L’imbarazzo di un italiano ebreo
Sono sempre stato severo con me stesso e di conseguenza anche con le persone che mi sono state e mi sono accanto: prima il dovere e poi il piacere è da una quarantina d’anni il mio pensiero di riferimento.
Ho sempre sperato che chi sta dalla mia parte fosse migliore degli altri: più corretto, più leale, più intelligente.
E’ per questo che a volte mi lancio in battaglie assolutamente anacronistiche e autolesionistiche con i “miei” tifosi a proposito di cori e striscioni, ma il calcio è ben altra cosa rispetto alla vita e alla morte.
Il mio rapporto con la religione con cui casualmente sono nato è tendente allo zero: non sono credente, non seguo nessuna delle oltre 600 regole dell’ebraismo, rimango iscritto alla Counità di Firenze solo per non recidere completamente il filo che mi lega ai miei primi quattordici anni di vita.
Mi sento profondamente italiano, ma, appunto, contano anche le mie radici ed è per questo che da decenni tengo a precisare con tutti che l’essere ebreo non vuol dire automaticamente essere israeliano o filo-israeliano.
E’ da tanto che provo un profondo imbarazzo, e a volte anche rabbia, per quello che sta succedendo a Gaza, per i morti palestinesi che pesano meno di quelli israeliani, per questa poltica dell’odio inestinguibile adottata da entrambe le parti.
Si può morire nel 2018 per un cambio di ambasciata di cui nessuno sentiva il bisogno?
Maggio 17th, 2018 alle 06:32
Sono uno che crede nel detto “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” e anche per la pacificazione, quindi approvo ed apprezzo il Suo editoriale di oggi.
Sfortunatamente l’incoerenza e l’insipienza di certi governanti, e dei loro ottusi seguaci, ci rende tutti più insicuri e più deboli. Ci vorrà un conflitto perché forse capiscano.
Maggio 17th, 2018 alle 06:58
Impossibile parteggiare per gli israeliani senza rimorsi per la condizione dei palestinesi. Ma nella vita è necessario e doveroso assumersi la responsabilità di una scelta, sia pure dolorosa, e io scelgo Israele.
Risposta
Anch’io scelgo Israele, l’unica vera democrazia di quella zona, ma non “questa” Israele, con questa politica, che purtroppo ha un consenso altissimo tra gli israeliani.
Ciao,
David
Maggio 17th, 2018 alle 08:07
sarà che ho qualche anno anche io, sarà che ne ho visto di cotte e di crude, ma mi associo totalmente al pensiero di classe 1937 post n.2
p.s.: già sono iniziati i primi spifferi sui giocatori della Fiorentina…..ma il FPF per il gli altri non conta?
e poi
ma che grande difesa ha l’OM! l’atletico è decisamente più forte ma un napoli o una lazio in finale ci sarebbero state tranquillamente
saluti a tutti e diamo un dispiacere al milan mandandolo a fare i preliminari così perdono i soldi delle lucrose tournèe estive
Maggio 17th, 2018 alle 08:21
Evito un qualsiasi commento perché questo è un terreno minato in cui saltano per aria persone da oltre 2.000 anni. Affermo solo che c’è un “problema” talmente radicato che non è possibile risolverlo solo sperando in un ravvedimento delle 2 parti in causa, che poi sono 3. La botta finale alla crisi è stata data con l’imposizione ONU nel 47, con la nascita “artificiale” dello stato israeliano.
Secondo me l’unico modo di risolvere è un nuovo intervento internazionale che imponga una volta per tutta una soluzione definitiva con la creazione di 2 stati indipendenti con confini certi. Naturalmente Gerusalemme dovrà essere una città stato esterna sia alla Palestina che ad Israele.
Siccome questo non succederà mai, allora ci beccheremo queste ricorrenti ed interminabili ondate di odio e morte.
CIRANO
PS: alla fine la mia l’ho detta lo stesso…
Maggio 17th, 2018 alle 08:25
PPS: MAraschino mio da quelle parti il conflitto c’è da oltre 2.000 anni. Non ti basta? Quello a cui assistiamo in questi anni “moderni” come puoi chiamarlo diversamente da conflitto?
No, ci vuole la pace.
CIRANO
Maggio 17th, 2018 alle 08:43
Un conto è essere ebreo, ben altra cosa israeliano.
Poi sono ignorante in materia, preferisco far parlare altri, anche se non mi vergogno a dire che provo profondo ribrezzo verso qualsiasi forma di violenza o sopruso
Maggio 17th, 2018 alle 08:44
@5
Sono stato leggero, con conflitto intendevo guerra vera, che però non includerebbe solo le parti ufficialmente in causa. Troppo interessi perchè se la possano sbrigare da soli.
E nessuno che voglia la pace.
Maggio 17th, 2018 alle 10:06
Si fa tanto per parlare, sui musulmani si dice di tutto, ma su una religione che si fonda sul principio di essere un popolo prescelto da un Dio per regnare sulla terra nessuno osa dire niente.
Su questa religione fra l’altro si basa anche il cristianesimo.
Abbiamo quindi tutti cristiani ed ebrei la pretesa di avere la verità a discapito degli altri.
Tra gli altri metto i musulmani, i buddisti gli induisti etc.etc.
Ma se avessero ragione gli Zulù con i loro culti animisti ?
Oppure gli antichi greci con il loro Olimpo ?
Maggio 17th, 2018 alle 10:37
E’ verissimo quello che dici David. Ma intorno alla vicenda israelo-palestinese c’è anche tanta faziosità da parte specialmente di una certa sinistra. Perché non si ricorda mai, o lo si fa troppo poco, che la nascita di Israele la si deve ad una risoluzione ONU che ha previsto la nascita di due stati, che la prima nazione a riconoscere Israele fu l’URSS, che sono sempre stati i palestinesi a non riconoscere quella risoluzione e a negare ad Israele il solo diritto di esistere. Poi che le reazioni di Israele (che è bene ricordarlo è un paese democratico) siano state spesso sproporzionate è un fatto. Ma credo che qualunque paese (specialmente a forte connotazione nazionalista e di coesione religiosa come Israele) avrebbe sviluppato una sindrome di accerchiamento e di conseguenza una capacità di reagire molto forte e determinata.
Maggio 17th, 2018 alle 10:44
Le tue parole ti fanno onore.
Maggio 17th, 2018 alle 10:49
Per CHIARI
Non si può dire nulla su Vecchio Testamento, Nuovo Testamento e Corano. Sono libri sacri, per chi ci crede.
Comunque una differenza sostanziale tra le religioni monoteiste a mio sommesso parere sussiste.
Gli ebrei si definiscono popolo eletto (vedi Vecchio Testamento) per cui far parte della religione ebraica non è facile;
non intendono convertire nessuno né fare proselitismo.
I cristiani si; i musulmani pure.
Proprio dal desiderio di convertire gli altri (non credenti, impuri, professanti altra religione) sono derivate le tragedie più drammatiche della storia.
Gli ebrei, a parte la questione delle terre bibliche, non risultano avere tentato di convertire con la spada gli altri.
Quello che accade in Medio Oriente è semplicemente una guerra per il controllo e la supremazia del territorio (con la precisazione che entrambi ritengono di dovere prevalere per ragioni anche o soprattutto religiose).
In ogni caso, in assenza di leader illuminati, la guerra durerà infinitamente
Maggio 17th, 2018 alle 10:53
Ascolti gli uni e hanno le proprie ragioni, ascolti gli altri ed hanno le proprie.
Senza vera volontà di arrivare ad un compromesso non si andrà da nessuna parte, ma l’unico modo per portare le due parti alla pace è solo un’azione internazionale di forte pressione.
Certo che se il “gendarme del mondo” ha la geniale idea di spostare l’ambasciata a Gerusalemme solo per far incendiare la zona non andremo da alcuna parte.
Maggio 17th, 2018 alle 11:02
@9
E’ un peccato, un Paese così “geniale” nelle teste potrebbe essere guida in tanti settori: le Arti (i più grandi musicisti hanno le loro origini lì), la tecnologia, la pertinacia nel conquistare il deserto, la bellezza delle donne e l’aitanza degli uomini (tutto frutto del melting pot di razze lì convenute per consolidare il nuovo Paese) tutto contribuirebbe a farne un grande esempio.
Maggio 17th, 2018 alle 11:10
Perdonatemi, ma dovreste spiegarmi questo voler rimarcare la democraticità di Israele, perché io nel contesto geopolitico mediorientale proprio non lo capisco.
Anche gli USA sono una democrazia, ma fino agli anni ’70 i “negri” non potevano sedersi sugli autobus insieme ai bianchi, per non parlare di tutto il resto.
La Svezia è una democrazia, ma fino al 1976 era in vigore una legge che imponeva la sterilizzazione per motivi eugenetici fino al 1992 era ancora in vigore per i transgender.
Fino al 1996 in Giappone, altra solida democrazia, era in vigore la “Legge di protezione eugenetica” che ha condotto alla sterilizzazione di circa 25.000 persone dal secondo dopoguerra.
Lo stesso Israele, dal conflitto arabo-israeliano del 1967, in poi tessè rapporti strettissimi con il Sudafrica dell’apartheid sviluppando negli anni ’80 anche un programma di sviluppo nucleare comune che portò gli israeliani a dotarsi dell’atomica in barba a tutti i trattati di non proliferazione nucleare vigenti.
Insomma, prendete pure posizione, ma evitate di farne una questione di democraticità perché quel bollino di presunta superiorità è evidente che è solo fuffa.
Maggio 17th, 2018 alle 11:14
@ 11: forse perché l’ebraismo ha anche una componente razziale, tanto che gli “altri”, cioè i non ebrei, sono definiti gōyīm.
Maggio 17th, 2018 alle 11:19
David
il problema è che
da un popolo che ha subito questo non si può pretendere che porga nuovamente il collo al coltello del macellaio come l’innocente agnello
it.wikipedia.org/wiki/Auschwitz_Album
Maggio 17th, 2018 alle 11:42
Caro David, non so quanto frequenti Israele o gli israeliani. Io, da quel che capisco, un po’ più di te.
Ebbene, c’è stata in questi ultimi anni una trasformazione dell’opinione pubblica israeliana e, purtroppo, l’attuale governo la interpreta perfettamente.
Partiamo da una premessa, molto lontana nel tempo.
Per secoli l’ebreo è stato un popolo senza terra. Forte nell’identità, riconoscibile per questo, ma sradicato. E quindi privo di qualsiasi strumento di difesa nei confronti della forza. Come insegna Max Weber, lo stato è quella comunità umana, che nell’ambito di un determinato territorio, riesce a conquistare e a detenere il monopolio della violenza legittima. Non disponendo né di territorio né di Stato, gli ebrei per secoli sono stati alla mercé della violenza altrui. Per sopravvivere, si sono fatti concavi e convessi, piccoli o sottili a seconda delle necessità. Hanno fatto compromessi, accordi, se potevano. Sono emigrati. O si sono fatti ricchi per acquisire un altro tipo di potere. Finché ad un certo punto sono stati ad un passo dall’estinzione.
Questa premessa per far capire quanto questa storia abbia contribuito a forgiare la forma mentis dell’ebreo israeliano. Un individuo che disponendo, per la prima volta dopo secoli, del monopolio della forza, ha deciso che l’avrebbe sempre usata per difendersi dai nemici. Non sarebbe più scappato, non avrebbe più cercato accordi, se non vantaggiosi. Avrebbe colpito. Duramente. Magari in anticipo, secondo il principio della cosiddetta “difesa attiva”.
Si parte da qui, per capire.
Israele da quando esiste ha perseguito l’obiettivo di essere sempre militarmente più forte dei suoi numerosi nemici. Di conseguire una superiorità militare schiacciante.
E c’è sempre riuscito, forte anche di un incrollabile sostegno politico ed economico internazionale.
La storia successiva, ha quindi scolpito negli israeliani la ferma convinzione che questa sia la giusta condotta. Perché questo hanno insegnato gli eventi degli ultimi 40 anni agli israeliani: la propria sicurezza non passa attraverso accordi e compromessi scritti sulla sabbia con inaffidabili governanti arabi o con leader palestinesi corrotti e perennemente in lotta fra loro. Passa attraverso l’uso della forza.
Gli ultimi tempi hanno se possibile rafforzato questa convinzione nell’opinione pubblica. L’uso della forza bruta (molto timidamente censurato dal resto del mondo occidentale, quando non apertamente sostenuto) si è dimostrato efficace: oggi Israele è più sicura di qualche anno fa.
La sinistra, come in tutto il mondo, si sta estinguendo, dimostrandosi ormai completamente fuori sintonia con lo “spirito del tempo”. Le sue proposte di mediazione, compromesso, accordo con i Palestinesi (quali? Quelli dell’OLP o Hamas?) o l’Iran vengono visti come deboli e perdenti. L’israeliano medio apprezza oggi la linea della fermezza delle varie destre al governo. E trova nella scelta di Trump una conferma della bontà di questa linea.
Quando, parlando con parenti ed amici in Israele, faccio ragionamenti analoghi a quelli di David in questo post, vengo compatito come quello che non capisce. E’ vero, sei stato qua, hai fatto il soldato come noi, ma adesso vivi al sicuro di un altro paese. Non sai cosa voglia dire essere circondati da nemici che ti odiano. Quando l’Isis colpisce in Occidente, in Israele, spiace dirlo, c’è una certa soddisfazione, perché dicono: certo, dispiace per le vittime, ma almeno adesso forse capiranno cosa vuol dire. Capiranno che l’unica strada è colpirli militarmente, con tutta la forza disponibile.
Non voglio disilludere chi ancora porta avanti l’idea dei “due popoli, due stati”. Non siamo mai stati più lontani di così da questa soluzione.
Maggio 17th, 2018 alle 12:58
Quello che scrivi ti fa onore. Purtroppo molti appartenenti alle Comunità ebraiche sono tifosi a prescindere delle azioni di qualsiasi governo israeliano, anche quando francamente sono indifendibili. Una curiosità: sul muro della Sinagoga c’è una lapide che ricorda i caduti ebrei fiorentini per mano del fascismo e del nazismo, con nomi e cognomi. Alla voce “partigiani” ci sono due Guetta: appartenevano alla tua famiglia?
Risposta
Erano i fratelli di mio babbo, trucidati nel 1944
Ciao,
David
Maggio 17th, 2018 alle 13:27
Maicche’ c’è!!!
Maggio 17th, 2018 alle 14:48
ma come diceva anche il Benigni..icche ce????
Con o senza israele li ce guerre da sempre!! Ero piccino e si ammazzavano..si ammazzano tra islamici pure ma di che si parla? Non amo nessuna religione semita (nemmeno il cristianesimo che ha la in palestina le radici) ma tra israele e tutti quegli esaltati fissati con allah scelgo il male minore.
Fieramente ateo!
Maggio 17th, 2018 alle 15:10
Chiamate Israele una democrazia…… ma un arabo israeliano ha gli stessi diritti di un israeliano ebreo? al signor Maraschino vorrei far notare che gli israeliani non hanno rispettato oltre 500 risoluzioni dell’ONU ed i “geni” sono ebrei non israeliani (la maggior parte)
Maggio 17th, 2018 alle 15:40
Bello sarebbe togliere da quel luogo ebrei e palestinesi.
Spargere sale o plutonio e rendere quei luoghi inabitabili per i prossimi 50mila anni.
Maggio 17th, 2018 alle 16:00
“l’unica vera democrazia di quella zona,” Israele ??? scusate ma a esser piu democratici di siria e iran e compagnia ci vuole ben poco…
Israele e ertto dal 1945 da leader che sono espressione delle sue forze armate… non ci prendiamo in giro sulla democraticita’ di Israele. La democrazia e’ ben altra cosa…
Maggio 17th, 2018 alle 16:02
Mi ricordo che quando ero bambino il telegiornale mi sgomentava con due argomenti: gli armamenti nucleari e l’infinita sequela di episodi di violenza in quella zona del mondo. Qualche anno dopo in una mia canzone che parlava di droga, scrissi “…la tv parla ancora di loro…”…oggi sono assuefatto a queste notizie ed ho rinunciato da tempo a cercare una spiegazione logica e a trovare una soluzione. Ho letto libri, visto film, conosciuto ebrei veri, conosciuto arabi veri, non c’è soluzione. Sarcasticamente mi viene da dire che, E’ l’unica esperienza di infinito che ho nella mia esistenza!
Maggio 17th, 2018 alle 16:32
Bravo Davide la tua onestà intellettuale ti fa onore. Troppo spesso chi critica Israele viene tacciato di antisemitismo e la cosa è francamente inaccettabile. Quando un governo è fascista, è fascista. Punto.
Maggio 17th, 2018 alle 17:36
“Da qui passeranno tutti, o non passerà nessuno……. perché l’ultimo che passa vale come il primo.”
Anni fa lessi un libro di Giorgio Bocca, un reportage su la Campania di Bassolino, intitolato “Napoli siamo noi”: voleva dire che i difetti e le anomalie che lì esplodevano, erano l’eco amplificata di ciò che realmente avviene in tutta Italia.
Azzardo il paragone: Israele siamo noi. Tutti.
Ciò che avverrà lì, nel brevissimo termine, influenzerà l’intero pianeta.
Sento di non esagerare. E sento la speranza ormai esaurita.
Uomini forti, di fronte a miliardi di esseri umani senza prospettiva.
Sordi. E basta una piccolissima Fukushima… piccolissima.
La ragione e` dei Bischeri. Questo detto poteva nascere solo qui.
“….dovevano fare da loro……. fu allora che presero il volo…..”
… e Forza Viola.
Maggio 17th, 2018 alle 17:40
Bravo David. Amaro, triste, complicato. Bravo. Abbraccio
Maggio 17th, 2018 alle 18:04
@17 Stefano
Lungi da me prendere posizione a favore di Israele, ma molti degli ebrei di cui parli hanno scelto la cittadinanza in quel paese.
Maggio 17th, 2018 alle 19:23
Premesso che al tempo della guerra dei 6 giorni persi una intera sessione di esami perché impegnato a partecipare a ogni manifestazione che si svolgeva in favore di Israele, che a quel momento mi appariva un piccolo stato aggredito da forze enormemente preponderanti, oggi ho riconsiderato e corretto la mia valutazione di allora. La supremazia numerica ha scarso valore se combatte contro una entità meglio armata e organizzata. E oggi le vere vittime mi appaiono i palestinesi che vivono in condizioni sub-umane e che si oppongono alle armi israeliane con le fonde e i sassi.
Quanto hai sopra scritto ti fa onore. Desidero esprimerti il mio apprezzamento umano.
Maggio 17th, 2018 alle 20:06
Molti anni fa, quando inseguendo la mia crescita nelle Arti Marziali entrai in contatto con il Krav Maga che pochi conoscevano (non era inflazionato come oggi e non si diventava istruttori in un week end), incontrai un tipo che grazie al fatto di esseri spostato con una donna ufficiale dell’esercito israeliano, era stato accettato in una cerchia ristretta di praticanti, dove veniva insegnato il Krav originale.
Mi disse parole che ricorderò sempre:
…”in fatto di discriminazioni gli Israeliani hanno imparato la lezione e sanno essere, talvolta, peggio dei tedeschi….”
Detto questo, sono un popolo ed una nazione che hanno la mia personale simpatia, per il senso di appartenenza nazionale che hanno e per l’orgoglio di essere ciò che sono.
Magari Shimon e l’altro amico di origine ebraiche di cui apprezzo molto gli interventi ma che raramente scrive, abbatteranno le mie percezioni descritte…….
Maggio 17th, 2018 alle 20:27
Bravo david
Purtroppo la verita’ l’ha detta shimon…la reale situazione e’ quella. Inutile continuare con due stati due popoli, gli israeliani non mollano di un centimetro.
Mi dispiace per i palestinesi, quelli che ho conosciuto veramente brava gente
Maggio 18th, 2018 alle 13:12
I palestinesi sono guidati da Hamas un’organizzazione terroristica islamica. La risposta agli attentati è stata la presa di potere della destra religiosa anche in Israele.
Ai 2 populismi si è aggiunto il populista americano e nel futuro vedremo tante tragedie.
Maggio 18th, 2018 alle 14:13
shimon. Grazie,capisco quello che dici e penso che sia vero. Per non essere ipocriti gli ebrei dovrebbero chiedere l’abolizione della giornata della memoria
Maggio 18th, 2018 alle 15:39
Ma esattamente, cosa vuol dire essere ebreo?
Maggio 18th, 2018 alle 16:26
Da qualche anno mi sono avvicinato alla Bibbia, leggendola, studiandola, meditandola. Quel luogo, Gerusalemme, e’ sempre stato il centro della storia e credo che lo sara’ fino all’ ultilmo giorno. Quel popolo, credo sia un popolo con un ruolo importante e centrale nella storia umana. Li’, in quei luoghi, credo, si scrivera” la storia finale degli uomini. Penso che quello che avviene in quei territori sia anche una amplificazione di quello che avviene altrove. E comunque, chi tocca il popolo ebraico, ne esce sempre male, almeno questo mi par di capire dalla storia. Un abbraccio ai miei fratelli maggiori ebrei, ed anche a tutti gli altri.
Maggio 18th, 2018 alle 19:48
@17 Shimon
Ho cercato di comprendere il tuo intervento ma il mondo arabo esige la distruzione definitiva e totale di Israele con l’uso della forza ovviamente. Forse il “mondo arabo”è una eccessiva semplificazione ma ti domando quale altra via ha Israele per sopravvivere se non quella della risposta armata?Forse dovrebbe dosare maggiormente le sue risposte ma l’obiettivo finale dei suoi avversari è e resta la distruzione totale, la SOLUZIONE FINALE non riuscita al Nazismo.
Maggio 18th, 2018 alle 23:21
“E’ da tanto che provo un profondo imbarazzo, e a volte anche rabbia, per quello che sta succedendo a Gaza, per i morti palestinesi che pesano meno di quelli israeliani, per questa politica dell’odio inestinguibile adottata da entrambe le parti.
Si può morire nel 2018 per un cambio di ambasciata di cui nessuno sentiva il bisogno?”
David, per la prima volta (almeno per quanto mi riguarda) ho letto parole di questo tenore. Le ho lette con gioia. Finalmente!
Siamo arrivati a 70 anni di odio, di morte, di paura, di guerre. Pazzesco! Ma come si fa a continuare così? Sia da parte israeliana che palestinese come si fa? O che ci vuole molto a trovare un modus vivendi? Vaia vaia, direbbe Panariello.
In questa situazione ci rimettono tutti: i palestinesi di più perché sono in grandissima parte poveri e senza armi e quindi più facili ad essere ammazzati, gli israeliani meno perché sono molto più ricchi e pieni di armi (anche di quella più pericolosa di tutte), però si ritrovano tutti i giorni il nemico alla porta pronto a sfruttare ogni loro minima debolezza.
Ma che si può vivere così!
La colpa? La colpa è degli uni e degli altri. Sì perché nessuno dei loro capi ha cercato un vero avvicinamento all’altro. Ci avevano provato Rabin e Arafat, ma tutti sappiamo come è andata a finire: nel 1995 Rabin è stato ammazzato da uno dei suoi, un colono ebreo estremista. Dopo di lui sono arrivati i falchi Sharon e Netanyau e con loro è finito il dialogo israelo-palestinese. Ma la colpa di questa fine non è né di Sharon né di Netanyau: loro hanno quelle idee di chiusura nei confronti dei palestinesi, e se le tengono. La colpa vera è del popolo israeliano che li ha eletti: significa che la maggioranza la pensa più o meno come loro. Ma, scusate, dove vogliono arrivare? Vogliono buttare fuori dalla Palestina tutti i palestinesi? Via, è ridicolo.
E i palestinesi? Sono come gli israeliani: hanno le stesse loro idee, ma opposte: considerano gli israeliani degli intrusi messi lì a forza dagli inglesi e quindi li vorrebbero buttar fuori dalla Palestina. Da quella che considerano la loro (e solo loro) terra.
Il problema è che tutti e due i popoli considerano la Palestina la PROPRIA terra.
Non c’è che una strada: quella del rispetto dell’altro e del dialogo. Solo che i capi di oggi, sia degli uni che degli altri, non la vogliono praticare o, forse meglio, non sono all’altezza di praticarla. Perché per far ciò bisogna essere di qualità superiore, e questi leader(?) di oggi non lo sono di certo.
Quindi?
C’è qualcuno che se la sente di rispondere a questa brevissima e semplicissima domanda?
Maggio 19th, 2018 alle 09:13
Classe 1937, cercavo solo di spiegare cosa pensa un israeliano medio, come si è formata una certa mentalità. Tra il mio disagio per il nostro uso indiscriminato della forza e la sicurezza della sua assoluta legittimità di mio zio o dei miei ex commilitoni, non so chi sia nel giusto.
Maggio 19th, 2018 alle 12:18
A me imbarazza molto andare domani a milano per una partita che non conto nulla.
Grazie a tutti per l’ennesima stagione fallimentare.
Maggio 19th, 2018 alle 13:26
Io sto con Amnesty International.
Se si difende il proprio territorio in barba agli accordi internazionali, costruendo villaggi dei coloni israeliani nei territori palestinesi, sparando sulla folla uccidendo bambini e ragazzini, non si sta proteggendo i propri diritti, si stanno commettendo omicidi e stragi.
Se la risposta agli odiatori musulmani del popolo ebreo sono i massacri verso un altro popolo sventurato che ha il diritto di abitare in Palestina, la comunità internazionale dovrebbe ufficialmente condannare tutti i giorni le violazioni dei diritti umani e intervenire con le forze dell’ONU.
Ma invece altro abbiamo da fare.
Gli inglesi, primi responsabili della guerra infinità dal 1948, sono impegnati in riti medievali di una monarchia grottesca.
Gli Usa, votando un presidente bombarolo che provoca il mondo arabo con l’affaire Gerusalemme capitale, supportano il massacro e ci mettono il carico, la Francia vende armi a questi e quelli, poi viene l’Italia…
L’Italia che fa?
Bela, squittisce, si gira dall’altra parte.
Bisogna che mi rivolga ad Amnesty e anche che guardi al Papa e ascolti i suoi richiami all’umanità, io vecchio anticlericale, per trovare parole di condanna che mi permettano ancora di non vergognarmi di appartenere al genere umano.
Maggio 19th, 2018 alle 19:15
@38 Shimon
Le parole “mio zio”e “ex commilitoni”e il vissuto sottostante mi hanno emozionato. Un caro saluto.
Maggio 19th, 2018 alle 19:25
40 robertodisanjacopino
Mi aspettavo almeno una parola a favore di uno Stato dal 1948 oggetto di guerre, atti di terrorismo , proclami di annientamento totale da parte di Stati guidati da Governi totalmente estranei ai più elementari principi di Democrazia, e da uno Stato addirittura teocratico come l’Iran, a proposito del tuo anticlericalismo.. Mi auguro che tu sia guidato dall’emozione di queste ultime vittime.
Maggio 19th, 2018 alle 21:03
Premesso che ognuno dovrebbe essere libero di credere in quello che gli pare, se non arreca danno a nessuno, non riesco però a capire per quale motivo si deve considerare comunque appartenente ad una religione anche chi dice di essere non credente.
Maggio 20th, 2018 alle 07:22
@42
La Sua posizione, pur rispettabile, evidenzia – a mio parere – dei preconcetti, difficili da estirpare. Ma che sono gli stessi, da entrambe le parti, che ne impediscono la risoluzione.
Le parole a favore di Israele le hanno messe – e le continuano a nmettere – alcune potenze che ne hanno a tutt’oggi interesse.
Ho apprezzato anch’io quanto scritto da Shimon, che avevo sempre percepito quale “estremista”, e con cui mi scuso per il mio di preconcetti.
Maggio 20th, 2018 alle 09:37
Classe 1937: Affermare che il mio punto di riferimento sia Amnesty International, significa essere contro le violazioni del diritto internazionale e a favore dei popoli oggetto di violenza.
Quindi, quando Israele spara nel mucchio contro gli insorti di Gaza, inorridisco per quell’avvenimento, quando l’Iran vende i razzi ad Hamas per colpire città israeliane urlo di rabbia, quando Putin per stanare i Ceceni nel teatro con gli ostaggi russi, accadde qualche anno fa, gasò questi e quelli, mi fece paura e si capì che concetti aveva Putin di protezione dei suoi cittadini, quando gli USA per chiudere la seconda guerra mondiale sganciarono la bombetta atomica su due città da mezzo milione di abitanti, si mise in discussione il concetto di guerra di liberazione, quando il mondo (filosofi, capi di stato, i semplici cittadini di un mondo stremato dalla violenza) mise in discussione l’utilità di Dio, e cerca di capirmi quando uso questa terribile espressione, scoprendo la disumanità delle camere a gas e l’ideologia che le aveva costruite, l’Uomo non poteva altro che stare dalla parte dell’Umanità violentata.
Potrei andare avanti per molto.
Spero di esserti stato chiaro.
Maggio 20th, 2018 alle 10:53
maraschino, sono estremista solo nel calcio 😉
Maggio 21st, 2018 alle 00:34
In Eurabia siete vittime di un’informazione corrotta pro-araba, quindi dico solamente; parlate di altro
Maggio 21st, 2018 alle 11:35
Veramente un post banale ed inutilmente buonista. La propria religione non conta per nulla, quello che importerebbe sarebbe una conoscenza , seppur minima, della situazione. Quando è l’ultIma volta che è andato là? O legge il fatto quotidiano per informarsi?