 16:44
Un filosofo Guetta.
Forse meglio se rimani sulla Fiorentina…….
RISPOSTA
Hai ragione, magari parlandone 20 ore al giorno e pure la notte in sogno.
Posso serenamente e pacatemente mandarti a prenderlo in quel posto?
E se non posso, ti ci mando lo stesso,
David
Ottobre 17th, 2008 alle 17:26
Ciao David, il titolo non mi pare molto fortunato… e scusa il gioco di parole. Ho 38 anni una moglie bellissima e due figli di cui il più grande disabile ed invalido al 100%. Non ci riteniamo sfortunati sai anzi come ha detto la moglie di stefano borgonovo a volte bisogna imparare a rigirare i punti di vista e chiedersi piuttosto: “perchè non a me”. Noi ci sentiamo fortunati sicuramente più stanchi e indaffarati degli altri ma comunque convinti di essere stati scelti per accogliere un figlio prezioso, più degli altri. Quello che mi piacerebbe è che le persone non guardassero E. come un lebbroso contagioso ma che usassero i suoi occhi chiari e schietti, occhi che ho rivisto su youtube sul volto di stefano borgonovo l’altra sera. Spero che davanti a questo incontro ti sia comportato bene david, non siamo marzioani siamo soltanto persone che un giorno hanno visto la loro vita prendere una direzione inaspettata ma non “meno” di altre.
Vi regalo una poesia di una ragazzina che ha un fratellino adottato disabile, dimmi poi se è sfortunata…
CIELO DI LUGLIO
“La vita è strana:
affida le battaglie più dure a chi è indifeso.
Noi siamo qui,
disposti a combattere sempre
senza arrenderci.
Palla candida di neve
occhi di nubi chiare d’azzurro
personaggio di una fiaba ancora da finire.
Piccolo clown dai riccioli ramati
che muove i passi di una danza sconosciuta
e spesso incomprensibile;
ti guardo e mi domando
cosa pensi chiuso nel buio silenzio
cosa senti quando ridi spensierato
e quando piangi all’ improvviso.
Figlio indesiderato della natura impazzita
nota stonata (in una musica banale!)
innocente rifiutato e condannato
da chi non può capire
che per me tu sei
colore nel grigio di questi orizzonti
fiore raro e delicato che rallegra la mia vita
tu sei stella solitaria che illumina la notte
musica mai udita che risveglia un mondo
addormentato
fratello speciale che dà un senso all’amore
che provo
Bizzarro folletto di una foresta incantata
principe di un regno affascinante
e difficile da scoprire
benvenuto alla vita col tuo dolce SORRISO.
PRENDIMI PER MANO E PORTAMI
CON TE”
Ho un altro sogno: riuscire a portare E.a vedere la fiorentina allo stadio e spero che anche quel giorno il tuo gooool risuoni da lontano.
Ciao e grazie per il post
RISPOSTA
Il titolo era per me, per noi, mi spiace aver urtato qualche sensibilità e speriamo che quel giorno arrivi non troppo tardi, ciao,
David
Ottobre 17th, 2008 alle 17:31
Quello che hai scritto mi ha colpito perche’ ho un figlio disabile e sono vicino a queste situazioni.Non e’una vita facile, andiamo avanti cercando di vivere nella “normalita’”,ma ,a volte e’ tanto dura.La famiglia ne puo’ risentire molto ed e’ un grande banco di prova per la persona e per la sua psiche poiche’ sei coinvolto in ogni momento della giornata con sacrifici non indifferenti.Grazie per la tua vicinanza a tutti quelli come noi che non ci vogliamo sentire “Figli di un dio minore”
Ottobre 17th, 2008 alle 17:55
Caro David,
leggendo il tuo post mi è venuto in mente la ragione per cui – come ci hanno spiegato tanti esperti – uno si appassione tanto ai gialli: siccome c’è stato un omicidio, resti attaccato allo schermo per vedere che il killer non sei tu. Penso che questo sia lo stesso attaccamento con cui guardi un bambino disabile e poi scrivi “che fortuna”. Certe sensazioni si vivono solo dentro e magari si cerca di insegnarle ai figli ma non si commentano pubblicamente, pena il rischio di un completo travisamento. Non avermene ma un blog è fatto per altro….
RISPOSTA
Figurati se ce l’ho con te, ma sinceramente mi pare che abbiano travisato davvero in pochi e che in tanti abbiano avvertito l’esigenza di commentare, ciao
David
Ottobre 17th, 2008 alle 19:11
Ciao David!
Giusto!
Ottobre 17th, 2008 alle 19:55
…..la nostra normalità, purtroppo in questo caso, è fatta anche del solito citrullo di turno che ti invita a parlare solo di viola……
Costringiamoci ad apprezzare la quotidianità che abbiamo.
Bravo David !
Ottobre 17th, 2008 alle 20:25
Qualche anno fa sono stato a Lourdes nonostante io non sia particolarmente credente ma era un momento un po’ complicato e ho deciso di accompagnare una persona. Ad un certo punto mentre io pensavo ai cavoli miei a bruciapelo mi son trovato dentro una preghiera e mi hanno chiesto “cosa vuoi chiedere alla Madonna per te e per la tua famiglia?” e io so di essere stato forse un po’ brusco ma risposi…testuali parole “ma cosa cazzo vuoi che chieda….guardati intorno….grazie,, grazie e basta… va bene così, grazie di tutto” e il prete mi disse “hai fatto la più bella preghiera della serata” e io tra me e me “meno male non ho tirato un moccolo”…..
Ottobre 17th, 2008 alle 22:12
caro David,
molto spesso ci troviamo di fronte a cose che non vorremmo mai vedere e affrontare.eppure quando meno te lo aspetti ecco un episodio toccante che ti fa un po’ estraniare dalla propria vita quotidiana.
Ho vissuto sulla mia pelle una esperienza molto triste che si è protratta per alcuni anni e che poi si è risolta favorevolmente.
Ma mentre la vivevo ho sempre cercato di vedere un lato positivo anche grazie al fatto che sono credente e praticante.Credere che tutto si potesse risolvere mi ha aiutato tantissimo e quando l’episodio si è concluso con un lieto fine ho apprezzato quanto fosse bellissimo il dono che mi era stato fatto.
Quando l’8 ottobre sono venuto a vedere la partita di Borgonovo e poi me la sono rivista in tv,mi sono venute in mente tantissime cose legate a quell’esperienza.
L’amore è la risposta a ogni problema.
L’amore è il dono più prezioso e saperlo donare vuol dire metterci tutti noi stessi.
Quando ero ricoverato in ospedale ho avuto la possibiltà di conoscere bambini disabili e rimanendo diversi giorni degente ,con uno di essi e i suoi genitori mi capitò di stringere un rapporto di amicizia che tuttora sussiste.era sempre sorridente e non si lamentava mai con il babbo e la mamma. quando venni dimesso ci abbracciammo con affetto e gli feci alcuni regali.Ma lui mi ha fatto un dono ancora più bello: un sorrisone come un sofffio di vita.
ciao
ale
Ottobre 17th, 2008 alle 22:42
Caro David,
è vero , troppo spesso viviamo la vita come se fossimo invincibili e immortali,poi un bambino sfortunato od un giocatore ammalato ci fanno riflettere sulla caducità delle cose umane e ci fanno capire quanto talvolta siamo egoisti e cattivi. Per fortuna ci sono ancora al mondo persone come Marco e come sua figlia che riesce a scrivere una poesia così struggente : è vero, Marco, sei tu il fortunato !
Forza E. !
Ottobre 17th, 2008 alle 22:48
E’ vero, purtroppo ci pensiamo solo quando la disgrazia ci sfiora, o così temiamo, per poi dimenticare in fretta non appena torna il sereno E’ difficile apprezzare sempre il nostro quotidiano fatto di felice serenità.
Ottobre 17th, 2008 alle 22:52
Il tuo scritto è uno dei più bei gol che ti ho sentito urlare.
Ottobre 17th, 2008 alle 22:54
Sì, incredibile come a volte, per pensare a certe situazioni abbiamo bisogno dell'”esemplare” di fronte. Non dirmi che la gente mette al mondo un figlio con la convinzione che questo sia “normale” per usare i tuoi termini, perchè allora davvero viviamo nel mondo del pressapochismo e degli struzzi (o detto struzzi, non stronzi). Non voglio insegnare niente a nessuno, ma abbiamo tutti il dovere di essere più consapevoli: l’ignoranza di una volta non ci appartiene più e non si può far finta che il mondo sia quello che vediamo quando ci va tutto bene! continuare a piangere i bambini che muoiono di fame e lamentarsi la domenica perchè la bistecca è poco salata …
Buona vita
Ottobre 18th, 2008 alle 05:55
Quello che dice David è profondamente umano. Anchâio, come lui, ringrazio Dio della grande fortuna che mi ha dato: la salute dei miei figli e la mia che mi permette di dar loro la mia completa disposizione. Quindi giusto parlare di fortuna, ora⦠in questo momento e pregare che continui così. Anche se, come me, si perde il sonno e ci si alza alle sei del mattino di un sabato che vedrà il battesimo motociclistico di un figlio che parte per il suo primo motoraduno. Io e la sorella passeremo due giorni in apnea.
à vero, è un privilegio avere figli sani. Ma è anche un privilegio quello dei genitori e dei fratelli che si dedicano con un amore centuplicato a chi dalla vita ha avuto meno. Che cosa avremmo fatto al posto di quei genitori? Solo e semplicemente quello che fanno loro. La vita si affronta come si presenta, ma David non ha detto unâeresia, ha solo detto di ricordarci di ringraziare per quello che abbiamo.
Qualche giorno fa ero con la mia cagnolina al Parco. Lei ha fatto da tramite alla mia conoscenza con I., un ragazzino di 14 anni imprigionato in un corpo di dieci e in una mente di quattro. La sua insegnante, alla mia domanda su come trovasse tanta energia per affrontare questâimpegno, mi ha detto: âQuando torno a casa e guardo i miei figli, mi rendo conto di quanto sono fortunataâ?. E lo diceva con una dolcezza incredibile, senza presunzione. Mentre I, con un braccio teneva il cagnolino e con lâaltro mi abbracciava forte forte.
Ps. Il Grillo ha fatto capolino. Il blog ha perso molto da quando non scrive più.
Ottobre 18th, 2008 alle 09:14
tutto in questa vita ci induce all’egoismo. Le nostre esistenze sono regolate dai ritmi di una brutta televisione che ci vorrebbe sempre belli, sorridenti e col cervello scevro da pensieri. Ci dicono “non pensare, parla. Non importa ciò che dici, conta solo che tu parli più forte degli altri!”
Io invece ci ho provato ad ascoltare, a non urlare più forte degli altri per far valere le mie ragioni, a dividere il mio piccolo stipendio con mia sorella in difficoltà, a fidarmi del prossimo. Ci ho provato a farmi scivolare addosso frasi del tipo “ranieri è un debole, un fessacchiotto, a ranieri la si fa facilmente, chiedigli un prestito e poi non restituirglielo, lui non ti chiederà mai nulla, è debole”
Da qualche mese ho preso a fare volontariato alla mensa dei poveri. Ci sono vecchi tossici, nuovi alcolisti, donne e uomini malati di disperazione. Loro sono molto più sfortunati di me ed io gli voglio bene. Ciao
Ottobre 18th, 2008 alle 10:37
Dal suo post si percepisce una sincera e indiscutibile pena per la situazione da lei descritta.Per me è anche condivisibile solo che,forse,esternandola si rischia di ferire ancora di più chi cerca,trovandosi in quella pena,di vivere più “normalmente”possibile.Comunque l’intento era sicuramente lodevole e sarà bene che anche io” me lo ricordi più spesso”.
Saluti cordiali
Ottobre 18th, 2008 alle 12:44
Caro David sono un assiduo ascoltatore del pentasport e leggo spesso il tuo blog anche se non rispondo abitualmente. Però leggendo questo tuo post, a parer mio molto bello, mi ha ricordato una volta tanto quanto io sia “bischero” a prendermela per cose futili rovinandomi le giornate inutilmente. meno male che qualche volta ci sono persone che mi ricordano quanto “culo” ho avuto fino ad ora. Un saluto a te e a tutti i frequentatori del blog. Leonardo
Ottobre 18th, 2008 alle 15:16
E’ vero caro Davide troppo spesso ci dimentichiamo dei veri problemi e di coloro che stanno peggio di noi, magari una piccola cosa andata storta ci manda in crisi pensando alla sfortuna e che tutto e’ contro di noi, senza pensare a chi veramente soffre di salute per se e per i suoi cari, e purtroppo per molte persone anche per problemi economici: il non poter arrivare a fine mese con una famiglia da mantenere. Quando ho avuto un mio caro ricoverato in ospedale, a vedere la sofferenza dei malati, ho pensato che ognuno di noi dovrebbe ogni tanto visitare una corsia di ospedale per ritornare con i piedi per terra e rendersi conto che ce ne dimentichiamo troppo spesso di quelle cose belle come la salute, aiutarsi gli uni con gli altri, lo stare insieme alla gente e molto altro , mettendole sempre in secondo piano. E’ bello caro David che ogni tanto se ne possa parlare di queste cose.
Un saluto
Ottobre 19th, 2008 alle 09:34
Per BM, sono sicura che sei un bravo ragazzo. Complimenti ai tuoi genitori per il loro comportamento.
Ottobre 19th, 2008 alle 10:16
Bravo David, ti fa onore quello che scrivi. E pensiamo bene tutti che cambiare il mondo del calcio e cacciare i molti mercanti dal tempio della nostra passione per questo gioco passa attraverso la nostra maturazione e il capire che il calcio e’ solo un passatempo, un modo di amare gli altri, compagni e avversari, e non certo una ragione di vita. Le ragioni della vita sono ben altre e a Firenze abbiamo tutto adesso per capirlo davvero.
Ottobre 19th, 2008 alle 20:54
Eppure hai visto quanta dignità dimostrano sempre questi genitori sfortunati?
In tanta disperazione un grande esempio di vita.
Grazie per le tue parole. Ciao
Ottobre 20th, 2008 alle 00:42
Sai David anche io mi trovo spesso a fare la tua riflessione; ultimo giorno dell’esame di terza media di mio figlio,superato brillantemente, lui che ha avuto un inizio difficile della vita. Risaliamo in macchina per venire a casa e mi fermo per far attraversare sulle strisce un ragazzo più o meno della sua età, che stava sulla carrozzina, spinto dalla sua mamma. Un tuffo al cuore, un salto alle paure di 14 anni prima, il ricordo, sempre presente, di chi era con lui ed ha avuto una sorte diversa. Ho deciso 14 anni fa di dedicare il mio tempo a sostegno dei genitori di quei bambini che hanno un inizio della vita difficile e che hanno bisogno di una casa diversa dalla pancia della mamma per crescere, non avrei potuto fare altrimenti, era ed è mio dovere ricordarmi di loro e cercare di fare qualcosa. Poi succede che, i nostri piccoli, lievi come petali di fiori, un vento cattivo se li porti via, come è successo in questi giorni ed allora è tutto ancora più difficile…….
Ottobre 20th, 2008 alle 08:41
Buongiorno a tutti,
da ragazza disabile (sono affetta da Spina Bifida dalla nascita 31 anni fa) non posso che dire grazie perchè ogni tanto la gente “normale”si rende conto della fortuna che ha. A parte tutto nei momenti difficili ci pensa la mia squadra del cuore a tenermi su il morale! Forza Viola!!
Ottobre 20th, 2008 alle 16:26
Caro David,
mi sento inadeguata a commentare tutto questo, facendo parte della categoria dei “fortunati” e non volendo urtare la sensibilità di tanti che hanno scritto invitandoci a non guardare chi non lo è come un esemplare fuori dal comune…
Vorrei che ci perdonassero, se qualche volta uno sguardo così ci è sfuggito… non l’abbiamo fatto apposta.
Ottobre 21st, 2008 alle 11:27
io mi consolo col fatto che questi ragazzi sono sicuramente piu’ felici di noi che diamo per scontato tutto e la sera sul comodino abbiamo le pillole da prendere per addormentarsi.
la vita e’ un mistero e non e’ giusto che noi “normali” ci facciamo prendere dalla pena bisogna accetarli cosi’per quello che sono in molti casi ripeto molto piu’ felici di noi.
per quanto riguarda i genitori sono d’accordo con te david e’ difficile da accettare bisogna sforzarsi di pensare che tutto quello che e’ vita ha delle cose belle………..speriamo
Ottobre 22nd, 2008 alle 23:07
Davide,
sono il babbo di Viola, la splendida bambina che ci ha lasciato il 17 Ottobre. Ho capito il senso della tua lettera: è innegabile parlare di fortuna quando tutto gira bene… per questo condivido a pieno il tuo pensiero.
E’ anche vero che i bambini “speciali” (questo era Viola) sono un dono per quello che riescono a darti: infatti sono onorato di essere stato il babbo di Viola, per quello che mi ha dato e per quello che continuerà a darmi nel futuro.
Non auguro però a nessuno di passare quello che abbiamo passato, perchè nascere, vivere e morire così non è comprensibile.
Chiudo dicendo:
“La fortuna che avete” e “la fortuna che ho avuto” incontrando Viola.
Grazie a Dan (Daniele), è un grande amico e ci è sempre stato vicino.