La rivoluzione (e la rivincita) mediatica viola
Me li ricordo bene quegli anni che vanno dal 1978 al 1985, anni di sofferenza interiore che però il tempo ha scolorito di quel nero dell’epoca, spruzzandoci allegramente sopra l’infido venticello della nostalgia.
Anni in cui ero l’unico ad avere un registratore in mano in mezzo a chi mi sembrava inarrivabile: i giornalisti della carta stampata.
Quanto avrei voluto essere uno di loro, mi sembrava (e lo era!) un lavoro fantastico per cui io avrei pagato, mentre invece erano incredibilmente loro a percepire ottimi stipendi: vai al campo, parli con un giocatore, scrivi il pezzo, ci metti in tutto un paio d’ore, e il giorno dopo godi come un riccio perché la tua firma è stampata in neretto sul giornale.
Io ero l’intruso, per anni spocchiosamente nessuno mi ha rivolto la parola, a parte qualche rimprovero sgomitando fuori dallo spogliatoio nel momento dell’uscita di un giocatore, quando perdevo la mia naturale timidezza conquistando la prima fila.
Per guadagnare un minimo di considerazione ci sono voluti almeno tre campionati di radiocronaca e i primi ingaggi di qualcuno di loro da opinionista e comunque l’aria da puzza sotto il naso con cui mi hanno guardato e trattato fin dal mio primo apparire non ancora maggiorenne è durata almeno fino alla partenza di Baggio, raccontata con scoop esclusivo grazie ai primi telefonini della storia.
Quaranta anni fa avrei preso per matto chi mi avesse detto che in un ritiro della Fiorentina non ci sarebbe stato neanche un giornalista della carta stampata (che io peraltro continuo ad adorare, la carta stampata, non il giornalista), ma solo gli inviati di due radio e di due siti internet.
E uno dei quattro inviati l’ho inviato io da editore/direttore, ha proprio ragione Venditti: che fantastica storia è la vita.
Gennaio 10th, 2019 alle 07:09
Era un tempo in cui i giornali vendevano come il pane e pagavano ottimi stipendi e lo stadio era pieno e le amichevoli durante la pausa si giocavano a Pontassieve ed eravamo tutti più giovani arroganti e innamorati.
Gennaio 10th, 2019 alle 09:01
Come in una sorta di meccanismo di partita doppia al tuo (giusto e meritato) entusiasmo corrisponde una situazione generale deprimente: quella della carta stampata. E non parlo solo del giornalismo sportivo, ma del giornalismo nel senso più ampio.
Quotidiani storici che arrancano, redazioni ridotte all’osso, professionalità a dir poco in calo.
Le colpe? Internet è stata solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo.
Non sta a me elencare i motivi, dovrebbero farlo i tuoi colleghi. Ma spesso preferiscono dare la colpa ai lettori, piuttosto che fare una sana autocritica.
Gennaio 10th, 2019 alle 09:10
vai David non ti preoccupare. se il Sole comincia a fare il bischero e le macchie solari si incacchiano, cascano i satelliti e si torna al pennino e al calamaio (così Calamai è contento ahah, tanto per fare un pò di sano spiritaccio fiorentino)
alè VIOLA!!!!!
Gennaio 10th, 2019 alle 10:08
Io ho un libro oramai vecchio di trentanni dove c’e’ una foto splendida.
In quella foto vi appare Socrates intervistato da un capellutissimo David Guetta in giacca a quadri e maglione a rombi multicolori.
Non il massimo dell’eleganza 😉 ma il massimo della voglia di farcela e di amare un mestiere.
Faccio piu’di conto di quella foto che della foto della mia Prima Comunione.
Forza Direttore!
Gennaio 10th, 2019 alle 12:19
poi il Direttore è spesso rammentato nel libro di Pippo Russo “La memoria dei pesci” quale unico speaker radiofonico della Viola.
Complimenti!
Gennaio 10th, 2019 alle 13:13
Alessandro B
Io ho fatto il giornalista professionista per 35 anni lavorando in quotidiani, settimanali e mensili e posso dirti con cognizione di causa – perché queste situazioni le ho vissute in prima persona – che l’inizio della fine si può tranquillamente far risalire a fine anni Ottanta-primi anni Novanta, ovvero quando i grossi gruppi editoriali hanno delegato la gestione delle loro testate ai cosiddetti “manager” e ai temibili direttori del marketing, in larga parte presi dalla grande distribuzione.
Vale a dire che gente la quale, fino a pochi giorni prima, si occupava di smerciare scatolette o detersivi si è ritrovata a dover mandare avanti il mondo dell’editoria e, non avendone competenza, ha pensato bene di provare a vendere i giornali praticamente come allegati di qualcos’altro, dai CD e i VHS ai materassini gonfiabili e alle infradito da spiaggia. Penso tu riesca a ricordare come andavano le cose a quei tempi: le edicole erano diventate grandi magazzini, dove se volevi comprare una rivista dovevi portarti a casa una serie incredibile di carabattole assortite, che nel migliore dei casi erano film o dischi o libri, mentre nel peggiore ti rifilavano praticamente di tutto. Così il quotidiano e/o la rivista sono stati fatti diventare supporti di qualcos’altro, e quando la bolla si è esaurita non c’è stato più verso di recuperare.
Al netto, ovviamente, degli errori della stampa e dei suoi rappresentanti, errori che sono stati fatti in abbondanza e che tutti noi della professione abbiamo pagato a caro prezzo.
Gennaio 10th, 2019 alle 14:26
Si David , E’ VERAMENTE STUPENDA…..
Gennaio 10th, 2019 alle 15:02
Unico!!!
Umberto Alessandria
Gennaio 10th, 2019 alle 15:13
“Erano gli anni fatati di miti cantati e di contestazioni, erano i giorni passati a discutere e a tessere le belle illusioni”
No! Erano già trascorsi anche quelli…
Eravamo appena entrati nell’era della temporalità liquefatta nella quale siamo tutti affogati per sempre.
Gennaio 10th, 2019 alle 18:22
Ot) ecco un copia incolla preso da un sito viola, del genio Zachini che voleva querelare per un “beota” detto in risposta ad un suo post .
Allora sai quante querele dovrebbero fare nei suoi confronti a giudicare ds ciò che scrive
_————————–_
ah ah ah la fine de che???
A parte che tutto ,lo stadio è un’utopia in quanto fortunatamente lo stadio è frequentato da persone pensanti e non pecore che cantano perchè sentono gli altri. Ma poi sai cosa gliene frega, il danno lo avete già fatto infamandoli quando si andava in CL e mettevano un decino all’anno e loro hanno messo la Viola in autofinanziamento…(bravi geni)
Ora cosa vuoi che gliene freghi, fino a che non arriva il compratore puoi cantare anche le canzoni di Natale.
“sarà la fine…” ma da piccini l’avete fatta la coda per il cervello??? o avete sbagliato fila?
Vdz
Gennaio 10th, 2019 alle 22:01
Stai tranquillo David che se a Malta ci fosse stata una strisciata ma anche Napoli o Roma la carta stampata avrebbe risposto presente, purtroppo la verità è che c’hanno sempre un po’ snobbato sopratutto le tv però oggi siamo proprio al minimo storico e sportivamente non valiamo più niente e questo grazie alla pessima gestione di questo club e non serve che dica di chi è la colpa.
Gennaio 10th, 2019 alle 23:33
A proposito di giornalisti poichè non ho potuto seguire tutte le radiocronache da Malta, nelle quali immagino lo avrete già fatto, vorrei ricordare anche qui Daphne Caruana Galizia giornalista maltese uccisa proprio a Malta mentre faceva inchieste sulla corruzione nell’isola che non è tutta bella come appare. Non era una giornalista sportiva ma forse faceva un mestiere più difficile e pericoloso.
Gennaio 11th, 2019 alle 09:04
@ Roberto M, lo ricordo bene quel periodo.
Sono sempre stato un accanito lettore di quotidiani e periodici e rammento come le edicole si erano trasformate in veri bazar senza senso.
Aggiungiamo anche, a quanto hai perfettamente descritto, un vero lavoro di cesello dei governi degli ultimi 3 decenni che ha reso la scuola italiana una fucina di ignoranti, menefreghisti, col cervello atrofizzato e il quadro è completo.
Gennaio 11th, 2019 alle 11:22
Alessandro B… ma una cosa che ti piace esiste? 🙂
Gennaio 11th, 2019 alle 11:35
David, posso approfittare della tua ospitalita’ per fare anche qui gli auguri al mio amico il grandissimo Professor Saverio Pestuggia ?
Grazie.
RISPOSTA
Certo, 60 anni alla grande!
Un abbraccio,
David
Gennaio 11th, 2019 alle 12:18
Hanno ragione quei giornalisti che non vanno.più in conferenza stampa tanto ormai è tutto chiaro…soli piattume .
Gennaio 11th, 2019 alle 12:50
ah ah ah Lucio Rak
Sai Lucio, ultimamente sentivo a giro voci di chi vorrebbe togliere il suffragio universale per le prossime elezioni (roba da urlo), ma poi leggendo il tuo post mi sono subito domandato se nel caso a te ti farebbero votare…?
In primis, per andare a giro a fare copia/incolla dei miei post su altri portali devi avere dei problemi seri se non serissimi…al militare direbbero che “non ti passa un attimo”
In secondo luogo, sei forse l’unico 8o fai parte di un ristrettissimo gruppo) a non aver capito l’ironia del mio post sulla pseudo-denuncia, che si rifaceva ed …bla..bla..bla… da qui la mia riflessione sul fatto se tu saresti abile a votare nel nuovo mondo che ci vorrebbero proporre.
Terzo, normalmente si sarebbe dovuto anche trascrivere il post a cui rispondevo, giusto per permettere un significato globale del discorso al lettore che vorresti intercettare qui. Ma capisco la complessità del concetto.
Mi resta un simpatico dubbio…ma alla fine tu sei più “grupies” o “stalker” ???
un saluto
Vdz
Gennaio 11th, 2019 alle 12:51
Non si è mai capito e credo che non si capirà mai perché il sostantivo Pestuggia è sempre preceduto dall’apposizione semplice ‘professore’ (ma spesso si aggiunge anche ‘grandissimo’ e l’apposizione tende a divenire complessa e indica un ‘super’ accademico, quale notoriamente il personaggio è).
Gennaio 11th, 2019 alle 14:10
@ 14 co
Spero almeno unA si…
🙂
🙂
🙂
Vdz
Gennaio 11th, 2019 alle 15:08
Scusa David per l’off topic ma l’occasione è troppo ghiotta e ti dà la misura dell’uomo con cui abbiamo a che fare. Salvini, grande amante di De André, cita il primo verso di una canzone su Twitter, “il pescatore”, senza rendersi conto, o pensando che tutti si sia venuti con la piena, che il testo della canzone rappresenta esattamente l’opposto del suo modo di interpretare il mondo, della sua morale insomma. Una banalità, una bischerata in confronto ai problemi del mondo. Sì certo, ma dove sta la coerenza? E soprattutto ma davvero il suo ego ormai arrivato a vette elevatissime gli fa pensare che tutti si possano bere quello che scrive senza riflettere un minimo?
Gennaio 11th, 2019 alle 15:23
Hai fatto benissimo !!!!!
Gennaio 11th, 2019 alle 16:07
Roberto M 6
Hai ragione su tutto, ma dissento dalla tua ultima frase. Non credo che il ciarpame allegato all’editoria sia stato causa della crisi della stampa … Anzi, penso che abbia contribuito a rendere il declino meno verticale. Non si sarebbe ripresa comunque. McLuhan docet.
Negli anni 80/90 la stampa ha dovuto contrastare l’espansione di TV e Radio commerciali, mezzi molto più seducenti e meno “faticosi” rispetto alla lettura.
Poi è arrivato internet che in pratica a costo quasi zero e con le armi dell’immediatezza (il tempo di attesa delle notizie in pratica è stato azzerato), della possibilità di scelta pressoché infinita (vado a leggere solo ciò che mi interessa), della condivisione, della portabilità e della coesistenza di più strumenti in uno (testo, audio, video, link …), ha letteralmente sbaragliato il campo rendendo nel giro di un decennio la carta stampata un media se non obsoleto, quasi di nicchia. Un po’ come i vinili nella musica.
Il sole 24 ore recita: “A parte la radio che è ferma sul suo 5% da dieci anni, e la televisione che nel 2017 ha toccato i minimi storici (48%, quota comunque sempre enorme), ciò che salta all’occhio è che sul mercato pubblicitario in dieci anni le posizioni di stampa e internet si sono invertite: la prima è passata dal 31% al 13%, mentre il web dal 10% è cresciuto al 34%.”
Ed ancora: “dal 2007 al 2016 le spese degli italiani per giornali e libri sono crollate di oltre il 37%, mentre quelle per smartphone sono esplose del 190%.”
Insomma c’è poco da meravigliarsi per le assenze a Malta degli inviati della carta stampata … È il progresso, ci possiamo fare ben poco.
Credo che alla stampa ormai non resti che buttarsi sull’unica arma che può essere ancora vincente: “l’approfondimento di qualità”.
Nutro fortissimi dubbi però che possa interessare masse enormi di persone perché, se mi guardo intorno, vedo sempre meno gente interessata ad approfondire, a scavare, a cercare di farsi un’idea di come stanno veramente le cose. Vedo
invece sempre più persone allergiche a trafiletti che superino le 20 righe o il minuto di lettura.
La cosiddetta “Twitter o Facebook people” che si fa un’idea di qualunque cosa al mondo carpendo tre righe qua ed un titolo là. O ancora peggio con Instagram … Riducendo tutto ad un’immagine … Quando la storia della fotografia ci insegna che non c’è peggior bugiardo del messaggio insito in un’immagine.
Si fa da anni un gran parlare che manca informazione di qualità e spesso è vero. Vedo giornalisti, anche capaci, in bilico se spostare l’ago della bilancia verso l’infotainment o verso l’informazione pura … E alla fine vince sempre la prima in nome dell’audience o dei click.
Sì, perché mi sembra che la domanda di intrattenimento sia decisamente più alta di quella di informazione di qualità. Siamo ormai a pieno titolo nella cosiddetta “società dello spettacolo” dove la finzione è più importante della realtà.
Gennaio 11th, 2019 alle 17:44
Zachini che scherzava sulla denuncia….
AHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHHAHAHAH
Gennaio 11th, 2019 alle 19:08
La migliore cosa che potesse accaderci e che accarezza e addolcisce il dolore per chi abbiamo perduto. Si, davvero straordinaria.
Gennaio 11th, 2019 alle 19:10
io mi ricordo quando 30 (o più?) anni fa il “professor” pestuggia allenava i bimbetti del settimello! sbaglio david?
Risposta
Non sbagli, ciao
David
Gennaio 11th, 2019 alle 20:44
@Mat 20
Non so se Salvini conosca le corrette interpretazioni della canzone, ma sicuramente tu non le conosci certamente altrimenti avresti ragionato in proprio ed evitato di seguire la ‘piena’ dei social.
Storicamente la canzone del Pescatore pone tre diverse interpretazioni del finale nascosto:
La prima è del pescatore che mente ai gendarmi perdonando l’assasino
La seconda è che il solco lungo il viso del pescatore sia la violenza fatta dall’assassino nonostante gli sia stato offerto pane e vino
Infine la terza e più ardita in cui il solco lungo il viso sia stato fatto dai gendarmi che non avevano ottenuto informazioni fino ad ucciderlo.
Un saluto
Vdz
Gennaio 11th, 2019 alle 20:44
Mat al suo post 20, ha praticamente fatto un cross a centro area e io, che mi trovo in posizione perfetta per “insaccare”, devo solo “appoggiare la palla in gol”…
Once upon a time in 1979, when i was 15…
Ma prima mi si permetta di dare lettura della formazione di “quella squadra” che ebbi la fortuna di vedere dal vivo, la sera di un lontanissimo, meraviglioso, indimenticabile 14 gennaio 1979 all’allora Teatro Tenda di Firenze…
Fabrizio De André: Voce e Chitarra Acustica
PREMIATA FORNERIA MARCONI
Franz Di Cioccio: Batteria e Percussioni
Patrick Djivas: Basso
Franco Mussida: Chitarre e Voce
Lucio “violino” Fabbri: Violino e Percussioni
Flavio Premoli: Tastiere, Fisarmonica, Chitarra Acustica e Voce
Roberto Colombo: Tastiere, Chitarra Acustica, Percussioni e Voce
Mi perdonino Rovazzi e compagnia cantante odierna, ma qui ci troviamo dinanzi all’élite della bellezza musicale, in perfetta simbiosi con la poesia e il suo significato, con l’apoteosi di quello che secondo le emozioni che provai in quei magici istanti di ragazzino, resterà per sempre il più bell’assolo di chitarra al quale abbia mai assistito in un concerto…
Basta solo chiudere gli occhi e ascoltare…
In lovely memory of Fabrizio “Faber” De André
http://www.youtube.com/watch?v=gxC57vPlOO0
L’Antigufo
Gennaio 11th, 2019 alle 21:21
L’Omino di Ferro:
Non ho detto che è stato la causa bensì l’inizio della fine, nel senso che le imprese editoriali hanno iniziato a spostare l’attenzione dal prodotto giornalistico al gadget. Alla lunga (e neanche tanto alla lunga) è stato il primo a diventare il rimorchio del secondo, anche perché, come forse saprai, l’IVA sulla carta stampata era nettamente inferiore rispetto a quella sui prodotti standard del commercio. Il che ha comportato all’epoca – sembra incredibile ma è vero – la nascita di un’enorme quantità di aziende specializzate proprio nel fornire prodotti da allegare ai giornali, addirittura fabbricati in Cina o zone limitrofe su specifiche ben precise e poi fatti arrivare in Italia via nave appositamente a quello scopo. Nei primi anni Duemila, al vertice di tale bolla, tutti i grandi gruppi editoriali italiani avevano divisioni aziendali create su misura a questo scopo.
Per il resto del tuo discorso, figurati, sfondi una porta aperta. Solo che l’approfondimento di qualità (fatto sulla carta stampata) costa, mentre su internet – dove i tempi di lettura e l’attenzione di chi legge sono ridottissimi, e dove soprattutto il controllo delle notizie è praticamente inesistente – quando prendi 5 euro ad articolo è grasso che cola, perché il compenso medio è molto più basso quando non inesistente.
Poi è ovvio che in questo allegro paese tutte le scuse sono buone per non leggere libri giornali e riviste, per non informarsi, per prendere per oro colato tutte le fake news spacciate per vere e così via. C’è chi ci ha costruito carriere politiche, su tutto questo e lo sai quanto me. Vent’anni fa, quando sono venuto ad abitare a Milano, al mattino in metropolitana la gente leggeva libri e/o giornali. Adesso, su dieci persone, ne vedi undici attaccate allo smartphone, ma non certo per leggere i siti d’informazione.
Gennaio 12th, 2019 alle 10:53
Alessandro B.@13-l’Omino di Ferro @22 Mi trovo d’accordo con loro nei passaggi che la scuola negli ultimi 30 anni ha sfornato molti ignoranti e con il cervello atrofizzato e con l’omino di ferro quando dice che a pochi ormai interessa farsi un’idea propria. Sicuramente in tutto questo la scuola ha una grossa responsabilità, questi ragazzi stanno a scuola tutto il giorno sono sovraccaricati di compiti ma nessuno insegna loro, oltre al nozionismo, a ragionare. Voglio raccontare un aneddoto della mia vita. Anno scolastico 1968/1969 prima superiore, segretaria d’azienda non liceo, il mio professore d’italiano tutti i lunedì portava in classe un quotidiano, l’unità, il Secolo, il Corriere della Sera ecc., leggeva un articolo e ce lo faceva discutere a noi, lui non interveniva ci faceva parlare ma prima di iniziare la discussione ci diceva sempre cercate di capire fra le righe dove sta la verità fatevi una vostra idea ed inoltre imparate ad ascoltare i vostri compagni e a rispettare le loro idee. I professori dei miei figli, uno anche al liceo, non lo hanno mai fatto.
Gennaio 12th, 2019 alle 11:42
Antigufo: Mussida come Gilmoure, Blackmore e Fripp, meglio di Santana.
Secondo me, obviously.
Gennaio 12th, 2019 alle 13:20
no fripp no.
Gennaio 12th, 2019 alle 15:30
Zachini, ma chi ti conosce? Chi ti dà il diritto di parlare con uno che non sai nemmeno chi sia con quel tono supponente e arrogante? Cosa ne sai di come ragiono io? Dall’alto della tua grandezza sei riuscito a capirlo dalle 10 righe che ho scritto? Perché il mio modo di interpretare la canzone è quello che a te non piace allora devo per forza essere uno che ragiona con la testa degli altri? Stai nel tuo tranquillo tranquillo per favore. Te l’avevano già fatto notare mi sembra che il tuo modo di interagire non cerca affatto il dialogo. Ma ti rivolgeresti così nella vita reale ad uno che non hai mai visto?
Adesso sei anche un fine esegeta di De André?Ma di che cosa stai parlando? Del “significato nascosto”? Ma lo sai che se la canzone l’ascolti al contrario si scopre che il vecchio s’innamora dell’assassino, copulano sull’erba e quando arrivano i Carabinieri scatta l’orgia ? La conoscevi questa interpretazione?
Non mi sembra il caso di star qui a questionare sulla canzone, non è proprio il luogo adatto ma per chi conosce un minimo, e ripeto un minimo, la poetica di De André mi sembra evidente che nella canzone ci sia un messaggio evangelico di carità cristiana cosa peraltro presente almeno in tutto il primo De André…E questo a prescindere dal tuo finale nascosto. Il fatto che l’assassino possa aver sfregiato e ucciso il vecchio (cosa per me non vera alla luce del testo della canzone) non fa venir meno il messaggio di cui sopra.
È un delitto così grande criticare qualcuno che cita i versi di una canzone che ha alla base un messaggio di carità ma che è assolutamente incoerente con il suo modo di vedere il mondo?
Posso esprimerlo questo concetto senza passare da uno che ha il cervello in pappa? Oppure per essere dei ganzi bisogna vedere le cose come le vede Zachini? Il filosofo, matematico, fisico, ragioniere, dottore…
Gennaio 12th, 2019 alle 15:42
robertodisanjacopino al 30
Carissimo “compaesano”, qui la questione si presenta intricata e molto complessa…
Essendo un autodidatta, ti parlerò unicamente a livello di trasporto emotivo e stilerò una personalissima, quanto discutibile “classifica senza vincitori”, estrapolando tre chitarristi tra coloro che hai citato, fermo restando che stiamo parlando nella totalità dei nomi, di livelli irraggiungibili per molti…
Franco Mussida, possiede la capacità innata di “tradurre” in musica le emozioni di un testo…
Prendi la parte centrale di “Amico Fragile”, laddove De André si “rifugia” per pochi istanti nell’amore per il suo strumento, prima di tornare nella tenebra dei suoi pensieri dicendo:
“Pensavo: è bello che dove finiscono le mie dita, debba in qualche modo incominciare una chitarra”…
Ecco… Mussida in quel mini-assolo di poche decine di secondi susseguente a queste parole, riesce a dar “voce” al pensiero del cantante, portandoti dentro di esso e trasmettendotene la dolcezza, l’amore infinito e la passione, l’attimo prima di guidarti di nuovo nell’introspezione dell’ultima parte del brano…
E’ indubbio che Franco Mussida riesca a toccare la parte più profonda dei tuoi sentimenti… è indubbio che la sua chitarra “comunichi” direttamente col cuore di chi la ascolta… come nello stupendo assolo finale del brano che qui di seguito ti vado a proporre…
http://www.youtube.com/watch?v=wuHzqFzJf1I
David Gilmour… beh… che dire…
Gilmour è il “pilota” di un’astronave che ti trasporta in paesaggi inesplorati… è, se mi passi il “bisticcioso” termine, l’illusionista dell’immaginario…
Quando ascolti un assolo di Gilmour, sai già che ti ritroverai in una sorta di mondo parallelo, laddove le forme e la consistenza delle cose, saranno in prevalenza un prodotto della tua fantasia e della tua mente… prova a sederti in una stanza al buio, indossando le cuffie e chiudi gli occhi ascoltando il brano che segue e poi dimmi se non avrai la sensazione di librarti in uno spazio infinito, guardando dall’alto tutte le meraviglie che il suono della chitarra di David “disegnerà” per te in quel preciso momento…
David Gilmour è senza dubbio un “pittore musicale”, capace di creare sulla tela delle sette note “l’incosciente realtà di un sogno”…
Ah… dimenticavo il “marginale” apporto nei cori di Still & Nash… 🙂
http://www.youtube.com/watch?v=X2H65mHd9Vk
Carlos Santana è il ritmo carnale… è tutto quello che il corpo riceve e trasmette… è movimento, è vibrazione, è sesso, è sudore, è sensualità…
Prendi ad esempio la dolcissima Moonflower (Flord’Luna)… si ha davvero la sensazione di vedere questa meravigliosa creatura femminile che si muove sinuosamente ballando da sola in mezzo alla gente, se ne percepisce l’energia, la fragilità e il desiderio strettamente fisico di averla tra le braccia, sentire il profumo dei suoi capelli, carezzarli con delicatezza e perdersi nella profondità dei suoi occhi e del battito del suo cuore…
Carlos Santana è immediato… è colui che ti dice “alzati da li e muoviti”, perché la vita è qui… in questo momento…
http://www.youtube.com/watch?v=x5b3VBUW2ok
Tutto quanto scrito, è d’uopo premetterlo, secondo un mio personalissimo punto di vista.
Spero di non essermi incartato in me stesso e di non avere annoiato nessuno… 😉
Adesso vado di là dalla mia “Sunrise”… 🙂
Buon Sabato Caro Roberto.
L’Antigufo
Gennaio 12th, 2019 alle 18:25
Sui chitarristi:
A certi livelli non si posson fare classifiche .
Come fai fai, si sbaglia.
Per esempio leggo che Carlos Santana viene messo in seconda posizione.
Uno che ha emozionato il mondo sin dai tempi di quando a Woodstock suono’ Soul Sacrifice e Evil Ways.
Ragazzi non scherziamo.
Stesso discorso per Jimi Hendrix.
Il Genio e la tecnica mescolati e messi al servizio dei viaggi psichedelici.
Un ce n’e’ per nessuno.
E Jimmy Page dei Led Zeppelin?
Robert Fripp dei King Crimson forse intellettualmente il piu’grande perche’ e’ stato l’antesignano del progressive sin dal 1969 quando ebbe a dar vita a In the court of Crimson king , pietra angolare della nuova generazione musicale.
Ma la gente; badate, non voi conoscenti e amanti della musica, , ha mai sentito la potenza strisciante della sua chitarra in Lark’s tongues in aspic?
Come mettere un disco sul piatto , mettersi in poltrona e attendere che un gigantesco anaconda ti avvolga nelle spire ma senza stritolarti, anzi, dandoti sensazioni magiche come volatilita’ corporea e fine della mediocrita’ terrena.
Il soffio dell’evoluzione in altro stato psicofisico.
Senza siringhe.
Senza pasticche.
Senza fumo.
Su Mussida :
Io lo amo.
Il mio primo 33 giri .
12 anni, seconda media: grullo ni’ capino ma abbastanza capace di comprendere che la mia vita musicale doveva cominciare dall’lp Per un amico.
Venti giorni dopo… Felona e Sorona de
Le Orme
E poi la magia de
“Io sono nato libero” del Banco Mutuo soccorso.
Le 3000 lire spese meglio della mia vita.
A pari merito delle 1500 lire dell’entrata alla discoteca zero6 dove conobbi la ragazza poi diventata mia Moglie e alle 1300 lire della squadra di Subbuteo chiamata la Fiorentina.
Ma torniamo a Mussida.
C’ho ancora un pacchetto di Marlboro col suo autografo di un concerto degli anni 70 al parco delle Cornacchie di Firenze
Erano i tempi di Bernardo Lanzetti vocalist.
Sulla Premiata potrei scrivere un libro da quante volte l’ho vista.
Beh,per codesto conosco una persona coniuge di uno dei senatori di di questo blog che girando il mondo ha visto quasi 200 concerti del boss Bruce Springsteen.
Nell’80 la PFM addirittura venne a suonare a Prato dentro il campo della Palla Grossa.
Presentavano l’album Suonare Suonare.
Mussida due anni fa ‘avevo accanto a tavola alla trattoria Lapo quando venne a Prato a presentare un lavoro in un teatro della mia citta.
Un gigante: stette un’ora a chiacchera col primo bischero come me bevendo un’amaro solo per amor di parlare di musica.
La piu’ bella serata della mia vita.
Chitarristi di livello superiore ce ne son tanti.
Pat Metheny per esempio.
Che coppia col basso di Jaco Pastorius !
In due un’orchestra intera.
Se si passa al Jazz e alla fusion di chitarristi di livelli estremi ne saltan fuori a decine.
Si parte da Al Di Meola e s’arriva a John McLauglin che ha aperto la strada della vera peace of mind col gruppo della Mahavishnu Orchesta e degli Shakti poi.
Per non parlare del viaggio indiano artistico in coppia con Santana ai tempi di Love Devotion Surrender sotto la guida mentale del guru Sri Chinmoy.
Io potevo ascoltare quei dischi e stare due giorni senza mangiare.
E come me, mezzo mondo.
Quanto e’ cambiato questo pianeta.
La trascendenza , la compassione, l’illuminazione , l’emozione di staccarsi dal vissuto non interessano piu’ a nessuno.
Se poi si passa alla highway che dal rockabilly porta al ritm&blues e poi al blues e ritorno… beh… ci si perde il capo in quanto a chitarristi di classe superiori.
E come fai a classificarli ?
Come fai a metterli in fila?
Tu passi da B.B.King a Muddy Waters, da Chuck Berry a Jonny Lee Hockere venti altri.
Via’ giu’ , ragazzi vi saluto, e vi ringrazio di aver portato il discorso sulla musica.
Fatelo piu’ spesso che potete.
Le migliori cose a tutti.
Immondo
Gennaio 12th, 2019 alle 19:04
Leggo ora il post di Antigufo mentre ho appena inviato il mio.
Praticamente proviamo le stesse sensazioni quando ascoltiamo buona musica.
Cio’mi conforta.
E mi dispiace che tali sensazioni siano merce in saldo per le nuove generazioni.
Ciao Marco
Immondo
Gennaio 12th, 2019 alle 19:43
@27 antigufo: si dice il caso:
premetto che io di quel concerto ne ho solo sentito parlare perchè all’epoca ero troppo ragazzina e squattrinata per andare ai concerti e francamente non conoscevo nè mi interessava de andrè,l’ho conosciuto suo malgrado dopo morto,perchè ne hanno fatto-da morto-una celebrazione come mai gli è stato fatto quando era ancora in vita(e forse gliene sarebbe fregato il giusto!)
insomma:ieri sera,in memoria del ventennale,sono andata al flog a vedere un tributo. c’era un gruppo bravissimo che ha suonato praticamente con gli arrangiamenti tipo pfm,e il chitarrista ha fatto un assolo su “amico fragile” che è stato veramente da bordoni…
se non avessi conosciuto la canzone e avessi sentito solo quel pezzo,avrei pensato ai pink floyd!!
sono andata via dopo 3 ore filate senza pausa e avevano ancora da finire….!
bravi bravi bravi!
p.s.: si chiamano “via del campo” e sul pescatore il cantante ha fatto un discorso più o meno simile a quello dell’amico mat@20 !
Gennaio 12th, 2019 alle 20:05
Mat,
Non ti scaldare, hai seguito i social, hai scritto una cazzata (come spesso succede a seguire i social) punto.
Io te l’ho fatto notare, se vuoi scrivere minkiate su Salvini almeno fallo su cose coerenti, altrimenti poi perde tutto di peso, il problema è che ora basta che Salvini scorreggi che il mondo dei social si indigna, esattamente come era con Berlusconi prima.
Ps. Non le ho inventate io le 3 interpretazioni del Pescatore…
Bona
Vdz
Gennaio 12th, 2019 alle 23:20
Accidenti Antigufo, sei un artista delle emozioni musicali.
A livello dei più brillanti interventi di critica pedatoria, ma meno “giocherellone” e più professionale.
Però non ti sei espresso su Blackmore, per me il chitarrista con maggior talento del periodo 60-70.
Gennaio 13th, 2019 alle 09:04
Vedi Zachini, di Salvini non me ne frega granché, però dimmi quale sarebbe la cazzata che ho scritto. Non sei d’accordo? Motiva allora. Le tre interpretazioni non cambiano niente. La canzone non contiene un messaggio di carità? Se lasci 50 disgraziati in mare almeno cita un’altra canzone perché “versare il vino e spezzare il pane” non ti si addice proprio.
Gennaio 13th, 2019 alle 12:10
per gli amici esperti di musica di chitarra:
io di fronte alle vostre conoscenze sono una nullità assoluta,però voglio solo ricordarvi 2 chitarristi che mi hanno sempre intrigato anche perchè e soprattutto Italiani, sono Alberto Radius e Ivan Graziani.
Non sto ad elencarne i pregi perchè sono stato un loro tifoso..
forse anche nella musica se i medesimi si fossero presentati con nomi esotici avrebbero avuto più successo?
a Torino incognita arbitraggio.
Gennaio 13th, 2019 alle 12:35
Vorrei scrivere talmente tante cose che non mi riesce di scrivere niente…
Gennaio 13th, 2019 alle 16:00
@ PAPEROTT
Andrea sai che non mi ricordo chi e’ quella dolce signora che mentre era al nostro tavolo disse che aveva assistito a circa 200 concerti di Bruce Springsteen ?
Mi pare che anche tu la conosci. 😉
Gennaio 13th, 2019 alle 19:12
È arrivato Internet. La fine della carta stampata è stata decretata da questo. In tutti i settori. Tutto il resto é noiosamente opinabile
Gennaio 13th, 2019 alle 20:45
@Immondo:
E la conosco, vai… 🙂
Gennaio 13th, 2019 alle 20:52
Balzac, amico mio, non cadere nella trappola del patriottismo spicciolo. La musica, così come l’arte in generale, non è una partita di calcio. Se, per esempio, due signori chitarristi come Radius e Graziani non sono universalmente riconosciuti all’altezza, per esempio, di Jimmy Page o Jimi Hendrix, ci sono dei motivi storici e culturali oggettivi. Così come un musicista anglosassone non avrebbe mai potuto scrivere un’opera all’altezza dei musicisti italiani. Non amo dilungarmi per iscritto, magari un giorno capiterà di parlarne a voce. Un saluto.
Gennaio 13th, 2019 alle 22:17
Roberto al 38
Più che un artista, sono un semplice amatore… ci sono altri qui dentro che sicuramente mi fanno le scarpe comprese di tomaia, sòla e tacco e fors’anche le asole!… 😀
Qualcheduno ha addirittura perso l’uso della scrittura per le bischerate che ho scritto!… ah ah ah…
Ma veniamo a noi, tanto si parla sottovoce, un ci sente nessuno… 😉
Dimmi qualcosa te su Blackmore e le emozioni che riesce a trasmetterti con la sua chitarra…
Mi viene in mente anche il fantastico e innovativo per quei tempi Mick Ronson, il quale aveva anch’egli talento innato da vendere…
Purtroppo non fu baciato dalla stessa fortuna, o forse è meglio dire gli stessi meriti del frontman del quale è stato chitarrista ai tempi degli Spiders From Mars, amico e aggiungerei anche colui che portò quel frontman all’enorme successo che ebbe poi in seguito… e stò parlando di David Bowie…
Monica al 36
Anch’io ero ragazzino e di molto, di moltissimo squattrinatissimo… era un problema di tutti gli adolescenti a quei tempi!… 🙂
Pensa che il biglietto per andare a vedere il concerto di cui ho parlato al mio 27, mi venne regalato dal mi poero babbo, per tutte le sofferenze che avevo affrontato dai primi giorni di Giugno del 1978, quando un’auto, bucando il rosso in pieno, mi venne addosso (io ero in motorino) a tutta velocità al semaforo del Ponte da Verrazzano, procurandomi fratture multiple alla gamba destra e alla spalla sinistra e riducendomi a letto per mesi con il gesso…
Al concerto ci andai con l’aiuto delle stampelle, ancora convalescente, con alcuni amici dell’Affrico Basket.
Fa piacere che esista una “tribute band” dedicata a De André e che suoni seguendo le impronte della fantastica PFM!…
Un Saluto a te e a Roberto.
L’Antigufo
Gennaio 14th, 2019 alle 00:07
Roberto M 28
Che dirti … hai ragione in tutto e conosci la materia meglio di me … penso però che sarai d’accordo che gadget o non gadget per la carta stampata con internet sarebbe finita allo stesso modo. Come ha scritto briscola al 43. Purtroppo.
Anch’io non mi reputo immune da tutto questo. Se da un lato sono refrattario ai social, non nascondo di avere la vita condizionata dalle interruzioni dovuta a mail, notifche, chiamate, messaggi … Non riesco a fare una cosa per mezz’ora di fila … e tutto ciò va a scapito di concentrazione ed apprendimento e finisco per passare ore a fare cose che non servono ad un c.zzo ! Libri e giornali, ma anche musica e film sono tra le vittime.
Gennaio 14th, 2019 alle 09:44
tutto vero quello che scrivi caro Franz Paperott,infatti ho scritto che sono stato un “tifoso” di Radius e Graziani,dandogli maggior ascolto anche perchè “nostrali”..poi se mi citi i Jimmy e Jimi chapeau!
Foxi Lady la sento almeno una volta la settimana..e mi da sempre qualcosa di nuovo,anzi di nuovissimo.
per i “tifosi” non valgono le classifiche.
Gennaio 14th, 2019 alle 13:06
@Antigufo:
Marco, grazie per aver parlato di Mick Ronson.
Gennaio 14th, 2019 alle 20:18
Antigufo: su Blackmore.
Allora, mettiamo che la Fiorentina perda.
Succede talvolta.
Mi girano, inevitabile.
Porco qui, Maremma là. E Simeone e Pioli e Corvino.
Come facciamo tutti noi affetti dalla comune patologia dai sintomi viola.
Più o meno.
E ora, icchesifa?
Come fo a fammi passare questo vortichio di gonadi rotanti?
Illuminazione!
Made in Japan, o vai!
Calo il disco sul piatto (ebbene sì) e ai primi suoni mi ricordo vagamente che forse non è andata benissimo la partita, ma sicuramente meritavamo di vincere.
E lo vedo Blackmore sul palco, compito, serio, veloce di mano sulle corde, ma statico sui piedi, tutto dentro il pezzo, ma apparentemente capitato lì a Tokio per caso, mentre tira fuori la musica del concerto perfetto.
Aveva una preparazione classica e ce ne rendiamo conto dalla complessità degli accordi.
Oltre non vado perché non sono musicista e non vorrei che Franz Paperott mi ammonisse per aver scritto bestialità.
Ma per farti capire come considero il vecchio Ritchie.
A proposito di chitarristi e di Franz: Finaz lo vogliamo buttar via?
Trascinante è dir poco.
Un saluto e un augurio di prossima Europa League.
Ci conto.
Gennaio 15th, 2019 alle 14:23
Roberto, vai lìbero, io non ammoniscono nessuno, ci mancherebbe. Finaz è un mago.