Velocità
Scriviamo un messaggio o mandiamo una mail e ci scatta immediatamente un riflesso condizionato: fra quanto ci risponde?
Non esistono più le pause di riflessioni e non parlo certo di quelle che si chiedono in un rapporto di coppia e che di solito hanno un nome e un cognome…
Penso alla velocità e dunque anche alla frenesia in cui ci muoviamo, quell’assenza di tempi morti che ci pare un’offesa ingiustificabile.
Non mi pensa? Non mi considera? Le mie quotazioni professionali sono in calo? Avrò rotto le scatole e per questo non mi risponde? Ho fatto male a scrivere?
Penso spesso a come funzionava fino a qualche tempo fa e la mente corre con un filo di nostalgia agli anni dell’adolescenza, fino ad arrivare al 1990, quando apparvero i primi telefonini, croce e delizia dei nostri tempi.
Ricordo l’attesa del postino per vedere se mi arrivava la lettera che aspettavo, oppure quelle telefonate serali in cui monopolizzavo l’unico apparecchio disponibile per litigate e riappacificazioni che si chiudevano con un clic.
Niente messaggi successivi per puntualizzare, aboliti i puntini di sospensione che vogliono dire tutto e niente, nessuna attesa spasmodica di risposta veloce.
E se pensavi alla parola selfie, l’unica cosa che ti veniva in mente era il posto dove si andava a mangiare, il self service, in cui avendo poche lire in tasca si spendeva meno.
Siamo proprio sicuri che si vivesse peggio?
Giugno 19th, 2019 alle 07:29
MI AMI? MA QUANTO MI AMI?
MA QUANTO MI COSTI?!…..
Giugno 19th, 2019 alle 07:42
Io che non ho grande simpatia per la tecnologia digitale ma che ne apprezzo le indubbie possibilità e i vantaggi che possono offrire, ti dico che farei a meno di tutto questo ambaradan che purtroppo limita o perlomeno modifica in maniera importante la capacità di socializzazione soprattutto dei nostri giovani. La velocità crea spesso una dipendenza
Oppure, Caro David, non è che semplicemente eravamo più giovani e ci pare che tutto fosse più bello prima? 😂
Un caro saluto.
Lucky
Giugno 19th, 2019 alle 08:10
Assolutamente no, si viveva meglio per l’80%. Il restante 20 lo lascio per l’utilità che i telefonini hanno. C’era una canzone sigla di rischiatutto cantata da Beppino di Capri che diceva
Signore se una volta fossi io, ad essere secondo in un ritardo, PASSARE DA UN TELEFONO E NON DARE UNO SGUARDO.
vai a spiegarlo ad un quindicenne…
Giugno 19th, 2019 alle 08:22
Si viveva meglio !!!
La frenesia dell’attesa, di una lettera. L’emozione ne prnderla un mano, il cuore che batte a 100o, il suo profumo, le sue frasi e le sue parole…. Il sorriso o la lacrima che compariva sul nostro volto…. Una ricchezza andata perduta
Giugno 19th, 2019 alle 08:45
E’ una ruota che gira. I ventenni di oggi tra 30 anni rimpiangeranno quando c’erano solo gli smartphone e non questi diabolici rilevatori laser di comunicazione predittiva (RLCP). Ci caschi ogni volta David. 😉
Giugno 19th, 2019 alle 08:58
Interessaante riflessione che faccio continuamente . Provo a raccontare la nostra esperienza a mio figlio 17 enne, ma quando gli parlo del telefono a gettone delle file per telefonare quando eravamo al mare, o delle telefonate a casa il sabato sera per fissare un luogo di incontro…mi guarda come un marziano anche con un po’ di compassione.
Non penso che i nostri erano tempi migliori erano semplicemente diversi.
La tecnologia porta pro e contro.
Una riflessione che vorrei fare e’ sui legami sentimentali, avendo piu’ possibilita’ di dire le cose nascosti da un telefono a mio avviso fioccano i tradimenti ed i legami non durano piu’ come prima. e’ un bene e’ un male, non saprei?
Giugno 19th, 2019 alle 09:04
Si invecchia David. Comunque se per caso cascassero tutti i satelliti beh noi diversamente giovani non ci faremmo trovare impreparati……Oddio ho parafrasando qualcosa? Ahahahah. Buona giornata e take It easy
Giugno 19th, 2019 alle 09:18
E’ la vita che è diventata frenetica e isterica,ormai anche i ragazzi corrono,corrono,e le attese sono semplicemente motivo di ansia per il tempo che si ferma…Onestamente si viveva meglio prima.Quando ci prendevamo il tempo necessario…
Giugno 19th, 2019 alle 09:24
Le lettere e purtroppo anche le cartoline andranno piano piano a sparire e perderemo un valore. Diciamo che noi abbiamo vissuto bene la nostra giovinezza, come speriamo la vivano bene i nostri figli e poi nipoti. Personalmente ritengo la email un ottimo compromesso di velocità, inclusione, riservatezza, condivisione, memoria. Gli altri social perdono alcune di queste caratteristiche per me importanti della comunicazione. E la cosa che più mi dispiace è proprio la memoria, perché magari fra le migliaia di messaggi che si scambiano, che si scrivono, che ci scagliamo a vicenda, le belle cose affogano nel mare di cose inutili. Ma sono anche convinto che le nuove generazioni sapranno creare gli anticorpi a queste anomalie.
Giugno 19th, 2019 alle 09:29
Per alcuni ragazzi (e alcuni adulti) diventa patologia pura, quasi ossessione allo stato puro
Credo che la malattia del futuro sarà la cervicale, abbassare la testa alla ricerca del messaggio milioni di volte, darà grandi fastidì alla salute.
Giugno 19th, 2019 alle 09:47
Trent’anni fa sentivo gli stessi discorsi. Non c’era internet ma c’erano le TV commerciali, non c’erano gli smartphone ma c’erano in videogiochi….sarà sempre così. Sempre.
Giugno 19th, 2019 alle 09:56
Il progresso c’è sempre stato, in ogni epoca, non è questione di decidere se si viveva peggio o meglio, non lo possiamo decidere anche perchè quando vivevi al tempo non sapevi quello che ti saresti aspettato dopo ed in ogni caso vivevi anche li un progresso rispetto alla generazione precedente.
Viviamo in maniera differente, punto. Non esiste nè il meglio nè il peggio.
Vdz
Giugno 19th, 2019 alle 10:10
Non so se fossero anni migliori o peggiori, ma sicuramente io li rimpiango.
Anche sul lavoro, prima ognuno si prendeva le proprie responsabilità ed agiva, magari sbagliando, ma crescendo.
Oggi siamo un esercito di scaricatori di responsabilità. Come si presenta un problema, subito a contattare chi è più in alto per fargli decidere il da farsi. Così gli errori propri diminuiscono, ma non si cresce più.
Io comunque sto avendo un rigurgito di tutta questa connettività. Niente facebook, instagram o minchiate del genere. Auto solo con Bluetooth (per non prendere multe) e poco internet, giusto l’indispensabile per seguire la Viola e distrarmi qualche minuto dal lavoro.
Spero che in molti inizino ad avere la medesima “allergia” alla eccessiva tecnologia
Giugno 19th, 2019 alle 10:47
51 anni, ma mi è sempre piaciuta la tecnologia, ho sempre lavorato e smontato i computer, mi piacciono ancora i videogiochi, mi piace l’elettronica nelle auto (se gestibile) ecc.
Ma sulle relazioni umane la velocità appiattisce, uniforma e toglie sapore alle emozioni.
Ero un gran scrittore di lettere agli amori estivi, e l’attesa della risposta ti faceva avere le farfalle allo stomaco per 15 giorni, che non passavano mai.
In più, lo scrivere, portava (e porterebbe ancora) a pensare bene quello che si vuol dire, a cercare di fare un ragionamento, al modo migliore per esprimere le proprie emozioni.
Whatsap distrugge tutto questo.
E quando fissavi ora e giorno per sentirsi al telefono, dalla cabina nascosta… e magari fissavi giorno e orario in cui lei sarebbe scesa dal treno per incontrarsi e te… per unsa settimana non sapevi se serebbe venuta oppure no. E facevi comunque chilometri per raggiungere quella stazione, con ore di anticipo e aspettavi sotto il sole cocente e l’afa per ore guardando il cartellone degli arrivi ogni minuto.
E se ti succedeva un imprevisto durante il viaggio, facevi autostop, cercavi un posto pubblico con un telefono, chiamavi la stazione e facevi fare un annuncio all’altoparlante chiedendo di aspettarti, xché te stavi aspettando il carro-attrezzi. …Ma alla fine saresti arrivato, anche a piedi, anche sui gomiti a quella dannata stazione. … e… trovarla ancora lì che ti aspettava e le si illuminavano gli occhi a vederti, era una gioia talmente grande che non potremo spiegarla in alcun modo a chi si manderebbe cento messaggi e farebbe cento chiamate e sicuramente si sfaverebbe dopo 10 frasi stizzite sul ritardo.
Le emozioni ed i pensieri, HANNO bisogno di tempo per esser generati, vissuti e trasmesi.
La tecnologia, mi deve servire a vedere le stelle; non a perdere le persone.
Giugno 19th, 2019 alle 11:25
Eh David, la tua riflessione mi apre e rischio di diventare un fiume in piena…cerco di limitarmi.
Parto da una considerazione personale “sono stato la pausa di riflessione di parecchie donne impegnate” e che ci vuoi fare? Sono da competizioni brevi tipo coppe partita secca. Nei campionati lunghi perdo alla grande.
“Faster Pussycat, kill, kill, kill” è un cult movie del 1965 di Russ Meyer e il “fast, fast, fast” di Commisso me lo riporta alla mente. Veloci all’obiettivo oppure lasciamo perdere. Stare undici anni ad aspettare, anche no grazie.
Le pause ed il tempo. Come scrivi te è tutto cambiato. E’ cambiato radicalmente anche il cinema e la tv. Oggi molti “film” (in senso lato) sono una sequenza accelerata di eventi, quasi una raffica di colpi di scena uno dietro l’altro ed impongono un ritmo alla narrazione senza fiato. Una volta un film si basava su un paio di colpi di scena e sull’approfondimento psicologico dei personaggi. C’era lentezza e profondità. A volte anche noia certo.
Se poi guardiamo il nostro amato sport e rivediamo una partita degli anni ottanta, credo che la maggior parte di noi si domanderebbe “ma come cavolo facevo ad appassionarmi a questa fitta rete di passaggi all’indietro al portiere?” Partite epiche come quelle di Spagna 1982, sono emozionanti soprattutto per la nostalgia di quelle emozioni, ma obiettivamente è un calcio antico e lento.
Quindi? Boh… la percezione del tempo cambia nel tempo e noi ci abituiamo.
Giugno 19th, 2019 alle 11:40
xfloyd: applauso!!
“ci si vede sabato alle 3 al bar Deanna”….
3,00….3,15….3,30…… non arriva….la chiamo a casa?….non ho gettoni….cambio dugento lire e piglio un gettone…..non risponde nessuno…..m’ha fatto i’ pacco….aspetto unquartoalle4 e vo’ via ….maremmahane….
3,40, si aprono le porte di’ bus….eccola! “scusa ma ho perso l’autobus….meno male mi hai aspettato….dove mi porti?”
come diceva vasco: In america!!!!!!!!!!!!!!
viva la giovinezza
Giugno 19th, 2019 alle 11:43
zac
stavolta non concordo in pieno con te..
si ovvio viviamo in maniera differente..
anche chi ha vissuto negli anni delle guerre viveva in maniera differente.. o chi ha vissuto il medio evo viveva in modo differente.. sono cicli e sono eventi.. ma inn alcuni si vive meglio nel senso materiale del termine . in altri si vive meglio nel senso filosofico e culturale… e l’opposto ovviamente
in questa momento storico ( dagli anni 90 fino ad adesso ) del mondo in tutti i suoi continenti ed emisferi si vive piu a lungo, è migliorata la qualità del living, ma la tecnologia ha appiattito altri aspetti fondamentali dell’essere umano.. e quindi non si vive differente e basta si vive leggermente peggio… la verità e che lo possiamo percepire noi degli anni 60/70 che abbiamo vissuto e goduto… momenti che non potranno mai nemmeno immaginare le generazioni di ora.. quindi vien da se che a loro non mancano quelle sensazioni… come non gli manca il sapore di alcuni cibi, semplicemente non lo hanno mai assaggiato..
bellissime parole xfloyd in particolare leultime 2 righe.. è quello che sto provando da 20 anni a trasmettere ai miei figli
usate a vostro miglioramento la tecnologia non viceversa
cercate di non essere solo un algoritmo
so già che sarà difficile ma ci provo
un saluto
LB
Giugno 19th, 2019 alle 11:44
Scusate se riscrivo, ma questo tema mi appassiona molto e trovo molti messaggi interessanti, a partire dall’ultimo in ordine di tempo, quello di xFloyd. Però penso che David (Guetta 🙂 ) ha veramente azzeccato il titolo: VELOCITA’. C’è un momento molto interessante nel film su Don Milani, in cui fa vedere ai suoi ragazzi come questo concetto abbia caratterizzato la storia moderna e sia alla base delle distinzioni sociali. Chi a piedi, chi in bici. Chi in bici, chi in auto. Chi in auto, chi in aereo. E ora vale per le comunicazioni. Saremmo stati disposti a 18 anni a rinunciare all’auto per goderci il viaggio in bici o a piedi? Saremmo disposti oggi per lavoro o per vacanze a rinunciare all’aereo andando in treno, in nave, perdendo giorni per raggiungere le varie destinazioni? Per essere al passo con i tempi, dobbiamo adattarci alle sue velocità. Questo ovviamente non significa che a volte non si possa (o addirittura si debba) andare alla nostra velocità di crociera.
Giugno 19th, 2019 alle 12:07
Bellissimo articolo. Ma vedo che pur di non farne uno di benvenuto alla nuova proprietà va bene qualunque argomento…….
Risposta
Benvenuto alla nuova proprietà?
Scusa, ma non è un giornale, certo che sono contento del nuovo corso sperando di fare il meglio possibile
Ma mi pare banale
Giugno 19th, 2019 alle 12:14
@ fioraio
Io dico che il paragone è impossibile in quanto la percezione è unidirezionale, ovvero possibile esclusivamente se rivolta al passato, non conoscendo il futuro.
Quindi non puoi considerando un segmento temporale paragonare le tue sensazioni odierne con quelle che avevi anni fa, in quanto anni fa ti mancava tutta la vita vissuta nel frattempo e quindi avevi una percezione differente.
Le emozioni sapientemente descritte a xFloyd sono le stesse che ho percepito io al tempo, ma le percepisci ora perchè hai vissuto il tempo di intermezzo, non le percepivi allora non sapendo il futuro, allora ti incazzavi se telefonare alla tua donna in Australia costava 10.000 lire ogni 10 minuti e magari ti mandavi un fax alla settimana per risparmiare…mentre ripensandoci ora, quel fax te lo rileggevi 10, 100, 1000 volte.
Le emozioni dipendono dal contesto, non puoi ripensare e teletrasportarti nel passato avendo vissuto il contesto presente, non proverai mai le stesse cose, ora le potresti apprezzare, all’epoca no e viceversa
Vdz
Giugno 19th, 2019 alle 12:32
Prima tornavi a casa la sera, ti veniva detto che ti aveva cercato qualcuno, o che ti eri dimenticato di quell’impegno o di quella cosa da fare. Oggi non scappi, non c’è verso di dimenticarsi di qualcosa, inzeppi le giornate di cose da fare e alla fine non riesci comunque a farle tutte. Sei sotto controllo h24, le risposte sono in tempo reale. Non so se è meglio o peggio, sicuramente la frenesia moderna è devastante, ma forse è un modo per sentirsi parte della società ed è meglio così.
Giugno 19th, 2019 alle 12:35
P.S.
Ma che puzzo c’era nelle cabine telefoniche al mare…? Ci stavano male anche le zanzare…
Giugno 19th, 2019 alle 14:26
Sig. Guetta.
I dispositivi attuali notificano in tempo reale reazioni, notizie, informazioni, foto, stati d’animo, a livello universale. È più che veloce: è istantaneo. È un tempo presente che si manifesta.
Perché lascia instantanee (letteralmente) sul momento, non è passato, non è ancora futuro, è l’ Attimo fuggente fotografato, commentato, stampato.
Le nuove tecnologie rendono la casa che è la nostra vita, piena di finestre sul mondo. Ogni news, ogni pagina consegnata, ogni whatsapp di invito, ogni commento risposto è una finestra che si apre.
Non tutte meritano di venire dischiuse, Basra selezionare quelle che portano l’ aria più fresca per stuzzicare il nostro interesse e la nostra curiosità.
E dopo aver visto tante finestre, dopo tutto il ben di Dio che osserviamo, il consiglio è di uscire dalla porta per vivere direttamente i luoghi, conoscere le persone, nuovi amici,nuove esperienze.
Basta che la tecnologia resti sempre il mezzo.
Se diviene l’ Unico fine, la finestre si chiudono. L’aria diventa viziata. La mente elabora peggio. le dita corrono frustrate ad alimentare il fiume di livore online
Giugno 19th, 2019 alle 15:02
xFloyd al 14
Ho appena letto il tuo post.
Uno dei più belli che abbia mai letto in questo blog.
Grazie.
L’Antigufo
Giugno 19th, 2019 alle 15:02
Sono prossimo ai 50, quando penso a me non mi vedo mai come figlio degli anni 70 ma mi sento figlio dei tempi in cui ho vissuto nel momento in cui li ho vissuti. Adesso sono figlio di questo momento perché è adesso che vivo e che imparo. Non guardo al passato con troppa nostalgia perché preferisco vivere il presente nella sua pienezza. Come ripeto spesso “chi indora il passato è perché non vede molto futuro davanti a sé”. Ogni momento ha del buono e del cattivo si deve prendere tutti e due questi aspetti e trarne il meglio che si può. Se poi uno preferisce vivere nel passato e non usare telefonini che continui a scrivere lettere.
Giugno 19th, 2019 alle 15:23
Prima dell’avvento della connessione totale ed immediata, prima dei cosiddetti social media, si viveva decisamente meglio, più calmi più centrati più sereni.
CIRANO
Giugno 19th, 2019 alle 15:54
Le sane vecchie abitudini si tramanderanno nei tempi…bello wazzap e il progresso ma vuoi mettere una chiaccherata attorno ad un tavolo imbandito o ad un fuoco in spiaggia con tutta la calma di questo mondo…
Umberto Alessandria
Giugno 19th, 2019 alle 17:35
Da sempre imbranato e timido fino al parossismo nell’uso del telefono penso che se avessi avuto i messaggini alla fine degli anni 70 avrei avuto una vita erotico-sentimentale molto, ma molto più interessante.
Giugno 19th, 2019 alle 17:40
Esempio personale:
10 giorni fa ho perso il telefonino con annessi e connessi.
Era venerdì. Malgrado il telefono lo usi molto di meno nel fine settimana, ho passato il week end molto più rilassato. Mia moglie mi ha detto che il mio umore non era così allegro da tempo.
Casualità ? Forse. Ma forse no.
Un saluto
Lucky
P.S. zachini che cavolo ci facevi con la ragazza in Australia? Io me le sceglievo autoctone e vicino casa così si faceva meno fatica! 🙂
Giugno 19th, 2019 alle 17:50
14xfloid post bellissimo complimenti!
16 the marascon. Era proprio così!😊
Giugno 19th, 2019 alle 18:13
In ufficio avevo una fotocopiatrice “a bagno” e un filo disteso per asciugare le fotocopie. A casa il telefono duplex per usare il quale bisognava aspettare i comodi del vicino.
Posso rimpiangere le velocità delle comunicazioni?
Rimpiango tanto invece la vecchia Firenze con le botteghe artigiane, i banchi dei falegnami in strada, i friggitori con i “sommommoli”, gli orti fuori città con le meravigliose zucchine “fiorentine” e i piselli “quarantini”….
Giugno 19th, 2019 alle 18:19
Tra non molto sarà in disuso anche la scrittura a mano, a mio parere.
Giugno 19th, 2019 alle 18:59
Altri ritmi, altra vita più consona all’essere umano. I vuoti si riempivano con la lettura o la compagnia degli amici. Due toccasana per la pace interiore.
Giugno 19th, 2019 alle 21:09
@Antigufo e @Rosetta: grazie! ma mi è scappato in 2 secondi di getto e avrei (e avremmo) intere pagine per descrivere quelle situazioni e sensazioni.
Noi che le abbiamo provate, avremmo il compito di doverle trasmettere un po’ ai ns figli, che alla domanda cos’è un Amico rispondono “uno che conosco su internet”.
Ps: Gnamo Rocco, riportaci a sognare!
Giugno 19th, 2019 alle 21:13
Ciao David,
non sai quanto ti capisco. Lo dico sempre, 3 cose toglierei alla nostra società (per quanto ne faccia uso a piene mani)
– Le email
– Gli aerei
– Gli smartphone
Ti immagini che ne verrebbe fuori! Campanelli, lettere, chiacchierate, viaggi attraverso il mondo vero,! un mondo un po’ più vero.
Mi tengo invece i navigatori satellitari, sempre sia lodato chi li ha partoriti!!! Scriverei dal deserto del Gobi adesso!
Salute
Luca
Giugno 19th, 2019 alle 22:24
1984/1985
Il gettone passa da 100 a 200 lire e la paga al militare erano 500 lire al giorno
In treno per arrivare alla caserma Assiettta di Roma 5 ore
Andare a Santorini con i mezzi quasi 3 giorni
Fare una ricerca per la tesi impresa leggendaria a giro per l’Italia
Per scrivere una tesi prendevi in affitto una macchina elettrica e per scriverla 10 giorni
Conoscevi una ragazza che ti piaceva e per ritrovarla neanche un detective
Belli i miei tempi lenti perché avevo 20 anni ma vedo oggi i miei figli che a parte l’anno buttato via del militare fanno le stesse cose in un modo più veloce piu’ comodo ma lo stesso noi rispetto ai ns genitori in quegli anni.
Giugno 19th, 2019 alle 23:29
Sicuramente senza flipper e Subbuteo di vive peggio.
Soprattutto senza i flipper Gottlieb e senza il panno lucido verde comprato dal mesticatore al posto di quello orrendo in dotazione nella scatola grande del Subbuteo, dove però trovavi il libretto nel quale si leggevano le gesta del primo campione: il ligure Andrea Piccaluga.
Il suono a schiocco della pallina vinta nel Gottlieb con il biliardo sullo schermo verticale era paragonabile per gusto alla strusciata del seno della biondina del gruppo incrociato “casualmente” con il dorso della mano e il gol trovato colpendo il giocatorino, in modo che facesse un arco di circonferenza prima di incocciare la sfera, dava la stessa soddisfazione di un passaggio in profondità di Antognoni a Casarsa.
La velocità non era un valore in assoluto, in nessuno dei due giochi; lo era l’efficienza, cosa diversa e più raffinata rispetto allo sparacchione che mulinava i pulsanti del flipper o dell’amico Renzo che muoveva i giocatori del Subbuteo così alla svelta da cercare di mascherare alcuni tocchi non corretti.
Anche oggi diffido da chi vive la vita a cento all’ora, perché ho capito che frenesia spesso fa rima con superficialità e non ti permette né di lavorare al meglio né di riposarsi in modo soddisfacente.
Mi permetto un fuori tema: è saltato l’incontro previsto con Chiesa per il pagamento della scommessa a chi aveva puntato il superamento degli otto goal o mi sono perso l’appuntamento?
Giugno 20th, 2019 alle 00:52
Paragonare la banalità dei selfie all’importanza della teconologia mi sembra superficiale e populista.
Mi preoccupala mentalità e la stupidità di oggi, da i cantanti trap al grande fratello non l’evoluzione di quello che ci circonda e ci rende la vita migliore.
Oggi possiamo con un clik trovare alberghi fantastici sperduti, mangiare bene in una città sconosciuta, fissare all’ultimo secondo ecc ecc.
Sono convinto che chi usava le prime auto che si fermavano ogni 3 per 2 e avevano una velocità e una autonomia super limitata diceva “ah come si stava bene a cavallo”…
Giugno 20th, 2019 alle 05:49
Bellissimo post e bellissime risposte,,,,visto la mia età mi rispecchio tantissimo nei post 14 e 16 ma….complimenti a tutti…..per un tempo passato e che purtroppo o per fortuna non tornerà piu
Giugno 20th, 2019 alle 07:05
38@ marco b
C’è un lieve controsenso in quello che dici:
Se trovi in rete un fantastico hotel difficilmente è sperduto. Probabilmentee pare tale.
Oggi non C’è più il gusto della scoperta. Entri in un museo con un virtual tour, arrivi nei luoghi più reconditi del globo con google earth, mangi i prodotti tipici di un paese dall’altra parte del globo.
Va benissimo, ma la tecnologia ha tolto il gusto della vera scoperta.
Giugno 20th, 2019 alle 07:27
Apprendo con soddisfazione che altri si sono fatti il campo del subbuteo da soli…. Fu una grande soddisfazione. Ho ricomprato il subbuteo a immi figliolo ma ci ha giocato pochissimo. Troppo manuale. Non poteva competere con l’elettronica. E poi ingombrante. Credo che se anche noi avessimo avuto i giochi elettronici non avremmo giocato a subbuteo….
Sono d’accordo con Marco b. Non è che si stava meglio é che eravamo giovani con un futuro più o meno roseo davanti.
E la lentezza dipendeva dalla tecnologia dell’epoca. Sulla musica però c’è andata alla grande! Oggi la musica non esiste.
Giugno 20th, 2019 alle 08:24
Nessun rimpianto, la nuova tecnologia ha potenziato qualitativamente e quantitativamente la nostra vita. Unico appunto: ha determinato la fine di un genere letterario, fruibile dalle masse.
Giugno 20th, 2019 alle 09:48
@16 marascon: ..uuuhhh….il deanna!…
Credo di non esserci mai entrata,ma non si contano le volte che ci siamo dati o date l’appuntamento lì!!
😅😅
Giugno 20th, 2019 alle 10:08
Balzac,
scrivo quasi esclusivamente di sport perchè per me questo blog rappresenta quelle due tre poche pause durante il lavoro. I giorni in cui lo frequneto più spesso, come ieri, sono quelli infarciti di trasferimenti in treno o di pazienti attese.
E’ ovvio che mi piacerebbe confrontarmi su argomenti meno ludici; talvolta l’ho fatto ottenendo anche qualche commento di gradimento ma mi pare che ultimamente i toni del blog si siano un pochino accentuati tanto che l’opinione, il punto di vista, l’argomentazione (anche la più distante dalla nostra) pare lasciare il posto alla faziosità con il rischio di estendere il contesto ad elementi che poco constano al tema dibattuto.
Tornando allo sport, da qualche tempo sto pensando ad un blog (non certo del valore e dell’importanza di quello di David) da dedicare alla discussione su fatti sportivi (non solo calcistici) sia di importanza tecnico-agonistica (del tipo discutere sul gioco di posizione di Van Gaal e Guardiola) sia chedi rilievo storico-sociale.
L’idea segue una mia vecchia proposta (bocciata) di portare la storia dello sport nelle scuole medie in modo da consentire ai ragazzi di conoscere fatti e avvenimenti successivi alla fine della seconda guerra mondiale.
Poichè il programma scolastico tende ad arrestarsi al 1948, ho sempre pensato che parlare ai ragazzi (ad esempio) della medaglia d’oro di Mennea a Mosca fosse un ottimo traino per spiegare loro il boicottaggio USA e, di conseguenza, gli anni della guerra fredda. In età adolescenziale si tende ad annoiarsi di fronte a certi temi, se non si ha un traino ludico. Idem, con i regimi totalitari nel Sudamerica: spiegare che nel 1976, prima della finale di Coppa Davis in Cile, ci fu un dibattito parlamentare sull’opportunità o meno di giocare la finale in quel di Santiago potrebbe aumentare l’interesse dei ragazzi, mentre si spiega loro l’importanza dei diritti civili. Sapere che i nostri ragazzi studiano le battaglie di Napoleone, dei Barbari, la rivoluzione francese ma non sanno nulla delle guerre in Jugoslavia, (combattute in alcuni csi a 150 km dal mio Veneto) mi porta a pensare che, se gli si parla di cos’era la nazionale di basket (o di calcio) slava prima della divisione, elencando tutti quei campioni, possa accentuare l’interesse anche alle questioni sociali ed etniche. Alcuni odierni maturandi usciranno senza sapere i confini delle nuove nazioni slave ma, soprattutto, senza conoscere le differenze religiose e i motivi di tanta tensione. Lo sport anticipa sempre di qualche anno gli eventi di matrice politica. Non esiste film, libro, opera d’arte che abbia la capacità di anticipare il futuro quanto lo sport. Ed infatti le guerre slave avevavno avuto dei segnali precedenti in seno ad avvenimento sportivi: in primo luogo, durante il famoso Dinamo Zagabria- Stella Rossa del 1990, successivamente, durante la premiazione della Jugoslavia campione del mondo di pallacanestro con il tentativo di portare in campo la bandiera con il simbolo croato due anni prima dell’idnispendenza. Ovviamente, le scuole interpellate hanno bocciato questa propsota perchè temono delle reazioni politiche da parte dei gentiori. I presidi non possono permettersi che il genitore di idee di destra si lamenti se si parla dei diritti civili ignorati in Sadamerica ovvero che quello di simpatie di sinsitra abbia a ridire se si critcano alcune prerogative dei regimi comunisti del patto di Varsavia. L’intento, come puoi capire, era diverso ma il rischio di una contaminazione politica ha
bocciato il tutto.
Spero di averti spiegato (forse tediandoti) la mia idea di discussione di sport. Fai caso a quanto tempo della nostra giornata spendiamo nel parlar di sport, a quanto lo sport ci interessi al punto di condizionare le nostre abitudini. Ecco perchè non è spiegabile, a mio parere, un atteggiamento tale da continuare a farlo apparire come qualcosa di inferiore, quasi da debellare in seno ad alcuni ambienti scolastici…
E pensare che tanti uomini di cultura da Pasolini a Montanelli, da Biagi a Mughini (non il Mughini che clowneggia da Pardo ma quello che ha scritto 29 libri di cui almeno 10 da leggere con attenzione) hanno sempre scritto e dibattuto di sport.
Giugno 20th, 2019 alle 10:13
Ho letto che la Fiorentina sta pensando ad Inglese.
Per me sarebbe il profilo perfetto, come credo di aver scritto dopo Fiorentna- Parma di campionato.
Età nel pieno della maturità, gioca con tutti e due i piedi, può agire sia da prima che da seconda punta, è in grado di calciare, gli riesce bene far la sponda, tiene botta fisicamente, colpisce bene di tesa, aiuta la squadra e anche se non è un cecchino da 25 goal, le sue reti le segna.
Per me sarebbe perfetto e, a differenza di altri attaccanti, non condiziona il modo di giocare perchè può agire in seno a qualsiasi sistema di gioco, a prescindere dai principi dell’allenatore.
Poi, se mi prendo un altro granchio come Pjaca, rinfacciatemelo ma questo è il nome che apsettavo da molto.
Il calciomercato, da sempre, non mi interessa ma se ho fatto oggi un eccezione, scrivendo in merito ad una notizia, è perchè questo giocatore da per noi. E doveva essser preso due anni orsono!!!!!
Giugno 20th, 2019 alle 10:45
si chiama maturità…o invecchiamento…
ricordo come fosse adesso mio padre che mi rinfacciava di fare una vita triste perchè a 15 anni uscivamo poco! Era il 1982, non c’erano telefonini, internet e altre utili amenità oggi insostituibili. Ricordo mi diceva “ai miei tempi, andavamo in giro per la città tutto il giorno a cercare gliu amici che magari erano già usciti”. Non come voi che state alla televisione e a parlare sempre al telefono…
come vedi, ogni età ha i suoi pro e contro…
mike
Giugno 20th, 2019 alle 11:23
A me la velocità non disturba e non spaventa. Sono invece spaventato dall’acredine e dal fatto che tutti si sentono in grado di sputare sentenze sul lavoro degli altri pur non capendoci niente, navigando nell’ignoranza sembrano tutti grandi marinai..
Giugno 20th, 2019 alle 11:37
Caro David,
io sono sicuro che si vivesse meglio prima. Ma moooolto meglio.I ritmi della vita non erano portati all’eccesso come adesso. E sicuramente lo stress non era considerata una malattia perchè, se c’era, era presente in “dosi” assai minori. Personalmente ho molta nostalgia degli anni 80, forse perchè ero bambino, non saprei.
Giugno 20th, 2019 alle 12:08
Mai letto niente di Nietzsche, eppure….
Eppure c’è una frase che mi rimbalza di continuo nella testa:
“Quando un uomo guarda dentro ad un abisso, l’abisso guarda dentro di lui.”
Credo suoni all’incirca così, ma mi colpisce proprio in relazione a questa tecnologia, onnipotente, onnipresente, straniante, che sa tutto di me, dove sono, cosa mi piace, cosa mi atterrisce, semplicemente accendendo un telefonino, un tablet, un pc.
Tecnologia che fa comodo a me la decima parte di quanto fa comodo a chi è dall’altra parte dello schermo. E forse hanno ragione loro, forse loro sono l’élite, forse meritano di avere il controllo. Ma in cuor mio credo che entrambe siano parti di un unico pensiero, di un unico “cervello”, ed una di queste parti, quella a cui appartengo, è sempre più atrofizzata. L’utile idiota.
Giugno 20th, 2019 alle 13:16
Non è cambiato nulla, allora come ora si gode degli ultimi ritrovati del progresso e ce ne compiaciamo, 40 anni fa era bello il primo tv a colori, la prima macchina col condizionatore, e chi più ne ha più ne metta.
Oggi la tecnologia è avanzata e ci aiuta, viviamo più a lungo, abbiamo possibilità di cura prima ignote, i nostri figli mangiano meglio, fanno più sport e sono 15 cm. più alti di noi.
Nel lavoro molta fatica dura è sostituita da macchinari, le auto sono più sicure, inquinano dieci volte di meno e consumano la metà e potrei continuare a lungo.
Se qualcuno fraintende l’innovazione e riduce i suoi contatti con il prossimo al mondo virtuale…. son problemi suoi.
Il lato negativo è che abbiamo meno sicurezze, una volta, terminati gli studi, si trovava un impiego e facendo magari carriera nella stessa ditta, si arrivava alla pensione facendo studiare i figli con uno stipendio che bastava a tutto il necessario.
Ora è molto più difficile, ma non è colpa del telefonino, piuttosto di alcune politiche che, per me, sono sfuggite di mano, ma qui il discorso diventerebbe assai lungo.
Giugno 20th, 2019 alle 13:55
X Alessio del 44
Grazie del tuo intervento, ti ricordo anche la grande Ungheria beffata dalla politica ai mondiali svizzeri di calcio del 1954.
Non mi hai per niente tediato, anzi. Un caro saluto Viola.
Giugno 20th, 2019 alle 14:22
“Un poco pure il grammofono…” (cit.)
Giugno 20th, 2019 alle 14:26
Il bello è che tutto cambia intorno a noi che ci garbì o meno, e ognuno di noi si assuefà a quello che il mondo gli offre nel momento in cui è vivo.
Giugno 20th, 2019 alle 16:06
Quando si invecchia si diventa “laudator temporis acti”. Lasciatelo dire da uno piu’ vecchio. Forse rimpiangiamo la giovinezza. O forse selezioniamo solo i bei ricordi. Ma quel che dici e’ vero: tutto corre piu velocemente. Inutile discutere se sia bene o male: e’ cosi’! Cio’ che e’ vero oggi non lo sara’ domani. Chi e’ in auge oggi domani sara’ nella polvere. E allora viene da pensare che abbiano ragione gli orientali per i quali la realta’…e’ solo un gioco!
Giugno 20th, 2019 alle 16:22
Ho visto cose oggigiorno che ai miei tempi non erano nemmeno pensabili ..
Ragazzine che girano e diffondono video hard core ai loro compagni di classe … capitato nella classe di mio figlio ..
Insegnanti che mostrano video sull’uso della mariuana a scopo benefico..
Siamo di un’altra generazione.
Giugno 20th, 2019 alle 17:15
Lento è meglio , tutto .
Anni fa ( fine anni 90 ) partecipai ad un convegno dove prese la parola il Dott. Finzi all’epoca presidente Demoskopea che commentava un saggio realizzato da un’università tedesca sugli impatti delle varie invenzioni create dall’uomo .
Mentre precedentemente le innovazioni che avrebbero impattato la vita ordinaria , stravolgendola , arrivavano con cadenze prima secolari , poi di volta in volta sempre più strette ma con spazi temporali di svariati anni , oggi ( fine anni 90 ) innovazioni in grado di stravolgere il nostro andamento se ne presentano svariate nel corso di un solo anno .
Tragico fu poi l’epilogo : ” voi fate conto di essere su una giostra . Improvvisamente la giostra di giro in giro aumenta la velocità , voi sopra di essa comincerete ad avvertire disturbi , nausee e quanto altro ; anche se provate a scendere , stante la velocità della giostra cadrete e vi farete male .
Quale è la metafora : l’uomo è più o meno lo stesso da tantissimi anni ma le innovazioni e la velocità a cui il nostro essere deve reagire e cambiare , porteranno a incremento di malattie nervose , stress e logorio .”
Da XFloyd in poi i Vostri scritti mi hanno riportato ai tempi dei gettoni , del flipper ( caspiterina Robertodisanjacopino ma a saperlo e un si poteva far forca qualche volta insieme ? ) , delle lettere e cartoline e dei primi amori …
Deanna , Universale , Rifugio , Foresina per citare solo i più rinomati . Ahhhhh
Giugno 20th, 2019 alle 18:53
L’ideale sarebbe godere dei frutti della tecnologia senza perdere la capacità di godere.
Giugno 20th, 2019 alle 19:17
Il venerdi sera allo scorpione…..
Giugno 20th, 2019 alle 22:52
L’Universale…
Giugno 21st, 2019 alle 06:54
@ Franz Paperot
In burro e acciugagnene 🤣🤣
Un sera entrò uno con la vespa nel cinema mentre girava arancia meccanica……
Giugno 21st, 2019 alle 10:01
Brighton,
con Paperott e diversi altri amici del blog nella primavera dell’2016 una sera andammo al cinema Teatro Verdi a vedere il film su quel mitico vecchio cinema Fiorentino.
Titolo del film ?
“Universale”
grande serata.
Ciao, cerca di stare bene
Immondo
Giugno 21st, 2019 alle 21:00
@ Immondo.
Rimango sbalordito non sapevo che avessero fatto un film sull’ universale.
mi sarebbe garbato esserci, ma da qua è difficile avere notizie dettagliate come se uno vivesse lì. L’ universale cerco di spiegarglielo ai miei figli ma se uno non ha vissuto quella realtà come tu glielo spieghi? Immondo Grazie per gli auguri ma in questo momento è veramente dura
salutone viola
Giugno 21st, 2019 alle 22:31
Sì chiama “Universale d’essai”, regia di Federico Micali. È molto carino, secondo me su Amazon il DVD lo trovi
Giugno 21st, 2019 alle 22:33
L’Universale e basta si intitola. Ha ragione Antonello
Giugno 22nd, 2019 alle 10:54
“VOLUMEEEEEEEEEEEEEE”……..
chi sa capisce…..
Giugno 23rd, 2019 alle 09:20
Universale, il film, c’ha un paio di difetti:
la linea guida della trama è un po’ troppo “forrest Gump”.
Le poppe della ragazza che sono un po’ squinzie….
https://cb01.io/film/luniversale-2016/
Giugno 24th, 2019 alle 09:28
Sulla trama se ne può ragionare, ma sulla ragazza…